• Non ci sono risultati.

Geologia della Sicilia - Geology of Sicily III - Il dominio orogenico

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Geologia della Sicilia - Geology of Sicily III - Il dominio orogenico"

Copied!
34
0
0

Testo completo

(1)

oltre che su considerazioni a carattere regionale.

Corpi carbonatici, fisicamente collegati alle succes- sioni del plateau Ibleo e dei dintorni di Sciacca, ma più o meno fortemente deformati sono stati indivi- duati al disotto dell’alloctono del sistema orogenico;

essi si estendono sotto la catena montuosa Nebrodi- Madonie-Monti di Palermo fino a raggiungere il margine tirrenico della Sicilia (v. fig. 2). In questa fa- scia in corrispondenza della costa le linee sismiche rivelano il progressivo assottigliamento della crosta africana e la transizione ad uno slab appartenente ad una crosta oceanica paleo-ionica, quasi del tutto consumato, e quindi indicano inequivocabilmente uno stato collisionale tra il Blocco Pelagiano e la cro- sta panormide (v. Titolo I). Ciò avrebbe generato una delaminazione del margine del blocco africano con formazione di un sistema a thrust profondo, il Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano (pelagian-Sicilian Thrust belt PSTB). Esso si sarebbe originato dalla de- formazione delle sequenze carbonatiche del margine interno del vecchio avampaese, a partire dal Mio- cene superiore, contemporaneamente cioè con l’apertura del Bacino Tirrenico.

In Sicilia occidentale il PSTB consiste di calcari di piattaforma del Triassico-Giurassico inferiore (F.ne Sciacca e F.ne Inici), seguiti verso l’alto in pa- raconcordanza da una successione più o meno condensata e lacunosa di calcari bacinali (Rosso Ammonitico, Lattimusa, Scaglia), riferiti all’inter- vallo Giurassico medio–Oligocene inferiore e da depositi terrigeni epicontinentali del tardo Oligo- cene fino a bacini satelliti del Serravalliano-Torto-

presenza di numerosi filoni sedimentari, talora di spessore decametrico, all’interno della F.ne Inici, con rapporti di intersezione tra generazioni suc- cessive rivela un’attività tettonica giurassica di tipo tensionale con frammentazione in blocchi, cui è probabilmente connesso il generale fenomeno d’annegamento della piattaforma.

Il PSTB affiora solamente in Sicilia occidentale (fig. 104) e forma, procedendo da sud verso nord, i rilievi di M. Magaggiaro-Pizzo Telegrafo, a nord di Sciacca, le dorsali di M. Kumeta e Rocca Busam- bra, i piccoli lembi di M. Galiello e M. Maranfusa (zona di Roccamena), Montagna Grande e M. Pi- spisa (Segesta) (Calatafimi), ed è esposto ampia- mente nei Monti di Trapani, da Erice e Capo S.

Vito fino a Castellammare del Golfo e a M. Boni- fato (Alcamo).

La sua continuità verso nord è dimostrata anche dai dati di sottosuolo e dalle linee sismiche del pro- getto CROP Mare (FINETTIet alii, 2005a).

Grazie alle linee sismiche commerciali, il quadro strutturale nel tratto settentrionale del Canale di Si- cilia era stato già delineato da ARGNANI et alii (1987) (fig. 105).

Gli autori ricostruiscono un sistema a thrust sud-vergente, costituito da piattaforme carbonati- che triassico-liassiche con modeste coperture giu- rassico-cretaciche e terziarie. Le due culminazioni strutturali corrisponderebbero al sistema a thrust delle Egadi e a quello frontale del Banco Avven- tura. L’entità del raccorciamento risulterebbe rela- tivamente modesto.

(2)

100F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 103 – Colonne stratigrafiche schematiche del Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano (PSTB) affiorante nella Sicilia occidentale (da FINETTIet alii, 2005a). Alcuni aggiornamenti sono riportati all’interno delle descrizioni relative alle successioni, come per esempio la distinzione della F.ne Sciacca nell’intervallo basale del Triassico superiore.

- Schematic stratigraphic columns of the pelagian-Sicilian Thrust belt (pSTb), cropping out in Western Sicily (after FINETTIet alii, 2005a). Some updates are indicated within descriptions relating to the stratigraphic successions, such as the distinction of the Sciacca Fm. in the Upper Triassic basal level.

(3)

109), anche da sondaggi: nel pozzo Marineo 1 (fig.

110) sono stati attraversati 2200 m della succes- sione carbonatica, attribuibile al PSTB, fino a rag- giungere dolomie del Retico. Tale sondaggio è utile per tarare il segnale sismico che mostra una continuità della dorsale di M. Kumeta–Marineo–

Monte Balatelle con la dorsale di Rocca Busambra (v. oltre).

Più a nord-est il sondaggio Cerda 2 (fig. 110), ubicato sul versante meridionale dei Monti di Tra- bia, cioè a ridosso dell’Unità Imerese, incontra al

Fig. 104 – Ubicazione degli affioramenti delle successioni sedimentarie del Giurassico–Miocene medio riferite al Sistema a Thrust Esterno (PSTB) in

Sicilia occidentale.

- outcrops of the Jurassic-middle miocene sedimentary successions related to the External Thrust System (pSTb) in Western Sicily.

Fig. 105 – Profilo schematico attraverso l’Avanfossa Avventura, basato sulla linea C-503 (da ARGNANIet alii, 1987). PQ) Plio-Quaternario; Ms) Tortoniano- Messiniano; P-M) Paleogene–Miocene inferiore; G-C) Giurassico-Cretacico; T) Triassico; C) Basamento magnetico.

- Schematic geological profile across the adventure Foredeep basin, based on line C-503 (after aRGNaNIet alii, 1987). pQ) plio-Quaternary; ms) Tortonian–messinian; p-m) paleogene–Lower miocene; G-C) Jurassic-Cretaceous; T) Triassic; C) magnetic basement.

Fig. 106 – Profilo sismico a riflessione riguardante il segmento centro-settentrionale della figura 107.

- Reflection seismic profile imaging the northern-central segment included in the figure 107.

(4)

disotto di 2345 m di terreni alloctoni costituiti da flysch numidico e dalla F.ne Mufara, facente parte dell’Unità di Lercara, una successione meso-ceno- zoica riferibile al PSTB (MIUCCIOet alii, 2000).

FINETTI et alii (2005a) riprendono l’interpreta- zione di una linea sismica, orientata N-S, passante per la culminazione di M. Maranfusa e per M. Ge- nuardo per finire nella zona di Sciacca (fig. 111).

Essa mostra l’assetto regionale crostale e le strut- ture del PSTB. Ad eccezione dell’area di Sciacca, che viene interpretata come un alto strutturale le- gato ad un sistema trascorrente sinistro, peraltro già individuato nel Canale di Sicilia (v. fig. 115), il quadro strutturale è quello di un sistema a thrust sepolto, sud-vergente, che mostrerebbe un raccor- ciamento di circa 20 km.

Interessante risulta la lettura di questa sezione, in quanto mostra chiaramente l’influenza del sol- levamento della culminazione di M. Maranfusa sul trasporto orogenico della successione di M. Ge- nuardo. Questa infatti appare come una monocli- nale immergente a nord, ma senza continuità in sottosuolo e quindi sradicata con una geometria

102 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 107 – Profilo geologico semplificato orientato N-S da Camporeale a Sciacca, Sicilia occidentale (v. legenda in figura 108) (da CATALANOet alii, 2000a, 2002b).

- Semplified N-S oriented geological profile from Camporeale to Sciacca, western Sicily (see legend in figure 108) (after CaTaLaNoet alii, 2000a, 2002b).

Fig. 108 – Profilo geologico semplificato orientato N-S dalle dorsali Kumeta e Busambra a Ribera (Monti Sicani meridionali), illustrante le relazioni tra i carbonati bacinali alloctoni ed il sistema a thrust delle unità “Trapanesi-Saccensi”. È visibile il cuneo frontale sommerso della Falda di Gela. Legenda: 1) depositi plio-plei- stocenici; 2) Falda di Gela; 3) Falde Sicilidi; 4) flysch numidico; 5) coperture terrigene oligo-mioceniche di (6); 6) Unità Imerese e Sicane; 7) coperture terrigene

oligo-mioceniche di (8); 8) Unità Trapanesi-Saccensi. (da CATALANOet alii, 2000a, 2002b).

