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STUDIO DI SETTORE TD49U

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A L L E G A T O 9

N OTA T ECNICA E M ETODOLOGICA

STUDIO DI SETTORE TD49U

(2)

CRITERI PER L’ EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE

L’evoluzione dello Studio di Settore ha il fine di cogliere i cambiamenti strutturali, le modifiche dei modelli organizzativi e le variazioni di mercato all’interno del settore economico.

Di seguito vengono esposti i criteri seguiti per la costruzione dello Studio di Settore TD49U, evoluzione dello studio di settore SD49U.

Oggetto dello studio è l’attività economica rispondente al codice ATECO 2007:

31.03.00 - Fabbricazione di materassi.

La finalità perseguita è di determinare un “ricavo potenziale” attribuibile ai contribuenti cui si applica lo Studio di Settore tenendo conto non solo di variabili contabili, ma anche di variabili strutturali in grado di influenzare il risultato dell’impresa.

A tale scopo, nell’ambito dello studio, vanno individuate le relazioni tra le variabili contabili e le variabili strutturali, per analizzare i possibili processi produttivi e i diversi modelli organizzativi impiegati nell’espletamento dell’attività.

L’evoluzione dello studio di settore è stata condotta analizzando il modello SD49U per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli Studi di Settore per il periodo d’imposta 2005 trasmesso dai contribuenti unitamente al modello UNICO 2006.

I contribuenti interessati sono risultati pari a 646.

Sui modelli sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute.

Tali analisi hanno comportato, ai fini della definizione dello studio, l’esclusione di 86 posizioni.

I principali motivi di esclusione sono stati:

ricavi dichiarati maggiori di 5.164.569 euro;

quadro B (unità produttive destinate all’esercizio dell'attività) non compilato;

quadro C (modalità di svolgimento dell'attività) non compilato;

quadro D (elementi specifici dell'attività) non compilato;

quadro F (elementi contabili) non compilato;

errata compilazione delle percentuali relativ

proprio/conto terzi e commercializzazione di prodotti acquistati da terzi non trasformati e/o non lavorati dall’impresa (quadro C);

errata compilazione delle

e alle modalità di produzione e/o lavorazione in conto

percentuali relative alla tipologia della clientela (quadro C);

mpiegati (quadro D);

getto delle successive analisi è stato pari a 560.

IDENTIFICAZIONEDEIGRUPPIOMOGENEI

errata compilazione delle percentuali relative alla tipologia di attività (quadro D);

errata compilazione delle percentuali relative alle materie prime e/o componenti i

errata compilazione delle percentuali relative ai prodotti ottenuti/lavorati (quadro D);

errata compilazione delle percentuali relative alla modalità di produzione (quadro D);

incongruenze fra i dati strutturali e i dati contabili.

A seguito degli scarti effettuati, il numero dei modelli og

Per suddividere le imprese oggetto dell’analisi in gruppi omogenei sulla base degli aspetti strutturali, si è ritenuta

gurata come un’analisi fattoriale del tipo Analyse des données e nella fattispecie come un’Analisi in Componenti Principali;

appropriata una strategia di analisi che combina due tecniche statistiche:

una tecnica basata su un approccio di tipo multivariato, che si è confi

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un procedimento di Cluster Analysis.

na tecnica statistica che permette di rid L’Analisi in Componenti Principali è u

originarie pur conservando gran parte de urre il numero delle variabili

ll’informazione iniziale. A tal fine vengono identificate nuove variabili,

ariabili del quadro degli elementi contabili. Tale scelta nasce dall’esigenza di caratterizzare le

lle che colgono i diversi aspetti strutturali delle attività

i omogenei di imprese (cluster); in tal modo è possibile raggruppare le imprese con

o di variabili su cui effettuare il procedimento di classificazione tanto

uanto in funzione delle principali interrelazioni

IRICAVO

dette componenti principali, tra loro ortogonali (indipendenti, incorrelate) che spiegano il massimo possibile della varianza iniziale.

Le variabili prese in esame nell’Analisi in Componenti Principali sono quelle presenti in tutti i quadri ad eccezione delle v

imprese in base ai possibili modelli organizzativi, alle diverse tipologie di clientela, alla localizzazione, alle diverse modalità di espletamento dell’attività, etc.; tale caratterizzazione è possibile solo utilizzando le informazioni relative alle strutture operative, al mercato di riferimento e a tutti quegli elementi specifici che caratterizzano le diverse realtà economiche e produttive di una impresa.

Le nuove variabili risultanti dall’Analisi in Componenti Principali vengono analizzate in termini di significatività sia economica sia statistica, al fine di individuare que

oggetto dello studio.

