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Benito Mussolini maestro a Tolmezzo

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Tra fonti e ricerca

Benito Mussolini maestro a Tolmezzo

Èva Dorigo

Cento anni fa, nel novembre 1906, Benito Mus­

solini iniziava la sua seconda esperienza — a quattro anni di distanza dalla prima consumata­

si nell’attuale Emilia Romagna — di maestro elementare a Tolmezzo, dove rimase fino all’a­

gosto 19071.

Il maestro si era presentato al sindaco con un biglietto di raccomandazione dell’ispettore sco­

lastico del distretto di Gemona, Luigi Amedeo Benedetti, che era stato'spesso costretto a no­

minare, per le scuole del territorio, maestri pro­

venienti da fuori, visto che la Camia non ne pla­

smava: “Vien a V.S. con la presente il maestro Benito Mussolini. Il giovine ha ottimi titoli e promette di attuare i migliori propositi, tanto che ho fiducia nella sua riuscita costì”2. Quali fos­

sero gli ottimi titoli — a parte il diploma preso al collegio Carducci di Forlimpopoli — non è dato sapere; diversi, invece, sono i dubbi che ac­

compagnano l’ispettore, considerando anche la celerità con cui la prefettura di Forlì, quando il giovane predappiese partì per Tolmezzo, aveva informato quella di Udine dei suoi precedenti politici, inviando copia della sua scheda bio­

grafica. La prima redazione di tale documento risale al 1° gennaio 1904 e in essa furono ripor­

tati tutti i suoi movimenti.

Mussolini aveva vissuto in Svizzera, dal 1902 al 1904, un periodo denso di incontri, di colla­

borazioni a giornali e riviste, di occasioni di stu­

dio che avevano arricchito la sua formazione:

collaborò prima a “L’Avvenire del lavoratore”, settimanale del Partito socialista italiano, poi al

“Proletario”, altro settimanale socialista che si pubblicava a New York. Nell ’ ottobre 1903, men­

tre risiedeva a Losanna seguendo — probabil­

mente — i corsi di Vilfredo Pareto, la cui teoria delle élites eserciterà una profonda influenza sul suo pensiero, iniziò a collaborare con “Avan­

guardia socialista”. Le idee di Mussolini, a quel­

l’epoca, non erano ancora formate: simpatizzò con gli anarchici, anche se finì per approdare al­

le idee del sindacalismo rivoluzionario di Artu­

ro Labriola e Walter Mocchi.

Dopo essere rientrato in Italia per adempiere al servizio militare, al quale era sfuggito illegal­

mente in precedenza, fu chiamato la “recluta ros­

sa” e tenuto sotto stretta sorveglianza. Al reggi­

mento, tuttavia, si comportò in modo esemplare.

A precedere e a seguire la ricca esperienza del- l’esilio svizzero, tralasciando la parentesi del X Bersaglieri, furono dunque i mesi passati da Mus­

solini tra i banchi di scuola, all’opera con quel

“popolo bambino” così presente nella poetica del romanzo fascista, definito da molti “regime di pa­

role”. Educare la gioventù, però, non era ancora un obiettivo primario del ventitreenne di Predap- pio, la cui volontà di far conoscere le idee socia­

liste, in primis, e la cui sete di sapere avevano la priorità. L’insegnamento a Pieve Saliceto, fra­

zione di Gualtieri, come a Tolmezzo, diede scar­

si frutti: in entrambi i casi non venne riconfer­

1Questo lavoro èil risultatodella tesidi laureaproposta e seguitadal prof.Umberto Sereni e discussa presso laFa­

coltàdi Lettere e Filosofia dell’università deglistudi di Udine.

2 Pietro Cella, Storia della scuolain Camia e CanaldelFerro, Udine-Tolmezzo, Libreria EditriceAquileia,1940.

‘Italia contemporanea”,dicembre2006, n. 245

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mato maestro per l’anno scolastico successivo dalle rispettive Giunte comunali, che all’epoca avevano l’onere di nominare i maestri.

Nel Reggiano, dove aveva insegnato come supplente temporaneo per quattro mesi, a fine anno aveva concluso che “i gobbi lo erano an­

cora, ed idem dicasi dei deficienti. Per i primi la cura consigliabile è quella dell’istituto ortope­

dico Rizzoli. Per gli altri occorre un altro orga­

namento della vita scolastica, che dia agio agli educatori di porre in atto, almeno in parte, la trangugiata teoria pedagogica”. Il maestro so­

cialista aveva comunque sottolineato: “Come pretendere un foglietto pulito da un bambino che fa il compito nella stalla per dura necessità?”3.

3 Fulvio Simonazzi, Rolando Cavandoli, Gualtieri:Vita di unacomunità dalle origini al1963,acura dell’Ammini- strazionecomunale di Gualtieri, 1983.

4 La miavita dal 29 luglio1883 al 23 novembre 1911 (d’ora inpoi La mia vita), in Edoardo e Duilio Susmel(a cura dì), Opera OmniadiBenito Mussolini,35voli.,Firenze-Roma,La Fenice, 1951-1963, voi.XXXIII, Opere giovanili, 1961, p. 261.

5 Paolo Monelli, Mussolini piccoloborghese, Milano, Garzanti, 1959. Nell’Archivio del Comunedi Tolmezzo, cart.

n. 1932(Protocollo degli esibiti1907), viene inoltre registratounprotocollo, datato15 maggio 1907, riportante log­

getto:'Accompagnalettera del maestro Mussolini rinunciante al posto se non si provvede contro lalunno Artico”. 6 La commemorazionedi GiordanoBruno. Dimostrazione davantiallacanonica, “La Patriadel Friuli”,18 febbraio 1907, n.42, riprodotto inE.e D. Susmel(a cura di), Opera Omnia di BenitoMussolini, cit., voi. I,Dagli inizi all’ul­ tima sosta in Romagna: dicembre 1901-5febbraio1909, 1951, p. 265.

7 Bombardamentodel 1°Maggio, “La Patriadel Friuli”,3 maggio 1907, n. 105. Riprodottoin E.e D. Susmel (a cura di), Opera Omnia di Benito Mussolini,cit., voi. I,cit., p. 267 e PrimoMaggio - Conferenza Cosattini, Il Crociato”, 4 maggio 1907,n. 101.

