• Non ci sono risultati.

3.5

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "3.5"

Copied!
18
0
0

Testo completo

(1)

3.5 La gestione di un progetto RFID

Se da un lato i progetti RFID sviluppati in ogni angolo del pianeta sono assai numerosi, dall'altro questi si distribuiscono fra miriadi di processi specifici, ognuno dei quali presenta peculiarità e problematiche diverse. Il percorso evolutivo dell'RFID è disseminato di iniziative coraggiose intraprese da pionieri dalla spiccata visione strategica; ma le esperienze di questi first movers nei rispettivi settori di competenza non si sono ancora trasformate in metodologie standard comunemente accettate.

La relativa immaturità del mercato dell’RFID attuale impedisce quindi di individuare “best practices solutions” definitive da “copiare ed incollare” sulla propria realtà, per cui l’unica cosa da fare è determinare un metodo valido per ricercarle: questo approccio strutturato alla gestione del progetto costituisce la chiave principale per il successo dello stesso.

Premettendo che la peculiarità di un progetto per l’applicazione dell'RFID consiste nel mettere completamente in discussione le modalità di gestione dei processi, la metodologia da seguire si articola su due livelli di dettaglio, inerenti:

- le fasi del progetto RFID;

- le singole attività in cui tali fasi si articolano.

Sono previste solitamente 3 fasi:

1. uno studio di fattibilità; 2. il progetto pilota;

3. l'implementazione complessiva del sistema RFID.

3.10.1 Lo studio di fattibilità

Lo studio di fattibilità rappresenta senza dubbio la fase più critica. Esso costa poco all’Azienda in termini di risorse monetarie, ma le scelte operate in questa fase ricadono più o meno indirettamente sui costi complessivi dell’intero progetto, oltre che sul suo esito finale. Lo studio di fattibilità (fig. 17) dovrebbe essere promosso e sostenuto da un comitato di guida del progetto (steering committee), composto dal vertice dell’Impresa (che ha tutti i poteri e l’autorità necessari per conferire al progetto l’importanza strategica che esso deve assumere

(2)

per l’intera Azienda) e la cui esistenza è uno dei presupposti all’avvio delle operazioni. Tale studio deve prevedere le seguenti attività sequenziali:

1.1 scelta del gruppo di lavoro responsabile dello studio e dell’eventuale progetto pilota; 1.2 definizione degli obiettivi del progetto1;

1.3 determinazione dei vincoli alla sua realizzazione (tecnici, spesso determinati dal livello di maturità / omogeneità delle normative esistenti; quelli di carattere sociale e legale, legati ad esempio agli eventuali problemi di salute dovuti all’esposizione alle radiofrequenze; e quelli economici, connessi solitamente alla natura dei rapporti e alla struttura di ogni specifica supply chain).

1.4 Ridefinizione dei processi in ottica RFID (l’analisi dei processi che precede qualsiasi tipo di implementazione del progetto deve evidenziare le prestazioni richieste attualmente al sistema gestionale; solo in un secondo momento può essere stabilito se l’applicazione RFID è in grado di soddisfare tali esigenze e possono essere individuate le possibili prestazioni addizionali2);

1.5 scelte relative alla particolare tecnologia da impiegare (in termini sia di caratteristiche funzionali dei tag, come alimentazione, memoria, eventuale programmabilità e tipo di accoppiamento, che di caratteristiche fisiche, quali ad esempio la distanza di lettura, la velocità con cui si muovono gli oggetti “taggati” e l’ambiente operativo);

1.6 valutazione dei costi / benefici del progetto (questo aspetto sarà trattato nel par. 3.10);

1.7 valutazione degli elementi critici del progetto e dei rischi connessi; 1.8 decisione di sviluppare un progetto pilota.

1

Non si può pensare, molto semplicisticamente, che l’obiettivo di un progetto RFID sia soltanto la riduzione dei costi. La strategia competitiva di M. Porter applicata alle operations, infatti, individua altre tre leve competitive oltre alla leadership di costo: innovazione, qualità e servizio (e questo discorso, pur con le dovute distinzioni, è applicabile ad ogni realtà o settore).

2

Questo tenendo conto che devono sempre essere valutate soluzioni RFID alternative che prevedano livelli di dettaglio diversi per l’identificazione: non è assolutamente detto che un’applicazione che utilizza il massimo livello di dettaglio consenta di ottenere benefici addizionali rispetto ad una che identifica solo un aggregato di prodotto. Anzi, spesso l’utilità dell’identificazione è inversamente proporzionale al livello di dettaglio.

