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Verifica assoggettabilità a VAS (13751 KB)

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Academic year: 2022

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Sommario

1.  Premessa ... 3 

2.  Caratteristiche dell’area d’intervento ... 4 

2.1.  Contestualizzazione geografica ... 4 

2.2.  Inquadramento urbanistico ... 5 

2.3.  Documentazione fotografica ... 6 

2.4.  Sistema infrastrutturale ... 8 

2.5.  Ambiti di tutela e vincolo ... 9 

2.6.  Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree interessate . 10  2.6.1.  Aria ... 10 

2.6.2.  Acque superficiali... 13 

2.6.3.  Acque sotterranee ... 15 

2.6.4.  Suolo e sottosuolo ... 15 

2.6.5.  Biodiversità ... 17 

2.6.6.  Paesaggio ... 18 

2.6.7.  Beni storico-testimoniali e culturali ... 18 

2.7.  Criticità ... 19 

3.  Quadro pianificatorio ... 20 

4.  Progetto ... 30 

4.1.  Contenuti e dati dimensionali ... 30 

4.2.  Coerenza con i piani sovrordinati ... 35 

5.  Effetti sull’ambiente ... 36 

5.1.  Ambiente naturale ... 36 

5.1.1.  Rete ecologica ... 36 

5.1.2.  Biodiversità ... 36 

5.2.  Ambiente fisico ... 37 

5.2.1.  Aria ... 37 

5.2.2.  Acqua ... 37 

5.2.3.  Suolo e sottosuolo ... 38 

5.2.4.  Rumore ... 38 

5.3.  Paesaggio... 39 

5.3.1.  Sistema percettivo ... 39 

5.3.2.  Elementi puntuali ... 41 

5.4.  Ambiente antropico ... 41 

5.4.1.  Sistema residenziale ... 41 

5.4.2.  Sistema socio-economico ... 41 

5.4.3.  Viabilità ... 42 

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5.4.4.  Salute pubblica ... 43 

5.5.  Sintesi delle pressioni ... 43 

6.  Condizioni di sostenibilità, compensazioni e mitigazioni ... 44 

7.  Conclusioni ... 45 

8.  Allegati ... 47 

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3 1. PREMESSA

Il presente documento viene redatto al fine di verificare la sussistenza di elementi o fattori che comportino alterazioni significative sull’ambiente, a seguito della realizzazione ed entrata in esercizio del Piano Urbanistico Attuativo “Area ex funghi Montello”.

Lo strumento riguarda l’attuazione di una previsione di recupero e riconversione di un’attività produttiva, azione già individuata all’interno dello piano urbanistico generale vigente (PAT). Si tratta di uno strumento finalizzato alla collocazione di una realtà commerciale, oggetto di specifico accordo pubblico-privato, secondo la procedura del art. 7 della LR 11/2004, dove sono stati definiti gli interventi che riguardano l’attività commerciale e le opere di interesse collettivo che determinano l’equilibrio tra pubblico e privato. Nello specifico l’accordo prevede che, a fonte della nuova classificazione dell’area siano realizzati interventi di adeguamento e miglioramento delle strutture scolastiche comunali.

La metodologia dell’analisi e delle valutazioni è definita secondo un struttura che prevede una prima contestualizzazione del contesto territoriale e definizione del quadro di riferimento programmatorio esistente. Si individuano quindi le criticità esistenti, al fine di mettere in luce gli aspetti di maggiore sensibilità e i temi rispetto ai quali approfondire la valutazione. Una volta delineati i contenuti della proposta progettuale si approfondiscono i possibili effetti sull’ambiente. La verifica dei possibili impatti significativi si conclude delineando i possibili interventi che possono rivelarsi utili per contenere le eventuali alterazioni ambientali negative.

Si tratta di un processo che permette così di verificare la sussistenza di possibili impatti significativi, nonché di indirizzare eventuali interventi utili, o necessari, per rendere compatibile l’intervento rispetto alle valenze e sensibilità ambientali.

Tale metodologia permette, quindi, di valutare le alterazioni ambientali in riferimento al quadro legislativo derivante dall’applicazione del Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii., ed in particolare in relazione alla procedura di Verifica di Assoggettabilità VAS. I contenuti e la metodologia di analisi sono stati sviluppati in osservanza dei contenuti della DGR 1717 del 03.10.2013.

Le analisi e i dati utilizzati si sviluppano all’interno del quadro ambientale di riferimento locale dato dal PAT e relativa VAS, approvati con Deliberazione Giunta provinciale n.

27 del 3 febbraio 2014. Tali analisi sono state aggiornate e approfondite per i temi di maggior interesse e in relazione alle verifiche di dettaglio conseguenti alla proposta d’intervento.

La proposta di PUA, come precedentemente detto, rientra all’interno di specifico accordo di programma che è stato soggetto conferenza di servizi che ha verificato l’interesse e le caratteristiche degli interventi, con particolare riferimento alle opere pubbliche che costituiscono elemento perequativo della componente privata. All’interno della conferenze decisoria, avvenuta in data 04.04.2014, sono state le proposte progettuali degli interventi di carattere pubblico (ampliamento e sistemazione urbanistica delle aree esterne del plesso scolastico di Onigo).

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2. CARATTERISTICHE DELL’AREA D’INTERVENTO 2.1. Contestualizzazione geografica

L’ambito si colloca all’interno del territorio comunale di Pederobba, in corrispondenza del margine nord della zona produttiva di Pederobba, che si sviluppa lungo la Feltrina.

L’area si inserisce in corrispondenza dello spazio con diretto affaccio SR 348 e la SP 26, in corrispondenza del nodo fra le due viabilità.

I centri abitati più prossimi si localizzano a distanze significative. Gli spazi limitrofi, oltre all’area produttiva, sono destinati ad attività agricole.

Oltre l’asse della Feltrina si sviluppa il sistema golenale del Piave, che in prossimità dell’ambito di intervento acquista una rilevante profondità.

Inquadramento dell’area d’intervento

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5 2.2. Inquadramento urbanistico

L’attuale quadro urbanistico comunale vigente è definito dal PAT e dalla prima variante al PI.

Relativamente alle scelte del PAT si riporta come l’area in oggetto rientri all’interno dell’ambito di miglioramento della qualità urbana. Si trattata di uno spazio all’interno del quale si prevede il recupero di situazioni degradate o incongrue rispetto le dinamiche e gli obiettivi di sviluppo urbano previste dal piano. All’interno di questi ambiti si prevede le riconversione delle attività in essere e lo sviluppo di accordi funzionali a realizzare interventi capaci di dare maggiore qualità al tessuto urbano e socio-economico (art. 15 comma 14).

L’area rientra inoltre all’interno dell’ambito territoriale per la localizzazione di grandi strutture di vendita (art. 15 comma 38). Si tratta dell’ambito che si sviluppa lungo la Feltrina, utile alla localizzazione di strutture commerciali di rilevante peso, che sfruttando l’asse della strada regionale possono avere accessibilità rispetto un bacino vasto senza creare interferenze significative con il tessuto urbano o spazi di valore ambientale. Il PAT prevede che per rendere maggiormente compatibile lo sviluppo delle attività commerciali con il sistema viario, siano differenziati i flussi connessi alle attività commerciali rispetto a quelli legati alle realtà produttive.

Il PAT considera la possibilità di potenziare il polo produttivo-commerciale, prevedendo la possibilità di espandere il tessuto ad ovest dell’area d’intervento.

Si rileva la presenza di spazi ed elementi di interesse paesaggistico e storico- testimoniale a nord dell’area, in relazione alla presenza dell’ossario francese. Si tratta di spazi ed elementi disgiunti rispetto al sistema interessato dall’intervento.

Inquadramento dell’area sulla Tav. 4 del PAT

Il vigente PI recepisce quanto previsto dal PAT, conformando le indicazioni del PRG previgente. Relativamente all’area in oggetto si riporta come la variante al PI abbia classifichi l’intero tessuto che si colloco ad ovest della Feltrina come zona D1 – industria, artigianato e commercio, ricadente all’interno di uno strumento attuativo unitario. Si tratta pertanto di uno spazio, che rientra all’interno di un ambito destinato ad attività commerciali, che dovrà essere attuato attraverso specifico piano attuativo.

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Le aree limitrofe, verso sud hanno medesima destinazione d’uso, mentre le aree a nord e ovest risultano a destinazione agricola. Si rileva la presenza di un’attività produttiva classificata come in zona impropria, collocata in prossimità dell’area, lungo via Cal Lusent. Il piano indica la presenza di una fascia agricola, interessata dalla presenza di spazi boscati, tra la Feltrina e il canale Brentella.