Come egli stesso ammise e come si ricava dalle cartelle sull ’ ordinamento delle scuole e dal­

le deliberazioni della Giunta e del Consiglio co­

munale conservate presso l’archivio del Comu­

ne, a Tolmezzo ebbe problemi di disciplina con l’intera classe: “Quaranta ragazzetti vivaci, ta­

luni dei quali anche incorreggibili e pericolosi monelli”4 li avrebbe definiti più tardi, ma in par­

ticolare fu un alunno a procurargli diversi pro­

blemi. “Pregiatissimo Signor Direttore — scris­

se — la prevengo con questa che da oggi non farò più scuola, se non si risolverà la questione che Le ho posta stamani. Non intendo di essere angustiato 4 ore al giorno e non sopporto la pro­

strazione spirituale che ne consegue. Poiché cre­

do di aver esaurito i mezzi pedagogici a me no­

ti, così preferisco di andarmene piuttosto che sottostare ad un martirio del quale non ambisco

affatto la molto relativa palma. Favorisca tra­

smettere questa mia decisione a chi spetta per gli opportuni provvedimenti”5.

Durante i nove mesi di insegnamento in Car- nia, gli fu anche rivolta, dalle pagine dei quoti­

diani dell’epoca e nel corso delle sedute della Giunta e del Consiglio comunale tolmezzino, la pesante accusa di avere l’abitudine di bestem­

miare durante le lezioni; tale accusa nasce pro­

babilmente della nomea che si era creato in pae­

se per i suoi molteplici interventi durante le ma­

nifestazioni politiche e, non di meno, a causa della sua vita privata.

In occasione dell’anniversario della morte di Giordano Bruno, il 17 febbraio 1907, venne or­

ganizzata, dal gruppo anticlericale tolmezzino, una conferenza durante la quale Mussolini pre­

se la parola: da un articolo di “La Patria del Friu­

li”6, quotidiano dei moderati di Udine, del gior­

no seguente sappiamo che il discorso, incen­

trato sulla vita e le opere del filosofo nolano, durò circa tre quarti d’ora e fu applaudito dal pubblico presente.

Anche in occasione della festa del 1° maggio Mussolini si distinse, distribuendo un manifesti­

no inneggiante alla rivoluzione socialista; non è rimasta purtroppo copia di tale foglietto di pro­

paganda, ma siamo a conoscenza del suo conte­

nuto grazie ad alcuni articoli pubblicati in quei giorni su “Il Crociato”, giornale cattolico del Friuli, e ancora su “La Patria del Friuli”7: Mus­

solini si rivolgeva ai lavoratori spingendoli ad accelerare il processo di dissoluzione della so­

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Benito Mussolini maestro a Tolmezzo 643

cietà borghese per arrivare alla — a suo parere

— “civiltà superiore”, quella cioè dei proletari.

L’appuntamento successivo fu la commemo­

razione di Garibaldi. Prendendo in esame la fit­

ta corrispondenza8 che Mussolini intrattenne du­

rante il soggiorno tolmezzino con l’amico ed ex compagno di scuola Alberto Calderara, si è ri­

cavata 1 ’ intenzione del maestro-agitatore di pub­

blicare in un numero unico, dedicato all’eroe ri­

sorgimentale, alcuni frammenti della Notte di Caprera di D’Annunzio, componimento delle Laudi che celebra proprio gli eroi della patria.

Non sappiamo se all’intenzione seguì l’effetti­

va pubblicazione, poiché anche di quel numero unico non è rimasta copia. Ancora una volta so­

no gli articoli dei quotidiani dell’epoca a par­

larcene: “Il Lavoratore friulano”, “Il Crociato”,

“La Patria del Friuli”, “Il Giornale di Udine” ri­

portarono la notizia secondo cui “Lo Staffile”

— titolo di quel numero unico — fu pubblicato il 30 maggio 1907, festa del Corpus Domini, e come suo autore unico fu indicato proprio il mae­

stro Benito Mussolini.

8E. e D. Susmel (a cura di), Opera Omnia di Benito Mussolini, cit., voi.I,cit., Appendice,pp. 217 sg.

9 Al“Vero Eretico”,“La Patriadel Friuli”, 3 giugno 1907, n. 131, riprodotto inE.e D. Susmel (a curadi), Opera Om­

nia di Benito Mussolini,cit., voi.I, cit., pp.269-270.

10La mia vita, cit., p. 262.

11Perquesti racconti si veda ancoraPierGiuseppeAvanzato, Gente diTumieg, racconti, immagini e poesie, o si par­ li con il dottor Romano Marchetti(Tolmezzo, 26 gennaio1913), da noi intervistato. Figlio deldirettoredidattico del­

le scuoledi Tolmezzo,Sardo, nel periodo incuiMussolini vi insegnò, Romano Marchetti ricorda iracconti del padre e ha conservato larelazioneda questi compilata sui nove mesi di insegnamento delgiovane romagnolo.

In entrambi i casi si trattava di pubblicazioni a carattere fortemente anticlericale che uscivano dalla fucina di un fantomatico Circolo di studi sociali tolmezzino, la cui esistenza venne messa in dubbio dagli stessi quotidiani (non si sapeva infatti quando era stato istituito, chi e quanti era­

no i soci). Su “Lo Staffile” compariva la firma

“Vero Eretico”, pseudonimo del quale Mussoli­

ni si sarebbe servito più tardi, soprattutto negli articoli pubblicati a Oneglia nel 1908. Contro il Vero Eretico si scagliò il corrispondente da Tol­

mezzo per “La Patria del Friuli”, Petrus.

L’articolo in questione è interessante anche perché l’autore vaticinava un glorioso avvenire a quel maestro di provincia: “Voi avete senza

dubbio davanti a voi un avvenire radioso. Fra non molto i vostri nemici ‘sbigottiti e sudi’ as­

sisteranno al progressivo vostro innalzamento [...] vedranno voi elevarsi [...] fino a toccare i fastigi della gloria”9. Sono solo alcune delle fra­

si di Petrus che, a posteriori, colpiscono per la loro lungimiranza e capacità di anticipare le fu­

ture gesta di Mussolini, quando ancora ne era, soprattutto ideologicamente, molto lontano.

