• Non ci sono risultati.

SISTEMA DELLE COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "SISTEMA DELLE COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE"

Copied!
25
0
0

Testo completo

(1)

SISTEMA DELLE COMUNICAZIONI

OBBLIGATORIE

Giugno 2020 - n° 33

Direzione Generale dei Sistemi Informativi, Innovazione Tecnologica, Monitoraggio dati e Comunicazione

ATTIVAZIONI

• Nel primo trimestre 2020 si registrano 2 milioni e 565 mila attivazioni, a cui si aggiungono circa 155 mila trasformazioni a Tempo Indeterminato, per un totale di 2 milioni e 720 mila attivazioni. • Rispetto al primo trimestre 2019 il volume di

contratti attivati, comprensivi delle trasforma-zioni, diminuisce del 10,4%, in misura sostanzial-mente superiore per la componente femminile (-12,0%) rispetto a quella maschile (-9,1%). • Il calo delle attivazioni è da attribuire

principal-mente al settore dell’Industria (-12,5%), all’in-terno del quale si registra una riduzione sia per l’Industria in senso stretto (-14,4%) sia per le Costruzioni (-9,1%), e al settore dei Servizi che mostra una diminuzione di -13,4%.

• La dinamica registrata nel primo trimestre 2020 risente dei primi effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e delle misure di contenimento dell’epidemia adottate dal Governo a più ripre-se. Il calo delle attivazioni è attribuibile quasi del tutto alla variazione negativa osservata nel mese di marzo (-36,8%), quando le misure restrittive, inizialmente adottate solo in alcu-ne aree della Lombardia e del Vealcu-neto, hanno comportato l’interruzione di tutte le attività, ad esclusione dei servizi essenziali, sull’intero ter-ritorio nazionale. Per contro, nei primi due mesi dell’anno la variazione tendenziale aveva fatto registrare un aumento pari a +2,0% (+1,2% nel mese di gennaio e +3,0% nel mese di febbraio). • Il complessivo flusso in entrata a Tempo

Inde-terminato, costituito dalle attivazioni e dalle trasformazioni, risulta pari a 638 mila, in calo di 54 mila contratti (-7,8%), spiegato per circa il 39,0% dalla riduzione delle trasformazioni a Tempo Indeterminato (-21 mila). La contrazione tendenziale delle attivazioni dei rapporti a Tem-po Indeterminato (al netto delle trasformazioni) si era manifestata già prima dell’emergenza sa-nitaria e delle associate misure di contenimento con tassi che avevano raggiunto il valore di -8,7% nel mese di gennaio a cui era seguito un calo più contenuto nel mese di febbraio (-2,3%). Nel mese di marzo, la diminuzione è proseguita con tassi che si posizionano comunque poco al di so-pra della media del trimestre (-7,2%). La diminu-zione tendenziale delle trasformazioni nel trime-stre è attribuibile, invece, con maggiore evidenza al calo registrato nel mese di marzo (-25,5%). • Le attivazioni dei contratti a Tempo Determinato

decrescono ad un tasso del -10,4% rispetto al trimestre dell’anno precedente e la diminuzione ha riguardato per lo più le Regioni del Centro e del Nord (rispettivamente, -13,9% e -16,0%). Anche in questo caso, sulla contrazione ha influito la variazione tendenziale registrata nel

Nel primo trimestre del 2020, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 2 milioni e 565 mila, in calo del 10,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a -294 mila contratti), e hanno riguardato 2 milioni e 22 mila lavoratori, in calo tendenziale di -6,5%, pari a circa 141 mila individui (con maggiore calo nel mese di marzo) (Grafico 1).

Considerando anche le trasformazioni a Tempo Indeterminato, pari a circa 155 mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 2 milioni e 720 mila, in calo del 10,4% (pari a 315 mila attivazioni in meno), rispetto al corrispondente perio-do del 2019 (la diminuzione delle attivazioni ha interessato esclusivamente il mese di

marzo).

I flussi delle attivazioni dei rapporti di lavoro nel primo trimestre 2020 risentono delle misure di contenimento indotte dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. Conside-rando i dati mensili all’interno del trimestre, si osserva, infatti, che la diminuzione delle

attivazioni ha interessato esclusivamente il mese di marzo, raggiungendo un valore

pari a -36,8%, laddove nei primi due mesi dell’anno la variazione tendenziale aveva fatto registrare, invece, un aumento pari al 2,0% (+1,2% nel mese di gennaio e +3,0% nel mese di febbraio).

Il calo delle attivazioni ha coinvolto in primo luogo il Nord del Paese (-14,4%) e in misura minore il Mezzogiorno (-4,4%), mentre nel Centro si assiste a una diminuzione tenden-ziale pari a -11,3%. Si osserva, inoltre, che le attivazioni (comprensive delle trasforma-zioni) diminuiscono in misura superiore per la componente femminile soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno.

Il 65,3% del totale delle attivazioni (comprensive delle trasformazioni a Tempo Inde-terminato) risulta concentrato nel settore dei Servizi, che mostra un calo di -13,4%, ri-spetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. All’interno di questo settore si può osservare che il comparto alberghiero e della ristorazione, con un calo tendenziale pari a -27,0% nel trimestre, ha risentito in misura maggiore della crisi dettata dalle conse-guenze dell’emergenza sanitaria riportando un impatto maggiore in termini di calo delle attivazioni all’interno del settore; in questo comparto le attivazioni dei rapporti di lavoro risultano, infatti, in aumento tendenziale nei primi due mesi dell’anno per poi diminuire drasticamente nel mese di marzo ad un tasso pari al -72,4%. Nel primo trimestre 2020, l’Industria, invece, che con 441 mila attivazioni assorbe il 16,2% del totale, presenta una diminuzione pari al -12,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nell’am-bito del settore industriale il calo interessa maggiormente gli uomini (-13,0%, mentre per le donne risulta -10,2%) e riguarda in misura superiore l’Industria in senso stretto (-14,4%) rispetto alle Costruzioni (-9,1%). Anche in questo caso, la diminuzione tenden-ziale nel trimestre è imputabile soprattutto al calo verificatosi nel mese di marzo, soprat-tutto per i rapporti di lavoro attivati nel settore delle Costruzioni, dove alla diminuzione del -35,1% rilevata nel mese di marzo si contrappone, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, un aumento nel mese di gennaio e di febbraio (rispettivamente, +5,5% e +1,7%). Le attivazioni nel settore dell’Industria in senso stretto risultano, invece, in dimi-nuzione in tutto il trimestre anche se ad un tasso superiore nel mese di marzo (-25,0%, contro -14,1% e -3,6% di gennaio e febbraio) che si manifesta con maggiore evidenza nel Centro e nel Nord (rispettivamente, -28,3% e -33,3%).

Di contro, il settore dell’Agricoltura, che con 502 mila attivazioni rappresenta il 18,4% del totale, fa registrare una crescita di 24 mila attivazioni, pari a +4,9%, esclusivamente per l’aumento osservato nella componente maschile (+7,0%).

Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato, comprensive di 155 mila trasforma-zioni (di cui 124 mila da Tempo Determinato e 31 mila da Apprendistato), determinano un complessivo flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato pari a 638 mila, in calo di 54 mila attivazioni rispetto allo stesso periodo del 2019 (-7,8%), che risulta comunque superiore alle 488 mila cessazioni a Tempo Indeterminato. La dinamica delle trasforma-zioni contribuisce in parte al negativo andamento del flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato: il calo tendenziale di 54 mila ingressi nei contratti a Tempo Indetermi-nato è spiegato per circa il 39% dalla diminuzione delle trasformazioni a Tempo Inde-terminato (pari a -21 mila). Considerando i dati mensili, si osserva che la contrazione tendenziale delle attivazioni dei rapporti a Tempo Indeterminato al netto delle trasfor-mazioni si era manifestata già prima dell’emergenza sanitaria e delle associate misure di contenimento con tassi che avevano raggiunto il valore di -8,7% nel mese di gennaio a cui era seguito un calo più contenuto nel mese di febbraio (-2,3%). Nel mese di marzo, la diminuzione è proseguita con tassi che si posizionano comunque poco al di sopra della media del trimestre (-7,2%)

Le attivazioni a Tempo Determinato sono calate del 10,4% nel trimestre e tale contra-zione riflette la variacontra-zione negativa osservata nel mese di marzo (-41,9%) che è stata sicuramente più pronunciata nel Centro e nel Nord (rispettivamente, -51,7% e -47,7% a fronte di -29,0% nel Mezzogiorno).