- Semplified N-S oriented geological profile from Kumeta and busambra ridges to Ribera (Southern Sicani mts), showing the relationships between the allochthonous basinal carbonates and the “Saccense-Trapanese” imbricate fan. The submerged frontal wedge (Gela Nappe) is shown. Legend: 1) plio-pleistocene deposits; 2) Gela thrust wedge; 3) Sicilide nappes; 4) Numidian flysch; 5) Late oligocene–middle miocene terrigenous cover of (6); 6) Imerese-Sicanian units; 7) Late oligocene–middle miocene terrigenous cover of (8); 8) Trapanese-

Sciacca Units. (after CaTaLaNoet alii, 2000a, 2002b).

Fig. 109 – Sezione sismica mostrante il raddoppio della piattaforma carbo- natica e il basamento dell’unità sottostante (da CATALANOet alii, 2000a). Si può notare anche l’andamento suborizzontale dei riflettori, che indica una

notevole estensione del raddoppio delle unità carbonatiche del PSTB.

- Seismic section showing the doubling of the deformed carbonate platform and the base- ment of the lower unit (after CaTaLaNoet alii, 2000a). Note the flat-lying reflectors indicating the remarkable extension of the doubling of the pSTb carbonate rock-body.

(5)

Fig. 110 – Colonne stratigrafiche dei sondaggi Marineo 1 e Cerda 2 (quest’ultimo ridisegnato da MIUCCIOet alii, 2000), che indicano l’estensione verso nord, cioè verso le aree peritirreniche, del Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano (PSTB), che affiora poi nella dorsale della Kumeta, mentre nel pozzo Cerda 2 rimane sepolto in profondità e viene raggiunto a -2345 m, dopo aver attraversato il flysch numidico, scollato dall’Unità Imerese, e terreni alloctoni attribuiti all’Unità di Lercara.

- Stratigraphic columns of marineo1 and Cerda 2 wells (the latter redrawned after mIUCCIoet alii, 2000), indicating the extension to the north, toward the Tyrrhenian areas, of the pelagian Sicilian Thrust belt (pSTb), which then crops out at the Kumeta Ridge, while in the Cerda 2 well is buried and reached at -2345 m after that the Numidian Flysch, detached

from the Imerese Unit, and allocthonous terrains ascribed to the Lercara Unit have been crossed.

(6)

104F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 111 – Sezione sismo-geologica attraverso la Sicilia occidentale da Camporeale a Sciacca. Il raccorciamento crostale, misurato sul thrust più esterno “TF-1” è pari a 22 km alla base della copertura sedimentaria, e a 27 km al top “K”della sequenza “MP”. Il “Maranfusa Thrust-Fault” TF-2 è una faglia inversa tardo-orogenica ad alto angolo, che taglia e disloca l’intera crosta superiore, terminando nella crosta inferiore, che flettendosi si collega

allo slab Paleoionico riconosciuto nel Mar Tirreno meridionale (v. anche figura 4) (da FINETTIet alii, 2005a).

- Seismogeological section across Western Sicily, from Camporeale to Sciacca. Crustal shortening, measured on the outer thrust fault “TF-1” amounts to 22 km at the base of sedimentary sequence, and 27 km to the top “K” of the sequence “mp”. The maranfusa thrust-fault “TF-2” is a high-angle late orogenic reverse fault, that cuts and displaces the entire upper crust, terminating on the lower crust bending zone connected to the Ionian slab, in the southern Tyrrhenian Sea (see figure 4) (after FINETTIet alii, 2005a).

(7)

tentrionale le linee sismiche mostrano una generale

culminazione strutturale. un intervallo giurassico, alla cui base affiorano ar- gille grigio-biancastre del Pliocene (figg. 112, 113).

Fig. 112 – Rocca Nadore è formata dai calcari di piattaforma del Giurassico inferiore, sormontati da un sottile intervallo di “Rosso Ammonitico” del Giurassico medio-superiore. Loc.: tra Sciacca e la dorsale di Pizzo Telegrafo.

- Rocca Nadore consists of a Lower Jurassic carbonate platform, and of a thin horizon of middle-Late Jurassic “Rosso ammonitico”. Loc.: between Sciacca town and the pizzo Telegrafo ridge.

Fig. 113 – I calcari del Giurassico inferiore della Formazione Inici di Rocca Nadore si accavallano su argille biancastre plioceniche.

– The Early Jurassic limestones of Rocca Nadore thrust upon pliocene whitish clays.

(8)

La successione affiorante, esposta per circa 800 metri, inizia dal basso con calcari di piattaforma del Triassico superiore-Lias inferiore, ascrivibili alla Formazione Inici; si tratta di calcari grigio-bianca- stri massivi a megalodon sp., talora fortemente do- lomitizzati, passanti a calcari biancastri in grossi banchi, contenenti paleodasycladus mediterraneus e as- sociazioni a Thaumatoporella parvovesiculifera e Litho- codium aggregatum. Sono presenti talora livelli stromatolitici, interpretabili come cicli peritidali della piattaforma carbonatica. La formazione è ampiamente diffusa in Sicilia occidentale nelle varie unità o sottounità tettoniche del PSTB.

La formazione è attraversata da dicchi nettu- niani da mono- a polifasici, ascrivibili cioè ad un’età variabile dal Giurassico inferiore al superiore. La maggior parte di essi sono costituiti da una micro- lumachella riferibile al Giurassico medio.

Alla sommità la Formazione Inici presenta una superficie netta con croste manganesifere (fig.

114), che corrispondono ad uno hiatus. L’unità è

ricoperta in leggera discordanza con geometria on- lap da una successione ammonitifera condensata (figg. 115, 116), estesa dal Giurassico medio al Ti- tonico inferiore, all’interno della quale si ricono- scono limitati spessori di encriniti, di biocalcareniti a posidonia alpina (bositra buchi), e a protopeneroplis striata, Globochaete alpina e Stomiosphaera moluccana.

Ricche faune ad ammoniti sono presenti in una cava in Contrada Diesi, a Monte Magaggiaro, lo- calità storica per i contributi di GEMMELLARO

(1871a,b) e recentemente studiata da D’ARPA&

MELéNDEz (2004), che vi riconoscono l’Oxfor- diano medio e superiore. Recentemente BALDANzA

et alii (2002) hanno analizzato in dettaglio 18 m di spessore di questa formazione. Gli autori hanno

utilizzato le ammoniti per la parte inferiore e i nan- nofossili per quella superiore, riconoscendo un’età estesa dal Batoniano al Titonico inferiore.

Verso l’alto nelle calcilutiti si rinvengono micro- faune a Saccocoma sp., Globochaete alpina e varie spe- cie di Calpionella. Seguono ancora calcilutiti bianco-giallastre con selce (facies Lattimusa) net- tamente stratificate, talora nodulari, con frequenti slumping. Contengono associazioni a calpionelle (Calpionellites neocomiensis, Calpionellopsis simplex e Re- maniella cadischiana). Verso l’alto compaiono calci- lutiti con selce nera e poi marne verdastre ad aptici.

L’età complessiva va dal Titonico superiore all’Al- biano.

L’intervallo Cretacico superiore–Eocene è espresso da calcilutiti marnose bianche o rosate in facies di Scaglia, contenenti lenti e liste di selce nera. Le microfaune sono caratterizzate da globo- truncane (Globotruncana lapparenti) nei livelli infe- riori e da globorotalie (morozovella aragonensis, m.

subbotinae) in quelli sommitali. La formazione è in- teressata da potenti intercalazioni di megabrecce carbonatiche, in cui si riconoscono elementi da centimetrici a metrici di calcari peritidali immersi in una matrice micritica a globotruncane.

L’intervallo oligo-miocenico è costituito da bio- calcareniti glauconitiche a Nummuliti, seguite da marne ad orbulina sp., correlabili con le calcareniti di Corleone e le marne di San Cipirello (v. oltre).

Chiudono la successione depositi discontinui del Miocene superiore, dati dalla f.ne Terravecchia e da evaporiti. I Trubi del Pliocene inferiore giac- ciono sovente su differenti formazioni senza le evaporiti messiniane. Ciò permette di distinguere questa successione da quelle più interne ancora ap- partenenti al PSTB.

1.3. – SOTTOUNITàROCCABUSAMBRA

La Rocca Busambra rappresenta, insieme al M.

Kumeta, una delle culminazioni strutturali del PSTB, che danno origine a dorsali orientate E-O, delimitate da faglie inverse talora ad alto angolo e troncate alle estremità da faglie trascorrenti destre orientate NO-SE (fig. 117). Sul collegamento tra le due dorsali si sono prodotte in precedenza le ar- gomentazioni basate su dati di superficie e di sot- tosuolo (v. figg. 108, 109). Le due dorsali hanno l’ossatura formata da piattaforme triassico-liassiche ricoperte verso l’alto da emipelagiti condensate tipo Rosso Ammonitico e da formazioni pelagiche giurassico-paleogeniche.