Se queste furono le occasioni pubbliche in cui si rese protagonista della vita politica e cultura­

le tolmezzina, di altra natura furono invece le scelte di vita personali, contrassegnate da nu­

merose ubriacature e da frequenti relazioni amo­

rose. Tra i tolmezzini vengono concordemente ricordate le prime: passava da un’osteria all’al­

tra fino a quando, abbandonato anche dagli ami­

ci, vagava da solo per le stradine del paese in preda ai fumi dell’alcol. Fu spesso ritrovato ad­

dormentato sulle strade di Tolmezzo: in un’oc­

casione sul parapetto del lavatoio pubblico, al­

trimenti davanti al Tribunale, sotto i portici;

un’altra notte fu ritrovato al cimitero di Santa Maria oltre But, tra le tombe.

Quanto alle relazioni amorose, non appena arrivò in Camia e seppe che le sue vecchie fiam­

me, la maestra Virginia Salvolini e la maestra Paolina Danti, erano state trasferite anch’esse da quelle parti (rispettivamente a Osoppo e a Re­

sia), riannodò gli antichi rapporti, soprattutto mediante un attivo scambio di lettere. E, men­

tre “la vita della scuola e ancora più quella del paese” lo “abbruttivano”10, si diede da fare an­

che con le donne cantiche. Ma non solo. L’ami­

co di Benito, il tolmezzino Giobatta Ciani, rac­

contò11 di essersi recato in bicicletta con lui a Pontaffel, nome tedesco di Pontebba, presso una

“casa di tolleranza”.

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Èva Dorigo

Ma fu a Tolmezzo che intrecciò i rapporti più duraturi: “Durante il carnevale strinsi una rela­

zione amorosa con tale Graziosa Bocca, che ab­

bandonai per la padrona della pensione, Luigia P., donna sulla trentina e ancor bella e piacente nonostante il suo avventuroso passato. Dall’a­

prile all’agosto durò assidua la nostra relazio­

ne”12. Luigia Paggietta, l’amante di Benito, era nata a Tolmezzo il 27 settembre 1877 ed era la moglie del proprietario della Trattoria alla Sca­

la, dove Mussolini soggiornò durante il periodo tolmezzino. La relazione con la donna sposata fece molto scalpore in paese tanto che gli ulti­

mi mesi, in particolare, “furono assai tempesto­

si”. “Ebbero luogo tra me e il marito della P.

spiegazioni assai penose, scambio d’invettive e un pugilato, nel quale la peggio toccò natural­

mente al marito, più vecchio e più debole di me.

Nel paese non si parlava che di questa nostra scandalosa relazione”13. A questo proposito si tramanda da tempo la voce che dalla relazione tra i due fosse nato un erede del futuro duce, di cui però non esistono prove. Per anni si è cre­

duto che il figlio dell’ostessa fosse anche figlio di Mussolini, ma al tempo il piccolo aveva già 8 anni, come confermano i documenti consulta­

ti presso l’anagrafe storica del Comune14.

12La miavita, cit.,p. 262.

13La miavita, cit.,p. 262.

14 Si veda il documenton. 30 allegato al presentelavoro.

15Lamia vita, cit., p.262.

16Lettera ad AlbertoCalderara,probabilmentedellaseconda decade di agosto del 1907,in E.e D. Susmel (a cura di), Opera Omnia di BenitoMussolini, cit., voi. I, cit., pp. 220-221.

17 P. Monelli, Mussolini piccolo borghese,cit.

18 La lue, osifilide, èunamalattia infettiva trasmessa percontatto sessuale oattraverso la placenta dalla madreal fe­

to; anche la blenorragia, ogonorrea, da cui fu più probabilmente colpito edi cui fu egli stessoaparlare hauna tra­

smissione di tipo sessuale.

19 Paul OBrien, Al capezzale di Mussolini. Ferite e malattia 1917-1946, “Italia contemporanea”, 2002,n. 226.

Fu probabilmente anche per questo motivo che il periodo tolmezzino venne da lui conside­

rato di “dissipazione fisica e spirituale”15. Spi­

rituale perché non riuscì a continuare i suoi stu­

di (aveva diversi progetti in corso: studiava la­

tino, letteratura tedesca e francese; prendeva le­

zioni di disegno e calligrafia e pare avesse an­

che iniziato a scrivere una storia della filosofia);

fisica perché, come sappiamo da un’altra delle lettere al Calderara, nell’agosto del 1907 dovet­

te sostenere delle spese per quella che lui stes­

so definì la sua “ultima malattia”16. Con ogni probabilità si trattava della sifilide o di una ma­

lattia analoga. In proposito, Paolo Monelli17 ri­

porta nel suo libro il racconto del dottor Ric­

cardo Pascoli di Tolmezzo, medico veterinario a San Leonardo di Passiria, cui i fatti furono ri­

feriti direttamente dallo zio materno, l’avvoca­

to tolmezzino Dante Marpillero, amico di Mus­

solini. Fu questi, infatti, a portare Benito in ospe­

dale, dopo averlo trovato in procinto di suici­

darsi nella sua stanza della Trattoria alla Scala.

Mussolini, infatti, aveva già scritto alcune let­

tere nelle quali spiegava di volersi togliere la vi­

ta proprio a causa della malattia. Sul tavolo del­

la stanza giaceva una pistola carica; Marpillero allora la prese, la scaricò e condusse l’amico dal dottor Cecchetti, il primario dell ’ ospedale di Tol­

mezzo, che iniziò la cura della “lue”18.

Il precario stato di salute di Mussolini di quel periodo trova ulteriore conferma in un recente saggio di Paul O’Brien19. Lo studioso, basan­

dosi sul parere di alcuni specialisti in medicina e attraverso la rilettura di diversi documenti, so­

stiene che non furono le ferite riportate nel 1917, nel corso della prima guerra mondiale, la vera causa della lunga convalescenza prescrittagli.

Secondo O’Brien, infatti, Mussolini avrebbe, grazie all’aiuto di alcuni medici amici e forse anche a una spinta politica, nascosto le sue rea­

li condizioni di salute. Sembra piuttosto essere la sifilide la malattia di cui soffriva, un’infer­

mità che, molto probabilmente, aveva contratto

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Benito Mussolini maestro a Tolmezzo 645

durante il soggiorno tolmezzino e che l’avreb­

be tormentato per tutta la vita.

In termini di bilancio dell’esperienza sappia­

mo che il periodo intercorso tra il novembre 1906 e l'agosto 1907 non fu positivo per il giovane Benito: per quanto concerne l’insegnamento l’avventura tolmezzina gli confermò la sua scar­

sa propensione per quel tipo di professione; per quanto riguarda l’impegno politicoTolmezzo gli poteva offrire solo un po’ di spazio aH’intemo delle sporadiche manifestazioni del gruppo an­

ticlericale, distante com’era dalle potenzialità della realtà svizzera, che lo vide fervido prota­

gonista tra il 1902 e il 1904, o di un comune del­

la rossa Emilia di quegli anni, soprattutto in ter­

mini di propaganda socialista, di vivacità dei di­

battiti, di qualità della formazione degli aderen­

ti al Partito socialista.