(2)

sentano un calo tendenziale pari a -11,5%. Le attivazioni relative alla tipologia con-trattuale Altro, costituita per lo più dai contratti di lavoro intermittenti, mostrano un calo ancora più intenso, pari al -16,0%. Calano, inoltre, le attivazioni dei contratti di Collaborazione (-11,9%), la cui dinamica tendenziale in discesa si presenta per il sesto trimestre consecutivo.

Il calo tendenziale dei lavoratori attivati, al netto delle trasformazioni, viene registra-to per gli individui con età inferiore a 54 anni (-10,7% per la prima classe di età, -9,8% per i lavoratori con età compresa tra 25 e 44 anni e -3,8% per i 45-54enni), a cui si contrappone un aumento per i 55-64enni (+5,0%) e per gli ultrasessantaquattrenni (+5,8%). Il maggiore calo delle attivazioni rispetto a quello rilevato per i lavoratori coinvolti ha determinato una diminuzione del numero di attivazioni pro-capite, che passa da 1,32 nel primo trimestre del 2019 a 1,27 nel primo trimestre del 2020. Nel primo trimestre del 2020 si registrano 2 milioni 76 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un decremento di 18 mila unità, pari allo 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al numero di cessazioni osservate nel trimestre si associano 1 milione 583 mila lavoratori coinvolti da cessazioni, con un aumento di 83 mila unità (pari al +5,5%) (Grafico 2).

La riduzione osservata nel trimestre per le cessazioni è riconducibile ad un aumento nei mesi di gennaio e febbraio, pari rispettivamente a +7,4% e +11,6%, e di decresci-ta, pari a -17,1%, nel mese di marzo (corrispondente a -138 mila cessazioni). Il decremento tendenziale percentuale delle cessazioni (-0,8%) risulta inferiore rispet-to a quello osservarispet-to per le attivazioni (-10,3%), mentre all’incremenrispet-to dei lavorarispet-tori cessati (+5,5%) si osserva una riduzione di quelli attivati (-6,5%).

I rapporti di lavoro cessati diminuiscono in tutte le ripartizioni territoriali e per en-trambe le componenti di genere tranne per il Mezzogiorno (+1,2%) il cui valore di crescita è determinato dall’aumento della componente maschile (+4,4%) a fronte di un calo di quella femminile (-3,1%).

Il 76,8% delle cessazioni è concentrato nel settore dei Servizi, che registra un de-cremento pari a -2,4% (-39 mila cessazioni), a fronte dell’inde-cremento riscontrato nel settore dell’Agricoltura (+8,7%, pari a 14 mila), che assorbe l’8,1% delle cessazioni, e nel settore Industriale, dove interessa sia le Costruzioni (+4,5%) - per il contributo di segno positivo fornito dalla componente maschile (+5,0%) a fronte di un valore opposto in quella femminile (-5,0%) - e, in misura minore, I’Industria in senso stretto (+0,9%) dove l’incremento coinvolge le donne (+3,1%) a fronte di una variazione nulla per gli uomini.

Il settore dei Servizi nel mese di marzo registra una decrescita tendenziale estesa a tutti i settori di attività, con l’esclusione di quello relativo a Commercio e Riparazio-ni. Le variazioni più significative riguardano Altri servizi pubblici, sociali e personali (-48,1%), P.A., Istruzione e sanità (-36,5%). Nel settore Industriale, mentre l’Industria in senso stretto passa da febbraio a marzo a una variazione di segno negativo (da +8,2% a -7,4%), nelle Costruzioni le cessazioni continuano a crescere (da +8,5% a +5,3%), seppure con minore intensità.

La dinamica tendenziale delle cessazioni registra variazioni di segno negativo nei contratti di Collaborazione (-5,8%) e, in misura minore, nei contratti a Tempo Indeter-minato (-1,6%) e in quelli a Tempo DeterIndeter-minato (-0,8%), mentre cresce l’Apprendista-to (+2,2%) e la categoria Altro (+1,7%).

Rispetto al primo trimestre del 2019 emerge una diminuzione dei contratti con du-rata fino a 30 giorni (-13,4%), più significativa per quelli di brevissima dudu-rata pari a un giorno (-23,0%) e quelli di 2-3 giorni (-25,9%). Si registra inoltre, una crescita nella classe 91-365 giorni (+13,1%) e in quella 31-90 giorni (+9,7%) e, in maniera più contenuta, nella classe di durata superiore a 1 anno (+1,4%), attribuibile alla varia-zione positiva delle donne (+5,6%) a fronte di una variavaria-zione di segno negativo per gli uomini (-2,0%).

Nel mese di marzo i rapporti cessati relativi ai Contratti a tempo determinato, dopo una crescita pari a +7,6% a gennaio e +8,5% a febbraio, mostrano nel mese di marzo una discesa (-14,1%), connessa in parte alla diminuzione delle attivazioni di nuovi contratti di breve durata. Per quanto concerne i contratti a Tempo Indeterminato, a marzo il decremento è pari a -25,5% e interessa tutti i settori produttivi - tranne P.A., Istruzione e Sanità (+35,2%) - compresa l’Industria (-39,6% le Costruzioni e -36,5% l’Industria in senso stretto).

Considerando le cause di cessazione dei rapporti di lavoro, si osserva un decremento per la Cessazione al termine del contratto di lavoro (-4,0%), le Dimissioni (-5,8%), il Licenziamento (-5,5%) e in particolare per la Cessazione di attività (-18,5%), a fronte di una forte crescita per i Pensionamenti (+152,4%) e, in misura minore, della cate-goria Altro (+20%).

Relativamente ai contratti di lavoro in somministrazione, nel primo trimestre del 2020 si registrano circa 300 mila attivazioni e 290 mila cessazioni. Rispetto allo stes-so trimestre dell’anno precedente, le attivazioni risultano in calo dell’11,8%, mentre le cessazioni sono in diminuzione del 5,7%. La riduzione osservata nel trimestre per le attivazioni risulta per effetto di un calo pari a -3,9% nel mese di gennaio, una crescita pari a +1,5% nel mese di febbraio e una decrescita pari a -34,0% nel mese di marzo (corrispondenti a -36 mila somministrazioni). La Lombardia, che rappresenta la Re-gione più importante per numero di attivazioni in somministrazione (in genere pari a circa il 25% del Paese) registra a marzo una diminuzione di 9.500 attivazioni, che spiega il 26,1% del calo nazionale. Anche il Lazio (oltre 6 mila attivazioni in meno) e il Veneto (oltre 5 mila in meno) mostrano una decrescita significativa, che contribuisce a spiegare altre quote significative della variazione totale, per il Lazio pari al 16,9% e per il Veneto pari al 14,2%.

più pronunciata nel Centro e nel Nord (rispetti-vamente, -51,7% e -47,7% a fronte di -29,0% nel Mezzogiorno).

• Diminuisce per il sesto trimestre consecutivo il numero di attivazioni dei contratti di Collabo-razione (-11,9% nel primo trimestre del 2020), attestandosi a 103 mila. L’Apprendistato, infine, dopo una crescita ininterrotta dal 2016, nel pri-mo trimestre del 2020 diminuisce di -11,5%. • I lavoratori interessati da nuove attivazioni sono

pari a 2 milioni e 22 mila, in calo di -6,5% (pari a circa -141.000 unità) rispetto al primo trimestre del 2019.

CESSAZIONI

• Nel primo trimestre del 2020 si registrano 2 mi-lioni 76 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un decremento dello 0,8% (pari a -18 mila unità) nei confronti dello stesso trimestre del 2019, che coinvolge esclusivamente la componente fem-minile (-2,3%) rispetto a quella maschile in cui i rapporti cessati crescono (+0,4%).

• La contrazione dei rapporti cessati è riconducibi-le alla variazione tendenziariconducibi-le di segno negativo registrata nel mese di marzo (-17,1%) a fronte dell’incremento osservato a gennaio e febbraio (rispettivamente +7,4% e +11,6%).

La diminuzione interessa soprattutto il Centro (-4,6%) piuttosto che il Nord (-0,1%), mentre il Mezzogiorno fa registrare un aumento (+1,2%). • Il decremento dei rapporti cessati è

riconducibi-le esclusivamente al settore dei Servizi, con una variazione tendenziale pari a -2,4% (pari a -39 mila), mentre la variazione è di segno positivo sia in quello Agricolo (+8,7%, pari a +14 mila) che nell’Industria (+2,4%, pari a +7 mila). Nel settore industriale le cessazioni crescono sia nel-le Costruzioni (+4,5%), che nelI’Industria in senso stretto (+0,9%).

• L’esame in termini mensili mostra nel mese di marzo una decrescita tendenziale del settore dei Servizi estesa a tutte le attività economiche in esso comprese, con l’esclusione di quelle relative a Commercio e Riparazioni.