(3)

Figura 17: Studio di fattibilità per un progetto RFID

3.10.2 Pilot project e implementazione complessiva

Il progetto pilota è la fase in cui devono essere verificare tutte le ipotesi avanzate in sede di studio di fattibilità.

La scelta di realizzare un pilot project anziché passare direttamente all'implementazione complessiva del sistema RFID è dovuta almeno ai seguenti motivi:

- il contenimento dei costi progettuali, dato che normalmente il progetto pilota interessa una parte limitata del processo complessivo;

- la possibilità di prevedere una serie di prove specifiche che permettano di misurare le prestazioni del sistema RFID in condizioni limite, condizioni che altrimenti avrebbero scarsa probabilità di verificarsi nel processo a regime: in pratica, il pilot project dà la possibilità di simulare il funzionamento del sistema testandone la robustezza, e questo prima di sostenere i costi (molto più elevati) necessari per implementarlo definitivamente.

- La possibilità di confrontare le prestazioni di più soluzioni tecnologiche e gestionali alternative.

(4)

Si faccia attenzione: il progetto pilota non è una banale riproduzione “in miniatura” del progetto complessivo, bensì rappresenta uno specifico ambiente di prova progettato e realizzato per verificare la validità di alcune ipotesi.

Ecco perché questa fase deve articolarsi in una ben specifica sequenza di attività:

2.1 determinazione dei vincoli e delle prestazioni richieste per il sistema RFID;

2.2 definizione delle architetture dei sistemi RFID. Le specifiche di riferimento risultanti dallo studio di fattibilità devono guidare la configurazione di progetti pilota da valutare comparativamente. È spesso utile sperimentare soluzioni tecniche alternative sia dal punto di vista del principio fisico di funzionamento che da quello delle prestazioni operative3.

2.3 Progettazione dei test di validazione relativi a prestazioni e architetture (che devono essere concepiti per valutare almeno tre scenari: standard, critico e ottimale4);

2.4 individuazione dei potenziali fornitori di apparati RFID e scelta del/dei partner: in generale, quando la tecnologia o l’applicazione sono estremamente innovativi o critici, è necessario coinvolgere in modo diverso i fornitori, instaurando vere e proprie partnership tecnologiche. Tale rapporto, basato su una logica di cooperazione che vede il fornitore inserito nel gruppo di lavoro, può prevedere la stesura di una lettera di intenti (mission statement) che permetta di definire gli obiettivi del progetto, le risorse, i tempi e le condizioni di remunerazione dei costi sostenuti.

2.5 Realizzazione dei test. A volte può essere previsto l’affidamento di tale attività ad una terza parte non coinvolta nelle fasi precedenti. L’impiego di personale coinvolto nel processo operativo da automatizzare è consigliata, purché i soggetti siano sufficientemente informati e motivati5.

2.6 analisi dei risultati dei test ed estensione dei risultati all'intero processo;

2.7 decisione circa l’implementazione del progetto di RFID complessivo. L’estensione del pilot project all’intero processo è estremamente delicata, poiché richiede la

3

Per esempio, l’applicazione di transponder RFID sui pallet per la movimentazione potrebbe essere testata confrontando le prestazioni di:

- un tag passivo ad accoppiamento magnetico a 13,56 MHz; - un transponder elettrico a 915 MHz.

4

Ad esempio, con riferimento allo scenario standard (condizioni di funzionamento previste normalmente) si potrebbe decidere di rilevare il tempo medio di lettura di un tag in condizioni medie di funzionamento; in uno scenario critico (peggiori condizioni possibili), il numero limite di transponder individuabili al 100% dall’algoritmo di anticollisione in funzione del tempo di interrogazione; infine, relativamente allo scenario ottimale (le migliori prestazioni possibili da parte del sistema), potrebbe interessare rilevare il tempo minimo di identificazione di un tag da parte di uno specifico reader).

5

Le opinioni, valutazioni, variazioni delle specifiche e problematiche emerse grazie alla partecipazione del personale operativo devono essere raccolti e documentati.

(5)

valutazione del transitorio, che potrebbe essere molto lungo (per esempio, l’introduzione dell’RFID nella grande distribuzione richiede certamente il mantenimento, anche per alcuni anni, di un sistema di gestione parallelo basato su barcode e operazioni manuali).