La sottounità di Rocca Busambra affiora a nord di Corleone per effetto di un “push-up” delimitato da faglie inverse orientate O-E ovvero ONO-ESE e troncata alle due estremità da un sistema trascor- rente destro orientato NO-SE (v. fig. 117). LENTINI

106 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 114 – Al tetto della Formazione Inici affiorante nella cava di Rocca Nadore si osserva un hard-ground con abbondante icnofauna.

- at the top of the Inici Formation cropping out in the Rocca Nadore quarry a hard ground with abundant ichnofauna is observable.

(9)

et alii (1996b), FINETTIet alii (2005a) e BARRECAet alii (2010) hanno rimarcato le analogie strutturali con il M. Alpi, che nell’Appennino meridionale rappresenta una culminazione del Sistema a thrust apulo. Analogamente alla situazione siciliana infatti esso rappresenta l’emergenza di un sistema a thrust esterno, generato a spese del vecchio avampaese miocenico.

Verso ovest la dorsale carbonatica si immerge in corrispondenza delle Rocche di Rao al disotto dei depositi terrigeni miocenici e riaffiora nella cul- minazione strutturale dell’area di Roccamena–M.

Galiello, connessa ad un sistema a thrust sepolto (maranfusa Thrust fault di FINETTIet alii, 2005a) (v.

fig. 111).

Più a sud i dati della sismica profonda (CATALANO et alii, 2000a) indicano che il PSTB si estende dalla dorsale di M. Magaggiaro verso nord fino a con- nettersi all’alto strutturale di Rocca Busambra (v.

fig. 108), che non viene pertanto attribuito ad una

piattaforma trapanese dal carattere intrabacinale, così come inteso nella seconda metà del secolo scorso (GIUNTA & LIGUORI, 1973; CATALANO &

D’ARGENIO, 1978; CATALANOet alii, 1996).

I rapporti tra la dorsale di Rocca Busambra e le Unità Sicane affioranti a M. Barracù si ricavano dalle osservazioni sul terreno integrate dall’inter- pretazione della sismica (fig. 118). L’immagine ri- sulta abbastanza chiara per definire la sovrapposizione tettonica delle Unità Sicane su un orizzonte profondo fisicamente collegato con la dorsale ed ascrivibile al PSTB. Sulla base dei dati stratigrafici si ricava anche la sequenza spazio-tem- porale come segue. Miocene medio- superiore: ri- coprimento dell’Unità Lercara e flysch numidico (sigle Mu e FN nella figura 117) sulle marne di San Cipirello; Miocene superiore: ricoprimento delle Unità Sicane e delle sue coltri alloctone al disopra del PSTB; Pliocene: riesumazione in fuori se- quenza (thrust out of sequence) della dorsale di Rocca Busambra.

1.3.1. – Successione stratigrafica

La successione stratigrafica affiorante a Rocca Busambra varia da un’estremità all’altra della dor- sale, mostrando ripetute lacune dei depositi pe- lagici. La formazione più rappresentata è costituita dai carbonati peritidali di tipo baha- miano della Formazione Inici di età Triassico su- periore–Sinemuriano. Essa è troncata alla sommità da una crosta ferro-manganesifera e ri- coperta in paraconcordanza da un Rosso Ammo- nitico nodulare, più o meno condensato e lacunoso, del Giurassico medio-superiore. Su di esso, ma spesso direttamente sulla Formazione

Fig. 115 – Alla sommità la F.ne Inici della dorsale di M. Magaggiaro presenta una superficie netta con croste manganesifere, che corrispondono ad uno hiatus.

L’unità è ricoperta in leggera discordanza con geometria on-lap da una successione ammonitifera condensata, estesa dal Giurassico medio al Titonico inferiore.

- The top of the Inici Fm. of the m. magaggiaro ridge is cut by a sharp surface with hard-ground with the meaning of hiatus. This unit is uncomformably covered by the on-lapping ammonitico Rosso middle Jurassic-Early Tithonian in age.

Fig. 116 - Calcari ammonitiferi del Giurassico medio-superiore di Contrada Diesi (M. Magaggiaro).

- “Rosso ammonitico” of middle-Late Jurassic of Contrada Diesi (m. magaggiaro).

(10)

108F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 117 - Schema tettonico della Sicilia occidentale tra le dorsali di M. Kumeta e di Rocca Busambra (da BARRECAet alii, 2010).

- Tectonic map of Western Sicily between the m. Kumeta and Rocca busambra ridges (after baRRECaet alii, 2010).

(11)

Inici, giacciono calcilutiti marnose in facies di sca- glia, ascrivibili al Cretacico superiore–Paleogene.

Un’importante discontinuità separa la scaglia da biocalcareniti glauconitiche del Miocene inferiore (calcareniti di Corleone equivalenti).

I rapporti tra tettonica e sedimentazione sono stati analizzati da GIUNTA & LIGUORI (1975), MASCLE

(1973, 1979), GULLO& VITALE(1986), MARTIRE

& MONTAGNINO (2002); BARRECA et alii (2010), CATALANO et alii (2010a,b); BASILONE (2011) e BARRECA& MAESANO(2012). La successione è co- stituita dal basso verso l’alto dalle seguenti unità li- tostratigrafiche:

calcari di Marabito (Norico-Retico)

Il termine più profondo, affiorante nell’estremità orientale della dorsale di Rocca Busambra, è costi- tuito da calcari dolomitici a spugne, idrozoi e fram- menti di coralli, che CATALANO et alii (2010a) ascrivono al Norico-Retico. Altrove, a sud della Ku- meta, dati di sottosuolo (Pozzo Marineo 1; v. fig.

110) confermano la presenza di dolomie di età trias- sica (F.ne Sciacca) alla base dell’intervallo liassico.

Formazione Inici (Lias inferiore)

Con tale termine, introdotto da RIGO& BARBIERI

(1959) e formalizzato da PETTIin DELFRATIet alii (2003d), vengono indicati calcari biancastri più o meno dolomitizzati ad alghe e molluschi e calcari stromatolitici e loferitici peritidali in banchi con se- quenze cicliche, passanti a calcari oolitici.

A Rocca Busambra è il termine più rappresentato in affioramento. Lungo il versante settentrionale, ca- ratterizzato da una ripida scarpata dovuta alla faglia principale orientata circa E-O, la formazione è espo- sta per alcune centinaia di metri (fig. 119). Alla base, al disotto delle fasce di detrito si trova il flysch nu- midico, le cui arenarie creano una morfologia aspra su tutto il versante nord della dorsale. Questa zona è coperta da una lussureggiante vegetazione boschiva (Bosco della Ficuzza), all’interno della quale si trova il Casino di caccia dei Borboni (fig. 120).

Nel settore occidentale la formazione è ben esposta anche a Rocca Ramusa, costituita da un blocco tiltato e bordato da una faglia inversa ad alto angolo sul lato nord (fig. 121). Il lato ribassato è occupato da depositi glauconitici del Miocene medio-inferiore a loro volta a contatto per thrust nord-vergente sul flysch numidico alloctono.

Fig. 118 – La linea sismica Busambra-Barracù (da CATALANOet alii, 2000a) mostra il duplexing delle Unità Sicane (Si) giacenti sopra scaglie embricate di carbonati di piattaforma (TP), che nelle presenti note sono attribuite al PSTB. Al tetto delle Unità Sicane, formato da coperture terrigene del Miocene medio superiore, poggiano tettonicamente unità alloctone e cioè F.ne Mufara (Mu) dell’Unità Lercara e flysch numidico interno (FN), passivamente trasportate insieme alle Unità Sicane.

L’immagine suggerisce un ulteriore adeguamento di queste ultime, da attribuire al sollevamento ed alla riesumazione della culminazione di Rocca Busambra.

- The busambra-barracù seismic line (after CaTaLaNoet alii, 2000a) shows the duplexing of the Sicanian Units (Si), lying above the carbonate platform imbricates (Tp), which in the present paper have been ascribed to the pSTb. at the top of the Sicanian Units, represented by middle-upper miocene cover, tectonically lie allochthonous units referred to mufara Fm.

(mu) (belonging to the Lercara Unit) and internal Numidian Flysch (FN) passively transported together with the Sicanian Units. The seismic image suggests a further accommodation of these latter, originated by the uplift of the Rocca busambra culmination.

Fig. 119 – Sul versante nord di Rocca Busambra la F.ne Inici è esposta per effetto della faglia inversa ad alto angolo orientata E-O con rigetto di varie

centinaia di metri.

- on the northern cliff of Rocca busambra the Inici Fm. crops out as a result of the E-W oriented high angle reverse fault with a displacement of several hundred meters.

(12)

In Contrada Casale, sono presenti calcari a “lu- machella” a gasteropodi ed ammoniti, che datano al Lias inferiore. Famose sono le ricche “faune della Montagna del Casale” studiate e accurata- mente illustrate nei lavori di G.G. GEMMELLARO

(1872-1882), di cui si riporta un esempio in fig.