Ma se a Tolmezzo Mussolini non trovò ter­

reno fertile per esprimere quella che era allora la sua concezione della politica e della propa­

ganda anticlericale e socialista, ciò non dipese dalla piccola città alpina20, una realtà poco sta­

tica e chiusa. Per quanto lontana — come lo fu più tardi in epoca fascista e come per certi ver­

si lo è tuttora — dai grandi dibattiti teorici a cui Mussolini aveva assistito durante l’adolescenza in Romagna e l’esilio svizzero e, per quanto po­

chi dei suoi protagonisti fossero dotati della pre­

parazione culturale che il maestro romagnolo vantava, in essa e nel territorio circostante sta­

va germogliando una nuova realtà, figlia della medesima parte politica, che Mussolini non sep­

pe apprezzare e dalla quale non cercò nemme­

no di imparare nulla: il sistema cooperativo.

20 Francesco Micelli, Quasi un 'introduzione: Tolmezzo, piccola cittàalpina, in Giorgio Ferigo, Lucio Zanier(acura di) Turnici;:,Udine, Società filologica friulana,1998.

21 ClaudioMagris,Mussolinibocciato,Corriere dellasera”,27 febbraio 1993.

Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ot­

tocento, nel territorio cantico era nata e cresciuta rapidamente, grazie soprattutto all 'apporto espe- rienziale della componente operaia emigrante, una concezione solidaristica della società e del­

l’economia che aveva creato le premesse per l’i- stituzione di società operaie di mutuo soccorso,

latterie sociali, cooperative di consumo, di cre­

dito e simili. Fu a Tolmezzo che prese vita, pro­

prio tra il 1906 e il 1907, la più importante e du­

ratura di queste realtà: la Cooperativa cantica di consumo. Essa, assieme alla Cooperativa di cre­

dito e alle varie filiali sorte in tutti i paesi della Camia, svolse il ruolo di traino economico del­

la zona fino all’avvento del fascismo.

Erano questi i frutti della realtà socialista del­

la Camia i cui protagonisti avevano soprattutto a cuore la ripresa economica della loro terra, an­

che se, a volte, dietro a tale obiettivo umanita­

rio, si celava la ricerca di un profitto personale.

In ogni caso, la realtà socio-politica della Tol­

mezzo del primo decennio del Novecento, do­

minata da un socialismo di stampo riformista — che aveva realizzato in Camia la grande catena di cooperative denominata “Le Gamiche” — e caratterizzata da qualche sporadico sprazzo ri­

voluzionario, forse proprio alimentato dalla pre­

senza del maestro romagnolo, dovette sembra­

re stretta al socialista Benito Mussolini, giova­

ne insegnante elementare con un passato di stu­

di, conferenze, dibattiti, incontri con rappresen­

tanti intemazionali del partito, nonché plasma­

to dalle esperienze anarchiche paterne.

Tolmezzo era una sorta di specchio di quella provincia italiana che, con Claudio Magris, è fa­

cile definire come la parte migliore dell 'Italia, nel­

la sua espressione di “dignità, rispetto del lavoro e della precisione, attenzione alla realtà concreta e autonomia di giudizio”21. Ma era una realtà pe­

riferica e, pertanto, doveva risultare un microco­

smo soffocante per un uomo come Mussolini che, innanzitutto, non ci era nato, e poi aveva speri­

mentato altre realtà, come quella della Svizzera, un paese a forte presenza operaia e sindacale, e della stessa Romagna, culla di nuove idee politi­

che e vivace crocevia, nonché meta privilegiata dei cambiamenti in corso di quell’inizio secolo.

Anche il movimento fascista, in Camia, fe­

ce scarsi proseliti persino tra coloro che aveva­

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Èva Dorigo

no conosciuto il maestro durante il soggiorno tolmezzino. Suoi unici seguaci furono infatti quei notabili, rappresentanti del liberalismo, che, scalzati dal potere con la violenza squa­

drista i socialisti e i popolari, fino ad allora gli unici detentori delle cariche pubbliche, potero­

no finalmente occupare i posti di rilievo del ca­

poluogo camico. Pertanto, il fascismo in Car- nia non fece altro che mettere nelle mani dei

“siors” il destino economico di Tolmezzo e dei paesi circostanti.

Nella vita di Benito Mussolini, la sua espe­

rienza di insegnante a Tolmezzo non lasciò trac­

ce durature; tuttavia, è possibile stabilire una connessione tra Mussolini giovane maestro e Mussolini duce. Per un anonimo francese cita­

to dal maestro Mazza22, fondatore dello scou­

tismo cattolico e autore di un tentativo di ap­

plicarne i principi di base alla scuola fascista,

“Mussolini è soprattutto un maestro di scuola e tratta gli italiani come un popolo di scolaretti da educare”.

Forse una delle caratteristiche che accompa­

gnò sempre Mussolini fu proprio la sua costitu­

tiva, ipertrofica vocazione pedagogica. Una vol­

ta salito al potere riuscì a mettere a frutto, a suo modo naturalmente, quelle “non comuni risorse intellettuali”23 che gli aveva riconosciuto il di­

rettore didattico di Tolmezzo alla fine dell’anno scolastico e che non aveva saputo convogliare nella scuola. Nelle vesti del duce divenne invece un maestro autorevole e temuto, carico di cari­

sma e di fascino, capace di tenere le sue lezioni all’aperto, sul palcoscenico della storia, mosso dall’alto fine di formare “l’uomo nuovo fascista”.

Èva Dorigo

22 Mario Mazza, La disciplina della squadra-Balilla, Brescia,Editrice LaScuola, 1941.

23 Dallaminuta,datata 18 agosto 1907, della relazione contenente il giudiziorelativo all’anno di insegnamentodel maestroBenito Mussolini, deldirettore didattico dellescuolediTolmezzodal 1906, Sardo Marchetti, avutadalfiglio Romano.

