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i - ,.;, SVILUPPO DELLA POPOLAZIONE ITALIANA

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STATISTICA.

Anno 94 Serie vm . Vol. 17

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dal 1861 al 1961

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ISTITUTO CEN' TìtAL'È 'DI STATISTICA

ROMA 1965

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+

757

154 1.XIX

- -

Titolo Dati in migliaia RCllioni

181 2.5 l ' 3' Piemonte 1.882 1.282

197 2.13 l ' 3' ultimi 14.926 14.888

197 2.13 l '

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ultima 26.134 26.172

202 2. VIII 2' 4' ultima 5

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231 3.1

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16.166 16.156

233 3. ti

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ultima ." 5.741 2.741

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Sicilia 2.798 3.798

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Lalio 1.222.433 1.222.579

272 4.16

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2' 8' 16.493 16.393

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2' ultima 23.228 23.128

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10.035 11.035

702 Allegato

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13' terzultima 40

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Sviluppo dd/II popolUioM ittlli/lllil 001 186/ (l/ /96/.

A.a E.T.E. - AZIENDA BENEVENTANA TIPOGRAFICA EDITORIALE (Ord. 1/22 d.1 14-'-61 • Copi. 1.500)

\

(3)

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ROMA

Il volume che ho l'onore di presentarLe, concepito nell'ambito del pro- gramma di studi e di ricerche di statistica storica che l'Istituto ha avviato da alcuni anni, offre un ampio e significativo quadro dello sviluppo della po- polazione italiana dal 1861 al 1961. La pubblicazione; nelle sue diverse parti, è stata portata a compimento attraverso una lunga e faticosa opera di ricerca, di coordinamento e di revisione; alla sua realizzaziOne hanno collaborato numerosi funzionari di questo Istituto ed illustri docenti e studiosi di problemi demografici che ,con i loro contributi di elevato livello, hanno conferito alla pubblicazione un carattere di notevole interesse scientifico e pratico.

Il volume si articola in quattro parti: la prima è dedicata all'esame della consistenza e delle caratteristiche primarie della popolazione, quali la distri- buzione territoriale, la struttura per sesso, età, stato civile e condizione pro- fessionale, il livello culturale, -la composizione delle famiglie e la loro distribu- zione nelle abitaziorii; nella seconda vengono analizzate le caratteristiche dei vari fenomeni attinenti al movimento naturale della popolazione; la terza si riferisce allo studio delle cause di morte ed alle malattie soggette a denuncia obbligatoria; nella quarta, infine, vengono trattati gli aspetti più caratteri- stici del movimento migratorio interno e con l'estero.

Gli studi che figurano nel volume consentono di acquisire importanti

elementi di giudizio sull' evoluzione, negli ultimi cent' anni, dei principali fe-

nomeni demografici e sociali del Paese e di mettere in luce il continuo miglio-

ramento registratosi nelle condizioni di vita in relazione alla forte riduzione

della mortalità, in particolare di quella infantile, al miglioramento dei servizi

igienici e sanitari, alla sensibile diminuzione dell' analfabetismo, al minor grado

di affollamento delle abitazioni e a tutti gli altri fattori di progresso sociale.

(4)

Detti studi, peraltro, oltre a fornire un ampio quadro storico della vita demo- grafica italiana, costituiscono un copioso materiale di base per l'impostazione dei problemi connessi allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.

Il volume è corredato, infine, da un allegato costituito da numerose ta- vole, le quali forniscono una dettagliata documentazione statistica sul movi- mento naturale della popolazione, che potrà essere utilizzata per studi parti- .colari di analisi demografica, e da un' ampia bibliografia, suddivisa per argo- menti, delle più importanti pubblicazioni in materia di problemi di popolazione.

. . ,

Roma, dicembre .1.965

IL PRESIDENTE

DELL'ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA

Giuseppe de Meo

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(5)

\

INDI CE

INTRODUZIONE

ClonClO MonTAnA _ L'Italia nella rivl)luzionc ùemografl';,l Ili61-1961

CONSISTENZA E CARATTERISTICHE PRIMARIE

' . DELLA POPOLAZIONE

CAPITOLO t

AMMONTARE E STRUTTURA'PER SESSO. ETÀ E STATO CIVILE

Png.

3

STRPANO SOMOOYI - Evoluzione della popolazione attraverso il tempo . . . • . . t 5 F)ANco GIUSTI - Bilanci demorrlfici della popqlazione italiana

dal'

1861 .:1 1961 .' . . 87 MAlICBLLO NATALE _ Stima rctrolpettivi della popol&iione relidente provinciale nel pe-

riodo 1951-1961. . . . . . . . . . . . . . . . . . 123

CAPITOLO 2

DISTRIBUZIONE TERR1TORIALE

MARIO CaccoTTI - Popolazione accentrata e aparaa . . . F'BRNANDA SPAGNOLI - Popoluione urbana e rurale. . . ALBERTO F'BARANTrNI - Variazioni territoriali delle rc~oni

CAPITOLO 3

CAJlMRLO D'AGATA - Composizione della popolazione secondo l'attività lavoratiVI

CAPITOLO '"

CARATTERISTICHE SaCIOLOGICHE

F'BRNANDA SPAQNOLI - Famiilie. . . . .

AMELIA D,.PODIFERRO .. Abimioni: . .'.

~Cl!SCO NOBL8 - Istruzione tcolutica

- - .

'.

1S7 179 205

217 ,

,

235 259- 295;

\

(6)

I

\

/

VIII INDICE

PARTI SECONDA

FATTORI DEL MOVlMENTO NATURALE DELLA POPOLAZIONE

CAPITOLO 5

STEFANO SoMOGYI - Nuzialiti . . . .

CAPITOLO 6 MARIO DE VEROO7TINI - Natalità e fecondità .

CAI'ln)I.O 7 ANTONIO TIZZANO - Mortalità generale

PARTI 1'aRzA

• CAUSE DI MORTE E MALATTIE SOGGETTE A DENUNCIA OBBLIGATORIA

CAPITOLO 8 CAUSE

DI

MORTE

Pago 32\

399

. . 441

GIOVANNI A. CANAPEIUA _ Malattie infettive e para .. itarie . . . . ' . 469 ANToNIO TIZZANO - Mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e del liltema nervolO 493 GUsTAVO BARlIBNSl - Mortalità per altre malattie . • . . . , .

s3i

STuANO SoMOOY( - CaUle di morte imprecile ed irnote nella8tatillica italiana 581

CAPITOLO 9 GIUUPPII: RU880 - Malattie IOggette a denuncia obbligatoria

PAJlTl QUARTA

ANDAMENTO TEMPORALE E CARATTERISTICHE DEL MOVIMENTO MIGRATORIO

CAPITOLO lO

GIOVANNI MAMOCCHI - Movimento migratorio con )'eatero " . , , ,

. . . ... .

CAPITOLO 11

MOVIMENTO MIGRATORIO INTERNO

611

635

CESARE LEMMI - Luoghi di nucita dei cenlili . . . . • . . . • , , . . . 655 PILADB DI RIBNZO _ Movimento migratorio interno in base aJle ilCrizioni e cancellazioni

anagrafiche per trasferimento di reeidenza . . . • . ., . . . . . . 669

ALLECATO - Movimento naturale della popolazione nelle regioni (Tavole) . 687 BIBLIOO'RAJtIA (a cura eli Lidia Somogyi) . . .

719

\

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(7)

: I

INTRODUZIONE

(8)

..

(9)

1861-1961

1. La fase più recente dell' evoluzione demografica nel . mondo è stata contrassegnata da profonde e rapide variazioni dei fenomeni di movi- mento e di stato della popolazione, le quali hanno alterato radicalmente in pochi decenni condizioni che si erano mantenute quasi immutate nei secoli .