122. In seguito il Giurassico di quest’area ha ri- chiamato l’interesse di studiosi stranieri, tra cui GUGENBERGER(1936), WARMAN& ARKELL(1954) e JENKINS& TORRENS(1969).

CATALANOet alii (2010b) riferiscono sul conte- nuto faunistico, ricco di alghe, foraminiferi bento- nici, gasteropodi, insieme ad ammoniti. Tra i microfossili cronologicamente indicativi appaiono Thaumatoporella parvovesiculifera e palaeodasycladus medi- terraneus, che, insieme alle faune studiate da JENKINS

& TORRENS(1969) nella zona di Maranfusa (Roc- camena), datano hettangiano-Sinemuriano.

Lo spessore della formazione varia da poche centinaia di metri ad oltre 500 m.

Il tetto della formazione è troncato da una di- scordanza a carattere regionale, marcata da un hard- ground. Nel settore orientale tale paleo-superficie di erosione si presenta marcatamente ondulata con paleo valli profonde vari metri (fig. 123), riempite da sedimenti cretacici.

Sulla vetta della rocca il tetto della F.ne Inici è ricoperto da brecce carbonatiche disposte a ven- taglio, laterali e sottostanti alla scaglia. Ciò indica un intenso smantellamento della piattaforma car- bonatica durante l’Eocene.

Nell’estremità occidentale della dorsale Pizzo Nicolosi offre un chiaro esempio di tettonica sin- sedimentaria cretacica. Si osserva infatti una paleo depressione, che incide la Formazione Inici, riem- pita da sedimenti della scaglia (fig. 124). È ben visi- bile infatti la netta discordanza angolare tra le calcilutiti marnose della scaglia ed i calcari biancastri della F.ne Inici. GIUNTA & LIGUORI(1975) consi- derarono questa immagine un canyon sottomarino, successivamente riempito; LONGhITANO et alii (1995) invece la interpretarono come una struttura dovuta ad una fase tettonica distensiva post-creta- cica. Infine MARTIRE& MONTAGNINO (2002) ri- tengono che i contatti tra la F.ne Inici e la scaglia siano di tipo stratigrafico e pertanto si tratti di un graben, generato da un fase tettonica tardo cretacica, e successivamente riempito dai sedimenti della sca- glia.

Altra caratteristica peculiare della F.ne Inici è lo sviluppo di dicchi nettuniani, riempiti da sedimenti più recenti, ascrivibili a generazioni differenti. La lo- calità più classica è quella di M. Argenteria, studiata da WENDT(1963-1964, 1971), dove in una cava ab- bandonata si osserva il contrasto di colore tra il cal- care biancastro liassico e i dicchi sedimentari, che appartengono a quattro generazioni, dal riempi- mento di Rosso Ammonitico fino ai depositi glau- conitici miocenici (MARTIRE& MONTAGNINO, 2002).

Rosso Ammonitico (Giurassico medio-superiore) In paraconcordanza sulla piattaforma liassica poggiano direttamente depositi condensati, più o meno rappresentativi dell’intervallo giurassico medio-superiore, comune a varie unità del PSTB della Sicilia occidentale.

Vari autori si sono interessati agli aspetti pale- ontologici e stratigrafici dei depositi condensati giurassico-cretacici (ChRIST, 1960; TAMAJO, 1960;

WENDT, 1963-64, 1971; JENKyNS, 1970; MARTIRE

& BERTOK, 2002; BASILONE, 2007).

RIGO& BARBIERI(1959) avevano ascritto que- sto intervallo alla F.ne Giardini del Giurassico medio-superiore. CATALANOet alii (2010a) hanno eseguito dettagliate analisi litostratigrafiche e sedi- mentologiche, proponendo di inserire tali depositi nella F.ne Buccheri, come formalizzata da PATACCA

et alii (1979) per l’Avampaese Ibleo. Si preferisce qui usare il termine tradizionale di Rosso Ammo- nitico, ampiamente diffuso, tenuto conto anche che la F.ne Buccheri è stata definita in sottosuolo e non è mai affiorante. A Rocca Busambra tale for- mazione è costituita da facies pelagiche, rappresen- tate da 10 m di calcari ad ammoniti rossi da massivi a nodulari di età Giurassico medio-superiore.

Analisi estremamente dettagliate sono state ese- guite da MARTIRE & BERTOK (2002) nel settore ovest della dorsale, tra Piano Pilato e Pizzo Nico-

110 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 120 - Sul versante settentrionale di Rocca Busambra il Flysch Numidico, ribassato per faglia, e le falde di detrito sono occupati dal Bosco della

Ficuzza, all’interno del quale si erge il Casino di caccia dei Borboni.

- on the northern slope of Rocca busambra the Numidian Flysch, downfaulted, and the debris are covered by a forest (bosco della Ficuzza), within which there is the hunting lodge of

the “borboni”.

Fig. 121 – La Formazione Inici è bene esposta anche a Rocca Ramusa, un blocco carbonatico separato dalla dorsale principale e tiltato con immersione

a NO e a contatto per faglia inversa ad alto angolo sul lato nord.

- The Inici Formation is well exposed also at Rocca Ramusa, a carbonate block separated from the main ridge, tilted and diping toward NW and bounded at the base on the north

side by a high angle reverse fault.

(13)

Fig. 122 - Piccoli esemplari di gasteropodi ed ammoniti accuratamente illustrati da G.G. GEMMELLARO(1872-1882), in prevalenza provenienti dalla Montagna del Casale (dorsale di Rocca Busambra). Dai Quaderni del Museo Geologico “G.G. Gemmellaro”, Palermo, a cura di D’ARPA& SCALONE(2007).

- Small specimens of gastropods and ammonites accurately illustrated by G.G. GEmmELLaRo(1872-1882) mainly collected in the montagna del Casale (busambra ridge). From Quaderni del museo Geologico “G.G. Gemmellaro”, palermo, edited by D’aRpa& SCaLoNE(2007).

(14)

losi. Al disopra di un hard-ground, che riveste i sot- tostanti calcari liassici, poggia un livello basale di- scontinuo di encriniti, che spesso costituisce il riempimento dei filoni sedimentari e segna così l’inizio del processo di “annegamento” della piat- taforma. Si passa poi a calcilutiti rossastre ad am- moniti ed ancora a calcari con selce e radiolariti con spessori ridotti anche per il basso tasso di sedi- mentazione, che indicano pertanto il massimo va- lore di profondità raggiunto dopo l’“annegamento”

(MAESANO, 2008). Sono state osservate anche me- gabrecce ad elementi della Formazione Inici, inter- calate a vari livelli del Rosso Ammonitico.

Lattimusa e scaglia (Cretacico-Eocene)

Al disopra di una superficie di discontinuità poggiano calcilutiti bianche a Calpionelle (Latti- musa) (fig. 125), passanti in alto a calcari marnosi

biancastri o rosati ricchi di microfaune planctoni- che (Scaglia) (fig. 126).

Già segnalati da GEMMELLARO (1920), tali de- positi vennero successivamente denominati For- mazione Alcamo da RIGO& BARBIERI(1959). La successione veniva suddivisa in tre membri: quello inferiore denominato Membro Busambra, costi- tuito da calcari biancastri con noduli di selce, cor- risponde al termine localmente più noto come

“Lattimusa”; quello intermedio, indicato come membro hybla, è rappresentato da un’alternanza di marne argillose verdastre e di calcari marnosi;

quello soprastante infine, il membro Amerillo, è costituito da calcilutiti biancastre e marne rosate

112 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 123 – Nella parte centrale della dorsale di Rocca Busambra il tetto della F.ne Inici (A) si presenta ondulato. Su di esso poggiano direttamente facies pelagiche, rappresentate da calcilutiti ascrivibili al Cretacico-Eocene, da riferire alle formazioni Lattimusa e scaglia (B); alla base della scarpata è presente la

faglia principale destra orientata ONO-ESE (f).

- In the central part of the Rocca busambra ridge the top of the Inici Fm. (a) displays an undulating surface, on which pelagic facies directly lie, represented by Cretaceous- Eocene calcilutites referred to Lattimusa and Scaglia Fms. (b); at the base of the

escarpment the WNW-ESE oriented dextral fault is located (f).

Fig. 124 - Pizzo Nicolosi (estremità occidentale della dorsale di Rocca Bu- sambra): una depressione strutturale incide i calcari liassici della Formazione

Inici ed è riempita da sedimenti della scaglia.