Documenton. 1 Documento n. 2

N. PROT.2175 del26/10/1906 NUMERO DELL’E- SIBITO

ESIBENTE: GEMONAISPETTORESCOLASTICO DATADELL’ESLBITO: 26/10

OGGETTO:ACCOMPAGNA AL SINDACO IL MAESTROBENITO MUSSOLINI PERCHÉ NE PROPONGA PERLA SUA NOMINA

N. PROT. 2187del 27/10/1906 NUMERO DELL’E- SIBITO1416

ESIBENTE:GEMONAISPETTORESCOLASTICO DATA DELL’ESIBITO: 27/10

OGGETTO: TRASMETTEDECRETO DI NOMINA D’UFFICIOMUSSOLINI BENITO A MAESTRO DELLESCUOLE DELCAPOLUOGO

Fonte: Archivio del Comune di Tolmezzo, Cartolare n. 1931: Protocollo degli esibiti1906[Protocollo del­

lacorrispondenza del Comune in arrivo e inpartenza].

Tolmezzo

17 febbraio Ladimostrazione

Lo diciamo subito,Tolmezzo non si unì alla grande manifestazione liberticida indettadalComitatocen­

trale degli anticlericali.Icattolici di Tolmezzoerano però preparati ed anche ieri serailCircolocattolico riunitoinassemblea, sotto la presidenza del giovane sig. Moro votò un ordine del giorno di protesta ed ave­

va deciso di fare una contro-dimostrazionenel caso gli avversari fossero scesi in campo.Ben200 copie del numerounico No\ e 100 del foglietto volante Per la libertà vennero oggilargamente diffusi fra la po­ polazione cheli commentò favorevolmente.

Fonte: articolo daIl Crociato”, a. Vili, 18 febbraio 1907, n. 40.

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Benito Mussolini maestro a Tolmezzo 647

Documento n. 3

Tolmezzo

La commemorazione di Giordano Bruno Dimostrazione davantialla canonica 18 (pertelefono). lersera, allalbergo Roma, eb­ beluogo una riunione privata allo scopodi comme­

morare Giordano Bruno. Gl’intervenutierano circauna settantina.

Parlò per primoil sig.Mameli Marioni, invitandoi pre­

sentialla lotta contro ilprete.

Il consiglierecomunale Tosoni invitò il maestroBus­ solini[sic]a parlare. E il maestro allora improvvisò un discorso commemorativo. Parlò per circa tre quarti d

ra delfratediNola,rilevandonelo spirito ribelle e bat­

tagliero.

Definì il Bruno come il più grandeinnovatore della sua epoca edil precursore del liberopensiero.

L’oratore fu vivamente applaudito.

Il consigliere Tosoni ringrazia il maestro ed invitò a parlare l’avv.Spinotti, ilquale si alzò e disseche la riunione dovevaessere meglio preparata per riuscire più numerosa esignificativa.

Deplorò che in unariunione privata sia intervenutala benemerita.

(Noi, a questo proposito, notiamochei carabinieri eb­

bero un bigliettod’invito da un organizzatore dellariu­ nione).

Lavv. Spinotti terminò invitando tuttiallalotta con­

tro i clericali.

Finiti idiscorsi,tuttii presenti sialzarono e uscirono sul­

lapiazza XXsettembre,dove si ordinarono in corteo;e al canto dell’“Inno dei lavoratori” sirecaronodavanti alla canonica, dove si fermarono ed emisero grida diVi­

va la Francia anticlericale! Evviva il martire diNola!”.

Tutti poi si recarono ad una bicchierata alla trattoria alla “Cooperativa cantica”.

Fonte: articolo da La Patria del Friuli,a. XXXI, 18 febbraio 1907,n.42.Riprodotto in Edoardo e Duilio Susmel (a curadi), Opera Omnia diBenito Mussolini, Firenze-Roma, La Fenice, 1951-1963, voi. I, Dagliini­ zi all’ultima sosta inRomagna : 1 ° dicembre1901-5 febbraio1909,1951,p.265.

Documento n. 4

Tolmezzo

18 febbraio Le Chiassate di ieri sera

Contrariamente alle nostre previsioni, gli anticlerica­

li di Tolmezzo pensarono di fare, ierisera, laloro ma­

nifestazione. Fuvviunaconferenza privataall’Alber- goRoma, in cui lavv. Spinottiesortò i25presenti ad unirsi contro icattolici,trattandolicoipiùbelliepite­

ti. Parlarono anche il maestro Musolino [sic], Mario­ ni e Tosoni, fecero unapoteosi d’amoreche si risfogò poi appena finita la conferenza.

Alle ore 91/2 coll’Inno dei Lavoratoricantato sotto la Canonica, colle frequenti grida di viva Giordano Bru­

no, abbasso ilparroco,abbasso icattolici esimili in­ sulti che questi giovani scolari delloSpinotti avevano imparato.(+)

Yindtkorst Fonte: articolo da“Il Crociato, a.Vili, 20febbraio

1907, n. 42.

Documento n. 5 Tolmezzo

21 febbraio Ancora sulla dimostrazionedi domenica Sullaconferenzaprivata tenuta domenica sera 17 coir, facciamoalcuni appunti.

I discorsi fatti conversero tutti ad innalzare Giordano Bruno a martire ideale del libero pensiero, e ad infie­

rire contro iCattolici, che secondo leparole degli ora­ tori, hanno frequenti riunioni(difatti nella passataset­ timanasi tennero3 assemblee numerosissime eden­ tusiaste) hanno Casse, circoli, Unioni, Cooperative ecc...

La morale fu dunque di combattere iCattolici- per­

ché?... perché hanno Casse,cooperative ecc... cioè perché soccupano dellesorti dei lavoratori... Per que­ sto l’avv.Spinotti (quello della tenda di pace) tuona­

va: non lasciatevifar lo sgambettodaiCattolici!...

E questaèquellalottaleale, chetale sichiama, ocui siam fattisegno soloperché siamoorganizzati e per­ ché le nostre file si addensanoinvecedisottigliarsi.

E che quei 25 giovanisapessero ciò che gridavano ba­

sti sentire due lorogridiemessisotto l’abitazione del parroco: Viva illiberopensiero - abbassoi cattolici!

Una seconda osservazione. Comemai un maestro co­

munale chefa scuola ai bimbi d’una intera cittadinan­ za,tieneunaconferenzacontro iprincipi religiosi di quella cittadinanza che glidaunpane?... I genitori de­

gli scolaripossono essere tranquilli di veder ilorofi­

gli istruiti da tali maestri.Noipensiamo chelacosa piùgrave, più sacra, più alta, difficile e delicata sia l

ducazione dellegiovini menti,equesta non può farsi da menticosì antireligiose, sm.