. Nei cent'anni dal 1861 al 1961, questa rivoluzione demografica si è andata svolgendo nei pochi paesi dov'era· già in corso e si è estesa gra- dualmente a molti altri.

Essa .è stata determinata da vari fattori, fra i quali senza dubbio pre- domina il progresso delle scienze mediche e dell'organizzazione sanitaria nazionale ed internazionale, che ha fatto diminuire la frequenza delle morti in misura superiore alle previsioni più ottimiste. Alcune malattie che deci- mavano 'e popolazioni sorto state eliminate, o quasi, mercè le vaccinazioni di massa e le bonifiche sanitarie; di altre è stata ridotta la frequenza. e la letalitàmediante nuovi mezzi terapeutici. Il miglioramento del tenore di vita ha contribuito ad accrescere la . resistenza individuale ai fattori patogeni;

il diffondersi dell'istruzione ha favorito l'educazione igienica dei popoli.

La diminuzione relativa della mortalità raggiunge i suoi massimi, in generale, negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, oltre i quali essa tende a decrescere col crescere detl' età.

La caduta della mortalità influisce direttamente sulla natalità in ri- stretta misura: da un canto, col rendere meno frequenti le perdite di vite in età tenerissima e quindi :;tllungare l'intervallo medio tra i successivi parti ; dall'altro, col prolungare la durata media della convivenza dei còniugi in età fertile, e quindi accrescere la prolificità dei matrimoni. Questi due ef- fetti, opposti, in parte si compensano reciprocamente.

In un primo terripo, pertanto, alla diminuzione della mortalità non fa riscontro up'adeguata diminuzione della natalità e l'eccedenza di questa su quella va aumentando.

Nota del Prof: GIORGIO MORTARA, Professore'Emerito nell'Università degli Studi di Roma.

(10)

4

INTRODUZIONE

2. Il progresso delle scienze mediche e dell'organizzazione sanitaria è soltanto un aspetto particolare del progresso generale delle ricerche scien- tifiche e dell'applicazione dei loro risultati, caratteristico del periodo consi- derato. Un altro aspetto particolare si presenta nel campo dei trasporti, dove l'applicazione della macchina a vapore, e più tardi d'altri mezzi di propulsione meccanica, nelle comunicazioni terrestri e marittime, ha au- mentato la capacità, la sicurezza e la rapidità dei trasporti e ne ha dimi- nuito i costi unitari, e dove, negli ultimi lustri, le comunicazioni aeree hanno ravvicinato i luoghi più remoti.

Il popolamento dei continenti nuovi ha avuto impulso dal progresso dei trasporti, che ha agevolato l'avvaloramento delle loro risorse, ha reso conveniente la vasta esportazione di loro prodotti ed ha spianato le vie all'immigrazione. Allo stesso fine ha contribuito poderosamente il progresso dell'esplorazione geografica e geologica e delle scienze fisiche, rendendo . possibile lo sfruttamento di nuove risorse e la miglior utilizzazione di quelle

già sfruttate.

Fattori politici e sociali hanno agito nello stesso senso nelle Americhe e in Oceania. La trasformazione delle antiche colonie in Stati indipendenti o in unità politiche quasi indipendenti ha abbattuto i limiti che erano stati posti all'esercizio di certe forme d'attività economica ed ha suScitato ambi- zioni nazionali d'espansione demografica. D'altra parte, l'abolizione della schiavitù ha imposto trasformazioni dell'ordine economico ed ha richiamato la libera immigrazione, in sostituzione della tratta degli schiavi, mentre l'incremento della domanda mondiale di prodotti alimentari e di materie prime ha favorito lo sviluppo delle produzioni tipiche dei continenti nuovi.

Le prospettive di larghi profitti hanno attratto abbondanti capitali europei v.erso le Americhe, l'Oceania e qualche regione dell' Africa, provve- dendo i paesi di recente popolamento del sussidio di mezzi materiali indispensabile per adeguarne lo sviluppo economico allo sviluppo demogra- fico e per promuoverne l'ulteriore espansione.

3. L'aumento dell'eccedenza delle nascite sulle morti, conseguente alla discesa della mortalità, ha accelerato da prima l'incremento delle popo- lazioni culturalmente ed economicamente più progredite, e poi anche quello di popolazioni arretrate. Ma, mentre nelle prime l'incessante perfeziona- mento della tecnic'a ha reso possibile un più rapido incremento della pro- duzione e quindi ha consentito il miglioramento del tenore di vita, nelle seconde la persistenza di metodi tradizionali e i difetti dell'organizzazione sociale hanno spesso concorso a rendere difficile l'adeguamento della pro- duzione ai crescenti bisogni.

Il maggior benessere conquistato dai popoli che· hanno

potu~o

e sa-

puto espandere largamente là loro attività produttiva vi ha suscitato, nelle

classi meno abbienti, una viva aspirazione ad ulteriori e maggiori miglio-

r.amenti, animata .dal diffondersi dell'istruzione e dal propagarsi d'ideali

(11)

socialisti, divenuti poi in parte patrimonio comune dei partiti politici più illuminati o più solleciti ad attrarre nel loro seno le masse popolari, dopo la progressiva estensione del diritto elettorale.

L'accelerato incremento demografico è apparso, pertanto, come una minaccia al miglioramento, o allo stesso mantenimento, del tenore di vita, secondo il grado di sviluppo tecnico ed economico raggiunto da popola- zioni già dense in relazione alla superficie ed alle risorse dei rispettivi paesi.

Uno sfogo all'esuberanza di elementi umani dei paesi europei è stato offerto dall'emigrazione di massa verso i continenti nuovi, mentre in pa- recchi dei paesi stessi lo sviluppo delle attività industriali e l'espansione e la moltiplicazione dei servizi hanno largamente aumentato le possibilità d'occupazione.

Sono state, tuttavia, fortemente risentite le difficoltà economiche deri- vanti dall'incremento demografico, le quali hanno dato impulso alla limi- tazione volontaria delle nascite.

Questa limitazione è stata attuata con v;:tri mezzi, impiegati ora alter- nativamente, ora successivamente, ora - e più spesso - simultaneamente.

Nei paesi dove la massima parte delle nascite proviene da matrimoni o da altre unioni di carattere permanente, la loro 'limitazione può essere conseguita mediante la rinunzia al matrimonio o mediante il suo ritardo, ossia per mezzo del celibato definitivo o prolungato.

In qualsiasi ordinamento sociale, la limitazione delle nascite può essere conseguita mediante la prevenzione del concepimento (eliminazione o so- spensione della capacità riproduttiva, impiego di pratiche intese ad evitare la fecondazione, interruzione periodica delle relazioni sessuali) oppure mediante la soppressione del suo frutto (aborto procurato).

Secondo i tempi e i luoghi, è data la preferenza all'impiego 9.i questo o di quel mezzo, senza che, tuttavia, resti escluso l'impiego degli altri. E se- condo i tempi e i luoghi, accanto a queste forme di difesa passiva 'del benes- sere, assume maggiore o minore sviluppo la difesa attiva, svolta con l'azio- ne diretta ad estendere ed intensificare la produzione di beni e di servizi.

Sebbene l'interdipendenza tra i fenomeni demografici ed i fenomeni economici renda difficile il giudizio, si può affermare che in, alcuni casi la limitazione delle nascite è stata attuata in misura adeguata al bisogno di mantenere e migliorare il tenore di vita, mentre in altri casi è risultata ecces- siva o insufficiente in relazione al fine cui mirava.

4. La rivoluzione demografica si riflette nella composizione delle po- popolazioni secondo l'età e secondo lo stato coniugale.