La Cluster Analysis è una tecnica statistica che, in base ai risultati dell’Analisi in Componenti Principali, permette di identificare grupp

caratteristiche strutturali ed organizzative simili (la descrizione dei gruppi omogenei identificati con la Cluster Analysis è riportata nel Sub Allegato 9.A).

L’utilizzo combinato delle due tecniche è preferibile rispetto a un’applicazione diretta delle tecniche di Cluster Analysis, poiché tanto maggiore è il numer

più complessa e meno precisa risulta l’operazione di clustering.

In un procedimento di clustering quale quello adottato, l’omogeneità dei gruppi deve essere interpretata non tanto in rapporto alle caratteristiche delle singole variabili, q

esistenti tra le variabili esaminate e che concorrono a definirne il profilo.

DEFINIZIONEDELLAFUNZIONED

Una volta suddivise le impr scun gruppo omogeneo, la

funzione matematica che meglio si adatta all’andamento dei ricavi delle imprese appartenenti allo stesso gruppo.

nzione di una serie di variabili indipendenti.

’esercizio dell’attività e per scartare le imprese

re aggiunto per addetto;

alore aggiunto.

li sono riportate nel Sub Allegato 9.C.

è stata calcolata la distribuzione ventilica1. Per gli indicatori te le distribuzioni l personale dipendente; per

ese in gruppi omogenei è necessario determinare, per cia Per determinare tale funzione si è ricorso alla Regressione Multipla.

La Regressione Multipla è una tecnica statistica che permette di interpolare i dati con un modello statistico- matematico che descrive l’andamento della variabile dipendente in fu

La stima della “funzione di ricavo” è stata effettuata individuando la relazione tra il ricavo (variabile dipendente) e i dati contabili e strutturali delle imprese (variabili indipendenti).

È opportuno rilevare che prima di definire il modello di regressione è stata effettuata un’analisi sui dati delle imprese per verificare le condizioni di “coerenza economica” nell

anomale; ciò si è reso necessario al fine di evitare possibili distorsioni nella determinazione della “funzione di ricavo”.

A tal fine sono stati utilizzati degli indicatori di natura economico-contabile specifici delle attività in esame:

Valo

Margine operativo lordo sulle vendite;

Resa del capitale rispetto al v

Le formule degli indicatori economico-contabi Per ciascuno degli indicatori precedentemente definiti

“Valore aggiunto per addetto” e “Margine operativo lordo sulle vendite” sono state costrui ventiliche differenziate per gruppo omogeneo e sulla base della presenza/assenza de

1Nella terminologia statistica,si definisce “distribuzione ventilica” l’insieme dei valori che suddividono le osservazioni, ordinate per valori crescenti dell’indicatore, in 20 gruppi di uguale numerosità. Il primo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 5% delle osservazioni; il secondo ventile è il valore al di sotto del quale si posiziona il primo 10% delle osservazioni, e così via.

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l’indicatore “Resa del capitale rispetto al valore aggiunto” è stata costruita la distribuziona ventilica differenziata per gruppo omogeneo.

In seguito, ai fini della determinazione del campione di riferimento, sono state selezionate le imprese che presentavano valori degli indicatori contemporaneamente all’interno dell’intervallo definito per ciascun indicatore.

Nel Sub Allegato 9.D vengono riportati gli intervalli scelti per la selezione del campione di riferimento.

Così definito il campione di riferimento, si è proceduto alla definizione della “funzione di ricavo” per ciascun

lla “funzione di ricavo” si è ottenuta applicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati, gruppo omogeneo.

Per la determinazione della “funzione di ricavo” sono state utilizzate sia variabili contabili sia variabili strutturali.

La scelta delle variabili significative è stata effettuata con il metodo “stepwise”. Una volta selezionate le variabili, la determinazione de

che consente di controllare l’eventuale presenza di variabilità legata a fattori dimensionali (eteroschedasticità).

Affinché il modello di regressione non risentisse degli effetti derivanti da soggetti anomali (outliers), sono stati esclusi tutti coloro che presentavano un valore dei residui (R di Student) al di fuori dell’intervallo compreso tra i valori -2,5 e +2,5.

Nel Sub Allegato 9.G vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti della “funzione di ricavo”.

APPLICAZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE

In fase di applicazio

Analisi Discriminante;

LISIDISCRIMINANTE ne dello studio di settore sono previste le seguenti fasi:

Analisi della Coerenza;

Analisi della Normalità Economica;

Analisi della Congruità.

ANA

L’Analisi Discriminante è una tecnica statistica che consente di associare ogni impresa ad uno o più gruppi omogenei individuati con relativa proba e dei gruppi omogenei individuati con la Cluster Analysis è riportata nel Sub Allegato 9.A).

LLACOERENZA bilità di appartenenza (la descrizion

Nel Sub Allegato 9.B vengono riportate le variabili strutturali risultate significative nell’Analisi Discriminante.