Fonte:articolo da Il Crociato, a. Vili, 22 febbraio 1907, n. 44.

(8)

Èva Dorigo Documenton. 6

Tolmezzo

Pro Giordano Bruno

Anche noi l’ebbimo in Tolmezzo la nostra brava di­ mostrazione anticlericale,lasera del17 corr. Lideadi farlasorse allultimo momento quando mancava il tem­ po alle praticheoccorrenti perché la commemorazio­

ne di Giordano Bruno fosse tenuta in pubblico.Inter­

venne,ad onta della impreparazione, circa un centi- najodipersone nella sala superiore dell’albergoRo­

ma. Parlarono lungamente MameliMarioni, e deipre­

senti, dopo il Marioni, furono invitati aprenderela pa­

rola il maestro Musolino [sic]per dire dellopera e del pensiero di Giordano Bruno edaggiunsepocheparo­

le l’avv.RiccardoSpinotti. (+)

Fonte: articoloda“Il Lavoratorefriulano,periodico settimanalesocialista, a. IV, 23febbraio 1907, n. 118.

Riprodotto inE.e D.Susmel (a curadi),Opera Om­ nia di BenitoMussolini, cit., voi.I, cit., p.266.

Documento n. 7

Tolmezzo Le chiassate di domenica

(+)Parlano ancheil maestro Musolino [sic], Marioni eTosoni,fecero un’apoteosid’amoreche risfogò poi appena finita laconferenza.Alle ore 91/2 coll’inno dei lavoratoricantatosotto la Canonica,collefrequenti grida di viva Giordano Bruno, abbasso il parroco, ab­ basso i cattolici esimili insulti che questi giovani sco­

lari dello Spinotti avevano imparato (+).

Fonte: articoloda“Il Piccolo Crociato”,organodella democrazia cristiana del Friuli, a. VIU, 24 febbraio1907, n. 8. Riprodotto in E. eD. Susmel(a cura di),Opera Omnia di Benito Mussolini, cit., voi. I, cit., p. 266.

Documento n. 8

Tolmezzo, 6 marzo 1907 Scrivimi il significato esatto di quum chehotrovato così frequentementenellefavoleesopiane. Inquitè al presenteo al perfetto?

Vedi — ora sonosenzamaestronon ho che i tuoi libri e unagrammatica di proporzioni modestissime.

Non mancherebbe la buona volontà,se la mia stanza fosse meno fredda.Credi che potrò superare l’esame?

Cè solo laversione dal latinoin italiano. Mi propon­

go di lavorare nelle prossime vacanze estive,e se non avrò finito diconiugare il verboincretinare”. Tanti salutia tuamamma.Ti stringo la mano tuo

MUSSOLINI Fonte: E.e D. Susmel (a cura di), OperaOmniadiBe­ nito Mussolini, cit., voi.I, cit, p. 218.

Documento n. 9

Tolmezzo

Bombardamento del 1°Maggio {Petrus). - Inoccasione del PrimoMaggio venneaf­

fisso edistribuito a mano un manifesto dipiccolo for­

mato con sopra la seguente scritta: “Circolo di Studi Sociali.

Siincomincia conuna palesemenzogna, perchéil sud­

detto Circolo esiste solonella mente dichifu l’esten­ sore delmanifestoin parola, il quale estensore, a quan­ to pare, dopo d’essere passato per le innumeri ed in­

tricate gradazioni del socialismo finì collabbracciare le teorie anarchiche.

Ilpeggio si èchenel manifesto iparadossi si susse­ guono conuna cinematografica rapidità, tanto che, a lettura finita, dopo un lungorespiro, nonsi può a me­

no di riderne di cuore.

Immaginate che in un punto,chedeve certo averri­

chiesto il maggior concentramento delle sue facoltà mentali, rivolgendosi agli operai in tonoammonitore eprofetico dice: O proletari!non rassegnatevidun­

que, néaspettate fatalisticamente che ilvostro desti­

no si compia.Voi dovete affrettare ilprocesso di dis­

soluzione dellaciviltàborghese eprepararvi, nelle vo­ streassociazioni di mestiere, a raccogliere l’eredità economica”.

Ma dite chi credepiùa similistrombazzature o colpi dicannone, aseconda chemeglio piaccia giudicarli?

Forse quindici o venti anni addietro qualcheincosciente fanaticopoteva tendere l’orecchio aquesteparole ro­

boanti e, coi timpani rintronati, accarezzarepoi la ro­

sea visionedel giorno in cui la civiltà borghesevinta cedesse armi e sostanze. Ma oggi che si assiste al pro­

gressivo,ineluttabiledissolvimento del partito socia­

lista,ora in cui i suoi profeti cadono colle ali incene­

ritedaicocentiraggidellaverità, in questomomento che il socialismo ci fa pensarea un paralitico delqua­ le il medico conta i battiti e ne predical’imminente fi­ ne, chi puòcrederea simili chimeriche esagerazioni?

Il soledeldi là dell’avvenire, per chi osservibene, vasemprepiù offuscandosied allontanandosi ese

(9)

Benito Mussolini maestro a Tolmezzo 649

qualcunoosa credere ancora alle fandoniedi certi al­ lucinati è certo che finirà per nonvederci più neppu­ re di giorno.

Fonte: articolo da“La Patria delFriuli, a. XXXI,3 maggio1907,n. 105. Riprodotto inE. e D. Susmel (a cura di), Opera Omnia diBenito Mussolini, cit., voi. I, p. 267.

Documenton.10

Tolmezzo

2maggio Primo Maggio - Conferenza Cosattini.

(+) Un’altracosa;Cosattiniparlòche essi non eccita­

no allodio.Unavviso pubblicato dai socialisti, inti­ tolato “Circolo di studi sociali(non sisa però dove esista) e, a quantosidice, pubblicato da un Maestro (il qual Maestro fecepoi lasera un altro discorso rivolu­

zionario) conteneva questi brani: Il primo Maggio...

deveessere... non il gridodi pacee l’innodella fra­ ternità universale... Dev’essere ungiorno disciopero generale, simbolo e preludio della Rivoluzione socia­

le:questavoce domani saràla diana squillante la re­ surrezione dei lavoratori di tuttoil mondo. Voi dove­ te accelerare ilprocesso didissoluzione della civiltà borghesee prepararviad accoglierne l’eredità econo­

mica. Solo così celebreretedegnamente il 1° Maggio.