Estratto del PI adottato

2.3. Documentazione fotografica

Coni visuali

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2.4. Sistema infrastrutturale

Il sistema viabilistico di Pederobba permette di cogliere quale sia il disegno storico del territorio che le dinamiche che si sono venute a sviluppare all’interno del territorio, sia a livello locale che territoriale.

La maglia infrastrutturale che caratterizza il territorio si compone di un asse principale, costituito dalla SR348 Feltrina, che corre da sud a nord, parallelamente al corso del Piave, collegando l’ambito pedemontano, e quindi dell’area del trevigiano, con l’area del feltrino. A questa si relazionano una serie di collegamenti che si sviluppano pressoché ortogonalmente, interessando i centri abitati. Queste rappresentano la maglia storica del territorio e dell’area pedemontana.

Di particolare interesse per il sistema della mobilità di Pederobba, e dell’area circostante risultano la SP26, che partendo dall’asse della Feltrina raccorda i centri che si trovano a valle del sistema montano del Grappa, e il sistema di via della Vittoria e SP2, che collegano la viabilità principale al ponte di Vidor, e quindi all’area pedemontana ad est del Piave.

L’area si sviluppa in corrispondenza del sistema infrastrutturale principale, in corrispondenza dell’intersezione tra la Feltrina e la SP 26. L’accesso diretto su queste due direttrici evidenzia le potenzialità dell’area all’interno di un bacino ampio.

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Schema della viabilità principale

2.5. Ambiti di tutela e vincolo

Come desumibile da quanto contenuto all’interno dell’inquadramento territoriale, l’area d’intervento non si colloca all’interno di spazi soggetti a vincoli o tutela di rilevante significatività, trattandosi di uno spazio inserito all’interno dell’area produttiva esistente.

Rispetto agli elementi generatori di vincolo di interesse ambientale si rileva come l’area marginale rispetto la Feltrina rientra all’interno della fascia di tutela del Piave (D.Lgs 42/2004). All’esterno dell’area, oltre l’asse della strada regionale, si sviluppa una fascia boscata, soggetta a tutela paesaggistica (D.Lgs. 42/2004) connessa al sistema fluviale limitrofo.

L’area è interessata da fasce di rispetto connesse alla presenza di infrastrutture a rete che attraversano la zona produttiva di Pederobba. In particolare si tratta di due linee elettriche; una prima, che lambisce l’area d’intervento, corre da est a ovest, e la seconda, che attraversa l’area, si sviluppa da sud a nord.

Si rileva inoltre la presenza di un gasdotto che corre sotto via Cal Lusent, lungo il margine ovest dell’ambito.

Da rilevare inoltre come in prossimità dell’area d’intervento, parallelamente alla SP 26, il Piano Generale di Bonifica del Territorio Rurale individua uno spazio soggette a tutela per la realizzazione di adduttrici irrigue e di bacini di accumulo. Dal momento che l’area rientra all’interno di un sistema che scola verso sud, in riferimento al sottobacino del Curogna, l’opera non avrà relazioni con tale elemento.

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Inquadramento dell’area sulla Tav. 1 del PAT

2.6. Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree interessate 2.6.1. Aria

L’analisi del contesto deriva dalle valutazioni e stime effettuate in sede di proposta di classificazione delle realtà comunali approvata con DGR 2130 del 23.10.2012, dove sono identificati gli ambiti che risentono degli effetti dovuti alle pressioni antropiche, in relazione alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche del territorio regionale.

La classificazione individua 5 agglomerati, corrispondenti alle aree urbane di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza e Verona, e 4 macroaree definite da caratteristiche fisico- geografiche.

Zonizzazione della qualità dell’aria secondo DGR 2130 del 23.10.2012

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In riferimento al quadro locale, già analizzato in sede di redazione del PAT, è emerso come in relazione ai macrosettori fonti di sostanze inquinanti dell’aria le principali attività responsabili dell’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera siano identificabili prevalentemente nei trasporti stradali (39%) e nelle attività legate alla combustione non industriale (30%) e in modo secondario dalle attività industriali e manifatturiere (16%). Residuali appaiono gli altri settori considerati, con percentuali ampiamente inferiori al 10 %.

Alla luce di questo contesto l’analisi viene approfondita su scala locale, restituendo così in immagine di maggior dettaglio, e con maggiore aggiornamento.

Il Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso ha eseguito negli anni 2008-2010 il monitoraggio della qualità dell’aria nel territorio comunale di Pederobba nell’ambito di un progetto di ampio respiro avente come obiettivo la valutazione integrata della fonte di pressione, costituita dalla ditta Cementi Rossi SpA.. I rilevamenti hanno interessato i territori comunali di Pederobba, Valdobbiadene, Cornuda e Conegliano, per avere un riscontro di scala territoriale.

Al fine di completare le informazioni raccolte nel triennio è stato eseguito il monitoraggio di alcuni inquinanti in occasione dei due distinti eventi di fermo impianto avvenuto tra il 31/12/2010 e l’8/02/2011 e tra il 23/3/2011 e l’8/4/20111.

È stato eseguito il monitoraggio di polveri inalabili PM10 e su alcuni campioni sono state eseguite le analisi di idrocarburi policiclici aromatici IPA e metalli.

Si riportano di seguito i grafici riferiti al monitoraggio del PM 10 eseguito dall’ARPAV in riferimento ai 2 periodi di ferma dell’impianto del cementificio e conseguente riattivazione, confrontando le diverse centraline utilizzate.

1 Dati pubblicati nel luglio 2012

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L’analisi ha evidenziato, durante la prima campagna, una situazione critica in relazione al superamento della soglia fissata da legge, per le diverse centraline utilizzate. La seconda campagna ha invece rilevato una situazione meno critica, con valori massimi che si attestano in prossimità della soglia ammissibile.

Si osserva quindi come le condizioni climatiche influenzano in modo determinante le concentrazioni medie degli inquinanti. In particolare le concentrazioni rilevate nel periodo gennaio–febbraio 2011 risultano maggiori di quelle osservate nel periodo aprile–maggio; durante la prima campagna sono stati riscontrati infatti la maggior parte dei superamenti del valore limite giornaliero di 50 mg/m3. Tale fenomeno è probabilmente dovuto ai fattori micrometeorologici ed in particolare alla diversa altezza di rimescolamento dello strato limite che risulta ridotta durante il periodo invernale causando l’aumento delle concentrazioni degli inquinanti a parità di quantità emesse a terra.

L’APAV ha monitorato sostanze quali: Arsenico (As), Cadmio (Cd), Nichel (Ni), Piombo (Pb), analizzando la concentrazione media durante il monitoraggio dal 11/01/2011 al 29/05/2011 nel comune di Pederobba, Cornuda e Valdobbiadene.

In sintesi lo studio condotto ha evidenziato come per quanto riguarda l’analisi di Metalli (As, Cd, Ni, Pb) sui campioni di PM10, come nella maggior parte dei siti monitorati, le concentrazioni degli inquinanti sono risultate largamente al di sotto del Valore Obiettivo previsto dal D. Lgs. 155/2010. Non si sono osservate differenze tra i tre siti monitorati né differenze sostanziali nel periodo in cui l’impianto è fermo oppure attivo.

Ulteriori indagini volte a verificare l’eventuale inquinamento dovuto a metalli, potenzialmente connessi all’attività del cementificio Rossi2, ha rilevato come non siano presenti concentrazioni significative. I campionamenti e le analisi hanno evidenziato come le sostanze rilevate non siano dipendenti da una sola fonte più significativa rispetto ad altre. Le misurazioni hanno infatti rilevato dinamiche di dispersione e concentrazione che non permettono di risalire ad una fonte unica o a vettori specifici.

Per quanto riguarda l’inquinamento da PM10, in diretto riferimento alle valutazioni espresse da ARPAV all’interno dello studio condotto, denominato “Il monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Treviso” riguardante i comuni di Pederobba, Valdobbiadene e Cornuda, pubblicato in data Luglio 2012, si riporta come si sono verificati alcuni superamenti del Valore Limite giornaliero di 50 mg/m3 da non superare per più di 35 volte l’anno secondo il D. Lgs. 155/2010. Si sottolinea che i dati rilevati durante le campagne non risultano sufficienti per permettere un confronto diretto con i

2 Biomonitoraggio della qualità dell’aria condotto da ARPAV, 2008-2009

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limiti di legge a lungo termine previsti dalla normativa vigente.