- pizzo Nicolosi (westernmost side of the Rocca busambra ridge): structural depression

incised within the Liassic Inici Formation and filled by Scaglia sediments. Fig. 125 – Calcilutiti biancastre ascrivibili alla facies Lattimusa, affioranti nella parte sud-orientale della dorsale di Rocca Busambra.

- Whitish calcilutites referred to Lattimusa facies, cropping out in the easternmost sector of the Rocca busambra ridge.

Fig. 126 – Calcilutiti marnose rosate della scaglia (Eocene) affioranti a Portella del Vento (terminazione orientale della dorsale di Rocca Busambra).

- pink marly calcilutites of the Scaglia Fm. (Eocene), cropping out at portella del Vento (eastern end of the Rocca busambra ridge).

(15)

affioramenti alla F.ne Amerillo appartenente al- l’Unità Sicana di M. Barracù (v. oltre Cap. 2., Sottop.

2.1.3.). Poiché quest’ultima è sovrascorsa al di sopra del PSTB, cioè della stessa dorsale di Rocca Busam- bra, bisognerebbe ammettere che il contatto di ri- coprimento avviene tramite i livelli apicali della successione sicana con un consistente “rabotage” ba- sale, dovuto ad un generale scollamento dell’ele- mento alloctono e con un’elisione dei termini mesozoici presenti invece alla base della monocli- nale di M. Barracù–M. Cangialoso (zona di Cor- leone). Tale fenomeno non è da escludere in assoluto, ma andrebbe comprovato da contatti tet- tonici di ricoprimento delle pelagiti cretacico-eoce- niche sulla piattaforma carbonatica, contatti che tuttavia non sono stati osservati sul terreno; anzi, dove visibili, i contatti tra i due corpi geologici sono di tipo stratigrafico.

MAESANO(2008) descrive l’appoggio della Sca- glia sulla piattaforma carbonatica osservabile poco ad est della vetta. Sulla superficie di erosione al tetto dei calcari liassici poggia con geometria “on- lap” una successione di calcilutiti grigio-biancastre di età Turoniano-Campaniano, passante verso l’alto a calcilutiti rossastre del Maastrichtiano–Pa- leocene inferiore. Il passaggio all’Eocene è carat- terizzato da megabrecce ad elementi anche decametrici costituiti da calcari di piattaforma. Al disopra delle megabrecce si osservano calcilutiti con selce, che datano fino all’Eocene medio.

calcareniti glauconitiche (calcareniti di Corleone equivalenti) (Miocene inferiore-medio)

I primi depositi terrigeni sono rappresentati da biocalcareniti glauconitiche più o meno grossolane di colore verdastro alternate a livelli marnosi. Esse giacciono in discordanza direttamente sui calcari lias- sici. Sono distribuite particolarmente nella Contrada Casale di Sopra. Nella zona di Rocca Argenteria le calcareniti poggiano direttamente sulla Scaglia.

La formazione è correlabile con le calcareniti di Corleone, che però seguono ad un intervallo mar-

Rocca Busambra siano quelli segnalati da MAE-

SANO(2008) nel graben ubicato tra Rocca Ramusa e Piano Pilato. Le associazioni a nannofossili ripor- tate dall’Autore datano al Langhiano, ma non si tratta dei livelli di tetto della successione, per cui l’età della formazione dovrebbe andare ben oltre fino a comprendere il Serravalliano e forse il Tor- toniano inferiore, come peraltro riportato nella let- teratura riguardante la Sicilia occidentale.

1.4. – SOTTOUNITàM. MARANFUSA-M. GALIELLO

Verso ovest la dorsale di Rocca Busambra pro- segue con rilievi carbonatici, apparentemente scol- legati, ma che analisi sul terreno e dati della sismica profonda (v. fig. 111, v. anche F. Corleone) indi- cano con certezza essere l’emergenza di un sistema di thrust sud-vergenti al disotto di terreni argillosi miocenici. A questo gruppo di rilievi collinari ap- partengono M. Galiello, M. Maranfusa e Rocce di Maranfusa (fig. 127).

Quest’area è stata oggetto di analisi stratigrafico- paleontologiche da parte di JENKINS & TORRENS

(1969) e riassunte in JENKyNS(1970). A questi autori e a CATALANOet alii (2010b) si rimanda per un ap- profondimento delle caratteristiche sedimentologi- che, paleontologiche e strutturali.

Fig. 127 – Nella zona di Roccamena i rilievi di M. Maranfusa sono l’espres- sione di un thrust, costituito da una successione carbonatica meso-cenozoica di tipo “trapanese” appartenente al Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano.

- In the area of Roccamena Village the hills of m. maranfusa are the expression of a thrust, composed of a meso-cenozoic carbonate sequence (“trapanese” facies) belonging to

the pelagian-Sicilian Thrust belt.

(16)

Gli affioramenti più orientali sono quelli di M.

Galiello e di Mass. Malvello e Mass. Castellana e sono costituiti dalla F.ne Inici nel primo e da depositi cre- tacico-eocenici in facies di scaglia, negli altri due. Essi costituiscono delle culminazioni delimitate da faglie orientate NO-SE a carattere trascorrente destro e da altre orientate NE-SO a componente sinistra e talora con significato di thrust ad alto angolo.

Analogamente alle dorsali sopra descritte la suc- cessione stratigrafica (fig. 128) inizia dal basso con i calcari di piattaforma della F.ne Inici, caratteriz- zata da microfaune delle zone a Thaumatoporella par- vovesiculifera e a palaeodasycladus mediterraneus e da molluschi che confermano l’attribuzione all’inter- vallo hettangiano-Sinemuriano. Per confronto con le aree circostanti è presumibile che la F.ne Inici passi verso il basso alla F.ne Sciacca di età triassica, che tuttavia non affiora.

Al disopra di una paleo-superficie di erosione, marcata da croste e noduli manganesiferi (hard- ground) poggiano encriniti biancastre e rosate, con- tenenti anche brachiopodi, lamellibranchi ed ammoniti. JENKINS& TORRENS(1969) e JENKINS

(1971) ascrivono questo livello al Pliensbachiano, interpretandolo come il deposito di dune sottoma- rine mobili sul tetto di seamounts carbonatici. Se- guono depositi discontinui in facies pelagica (Rosso Ammonitico e scaglia) ascritti al Giuras- sico-Cretacico e lembi di calcareniti glauconitiche del Burdigaliano-Langhiano.

1.5. – SOTTOUNITàMONTEKUMETA

A nord di Rocca Busambra il PSTB affiora nuo- vamente lungo la dorsale orientata O-E M. Ku- meta–M. Leardo–Marineo–M. Balatelle, per un’e- stensione di circa 20 km. Si tratta di una culmina- zione bordata sul versante nord da faglie sub verti-

cali, talora a componente di movimento destro, e da thrust nord-vergenti ad alto angolo (v. fig. 117); l’ele- mento ribassato è costituito da terreni del flysch nu- midico (argille di Portella Colla) e da formazioni imeresi o di margine panormide (v. oltre) in ricopri- mento sulle marne di San Cipirello, che fanno da tetto alla successione di M. Kumeta (fig. 129). Sul versante sud (fig. 130) la successione di M. Kumeta è sovra- scorsa sulle marne di San Cipirello, sulle quali a tratti poggiano lembi più o meno estesi di terreni alloctoni, suturati da depositi del Tortoniano-Messiniano (v. fig.

117). Al suo interno la dorsale è interessata da ulteriori faglie inverse (fig. 131) ed è dissecata da faglie trascor- renti destre con orientazione prevalente NO-SE (v.

oltre Titolo V - Tettonica).

Verso est la dorsale di M. Kumeta è ricoperta tettonicamente dall’Unità Imerese, in particolare i calcari con selce triassici di M. Leardo si accaval- lano direttamente sulla scaglia. La dorsale prosegue verso l’abitato di Marineo fino a M. Balatelle, oltre il quale sparisce del tutto.

Per quanto concerne l’andamento N-S l’esten- sione verso sud viene sostenuta da CATALANO et alii (2000a) sulla base del sondaggio Marineo 1 (v.

fig. 110) e di linee sismiche, ipotizzando una con- tinuità fisica con la culminazione di Rocca Busam- bra (v. fig. 108).

114 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 128 - Ad ovest del paese di Maranfusa affiora una successione conden- sata e lacunosa, all’interno della quale si riconoscono i calcari liassici di piat- taforma di colore biancastro della F.ne Inici, ricoperta con un contatto netto, interessato da croste e noduli manganesiferi, da un Rosso Ammonitico e da intervalli discontinui di pelagiti; il tutto databile dal Pliensbachiano al

Cretacico inferiore. Loc.: Rocce di Maranfusa.