• Sono pari a 1 milione 583 mila i lavoratori coin-volti da cessazioni, in aumento del 5,5% (pari a +83 mila unità) rispetto al primo trimestre 2019. • Le dinamiche tendenziali delle cessazioni

regi-strano un calo in quasi tutte le tipologie contrat-tuali - escluso l’Apprendistato (+2,2%) e la cate-goria Altro (+1,7%) - in particolare nei contratti di Collaborazione (-5,8%) e, in misura minore, nei rapporti a Tempo Indeterminato (-1,6%) e quelli a Tempo Determinato (-0,8%).

(3)

I RAPPORTI DI LAVORO ATTIVATI

I flussi delle attivazioni dei rapporti di lavoro nel primo trimestre 2020 risentono delle misure di contenimento indotte dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 che, inizialmente adottate solo in alcune aree della Lombar-dia e del Veneto, a partire dal 10 marzo 2020, hanno comportato l’interruzione di tutte le attività, ad esclu-sione dei servizi essenziali, sull’intero territorio nazio-nale (lockdown). Nei primi tre mesi del 2020, compren-dendo anche le Trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono stati, infatti, attivati 2 milioni e 720 mila contratti di

lavoro dipendente e parasubordinato, in calo del 10,4%, pari a 315 mila attivazioni in meno rispetto al corrispon-dente periodo del 2019 (Tabella 1). Considerando i dati mensili all’interno del trimestre, si osserva però che la diminuzione delle attivazioni ha interessato esclusiva-mente il mese di marzo, raggiungendo un valore pari a -36,8%, laddove nei primi due mesi dell’anno la variazio-ne tendenziale aveva fatto registrare un aumento pari a +2,0% (+1,2% nel mese di gennaio e +3,0 nel mese di febbraio).

Grafico 1 - Variazione tendenziale dei rapporti di lavoro attivati e dei lavoratori coinvolti (valori percentuali). Serie storica I trimestre 2011 - I trimestre 2020

Grafico 2 - Variazione tendenziale dei rapporti di lavoro cessati e dei lavoratori coinvolti (valori percentuali). Serie storica I trimestre 2011 - I trimestre 2020

(4)

Nelle Regioni del Nord, dove le misure di contenimento hanno interessato alcune zone della Lombardia e del Ve-neto già a partire dal 23 febbraio 2020, nel primo tri-mestre del 2020 si osserva il maggior calo tendenziale in termini relativi: il numero di rapporti attivati (comprensivi dei rapporti trasformati a Tempo Indeterminato), è pari a un milione e 129 mila, corrispondente al 41,5% del tota-le nazionatota-le, in calo di 190 mila attivazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (-14,4%), dovuto in larga misura alla diminuzione verificatasi nel mese di mar-zo (-40,9%, contro una variazione pari a -2,6% a gennaio e -1,2% a febbraio) (Grafico 3).

Nel Centro, che costituisce il 23,4% del totale attivazioni, si registra una minore riduzione, pari a -11,3% (-81 mila attivazioni), pur sempre superiore alla media nazionale, ma da ascriversi esclusivamente alla variazione tenden-ziale registrata nel mese di marzo (-44,3% a fronte di un aumento pari a +4,5% e +5,8% osservato rispettivamente per il mese di gennaio e per il mese di febbraio).

Nel Mezzogiorno, invece, dove nel primo trimestre 2020 si

contano 952 mila attivazioni, pari al 35,0% del totale regi-strato nel Paese, il calo regiregi-strato nel primo trimestre del 2020 (-44 mila rapporti attivati, con un tasso pari a -4,4%) arresta il segnale di crescita osservato nei due trimestri precedenti, ma rimane al di sotto al valore medio naziona-le. Anche in questo caso, la diminuzione tendenziale delle attivazioni si verifica esclusivamente nel mese di marzo (-25,6%) in quanto nei due mesi precedenti le nuove at-tivazioni risultavano in aumento rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente (+4,0% e +6,8%, rispettivamente per gennaio e febbraio).

In tutte le aree territoriali, ma con una evidenza mag-giore per il Mezzogiorno, si osserva, inoltre, che le atti-vazioni (comprensive delle trasformazioni) diminuiscono in misura superiore per la componente femminile ad un tasso pari a -12,0% (-38,8% nel mese di marzo dopo una sostanziale stabilità registrata a gennaio e a una crescita di +2,1% registrata a febbraio) contro -9,1% per gli uomini (-35,3% nel mese di marzo a fronte di variazioni tenden-ziali positive nei primi due mesi dell’anno).

Grafico 3 - Rapporti di lavoro attivati(a) per ripartizione geografica(b). I Trimestre 2020 (variazioni tendenziali mensili in percentuale)

(a) Comprese le Trasformazioni a Tempo Indeterminato da Tempo Determinato e da Apprendistato.

(b) Si intende la ripartizione geografica della sede in cui si svolge l’attività lavorativa. Il totale Italia comprende i rapporti di lavoro la cui sede è situata al di fuori del

territorio italiano, in Comuni di recente istituzione o non è specificata.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

Tabella - Rapporti di lavoro attivati(a) per ripartizione geografica(b) e genere dei lavoratori interessati (valori assoluti e variazioni percentuali). I Trimestre 2020

(a) Comprese le Trasformazioni a Tempo Indeterminato da Tempo Determinato e da Apprendistato.

(b) Si intende la ripartizione geografica della sede in cui si svolge l’attività lavorativa.

(c) Comprende i rapporti di lavoro la cui sede è situata al di fuori del territorio italiano, in Comuni di recente istituzione o non è specificata.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Valori assoluti

Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine Maschi Femmine

Maschi e

Femmine Maschi Femmine

Maschi e

Femmine Maschi Femmine Nord 1.129.362 620.227 509.135 -189.889 -98.976 -90.913 -14,4 -13,8 -15,2 Centro 637.677 333.865 303.812 -80.949 -40.734 -40.215 -11,3 -10,9 -11,7 Mezzogiorno 951.893 585.175 366.718 -43.779 -14.313 -29.466 -4,4 -2,4 -7,4 N.d.(c) 715 549 166 -368 -310 -58 -34,0 -36,1 -25,9

(5)

Nel primo trimestre del 2020, il 65,3% del totale delle attivazioni (comprensive delle trasformazioni a Tempo

Indeterminato), pari a 1 milione e 777 mila, risulta

con-centrato nel settore dei Servizi e rispetto allo stesso tri-mestre dell’anno precedente mostra un calo pari a -13,4% (Tabella 2). All’interno dei Servizi si può osservare che il comparto alberghiero e della ristorazione, che nel primo trimestre 2020 ha rappresentato mediamente il 19,0% del settore (-3,5 punti percentuali in meno rispetto al primo trimestre 2019), ha risentito in misura maggiore della crisi dettata dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria ripor-tando un impatto maggiore in termini di calo delle attiva-zioni all’interno del settore (-27,0%). Inoltre, se si guarda ai dati mensili del trimestre si può osservare che in questo comparto le attivazioni dei rapporti di lavoro risultano in aumento tendenziale nei primi due mesi dell’anno per poi diminuire drasticamente nel mese di marzo ad un tasso pari al -72,4% (Grafico 4). Allo stesso modo, le attivazioni nel settore degli Altri Servizi pubblici sociali e personali, che nel primo trimestre del 2020 mostrano in termini re-lativi una maggiore diminuzione tendenziale (-15,4%) con tassi superiori sia alla media nazionale sia alla variazione registrata all’interno del settore dei Servizi, risultano in aumento tendenziale nei primi due mesi dell’anno (rispet-tivamente, +11,5% e +14,6%) per poi calare fortemente nel mese di marzo (-63,7%).

Una dinamica opposta e di segno contrario si rileva, in-vece, per le attivazioni nell’ambito delle Attività svolte da

famiglie e convivenze. Queste, infatti, nel primo trimestre

2020 registrano un aumento del +13,2% rispetto allo stes-so trimestre dell’anno precedente. In questo castes-so, l’amen-to è imputabile esclusivamente all’andamenl’amen-to rileval’amen-to nel mese di marzo (+55,5%), in quanto nei primi due mesi dell’anno le attivazioni in questo comparto risultano in di-minuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 (rispetti-vamente, -9,0% e -1,3%). Probabilmente, tale dinamica è in parte il risultato delle misure di contenimento dettate

dall’emergenza sanitaria che, vincolando la mobilità per-sonale alla necessità di giustificare e documentare gli spo-stamenti, hanno fatto emergere rapporti di lavoro fino ad allora non contrattualizzati.