Questo rileva una situazione potenzialmente critica, in dipendenza non solo delle fonti emissive, ma anche dalle situazioni metereologiche, in riferimento in particolare alle concentrazioni di PM10.

2.6.2. Acque superficiali

La rete idrografica primaria è articolata sulla base dei corsi del fiume Piave, che scorre segnando il confine settentrionale dell’intero comune in direzione nord-sudest e dei Torrenti Curogna, Torrente Martinella e Torrente Nasson – affluenti del Piave con scorrimento in direzione ovest-est. Elemento di particolare valore è anche il canale Brentella: progettato dalla Serenissima Repubblica di Venezia alla fine del 1400 esso, attraverso una presa tuttora elemento storico di grande valore testimoniale, funge da canale derivatore delle acque del fiume Piave in località Molinetto e riveste un’importanza fondamentale per l’economia agricola dell’alta pianura trevigiana.

Per quanto riguarda il campionamento della qualità delle acque del fiume Piave si riportano i valori registrati in corrispondenza del tratto censito dall’ARPAV come 303, che comprende la sezione che va dalla confluenza del fiume Soligo alla derivazione del canale Brentella.

Dall’analisi nello specifico del tratto ricadente all’interno del territorio comunale di Pederobba è però possibile delineare la situazione del corso d’acqua, anche rispetto all’andamento degli ultimi anni. Il Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori (LIM3) durante il periodo 2000-2012 non presenta situazioni particolarmente critiche anzi, l’indice LIM si posiziona sempre in classe II – in una scala da I (migliore) a V (peggiore). Si osserva, sulla base della serie storica, come la situazione presenti delle oscillazioni, che tuttavia non evidenziano alcun un fenomeno critico,

Anche l’indice IBE, a conferma del buon stato di qualità dell’acqua, fa rientrare il tratto del fiume Piave, considerando lo stato delle acque in relazione all’arco temporale analizzato, si nota un progressivo miglioramento della qualità, che si mantiene sempre all’interno delle classi più elevate, con una flessione per gli anni dal 2008 e 2009.

3Ai sensi del Decreto Legislativo n. 152/1999, integrato e modificato dal Decreto n. 258/2000.

Anno SOMME LIM CLASSE LIM

2000 380 II

2001 440 II

2002 440 II

2003 460 II

2004 360 II

2005 280 II

2006 380 II

2007 340 II

2008 400 II

2009 440 II

2010 480 I

2011 440 II

2012 480 I

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Elaborando i parametri qui esaminati, è possibile definire lo stato ecologico ed ambientale del corso del Piave. L’analisi condotta dall’ARPAV ha permesso di posizionare il tratto che interessa il territorio di Pederobba all’interno della classe di Stato Ecologico4 2 – in una scala da 1 (migliore) a 5 (peggiore) – come ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile.

Lo stato ambientale5 del tratto appare quindi buono, dal momento che le concentrazioni degli inquinanti rilevate all’interno del corso d’acqua non sono assolutamente compromettenti per l’esistenza e per l’evoluzione della componente biologica che caratterizza il tratto di fiume analizzato.

Anno SECA SACA

2000 2 buono 2001 2 buono 2002 2 buono 2003 2 buono 2004 2 buono 2005 2 buono 2006 2 buono 2007 2 buono 2008 2 buono

In quanto al prelievo idrico, risultano due i pozzi acquedottistici, dislocati lungo il corso del Piave, nell’area della zona industriale ad ovest del canale Bretella. Numerose sono le sorgenti – la più nota è la sorgente Bislonga - sia lungo l’area golenale del fiume Piave e del torrente Curogna, sia lungo i pendii del massiccio del Grappa e nel territorio ad est-sud est di Pederobba. Si tratta pertanto di spazi che non sono direttamente connessi all’area d’intervento.

Per quanto riguarda il livello qualitativo delle acque di falda, non è possibile effettuare una valutazione in quanto non sono localizzati pozzi di campionamento collocati all’interno del territorio in esame, gestiti dal sistema di monitoraggio dell’ARPAV. Sarà possibile, all’interno di una più specifica fase analitica, considerare diverse fonti e un quadro territoriale più ampio.

Il Decreto Ministeriale n. 260 dell'8 novembre 2010, che modifica ed integra il D.Lgs.

4 Lo Stato Ecologico si valuta sulla base dei valori dell’indice IBE e parametri macrodescrittori (BOD, COD, P, NH4, ecc.)

5 Lo Stato Ambientale si valuta sulla base dello Stato Ecologico e i dati relativi alle concentrazioni dei principali microinquinanti chimici

Anno IBE CLASSE IBE GIUDIZIO

2000 9 II buono

2001 9 II buono

2002 9 II buono

2003 8 II buono

2004 8-9 II buono

2005 10 I buono

2006 11 I buono

2007 11 I buono

2008 9 II buono

2009 7 III buono

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152/06, ha introdotto un nuovo descrittore per la valutazione della qualità ecologica dei corsi d'acqua, il LIMeco, da calcolarsi su base triennale (il primo triennio è riferito al periodo 2010-2012). Le analisi condotte relativamente alla tratta 303 hanno rilevato una qualità elevata. Si tratta pertanto di un contesto che non presenta fattori di inquinamento rilevante per lo stato fisico e ambientale delle acque.

La rete idrografica nella zona interessata dal PUA è composta piccoli rii e fossati, tutti di modesta sezione, che convogliano le acque verso il recettore finale, il torrente Curogna, a sud.. La zona nel suo complesso è stata urbanizzata, pertanto la rete di raccolta è costituita dalla rete di fognatura per acque meteoriche presente lungo le strade di servizio. Poiché l’area d’intervento è ubicata nella parte di monte del bacino fognario, le acque si distribuiscono in via Merlana e via Cal Lusent per poi giungere al Curogna lungo le vie Curogna e Zona Industriale. La zona oggetto di studio rientra idraulicamente sotto la competenza del “Consorzio di Bonifica Piave”.

2.6.3. Acque sotterranee

Nella rete di monitoraggio quali–quantitativo delle acque sotterranee gestita dall’ARPAV non rientrano punti di campionamento delle acque sotterranee all’interno del territorio comunale.

Possono essere presi in considerazione i valori riscontrati all’interno del comune di Cornuda, a sud di Pederobba. Dall’analisi dei dati si evidenzia come, considerando l’arco degli anni dal 2003 al 2007, la situazione non abbia subito modifiche rilevanti, con un valore dell’indice SCAS, pari a 2, classificando quindi lo stato fisico chimico delle acque come buono.

Comune Stazione Profondità Tipo falda Anno SCAS

CORNUDA 100 55.5 freatico

2003 2 2004 2 2005 2 2006 2 2007 2

Considerando la soggiacenza di falda, si evidenzia come, nell’area settentrionale del territorio comunale, non sia rilevante la relazione con il sistema di falda, in considerazione della sua profondità e del sistema geologico qui presente. I livelli di maggior altezza delle falde si riscontrano in corrispondenza del corso del Piave, e ai piedi dell’area del Monfenera, nell’ambito più occidentale.

Si rileva la presenza di due pozzi ad uso idropotabile localizzati a margine dell’area golenale del Piave, due posti in prossimità dell’area produttiva di Pederobba situati più a valle rispetto l’area in oggetto.

In corrispondenza dell’area d’intervento non si riscontra la presenza di falda a livelli superficiali. In fase di Studio di Compatibilità Sismica riferita alla proposta di Variante 1 al PI non si è riscontrata la presenza di falda a profondità inferiori ai 30 m.

2.6.4. Suolo e sottosuolo

L’ambito geologico all’interno del quale si colloca il territorio comunale di Pederobba è quello della fascia collinare subalpina, costituita dalle conoidi alluvionali depositate dai corsi d’acqua – ed in particolar modo dal fiume Piave – che escono dai bacini montani, e trova il suo limite meridionale sulla fascia delle risorgive. Questa è l’area che fornisce

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il massimo contributo all’alimentazione delle falde idriche sotterranee, in conseguenza dell’elevata permeabilità dei terreni che la costituiscono. Il corso del fiume Piave - come quello del suo immissario Curogna – divaga su ampi alvei ghiaiosi, disperdendo notevoli frazioni della sua portata raccolta nel bacino montano.

Le fasce lungo il Piave e lungo il corso del torrente Curogna, date dai depositi alluvionali e fluvio-glaciali, appartengono all’alta pianura recente, costituita da ghiaie e sabbie estremamente calcaree, con un alto grado di permeabilità.