La diminuzione della mortalità fa aumentare la proporzione degli

anni vissuti da ciascuna generazione nelle età giovanili e mature, ed ancor

più nelle età senili. Quando le si associa la diminuzione della natalità, ten-

dono a manifestarsi variazioni nello stesso senso nella composizione della

popolazione: diminuisce la proporzione delle età infantili e adolescenti,

(12)

6

INTRODl1:ZIONE

aumenta quella delle età giovanili e mature, ed ancor più quella delle .età senili. Le sfavorevoli conseguenze economiche di questo « invecchiamento

»

della popolazione sono mitigate dall'accresciuta validità di coloro che rag- giungono la soglia della vecchiaia: effetto del miglioramento

dellecondi~ioni

sanitarie ed economiche.

Le migrazioni di massa determinate da fattori economici, essendo co- stituite in parte considerevole da uomini giovani, tendono a diminuire la proporzione delle età più valide, nella popolazione del paese di provenienza;

id aumentarla, in quella del paese di destinazione. Ma' questi effetti si vannòattenuando con la restrizione delle correnti migratorie, che spesso fa seguito alla loro espansione.

Quanto alla composizione della popolazione secondo lo stato coniu- gale, si deve riconoscere che non si riscontra. uniformità degli effetti della rivoluzione demografica. Dove la limitazione delle nascite è attUata mediante il celibato od il ritardo del matrimonio, si. vede diminuire la proporzione dei coniugati, specialmente

n~lle

età giovanili; dove è largamente diffusa la pratica della prevenzione del concepimento e della soppressione del suo frutto, si osserva talora un aumento della proporzione dei coniugati.

Le migrazioni di massa tendono, in un primo tempo, a diminuire la proporzione dei celibi tra gli uomini giovani, nel paese di provenienza;

ad accrescerla, in quello di destinazione: tra le d.onne .giovani, l'effetto è opposto. Anche questi effetti si attenuano gradualmente col restringersi delle correnti migratorie.

5. - Nel periodo considerato, l'evoluzione economica ha assunto anch'essa aspetti di rivoluzione, richiamando grandi contingenti di lavoro esecutivo ed orgaruzzativo verso le industrie ed i servizi, in continua espansione, . mentre nell'agricoltura, nell'allevamento del bestiame e nella silvicoltura, il crescente impiego di lavoro meccanico ha diminuito il bi- sogno di lavoro manuale.

Le migrazioni interne dalle zone agricole aUezone industriali, dalle campagne alle città, hanno accresciuto fortementèla quota della popolazione urbana e suburbana e diminuito quella della. popolazione rura1e, modificando profondamente la distribuzione.

territor~ale

degli abitanti nei' paesi econo- micamente progrediti.

È diminuita fortemente la quota della· popolazione professionalmente attiva costituita dagli addetti ad attività agricole, silvicole e pastorali, men- tre

SOIlO

aumentate le quote degli addetti ad 'attività industriali· e commer- ciali, ai trasporti e alle comunicazioni e ad altri servizi.

Il crescente concentramento della popolazione nelIezone urbane e

suburbane ha contribuito a promuovere la diffusione. delle pratiche intese

alla liniitazione delle nascite, per. conseguenza.' delle maggiori difficoltà

di vita che ivi incontrano le famiglie, ingeneràle, e specialmente le famiglie

più numerose, in confronto di quelle meno rmmerose. "

(13)

6. La diminuzione della mortalità, fattore iniziale della rivoluzione demografica, ha avuto principio in tempi differenti nei diversi paesi e :nelle diverse parti di ciascun paese. In qualche regione più progredita, era già cominciata prima dell'inizio del periodo secolare qui considerato; in qualche regione più arretrata, appare soltanto verso la fine di questo periodo.

E il movimento, in generale più tardivo e da principio più lento, di diminuzione della natalità era soltanto nella sua fase iniziale in poche re- gioni più progredite, all'inizio del periodo stesso, ed ancora non è comin- ciato in varie regioni più arretrate,allasua fine.

La successione della discesa della natalità a quella della mortalità è stata piùo meno pronta, e la velocità comparativa delle due discese è stata differente, nelle diverse popolazioni. Perciò, quando si parla di fasi succes- sive della rivoluzione demografica, si riasSumono in un unico modello ideale i tratti predominanti di andamenti osservati in luoghi ed in tempi diversi.

Premesso questo chiarimento, si può dire che in una prima fase si avvera una diminuzione della mortalità; in una seconda fase, essa prosegue ed è accompagnata da una diminuzione della natalità; in una terza fase, entrambe le ,diminuzioni rallentano e tendono a cessare.

Il saggiQ d'incremento naturale della popolazione s'innalza nella prima fase e al principio della seconda; poi si abbassa, gradualmente,tende~do ad una nuova posizione d'equilibrio.

Va ripetuta l'a~vertenza che questo andamento varia, nel tempo e nel modo, da luogo a luogo; in alcune popolazioni, la discesa della natalità ha seguito prontamente quella della mortalità e talora è stata più rapida di essa, così che sono stati presto raggiunti bassi livelli del saggio d'incre- mento naturale; in altre popolazioni, la discesa della natalità ha t~rdato a seguire quella della mortalità ed è restata a lungomerio ràpidadi essa, così che si è prolungata la fase d'aumento e d'alto livello del saggio d'in-

cremento naturale. - - ' "

Una conseguenza attuale di, q'l!este divergenze"di, andaIIl~nto' è costi-

tuita dal più rapido incrementod~lle popolazioni economicamente e civil- mente arretrate, nelle quali la natalità si mantiene ancora a livelli relativa- mente alti, in confronto dellepopnlazioni progredite, nelle quali la natalità

è caduta, in generale,a livelli, molto bassi. -

, Si -riflettono codeste divergenze anchç nella composizione per età ,:

nelle popolazioniarrètrate è più alta la quòta delle età infantili e adole- scenti; in quelle progredite, la quota delle .età senili, e in generale -anche quella delle età-giovanili e mature; così che nelle seconde è:minote la pro- porzione degli elementi economicamente improduttivi o scarsamente pro- duttivi per causa dell'età.

7. In Italia, la diminuzione della mortalità è cominciata più tardi

che in altri paesi europei, dove circostanze politiche ed economiche ave-

vano maggiormente favorito lo sviluppo ed il progresso dell'organizzazione

(14)

8 INTRODUZIONE

sanitaria;. ma poi si è andata svolgendo abbastanza rapidamente. La nata- lità ha seguito con qualche ritardo il movimento di .discesa della morta- lità,ed è diminuita meno rapidamente di questa, da prima, ma più: rapi,..

damente, poi, cosi che il saggio d'incremento naturale alla fine del periodo secolare resta solo lievemente maggiore che al principio di esso. La com- posizione della popolazione secondo 1'età ha risentito i consueti effetti della diminuzione combinata della mortalità e della natalità;. e .nella composi- ,zione secondo lo stato coniugale si riscontra un aumento .della proporzione

dei celibi e delle nu,bili nelle età giovanili.

8, Nonostante le guerre, le rivoluzioni, le epidemie ed i flagelli mi:':

turali che harino impèrvèrsato, la popolazione del mondo è salita da 1.210 milioni nél 1860 a 2: 91 O milioni nel 1960, aumentando nella propòizione eccezionalmente alta di 140 %. Il maggior aumento' relativo si è avuto nei continenti nuovi,' che hanno visto più che quintuplicato il numero dei loro abitanti (da 75 a 400 milioni l'America, da 3 a 16 milioni l'Oceania). Negli attuali confini dell'Unione Soviètica, la popolaiioi:J.esi è più che triplicata, aumentando da 67 a 214 milioni; nel resto dell' Asia e nell' Africa, si è più che raddoppiata, salendo, rispettivamerite, da: 745 a 1.620 milioni e da 100 a 235; nel resto dell'Europa, si è quasi raddoppiata, passando da 220 a 425 milioni. E, in particolare, negli attuali confini della Repubblica Italiana,il numero degli abitanti è aumeritato da 25,5 milioni nel 1860 a 49,8 milioni

- nel 1960. ' . " .