Le attivazioni nel settore Industria, che rappresentano il 16,2% del totale, presentano una diminuzione tenden-ziale (-12,5%, pari a -63 mila attivazioni) superiore al calo medio nazionale. Nell’ambito del settore industriale il calo interessa maggiormente gli uomini (-13,0%, mentre per le donne risulta -10,2%) e riguarda in misura superiore

l’In-dustria in senso stretto (-14,4%) rispetto alle Costruzioni

(-9,1%). Anche in questo caso, la diminuzione tendenziale nel trimestre è imputabile soprattutto al calo verificatosi nel mese di marzo, soprattutto per i rapporti di lavoro at-tivati nel settore delle Costruzioni, dove alla diminuzione del -35,1% rilevata nel mese di marzo si contrappone, ri-spetto allo stesso mese dell’anno precedente, un aumen-to nel mese di gennaio e di febbraio (rispettivamente, +5,5% e +1,7%). Le attivazioni nel settore dell’Industria in

senso stretto risultano, invece, in diminuzione in tutto il

trimestre anche se ad un tasso superiore nel mese di mar-zo (-25,0%, contro -14,1% e -3,6% di gennaio e febbraio) che si manifesta con maggiore evidenza nel Centro e nel

Nord (rispettivamente, -28,3% e -33,5%).

Di contro, il settore dell’Agricoltura, che nell’immediato sembra abbia risentito in misura inferiore degli effetti del-le misure di contenimento dettate dall’emergenza sanita-ria da Covid-19, con 502 mila attivazioni assorbe circa il 18,4% del totale e, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, fa registrare una crescita di 24 mila attivazio-ni, pari al +4,9%, esclusivamente per l’aumento osservato nella componente maschile (+7,0%) e per la crescita os-servata nei mesi di gennaio e febbraio (rispettivamente, +8,8% e +6,4%). Nel mese di marzo, infatti, le attivazioni in questo settore diminuiscono rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, anche se il calo si contiene a un tas-so inferiore alla media dei settori (-7,4%).

SETTORE DI ATTIVITà ECONOMICA

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine Maschi Femmine Agricoltura 501.738 372.387 129.351 23.653 24.508 -855 4,9 7,0 -0,7 Industria 440.763 352.685 88.078 -62.864 -52.910 -9.954 -12,5 -13,0 -10,2 Industria in senso stretto 271.996 192.037 79.959 -45.886 -36.249 -9.637 -14,4 -15,9 -10,8 Costruzioni 168.767 160.648 8.119 -16.978 -16.661 -317 -9,1 -9,4 -3,8 Servizi 1.777.146 814.744 962.402 -275.774 -125.931 -149.843 -13,4 -13,4 -13,5 Totale 2.719.647 1.539.816 1.179.831 -314.985 -154.333 -160.652 -10,4 -9,1 -12,0

Tabella 2 - Rapporti di lavoro attivati(a) per genere dei lavoratori interessati e settore di attività economica (valori assoluti e variazioni percen-tuali). I Trimestre 2020

(a) Comprese le Trasformazioni a Tempo Indeterminato da Tempo Determinato e da Apprendistato.

(6)

Analizzando la composizione percentuale delle attivazioni (comprensive delle trasformazioni a Tempo

Indetermina-to) per tipologia di contratto, si osserva che nel primo

tri-mestre del 2020 il 61,8% è costituito da attivazioni a

Tem-po Determinato, percentuale rimasta invariata rispetto al

primo trimestre dell’anno precedente, mentre il 23,4% è rappresentato da attivazioni a Tempo Indeterminato, in aumento rispetto allo stesso trimestre del 2019 di 0,6 punti percentuali (Grafico 5). Quasi specularmente a ciò

che accade per il Tempo Indeterminato, si osserva un calo di 0,5 punti in corrispondenza della quota di attivazioni attribuite alla tipologia contrattuale Altro1, rappresentata in gran parte dai contratti intermittenti e dal lavoro nello spettacolo, che passa dall’8,5% al 7,9% del totale. Riman-gono sostanzialmente invariate le quote attribuite ai con-tratti di Apprendistato che rappresentano il 3,0% del tota-le e ai contratti di Collaborazione (-0,1 punti percentuali) che assorbono il 3,8% del totale delle attivazioni.

Grafico 4 - Rapporti di lavoro attivati(a) per settore di attività economica. I Trimestre 2020 (variazioni tendenziali mensili in percentuale)

(a) Comprese le Trasformazioni a Tempo Indeterminato da Tempo Determinato e da Apprendistato.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

Grafico 5 - Composizione percentuale dei rapporti di lavoro attivati per tipologia di contratto. I Trimestre 2020

(a) Comprese le trasformazioni da Tempo Determinato e da Apprendistato.

(b) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione lavoro (solo P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato

e Indeterminato; contratto Intermittente a Tempo Determinato e Indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

1 In questo sottogruppo di contratti sono inclusi: i contratti di formazione lavoro (solo P.A.), il contratto di inserimento lavorativo, il contratto di agenzia a Tempo

(7)

Nel primo trimestre del 2020, le attivazioni dei contratti di lavoro a Tempo Indeterminato, pari a 638 mila, sono diminuite del 7,8% (pari a -54 mila) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (Tabella 3 e Grafico 6). Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato qui considerate sono comprensive delle trasformazioni da

Tempo Determinato e da Apprendistato,

complessiva-mente pari a 155 mila, in calo del 12,0% rispetto al pri-mo trimestre del 2019, diminuzione che si registra con una maggiore evidenza per la componente femminile (-13,4% rispetto a -11,0% per gli uomini). La dinamica delle trasformazioni contribuisce in parte al negativo an-damento del flusso in ingresso verso il Tempo

Indetermi-nato: il calo tendenziale di 54 mila ingressi nei contratti

a Tempo Indeterminato è spiegato per circa il 39,0% dal-la diminuzione delle trasformazioni (pari a -21 midal-la). Al netto di queste, nel primo trimestre del 2020 le attiva-zioni dei rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato sono pari a 483 mila e rispetto al primo trimestre del 2019 sono in calo di 33 mila unità (-6,4%).

Considerando i dati mensili, si osserva che la contrazione tendenziale delle attivazioni dei rapporti a Tempo

Inde-terminato, al netto delle trasformazioni, si era

manife-stata già prima dell’emergenza sanitaria e delle associate misure di contenimento con tassi che avevano raggiunto il valore di -8,7% nel mese di gennaio a cui era seguito un calo più contenuto nel mese di febbraio (-2,3%). Nel mese di marzo, la diminuzione è proseguita con tassi che si posizionano comunque poco al di sopra della media del trimestre (-7,2%), anche se si osservano differenze di dinamica tra i settori di attività economica. A marzo, infatti, il calo delle attivazioni a Tempo Indeterminato al netto delle trasformazioni è più pronunciato nel compar-to alberghiero e della riscompar-torazione (-59,6%) e nel setcompar-tore dei servizi pubblici personali e sociali (-43,0%). Il settore Pubblica amministrazione, Istruzione e Sanità e quello delle Attività svolte da famiglie e convivenze fanno in-vece registrare un netto aumento di attivazioni a

Tem-po Indeterminato (rispettivamente +127,3% e +33,3%)

mentre in tutti gli altri settori si osserva un calo delle at-tivazioni con valori superiori alla media.

La diminuzione tendenziale delle trasformazioni nel tri-mestre è attribuibile con maggiore evidenza al calo regi-strato nel mese di marzo (-25,5%) visto che queste nel mese di gennaio era diminuite rispetto allo stesso mese dell’anno precedente di -7,2% ed erano rimaste sostan-zialmente stabili nel mese di febbraio (-0,1%).

Considerando la tipologia contrattuale di provenienza, si osserva che le trasformazioni da Tempo Determinato, pari a 124 mila, rappresentano l’80,2% del totale delle trasformazioni, e risultano in calo del 18,8% rispetto al primo trimestre del 2019 (-33,5% nel mese di marzo). Il restante 19,8%, pari a 31 mila trasformazioni, proviene

da contratti di Apprendistato, che, invece, sono in cre-scita del 33,7% (+35,6% per gli uomini e +31,1% per le donne).

