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Fabio Cutolo. la liberta di MarCo. illustrazioni di Cristina de liso. 2 a edizione riveduta e ampliata con schede didattiche.

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Academic year: 2022

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F

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C

utolo

la liberta’ di MarCo

illustrazioni di Cristina de liso

2aedizione

riveduta e ampliata con schede didattiche

Flegrea 00_Introduzione_Marco 19/10/17 12:39 Pagina 1

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Proprietà letteraria riservata

Fabio Cutolo La libertà di Marco Flegrea

Marano di Napoli 2017 iSbN: 9788894127324

© 2015 Pro loco Marano Flegrea

Per richiedere copie del libro rivolgersi a:

Pro loco Marano Flegrea - Marano di Napoli (Na) cell: 338 593 2504 - maranoflegrea@gmail.com

Progetto didattico di Fulvia Giacco Questo libro è stato realizzato dalla

in collaborazione con

èvietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Questa è un’opera della fantasia. ogni riferimento a persone, luoghi e fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Copertina realizzata da Cristina De Liso

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Presentazione

Cercavamo le “pietre”, abbiamo trovato una storia, anzi due.

Cercavamo le pietre per trovare quel legame con il passato che potesse originare negli abitanti di Marano e, special- mente nei ragazzi, il piacere dell’appartenenza alla propria città.

Non ce ne eravamo resi conto però, ma la pietra da sempre era lì, un po’ ingombrante, dall’aspetto pesante e sonno- lento, con l’aria di un vecchio brontolone che si sente tra- scurato e a malapena degnato di attenzioni e di sguardi; sì, parliamo proprio del Ciaurro, il mausoleo di epoca romana che sorge al centro della villa comunale di Marano.

Conoscevamo poco di lui, solo qualche sterile notizia, ma non avremmo mai immaginato che potesse conservare e re- galarci una storia così bella: la storia di Marco tullio tirone, nato schiavo nella casa di Cicerone, che con la perseveranza nello studio e l’amore della cultura riuscì a guadagnarsi la libertà.

trovata la storia, la prima, la passione e la fantasia di un giovane scrittore ci hanno regalato la seconda: la storia di Marco, ragazzo “difficile” che vive la scuola con il disagio e il disinteresse di tanti suoi coetanei e che proprio l’incontro

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con la storia di tirone, segnerà la svolta positiva della sua vita.

un giorno una bambina di una scuola elementare di Ma- rano, ebbe a scrivere in un suo compitino: “mi sono chiesta cosa fosse la camorra, poi mi sono data la risposta: la camorra è la vendetta dell’ignoranza”.

è vero, in certi territori dove le pietre sono nascoste dal malaffare, dove la camorra impone i suoi stili e i suoi com- portamenti, dove la bellezza è offuscata dall’indifferenza, è importante, per ritardare il cambiamento, che nessuno im- pari mai pensare.

il pensiero, in quanto figlio delle emozioni e delle espe- rienze, ci aiuta a guardare fuori il mondo e il nostro cuore dentro, genera l’energia da cui fioriscono le idee che ci ser- vono per agire, parlare, dire le nostre opinioni, diventare persone, cittadini consapevoli, uomini liberi.

Sono diciotto anni che il Marano Ragazzi Spot Festival per- segue con tenacia il principio dell’importanza della creati- vità, per non far spegnere mai nei ragazzi la curiosità, il bisogno di conoscere, la capacità di pensare.

grazie al lavoro di Fabio Cutolo e al contributo di Marano Flegrea, da oggi possiamo contare su uno strumento in più da offrire ai ragazzi per far germogliare in loro il piacere dell’imparare e un’arma in più per combattere l’ignoranza e sconfiggere la camorra.

PreSeNtazioNe

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grazie Fabio, grazie anche a nome di quei tanti ragazzi che leggendo il tuo libro scopriranno quanto sia bello e im- portante crescere liberi.

Rosario D’Uonno Referente della Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Campania

per il Marano Ragazzi Spot Festival

5 La libertà di Marco

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Introduzione

la Pro loco “Marano Flegrea” da sempre sensibile alle te- matiche trattate nel presente testo, è impegnata in un’ope- razione culturale di recupero della storia e delle tradizioni locali, con lo scopo di incoraggiare la diffusione del senso di appartenenza ad una comunità reale, offrendo in ogni campo motivazioni che sostengano l’orgoglio di appartenere al territorio in cui si vive.