Lo straordinario incremento demografico avvenuto in questo periodo secolare habensi dato impulso al popolamento dei nuovi èontinenti, al qua]e ha contribuito largamente il nostro paese, ma per la maggior parte __

quattro quinti - è rimasto contenuto nei limiti del' vecchio mondo, in parecchie regioni del quale la densità della popolazione ha raggiunto livelli molto alti: in Europa - esclusi i territori sovietici - si contano m media 86abitanti per chilometro quadrato; in Italia 164. .

9. La frequenza delle' morti intorno al 1860 era ancora assai alta

nella maggior parte dei paesi europei. A quell'epoca si consideravarelati-

vamente molto basso il saggio di mortalità generale della Svezia; poco

superiore a 20 per 1000 abitanti, mentre saggi due volte maggiori si riscon-

travano in Russia ed in qualche altro paese dell'Europa Orientale. L'Italia,

con 30-31 morti annue per 1000 abitanti, appariva nettamente distanziata

dai, paesi più progrediti .. Ancora nel primo decennio del secolo attuale, il

saggio di mortalità italiano di 21,4 per 1000 abitanti superava quasi della

metà i saggi dei paesi più avanzati (Svezia, Olanda, Inghilterra e Galles),

che si aggiravano sul 15 per 1000. Ma, nel decennio 1951-60, il saggio di

mortalità italiano di 9,7 per ,1 000 abitanti uguaglia quello svedese ed è .infe-

riore al germanico, all'inglese ed al francese.

(15)

Avvertasi, però, che il saggio di mortalità generale, non dipendendo soltanto dai livelli della mortalità nelle singole età, ma anche dalla compJ- sizione per età della popolazione, non dà una misura del tutto soddisfa- cente delle variazioni di frequenza delle morti. Un miglior indice è costi- tuito dalla vita media calcolata secondo la tavola di sopravvivenza.

In Italia, dal saggio di mortalità generale, la frequenza delle morti sembrerebbe diminuita di oltre due terzi (da più di 3 ° a meno di lO per 1000 abitanti) nel periodo secolare considerato. La vita media, aumen- tando da 33-34 a 66-68 anni, è raddoppiata, e quindi si può dire che in realtà la frequenza delle morti si sia ridotta della metà, e non di due terzi.

Nei paesi più arretrati d'Europa, la vita media, intorno al 1860, non giungeva a 3 O anni; nei più progrediti, superava già i 40. Intorno al 1960, in questi ultimi paesi si aggira fra 70 e 75 anni (Norvegia, Olanda, Svezia), ed anche nei paesi più arretrati ormai supera 50 anni.

L'Italia si è spostata nella scala europea, migliorando la sua posizione.

Rimane, tuttavia, campo ad ulteriori progressi: la mortalità nell'infanzia e nell'adolescenza è ancora alta, specialmente nel Mezzogiorno, in con- fronto dei livelli attualmente raggiunti nei paesi più progrediti; ed anche la mortalità nelle età mature e senili, specialmente nel Settentrione, potrà diminuire ancora.

10. Intorno al 1860, si riscontravano ancora in Europa saggi di natalità generale di oltre 50 per 1000 abitanti, in Russia e in qualche altro paese della regione orientale, mentre in Francia già il saggio di natalità era sceso ad un livello due volte inferiore. Il saggio italiano di 38-39 per 1000 abitanti era prossimo al livello germanico e superiore a quello inglese.

E ancora nel decennio 1901-10, il saggio italiano di 32,4 per 1000 abitanti, molto vicino a quello germanico di 32,9, si distaccava nettamente dal sag- gio inglese di 27,2 ed ancor più da quello francese di 20,6 per 1000 abi- tanti. Ma,nel decennio 1951-60, il saggio italiano, caduto a 18,0, scende sotto quello francese di 18,7, pur superando - ma non di molto - il saggio germanico di 16,2 e quello inglese di 15,9 per 1000 abitanti.

Il saggio di fecondità generale è diminuito press'a poco nella stessa proporzione del saggio di natalità: da circa 15 O nascite annue per 1000 donne in età da 15 a 49 anni, al principio del periodo secolare considerato, è passato a meno di 70 verso la fine di esso.

I livelli attuali della natalità e della fecondità sono più bassi nel Set- tentrione che nel Mezzogiorno, e molto bassi, anche nel quadro interna- zionale, m alcune regioni settentrionali.

11. - Il saggio d'incremento naturale delle popolazioni europee

intorno al 1860 variava largamente da paese a paese. Era molto basso

in Francia, dove la natalità era già stata fortemente limitata; relativamente

alto in altri paesi, dove la diminuzione della mortalità, già avviata, non era

(16)

lO

INTRODUZIONE

stata ancora seguita da una adeguata diminuzione della natalità" o dove questa diminuzione non era ancora incominciata. Nel decennio' 1861-70, 'il saggio medio annuo d'incremento naturale era appena' di 2,7 per "1000 abitanti in Francia, mentre ascendeva a 7,1 per 1000 in Italia, a 10,3 in Germania, a 11,2 in Svezia e a 12,7in Inghilterra. Nel decennio 1901-10, il saggio francese era ridotto a 1,2 per 1000 abitanti, mentre quello italiano era salito a 11,0 e quello germanico a 14,2 e i saggi inglese (11,8) e sve- dese (10,9), pur essendo leggermente diminuiti, si mantenevano alti. La

~uccessiva maggior diminuzione della natalità che della mortalità ha fatto

~cendere

il saggio d'incremento naturale medio annuo del decennio 1951-

~O

a 8,3 per 1000 abitanti per l'Italia, a 5,2 per la Svezia, a 4,7 per là Ger- mania, a 4,3 per l'Inghilterra; in Francia, invece, il rialzo della natalità Iiell'ultimo dopoguerra ha riportato a 6,4 per 1000 abitanti il saggio d'in- cremento naturale, che pur in periodi non funestati da guerra era sceso sotto l per 1000 (0,7 nel 1891-1900, 0,8 nel

1931-35)~:

In Italia, il saggio d'incremento naturale si, è fortemente abbassato nel Settentrione, dove la diminuzione della natalità 'è stata maggiore di quella della mortalità; si è, invece, innalzato nel Mezzogiorno, dove la diminuzione della natalità è stata' minore di quella della,

mortalità~

12. Sebbene l'Europa (esclusi i territori sovietici) abbia perduto una quarantina di milioni di abitanti per l'eccedenza delle emigrazioni sulle iqtmigrazioni nel periodo secolare considerato, la sua popolazione, coniegià è stato detto, è aumentata da 220 a 425 milioni, per effetto della larga eccedenza delle nascite sulle morti. , , '

I mutamenti di confini avvenuti nel corso di questo periodo rendono difficili i confrontI per singoli' paesi; sono tuttavia evidenti le" differenze tr.a i pochi paesi nei quali la popolazione ha ristagnato' (poco sopra 4 milioni it;l,'Irlanda, per la bassa natalità e l'intensa emigtazionci) od è aumentata in moderata proporzione (da 36,5 milioni nel 1860 a 44,7 milioni nel 1960 in Francia, per conseguenza dellà bassa natalità, e col sussidio .di ùna ecc~deIizad'iinIiligraziqni) e quelli dove ha prevalso l'influenza della dimi- nu~ione della mortaÌità, d'etermiIiando forti aumenti di popolazione: da 3,3 à 11,5 milioni in Olanda,édaI9,9 a 45,9 in Inghilterra, da 37,6 a

?3,_o._inG~rfn~nia, da 25,5~49~g, iÌ1 Italia,nonostahte le forti perdite Ai

popolàzione derivate a' questi !re paési dalle ,eniigrazion~i'di'-massa véts~ i

continenti nuovi e .clalleguerre.. ' ,'-, '

",L'incremento relativo della popolazione italiana è stato press'apoco uguale a quello della p()poiazione europea (esclusi i territori sovietici), cosÌ che la prima costituisce ancora' nel' 1960, c'come nel 1860, poco meno del 12 % della seconda, pur avendo perduto, per l'emigrazione, più di 8 milioni di abitanti.