Le attivazioni dei rapporti a Tempo Determinato, nel pri-mo trimestre 2020, sono calate del 10,4% (-195 mila) rispetto al trimestre dell’anno precedente e la diminu-zione ha riguardato per lo più le Regioni del Centro e del

Nord (rispettivamente, -13,9% e -16,0%). Nelle Regioni

del Mezzogiorno, infatti, la variazione tendenziale di se-gno negativo è stata più contenuta e si è attestata su un valore pari a -2,5% (Grafico 7). Ad ogni modo, in tutte le aree del Paese, la contrazione rilevata nel trimestre riflette la variazione negativa osservata nel mese di mar-zo (-41,9%) che è stata sicuramente più pronunciata nel

Centro e nel Nord (rispettivamente, -51,7% e -47,7% a

fronte di -29,0% nel Mezzogiorno). Nei primi due mesi dell’anno, infatti, le attivazioni dei rapporti di lavoro a

Tempo Determinato avevano fatto registrare un

aumen-to rispetaumen-to agli stessi mesi dell’anno precedente (+4,4% a gennaio e +3,6% a febbraio) anche se la crescita aveva interessato esclusivamente le Regioni centromeridiona-li, con tassi intorno al 5,0% per il Centro e al 9,0% per il Mezzogiorno. Nel Nord le attivazioni dei rapporti a

Tempo Determinato, infatti, erano in calo già a partire

dal mese di gennaio anche se a tassi piuttosto contenuti (-0,8% a gennaio e -1,9% a febbraio).

Le attivazioni di contratti di Apprendistato, arrestando la crescita ininterrotta dal 2016, presentano nel primo trimestre del 2020 una diminuzione tendenziale pari a -11,5%, anche questa imputabile esclusivamente alla variazione intervenuta nel mese di marzo pari a -36,4% (+0,5% a gennaio e +3,8% a febbraio).

Le attivazioni dei rapporti di lavoro relativi alla tipologia contrattuale Altro, costituita per lo più da contratti di la-voro intermittenti e di lala-voro nello spettacolo, mostrano un calo ancora più intenso, pari a -16,0% che nel mese di marzo si attesta a -64,3%. Calano, inoltre, le attivazioni dei contratti di Collaborazione (-11,9%), la cui dinamica tendenziale in discesa si presenta per il sesto trimestre consecutivo.

L’analisi della dinamica tendenziale di genere mostra come il calo delle attivazioni dei contratti di lavoro a

Tempo Indeterminato sia più robusto per la

componen-te maschile (-12,2%, rispetto a un valore pari a -2,0% registrato per quella femminile). Per quanto riguarda i contratti a Tempo Determinato, invece, si osserva una diminuzione delle attivazioni che interessano le donne (-14,7%) più che doppia rispetto al calo registrato per i contratti attivati agli uomini (-7,1%). Anche la diminuzio-ne osservata per l’Apprendistato e per la tipologia Altro coinvolge in misura maggiore le donne, al contrario di quanto avviene per la riduzione dei contratti di

(8)

Tabella 3 - Rapporti di lavoro attivati per genere dei lavoratori interessati e tipologia di contratto (valori assoluti e variazioni percentuali).

I Trimestre 2020

(a) Comprese le Trasformazioni da Tempo Determinato e da Apprendistato.

(b) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione lavoro (solo P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato

e Indeterminato; contratto Intermittente a Tempo Determinato e Indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

TIPOLOGIA DI CONTRATTO

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Tempo Indeterminato(a) 637.716 346.303 291.413 -54.178 -48.158 -6.020 -7,8 -12,2 -2,0

Tempo Determinato 1.681.064 987.362 693.702 -194.956 -74.989 -119.967 -10,4 -7,1 -14,7 Apprendistato 81.998 48.945 33.053 -10.681 -5.916 -4.765 -11,5 -10,8 -12,6 Contratti di Collaborazione 102.660 41.308 61.352 -13.876 -5.878 -7.998 -11,9 -12,5 -11,5 Altro(b) 216.209 115.898 100.311 -41.294 -19.392 -21.902 -16,0 -14,3 -17,9

Totale 2.719.647 1.539.816 1.179.831 -314.985 -154.333 -160.652 -10,4 -9,1 -12,0

Grafico 6 - Rapporti di lavoro attivati per tipologia di contratto. I Trimestre 2020 (variazioni tendenziali mensili in percentuale)

(a) Comprese le trasformazioni da Tempo Determinato e da Apprendistato

(b) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione lavoro solo (P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato

e Indeterminato; contratto Intermittente a Tempo Determinato e Indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

Grafico 7 - Rapporti di lavoro a Tempo Determinato attivati per ripartizione territoriale(a). I Trimestre 2020 (variazioni tendenziali mensili in percentuale)

(a) Si intende la ripartizione geografica della sede in cui si svolge l’attività lavorativa. Il totale Italia comprende i rapporti di lavoro la cui sede è situata al di fuori del

territorio italiano, in Comuni di recente istituzione o non è specificata.

(9)

Nel primo trimestre del 2020, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo

Indeterminato, sono risultate pari a 2 milioni e 565 mila,

in calo del 10,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a -294 mila contratti), e hanno riguarda-to 2 milioni e 22 mila lavorariguarda-tori, in calo tendenziale per un valore pari a -6,5% (-141 mila individui) (Tabella 4). Il calo delle attivazioni è riconducibile in misura superio-re alla componente femminile, che psuperio-resenta un valosuperio-re di variazione percentuale pari a -11,9%, mentre quella maschile risulta pari a -9,0%.

Il decremento osservato per il numero di lavoratori atti-vati nel primo trimestre del 2020 viene determinato per effetto di un calo tra gli uomini, pari a 84 mila unità, e di una diminuzione tra le donne, pari a circa 57 mila unità. La diminuzione registrata tra gli uomini è maggiormen-te evidenmaggiormen-te per gli individui con età inferiore a 45 anni (-8,1% e -8,7% per le prime due classi di età e -10,0%

per quella 35-44 anni), a cui si contrappone un aumen-to per i 55-64enni (+1,7%) e per gli ultrasessantaquat-trenni (+1,8%). Per quanto riguarda le donne, si osserva analogamente un calo, con tassi decrescenti, per le età fino a 54 anni. Per le più giovani la diminuzione è pari a -14,6%, passa a -11,1% nella classe di età 25-34 anni e arriva a -1,8% per le lavoratrici con età compresa tra 45 e 54 anni. Anche per le donne, aumenta, ma con tassi superiori a quelli rilevati per la componente maschile, il numero delle 55-64enni e delle ultrasessantaquattrenni (rispettivamente, +9,6% e 15,7%).

Il maggiore calo delle attivazioni rispetto a quello rile-vato per i lavoratori coinvolti ha determinato una dimi-nuzione del numero di attivazioni pro-capite, che passa da 1,32 nel primo trimestre del 2019 a 1,27 nel primo trimestre del 2020. L’aumento risulta maggiormente evi-dente per le donne, il cui numero pro-capite passa da 1,38 a 1,30.

CLASSE DI ETà

Valori assoluti Variazioni percentuali sul I Trimestre 2019 Rapporti di lavoro attivati (A) Lavoratori(b) (B) Numero medio attivazioni per lavoratore (A/B)

Rapporti di lavoro Lavoratori Maschi e Femmine Fino a 24 303.519 252.597 1,20 -13,5 -10,7 25-34 661.097 527.824 1,25 -13,2 -9,8 35-44 606.530 467.157 1,30 -13,8 -9,8 45-54 589.317 455.256 1,29 -8,2 -3,8 55-64 339.379 267.110 1,27 0,6 5,0 65 ed oltre 64.919 52.105 1,25 2,6 5,8 Totale 2.564.761 2.021.927 1,27 -10,3 -6,5 Maschi Fino a 24 184.927 155.024 1,19 -10,5 -8,1 25-34 372.489 303.406 1,23 -11,4 -8,7 35-44 335.892 267.810 1,25 -12,1 -10,0 45-54 316.692 249.176 1,27 -7,5 -5,4 55-64 193.556 152.459 1,27 -0,7 1,7 65 ed oltre 44.562 35.601 1,25 -0,5 1,8 Totale 1.448.118 1.163.408 1,24 -9,0 -6,7 Femmine Fino a 24 118.592 97.573 1,22 -17,7 -14,6 25-34 288.608 224.418 1,29 -15,5 -11,1 35-44 270.638 199.347 1,36 -15,7 -9,5 45-54 272.625 206.080 1,32 -9,0 -1,8 55-64 145.823 114.651 1,27 2,2 9,6 65 ed oltre 20.357 16.504 1,23 9,9 15,7 Totale 1.116.643 858.519 1,30 -11,9 -6,2

Tabella 4 - Rapporti di lavoro attivati, lavoratori interessati da almeno un’attivazione(a), numero medio di attivazioni per lavoratore per classe di età e genere dei lavoratori (valori assoluti e variazioni percentuali). I Trimestre 2020

(a) In questa elaborazione sono conteggiati una sola volta i lavoratori coinvolti da più di una attivazione nel corso del periodo considerato.