Qualora il progetto pilota abbia avuto esito positivo e il team di progetto abbia deciso di proseguire con l’implementazione complessiva, è comunque necessario procedere secondo le prassi consolidate del project management, prevedendo le seguenti attività:

3.1 definizione dell’organizzazione del progetto: sponsorship, ruoli e responsabilità; 3.2 pianificazione / programmazione del progetto definitivo (definizione del budget, piani

vari, individuazione di opportuni KPI che fungano da “cruscotto” per la misura delle prestazioni);

3.3 realizzazione del progetto.

Lo schema in fig. 18 riassume l’intero processo progettuale appena descritto.

(6)

3.6 La valutazione di costi e benefici di un progetto RFID: l’albero del valore

Essendo i costi ed i benefici associati ad un progetto RFID assai vari e la loro natura poco omogenea, la loro valutazione costituisce un processo estremamente complesso.

Da un lato vi è una dimensione quantitativa che è particolarmente adatta per valutare gli aspetti economici: gli investimenti infrastrutturali, i costi dei transponder, i risparmi di manodopera e così via; dall’altro, questa stessa dimensione diviene scarsamente omogenea nel momento in cui si tratta di misurare, ad esempio, l’incremento del livello di servizio o la riduzione dei furti / perdite di materiale. Inoltre, non si può non considerare tutta una serie di aspetti qualitativi, dal “costo" che il cambiamento di prassi operative ormai consolidate comporta per l’Azienda, ai benefici in termini di immagine o di migliore gestione dei prodotti da individuare e ritirare dal mercato.

Un rigoroso sistema di valutazione dei costi dell'RFID dovrebbe essere così articolato6:

- dimensione quantitativa dei costi:

o investimenti ammortizzabili anche entro i 5 anni:

 infrastruttura fissa RFID (ad esempio reader e antenne);

 infrastruttura mobile RFID, eventualmente riutilizzabile (come i transponder applicati sui pallet);

 adeguamento del software (SW) gestionale / ERP aziendale;

 change management (formazione, deprezzamento dei sistemi esistenti, costo di altri sistemi “tradizionali” gestiti in parallelo all’RFID, ecc.). o Costi di esercizio direttamente imputabili al costo del prodotto:

 tag sul prodotto.

- Dimensione qualitativa dei costi:

o aumento della complessità gestionale determinata dal funzionamento in parallelo del sistema con barcode e dell’RFID (situazione che si presenta piuttosto di frequente);

o resistenza al cambiamento da parte del personale coinvolto.

6

Costi e benefici riportati nel presente paragrafo, come pure l’albero del valore in fig. 19, si riferiscono alla generalità delle situazioni in cui la tecnologia RFID può essere impiegata. È ovvio che alcune voci non si adattino a specifiche applicazioni (per esempio, l’utilizzo dell’RFID per tracciare i materiali nel cantiere Benetti non consente certamente di ottenere benefici in termini di disponibilità del prodotto nei punti vendita!).

(7)

Analogamente è possibile valutare:

- la dimensione quantitativa dei benefici: o riduzione dei costi di manodopera;

o riduzione dei costi di gestione delle giacenze;

o riduzione dei costi dovuti ai furti / perdite di materiale;

o aumento del livello di servizio in tutti gli stadi della supply chain: sistemi di previsione, programmazione, spedizione e così via.

o Aumento della redditività degli spazi di vendita dovuta a una più frequente rotazione dei prodotti a scaffale;

o riduzione dei lead time di risposta all’ordine; o aumento della flessibilità del processo.

- La dimensione qualitativa dei benefici:

o miglior conoscenza dei costi per attività;

o miglior conoscenza del comportamento di tutti gli attori della supply chain: produttori, distributori, fornitori di servizi logistici e clienti finali;

o riduzione dei conflitti tra gli attori della supply chain per mezzo del tracking oggettivo delle attività;

o migliore gestione del reverse engineering dei prodotti e degli imballi; o migliore qualità dei dati.

La valutazione complessiva deve quindi prevedere il confronto tra la gestione del processo esistente e la proposta di investimento in un sistema RFID.

Solo così si può effettivamente valutare il gap tra le due modalità di gestione secondo aggregazioni omogenee7, attraverso:

- il bilancio economico dei costi / benefici monetari; - la valutazione quantitativa dei benefici non monetari; - la valutazione dei costi / benefici qualitativi;

- la valutazione degli elementi critici del progetto e dei rischi relativi.