ANALISIDE

L’analisi della coerenza permette di valutare l’impresa sulla base di indicatori economico-contabili specifici del settore.

Con tale analisi si valuta il posizionamento di ogni singolo indicatore del soggetto rispetto ad un intervallo,

atori utilizzati nell’analisi della coerenza sono i seguenti:

Durata delle scorte;

Resa del capitale rispetto al valore aggiunto.

individuato come economicamente coerente, in relazione al gruppo omogeneo di appartenenza.

Gli indic

Valore aggiunto per addetto;

Margine operativo lordo per addetto non dipendente;

Margine operativo lordo sulle vendite;

Ai fini della individuazione dell’intervallo di coerenza economica, per gli indicatori “Valore aggiunto per addetto”, “Margine operativo lordo per addetto non dipendente” e “Margine operativo lordo sulle vendite” sono

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state analizzate le distribuzioni ventiliche differenziate per gruppo omogeneo e sulla base della presenza/assenza onale dipendente; per gli indicatori “Durata delle scorte” e “Resa del capitale rispetto al valore aggiunto”

differenziate per gruppo omogeneo.

c più gruppi omogenei, i valori soglia di coerenza economica vengono ponderati con le del pers

sono state analizzate le distribuzioni ventiliche In aso di assegnazione a

relative probabilità di appartenenza.

Le formule degli indicatori utilizzati e i relativi valori soglia di coerenza sono riportati, rispettivamente, nel Sub Allegato 9.C e nel Sub Allegato 9.E.

ANALISIDELLANORMALITÀECONOMICA

L’analisi della normalità economica si basa su una particolare metodologia mirata ad individuare la correttezza dei dati dichiarati. A tal fine, per ogni singolo soggetto vengono calcolati indicatori economico-contabili da

Gli indicatori di normalità economica individuati sono i seguenti:

Incidenza dei costi di valore storico degli stessi;

Durata delle scorte;

ventiliche differenziate per gruppo omogeneo.

valori soglia di normalità economica, vengono ricavi da aggiungersi al ricavo puntuale di riferimento e al ricavo minimo ammissibile

iù gruppi omogenei, i valori soglia di normalità economica vengono ponderati con le

issibile per la variabile “Costi di disponibilità dei beni

nte tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per

lo specifico settore, come rapporto tra l’ammontare del ricavo puntuale

mentato per un importo pari all’incremento non normale del magazzino, confrontare rispetto ai valori di riferimento che individuano le condizioni di normalità economica in relazione al gruppo omogeneo di appartenenza.

disponibilità dei beni strumentali mobili rispetto al

Incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi.

Ai fini della individuazione dei valori soglia di normalità economica, per gli indicatori precedentemente definiti, sono state analizzate le distribuzioni

Per ciascun indicatore, in funzione del posizionamento rispetto ai definiti eventuali maggiori

stimati con l’analisi della congruità dello studio di settore.

In caso di assegnazione a p

relative probabilità di appartenenza.

Le formule degli indicatori utilizzati e i relativi valori soglia di normalità economica sono riportati, rispettivamente, nel Sub Allegato 9.C e nel Sub Allegato 9.F.

INCIDENZA DEI COSTI DI DISPONIBILITÀ DEI BENI STRUMENTALI MOBILI RISPETTO AL VALORE STORICO DEGLI STESSI

Per ogni contribuente, si determina il valore massimo amm

strumentali mobili” moltiplicando la soglia massima di coerenza dell’indicatore per il “Valore dei beni strumentali mobili”.

Nel caso in cui il valore dichiarato dei “Costi di disponibilità dei beni strumentali mobili” si posiziona al di sopra di detto valore massimo ammissibile, la parte di costi eccede

il relativo coefficiente (pari a 3,3279).

Tale coefficiente è stato calcolato, per

derivante dall’applicazione delle funzioni di ricavo dello studio di settore alla sola variabile “Valore dei beni strumentali mobili”, e l’ammontare dei “Costi di disponibilità dei beni strumentali mobili”.

DURATA DELLE SCORTE

In presenza di un valore dell’indicatore “Durata delle scorte” non normale2 e di rimanenze finali superiori alle esistenze iniziali viene applicata l’analisi di normalità economica nella gestione del magazzino.

In tale caso, il costo del venduto è au

2 L’indicatore “Durata delle scorte” risulta non normale quando:

è superiore alla soglia massima di normalità economica;

è non calcolabile;

è negativo.

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calcolato come differenza tra le rimanenze finali e le esistenze iniziali ovvero, nel caso in cui il valore delle esistenze iniziali è inferiore al valore normale di riferimento delle rimanenze finali3, come differenza tra le

er la variabile “Costi residuali di gestione”

moltiplicando la soglia massima di normalità economica dell’indicatore per i “Ricavi da congruità e da normalità”.

si posiziona al di sopra di detto valore

ammontare delle stesse variabili contabili di costo (vedi tabella 1).