- To the west of the maranfusa village a condensed and lacunose succession crops out, in which it’s recognizable the Liassic whitish limestone of the Inici Fm., covered with a sharp contact characterized by manganese concrations and nodules, by the “Rosso ammonitico”

and by discontinuous pelagic deposits, all dating from pliensbachian to Early Cretaceous.

Loc.: Rocce di maranfusa.

Fig. 129 – Versante nord della dorsale di M. Kumeta e il Lago di Piana degli Albanesi.

- North side of the m. Kumeta ridge and the piana degli albanesi Lake.

Fig. 130 – Lungo il versante meridionale della dorsale di M. Kumeta il con- tatto tra la successione carbonatica meso-cenozoica e le marne di San Cipi- rello (Miocene superiore) è interpretabile come un thrust ad alto angolo

originato durante una fasde tettonica pliocenica.

- along the southern side of the m. Kumeta ridge the contact between meso-Cenozoic carbonate succession and San Cipirello marls (Late miocene) is interpreted as a

high-angle thrust, which originated in a pliocene tectonic phase.

(17)

Al tetto la scaglia è ricoperta con una netta discor- danza da biocalcareniti glauconitiche del Burdiga- liano-Langhiano, equivalenti delle calcareniti di Corleone (v. oltre), ma, a differenza di quelle, diret- tamente trasgressive sui termini cretacico-eocenici.

Le calcareniti mostrano una transizione verso l’alto alle marne di San Cipirello del Serravalliano-Torto- niano inferiore (DISTEFANO& MINDSzENTy, 2000).

La successione di Monte Kumeta rappresenta un ottimo esempio di una dinamica sindeposizio- nale, con sedimenti pelagici che si addossavano ad alti strutturali. È possibile infatti analizzare l’evolu- zione delle scarpate durante il Giurassico superiore.

Nell’estremità orientale Monte Balatelle espone una successione giurassico-eocenica alquanto di- versa per la presenza di risedimenti e di corpi vul- canici intercalati e per un differente spessore del Rosso Ammonitico.

CATALANOet alii (2010a) descrivono in dettaglio la successione, che inizia con la F.ne Inici, caratte- rizzata da calcari dolomitici, stromatolitici e loferitici, ascrivibili al Giurassico inferiore. Sopra una super- ficie erosiva seguono discordanti encriniti riferibili al Lias medio-superiore per la presenza di Involutina liassica, passanti a calcari nodulari rossastri ad am- moniti (Rosso Ammonitico). A Cozzo Cavallo e nel pendio settentrionale di Monte Balatelle affiorano vulcaniti basiche submarine. Gli autori riferiscono queste vulcaniti a due eventi effusivi compresi nel- l’intervallo Lias superiore–Titonico. La successione prosegue verso l’alto con calcilutiti bianche con selce contenenti ammoniti, aptici e crinoidi, con interca- lazioni di calcareniti e calcisiltiti; verso l’alto si addi- zionano brecce ad elementi di piattaforma carbonatica. Tutto l’intervallo viene assegnato dagli autori alla “Lattimusa”, malgrado la frequenza di li- velli risedimentati. Le associazioni a calpionelle fanno ascrivere questo intervallo al Titonico supe- riore–Valanginiano. Verso l’alto seguono in conti- nuità marne e calcilutiti verdastre ad aptici, con intercalati corpi vulcanici basici, costituiti da pillows, riferite alla F.ne hybla dell’Aptiano-Albiano. Chiu-

Fig. 131 – Numerosi thrust si trovano anche all’interno della dorsale di M.

Kumeta, come quello che interessa le calcilutiti cretacico-eoceniche di M.

Maganoce in sovrascorrimento sulle calcareniti di Corleone (equivalenti) del Miocene inferiore-medio.

- many thrust are also inside the m. Kumeta ridge, like the one that affects the Creta- ceous-Eocene calcilutites of m. maganoce that overthrust the Early-middle miocene

Corleone calcarenites (equivalent).

Fig. 132 – Colonna stratigrafica della successione affiorante lungo la dorsale di Monte Kumeta

- Stratigraphic column of the succession exposed along the monte Kumeta ridge.

(18)

dono la successione meso-cenozoica calcilutiti e cal- cisiltiti laminate, alternate a calcareniti con fram- menti di molluschi ed echinoidi, passanti ad un’alternanza di calcisiltiti giallastre e di marne cal- caree. La facies è quella della scaglia, ma CATALANO

et alii (2010a) preferiscono assegnare questo inter- vallo alla f.ne Amerillo. L’età complessiva va dal Ce- nomaniano all’Eocene inferiore-medio.

Anche in questa zona la successione è sormon- tata da calcareniti glauconitiche del Miocene infe- riore-medio, ampiamente esposte nei dintorni di Marineo e nel versante meridionale della dorsale.

Un’interpretazione sull’assetto strutturale della dorsale nel tratto tra M. Kumeta e M. Leardo si può ricavare dai profili di figura 134 (BARRECAet alii, 2010), dai quali si possono dedurre i rapporti geometrici tra i vari corpi geologici e per conse- guenza valutare l’evoluzione geodinamica di questo settore della Sicilia.

Qui infatti si verifica l’accostamento di varie unità tettoniche del dominio orogenico, da quelle più esterne, il PSTB, a quelle più interne, le Unità Sicilidi.

Ciò è l’espressione di una tettonica polifasica, che sarà meglio analizzata nel Titolo V - Tettonica. Va sottolineato in particolare l’età notevolmente recente, post Pliocene inferiore, responsabile dell’attuale as- setto strutturale della dorsale di Monte Kumeta.

Alle due estremità la dorsale di M. Kumeta-M.

Leardo-Marineo è troncata da faglie trasversali, orientate NO-SE con componente destra. Ad ovest, in corrispondenza dell’abitato di S. Giu- seppe Iato, la dorsale è interrotta da una faglia tra- scorrente che ribassa a SO i depositi tortoniani della f.ne Terravecchia; ad est lo stesso sistema di faglie a componente destra interessa M. Balatelle.

Altro elemento importante è la struttura traspres- siva, che con andamento NE-SO delimita ad ovest il paese di Marineo. Ciò produce intense deforma- zioni con verticalizzazione delle formazioni creta- ciche, come nel cosiddetto “Dente di Marineo”

(fig. 135).

1.6. – SOTTOUNITàMONTAGNAGRANDE

Montagna Grande è un rilievo montuoso loca- lizzato ad ovest degli abitati di Calatafimi e Vita con altitudini di alcune centinaia di metri; il valore massimo è di 751 m s.l.m. In affioramento si os- serva un potente intervallo carbonatico mesozoico, sul quale giacciono depositi pelitico-sabbiosi del Serravalliano-Tortoniano (marne di San Cipirello equiv.), ricoperti tettonicamente da unità alloctone di provenienza interna (Falde Pre-Panormidi di CATALANOet alii, 1998). Al disopra, depositi terri- geni del Tortoniano superiore (formazione Terra- vecchia) suturano le falde, ma sono a loro volta implicati nella deformazione mio-pliocenica. I cal- cari mesozoici sono delimitati da faglie, che li met- tono a contatto con la successione silicoclastica (Tav. 1). A Montagna Grande essi disegnano una struttura antiforme, con asse orientato NE-SO, de- limitata a SE da faglie inverse, che mettono a con- tatto i calcari mesozoici con sedimenti argillosi serravalliano-tortoniani; sul lato opposto il con- tatto è dato da faglie inverse retrovergenti sui ter- reni alloctoni. La struttura è delimitata, sia a NE che a SO, da faglie ad alto angolo orientate NO- SE, che, come altre all’interno della dorsale, mo- strano componente destra. Dal quadro complessivo, che emerge dal rilievo di campagna, anche i depositi tortoniani della f.ne Terravecchia, che suturano le falde, sembrano seguire, seppur più blandamente, le lunghezze d’onda delle strutture profonde.

La Tavola 1 è stata compilata sulla base di os- servazioni di campagna e di rilievi speditivi. La zona gode di una cartografia geologica rappresen- tata dal Foglio 606 Alcamo (BOMMARITO, 1995), che può essere utile per le attribuzioni cronostra- tigrafiche, ma la cui impostazione non viene qui condivisa. L’Autore infatti indica con il termine 5 (formazioni “tipo Scaglia”) l’intervallo del Creta- cico superiore-Oligocene inferiore al tetto della

116 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 133 - Versante nord di Monte Kumeta: la Formazione Inici (Lias inferiore) è ribassata da faglie orientate E-O.

- North side of m. Kumeta: the Inici Formation (Lower Liassic) is downfaulted along the northern slope.