Complessivamente il territorio risulta per una buona parte interessato da materiali sciolti quaternari derivanti dalle alluvioni trasportate dal Piave e dagli affluenti laterali, dalle conoidi alluvionali e dalle falde di detrito; estese appaiono anche le coltri colluviali che derivano dalla alterazione dei terreni a frazione argillosa predominante.

Carta geologica Regione Veneto, scala originale 1:100000

Le caratteristiche idrogeologiche del Comune di Pederobba presentano elementi diversi e molteplici che rispecchiano la variabilità litologica, morfologica ed altimetrica del territorio.

Compaiono infatti terreni sciolti grossolani ad elevata permeabilità e depositi argillosi praticamente impermeabili oltre che formazioni litoidi carbonatiche con presenza di fenomeni di tipo carsico.

I depositi sciolti grossolani sono sede di falda freatica, parzialmente utilizzata a scopo industriale ed idropotabile, che in determinate aree sembra possedere elevate potenzialità anche perché collegata direttamente ai deflussi del Piave e quindi alle sue portate superficiali.

Le indicazioni relative alla profondità della falda più significativa riguardano la fascia di territorio posta a sud di Pederobba, dove si osservano frequenti affioramenti della falda freatica sia organizzati in modo stabile, tramite la predisposizione di teste di “fontanili”

sia lungo i fossi e le scoline ubicati a nord della strada Provinciale n. 26 Pedemontana del Grappa.

Le risorgive sono in questo caso da ricollegarsi alla presenza delle conoidi di Pederobba che fungono da serbatoi idrici e che scaricano le acque sotterranee in corrispondenza delle unghie esterne dove tali strutture deposizionali si appoggiano su terreni molto meno permeabili provocando l’emersione della falda.

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Dal punto di vista idrogeologico si segnalano inoltre un paio di sorgenti carsiche (precedentemente indicate), nei pressi della statale Feltrina, ricollegate alla soglia di permeabilità tra Biancone e Scaglia.

La fascia all’interno della quale si colloca l’area d’intervento si sviluppa all’interno di due linee di scarpata, che corrono parallele alla direttrice del sistema golenale del Piave. Le linee di scarpata corrispondono ai limiti est e ovest dell’area; in particolare il limite est è il risultato dell’azione antropica, connesso alla realizzazione della regionale Feltrina. I due spazi limitrofi alle zone di scarpata risultano potenzialmente più soggetti ad amplificazione sismica in caso di terremoto. Le analisi condotte in sede di Studio di Compatibilità Sismica della variante al PI hanno tuttavia rilevato come le caratteristiche specifiche dell’area (caratteri litologici e idrogeologici), permetta di considerare tale criticità di limitata significatività.

In corrispondenza dell’area d’intervento il sottosuolo presenta una struttura costituita prevalentemente da ghiaie sabbiose mediamente addensati, fino ad una profondità di circa 30 m. Al di sotto di tale livello si sviluppa uno strato marnoso argilloso, con spessori variabili.

Il grado di sismicità in cui si colloca il territorio del comune di Pederobba è la classe II, quindi media, secondo l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 aprile 2006 n. 3519. In sede di progettazione di dettaglio dovranno pertanto essere rispettate le attenzioni e prescrizioni di legge previste per tali aree.

Lo Studio di Compatibilità Sismica allegato alla proposta di Variante 1 al PI ha rilevato come le caratteristiche specifiche del contesto limiti la possibilità di amplificazione sismica.

2.6.5. Biodiversità

La componete vegetale che caratterizza il territorio all’interno del quale si localizza Pederobba presenta sistemi diversificati in considerazione delle diverse tipologie di terreno e di conformazione morfologica, tenendo conto che il territorio comunale comprende situazioni estremamente diversificate tra loro.

Gli spazi di maggiore interesse per la componente, più prossimi all’area d’intervento, riguarda il sistema del Piave. Lo spazio della golena, che costituisce elemento di particolare valore per la rete ecologica, è caratterizzato dalla presenza di formazioni vegetali associate alle zone umide delle pertinenze fluviali, quali saliceti e pioppeti, con numerosi esemplari di Ulmus minor, Acer campestre, Quercus robur, Viburnum opalus.

Sono rilevabili anche tratti di canneto ad elofite (Phragmition) e praterie xeriche su substarti ghiaiosi e sabbiosi dei terrazzi particolarmente consolidati.

Gli spazi non edificati limitrofi all’area, quindi a nord ed ovest, sono destinati ad uso agricolo. All’interno di tali aree il livello di biodiversità e la complessità risulta contenuta.

Gli elementi che concorrono a sviluppare potenzialità ecosistemiche sono legate ai filari e corsi d’acqua (canali e scoline) che definiscono la tessitura dei campi.

Relativamente all’area d’intervento la componente naturalistica, e le potenzialità ecologiche, risultano limitate, dal momento che si tratta di uno spazio che rientra all’interno del polo produttivo-commerciale esistente. Il corridoio della Feltrina rafforza la separazione del contesto rispetto agli spazi di maggiore valore, collocati in corrispondenza della golena del Piave.

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Analisi dei livelli di naturalità del PAT

2.6.6. Paesaggio

Relativamente agli aspetti di carattere percettivo e rappresentativo del contesto, individuati dai vigenti strumenti di pianificazione e gestione del territorio, non risultano presenti, all’interno dell’area ne in adiacenza, spazi caratterizzati da particolari valenze paesaggistiche.

Similmente alle altre componenti analizzate, gli ambiti di maggiore interesse riguardano il sistema del Piave.

Si rileva la presenza del sacrario francese, a nord dell’intervento, che assume un particolare significato sotto il profilo rappresentativo e culturale. Si tratta comunque di un elemento collocato ad una distanza ci circa 250 m, separato visivamente dall’area in oggetto dall’asse della SP 26, e dalla morfologia del terreno.

Si considera, alla luce degli aspetti sopra indicati, come allo stato attuale non vi siano elementi o relazioni visive di particolare significatività che interessano direttamente l’area d’intervento.

La proposta progettuale potrà, tuttavia, approfondire gli aspetti connessi a due elementi. Un primo riguarda la qualità estetica dell’intervento in se, che avendo diretta visibilità lungo gli assi locali principali, assume una potenziale capacità identificativa del sistema locale. Il secondo riguarda la permeabilità visiva tra via Cal Lusent e il quadro paesaggistico del Piave e del sistema montano che si sviluppa oltre la linea del fiume.

2.6.7. Beni storico-testimoniali e culturali

Trattandosi di un intervento interno al polo produttivo-commerciale esistente, non si interessano spazi ed elementi tutelati o soggetti a regime di vincolo di carattere storico- testimoniale. Allo stesso modo non sono presenti elementi significativi all’interno degli spazi limitrofi.

Si rileva la presenza del sacrario francese, come rilevato all’interno del precedente paragrafo, che tuttavia non è interessato da interferenze dirette o alterazioni dell’area

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19 di pertinenza del manufatto.

Relativamente agli aspetti connessi alle informazioni storiche e reperti archeologici si riporta come si abbiano notizie di ritrovamenti di reparti di origine romana, e anche più antichi, in prossimità della frazione di Onigo, ai piedi dell’area collinare.

Ulteriori spazi di possibili ritrovamenti si indica come nei pressi di Levada si hanno notizie di ritrovamenti di manufatti riferibili all’era dell’olocene, e di alcuni oggetti dell’età del bronzo e di epoca romana. Nell’area tra le frazioni di Covolo e Barche sono stati rinvenuti manufatti costituenti probabilmente corredi funebri di epoca romana.

Si tratta di spazi situati a sud del sistema dei colli di Onigo, all’interno di aree spazialmente lontane e che possono essere fatte rientrare all’interno di sistemi territoriali differenti, evidenziando una maggiore presenza antropica in tempio lontani, in corrispondenza della aree limitrofe ai colli di Onigo e all’interno del sistema a valle.

Gli interventi, realizzati anche in tempi piuttosto recente (rimozione dei capannoni esistenti, realizzazione sovrappasso della SP 26) non hanno evidenziato rischi di carattere archeologico.

2.7. Criticità

Dall’analisi delle diverse componenti è emerso come il contesto non sia caratterizzato da situazioni soggetta a criticità significative.

Pur sviluppandosi all’interno del contesto territoriale elementi di interesse, primo fra tutti il sistema del Piave, i dati analizzati restituiscono la qualità dell’ambiente permettono di rilevare situazioni critiche.

Lo stato dell’ambiente non ha evidenziato fattori di pressione rilevanti relativamente alla qualità dell’aria e dell’acqua, sia per quanto riguarda il sistema di superficie sia di sottosuolo.