Tabella 1 – Coefficienti di determinazione dei maggiori ricavi da applicarsi ai costi residuali di gestione

rimanenze finali e tale valore normale di riferimento.

Il nuovo costo del venduto costituisce il parametro di riferimento per la riapplicazione dell’analisi della congruità e per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica4.

INCIDENZA DEI COSTI RESIDUALI DI GESTIONE SUI RICAVI Per ogni contribuente, si determina il valore massimo ammissibile p

Nel caso in cui il valore dichiarato dei “Costi residuali di gestione”

massimo ammissibile, la parte di costi eccedente tale valore costituisce parametro di riferimento per la determinazione dei maggiori ricavi da normalità economica, calcolati moltiplicando tale parte eccedente per il relativo coefficiente.

Tale coefficiente è stato calcolato, distintamente per gruppo omogeneo (cluster), come rapporto tra l’ammontare del ricavo puntuale derivante dall’applicazione delle funzioni di ricavo dello studio di settore alle sole variabili contabili di costo, e l’

In caso di assegnazione a più gruppi omogenei, il coefficiente viene ponderato sulla base delle relative probabilità di appartenenza.

CLUSTER Coefficiente

1 1,1018 2 1,2155 3 1,0932 4 1,0663

ANALISIDELLACONGRUITÀ

Per ogni gruppo omogeneo vengono calcolati il ricavo puntuale, come somma dei prodotti fra i coefficienti del gruppo stesso e le variabili dell’impresa, e il ricavo minimo, determinato sulla base dell’intervallo di confidenza al livello del 99,99%5.

La media, ponderata con le relative probabilità di appartenenza, dei ricavi puntuali di ogni gruppo omogeneo costituisce il “ricavo puntuale di riferimento” dell’impresa.

3Il valo normale di riferimento delle rimanenze finali è pari a: re

365) sima _mas

365)]

iniziali (Esistenze -

servizi) di produzione la

per Costo prime materie acquisto Costi iniziali tenze og

[2

+

× +

+ 4

nza costituisce il ricavo minimo.

(Esis

×s lia_massima×

soglia (2 ×

I maggiori ricavi da normalità economica correlati a tale indicatore sono calcolati come differenza tra il ricavo puntuale di riferimento derivante dalla riapplicazione dell’analisi della congruità con il nuovo costo del venduto e il ricavo puntuale di riferimento di partenza, calcolato sulla base dei dati dichiarati dal contribuente.

5Nella terminologia statistica, per “intervallo di confidenza” si intende un intervallo, posizionato intorno al ricavo puntuale e delimitato da due estremi (uno inferiore e l’altro superiore), che include con un livello di probabilità prefissato il valore dell’effettivo ricavo del contribuente. Il limite inferiore dell’intervallo di confide

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La media, ponderata con le relative i minimi di ogni gruppo omogeneo costituisce il “ricavo minimo ammissibile” dell’impresa.

vengono riportate le variabili ed i rispettivi coefficienti delle “funzioni di ricavo”.

probabilità di appartenenza, dei ricav

Al ricavo puntuale di riferimento e al ricavo minimo ammissibile stimati con l’analisi della congruità vengono aggiunti gli eventuali maggiori ricavi derivanti dall’applicazione dell’analisi della normalità economica.

Nel Sub Allegato 9.G

(8)

SUB ALLEGATI

SUBALLEGATO9.A-DESCRIZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI

I principali aspetti strutturali delle imprese considerati nell’analisi sono:

la tipologia di attività;

tipologia di prodotti ottenuti;

la dimensione e l’articolazione della struttura.

Sulla base della tipologia di attività si possono separare le imprese che effettuano produzione e/o lavorazione di materassi (cluster 1, 3 e 4) da quelle specializzate nella rigenerazione/trasformazione di quelli tradizionali in lana, cotone e crine (cluster 2).

Nell’ambito della tipologia di prodotti ottenuti, sono state rilevate produzioni prevalenti di materassi a molle (cluster 1 e 4) ed in lattice e poliuretano (cluster 3).

Il fattore dimensionale ha permesso di distinguere le imprese con struttura organizzativa e produttiva di più grandi dimensioni (cluster 1) da quelle di dimensioni più contenute.

Di seguito vengono descritti i cluster emersi dall’analisi.

Salvo diversa segnalazione, i cluster sono stati rappresentati attraverso il riferimento ai valori medi delle variabili principali.

CLUSTER 1 - IMPRESE DI PIÙ GRANDI DIMENSIONI CON PRODUZIONE PREVALENTE DI MATERASSI A MOLLE

NUMEROSITÀ:59

Le imprese appartenenti al cluster operano quasi esclusivamente sotto forma societaria (92% dei casi), con una struttura composta da 16 addetti di cui 15 dipendenti, tra i quali si rileva la presenza di 2 impiegati, 7 operai generici, 3 operai specializzati ed 1 apprendista.