(19)

successione carbonatica di Montagna Grande, in- cludendovi anche le formazioni alloctone (oggi chiamate pre-panormidi da CATALANO et alii, 2011a, e dagli scriventi considerate ad affinità sici- lide); cioè vengono accorpate due unità tettono- stratigrafiche diverse. Nella legenda del foglio appare che la successione affiorante è originata da un’unica sequenza deposizionale con il termine 5 che passa in alto a ciò che viene indicato come for- mazione Collesano, ascritta ormai definitivamente al flysch numidico.

Ulteriori informazioni vengono offerte dalle linee sismiche; esse indicano che si è in presenza

Fig. 134 – Profili geologici M. Rahji i Ciarambeles-M. Leardo e M. Pelavet-M. Kumeta, trasversali alla dorsale (da BARRECAet alii, 2011). Legenda: Sistema a Thrust Esterno: MKD - F.ne Sciacca (Retico); INI – F.ne Inici (Lias), RAM – Rosso Ammonitico (Dogger-Malm), LAT – Lattimusa (Titonico-Neocomiano), SCA – scaglia (Cretacico sup.-Eocene), GCM – f.ne Casale (Aquitaniano-Langhiano), SCM – marne di San Cipirello; Unità Imerese: SCT – f.ne Scillato (Carnico sup.-Retico), FNS – f.ne Fanusi (Lias inf.), CRI – f.ne Crisanti (Giurassico inf.-Cretacico inf.), CAL – f.ne Caltavuturo (Eocene), PCC – argille di Portella Colla (Oligocene), INF – flysch nu- midico (Miocene inf.); Unità di Lercara: LER – “mélange” (Permiano-Eocene), LNF – flysch numidico (Oligocene sup.-Miocene inf.); Unità di transizione Panormide- Imerese: MUF – F.ne Mufara (Carnico), SEL - calcari con selce (Triassico sup.), GRA – dolomie di M. Gradara (Triassico sup.-Giurassico inf.), PMC – argille di Portella di Mandarini (Oligocene sup.); Unità Sicilidi: VCC – argille varicolori (Oligocene), NNF – flysch numidico di Nicosia (Miocene inf.), Depositi di Bacini satellite: CSFb – f.ne di Castellana Sicula (Serravalliano); Depositi continentali olocenici: cb – brecce cementate, fl – depositi fluvio-lacustri, b – depositi alluvionali recenti e attuali.

- Geological cross sections m. Rahji i Ciarambeles-m. Leardo and m. pelavet-m. Kumeta across the ridge (after baRRECaet alii, 2011). Legend: External Thrust System: mKD - Sciacca Fm. (Rhaetian), INI - Inici Fm. (Liassic), Ram – “Rosso ammonitico” (Dogger-malm), LaT - “Lattimusa” Fm. (Tithonian-Neocomian), SCa – “Scaglia” (Upper Cre- taceous-Eocene), GCm - Casale Fm. (Langhian-aquitanian), SCm - San Cipirello marls; Imerese Unit: SCT - Scillato Fm. (Carnico top-Rhaetian), FNS - Fanusi Fm. (Lower Liassic), CRI - Crisanti Fm. (Lower Jurassic-Lower Cretaceous), CaL - Caltavuturo Fm. (Eocene), CCp - portella Colla clays (oligocene), INF - Numidian Flysch (Early miocene);

Lercara Unit: LER – “mélange” (permian-Eocene), LNF – Numidian Flysch (Upper oligocene-Lower miocene); panormide-Imerese transitional Unit: mUF - mufara Fm. (Carnian), SEL - Cherty Limestone (Upper Triassic), GRa - m. Gradara Dolostones (Upper Triassic-Lower Jurassic), pmC - portella di mandarini Clays (Upper oligocene); Sicilidi Unit:

VCC - Varicoloured Clays (oligocene), NNF – Nicosia Numidian Flysch (miocene); Thrust top basins deposits: CSFb - Castellana Sicula Fm. (Serravallian); Holocene continental deposits: cb - cemented breccias, fl - fluvial-lacustrine deposits, b - recent and present alluvial deposits.

a

b

Fig. 135 - Il “Dente di Marineo” è formato da calcilutiti biancastre fittamente stratificate del Cretacico superiore-Eocene, che costituiscono un “push up”

originato da faglie traspressive sinistre, orientate NE-SO.

- The “Dente di marineo” is made up of Late Cretaceous-Eocene well stratified whitish calcilutites, forming a” push up “originated by NE-SW oriented sinistral transpressive

faults.

(20)

118F. LENTINI - S. CARBONE

Tav. 1 – La carta geologica mo- stra la successione stratigrafica meso-cenozoica di “facies trapa- nese”, che termina con le marne di S. Cipirello; su di esse pog- giano tettonicamente i terreni al- loctoni di età Cretacico superiore-Miocene inferiore, su- turati dalla f.ne Terravecchia e dalla Serie gessoso-solfifera del Miocene superiore. Montagna Grande e i monti di Segesta rap- presentano delle culminazioni del Sistema a Thrust Esterno, per effetto della tettonica pliocenica.

- The geological map shows the meso- Cenozoic stratigraphic sequence char- acterized by “trapanese facies”, that ends with the S. Cipirello marls; above tectonically rest allochthons ascribed to the Upper Cretaceous-Lower miocene interval, sealed by the Late miocene Terravecchia Fm. and the “Serie ges- soso-solfifera”. montagna Grande and the Segesta mounts represent culmina- tions of the External Thrust System, after the pliocene tectonics.

(21)

Il sondaggio Trapani 1, ubicato in corrispon- denza del cosiddetto “Bacino di Trapani” attra- versa 1018 m di formazioni alloctone, in cui si riconoscono due intervalli separati dalla f.ne Ter- ravecchia, in ricoprimento su evaporiti del Messi- niano (fig. 137). Tale depressione strutturale, per la quale il termine di “bacino” sembrerebbe appro- priato soltanto per l’intervallo oligo-miocenico, se- condo ABATEet alii (1996) si imposta sul margine interno di un dominio di piattaforma carbonatica pelagica, equivalente al dominio ibleo. Ciò è la con- ferma di quanto sopra espresso e cioè che la Sicilia occidentale e il suo offshore è caratterizzata da un sistema a thrust esterno (PSTB).

Alla medesima culminazione di Montagna Grande appartengono alcuni minori rilievi dell’area di Segesta (fig. 138), fino a collegarsi in sottosuolo verso NE alla monoclinale di M. Inici ad ovest di Castellammare del Golfo.

1.6.1. – Successione stratigrafica

La successione affiorante nei due rilievi mon- tuosi inizia con calcari di piattaforma peritidale (F.ne Inici), interessati da numerosi dicchi nettuniani e sormontati in paraconcordanza da calcari pelagici sovente condensati e nodulari (Rosso Ammonitico) di età Giurassico medio–Cretacico inferiore, pas- santi verso l’alto alle formazioni Lattimusa e scaglia, che testimoniano il perdurare delle condizioni pela- giche fino al Paleogene (fig. 139).

Le ricche faune ad ammoniti del Giurassico della zona di Montagna Grande sono state studiate più

ferenti, spesso separati da discontinuità stratigra- fiche. I primi due intervalli basali contengono valve di bositra e varie specie di ammoniti, che li fanno ascrivere al Batoniano superiore. Un livello sopra- stante può essere assegnato al Calloviano, mentre il quarto ed il quinto sono caratterizzati da un’al- ternanza di stromatoliti e di strati nodulari biotur- bati. Gli autori citati ipotizzano delle fasi erosive, che avrebbero interessato un fondale inomogenea- mente litificato. In alto associazioni di ammoniti,

Fig. 136 – Profilo geologico, orientato circa NNO-SSE, dal sondaggio Tra- pani 1 (SS 113, a nord di Dattilo Soprano) a Salemi, e ricavato dall’interpre-

tazione di una sezione sismiche (da CATALANOet alii, 1998).

- Geological cross-section, oriented approximately NNW-SSE, from the Trapani 1 well (SS 113, north of Dattilo Soprano) to Salemi, and obtained from the interpretation of

a seismic section (after CaTaLaNoet alii, 1998).

Fig. 137 – Colonna stratigrafica del sondaggio Trapani 1, ubicato nei pressi della S.S. 113 a NE di Dattilo Soprano, che attraversa un migliaio di metri di formazioni alloctone, poggianti su una successione “trapanese” (Bacino

di Trapani). d = discordanza.

- Stratigraphic log of the Trapani 1 well, located near the S.S. 113 NE of Dattilo So- prano, that drilled about 1000 m of allochthons, overthrusting a “trapanese” succession

(Trapani basin). d= uncomformity.

(22)

appartenenti alla sottozona a persphinctes antecedens, permettono di riconoscere l’Oxfordiano. Segue la

“Lattimusa” assegnata al Titonico. Alcuni dicchi sedimentari e le associazioni a nannofossili del riempimento suggeriscono per MARTIRE& PAVIA (2002a) un’età dei processi di fratturazione al Ti- tonico superiore.