Relativamente alle componenti fisiche, e in particolare agli aspetti che riguardano la struttura geologica, l’area in oggetto non rientra all’interno di spazi soggetti a rischi o fragilità, non evidenziando quindi aspetti che vincolino o limitano le possibili trasformazioni dell’area in oggetto.

L’area non rientra all’interno di spazi soggetti a particolari vincoli o tutele. L’intervento interessa quindi spazi che non sono strettamente connessi a realtà caratterizzate da eccellenze significative sotto il profilo naturalistico o paesaggistico. Gli interventi di trasformazioni non interessano quindi sistemi caratterizzati da dinamiche ambientali di particolare interesse o sensibilità.

Si evidenzia come, analizzando spazi interessati dalla presenza del polo produttivo- commerciale di Pederobba e dell’asse della Feltrina, emerga come una situazione di limitato valore, in particolare paesaggistico, nonostante il contesto territoriale.

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20 3. QUADRO PIANIFICATORIO

PTRC del Veneto

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) adottato con D.G.R. n.

7090 in data 23.12.1986 ed approvato con D.G.R. n. 250 in data 13.12.1991, si è prefisso di assumere criteri ed orientamenti d’assetto spaziale e funzionale al fine di concertare le diverse iniziative e gli interventi che rendono compatibili le trasformazioni territoriali sia con la società che con l’ambiente in modo unitario e coerente tra loro.

Il territorio comunale di Pederobba si inserisce all’interno dell’ambito definito quale Area Pedemontana, caratterizzata da un sistema insediativo diffuso. Il polo insediativo di rilievo all’interno del contesto risulta quello di Montebelluna.

All’interno del territorio comunale di Pederobba il P.T.R.C. riconosce alcuni ambiti di particolare interesse naturalistico ambientale come zone boscate, tutelate sulla base della l. 431/85. Queste si trovano in corrispondenza dei rilevi montani e collinari, così come all’interno dell’area golenale del Piave.

In corrispondenza di tali sistemi si rilevano anche zone sottoposte a vincolo idrogeologico, sulla base del D.R. 3276/1923, in riferimento all’art.7 delle N.di A. del PTRC.

L’area situata più a nord, coincidente con l’ambito montuoso, rientra all’interno del perimetro di attuazione del Piano d’Area del Massiccio del Grappa (P.A.M.A.G.).

Il Nuovo P.T.R.C., adottato con delibera di G.R. n° 372 del 17.02.2009, considera la diverse componenti fisiche e strutturali che costituiscono il sistema regionale:

identificando i sistemi del:

• paesaggio, elemento utile al fine di comprendere le relazioni storiche e culturali che si sono sviluppate tra territorio e uomo, come strumento necessario a garantire un coretto sviluppo e all’interpretazione dei fenomeni insediativi e sociali;

• città, considerando il tessuto urbano come complesso di funzioni e relazioni che risentono non solo della dimensione spaziale, ma anche di quella funzionale e relazionale, tenendo conto delle dinamiche sociali ed economiche;

• montagna, non vista più come un elemento fisico di margine destinato alla sola tutela, ma come uno luogo di sviluppo e riacquisizione di una centralità che si è venuta a perdere, considerando sia aspetti fisici che socio-economici;

• uso del suolo, considerando la protezione degli spazi aperti, tutelando il patrimonio disponibile con limitazioni allo sfruttamento laddove non risulti compatibile con la salvaguardia di questo;

• biodiversità, si considera il potenziamento della componente fisica e sistemica non solo per quanto riguarda gli elementi eco relazionali in senso stretto, ma anche il contesto più generale che può giocare un ruolo all’interno del sistema;

• energia e altre risorse naturali, nell’ottica della riduzione dell’inquinamento e della conservazione delle risorse energetiche, anche su scala più vasta, si considera la razionalizzazione dell’uso del territorio, delle risorse e delle modalità di sviluppo secondo i principi di sviluppo sostenibile e compatibile;

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• mobilità, razionalizzare il sistema della mobilità in funzione delle necessità di relazioni e potenzialità della rete infrastrutturale, incentivando modelli di trasporto che coniughino funzionalità e compatibilità ambientale;

• sviluppo economico, dare il via a processi capaci di giocare sulla competitività su scala nazionale e internazionale, dando risposte alle richieste di scala locale, cogliendo le diverse opportunità che il territorio può esprimere;

• crescita socio-culturale, cogliere le particolarità dei luoghi e dei sistemi territoriali, cogliendone i segni storici e i processi base su cui si è venuto a stratificare il sistema base, percependone le motivazioni, le relazioni spaziali e temporali.

Di particolare interesse per l’ambito di Pederobba, risulta l’individuazione degli ambiti di paesaggio della Prealpi e Colline Trevigiane. Il sistema qui individuato ricomprende la fascia che si sviluppa tra l’area pedemontana e i rilievi collinari, sia sulla destra che sinistra Piave. All’interno del territorio comunale, l’elemento di maggior rilievo individuato appare l’area dei Colli di Onigo.

All’interno dell’Atlante Ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio è individuato un ambito di particolare interesse che viene indicato come “Medio Corso del Piave”, area ricomprendente l’alveo del Piave dal ponte che collega Segusino ad Alano di Piave, fino a Ponte di Piave, ricomprendendo il corso d’acqua e ambiti più o meno estesi della valle che il fiume ha conformato.

All’interno del territorio comunale si evidenzia l’importanza del sistema paesaggistico e naturalistico della golena del fiume, in particolare in relazione alla Garzaia. Gli indirizzi di tutela e valorizzazione relativi al sistema sono volti a privilegiare la costruzione di un sistema funzionale alla connettività ecologica, con la possibilità di integrare uso produttivo primario con elementi di valenza naturalistica. Questo in particolare incentivando colture e sistemi di coltivazione compatibili con l’assetto fisico e necessità ambientali.

Il PTRC è stato oggetto di variante, adottata con deliberazione della Giunta Regionale n. 427 del 10 aprile 2013, la quale ha attribuito valenza paesaggistica al piano regionale. Si tratta di una variante che riguarda principalmente aspetti procedurali e gestionali degli indirizzi di piano. Le modifiche più dirette e significative per la gestione del piano riguardano la riorganizzazione degli ambiti e di alcuni elementi di indirizzo strategico.

Relativamente all’area in oggetto, e alle attività analizzate, tale variante non comporta modifiche rispetto al quadro precedentemente analizzato.

PTCP di Treviso

Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Treviso, approvato in data 23.03.2010 con Delibera della Giunta Regionale n. 1137, si sviluppa secondo due direttrici primarie, lo sviluppo e il riordino del territorio provinciale e delle realtà economiche e sociali che qui sono collocate. Questo implica la necessità di relazionare in modo stretto e diretto le trasformazioni territoriali con politiche di riordino locale, con particolare attenzione alle ricadute dirette e indirette.

Lo strumento si articola in relazione ai diversi settori, considerando: uso del suolo, biodiversità, energia e risorse, mobilità, sviluppo economico, crescita culturale e sociale. Sulla base di tali presupposti vengono individuati i temi strategici e gli atti di sviluppo relativi ai settori di trasformazione.

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22

Per quanto riguarda lo sviluppo del sistema socio-economico il piano considera come l’area all’interno della quale si inserisce Pederobba graviti sul polo di Montebelluna, in particolare in relazione al distretto della produzione di beni e attrezzature legate allo sport. All’interno del territorio comunale il piano riporta la presenza di due ambiti produttivi di particolare interesse: l’ambito situato lungo la Feltrina, suscettibile a espansione, e l’area del cementificio Rossi, considerata come non ampliabili e da considerarsi come soggetta a interventi di miglioramento e riconversione.

Per quanto riguarda il sistema infrastrutturale, in PTCP considera la necessità di prevedere alla soluzione del nodo critico del ponte di Vidor. La soluzione prospettata è quella di realizzare un nuovo ponte sul Piave, direttamente connesso con la Feltrina, in prossimità dell’area produttiva. Questo al fine di by-passare i centri abitati, creando un nuovo sistema di connessione tra le due sponde del fiume Piave, ed in particolare gli ambiti produttivo-commerciali qui localizzati.

Viene considerata inoltre la possibilità di utilizzare la linea ferroviaria Treviso-Feltre quale proseguimento del SFMR, riattivando la stazione di Pederobba, sviluppando un sistema di metropolitana leggera.