I locali destinati allo svolgimento dell’attività sono costituiti da 1.338 mq di produzione, 1.027 mq di magazzino, 144 mq di uffici e 63 mq di esposizione; sono inoltre presenti 114 mq di locali destinati alla vendita per il 34%

dei soggetti.

La produzione e/o lavorazione viene realizzata soprattutto in conto proprio (77% dei ricavi) e riguarda materassi (73% dei ricavi) e reti, letti imbottiti e accessori letto (14%). In particolare, vengono realizzati prodotti su dimensioni standard (77% dei ricavi), prevalentemente materassi a molle (40% dei ricavi), in poliuretano (21%) ed in lattice (10%). Inoltre il 18% dei ricavi viene realizzato con la produzione di materassi e/o accessori letto ignifughi e/o sanitari, per cui viene effettuata l’omologazione 1 IM sulla reazione al fuoco.

La clientela è varia e si compone di commercianti al dettaglio di mobili (26% dei ricavi), commercianti all’ingrosso (17%), industria (17%), privati (10%), alberghi, ospedali e comunità (9%) e grande distribuzione e distribuzione organizzata (24% dei ricavi nel 34% dei casi). L’area di mercato si estende fino al livello internazionale e con il supporto di una rete di vendita formata da 4 agenti; il 27% dei ricavi deriva dall’export per il 49% dei soggetti.

Le principali materie prime impiegate sono costituite da poliuretano, molle, lattice, feltro ed altre fibre tessili.

Il ciclo di produzione è composto dalle fasi di assemblaggio del telaio a molle (73% dei casi), taglio e cucitura dei tessuti di rivestimento (93%), taglio e/o sagomatura della struttura portante (68%), assemblaggio/graffatura

(9)

(93%), bordatura/insaccatura (90%), lavorazione delle fasce perimetrali (90%), montaggio maniglie e/o aeratori (85%), trapuntatura del pannello/giffatura (85%), collaudo (69%) ed imballaggio (95%).

La dotazione di beni strumentali è costituita da 3 taglierine, 6 cucitrici, 3 bordatrici, 1 fasciatrice, 1 trapuntatrice, 1 occhiellatrice, 1 imballatrice ed 1 assemblatrice.

CLUSTER 2–PICCOLE IMPRESE SPECIALIZZATE NELLA RIGENERAZIONE DEI MATERASSI IN LANA

NUMEROSITÀ:138

Le imprese del cluster sono prevalentemente ditte individuali (80% dei casi), con presenza di 2 addetti. Solo nel 12% dei casi si fa ricorso a personale dipendente.

Gli spazi destinati allo svolgimento dell’attività sono pari a 89 mq di locali destinati alla produzione e 39 mq di magazzino.

Si tratta di imprese che producono e/o lavorano soprattutto in conto proprio (71% dei ricavi), la cui attività prevalente è costituita per il 44% dei ricavi dalla rigenerazione/trasformazione di materassi tradizionali (in lana, cotone e crine), per il 29% dalla produzione e/o lavorazione di materassi e per il 17% dalla produzione di reti, letti imbottiti e accessori letto. I prodotti realizzati sono materassi in lana (47% dei ricavi) e guanciali (15%), su dimensioni standard (48% dei ricavi) e su misura (44%). La clientela è formata principalmente da privati (72% dei ricavi), su un’area di mercato limitata all’ambito comunale e provinciale.

Le materie prime impiegate nel ciclo di lavorazione sono principalmente lana e cotone.

Le fasi della lavorazione sono essenzialmente taglio e cucitura dei tessuti di rivestimento (83% dei soggetti), bordatura/insaccatura (70%) ed assemblaggio/graffatura (48%).

La dotazione di beni strumentali è limitata ad 1-2 cucitrici ed 1 taglierina (presente nel 41% dei casi).

CLUSTER 3- PRODUTTORI DI MATERASSI E COMPONENTI PREVALENTEMENTE IN POLIURETANO E IN LATTICE

NUMEROSITÀ:97

Le imprese appartenenti al cluster sono sia ditte individuali (51% dei soggetti) che società (49%) ed hanno una struttura composta da 4 addetti di cui 3 dipendenti.

I locali destinati allo svolgimento dell’attività sono composti da 247 mq di produzione e 217 mq di magazzino.

L’attività è realizzata principalmente in conto proprio (67% dei ricavi) ed, in misura minore, in conto terzi (20%).