7

All’interno di ogni aggregazione devono essere “pesate” le singole variabili in funzione del giudizio fornito dagli stakeholder interni ed esterni, per comprendere l’importanza relativa delle prestazioni e quindi valutare l’opportunità o meno di procedere con l’implementazione del progetto pilota. Si tratta sostanzialmente dell’applicazione del metodo della balanced scorecard ai progetti RFID.

(8)

In fig. 19 viene proposto il cosiddetto “albero del valore” associato ad un investimento in soluzioni RFID, riportante una classificazione dei benefici che da esso possono derivare.

Figura 19: Albero del valore per un’applicazione RFID

3.7 Campi di applicazione

Solo per rendere l’idea di quale sia la portata della tecnologia RFID, e di come una sua diffusione capillare in ogni contesto e settore – paragonabile solo a quella del computer, prima, e più recentemente di Internet – rappresenti solo una questione di tempo, si riporta di seguito una carrellata di alcune delle sue applicazioni già esecutive o comunque in via di sviluppo o sperimentazione nei vari continenti (su oggetti, contenitori, uomini, animali):

- nella logistica interna / esterna (l’ambito primario cui si riferisce il progetto di tracciabilità in Benetti, figg. 20, 21 e 22):

o gestione delle scorte e tracciabilità di prodotti e contenitori lungo la supply chain:

 riduzione delle operazioni manuali per l’inventario dei prodotti, nonché quelle di localizzazione di prodotti e contenitori;

 drastica riduzione del numero di prodotti smarriti;

 riduzione degli errori nella gestione delle informazioni (più accurate) e nella raccolta dati;

(9)

 ottimizzazione e automatizzazione delle operazioni di prelievo e spedizione, palettizzazione e depalettizzazione, carico e scarico dei materiali (tramite l’Identificazione e la tracciabilità in tempo reale di pallet, colli e singoli codici.

 aumento dell’integrazione fra processi e sistemi nella catena logistica estesa (ad esempio, attraverso la condivisione delle informazioni coi fornitori).

Figura 20: Possibili applicazioni della tecnologia RFID nella logistica interna

(10)

Figura 22: Abbattimento dei tempi di identificazione delle scatole nel processo di confezionamento di un pallet

- In ambito industriale / manifatturiero: o robotica e automazione;

o identificazione utensili nelle macchine automatiche; o controllo dei processi produttivi:

 montaggio, assemblaggio, incollatura o saldatura di componenti;  controllo dell’avanzamento della produzione;

 passaggio dei semilavorati attraverso le diverse fasi del ciclo produttivo;

 rilevamento dei tempi di produzione in modo analitico;

 controllo della qualità capillare "on line" e relativa gestione dati;

 controllo quantitativo e qualitativo degli scarti e imputazione alle rispettive causali;

 manipolazione di prodotti in posizioni determinate;  confezionamento.

- Nel trasporto merci:

o identificazione / tracciabilità di container, casse mobili e altre unità di trasporto;

o in ambito ferroviario: localizzazione convogli, controllo automatico veicoli, gestione della manutenzione;

(11)

o operatori postali e corrieri espresso: identificazione automatica dei veicoli, dei contenitori per la movimentazione e degli oggetti stessi della spedizione (singoli colli in genere).

- Nel largo consumo:

o grande distribuzione (col progressivo spostamento dell’attenzione dalla sola logistica distributiva al singolo punto vendita, ad esempio per migliorare la disponibilità del prodotto al dettaglio e l’efficacia delle campagne promozionali);

o allevamenti: tracciabilità e anticontraffazione tramite l’identificazione univoca degli animali da allevamento e l’eventuale utilizzo dei tag inizialmente applicati sugli animali anche durante le prime fasi di lavorazione, ad esempio nella produzione di insaccati e formaggi;

o in campo agricolo;

o made in Italy (prodotti “taggati” per garantirne al consumatore finale la completa tracciabilità);

o filiera del fresco.

- Per l’anticontraffazione in genere:

o etichette con transponder contro la contraffazione di beni di lusso (abbigliamento, borse, cinture, liquori, profumi, …);

o identificazione di passaporti e altri documenti personali, nonché di certificati di origine di vario tipo.