(b)Eventuali età non corrette sono state attribuite all’ultima fascia di età ammissibile per la tipologia contrattuale in essere. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

(10)

I RAPPORTI DI LAVORO CESSATI

Nel primo trimestre del 2020 si registrano 2 milioni 76 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un decremento dello 0,8% (pari a -18 mila unità) rispetto allo stesso trime-stre del 2019, che interessa unicamente la componente femminile (-2,3% a fronte di un aumento di +0,4 per la componente maschile) (Tabella 5).

L’analisi dei dati mensili, che permette di osservare l’an-damento delle cessazioni alla luce delle misure restrittive adottate dal governo a partire dal 23 febbraio di quest’an-no in seguito all’emergenza da Covid-19, mostra come la contrazione dei rapporti cessati nel complesso del primo trimestre è riconducibile alla variazione tendenziale di segno negativo registrata nel mese di marzo (-17,1%) a fronte dell’incremento osservato nel mese di gennaio e di febbraio (rispettivamente +7,4% e +11,6%). Tale riduzione coinvolge in misura maggiore la componente femminile (-18,6%) rispetto a quella maschile (-15,8%) ed è distri-buita in tutte le fasce d’età, con valori che si discostano maggiormente dalla media concentrati nella fascia 35-44 anni (-24,6% le femmine e -18,0% i maschi). Un’eccezione

è rappresentata dalle donne over 65, che mostrano una crescita tendenziale delle cessazioni (+5,3%), seppure in misura molto più contenuta rispetto a quella rilevata nei primi due mesi dell’anno (era pari a +51,1% a gennaio e a +65,6% a febbraio).

La decrescita dei rapporti cessati non interessa tutte le ri-partizioni territoriali ma prevalentemente il Centro e, in misura minore, il Nord. Nel trimestre, il Centro registra in-fatti la variazione tendenziale maggiore (-4,6%, pari a -25 mila rapporti), distribuita in misura lievemente superiore per le femmine (-5,1%) rispetto ai maschi (-4,1%), mentre nel Nord il lieve calo (-0,1%, pari a -593 mila) è riparti-to in modo analogo tra le due componenti. Di contro, nel

Mezzogiorno le cessazioni aumentano (+1,2%, pari a +8

mila) ma esclusivamente per i rapporti di lavoro che inte-ressano gli uomini (+4,4%), a fronte di una decrescita della componente femminile (-3,1%). Si osserva, perciò, come la crescita dei rapporti giunti a conclusione nella popola-zione maschile, rilevata a livello nazionale, è concentrata unicamente nel Mezzogiorno d’Italia.

Tabella 5 - Rapporti di lavoro cessati per sesso dei lavoratori interessati e ripartizione geografica(a). I trimestre 2020

(a) Si intende la ripartizione geografica della sede in cui si svolge l’attività lavorativa.

(b) Comprende i rapporti di lavoro la cui sede è situata al di fuori del territorio italiano, in Comuni di recente istituzione o non è specificata. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Valori assoluti

Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine Maschi Femmine Nord 907.260 475.173 432.087 -593 -269 -324 -0,1 -0,1 -0,1 Centro 511.747 255.336 256.411 -24.659 -10.842 -13.817 -4,6 -4,1 -5,1 Mezzogiorno 655.885 387.900 267.985 7.813 16.266 -8.453 1,2 4,4 -3,1 N.d.(b) 629 491 138 -330 -278 -52 -34,4 -36,2 -27,4 Totale 2.075.521 1.118.900 956.621 -17.769 4.877 -22.646 -0,8 0,4 -2,3

Nel settore dei Servizi è concentrata la quota più alta, il 76,8% delle cessazioni, che superano il 90% quando il rapporto di lavoro interessa la componente femminile. A questo settore, che registra un decremento di 39 mila rapporti, pari a -2,4% nei confronti del primo trimestre del 2019, si riconduce in maniera univoca la decrescita dei rapporti cessati, distribuita tra le due componenti di genere (-2,0% i maschi rispetto a -2,7% delle femmine) mentre la variazione di segno positivo riscontrata

nell’A-gricoltura (+8,7%) va attribuita alla sola componente

(11)

Tabella 6 - Rapporti di lavoro cessati per genere dei lavoratori interessati e settore di attività economica (valori assoluti e variazioni percen-tuali). I Trimestre 2020

SETTORE DI ATTIVITà ECONOMICA

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Agricoltura 167.983 132.855 35.128 13.514 13.647 -133 8,7 11,4 -0,4 Industria 313.732 253.689 60.043 7.278 5.871 1.407 2,4 2,4 2,4

Industria in senso stretto 185.713 130.685 55.028 1.730 61 1.669 0,9 0,0 3,1

Costruzioni 128.019 123.004 5.015 5.548 5.810 -262 4,5 5,0 -5,0

Servizi 1.593.806 732.356 861.450 -38.561 -14.641 -23.920 -2,4 -2,0 -2,7

Totale 2.075.521 1.118.900 956.621 -17.769 4.877 -22.646 -0,8 0,4 -2,3

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

L’esame in termini mensili delle cessazioni nel settore dei

Servizi mostra come il mese di marzo, in cui i

provvedi-menti di contrasto all’epidemia sono già in vigore, rap-presenti uno spartiacque nel passaggio ad una decrescita tendenziale in tutti i settori di attività, con l’esclusione di quello relativo a Commercio e Riparazioni (+1,5%). Nei

Servizi le variazioni più significative si registrano in Altri servizi pubblici, sociali e personali (-48,1%, rispetto al

+22,1% di febbraio) e nel comparto che comprende P.A.,

Istruzione e sanità (-36,5%), mentre risultano meno

mar-cate le diminuzioni delle cessazioni nei settori Trasporti,

Comunicazioni, attività finanziarie ed altri servizi alle im-prese (-13,7%) e Alberghi e ristoranti (-9,1%).

Nel settore Industriale, mentre l’Industria in senso stretto passa da febbraio a marzo a una variazione di segno ne-gativo (da +8,2% a -7,4%), nelle Costruzioni le cessazioni continuano a crescere (da +8,5% a +5,3%), seppure con minore intensità.

L’analisi per tipologia contrattuale mostra come nel pri-mo trimestre del 2020 la percentuale più elevata di ces-sazioni, pari al 59,6%, sia concentrata tra quelle relative ai contratti a Tempo Determinato, mentre il 23,5% dei rapporti cessati coinvolge quelli a Tempo Indeterminato (Grafico 8). I contratti di Collaborazione e di

Apprendista-to assorbono rispettivamente il 3,4% e il 2,5% del Apprendista-totale,

mentre l’11,0% è rappresentato da Altri contratti, la mag-gior parte dei quali è rappresentato da contratti intermit-tenti e dal lavoro nello spettacolo. Il confronto con lo stes-so trimestre dell’anno precedente non mostra variazioni di rilievo: un lieve incremento percentuale di cessazioni a Tempo Indeterminato e dei contratti di Collaborazione (entrambi +0,2 punti percentuali) a fronte della stabilità della quota relativa al Tempo Determinato e

all’Apprendi-stato e di una diminuzione di quella riferita alla tipologia Altro (-0,4 punti).

Grafico 8 - Distribuzione percentuale dei rapporti di lavoro cessati per tipologia di contratto. I trimestre 2020

(a) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione (solo P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato e

(12)

Le dinamiche tendenziali delle cessazioni registrano un calo in tutte le tipologie contrattuali con l’esclusione dell’Apprendistato (+2,2%) e della categoria Altro (+1,7%), per le quali la crescita risulta superiore per la componente femminile. Il decremento maggiore si registra per le ces-sazioni dei contratti di Collaborazione che calano a un tas-so pari a -5,8% a fronte di -1,6% per le cessazioni relative ai rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato e -0,8% per quelle riferite ai rapporti di lavoro a Tempo Determinato,

le quali ultime assorbono il 59,6% delle cessazioni totali. Con riferimento al genere, si osserva che mentre il calo delle cessazioni dei contratti a Tempo Indeterminato è ri-conducibile unicamente alla componente maschile (-5,8% rispetto a +3,9% per la componente femminile), la dimi-nuzione delle interruzioni dei rapporti di lavoro a Tempo

Determinato interessa esclusivamente la componente

femminile (-5,4%, a fronte di +3,3% rilevato per quella maschile) (Tabella 7).