Inoltre, il 13% dei ricavi deriva dalla commercializzazione di prodotti acquistati da terzi non trasformati e/o lavorati dall’impresa. La produzione e/o lavorazione riguarda soprattutto materassi (74% dei ricavi) in poliuretano (29% dei ricavi), in lattice (22%) ed a molle (18%) ed, in misura minore, reti, letti imbottiti ed accessori letto (12% dei ricavi).

La clientela è varia ed è rappresentata da privati (37% dei ricavi), commercianti al dettaglio specializzati (47% dei ricavi nel 39% dei casi), commercianti al dettaglio di mobili (26% dei ricavi nel 37%), industria - inclusi i produttori di mobili (60% nel 19%), alberghi, ospedali e comunità (22% nel 34%) e commercianti all’ingrosso (33% nel 30%), su un’area di mercato che si estende dalla provincia alle regioni limitrofe.

Le principali fasi del ciclo di produzione sono costituite da: taglio e cucitura dei tessuti di rivestimento (90% dei casi), taglio e sagomatura della struttura portante (58%), assemblaggio/graffatura (67%), bordatura/insaccatura (84%), lavorazione delle fasce perimetrali (63%), montaggio maniglie e/o aeratori (53%) e trapuntatura del pannello/giffatura (51%).

La dotazione di beni strumentali è composta da 1-2 taglierine, 3 cucitrici, 1-2 bordatrici, 1 fasciatrice, 1 trapuntatrice (presente nel 46% dei casi) ed 1 occhiellatrice (43% dei casi).

CLUSTER 4-IMPRESE DI PIÙ PICCOLE DIMENSIONI SPECIALIZZATE NELLA PRODUZIONE DI MATERASSI A MOLLE

NUMEROSITÀ:264

Le imprese appartenenti al cluster operano sia sotto forma di società (55% dei casi) che di ditte individuali (45%), con una struttura composta da 3 addetti, di cui 2 dipendenti.

Gli spazi destinati allo svolgimento dell’attività sono costituiti da 220 mq di locali destinati alla produzione e 159 mq di magazzino; il 34% dei soggetti dispone di 74 mq di locali destinati ad esposizione.

(10)

Si tratta di imprese che producono prevalentemente in conto proprio (79% sui ricavi) materassi (84% dei ricavi) a molle (65% dei ricavi) su dimensioni standard (76% dei ricavi). Vengono inoltre commercializzati prodotti acquistati da terzi non trasformati e/o lavorati dall’impresa (12% dei ricavi).

La clientela è costituita principalmente da privati (56% dei ricavi) e commercianti al dettaglio di mobili (18%), su un’area di mercato che si estende dalla provincia alle regioni limitrofe.

Le materie prime e/o i componenti impiegati nel ciclo produttivo sono soprattutto molle, poliuretano, lana, feltro, cotone ed ovatta.

Il ciclo produttivo è costituito dalle fasi di taglio e cucitura dei tessuti di rivestimento (99% dei casi), assemblaggio/graffatura (94%), bordatura/insaccatura (98%), lavorazione delle fasce perimetrali (92%), montaggio maniglie e/o aereatori (90%), trapuntatura del pannello/giffatura (78%), collaudo (53%) ed imballaggio (92%).

La dotazione di beni strumentali è costituita da 1 taglierina, 2 cucitrici, 1 bordatrice, 1 fasciatrice, 1 trapuntatrice ed 1 occhiellatrice.

(11)

SUBALLEGATO9.B-VARIABILIDELL’ANALISIDISCRIMINANTE

QUADRO B:

Metri quadrati dei Locali destinati alla produzione Metri quadrati dei Locali destinati a magazzino QUADRO C:

Produzione e/o lavorazione conto proprio Agenti e rappresentanti

Area di mercato: Nazionale (1 = comune; 2 = provincia; 3 = fino a 3 regioni; 4 = oltre 3 regioni) Tipologia della clientela: Commercianti al dettaglio specializzati

Cessioni (U.E., extra U.E.) QUADRO D:

Tipologia di attività: Rigenerazione/trasformazione di materassi tradizionali (in lana, cotone e crine) Materie prime e/o componenti impiegati: Molle

Materie prime e/o componenti impiegati: Poliuretano Materie prime e/o componenti impiegati: Lattice Materie prime e/o componenti impiegati: Cocco Materie prime e/o componenti impiegati: Feltro

Fasi della produzione/lavorazione: Lavorazione delle fasce perimetrali - Svolte internamente Fasi della produzione/lavorazione: Montaggio maniglie e/o aereatori - Svolte internamente Prodotti ottenuti/lavorati: Materassi a molle

Prodotti ottenuti/lavorati: Materassi in lattice Prodotti ottenuti/lavorati: Materassi in poliuretano Prodotti ottenuti/lavorati: Materassi in lana

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SUBALLEGATO9.C-FORMULEDEGLIINDICATORI

Di seguito sono riportate le formule degli indicatori economico-contabili utilizzati in costruzione e/o applicazione dello studio di settore:

Durata delle scorte = {[(Esistenze iniziali + Rimanenze finali)/2]*365}/(Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi);

Incidenza dei costi di d sponibilità dei beni strumentali mobili rispetto al valore storico degli stessi

=(Costi di disponibilità dei beni strumentali mobili*100)/(Valore dei beni strumentali mobilii i

8

Margine operativo lordo sulle vendite =

ipendenza

d

6);

Incidenza dei costi residuali di gest one sui ricavi = (Costi residuali di gestione*100)/(Ricavi da congruità e da normalità economica);

Margine operativo lordo per addetto non dipendente = (Margine operativo lordo/1000)/(Numero addetti non dipendenti7);

Valore aggiunto per addetto = (Valore aggiunto/1000)/ (Numero addetti );

(Margine operativo lordo*100)/Ricavi dichiarati;

Resa del capitale rispetto al valore aggiunto = (Valore aggiunto + Costo per beni acquisiti in d i contratti di locazione finanziaria)/Valore dei beni strumentali mobili6.

6 La variabile viene normalizzata all'anno in base al numero dei mesi di attività nel corso del periodo d'imposta.

7Le frequenze relative ai soci, agli associati, ai collaboratori dell’impresa familiare, al coniuge dell’azienda coniugale e ai familiari diversi sono normalizzate all’anno in base alla percentuale di lavoro prestato.

Le frequenze relative agli amministratori non soci e al titolare sono normalizzate all’anno in base al numero dei mesi di attività nel corso del periodo d’imposta.

Numero addetti non dipendenti = (ditte individuali)

Titolare + numero collaboratori dell’impresa familiare e coniuge dell’azienda coniugale + numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa + numero associati in partecipazione diversi

Numero addetti non dipendenti = (società)

Numero familiari diversi che prestano attività nell'impresa + numero associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa + numero associati in partecipazione diversi + numero soci con occupazione prevalente nell’impresa + numero soci diversi + numero amministratori non soci

8Le frequenze relative ai dipendenti sono state normalizzate all’anno in base alle giornate retribuite e alle giornate di sospensione, cassa integrazione ed istituti simili.

Le frequenze relative ai collaboratori coordinati e continuativi sono normalizzate all’anno in base al numero dei mesi di attività nel corso del periodo d’imposta.

Numero addetti =

(ditte individuali) Numero dipendenti + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero addetti non dipendenti

Numero addetti =

(società) Numero dipendenti + numero collaboratori coordinati e continuativi che prestano attività prevalentemente nell’impresa + numero addetti non dipendenti

(13)

Dove:

Aggi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso = Ricavi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso - (Esistenze iniziali relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso - Rimanenze finali relative a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso + Costi per l’acquisto di prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso);

Costi di disponibilità dei beni strumentali mobili = Ammortamenti per beni strumentali mobili + Costo per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione finanziaria;

Costi residuali di gestione = Oneri diversi di gestione + Altre componenti negative - Utili spettanti agli associati in partecipazione con apporti di solo lavoro;

Costo del venduto = Costi per l'acquisto di materie prime, sussidiarie, semilavorati e merci + Esistenze iniziali - Rimanenze finali;

Esistenze iniziali = Esistenze iniziali relative a merci, prodotti finiti, materie prime e sussidiarie, semilavorati e ai servizi non di durata ultrannuale + Esistenze iniziali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR;

Margine operativo lordo = [(Ricavi dichiarati + Aggi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso) - (Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi + Spese per acquisti di servizi + Altri costi per servizi + Costo per il godimento di beni di terzi + Spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti l’attività dell’impresa + Costi residuali di gestione)];

Ricavi da congruità e da normalità economica = Ricavo puntuale di riferimento da analisi della congruità + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Incidenza dei costi di disponibilità dei beni strumentali mobili rispetto al valore storico degli stessi” + Maggiore ricavo da normalità economica relativo all’indicatore “Durata delle scorte”;

Rimanenze finali = Rimanenze finali relative a merci, prodotti finiti, materie prime e sussidiarie, semilavorati e ai servizi non di durata ultrannuale + Rimanenze finali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale di cui all'art. 93, comma 5, del TUIR;

Valore aggiunto = [(Ricavi dichiarati + Aggi derivanti dalla vendita di generi soggetti ad aggio o ricavo fisso) - (Costo del venduto + Costo per la produzione di servizi + Spese per acquisti di servizi + Altri costi per servizi + Costo per il godimento di beni di terzi + Costi residuali di gestione)];

Valore dei beni strumentali mobili = Valore dei beni strumentali - Valore dei beni strumentali relativo a beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione non finanziaria.