PIANI D’AREA

Il Piano d’Area denominato Piano di Area del Massiccio del Grappa (P.A.M.A.G.), approvato con D.C.R. 15 giugno 1994, n. 930, si estende sul comprensorio di 18 comuni, appartenenti al sistema territoriale che si estende sul sistema territoriale del monte Grappa e degli ambiti circostanti, ricomprendendo comuni delle provincie di Vicenza, Treviso e Belluno, tra i quali Pederobba. Si tratta di un piano territoriale che alla materia dell’assetto urbanistico aggiunge quella della conservazione ambientale, del restauro ambientale e dello sviluppo sociale e culturale dell’area.

Il comune di Pederobba è interessato dal Piano per quanto riguarda l’area più settentrionale, ricomprendendo l’ambito montano del Monfenera, e la prima fascia di valle, interessando il sistema insediativo qui sviluppatosi fino all’altezza del centro di Pederobba.

Gli elaborati di piano che costituiscono il quadro di riferimento per il territorio comunale di Pederobba individuano alcune particolarità del contesto.

La Carta dei Sistemi Ambientali, degli Ambiti Visuali e panoramici, (Tavola 1), individua due sistemi territoriali che rispecchiano il sistema morfologico di Pederobba, indicando un ambito di versante ad alta clivometria, ricomprendente l’area boscata che si estende a nord dell’abitato, e una fascia posta a valle di questa, classificata come sistema vallivo della fascia pedemontana. Per quanto riguarda l’ambito montano si considera l’importanza di mantenere la colture tipiche e tradizionali dei sistemi misti di castagneto, frutteto e pascolo.

L’area soggetta a gestione del piano d’area si colloca a nord dell’area d’intervento, a distanza significativa (superiore a 1 km), oltre il sistema urbano di Pederobba centro.

Tale situazione permette di considerare come le previsioni del piano d’area non abbiano relazioni dirette con lo spazio interessato dall’intervento.

PRT

Il Piano Regionale dei Trasporti del Veneto si sviluppa sulla base del presupposto che esso stesso non sia da considerare come un semplice piano settoriale, dal momento che deve relazionarsi con tre distinti ambiti, per i quali la Regione esercita rilevanti competenze: il territorio, l’economia, l’ambiente.

Lo scenario complessivo all’interno del quale il Piano si articola è quello della

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dimensione europea: la Regione è chiamata oggi a giocare un ruolo di primo piano all’interno dei processi di trasformazione e sviluppo che coinvolgono il proprio territorio su scala nazionale e internazionale.

Sulla base di tali assunti, e recependo i principi definiti a livello internazionale riguardo allo sviluppo sostenibile e i diritti individuali e collettivi – Libro Bianco dei Trasporti – il piano recepisce il quadro internazionale definendo le priorità locali, gli indirizzi di sviluppo e le opere infrastrutturali primarie che coinvolgono il Veneto. La rete è definita su più livelli e in riferimento alle diverse modalità di trasporto, nell’ottica della realizzazione di un sistema gerarchizzato basato sulla creazione di maglie strutturate sulla base delle scale di relazione e di nodi funzionali.

Le opere principali si articolano su:

livello autostradale

rete stradale primaria

Sistema ferroviario Alta Velocità/Alta Capacità

SFMR

Sistema della logistica (porti, aeroporti, interporti)

Sistema idroviario.

Il sistema infrastrutturale di scala territoriale che si sviluppa all’interno del territorio comunale si riferisce alla direttrice nord-sud Treviso-Montebelluna-Feltre. Questa direttrice è confermata sia per quanto riguarda la rete viabilistica primaria che il sistema di trasporto pubblico riferito al SFMR, rientrando la tratta Montebelluna-Feltre all’interno della 4° fase.

Rispetto all’area oggetto d’intervento non si prevedono interventi o obiettivi che possano avere relazioni con il piano.

Si considerano gli obiettivi principali del PRT, dove si evidenzia la necessità di garantire la migliore funzionalità della rete infrastrutturale attuando interventi che assicurino l’efficienza della rete e dei nodi infrastrutturali, verificando possibili soluzioni di separazione dei flussi di traffico in ragione delle diverse tipologie e interventi che concorrano a migliorare la sicurezza stradale.

Rete Natura 2000

All’interno del territorio comunale di Pederobba sono presenti numerosi ambiti di particolare interesse ambientale, censiti quali S.I.C. e Z.P.S. In particolare:

la ZPS IT3240034 “Garzaia di Pederobba”: essa, che si sviluppa a nord-ovest del territorio comunale - in parte anche all’interno dei comuni di Alano di Piave, Segusino e Valdobbiadene - comprende una porzione dell’area golenale e fluviale del fiume Piave in cui trovano spazio aree di palude, stagno ma anche brughiera, boscaglia e torbiera. Il tratto di bosco umido è caratterizzato dalla presenza di specie quali Salice bianco (Salix alba), Pioppo bianco (Populus alba) ma anche Olmo campestre (Ulmus Minor), Acero campestre (Acer campestre), Farnia (Quercus robur), Viburno (Viburnum opulus), Fusaggine (Evonimus europaeus). La fascia prealpina è invece composta da bosco a Carpino nero (Ostrya carpinifolia), Ornello (Fraxinus ornus) e Farnia (Quercus robur).Tra le specie faunistiche insediate, stabilmente o temporaneamente, risultano determinanti gli aspetti riguardanti l’avifauna: da oltre 15 anni un numero consistente di aironi si è insediato formando una Garzaia nella quale nidificano circa 100 coppie di Airone cinerino (Ardea cinerea) e circa 30 coppie di Garzetta (Egretta garzetta). All’interno dell’area della Garzaia risultano presenti 109 specie di cui 57 nidificanti certi, 17 svernanti, 27 migratrici, 6

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irregolari e 2 accidentali. Nel periodo migratorio è possibile osservare specie molto rare quali Cicogna nera (Ciconia nigra), Cicogna bianca (Ciconia ciconia), Falco pescatore (Pandion haliaetus), Falco cuculo ( Falco vespertinus).Tra i mammiferi compaiono numerose specie quali Martora (Martes martes), Tasso (Meles meles), Donnola (Mustela nivalis), Riccio (Erinateus europaeus), Capriolo (Capreolus capreolus) ma anche rettili quali Biscia dal collare (Natrix natrix) e Tritone crestato (Triturus carnifex).

La ZPS IT3240035 “Settolo Basso”: l’area, a nord-est del comune, comprendente anche parte del territorio comunale di Valdobbiadene, riguarda un ambito fluviale piuttosto esteso, caratterizzato dalla presenza di numerose polle di risorgiva che danno origine a una serie di canali che dopo alcuni chilometri si riuniscono per immettersi nel Piave. La vegetazione è quella tipica delle formazioni fluviali, con ampia presenza di Ontano Nero (Alnus glutinosa) e Ontano bianco (Alnus incana), Pioppo bianco (Populus alba) e Salice bianco (Salix alba). Non mancano siepi arboree ricche di Tamerice (Tamarix ramosissima), Saponaria (Saponaria officinalis), Ginepro comune (Juniperus communis), Sambuco (Sambucus nigra) e Sanguinella (Corpus sanguinea).

Notevole appare anche la varietà floristica, che contribuisce ad aumentarne l’interesse paesaggistico.Risulta in oltre la presenza di oltre 150 specie animali, molte delle quali sostano durante i periodi di migrazione verso il bacino del Mediterraneo: tra le specie avicole Averla piccola (Lanius collurio), Martin pescatore (Alcedo atthis), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Falco pescatore (Pandion haliaetus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Cicogna bianca (Ciconia ciconia) e Cicogna nera (Ciconia nigra). Notevole anche il numero di specie ittiche, rappresentato in particolar modo da Trota marmorata (Salmo marmoratus), Barbo italico (Barbus plebejus), Lasca (Chondrostoma genei), Cobite fluviale (Cobitis taenia), Alosa (Alosa fallax), Scozzone (Cottus gobio), Cobite mascherato (Sabanejewia larvata), Lampreda padana (Lethenteron zanandreai).

La ZPS IT3240025 “Campazzi di Onigo”, nella quale il territorio di Pederobba rientra solo in parte a sud, a confine con il comune di Cornuda. L’area è caratterizzata da territorio infracollinare, con un paesaggio agrario caratterizzato da ambienti agricoli intervallati da tratti boschivo-forestali a Frassino meridionale (Fraxinus angustifolia) e Ontano nero (Alnus glutinosa) oltre che aree residue a Querce-Carpineto (Querco-Carpinetum boreoitalicum), composto da Quercia (Quercus robur), Frassino (Fraxinus excelsior), Pruno (Prunus spinosa). Presenti anche aree a piante erbacee alte a Molinio- Holoschoenion e giunchi.