“la libertà di Marco”, dello scrittore Fabio Cutolo, è un testo di narrativa per ragazzi, ma non esclusivamente di pura evasione. l’intento è una provocazione a riflettere sulla fi- gura del protagonista per rispecchiarsi in esso, cercando ele- menti di somiglianza e di dissomiglianza nella propria storia personale.

distribuito in una vasta platea scolastica, si propone di costituire un elemento di comunione grazie alle tematiche emergenti dalla storia, già molto dibattute negli ultimi tempi, come il diffondersi inarrestabile del bullismo, che as- sume sempre nuove forme tra le nuove generazioni, pro- vocando un dibattito che persegua come finalità ultima la diffusione della cultura della legalità.

Sono certa che la storia di Marco conquisterà la mente e il cuore dei ragazzi lettori, con una ricaduta benefica sulla loro vita di studenti, aiutandoli ad allontanarsi da modelli 6

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stereotipi diffusi di bulli e “machi”, le cui gesta sono rac- contate ogni giorno dai media, generando spesso fenomeni di emulazione che ne amplificano, moltiplicandoli, gli ef- fetti negativi.

Segretamente coltivo la speranza che i giovani lettori ri- servino una positiva accoglienza al personaggio di Marco, rivivendo empaticamente la storia del suo riscatto, ricavan- done il positivo messaggio che cambiare è possibile e che una società diversa, più giusta, è il risultato del contributo di tutti.

Non mi resta che augurare a tutti “buona e proficua let- tura!”

Avv. Fulvia Giacco, presidente della Pro Loco “Marano Flegrea”

7 La libertà di Marco

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Capitolo1

L’ombra del passato

“il lunedì mattina è quasi impossibile alzarsi dal letto”.

“Chiunque ha inventato la settimana poteva davvero fare a meno di creare il lunedì”.

Erano questi i pensieri di Marco in quel freddo e piovoso inizio settimana. Sentendo la pioggia battere sul tetto della casa, cominciò ad avere brividi di freddo. il pensiero di uscire dal suo nido fatto di lenzuola, piumone e coperta di lana lo faceva stare male, eppure sapeva che da lì a poco sua zia sarebbe entrata nella stanza per dirgli di muoversi, altri- menti avrebbe fatto tardi a scuola.

Quel momento, che sarebbe arrivato da lì a breve, cata- pultò Marco in una serie di pensieri malinconici. Ricordava a malapena il volto della madre, nonostante conservasse di lei alcune fotografie. Chissà come lo avrebbe svegliato quella

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Capitolo1

mattina se solo ci fosse stata ancora. Magari sarebbe entrata senza urlare, lo avrebbe abbracciato vedendolo raggomito- lato sotto le coperte a dormire. lui avrebbe continuato a far finta, per prolungare quel momento. poi lei, dolcemente, gli avrebbe dato un bacio sulla guancia e, allora, lui avrebbe aperto gli occhi e le avrebbe sorriso.

Una lacrima si fece strada sul volto di Marco.

la asciugò prontamente, non voleva che sua zia lo vedesse piangere.

adesso era grande, aveva 13 anni e frequentava la terza media. il tempo delle lacrime era finito da un pezzo, da quel giorno d’estate di sei anni prima.

Quella giornata sì che la ricordava, non poteva dimenti- carla tanto facilmente.

Era a scuola, seconda elementare.

la maestra fu chiamata da un collaboratore, le parlò al- l’orecchio, lei uscì, ma nessuno si accorse di nulla. la mae- stra non li aveva mai lasciati da soli in classe. poi, dopo qualche minuto, tornò e lo invitò a uscire fuori. C’erano lei, la maestra di religione, la preside della scuola e una si- gnora che non conosceva, una psicologa.

Mentre Marco ricordava quel momento sentì un tuono non molto distante.

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1 - imperversava: infuriava, si manifestava con violenza.

2 - perspicaci: acuti, pronti nel comprendere.

3 - concitatamente: con foga, con agitazione.

11 L’ombra del passato

l’effetto prodotto non fu dei migliori. anche quel giorno, a scuola, pioveva a dirotto e fuori imperversava1un tempo- rale.