Solo cosìaffretterete il giorno in cuila borghesia avrà innanzi ilterribile dilemma — o abdicare osoccom­

bere. Allorasoloverràla civiltà superiore. Nonpiù catene terrene,ilvecchio iddio èa terra — il proleta­ rio havinto e gridaio sonoil lavoro, io sono il pa­ ne, io sono la vita.

Queste furono lefrasimoderatissime di uno degli edu­

catori dei nostri figli, frasi che fecero andare in giubi­ loil nostro soprintendentescolastico sig. Giovanni Gressani perla frase “il vecchio iddio è a terra”. E Cosattini aveva letto questo avviso: glieloaveva fat­

to leggere il sig. Gressani e perquesto potè sostenere con forza che “noi protestiamo con tutta l’animano­

stra, con tuttoil nostro cuore contro coloro che dico­

no chenoi eccitiamo all’odio!!!”.

Wintdhorst

Fonte: articolo da “Il Crociato, a. Vili, 4 maggio 1907, n. 101.

Documento n. 11

Tolmezzo,8 maggio 1907 Carissimo Alberto,

ho ricevuto tuttoe ti ringrazio. Il 2 giugno questo “Cir­

colo di studii Sociali” pubblicherà un numero unico in commemorazionediGaribaldi.Ho idea di pubblicare alcuniframmenti dellaNotte di Capreradi d’Annun­ zio. Vediun po’ diprocurarmela -magariaprestito - per pochi giorni. Mi sono cacciato senz’altronelDe Bello Gallico, ma procedo, per mancanza di tempo, a passo di lumaca. Le prossime vacanze ci ritroveremo senz’altrocon gli amici.

Tante cose tuo

MUSSOLINI Fonte: E. e D. Susmel (a cura di), Opera Omnia di Be­ nito Mussolini, cit., voi. I,cit.,p.219.

Documento n. 12

Lettera aldirettore didattico di Tolmezzo [15 maggio 1907 o qualche giorno prima (sive­

da documento n.29)]

Pregiatissimo Signor Direttore, la prevengo con que­

sta cheda oggi non farò più scuola,senon si risol­

verà la questione che Le ho posta stamani.Nonin­ tendo di essere angustiato 4 ore al giornoe non sop­ porto la prostrazione spirituale che neconsegue. Poi­

ché credodi aver esaurito i mezzi pedagogici ame noti,così preferiscodi andarmene piuttosto chesot­

tostare ad unmartirio del quale nonambisco affatto la molto relativa palma. Favorisca trasmettere questa mia decisione achispetta per gli opportuniprovve­ dimenti.

Fonte: Paolo Monelli,Mussolini piccolo borghese, Mi­

lano, Garzanti, 1959.

Documento n. 13

Tolmezzo, 17 maggio 1907 Carissimo,

questo per il Dizionario. La Notte di Caprera tisarà ri­

tornata nonappenavavrò tolto quanto mioccorre.Se mi capiteràagiornidiaveredisponibili cinque lire te lo scriverò emi manderai quella “Storiadella lettera­ turatedesca” di cuimolto tempo fa ebbi aparlarti.

(10)

650

Stanimi sano e se è verocheil temposiagalantuomo conto rivederti bientót.

Una buona stretta di manodaltuo

MUSSOLINI

Fonte: E. e D. Susmel(acura di), Opera Omnia di Be­

nito Mussolini, cit., voi. I, cit., p. 219 (annotazionesu un vagliadi 4 lire).

Documento n. 14

Tolmezzo Numero Unico

Il 2 giugno p.v., edito da questo Circolo di Studi So­ ciali uscirà Lo Staffile, numerounico dipropagandaan­ ticlericale.Conterràinteressantissimiarticolie Varia­ zioni su motivi dicronaca, riferentisi alla vitalocale.

Raccomandiamo la nostra pubblicazione aicompagni ea tutticoloro che vedononelprete l’elemento nemi­

codelliberopensiero.Unacopia cent. 5.

Per ordinazioni rivolgersi a Ferrucio Menchini- Tol­

mezzo.

Fonte:articolo da“Il Lavoratore friulano”,a. IV, 25 maggio 1907, n. 131.RiprodottoinE. e D. Susmel (a curadi),Opera Omnia diBenitoMussolini,cit., voi.

I,cit., pp. 267-268.

Documento n. 15

Tolmezzo

27maggio Lo staffile

Unavviso affisso ieri, annuncia alcoltopubblico ed all’inclita, cheil giorno 2 Giugno p.v. inoccasione di 25°anniversario della morte di Garibaldi, si pub­ blicherà acura delCircolodi studisocialidi Tol­

mezzo(?)un numero unicointitolato Lo Staffile. Non occorreessere profetiperpredire che questo nuovo parto dell’ipotetico Circolo di studi sociali, nonsarà altro che una pubblicazione sovversiva, inneggiante alla Rivoluzione sociale ed all’anarchia.Percon­

vincersenebasteràdare un’occhiataaquellepiletti­

co manifestino che fu pubblicatoin occasionedel

Maggio eLo Staffile uscirà dalla medesima fucina.

Fonte: articolo da “Il Crociato,a. Vili, 28 maggio 1907, n. 120.

Documento n.16

Tolmezzo

Lostaffile”

Nel 2giugnop.v. secondoquanto annunziano alcuni manifesti a carattericubitali affissi perlecantonate, vedrà luce qui inTolmezzo unnumero unico dal tito­

lo Lo staffile”, con articoli di attualità.

Fonte:articoloda “La Patria del Friuli”,a. XXXI, 28 maggio 1907,n. 125.

Documento n. 17

Da Tolmezzo Per il 2 Giugno

Ci scrivono in data30:

(y).-Il Circolo di studisociali Tolmezzinoper il25°

anniversario della morte di Garibaldi, ha pubblicato ed oggi,anticipatamente, posto in venditaun numerouni­ co di propaganda anticlericale intitolato Lo Staffile.

Èquesta la secondamanifestazione di vita di questo Circoloche non sappiamo néquandosiastatoistitui­

to néquanti soci conta.

Però a giudicare dal numerounico chemanifestamen­

te si rileva operadi una sola persona eprecisamente della stessa che pubblicò il manifesto I maggio, deve- si ritenereche l’accolta di studiosi chequestocircolo conta non sia molto numerosa, o per lo meno chead uno solo incomba l’ufficio... di relatore.