13. La composizione proporzionale 'per grandi gruppi ' d'età delle

popolazioni europee intorno al 1960 è molto differente da quella ,di. cen-

(17)

L'ITALIA NELLA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA 11

t'anni prima, in gran parte per. conseguenza della diminuzione della nata- lità e della mortalità, e s610· in minor parte per conseguenza delle migra- zioni e delle

guerre~

La quota dèlle età da O a 14 anni, che intorno al 1860 in qualche p:lese raggiungeva 40 % e nella stessa Francia, antesignana della limita- zione delle nascite, ascendeva a 27 %, è ora discesa fino a livelli minimi prossimi a 20 % nella Gran Bretagna, in Germania e in qualche altro paese;

in Italia essa è diminuita da 34 % nel 1861 a 26 % nel 1951.

La quota delle età da 65 anni in su, che un secolo fa era inferiore a 5 % nella maggior parte dei paesi, è oggi superiore a 10 % in parecchi di essi; in Italia è salita da 4 % nel 1861 ad 8% nel 1951.

Si è rafforzata la rappresentanza relativa delle età intermedie, da 15 a 64 anni, e specialmente quella delle età mature.

In Italia, queste variazioni sono state più accentuate nel Settentrione che nel Mezzogiorno, principalmente per conseguenza della maggior ca- duta della natalità settentrionale.

14. Come risulta dalla precedente espOSiZiOne, le straordinarie vi- cende della demogl'afia italiana nel periodo secolare considerato - caduta della mortalità e

:~ella

natalità, emigrazione di massa, inurbamento delle popolazioni, variazlbni della composizione per età - non costituiscono caratteristiche singolari del nostro paese, anzi s'inseriscono armonicamente nel quadro della rivoluzione demografica europea e mondiale.

Alla diminuzione della mortalità è seguita, più lenta in principio e più rapida in fine, quella della natalità. L'accelerato incremento demogra- fico, mentre ha dato impulso al progresso economico, reso possibile dal progresso tecnico, ha determinato reazioni, per la difesa del tenore di vita, e per il suo miglioramento: ampie emigrazioni verso l'estero; larghe :mi- grazioni interne dalle zone di economia stagnante o lentamente progressiva a quelle di economia rapidamente progressiva, dalle campagne· alle città;

estesa e crescente diffusione della limitazione volontaria delle nascite.

L'emigrazione, la caduta della natalità, le falcidie cagionate dalle guerre, hanno contribuito a frenare l'incremento della popolazione italiana, che, tuttavia, è stato molto rapido, in virtù della grande diminuzione della mortalità.

La profonda trasformazione dell'economia nazionale, da prevalente- mente agricola in agricolo-industriale, con tendenza alla crescente preva- lenza delle industrie di trasformazione, ha dato luogo a radicali modifica- zioni nella composizione professionale della popolazione. Dai campi, i la- voratori sono affluiti alle officine, ai servizi di trasporto e di distribuzione, agli uffici. Le zone urbane e suburbane hanno accolto una frazione cre- scente della popolazione; le zone rurali hanno visto diminuire la loro im- portanza demografica relativa, e in qualche caso anche quella assoluta.

,

(18)

12 INTRODUZIONE

<',Nel prossimo avvenire, col continuare e coll'intensificarsi dello sforzo che si va'svolgendo ·per l'espansione ed il perfezionamento delle attività produttive, potranno trovare riparo i disagi che sono derivati da un incre- mento demografico troppo rapido in confronto del progresso ,economico, specialmente se anche nelle regioni più arretrate l'ulteriore svolgimento della rivoluzione demografica condurrà ad Un nuovo equilibrio tra la nata- lità e la mortalità, adeguatQ,:,arlle possibilità di sviluppo economico e· conci- liabile col desiderato miglioramento del tenordi vita .

. . '.

i , .-

(19)

CONSISTENZA E CARATTERISTICHE PRIMARIE DELLA ROPOLAZIONE

Alle ricerche illustrate nei lavori del primo capitolo del presente volume hanno collaborato, specialmente con riferimento alla ricostruzione delle principali serie storiche, i seguenti funzionari dell'Istituto Centrale di' Statistica : Dott. Luigi Pinto, Direttore di divisione; Dott. Renato Guarini, Consigliere di l" classe; Dott. Ione Serotini, Consigliere di l" classe; Dott. Lucia Allegri, Consigliere. di 2- classe; Dott. Iolanda Borgnino, Consigliere di 3"

classe.

(20)

AVVERTENZE AI PROSPETTI E ALLE TAVOLE DEL CAP. 1

Salvo diversa specificazione i dati al 1921 si riferiscono alla popolazione rettificata (presente e residente); al 1936 i dati della popolazione presente si riferiscono alla presente speciale, com- prendente le persone appartenenti alle forze armate dislocate al di fuori del territorio nazionale ed ~ civili al seguito delle truppe.

PROSPETTO 1.3 - Popolazione presente fino al 1931; residente dal 1936 al 1961.

PROSPETTO 1.6 - Popolazione presente ai confini dell'epoca salvo il decennio 1951-61, cui dati si riferiscono alla residente.

PROSPETTI 1.7, 1.9, 1.11 e TAVOLE

loII,

I.V, LVI - Nel Piemonte è sempre compresa la Valle d'Aosta. Per il 1861 la popòlazione presente ai confirii èiéll'epoca comprende il Veneto ed, i tenitori dello Stato Pontificio; i dati della Toscana compren- dono Massa e Carrara; quelli delle Puglie il Principato ulteriore (Provincia di Avellino); per il 1921 i dati si riferiscono alla popolazione non rettificata, per il 1936 alla popolazione al netto delle forze armate dislocate al di fuori del territorio e dei civili al seguito delle truppe; per il 1961 i dati si riferi- scono alla residente. Nel prospetto 1.9 i dati percentuali sono integrati me- diante ripartizione proporzionale delle persone in età ignota;

PROSPETTO 1.8 - Al 1961 i dati si riferiscono alla popolazione residente.

PROSPETTO 1.10 e TAVOLA 1.IV - I dati sono integrati mediante ripartizione' proporzionale dtdle persone in età ignota. Nel prospetto 1.10 i dati al 1961 si rifeÌiscono alla popo- lazione residente.

PROSPETTI

1.12,

1.13, 1.14, 1.15 e TAVOLA LVII - Popolazione presente "ai confini dell'epoca.

I dati sono integrati a calcolo per. quanto concerne le persone di età e stato civile ignoti. Per il 1921 i dati si riferiscono alla popolazione non rettificata.

TAVOLA 1.1 - I dati della popolazione presente per sesso dal 1951 al 1961 sono provvisori.

TAVOLA 1.III - Al 1861 la Toscana non comprende Massa e Carrara che fa', parte dell'Emilia- Romagna; la popolazione presente ai confini dell'epocacorrtprende il Veneto ed i territori dello Stato Pontificio.