TIPOLOGIA DI CONTRATTO

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine Maschi Femmine Tempo Indeterminato 488.062 264.516 223.546 -7.875 -16.301 8.426 -1,6 -5,8 3,9 Tempo Determinato 1.236.941 678.487 558.454 -10.422 21.419 -31.841 -0,8 3,3 -5,4 Apprendistato 52.541 30.506 22.035 1.113 418 695 2,2 1,4 3,3 Contratti di Collaborazione 70.151 26.393 43.758 -4.342 -1.500 -2.842 -5,8 -5,4 -6,1 Altro(a) 227.826 118.998 108.828 3.757 841 2.916 1,7 0,7 2,8 Totale 2.075.521 1.118.900 956.621 -17.769 4.877 -22.646 -0,8 0,4 -2,3

Tabella 7 - Rapporti di lavoro cessati per genere dei lavoratori interessati e tipologia di contratto (valori assoluti e variazioni percentuali). I Trimestre 2020

(a) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione lavoro (solo P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato

e indeterminato; contratto intermittente a Tempo Determinato e indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

Dall’analisi dei dati mensili, si osserva che, per tutte le tipologie contrattuale, ad eccezione per i contratti di

Col-laborazione, la variazione negativa delle cessazioni

regi-strata nel trimestre è attribuibile esclusivamente alla di-minuzione intervenuta nel mese di marzo in quanto nei primi due mesi dell’anno le cessazioni sono in aumento rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. In partico-lare, con riferimento al Tempo Determinato, i rapporti di lavoro cessati, dopo una crescita rilevata a gennaio e a febbraio (rispettivamente, +7,6% e +8,5%), nel mese di marzo mostrano un calo di -14,1%, su cui pesa l’influenza della diminuzione di nuovi contratti di breve durata e la presenza di provvedimenti normativi tesi a limitare gli effetti delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ( D.L. n.18/2020 cosiddetto Decreto Cura Italia, entrato in vigore dal 17 marzo, prevede una deroga agli art. n.19

e n.21 del D.lgs. 81/2015 circa la possibilità di proroga dei contratti a Tempo Determinato in scadenza o rinno-vo di quelli scaduti). La contrazione delle cessazioni nei contratti a Tempo Determinato è risultata maggiore nel settore Altri servizi pubblici, sociali e personali (-47%),

P.A., Istruzione e Sanità (-47,9%) e in Alberghi e ristoran-ti (-15,1%) mentre, all’opposto, un incremento coinvolge

il settore Commercio e riparazioni (+30,7%) e il settore

Industria (Costruzioni +44% e Industria in senso stretto

+25,9%).

Per quanto concerne i contratti a Tempo Indeterminato, la diminuzione registrata a marzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è pari a -25,5% e interessa tutti i settori di attività economica, tranne P.A., Istruzione

e Sanità (+35,2%, compreso il settore Industria (-39,6%

(13)

Grafico 9 - Rapporti di lavoro cessati per tipologia di contratto. I Trimestre 2020 (variazioni tendenziali mensili percentuali)

(a) La tipologia contrattuale “Altro” include: contratto di formazione lavoro solo (P.A.); contratti di inserimento lavorativo; contratto di agenzia a Tempo Determinato

e Indeterminato; contratto Intermittente a Tempo Determinato e Indeterminato; lavoro autonomo nello spettacolo. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

Nel primo trimestre 2020, il 36,0% dei rapporti di lavoro cessati registra una durata inferiore a 30 giorni, mentre per il 21,4% la durata è superiore a 365 giorni; in en-trambi i casi la quota della componente femminile non si discosta significativamente rispetto a quella maschile. La diminuzione tendenziale delle cessazioni nel primo trimestre 2020 è riconducibile esclusivamente ai con-tratti di breve durata fino a 30 giorni (-13,4%), in partico-lare quelli di brevissima durata pari a un giorno (-23,0%) e quelli di 2-3 giorni (-25,9%) vista la diminuzione più contenuta per la classe 4-30 giorni (-0,5%). Di contro, i rapporti di lavoro cessati aumentano nella classe

91-365 giorni (+13,1%) e in quella 31-90 giorni (+9,7%) e, in maniera più contenuta, nella classe di durata superiore a 1 anno, con una variazione pari a +1,4%, attribuibile alla variazione positiva delle donne (+5,6%) a fronte di una variazione di segno negativo per gli uomini (-2,0%) (Tabella 8). Analizzando la decrescita delle cessazioni dei contratti brevi fino a 30 giorni, si osserva una variazio-ne maggiore per le femmivariazio-ne (-17,8%) rispetto ai maschi (-9,0%) tranne che per le cessazioni dei rapporti di du-rata 4-30 giorni, che mostrano una variazione negativa per la componente femminile (-7,1%) e un aumento per quella maschile (+5,8%).

Tabella 8 - Rapporti di lavoro cessati per classe di durata effettiva e sesso dei lavoratori interessati. I trimestre 2020

DURATA EFFETTIVA DEL RAPPORTO DI LAVORO (GIORNI)

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019

Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine Maschi Femmine fino ad 30 747.618 393.662 353.956 -115.596 -39.154 -76.442 -13,4 -9,0 -17,8 1 248.420 130.016 118.404 -74.195 -34.109 -40.086 -23,0 -20,8 -25,3 2-3 112.709 53.568 59.141 -39.419 -16.497 -22.922 -25,9 -23,5 -27,9 4-30 386.489 210.078 176.411 -1.982 11.452 -13.434 -0,5 5,8 -7,1 31-90 387.290 219.905 167.385 34.211 22.138 12.073 9,7 11,2 7,8 91-365 496.889 267.572 229.317 57.553 26.667 30.886 13,1 11,1 15,6 366 e oltre 443.724 237.761 205.963 6.063 -4.774 10.837 1,4 -2,0 5,6 Totale 2.075.521 1.118.900 956.621 -17.769 4.877 -22.646 -0,8 0,4 -2,3

(14)

La diminuzione rilevata nel trimestre per le cessazioni dei contratti di breve durata è fortemente accentuata alla luce delle variazioni tendenziali rilevate per il mese di marzo. In particolare, per i contratti con durata compresa tra uno e tre giorni, il calo raggiunge un valore pari -79,3% per i rapporti di lavoro della durata di un 1 giorno, e pas-sa a -75,6% per quelli con durata di 2-3 giorni, a seguito del probabile minor numero di stipula di contratti a breve termine. Le cessazioni dei contratti di durata 4-30 giorni diminuiscono, inoltre, di -17,8%. Di contro, crescono in termini tendenziali le cessazioni dei contratti di durata 2-3 mesi (+10,4%) che restano in linea con i valori gen-naio e febbraio, e soprattutto, quelli di durata 4-12 mesi (+22,7%).

Per quanto riguarda i contratti di durata superiore ad un anno, la flessione delle cessazioni intervenuta nel mese di marzo, dopo due mesi di incremento (+4,3% a gennaio e +18,5% a febbraio), risulta più contenuta di a quella osser-vata con rifermento ai contratti brevi di più breve durata (-14,9%).

Le cessazioni dei rapporti di lavoro al termine del con-tratto rappresentano nel primo trimestre 2020 la quota maggiore delle cause di cessazione, pari al 59,1%, con una

diminuzione del 4,0% rispetto allo stesso trimestre del 2019, ascrivibile quasi totalmente alla componente fem-minile (-7,8% contro -0,1% per la componente maschile) (Tabella 9).

Nello stesso periodo diminuiscono del 5,8%, grazie prin-cipalmente al contributo della componente maschile, an-che le Dimissioni (an-che corrispondono al 17,9% del totale), mentre i Pensionamenti (che rappresentano una quota dell’1,2%), mostrano un forte incremento (+152,4%, pari a circa 15 mila rapporti cessati), con una variazione che raggiunge il 282,4% per le donne a fronte del 103,8% per gli uomini, riconducibile probabilmente anche all’aumen-to dei requisiti anagrafici per le pensioni di vecchiaia e all’introduzione della finestra di uscita trimestrale per le pensioni anticipate e per le Quota 100 dello scorso anno. Di contro, si osserva una variazione di segno negativo sia per la Cessazione di attività, pari a -18,5% (con tassi mag-giori per le cessazioni dei rapporti di lavoro delle donne (-20,1%) sia per i Licenziamenti (che rappresentano il 9,4% del totale), che vedono calare i rapporti cessati del 5,5%, valore che raggiunge a -7,6% nel caso delle cessazioni di contratti che riguardano gli uomini (-3,0% per le femmi-ne).

Tabella 9 - Rapporti di lavoro cessati per motivo di cessazione e sesso dei lavoratori interessati. I trimestre 2020

(a) Per “Dimissioni” si intende: Dimissioni giusta causa; Dimissioni; Dimissioni durante il periodo di prova; Dimissioni per giusta causa o giustificato motivo durante

il periodo di formazione; recesso con preavviso al termine del periodo formativo.