Ripiombò nuovamente nei ricordi di quella mattina a scuola.

Erano tutti dolci con lui, sorridenti, ma il loro sorriso era finto. lui se ne era reso conto subito. i suoi sensi erano di- ventati più perspicaci2, tutti tranne l’udito. infatti riusciva a percepire il profumo della maestra e l’odore della pioggia sui cappotti bagnati, ma non riusciva ad ascoltare le loro parole. Era come se il suo cervello avesse deciso di “togliere”

l’audio, un po’ come si fa al computer o alla tv. in realtà, anche se in quel momento le parole non le capiva, sapeva che il risultato di quel breve momento, che lui percepiva lunghissimo, sarebbe stato uno soltanto: non avrebbe più rivisto i suoi genitori!

all’improvviso, come Marco temeva, la porta si aprì di scatto ed entrò zia Maria, la sua mamma adottiva, iniziando concitatamente3ad urlare:

«ancora a letto, è tardi! È tardi! Forza muoviti sennò faccio tardi a lavoro».

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Capitolo1

i.C. “aManzio-RanUCCi-alFiERi” (MaRano) - Plesso Amanzio Classi iV a - iV B

All’improvviso, come Marco temeva, la porta si aprì di scatto ed entrò zia Maria, la sua mamma adottiva, iniziando concitatamente ad urlare.

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4 - conviviale: momento che si passa insieme ad altri in armonia.

13 L’ombra del passato

«ok, mi alzo!» - rispose controvoglia Marco.

zia Maria era la sorella della mamma e, da quel giorno di sei anni prima, non lo aveva più lasciato. non era sposata e aveva un lavoro faticoso. Era infermiera in un ospedale e, spesso, non era in casa la notte. in cambio, però, aveva anche una bella casa e un’intera stanza era divenuta la sua cameretta. nonostante questo, lui non l’aveva mai accettata come mamma. le voleva bene, certo, ma era diverso. Quegli abbracci, quei baci, quelle carezze che lui si aspettava dalla mamma, non li avrebbe mai più avuti.

Ma, oramai, si sentiva grande, più alto di quasi la metà della classe, snello e con una folta capigliatura castana che difficilmente tagliava. Marco si preparò velocemente per an- dare a scuola, poi scese a fare colazione.

anche quel momento non era dei più conviviali4. Marco parlava poco, molto meno con la zia. a volte, alle sue domande decideva, perfidamente, di non dare nem- meno risposta. in un modo tutto suo Marco le voleva bene, ma gli era difficile darlo a vedere.

Gli venne in mente un episodio accaduto a natale diversi anni prima.

tutti amavano il natale e Marco non capiva il perché.

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Capitolo1

i.C. “aManzio-RanUCCi-alFiERi” (MaRano) - Plesso Amanzio Classi iV a - iV B

“È una stupida festa per bambini!” era solito ripetere quando gli auguravano «Buon Natale».

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l’unica cosa bella del natale era il non andare a scuola. per il resto, solo confusione e tante sciocchezze.

“È una stupida festa per bambini!” era solito ripetere quando gli auguravano «Buon natale».

Durante uno di quei noiosissimi pranzi dove tutti sorri- dono, non si sa perché, zia Maria aveva provato ad abbrac- ciarlo.

in quel momento, quasi istintivamente, sentì le braccia e le gambe muoversi verso di lei. poi, però, ebbe un attimo di lucidità e si ritrasse.

non riuscì a spiegarsi il perché.

zia Maria, in fin dei conti non era poi male.

Dentro di lui, però, c’era stata una forza che lo aveva in- dotto5a fare un passo indietro.

Sua zia aveva sorriso e si era voltata, ma Marco immagi- nava che con quel gesto sicuramente le aveva fatto del male.

lei tornò a sorridere e a parlare come se nulla fosse, ma den- tro i suoi occhi Marco vide qualcosa di nuovo. Era tristezza?

odio? non lo aveva mai capito.

Scosso da questi pensieri dal solito «è tardi!» urlato da zia Maria, Marco terminò velocemente quello che rimaneva della sua colazione e, mestamente6, insieme a sua zia, si avviò in auto verso la scuola.

L’ombra del passato

15 5 - indotto: convinto, obbligato.

6 - mestamente: con tristezza.

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