Ulteriori colonne stratigrafiche campionate nella cava della Rocca chi Parra sono state descritte da MARTIREet alii (2000) e da PAVIAet alii (2002) (fig. 140). Questa località rappresenta una delle più ricche di ammoniti, che, al pari di quella di Con- trada Diesi (M. Magaggiaro), è stata studiata da oltre un secolo (GEMMELLARO, 1882). Anche qui la F.ne Inici, affiorante per alcune decine di metri, presenta alla sommità una superficie planare con hard-ground ferro-manganesiferi, ed è caratterizzata da una fitta rete di dicchi nettuniani, sia verticali che orizzontali, ampi da pochi centimetri a parec- chi metri, orientati prevalentemente NO-SE ed ap- partenenti a differenti generazioni, in quanto possono essere saldati dai livelli basali del Rosso Ammoitico oppure attraversare quest’ultimo. Al- cuni di quelli suborizzontali, intercalati tra gli strati della F.ne Inici contengono associazioni del Bato- niano medio-superiore. L’attenta analisi dei dicchi sedimentari e delle loro intersezioni permettono agli autori di riconoscere un’attività tettonica giu- rassica a carattere tensionale, che avrebbe provo- cato l’annegamento della piattaforma liassica e la sua frammentazione in blocchi basculati, sui quali si depositavano i sedimenti pelagici. L’estrema con- densazione di questi ultimi impediva il rapido livel- lamento della topografia irregolare, determinando le repentine variazioni di facies, spessore ed età delle pelagiti.

1.7. - MONTI DELTRAPANESE EISOLEEGADI L’estremità nord-occidentale della Sicilia è ca- ratterizzata da rilievi montuosi, talora relativamente isolati come il Monte S. Giuliano, sulla cui sommità sorge l’abitato di Erice, come M. Cofano che si estende sul mare a formare una pittoresca penisola (fig. 141), ovvero come il M. Inici che sovrasta il Golfo di Castellammare, ed il gruppo di monti (M.

Monaco, M. Sparagio, M. Acci) che formano la pe- nisola di Capo S. Vito.

Si tratta di successioni carbonatiche mesozoi- che, con un potente intervallo basale del Triassico- Lias, sul quale poggiano in paraconcordanza sequenze bacinali del Giurassico medio-superiore e del Cretacico-Eocene. La morfologia è aspra, spesso con quote abbastanza elevate (fino ad un migliaio di metri), e contrasta con la blanda mor- fologia argillosa, che circonda i rilievi calcarei. Nel presente lavoro, così come in FINETTIet alii (2005a) e LENTINIet alii (2006), questi rilievi sono ritenuti appartenere ad un sistema a thrust generatosi a spese di successioni meso-cenozoiche di un vec- chio avampaese a partire dal Miocene superiore, il Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano (PSTB).

In precedenza autori francesi, tra i quali BRO-

QUETet alii (1966), BROQUET& MASCLE(1972), e BROQUETet alii (1984), riconoscono nell’estremità occidentale della Sicilia un edificio a falde impila- tesi da sud verso nord durante l’intervallo Torto- niano superiore-Pliocene inferiore. Ulteriori dati stratigrafici per l’estremità occidentale dell’Isola (Paceco) e per le Isole Egadi, possono essere re- periti in SERV. GEOL. D’IT. (2013c, e 2012b).

Vengono descritte di seguito le unità o sottou- nità tettoniche che caratterizzano quest’area occi-

120 F. LENTINI - S. CARBONE

Fig. 138 - L’area archeologica di Segesta è ubicata su un sistema a thrust vergente a SE formato da una successione carbonatica di tipo “trapanese” (PSTB in questo lavoro), originatosi a partire dal Miocene superiore. Sulla destra il tempio greco, talora denominato il “Tempio Grande” di tipo dorico (430-420 a.C.).

- The archaeological site of Segesta is located on a SE verging thrust system formed by a Trapanese carbonate (pSTb in the present paper) succession originated since Late miocene. on the right the Dorian-style greek temple, sometimes named the “Great Temple” (430-420 b.C.).

(23)

dentale della Sicilia, iniziando da quella di M. San Giuliano di Erice e di Monte Inici, che sembrano rappresentare meglio le cosiddette “facies trapa- nesi” della letteratura geologica. Un cenno sarà de- dicato alle Isole Egadi, per poi passare ai monti della Penisola di Capo S. Vito ed infine al M. Bo- nifato di Alcamo.

1.7.1. - monte S. Giuliano (Erice)

Monte S. Giuliano costituisce il rilievo più oc- cidentale dei Monti del Trapanese e della Sicilia in generale. Su di esso sorge l’abitato di Erice e sul lato ovest domina la città di Trapani. Esso presenta

una forma all’incirca triangolare con versanti me- ridionale ed orientale notevolmente acclivi, segnati da faglie mio-plioceniche, e con versanti rivolti a nord e a nord-ovest, cioè verso mare, a morfologia moderatamente acclive, anche se interrotta da fa- glie a gradinata.

La successione stratigrafica ha in comune con le altre del PSTB la F.ne Inici, cioè l’intervallo di calcari peritidali del Triassico superiore-Lias, ma differisce per un maggiore sviluppo delle facies ba- cinali del Giurassico, che marcano l’annegamento della piattaforma, e che sono caratterizzate da una maggiore presenza della silice. Questo intervallo è riccamente fossilifero, con un’assoluta prevalenza di ammoniti, tra le quali quelle del Toarciano-Aa- leniano furono descritte da GEMMELLARO (1886) e recentemente revisionate da CRESTA(1997). L’in- teresse paleontologico-stratigrafico delle facies pe- lagiche ha attirato l’attenzione di WENDT(1971) e di MARTIRE(2002), che ne hanno fornito una det- tagliata descrizione.

Secondo ABATEet alii (1990) la successione af- fiorante a Monte S. Giuliano di Erice, denominata Unità Monte Erice, si sovrappone tettonicamente

da dicchi nettuniani, riempiti da materiale del soprastante Rosso Ammonitico.

- Le Rocche quarry SE of montagna Grande: a) lowermost interval is composed of the Late Triassic–middle Liassic Inici Formation; at the top the middle-Late Jurassic “Rosso ammonitico” lies on a discontinuity surface, marked by a hard-ground. b) The Inici Fm. limestones are cut by neptunian dikes, filled by the Rosso ammonitico.

Fig. 140 - Cava di Rocca chi Parra. In basso affiorano i calcari liassici della F.ne Inici, interessata da dicchi nettuniani, su di essa poggia un intervallo di Rosso Ammonitico del Giurassico medio-superiore. In alto è presente la fa- cies Lattimusa (Titonico-Neocomiano). Si noti la blanda geometria down-lap

dell’intervallo medio-giurassico.

- Rocca chi parra quarry. The basal level is made by the Lower Liassic limestones of the Inici Fm., with neptunian dykes; the middle-Late Rosso ammonitico lies, gently downlap- ping, above a planar hard ground surface. The top level is composed of Lattimusa

(Tithonian-Neocomian).

Fig.141 – M. Cofano, tra Erice e Capo S. Vito, è costituito da calcari e do- lomie triassiche della F.ne Sciacca, in sovrascorrimento su depositi clastici del Miocene medio-superiore, discordanti su biolititi a rudiste del Cretacico

superiore.

- m. Cofano, between Erice and Cape St. Vito, consists of Triassic limestones and dolomites of the Sciacca Fm., overthrusting onto middle-Upper miocene clastic deposits,

uncomformably lying on Late Cretaceous rudist-bearing limestones.

Riferimenti

Documenti correlati

La nomina del Responsabile Unico del Procedimento è effettuata nel primo atto di adozione o di aggiornamento dei programmi di cui all’articolo 21, comma 1, (Programma

Lucia e Piave si prevede l’impegno delle somme necessarie per indagini e studi nell’anno 2017 e considerati i tempi per la redazione ed approvazione dei

– Coperture terrigene dell’Oligocene superiore-Miocene medio delle Unità Panormidi

I prodotti succes- sivi, di età compresa fra circa 26 ka e 13 ka, sono stati generati dal centro eruttivo dei Vancori (h ORNIG - k JARSGAARD et alii, 1993) e formano una

Gli aspetti fondamentali riguardano l’estensione della crosta africana fino a raggiungere dall’avampaese il bordo tirrenico e il passaggio ad uno slab paleo-ionico, la presenza

La notevole diversità dei paesaggi dell’Isola è strettamente connessa alla varietà dei caratteri geo- logici: dalle aree costiere sub pianeggianti e dalle distese collinari e/o

Si scriva esplicitamente l’espressione della funzione inversa di g, specificandone

[r]