(b) Per “Licenziamento” si intende: Licenziamento per giustificato motivo oggettivo; Licenziamento per giustificato motivo soggettivo; Licenziamento collettivo;

Li-cenziamento giusta causa; LiLi-cenziamento per giusta causa durante il periodo di formazione; LiLi-cenziamento per giustificato motivo durante il periodo di formazione.

(c) Per “Altro” si intende: Decadenza dal servizio; Mancato superamento del periodo di prova.

(d) Per “Altre cause” si intende: Altro; Decesso; Modifica del termine inizialmente fissato; Risoluzione consensuale.

Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.

CAUSA DELLA CESSAZIONE

Valori assoluti Variazioni sul I Trimestre 2019 Assolute Percentuali Maschi e

Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Maschi e Femmine

Maschi Femmine Cessazione richiesta dal lavoratore 396.308 227.912 168.396 -8.025 -15.302 7.277 -2,0 -6,3 4,5

Dimissioni(a) 371.957 213.614 158.343 -22.730 -22.583 -147 -5,8 -9,6 -0,1

Pensionamento 24.351 14.298 10.053 14.705 7.281 7.424 152,4 103,8 282,4

Cessazione promossa dal datore di

lavoro 260.676 143.894 116.782 -4.968 -4.985 17 -1,9 -3,3 0,0 Cessazione Attività 11.230 5.969 5.261 -2.546 -1.226 -1.320 -18,5 -17,0 -20,1 Licenziamento(b) 195.529 105.655 89.874 -11.398 -8.651 -2.747 -5,5 -7,6 -3,0 Altro(c) 53.917 32.270 21.647 8.976 4.892 4.084 20,0 17,9 23,3 Cessazione al Termine 1.226.179 639.008 587.171 -50.442 -567 -49.875 -4,0 -0,1 -7,8 Altre Cause(d) 192.358 108.086 84.272 45.666 25.731 19.935 31,1 31,2 31,0 Totale 2.075.521 1.118.900 956.621 -17.769 4.877 -22.646 -0,8 0,4 -2,3

Considerando i dati mensili, le cessazioni dei rapporti di lavoro giunti termine, dopo due mesi di crescita, si sono ri-dotte a marzo del 22,9% mentre la quelle dovute a

Cessa-zione di attività si riducono di -43,0% accentuando così la

diminuzione già registrata a febbraio (-16,0%). Per quanto riguarda i Licenziamenti, il trend negativo interrotto a feb-braio (+3,6%) riprende con più vigore a marzo (-18,5%). Va tenuta in considerazione a questo proposito l’entrata in vi-gore, a partire dal 17 marzo, del D.L. 18/2020 che prevede

la preclusione delle procedure di licenziamento collettivo (ai sensi della Legge 223/91) e sospende quelle pendenti e avviate dopo il 23 febbraio, nonché le procedure di li-cenziamento per giustificato motivo oggettivo anche indi-viduale (previsto dalla legge 604/1966).

Rispetto ai settori produttivi, nel mese di marzo le cessa-zioni dei rapporti di lavoro giunti al termine presentano una decrescita maggiore in Altri servizi pubblici, sociali e

(15)

e in Alberghi e Ristoranti (-33,0%) mentre aumentano, in particolare nelle Costruzioni (+60,2%), nell’Industria

in senso stretto (+37,4%) e nel Commercio e riparazioni

(+36,4%). Le cessazioni per causa di Licenziamento mo-strano per il settore degli Alberghi e ristoranti una crescita progressiva a partire da gennaio che raggiunge a marzo

un valore pari a +87,5%. Negli altri settori le cessazioni per Licenziamenti decrescono, in particolare nei

Traspor-ti, Comunicazioni, Attività finanziarie ed altri servizi alle imprese (-37,1%), Industria in senso stretto (-39,4%) e Costruzioni (-35,3%), Commercio e riparazioni (-29,9%) e

nell’Agricoltura (-29%).

I lavoratori interessati da cessazioni

Nel trimestre in esame, si registrano 2 milioni 76 mila rap-porti di lavoro cessati mentre i lavoratori interessati da al-meno una cessazione di rapporto di lavoro sono 1 milione 583 mila (Tabella 10). Rispetto al primo trimestre 2019, a fronte di un decremento dei rapporti cessati pari a -0,8% i lavoratori interessati crescono del 5,5%, un aumento che coinvolge in misura maggiore le femmine (+6,6%) rispetto ai maschi (+4,6%).

Le maggiori variazioni percentuali tendenziali si osserva-no in riferimento ai lavoratori over 55, corrispondenti alle due fasce d’età più alte, i 55-64enni (+17,0%) e gli over 65enni (+28,9%), seguiti a distanza dai giovani apparte-nenti alla fascia dei 15-24enni (+7,7%). In queste fasce di età si osserva una corrispondente crescita anche nei

Rap-porti cessati. Nelle altre classi d’età le variazioni relative ai lavoratori sono più contenute e vanno da un massimo di 4,3% dei 45-54 enni ad un minimo di 0,4% di quella dei 35-44 enni.

Le dinamiche tendenziali osservate nel primo trimestre 2020 risultano di uguale segno in entrambe le componenti di genere e per tutte le classi di età. Il numero medio pro-capite di cessazioni per lavoratore, pari a 1,31, che risulta superiore nella componente femminile rispetto a quella maschile (rispettivamente 1,34 e 1,29), fa registrare una decrescita nei confronti dell’1,40 del primo trimestre del 2019, riconducibile alla maggiore variazione tendenziale dei lavoratori interessati da cessazioni rispetto ai rapporti cessati.

CLASSE D’ETà

Valori assoluti Variazioni percentuali sul I Trimestre 2019 Rapporti di lavoro (A) Lavoratori(b) (B) Numero medio cessazioni per lavoratore (A/B)

Rapporti di lavoro Lavoratori

Maschi e Femmine Fino a 24 258.566 209.598 1,23 2,2 7,7 Da 25 a 34 542.844 419.263 1,29 -3,5 2,0 Da 35 a 44 478.629 352.389 1,36 -6,0 0,4 Da 45 a 54 443.994 325.535 1,36 -2,3 4,3 Da 55 a 64 286.372 222.635 1,29 10,1 17,0 Oltre 65 65.116 53.520 1,22 21,6 28,9 Totale 2.075.521 1.582.888 1,31 -0,8 5,5 Maschi Fino a 24 144.236 116.866 1,23 2,7 7,1 Da 25 a 34 288.820 227.335 1,27 -2,4 1,7 Da 35 a 44 253.254 193.576 1,31 -3,7 0,1 Da 45 a 54 231.400 173.140 1,34 -0,2 3,6 Da 55 a 64 160.639 125.157 1,28 9,4 13,9 Oltre 65 40.551 32.693 1,24 13,7 19,6 Totale 1.118.900 868.736 1,29 0,4 4,6 Femmine Fino a 24 114.330 92.732 1,23 1,5 8,4 Da 25 a 34 254.024 191.928 1,32 -4,8 2,4 Da 35 a 44 225.375 158.813 1,42 -8,5 0,9 Da 45 a 54 212.594 152.395 1,40 -4,5 5,2 Da 55 a 64 125.733 97.478 1,29 11,1 21,3 Oltre 65 24.565 20.827 1,18 37,4 46,9 Totale 956.621 714.152 1,34 -2,3 6,6

Tabella 10 - Rapporti di lavoro cessati, lavoratori interessati da almeno una cessazione(a), numero medio di cessazioni per lavoratore per

clas-se di età e genere (valori assoluti e variazioni percentuali). I Trimestre 2020

Riferimenti

Documenti correlati

In conclusione si registra, per il periodo gennaio-settembre 2015, un saldo dei contratti a tempo indeterminato - vale a dire la risultante dei movimenti di assunzioni,

l’insieme più consistente – pari a circa la metà del totale - è costituito da imprese che anche negli anni precedenti hanno effettuato assunzioni e trasformazioni a

Nei due paragrafi di questa Misura – relativi rispettivamente alla complessiva dinamica dei contratti a tempo indeterminato (assunzioni, cessazioni e trasformazioni) e ai flussi

Nel terzo trimestre del 2019 si registrano 2 milioni e 987 mila attivazioni di contratti di lavoro al netto delle Trasformazioni a Tempo Indeterminato (da Tempo Determinato e

Nel quarto trimestre del 2019, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle Tra- sformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 2 milioni e 721 mila,

Nel terzo trimestre del 2020, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle Trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 2 milio- ni e 824 mila,

Nel quarto trimestre del 2020, le attivazioni dei rapporti a Tempo Determinato sono calate in maniera molto più sostenuta rispetto al Tempo Indeterminato: la riduzione osservata

Nel primo trimestre del 2021, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 2 milioni e 293 mila, in