- Nella sanità:

o Identificazione e tracciabilità del paziente;

o tracciabilità e manutenzione delle attrezzature mediche; o gestione del flusso dei dati clinici;

o distribuzione dei farmaci (“carrello intelligente” delle medicine); o identificazione di medicinali e materiali organici;

o controllo trasfusionale. - Nella Pubblica Amministrazione:

o identificazione dei cittadini;

o gestione dei beni di valore delle Amministrazioni; o gestione della documentazione;

o identificazione e localizzazione dei detenuti; o gestione della supply chain in ambito militare.

(12)

- Nel “macrosettore” dell’ “education & entertainment” (applicazioni prevalentemente sulle persone):

o ticketing nelle stazioni sciistiche, parchi divertimenti, piscine, ecc.;

o pagamenti nei villaggi turistici / in strutture resort (non solo in circuiti “chiusi”);

o supporto alle operations e gestione degli asset in ambito bibliotecario8; o ticketing negli stadi;

o supporto alle operations in ambito museale (i musei "si raccontano", tramite l’attivazione automatica di guide multimediali al passaggio dei visitatori in prossimità delle opere di interesse);

o abilitazione alla fruizione dei servizi nei luoghi di divertimento (locali, parchi); o conservazione e gestione del patrimonio artistico9;

o identificazione degli elementi arborei nei parchi naturali.

- Per il controllo accessi negli ambiti più disparati. L’uso, ad esempio, di smart card contactless in PVC, di chiavi e braccialetti RFID, rende molto più flessibile:

o il controllo volontario (gestione presenze);

o il controllo involontario (monitoraggio dei flussi, antifurto); o il controllo a distanza con telepass o dispositivi passivi per auto.

- In particolare, per quanto riguarda la gestione degli accessi e dei tempi di lavoro, l’impiego di tag RFID permette:

o di identificare i dipendenti all'ingresso nell’ufficio / stabilimento; o di registrare gli orari di lavoro;

o la compilazione automatica delle schede di presenza. - Per il ticketing ed i sistemi di pagamento:

o nel trasporto pubblico locale e per i viaggi in treno;

o carte prepagate (dalla telefonia ai distributori automatici); o abilitazione all’uso di computer, stampanti, fotocopiatrici. - Per sistemi di controllo vari:

o apertura di porte, cancelli, serrande di garage, ecc.;

o building automation (legata al concetto di “edificio intelligente”);

8

Contrassegnare l’opera significa disincentivare la sua contraffazione. L’opera contrassegnata da un codice inequivocabile non lascia adito ad ambiguità in fatto copie non autorizzate e pertanto prive di chip. Un’expertise certificata da microchip rappresenta una garanzia per il futuro, inoltre l’archivio che può essere creato consente di disporre di un efficiente database per la ricerca, l’inventario e la catalogazione dei dati storici.

(13)

o relativamente all’automotive: immobilizzatori per auto, motocicli e barche con transponder integrato nella chiave di accensione, nonché altri sistemi di sicurezza;

o gestione dei parcheggi.

E ancora:

- facility management: dalle ispezioni manutentive alle ronde di vigilanza (non più “bigliettini” lasciati negli immobili visitati, che non consentono di registrare l’effettivo numero di visite e i relativi orari);

- identificazione e tracciabilità dei bagagli negli aeroporti;;

- miglioramento dell'interazione cliente / punto vendita nel settore della moda e del lusso (abbigliamento, ottica, accessoristica, ecc.);

- ulteriori impieghi su animali (identificazione di animali domestici con transponder iniettato, di animali da laboratorio, controllo delle migrazioni).

3.8 Il mercato dell’RFID in Italia: alcune cifre

Il business connesso a tag e lettori RFID è cresciuto negli ultimi anni e sta tuttora crescendo esponenzialmente, in ogni Paese e nei più svariati campi di impiego (vd. par. precedente), in realtà pubbliche e private di ogni dimensione: lo dimostra l’incremento di oltre il 500% del volume di affari registrato negli ultimi dieci anni a livello mondiale (18 miliardi di euro a fronte dei 3,6 miliardi registrati nel 1997) 10.

Un caso significativo è quello cinese: la Cina utilizza i tag nei documenti d’identità e nelle carte prepagate per un totale pari a quasi un miliardo e mezzo di euro investiti.

Quella cui si sta assistendo attualmente è una vera e propria corsa all’investimento in applicazioni RFID, con una quantità e varietà di progetti e commesse che ha pochi eguali in altri settori dell’elettronica.

9

Dotando un ambiente (gallerie, musei) di porte antitaccheggio, il chip funziona da antifurto in grado di attivare un allarme acustico e rilevare lo specifico oggetto in uscita facendo comparire sul terminale tutte le informazioni ad esso relative.