TAVOLA LVIII - Popolazione presente ai confini dell'epoca. Per il 1921 i dati si riferiscono alla popolazione non rettificata.

TAVOLE l.IX e LX - Popolazione presente ai confini dell'epoca. I separati ~d i divorziati sono compresi nei coniugati. Per il 1921 i dati si riferisconoallif. popolazione non rettificata.

(21)

AMMONTARE E STRUTTURA PER SESSO, ETA E STATO CIVlLE

EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE ATTRAVERSO IL TEMPO

1. L'evoluzione della popolazione nei cento anni decorsi dall'Unità d'Italia porta impressa l'influenza dei più disparati fattori naturali, poli- tici e sociali

opet~nti

separatamente e congiuntamente. Per una minuziosa analisi necessitg~epbe sceverare l'azione di ognuno di tali fattori; ciò però risulterebbe spe'~s.o oltremodo' azzardato, sia per la quasi assoluta impossi- bilità della preèisa individuazione della loro azione, sia per l'impossibilità di disgiungere ciò che è prodotto, da una parte, da fattori operanti contem- poraneamente (o quasi) all'evento demografico considerato e,' dall'altra, da quelli Ì'imontanti ad un passato più o menò remoto. Nonostante tale difficoltà, le càuse dei mutamenti' avvenuti nella tendenza dei fondamentali fattori della" dinamica della popolazione potranno essere rintracciate con sufficiente esattezza. '

Da un lato'l'accrescimento naturalè condizionato dalla 'sempre più larga diffusione del controllo" delle nascite e dalla diminuzione della mortalità (determinata tanto

dall~:

migliorate' condizioni economiche e sociali quanto da quelle igienico-sanitarie grazie al progresso della medicina), dall'altro il deficit migratorio provocato dalle massicce emigrazioni, trasformatesi in notevole parte in abbandono definitivo del paese, hanno lasciato segrii visibili riel variato ritmo d'aumento della popolazione italiana. ,

Analogamente l'azione di forze naturali, quali epidemie,alluviòni, terremoti, ecc;

~

e' le gravi perturbazioni causate dalle guerre e tra' questè specie dalla prima guerra mondiale, sono seguibili quasi passo per passo nelle contrastate vicende dell'evoluzione demografica.

È piuttosto' disagevole decifrare le conseguenze di,' tali vicissitudini a causa delle variazioni territoriali che sono intervenute sia nel primo decennio della vita unitaria, sia in seguito alle decisioni dei tràttati di pace scaturiti dalle

~ue

guerre mondiali. Proprio per tali ragioni si rende

Relazione., del, Prof. STEFANO SOMOGYI, Direttore, dell' Istituto di 'Scienze Demografi.ch~

dell'Università degli Studi di Palermo.

(22)

16 CONSISTENZA E CARATTERISTICHE PRIMARIE DELLA POPOLAZIONE

utile una duplice esposizione dei dati: l'una in base alle risultanze delle rilevazioni delle varie epoche e l'altra in base alle compagini demografiche che alle stesse epoche si trovavano nell'ambito dell'attuale territorio na- zionale (1).

L'analisi dell'evoluzione della popolazione si basa esclusivamente sui censimenti, in quanto, pur possedendo una documentazione precisa sul movimento naturale della popolazione, non si dispone di registrazioni anagrafiche sufficientemente attendibili sul movimento migratorio, indispen- sabili al calcolo della popolazione per i singoli anni intercensuali. Più in avanti si procederà pure a tale calcolo, ma è evidente che i punti fermi nell'andamento demografico sono i .censimenti.

2. L'evoluzione può essere seguita sotto il duplice aspetto della popo- lazione residente e presente. La popolazione residente è costituita dalle persone iscritte all'anagrafe di un qualunque comune d'Italia, anche se assenti dal paese all' epoca del censimento; la popolazion.e presente invece è costituita da tutte le persone trovanti si entro i confini del paese, anche se residenti all' estero.

Considerando l'evoluzione della popolazione. residente negli attuali con- fini si nota che da 26.328.000 abitanti risultanti alla data del primo cen..i simento, 31 dicembre 1861, si è passati a 50.623.569 al 15 ottobre 1961, con un aumento di 24.295.569 abitanti. Leggermente differenti sono i dati se si prende in considerazione la popolazione presente; questa che al 1861 con- tava 25.756.000 abitanti ne conta 49.876.790 nel 1961 ; con un aumento di

24.120.790 individui (Prosp. 1.1). In cento anni, cioè, la popolazione ita- liana è quasi raddoppiata. L'andamento dell'evoluzione, però, è stato quanto mai differenziato nei vari periodi intercensuali.

Dall' esame delle rate di incremento medio annuo della popolazione residente nei periodi intercensuali calcolate per mille abitanti si rileva che il ritmo di aumento per l'intero Paese dal 1861 al 1961 è stato in media del 6,7 %0 annuo con differenze alquanto notevoli nei vari periodi. La massima espansione si è avuta nei periodi antecedente e susseguente al decennio della prima guerra mondiale, con 8,6 0(00 in ambedue i casi; il valore a questi più vicino, 7,4 0(00 è stato registrato per il quindicennio 1936- 51, tanto più da mettere in rilievo in quanto comprende anche le gravi perdite in vite umane della seconda guerra mondiale.

Le rate d'incremento più frequenti oscillano attorno al valore di 6,6 %0 (6,7 0(00 nel 1861-71,. 6,6 %0 nel 1881-1901, 6,5 %0 nel 1931-36) e, ad esso molto simile, il ritmo di evoluzione più recente nel 1951-61 è del 6,4 %0'

(1) Per tale ricostruzione si è fatto ricorso per il Lazio, il Veneto e la provincia di Man- tova sia alle rilevazioni dell'ex Stato Pontificio, sia ai censimenti austriaci del periodo1861~71;

perle regioni di Trentino-AltoAdige, Friuli-Venezia Giulia e qualche comune del Veneto, ai censimenti decennali austriaci e ungheresi dal 1871 al

19f1. .

(23)

Prosp.

1.1 -

POPOLAZIONE RESIDENTE E PRESENTE NEI CONFINI ALLE DATE DEI CEN- SIMENTI E NEI CONFIN(ATTUALI

POPOLAZIONE RATA n'INCREMENTO

DATE POPOLAZIONE INTERCENSUALE

(migliaia) DELLA POPOLAZIONE (a) DEI CENSIMENTI

I I I

Residente Presente Residente Presente Residente Presente

CONFINI DELL'EPOCA CONFINI ATTUALI

1861 (31 dic.) . 22.182.000 21.777.334

(b)26.328

25.756 1871 (31 dic.) . 27.304.000 26.801.154

(bl

28 .151 27.578 1881 (31 dic.) . 28.953.480 28.459.628 29.791 29.278

l

1901 (10 feb.) . 32.964.504 32.475.253 33.778 33.370 1911 (lO giu.) . 35.845.048 34.671.377 36.921 35.695 1921 ( 1 dic.) . 38.449.000 37.973.977 37.856 37.404 1931 (21 apr.) 41.651.617 41.176.671 41.043 40.582 1936 (21 apr.) 42.993.602 42.918.726 42.399 42.303 1951 ( 4 nov.) . 47.515.537 47.158.738 47.516 47.159 1961 (15 ott.) . 50.623.569 49.876.790 50.624 49.877

(a) Incremento medio annuo per 1.000 abitanti rispetto al censimento precedente.

(b) Popolazione residente calcolata Il fine anno.