La ZPS IT3240023 “ Grave del Piave” – in cui rientrano anche i comuni di Breda di Piave, Cimadolmo, Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Moriago della Battaglia, Nervesa della Battaglia, Ormelle, Ponte di Piave, San Biagio di Callalta, Santa Lucia di Piave, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Susegana, Valdobbiadene, Vidor, Volpago del Montello

Il SIC IT3240030 “Grave del Piave-Fiume Soligo-Fosso di Negrisia”, in minima parte a sud-est dei confini comunali - in cui rientrano anche i comuni di Breda di Piave, Cimadolmo, Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Farra di Soligo, Follina, Mareno di Piave. E’ un’area di espansione fluviale costituita da vegetazione pioniera, boschetti ripariali e macchie con elementi di vegetazione planiziale e canneti in cui è importante la presenza di specie rare quali saliceti del Salicetum eleagni e del Salicetum albae. Il sito riveste importanza anche per l’avifauna e la fauna interstiziale.

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Il SIC IT3230088 “Fiume Piave dai Maserot alle grave di Pederobba”, di cui fanno parte anche i comuni di Alano di Piave, Belluno, Cesiomaggiore, Feltre, Lentiai, Limana, Mel, Quero, Santa Giustina, Sedico, Trichiana, Segusino, Valdobbiadene. Il sito comprende un tratto del fiume Piave e di zone umide associate al lago artificiale di Busche, tratto ricco di prati e boschi mesofili, con importanti aree di “frega”.

Il SIC/ZPS IT3230022 “Massiccio del Grappa” – in cui rientrano anche i comuni di Alano di Piave, Arsiè, Feltre, Fonzaso, Quero, Seren del Grappa, Borso del Grappa, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno, Cismon del Grappa, Romano d’Ezzelino, San Nazario, Solagna.

Massiccio notevole per i fenomeni carsici e per la complessità ambientale, esso conserva formazioni vegetali di grande interesse e originalità, oltre che grande ricchezza floristica e presenza di entità endemiche, rare e significative.

L’area d’intervento non si colloca in prossimità di siti che rientrano all’interno della Rete Natura 2000. Si rileva comunque come sia utile approfondire l’analisi delle possibili relazioni, considerando come l’ambito si collochi in prossimità del sistema del Piave, che interessa e mette in connessione spazi di elevato valore naturalistico.

Individuazione dei SIC e ZPS

PAT

Il Piano di Assetto di Pederobba è stato approvato dalla Giunta Provinciale di Treviso, con delibera 216/2013 del 27.05.02013, divenendo così lo strumento urbanistico comunale di indirizzo strategico del territorio, secondo quanto previsto dalla LR 11/2004.

L’analisi, nello specifico, della Tav. 1, che riporta il quadro vincolistico e pianificatorio vigente, evidenzia come all’interno dell’area in oggetto non sussistano vincoli che limitino o condizionino significativamente la possibilità di intervento. Si rileva, infatti

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come sia sottoposta a tutela paesaggistica la fascia prospicente la Feltrina, che ricade all’interno dell’area di tutela paesaggistica in relazione al sistema del Piave (D.Lgs.

42/2004). Si tratta di uno spazio marginale, e di limitate dimensioni, che non pregiudica la possibilità d’intervento relativamente alla restante, e maggioritaria, porzione dell’ambito.

Si rileva inoltre la presenza dell’elettrodotto, che attraversa l’area da sud a nord. Si tratta di un elemento che limita la collocazione di strutture che possono ospitare per lunghi periodi soggetti sensibili (asili, scuole,…). L’esistenza della linea in se condiziona il disegno dell’intervento.

Estratto della Tav. 1 del PAT

Per quanto riguarda i temi di interesse strategico quali elementi strutturanti il territorio, individuate all’interno della tav. 2, carta delle Invarianti, si evidenzia come l’area non interessi spazi di particolare valenza. Si osserva, infatti, come l’ambito non interferisce con elementi puntuali o sistemi di importanza ambientale definiti dal PAT.

Gli ambiti più prossimi si collocano ad est del perimetro di intervento, oltre l’asse della statale Feltrina. In relazione al sistema fluviale il piano individua l’esistenza di spazi, compresi tra la statale e il corso del Brentella, destinati alla valorizzazione delle componenti naturalistiche, nonché allo sviluppo del sistema boscato che si accompagna alla golena del Piave.

Si rileva la presenza dell’ambito del Sacrario Francese, a nord dell’area d’intervento, nonché del relativo cono visuale. L’elemento si colloca a nord del nodo tra la Feltrina e la SP 26, via Valcavasia, non si rilevano pertanto relazioni dirette con l’area oggetto d’intervento.

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Estratto della Tav. 2 del PAT

In relazione ai possibili rischi fisici e fragilità esistenti all’interno del territorio, il PAT definisce i livelli di condizione alle trasformazioni insediative. Rispetto all’area d’intervento il piano non rileva situazioni di significativa fragilità, indicando l’ambito territoriale di riferimento come idoneo ai fini della classificazione della penalità edificatoria (tav. 3 – Carta delle Fragilità). Non si rilevano pertanto fattori di rischio o condizioni di significativa criticità in relazione alle tipologie di suoli e fattori di stabilità.

Va comunque rilevato come l’area si collochi all’interno di aree stabili suscettibili di amplificazione sismica (art. 11 delle NTA).

Estratto della Tav. 3 del PAT

Analizzando le indicazioni contenute all’interno della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità, si evidenzia come l’intervento sia diretta attuazione di quanto previsto dal PAT stesso. L’area si colloca infatti all’interno dell’ambito di miglioramento della qualità urbana, dove si prevede la riqualificazione e miglioramento del contesto attraverso interventi di recupero funzionale e fisico.

L’area rientra inoltre all’interno del sistema territoriale definito dal PAT come utile allo

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28 sviluppo del polo commerciale della Feltrina.

Estratto della Tav. 4 del PAT

Ambiti di trasformazione previsti da PAT

In fase di Valutazione Ambientale Strategica del PAT sono stati analizzati i singoli areali di trasformazione, in relazione alla coerenza strategica rispetto agli obiettivi del PAT stesso e dell’eventuale presenza di situazioni critiche o valenze ambientali. Si riporta di seguito quanto espresso all’interno del Rapporto Ambientale approvato.

“Area n. 44: si tratta di un ambito indicato come “idoneo per il miglioramento della qualità urbana”. Tale ambito comprende aree di carattere produttivo-commerciale in cui sono già presenti attività economiche. L’ambito ricomprende un’area soggetta ad accordo di pianificazione funzionale al riassetto delle strutture esistenti, mantenendo le medesime destinazioni d’uso, sfruttando le potenzialità locali legate all’accessibilità di

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larga scala e alle infrastrutture già presenti. Si tratta quindi di uno strumento utile alla gestione e valorizzazione delle attività qui localizzate con effetti connessi allo sviluppo socio-economico del polo locale senza prevedere nuova occupazione di suolo o alterazioni del patrimonio naturalistico o paesaggistico. Questo appare in linea sia con le strategie principali del PAT che del PTCP, che identifica nel polo produttivo un ambito di un certo interesse da potenziare. Da considerare come tale ambito possa legarsi all’area n. 86 […], integrando le funzioni, sviluppandosi l’una a supporto e servizio dell’altra.”

PI

Il Piano degli Interventi vigente deriva dal quadro definito dal primo PI, che si struttura come trasposizione del PRG vigente al momento dell’approvazione del PAT, al quale hanno fatto seguito varianti di carattere puntuale, secondo quanto definito dalla LR 11/2004.

La Variante n°1 al PI, definita a seguito dell’adozione della proposta di accordo di programma ai sensi dell’art. 7 della LR 11/2004, conseguente alla Conferenza di servizi del 28.02.2014, a ha definito la destinazione d’uso specifica per il sistema che caratterizza il polo commerciale della Feltrina, delineato dal PAT.

L’intero sistema è classificato come ZTO D1. All’interno di tali zone sono consentite destinazioni d’uso di tipo produttivo, artigianale, commerciale, direzionale e terziario diffuso.

Per quanto riguarda l’ambito in oggetto, il PI prevede una specifica gestione dell’intervento, rientrando nel ambito AP/1, che subordina l’attuazione del piano urbanistico attuativo alla realizzazione di interventi di carattere pubblico, e nel caso alla realizzazione dell’ampliamento della scuola elementare di Onigo. Si tratta di una prescrizione derivante da quanto contenuto all’interno dello specifico Accordo di Programma, secondo quanto previsto dall’art. 7 della LR 11/2004.