Il numero unico contienenulla dinotevole o nuovo.

Degno di rilievo è solo illinguaggio violento e deplo­ revoleche sotto il titolodi:Variazioni su motividi cro­ nacalo scrittore dello Staffile si compiace di usarever­ so il corrispondente dellaPatria del Friuliche in oc­ casionedella pubblicazione del I maggio serado­

mandato:Madaquando esiste un circolo di studiso­ cialiaTolmezzo?ed aveva qualificatoperanarchico lo scrittoredel manifesto.

C’è,scrive lo scrittoredello Staffile, un Petrus aTol­

mezzoe una Patriadel Friuli a Udine.

Ponendo in evidenza l’espressionePetrus-Patria vi troviamogliesponenti comunidella stessa acefalia mentale.Siadetto per chi conosce l’algebra [sic].

Petrusnega1esistenzadi un circolo di studi sociali in Tolmezzo e noi glirispondiamo conunnumero unico.

Non potremo darglimiglior prova della nostra vitalità”.

Qualevitalità? Quella dell’unico scrittore del manife­ stoedello Staffile? Nonfu mai posta in dubbio!

Ma poiché è sempre coluiche scrive, è lecito, per lo meno, pensare che isuoi consoci siano tutti morti o...

non sianmai esistiti.

(11)

Benito Mussolini maestro a Tolmezzo 651

Fonte: articolo da “IlGiornaledi Udine”,31 maggio 1907, n. 129. Riprodotto in E. e D. Susmel (a cura di), Opera Omniadi BenitoMussolini, cit., voi. I,cit., p. 268.

Documento n. 18

Tolmezzo

31maggio

Lo staffile”

Questonumero unico che doveva essere pubblicato domenica, venne invece diffusoieri, giorno del Cor­

pusDomini. Si capisce che intendevanoconciò, di contrapporrequesta pubblicazione, atea edantireli­

giosa,alla grande processionedelCorpus Domini.Ma la processione adonta ditutto ciò riescisolenne,anzi più solenne degli altrianni per concorso difedeli.Que­ sto prova che Lo Staffilefu accoltomolto ostilmente dallapopolazione,che giustamenteprotesta controquel maestro perchéèmaestro,un educatore deinostri fi­ gli, l’autore principale di questo libello, che getta il fango sui sentimentipiùsantidella grandissimamag­ gioranzadeicittadini, di quei cittadini che gli danno un pane. In altra corrispondenza confuteremo le spu­

dorate menzognedi questonefando libello.

Fonte: articolo da “Il Crociato, a.Vili, 1 ° giugno1907, n. 123(anche in Il Piccolo Crociato”, a.Vili,9 giu­ gno 1907, n. 23).Riprodotto in E. e D. Susmel(a cu­

ra di), OperaOmnia di Benito Mussolini, cit., voi.I, cit., p. 269.

Documento n. 19

Tolmezzo Al “Vero Eretico”

Povero VeroEretico'. direttore, compilatore, nonché gerente responsabile del numero unicoLo Staffile.

Veramenteil vostro foglio,lo constatocon sincero rammarico, nonmeritava una accoglienza così osti­ le e burlesca quale gli èstata fatta.

Dopo oltre un mese di sudato lavoro, dopoaverescar­ tabellato tutti i trattati discienze sociali erivedutoper­ finogli scritti dei principali teologi da San Giovanni Crisostomo a San Cipriano, non è giustoche la gente giudichicosì cervelloticamente l’operavostra. Biso­ gnaessere logici! Ogni lavoroha ben diritto di essere adeguatamente ricompensato! Invece vi è stato perfi­ no chiha ardito giudicare il vostro profondo elabora­

to come un buon passaporto per la libera entrata in ma­

nicomio. Suvvia! Fa propriomaleveder prenderele cose così allaleggera. Come? Unuomo come voiche è inpieno possessodell’algebra, scienza cosìastrusa, che ha meditato lunghe ore sopra i volumi di KarlMarx, diArturo Labriola,di GiorgioSorel ecc. ecc. eche ha avuto perfino il coraggio di confutare il socialista Van- dervelde, volerlo confondereconun’accolta di ma­ niaci! È troppo, sì, ètroppo!

Ma non vi scoraggiate!Voi avete senza dubbio davanti a voi unavvenire radioso. Fra non moltoivostrine­

mici “sbigottitie sudi” assisteranno al progressivo vo­ stro innalzamento e, struggendosidalla bile, vedran­ no voi elevarsi,e su, su fino a toccarei fastigi della gloriae della immortalitàe assidervi qualprence in mezzoaisommiche onorano ilmondi civile.

Le vostre indiscutibili qualità ed attitudini di giornali­

sta vipermetteranno ben tosto di occupare un posto eminente fra lainnumerevoleschieradicatoni sterco­

rari (direbbe ilD’Annunzio) a alla vostrapresenza scompariranno, qualnebbiaal sole, icronistiBarbini, Ometti, Simoni, Monicelli ecc. ecc.

Continuate deh! Continuate e perseveratenella via intrapresa, voi che conoscete l’algebra.L’umanità at­

tende ansiosamenteda voila soluzione, di almeno uno deigrandi problemi chel’agitanoedèdisposta fin d’oraa preparare i fondiper un imponenteedenor­ me mausoleo.

Peròprima di abbandonare l’arte magistrale (da voi cosìbene iniziata) e didare per sempre ilsaluto a Tol­

mezzoper benaltroepiù degno loco,siatecortese di una vera e formale promessa.Assicuratemi cioèche almenoper lametàdi luglio preparerete altre staffila­

te per far tacere i maligni,altrimenti vi assicuro dovrò io prenderepubblicamentelevostredifese eallora...

icattivi staranno freschi!

Tolmezzo,1 giugno 1907

PETRUS Fonte: articolo da“La Patriadel Friuli”, a.XXXI, 3 giugno 1907, n. 131. Riprodotto inE.e D.Susmel (a cura di), Opera Omnia di Benito Mussolini,cit.,voi. I, cit., pp. 269-270.

Documento n. 20

Tolmezzo, 4 giugno 1907 Carissimo,

guardadi procurarmi, anche nuovi, i libri Lavita di Ge­

di Rénan eJesus di Pietro Nahor-Edizione della

“Rassegna Intemazionale,Piazza in Lucina, Roma.

Non possodarti a propositodiquesto libro altre indi­

cazioni. Io lo conosco dietrouna buona recensione.

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