- -

6,7 6,9

5,7

6,0

6,6 6,9

8,6 6,5

2,4 4,5

8,6 8,7

6,5 8,3

7,4

·7,0

6,4 6,4

Solo in due periodi si sono registrate rate più modeste; il primo, di assestamento del nuovo Stato italiano (1871-81) con 5,7 %0 ed il se- condo, che ha comprensibilmente il saggio d'incremento più modesto di tutti, con il solo 2,4 %0' comprendente la prima guerra mondiale, con una perdita di vite assai pronunciata.

3. Il ritmo d'incremento piuttosto elevato osservato per quasi tutti i periodi sarebbe stato ancor più accentuato, se la popolazione italiana non avesse subìto quasi costantemente l'effetto negativo del deficit migratorio.

Ciò potrà apparire in tutto il suo significato confrontando l'incremento totale con l'incremento naturale (costituito dal saldo biologico: differenza tra l'ammontare globale dei nati vivi e dei decessi di un periodo) da cui appare il saldo migratorio (differenza tra l'ammontare globale degli emigrati e dei rimpatriati o immigrati).

Tale bilancio demografico (Prosp. 1.2) non è stato impostato per i periodi intercensuali, perchè avrebbe richiesto una ricostruzione del movi- mento della popolazione sovente fino alla frazione giornaliera, ma è stato calcolato per periodi decennali iniziando dallO gennaio 1862, cioè dal primo censimento, fino al 31 dicembre 1961, entrò gli attuali confini, tenendo conto cioè delle successive variazioni territoriali verificatesi sia in seguito all'incorporazione delle provincie \Tenété e di MaIitova nel 1867, sia in se- guito alle due guerre mondiali.

2

(24)

18

CONSISTENZA E CARATTtRISTtcBt PRIMARIE DELLA POPOLAZIONE

L'I talia in nessuna epoca, ha avuto saldo migratorio po- sitivo.

Il deficit migratorio, da un iniziale ristretto contingente di 78 mila individui, con il pas- sare degli anni è arrivato a quo- te assai elevate sia nel decennio

1891-1901, quando fu registrato il massimo con 1.468 mila in- dividui' che in quello successivo 1901-11 con 1.177 mila. Nei pe- riodi seguenti il deficit varia- mente oscillante è rimasto a li- velli meno elevati; nel 1931-41 era sceso ad una quota che era la più bassa dal 1871 in poi. Da questa però si è avuta una re- crudescenza del fenomeno che

Prosp. 1.2 -

BILANCIO DEMOGRAFICO DELL'ITA- LIA DAL

1861

AL

1961

PER PERIODI DE- CENNALI

Popolazione presente - Confini attuali (Migliaia)

-

INCREMENTO

PERIODI DELLA GLOBALE popo- ECCEDENZA NATURALE MIGRATORIO SALDO LAZIONE

1861-71 1.822 1.900

-

78

1871-81 1.700 2.078

-

378

1881-91 2.309 3.154 - 84-5

1891-01 1.982 3.450 - 1.4·68

1901-11 2.615 3.792 -1.177

1911-21 1.253 1.989 - 736

1921-31 3.484 4.4-27 - 94-3

1931-41 3.618 3.901 - 283

1941-51 2.685 3.372

-

687

1951-61 2.821 4.106 - 1.285

1861-1961 24.289 32.169 - 7.880

è sfociata nel 1951-61 in una perdita di ben 1.285 mila individui.

Senza tale

«

esodo)ì il saldo biologico sarebbe risultato sicuramente più cospicuo, sia per la permanenza di tali masse demografiche, sia per- ché la presenza nel paese (e segnatamente nelle regioni più prolifiche che sono state appunto le

«

riserve )ì più ricche per l'emigrazione) di tanti ele- menti, trovantisi in buona parte nelle età più favorevoli alla procreazione, avrebbe contribuito ad accentuare il saldo positivo anche per la bassa mortalità di tali contingenti.

D'altronde la forzata contrazione delle emigrazioni determinata sia dai provvedimenti limitativi dei paesi di immigrazione, principalmente degli Stati Uniti, sia dalla politica restrittiva del governo fascista, ha assicu- rato un accrescimento piuttosto elevato negli anni intercorsi tra le due guerre mondiali e ciò proprio nel periodo in cui la denatalità ha fatto sentire sempre più accentuatamente la sua influenza di remora all'aumento.

Negli anni dopo la seconda guerra mondiale, invece, il notevole van- taggio acquisito nel saldo biologico dalla spettacolare riduzione della morta- lità generale, che ha efficacemente controbilanciato l'ulteriore discesa della natalità, non è stato sufficiente a riportare al primitivo livello il ritmo d'au- mento della popolazione, a causa delle perdite determinate dalle nuove e vaste correnti di emlgrazlOne.

STIME INTERCENSUALI

4. Per soddisfare alle molteplici esigenze connesse sia con l'analisi

e la misura dei fattori fondamentali del movimento e della struttura demo-

(25)

grafica e socio-economica della popolazione italiana, sia con l'analisi dei vari fenomeni interdipendenti con la variazione della popolazione si ricorre regolarmente per i singoli anni dei periodi intercensuali al calcolo della popolazione. Tale calcolo però si differenzia' tanto più sensibilmente dai dati risultanti dai censimenti, quanto più fortemente interviene il gioco del movimento migratorio, che al contrario di quello delle nascite e dei decessi non può essere registrato con esattezza. Le differenze tra la popola- zione calcolata e quella censita sono risultate più cospicue quanto più lungo era il periodo intercensuale, che in due casi (1881-1901 e 1936-1951) ha raggiunto i 20 ed i 15 anni.

Era indispensabile perciò poter disporre di convenienti serie di dati annuali sulla consistenza totale della popolazione sia residente che presente, riferita tanto ai territori effettivi delle varie epoche quanto a quello attuale.

Quale data di riferimento è stato scelto il 31 dicembre di ogni anno che è qùella più utilizzabile per le varie necessità e da cui facilmente si ottiene anche la popolazione a metà anno. Fatta eccezione per i tre primi censi- menti del 1861, 1871 e 1881, le cui date di riferimento coincidono ap- punto col 31 dicembre, per tutti gli altri si è proceduto anzitutto a ripor- tare i dati al 31 dicembre dell'anno in cui è stato effettuato il censimento stesso, operazione questa che è stata compiuta sulla base del movimento della popolazione avutosi nel periodo intercorrente tra la data di censimento e la fine dell'anno.

Mentre per il movimento naturale della popolazione gli elementi necessari o erano senz'altro disponibili o comunque facilmente utilizzabili con opportuni adattamenti, per il movimento migratorio con l'estero non può dirsi altrettanto in quanto fino al 1902 non si dispone di rilevazioni sui rimpatri. Per tale motivo si è reso

indispensa~ile

ricorrere ad un ap- posito calcolo 'del movimento migratorici che ha consentito di ricostruire il bilancio demografico italiano dal 1861 al 1961 (1). .

Per i periodi nei quali si sono verificati avvenimenti di carattere eccezionàle, soprattutto perqu~11i comprendenti le due guerre mondiali, è stato necessario operare alcune correzioni ai risultati raggiunti, tenendo appunto conto di tali particolari situazioni.

I

~ati

della popolazione così ricostrUltl sono stati successivamente suddivisi per sesso (Tavola LI in Appendice).

EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE NELLE REGIONI

5. È intuitivo che l'evoluzione della popolazione italiana, se osservata per singole zone territoriali (provincie, regioni, ripartizioni geografiche)

(1) Cfr. pl;r maggiori dettagli sul procedimento seguito la relazione del Dott. Franco Giusti, Bilanci demografici della popolazione italiana dal 1861 al 1961, nel cap. 1, del presente volumè.