L’intervento oggetto della presente valutazione è pertanto la diretta attuazione di quanto contenuto all’interno della I° variante al PI del Comune di Pederobba.

Estratto della proposta di zonizzazione su PI

6 Area di espansione produttiva-commerciale

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30 4. PROGETTO

4.1. Contenuti e dati dimensionali

L’intervento si sviluppa all’interno di uno spazio di poco inferiore ai 7 ettari, collocato a ridosso degli spazi attualmente già interessati da attività commerciali e produttive. Le scelte e caratteristiche delle dotazioni e dei parametri urbanistici sono funzionali alla creazione di un sistema omogeneo, che tenga conto anche della funzionalità e qualità degli spazi.

Si prevede la localizzazione di un complesso commerciale, all’interno dell’ambito definito dal PAT quale possibile collocazione di grandi strutture di vendita. Gli obiettivi principali dell’intervento riguardano essenzialmente l’eliminazione di un elemento di degrado e la creazione di un elemento di identità e riconoscibilità locale, sfruttando le potenzialità dell’area.

Si riportano di seguito i parametri urbanistici del piano attuativo.

parametri indicativi Superficie territoriale

(mq) Superficie

fondiaria (mq)

Superficie a viabilità pubblica(mq)

Superficie a viabilità privata(mq)

aiuole a verde (mq)

68.262 37.100 3.202 900 3.200

parametri prescrittivi Superficie a

verde pubblico (mq)

Superficie a parcheggio pubblico o ad uso

pubblico (mq)

h max (mt) Pt+2

Rapporto di copertura

indice Utilizzo (mq di Slp/Sup.

Fondiaria)

15.000 8.860 10,50 50% Sup

Fondiaria 1,00

standard di progetto Superficie a parcheggio

(mq) Superficie a verde (mq)

8.860 15.000 23.860

Oltre a tali parametri si definiscono ulteriori indicazioni:

• distanza tra pareti finestrate e pareti antistanti = pari all’altezza dell’edificio più alto, con un minimo di 10 ml

• distanza dalle strade di servizio = 10 ml

• distanza minima dal confine del lotto = 5 ml

• parcheggi privati = all’interno del lotto dovrà essere riservata un’area a parcheggio pari a 25 mq per addetto e comunque non inferiore al 10% della superfice fondiaria

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Si rileva quindi come la superficie fondiaria sia pari a circa il 54% dell’intero lotto. In relazione a questa dimensione la superficie coperta massima dovrà essere pari a 18.550 mq.

Si considera la possibilità di realizzare una superficie lorda di pavimento pari a 17.300 mq, questa superficie commerciale è la minima utile per rispettare le superfici a standard sopra riportate. La realizzazione di maggiori volumi commerciali implicherà la necessità di individuare ulteriori spazi a standard all’interno dell’area.

Il progetto, in armonia con le indicazioni urbanistiche dei diversi livelli di pianificazione e con le caratteristiche delle infrastrutture stradali esistenti e previste, individua un unico punto di accesso ed uscita all’area, attraverso la realizzazione di una rotatoria sulla Feltrina. Lo schema relativo alla mobilità interna all’area è studiato in modo da consentire una movimentazione meccanica con flussi a senso unico, organizzata in un circuito ad anelli. Si prevede altresì un punto di ingresso e uscita, differenziato, riservato ai soli mezzi di carico e scarico del centro commerciale. Si prevede di differenziare l’accesso dei mezzi pesanti in entrata rispetto a quelli in uscita, legati alla nuova attività. Nello specifico si prevede di utilizzare il nodo sulla Feltrina per i mezzi pesanti in entrata, per convogliare quindi i flussi in uscita lungo via Cal Lusent, alle spalle dell’intervento, per redistribuire quindi i carichi sulla SP 26.

Di significativo interesse risulta il nodo di progetto sulla Feltrina. In ragione dei flussi che già oggi coinvolgono l’asse, nonché della capacità attrattiva del polo commerciale, si prevede la realizzazione di una rotatoria di dimensioni adeguate. L’ipotesi progettuale prevede una rotatoria con raggio interno di 23 m, dimensionata in modo da sopportare i flussi di traffico che si muovono lungo la strada regionale, assicurando la funzionalità del nodo e il mantenimento dei livelli di servizio attuali a seguito dell’entrata in esercizio dell’attività commerciale, e quindi dei flussi aggiuntivi.

La movimentazione pedonale nell’ambito del comparto è assicurata mediante percorsi in sede propria, riducendo al minimo le sovrapposizioni con i percorsi veicolari, utilizzando anche porzioni di area attrezzata a verde.

Lo schema di impianto è sostanzialmente definito dalla stessa conformazione dell’area.

Infatti considerati i dislivelli del terreno e i vincoli presenti, la realizzazione dell’edificato potrà avvenire o lungo la direttrice est-ovest collocando l’area a parcheggio interamente a nord o lungo la direttrice nord-sud disponendo il parcheggio a est, mantenendo per entrambe le soluzioni le aree a verde in fregio ai limiti della stessa. Di seguito queste due ipotesi progettuali vengono più approfonditamente analizzate.

Nella progettazione delle aree esterne e dei parcheggi si cercato di adottare le soluzioni più efficaci in relazione alla collocazione delle strutture arboree ed in riferimento alla compensazione paesistica. Si è quindi ricorso ad un disegno delle aree di sosta veicolare tale da permettere la maggiore estensione dimensionale delle aiuole ed il maggior numero di piantumazioni arboree possibili; questo nella prospettiva di facilitare il trattenimento delle polveri, creando anche una mitigazione visiva degli effetti indotti dall’intervento edificatorio e dalle attività insediate.

Gli spazi a verde si concentrano all’interno dell’area orientale, ricadente all’interno della fascia di tutela paesaggistica del Piave, in affaccio sulla Feltrina. L’area verde situata tra la rotonda di progetto e la superficie fondiaria, potrà ospitare il bacino di laminazione utile per assicurare piena compatibilità idraulica.

Rispetto ai parametri urbanistici, sviluppo del sistema viario, e alla zonizzazione prevista all’interno del PUA, in fase di proposta progettuale sono state definite sue ipotesi di sviluppo dei volumi e organizzazione degli scoperti all’interno della superficie fondiaria. Si tratta di due soluzioni “limite” volte e verificare lo sfruttamento dello spazio potenzialmente utilizzabile ai fini edilizi. In fase attuativa, pertanto, potrà essere adottata una di queste ipotesi, o soluzioni “intermedie”, che accorpino e distribuiscano i volumi e gli spazi mediando tra questi due scenari.

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Zonizzazione del PUA Ipotesi A

L’ipotesi considera lo sviluppo delle volumetrie concesse parallelamente al confine del lotto sud, definendo un edificio perpendicolare rispetto all’asse della Feltrina, con affaccio proprio in corrispondenza della rotonda di progetto. Questo permette di integrare gli spazi a parcheggio connessi all’attività commerciale in continuità con gli spazi a parcheggio standard tra l’edificio e la SP 26.

La distribuzione degli spazi e delle funzioni permette di separare i mezzi pesanti dalle direttrici interessate dall’utenza commerciale, collocando l’asse di servizio tra l’edificio e il confine di proprietà a sud.

Lungo il lato nord dell’edificio si svilupperà la facciata principale, direttamente collegata con gli spazi di sosta.

Tale soluzione implica la necessità di porre particolare attenzione estetica e rappresentativa per la parete est dell’edificio, che assume particolare interesse risultando l’elemento con diretta visibilità sulla Feltrina.

Planivolumetrico della proposta ipotesi A

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Render dell’ipotesi A

Ipotesi B

Si considera l’opportunità di sfruttare lo spazio ovest dell’area ai fini edificatori, accorpando così i volumi in corrispondenza degli spazi retrostanti rispetto al punto di accesso sulla Feltrina. Questa soluzione permette di collocare gli spazi di sosta tra l’accesso e l’edificio commerciale. Il parcheggio diventa così uno spazio di transizione e un filtro tra l’asse viario e la nuova realtà commerciale.

La facciata principale del nuovo edifico assume così una funzione rilevante risultano l’elemento di diretto rapporto visivo verso la viabilità principale esterna.

Gli spazi di manovra e di servizio all’attività saranno collocati sul retro dell’edificio, e pertanto completamente separati rispetto a quelli interessati dei visitatori.

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Planivolumetrico della proposta ipotesi B

Render dell’ipotesi B

Riferimenti

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