10

(14)

In particolare, ciò che interessa in questo paragrafo è fornire alcune statistiche che diano una misura del mercato RFID in Italia, ricavate in seguito ad un minuzioso lavoro di “censimento” delle applicazioni RFID presentato a Milano nel giugno 200711.

Pur senza la pretesa di voler identificare tutte le applicazioni esistenti, i responsabili di questa ricerca sono ragionevolmente convinti di averne censita una gran parte, e di aver colto tutte le più significative dinamiche in atto.

Per favorire una corretta lettura e interpretazione dei dati, va precisato che l’unità di analisi cui viene fatto riferimento è l’applicazione intesa come numero, e non come “peso” in termini di stato di avanzamento, impatto sulle organizzazioni e valore degli specifici progetti.

Ecco dunque i dati più rilevanti:

- numero e dinamica delle applicazioni (fig. 23):

Figura 23: Numero e dinamica delle applicazioni RFID in Italia

11

I risultati di questa ricerca, condotta nell’ambito dell’Osservatorio permanente sull’RFID in Italia, sono stati presentati il 13 giugno 2007 in occasione di un convengo tenutosi presso il Politecnico di Milano, promosso dalla School of Management dello stesso ateneo e con il patrocinio e supporto di numerose Aziende e fondazioni. Tale ricerca si è basata su oltre 800 applicazioni o progetti in ambito RFID in 550 Aziende utenti.

(15)

- Stato di avanzamento delle applicazioni (fig. 24):

Figura 24: Stato di avanzamento delle applicazioni RFID

- Suddivisione delle applicazioni per settore (fig. 25):

(16)

- Ecco lo stesso dato, dettagliato però anche per stato di avanzamento (fig. 26):

Figura 26: Suddivisione delle applicazioni (esecutive, pilota, test tecnologici) per settore e stato di avanzamento

- suddivisione per ambito applicativo (fig. 27):

(17)

- come nel caso precedente, la stessa statistica viene riproposta in relazione allo stato di avanzamento dell’applicazione (fig. 28):

Figura 28: Suddivisione delle applicazioni (esecutive, pilota, test tecnologici) per ambito di impiego e stato di avanzamento

- Dinamica delle applicazioni sugli oggetti e sulle persone (fig. 29):

(18)

- Ecco un sinottico complessivo delle applicazioni su oggetti e persone (fig. 30):

Figura 30: Sinottico delle applicazioni RFID su oggetti e persone

- Ed infine, si riporta la distribuzione dei progetti per entità dell’investimento (dimensione del progetto) e la relativa incidenza in termini di mercato nazionale dell’RFID (tab. 5):

Figura

Figura 17: Studio di fattibilità per un progetto RFID
Figura 18: Schema complessivo di un progetto RFID
Figura 19: Albero del valore per un’applicazione RFID
Figura 21: Migliore gestione del materiale a magazzino con la tecnologia RFID
+7

Riferimenti

Documenti correlati

ISTITUZIONE DELLE SEZIONI SPERIMENTALI AGGREGATE ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA – ESIGUITAʹ DEL NUMERO DEI PROGETTI FINANZIATI IN UMBRIA DAL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE. Tipo

L’inserimento nel Formulario delle Spese Ammissibili e dei relativi allegati richiede la compilazione di specifiche Schede in funzione della natura delle Spese che compongono

L’inserimento nel Formulario delle Spese Ammissibili e dei relativi allegati richiede la compilazione di specifiche Schede in funzione della natura delle Spese che compongono

Conclusions: The purpose of this study was to identify cerebral embolisms by non-invasive diagnostic tool, assessed in Aura migraine patients by mitral valve Doppler embolic

At that point we performed an ultrasound examination of the supra aortic trunks and of the cerebral vessels (by Transcranial Colour Coded Duplex Sonography) and we found

Mean blood flow velocities (MBFV) were measured in carotid siphon, medial cerebral artery, anterior cerebral artery, posterior cerebral artery of both right and

ALLEGATO 2 SCHEMA DI CONTRATTO / NORME TECNICHE PER IL SERVIZIO CONNESSO ALLO SVOLGIMENTO DELLA PROVA SELETTIVA DELLA SELEZIONE PUBBLICA PER L'INTEGRAZIONE E

Si noti che l'ipotesi di assenza di perdite è giustificata dal fatto che la linea è molto