(26)

20 CONSISTENZA E CARATTERISTICHE PRIMARIE DELLA POPOLAZIONE

ognuna con un destino demografico particolare, appare di notevole varia- bilità: Proprio tale circostanza induce ad esaminare con maggiore dettaglio l'evoluzione delle diverse zone. Si procederà, però, soltanto all' esame dei dati regionali, perchè quelli provinciali, pur essendo anch' essi di notevole interesse, porterebbero fuori dell'ambito di una presentazione a grandi linee, mentre d'altra parte le ripartizioni geografiche comprendendo zone di carattere anche antitetico, nasconderebbero aspetti di notevole interesse.

Per quasi tutte le regioni si è potuto seguire l'andamento attraverso il tempo senza difficoltà per la comparabilità territoriale, nel senso che la loro superficie o non ha subito variazione alcuna o solo di entità insigni- ficante. Per poche regioni invece è stato necessario ricorrere ad aggiusta- menti per eliminare l'effetto perturbatore di più o meno sensibili variazioni di territorio determinate dall'aggiunta o dal distacco anche di interi cir- condari.

Nel Prosp. 1.3 sono riportate le popolazioni delle 19 regioni dal 1861 al 1961 entro i confini esistenti al censimento del 1961; nella Tavola l.II dell' Appendice si trovano invece i dati secondo le risultanze effettive dei censimenti e nella Tavola 1.III i dati della popolazione presente e residente per sesso nei confini dell' epoca e in quelli attuali.

Dalle distribuzioni percentuali rispetto alla popolazione dell' Italia (Prosp. 1.3) appaiono i pesi differenti delle singole regioni nella compagine globale. Tali pesi però non sono rimasti inalterati attraverso il tempo, in modo che, se si istituiscono le graduatorie all'epoca dei censimenti e si con- frontano le tre situazioni del 1861, 1911 e 1961 cioè i due intervalli cinquan- tenhali, si trova che la Lombardia resta sempre in testa seguita dal Pie- monte, Sicilia e Campania nel 1861, da Sicilia, Piemonte e Campania nel 1911 e da Campania, Sicilia e Lazio nel 1961. Tendenze ad avanzare nella graduatoria hanno registrato Campania, Lazio, Liguria, Sardegna e Umbria;

a retrocedere Piemonte, Emilia, Toscana, Abruzzi e Molise e Marche.

Alle posizioni più basse si trovano Basilicata, Umbria e Trentino-Alto Adige.

Nd-~l'Qsp.

1.4 si-tl'GVano i tassi medi annui à1-incremente-della popola- zione nei periodi intercensuali per tutte le regioni dal 1861 al 1961 sia per la popolazione residente che presente.

EVOLUZIONE DELLE POPOLAZIONI MASCHILE E FEMMINILE

6. Osservando l'andamento delle due popolazioni maschile e fem-

minile per l'intero Paese dal 1861 al 1961 (utilizzando i dati delle stime,

indicate nel paragrafo 4, alla fine di ogni decennio per una migliore com-

parabilità dell' evoluzione) problemi di squilibrio non si sono affacciati tra

i due contingenti se non in questo secolo. Infatti nei primi tre censimenti

furono rilevate prevalenze quasi insignificanti di maschi, che vanno a 52

(27)

Prosp.

1.3 -

POPOLAZIONE DELLE REGIONI AI VARI CENSIMENTI Confini al censimento I96I

REGIONI

Piemonte . . Valle d'Aosta Liguria . . . Lombardia . Trentino-Alto Adige Veneto . . . . Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna . Marche.

Toscana.

Umbria.

Lazio

Abruzzi e Molise Campania.

Puglia . Basilicata Calabria.

Sicilia . . Sardegna

ITALIA

Piemonte . . Valle d'Aosta.

Liguria . . . Lombardia . 'Trentino-Alto Adige

Veneto . . . Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Marche.

Toscana.

Umbria . Lazio . . Abruzzi e Molise Campania Puglia . . Basilicata Calabria.

Siçilia . . Sardegna

ITALIA

1861 [1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961

DATI ASSOLUTI IN MIGLIAIA

2.682 2.818 2.98513.23213.340 3.300 3.414 3.418 3.518 3.914

82 81 82 82 79 79 80 84' 94 101

778 852 901 1. 086 1. 206 1. 335 1.437 1. 467 1. 567 1. 736 3.2453.4433.6654.2664.774 5.0875.5465.8366.5667.406

522 545 546 578 636 639 659 669 729 786 1.917 2.168 2.320 2.549 2,907 3.245 3.405 3.566 3.918 3.847 642 709 769 905 1.012 1.120 1.107 1.108 1.226 1.204 2.060 2.172 2.243 2.512 2.750 3.027 3.218 3.339 3.544 3.667 883 915 939 1.061 1.093 1.148 1.218 1.278 1.364 1.348 1.918 2.090, 2.155 2.487 2.631 2.763 2.896 2.978 3.159 3.286 438 469 488 572 593 640 691 723 804 795 1.089 1.211 1.277 1.619 1.731 1.961 2.393 2.655 3.341 3.959 1.168 1. 235 1.270 1. 388 1. 377 1. 351 1.488 1. 590 1. 684 1.564 2.3852.49312.636 2.869 3,014 3.0813.492 3.697 4.346 4.761 1.333 1.440 1.609 1.981 2.151 2.208 2.491 2.642 3.221 3.421 493 510 525 491 474 457 508 543 628 644 1.141 1.206 1.258 1.370 1.402 1.451 1.669 1.772 2.044 2.045 2.392 2.584 2.928 3.530 3.672 3.652 3.897 4.000 4.487 4.721 588 637 682 792 853 860 973 1.034 1.276 1.419 25.756 27.578,29.278 33.370 35.695 37.40440.582 42.399 47.51650.624

10,4 0,3 3,0 12,7 2,0 7,5 2,4 8,0 3,4 7,5 1,7 4,2 4,5 9,3 5,2 1,9

4,4

9,3 2,3

PERCENTUALI

10,2 10,2 0,3 0,3 3,1 3,1 12,5 12,5 2,0 1,9 7,8 7,9 2,6 2,6 7,9 7,7 3,3 3,2 7,6 7,3 1,7 1,7 4,4 4,4 4,5 4,3 9,0 9,0 5,2 5,5 1,8 1,8 4,4 4,3 9,4 10,0 2,3 2,3

9,7 0,2 3,3 12,8 1,7 7,6 2,7 7,5 3,2 7,4 1,7 4,9 4,2 8,6 5,9 1,5 4,1 10,6 2,4

9,4 0,2 3,4

13,4

1,8 8,1 2,8 7,7 3,1 7,4 1,7

4,8

3,9

8,4

6,0 1,3 3,9 10,3 2,4

8,8 0,2 3,6 13,6 1,7 8,7 3,0

8,~

3,1 7,4 1,7 5,2 3,6 8,2 5,9 1,2 3,9 9,8 2,3

8,4 0,2 3,6 13,7 1,6

8,4

2,7 7,9 3,0 7,1 1,7 5,9 3,7 8,6 6,1 1,3 4,1 9,6 2,4

8,1 0,2 3,5

13,8

1,6

8,4

2,6 7,9 3,0 7,0 1,7 6,3 3,7 8,7 6,2 1,3 4,2 9,4 2,4

7,4 0,2 3,3 13,8 1,5 8,3 2,6 7,5 2,9 6,7 1,7 7,0 3,5 9,1 6,8 1,3 4,3 9,4 2,7

7,7 0,2 3,4 14,6 1,6 7,6 2,4 7,2 2,7 6,5 1,6 7,8 3,1 9,4 6,8 1,3 4,0 9,3 2,8 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100.0

Riferimenti

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