(14)

SUBALLEGATO9.D–INTERVALLIPERLASELEZIONEDELCAMPIONE

Valore aggiunto per addetto (in migliaia di euro)

Margine operativo lordo sulle vendite CLUSTER Modalità di distribuzione

Ventile

minimo Ventile

massimo Ventile

minimo Ventile massimo

1 Imprese senza dipendenti 3° nessuno 4° nessuno 1 Imprese con dipendenti 3° nessuno 4° nessuno 2 Imprese senza dipendenti 6° nessuno 5° nessuno 2 Imprese con dipendenti 5° nessuno 6° nessuno 3 Imprese senza dipendenti 7° nessuno 6° nessuno 3 Imprese con dipendenti 4° nessuno 6° nessuno 4 Imprese senza dipendenti 5° nessuno 3° nessuno 4 Imprese con dipendenti 5° nessuno 5° nessuno

Resa del capitale rispetto al valore

aggiunto CLUSTER Modalità di

distribuzione

Ventile

minimo Ventile massimo 1 Tutte le imprese 2° nessuno 2 Tutte le imprese 4° nessuno 3 Tutte le imprese 3° nessuno 4 Tutte le imprese 3° nessuno

(15)

SUBALLEGATO9.E-VALORISOGLIAPERGLIINDICATORIDICOERENZA

Valore aggiunto per addetto (in migliaia di euro)

Margine operativo lordo per addetto non

dipendente (in migliaia di euro)

Margine operativo lordo sulle vendite CLUSTER Modalità di

distribuzione

Soglia

minima Soglia

massima Soglia

minima Soglia

massima Soglia

minima Soglia massima 1 Imprese senza dipendenti 22,00 45,00 22,00 99999 4,00 19,50 1 Imprese con dipendenti 22,00 45,00 22,00 99999 4,00 19,50 2 Imprese senza dipendenti 7,50 35,00 7,50 99999 32,00 78,70 2 Imprese con dipendenti 15,00 39,00 16,50 99999 8,00 38,00 3 Imprese senza dipendenti 8,50 28,00 8,50 99999 15,00 50,50 3 Imprese con dipendenti 16,00 40,00 14,00 99999 3,00 26,00 4 Imprese senza dipendenti 8,00 33,50 9,50 99999 21,50 67,00 4 Imprese con dipendenti 17,00 49,50 15,00 99999 4,90 30,00

Durata delle scorte (in giorni)

Resa del capitale rispetto al valore

aggiunto CLUSTER Modalità di distribuzione

Soglia

minima Soglia

massima Soglia

minima Soglia massima 1 Tutte le imprese 0 320 0,35 2,00 2 Tutte le imprese 0 333 0,55 7,50 3 Tutte le imprese 0 571 0,40 5,00 4 Tutte le imprese 0 571 0,35 3,00

(16)

SUBALLEGATO9.F-VALORISOGLIAPERGLIINDICATORIDINORMALITÀECONOMICA Incidenza dei costi

di disponibilità dei beni strumentali mobili rispetto al valore storico degli

stessi

Durata delle scorte

(in giorni) Incidenza dei costi residuali di gestione CLUSTER Modalità di distribuzione

Soglia massima Soglia massima Soglia massima 1 Tutte le imprese 18,90 320 5,49 2 Tutte le imprese 25,40 333 7,00 3 Tutte le imprese 23,00 571 6,39 4 Tutte le imprese 18,00 571 6,25

(17)

SUBALLEGATO9.G-COEFFICIENTIDELLEFUNZIONIDIRICAVO

VARIABILI CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3 CLUSTER 4

Costo del Venduto e Costo per la Produzione di Servizi 1,1520 1,2489 1,1376 1,0575

Spese per lavoro dipendente e per altre prestazioni diverse da lavoro dipendente afferenti

l'attività dell'impresa 0,9855 1,1444 1,0002 1,0612

Spese per acquisti di servizi 1,1697 1,1444 0,9625 1,1265

Altri costi per servizi e Costi per beni acquisiti in dipendenza di contratti di locazione non

finanziaria (noli) 0,7910 1,1444 0,9625 1,1265

VBS (valore massimo tra Valore beni strumentali mobili e 300) elevato a 0,4* - 283,9936 - -

VBS elevato a 0,5* 130,0493 - - -

VBS elevato a 0,6* - - 46,8093 36,0904

Collaboratori dell'impresa familiare e coniuge dell'azienda coniugale e Familiari diversi che prestano attività nell'impresa, Associati in partecipazione che apportano lavoro

prevalentemente nell'impresa, Associati in partecipazione diversi, Soci con occupazione prevalente nell'impresa, Soci diversi (numero normalizzato, escluso il primo socio)

- 11.288,3519 - 7.440,6560

- Le variabili contabili vanno espresse in euro.

* La variabile viene normalizzata all'anno in base al numero dei mesi di attività nel corso del periodo d'imposta.

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