• Non ci sono risultati.

DEL ALLE POTENZE SOVRANE.» NAPOLI MDCCXCIV. RISPETTO DOVUTO 29$. D E l P. M. CON NOTE ILLUSTRATO TERZA EDIZIONE. / * * f» S E R M O N E

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "DEL ALLE POTENZE SOVRANE.» NAPOLI MDCCXCIV. RISPETTO DOVUTO 29$. D E l P. M. CON NOTE ILLUSTRATO TERZA EDIZIONE. / * * f» S E R M O N E"

Copied!
28
0
0

Testo completo

(1)

<

*

4

DEL

RISPETTO DOVUTO

*

*

ALLE

POTENZE SOVRANE

. »

S E R M O N E

t

È

CON NOTE ILLUSTRATO

'

/ D E l

P.

M.

%

F.

VINCENZO GREGORIO LAVAZZOLt

*

«

dell'Ordine

de’

Predicatori

V

TERZA EDIZIONE

.

29

$.

» t

..lT

/

*f *»

« » «r*

V

NAPOLI MDCCXCIV.

Presso

Raffaele Porcelli

Negoziante diLibri 9 Stampatore della R. Accademia Militare>

e dei Regio Officio delle Poste Con Licenza de Superiori.

-

li-.

DigltizedbyGoogle

(2)

.

4

r

<•

a•0

«a

«

. v

r

a

\

t

*•

*

*

V

«*1> .

*

sr

IPixit

Htém

Paulus : nesciebam \ fratres9 quìa Princcps est 'Sacerdotum Scriptum est enìm :

*

Principum populi tui non maledices Acflor»

Apostol* cap.

XXI U«

v. 5.

f

/

a

*

X

\

DigitizedbyGoogle

(3)

i

*

RAFFAELE PORCELLI

A CHI LEGGE

.

29A-

C

*

Om

arida Iddìo il rispetto alle PotenzeSovranet

t

inculcano i Padri , * /o persuade la sana ragio- ne0

Tutto

in vero nel suo seno racchiude quel

Po-

poloy che al Sovrano ubbidisce : Religione

, belle urti y e scienze, agricoltura, e comtnerzio; ma.

tessala a capi

f

ubbidienza , ecco tutto in rovincty tutto posto in soqquadro il buon ordine delle cosem

©; dò

ne abbiamo nellaStoria luminosi gliesem- pj y e sotto gli occhi si presenta ora ilfunesto

'spettacolo di una delle più culte

, e rinomate

Na-

zioni di

Europa

. Finché questa ebbe già pe* suoi Irle il dovuto rispetto,fiorì e per le arti, eper le

\scienze ; acquistò

nome

non che nelle vicine , che

fielle rimote Contrade, e ne fu

Donna

, e JReina:

tona appena questo mancato , calpestandosi i sacri diritti del Sacerdozio, e del Principato} si vede fin da fondamenti infelicemente sconvolta Un. se- dizioso spirito di libertà , ed eguaglianza ne so- no

f

infelice cagione*

E

pure piacesse al Cielo,che

questo quivi solo arrestasse il

cammino

! Si vede tuttavia

y serpeggiando y insinuarsi tra noi

Dee

perciò il Cristiano9 e buon Cittadino , giusta le sue forze, arrestarne i progressi ; e veggo gii ciascuno accinto a porgere a tanto male pronto

9

td

efficace rimedio

Ma

che altro da

me

attender te poteva se non una ristampa di qualche dotta

P

r°r

1

t

)

DigitizedbyGoogle

(4)

produzione da opporsi sii scioperati opuscoli che girano per

P Europa

?

Stimai adunque

,dopo cfaver pubblicato collemie

\stampe le due dotte

Omelie

del celebre Vesco- *

vo

di

Parma Monsignor Turchi

sulla Liberta Cristiana, e l’Eguaglianza Evangelica di dare anche al pubblico la terza edizione di questo bre- ve, e serio sermone , del quale

, per essere stato benignamente accolto da tutti

,non si trovavan pià sofie delle due antecedenti edizioni ,

Quindi ho impegnato il dotto , e pio Autore a ritoccarlo, e farci delle nuove note

, per cui spero che meriti maggiormente il gradimento del pub- blico,tantopiu

,che

m

impegno a somministrarne a chicchessia senza interesse

, pago essendo di.a- dempire per quanto

mi

è possibile coll1 Autore al dovere di buon Cristiano , e Cittadino , e di cor- rispondere alle gloriose mire del nostro grazioso Sovrano } che il

comun

bene riguardano

DigitizedbyGoogle

(5)

y i

*+

I

l-

J A mancanza

di sommissione alle

Potenze Sovrane

, ella è stata in tutt’i tempi Yorigine principale delle turbolenze, cosi nella Chiesa

,

come

nello Stato avvenute; in cui per

comu- ne

sventura» sono

sempre

stati alcuni di que- gli spiriti 9 che giusta 1’ Apostolo

Giuda

(i) , disprezzano la dominazione , e bestemmiano la

Maestà

(A),

Questa

loro strana condotta pro- cede dal considerar nellapersona di chi ci go-

verna un

puro , e semplice

uomo

, che credo-

no

dall’ ambizione , dal favore, dal caso,

o

dalla fortuna sopra gli altri innalzato.

La no-

stra Religion Cristiana però ce

ne

dk

ben

di- versa

T

idea Ella c’insegna

, che la sola

Di-

vina

Provvidenza»

e

non

il caso, il quale

è

A un

(i)

E

pisi. canonie. cap. 1. v. 8.

^A)

A

coftoro, dice S. Tomraafo, che solet esse irave domini

um

, non minus Regum , qtsam

Ty

ranno- rum, perchè in fentenza di Salomone : dissipai impios Resi sapiens.*

DigitizedbyGoogle

(6)

\

un

nulla, regola

, e dispone tutto ciò, che s!

fa sopra la

Terra

; che ogni Potenza deriva

dall’ alto, e che il resistere alle Potenze

, è

un

andar contro all’ ordine da

Dio

stabilito (B) Verità preziosa, da per se sola capace di efficacemente reprimere lo spirito di ribellione,

'

, ir di

. /

(B) Quindi S.

Tommafo

fcrifle, che chi fi oppone

al e Potenze Sovrane , fi oppone ai comandamento di Dio; e che non eflendo lecito di refifiere all’ordine da Dio fiabilito, non fi pub in conseguenza refifiere, alla potenza Secolare, Soggiugne, che l' origine Divina della Superiorità fia la bafe, ed il fondamento della obbliga- zione,che abbiamo di venerarla, ed.ubbidirla non fo»

lamentt perché colla fpada al fianco fi fa temere , e ri- fpertare ;

ma

anche perché a noi fi prefenta con un ca- rattere aflai proprio. , per conciliarli il nofiro amore; at- tefo che da Dio ci viene, come

P

infegna S. Paolo.Ve- di

U

Verità vendicata .in favore di S. Tommaso dai

S

. Dottore stesso, fiampata nelle Inquietudini deGe~

suiti pag. 13, tom. IL Napoli 1764. Efiodo

, anticoifii-

mo

Poeta Greco, noi poteva più chiaramente efprimere, che co’feguenti due belliflìmi verfi ;

*

- *

*

T

ùnx#yctp fican\vut txtfpon?9 ifruc* \ttoic

^XmTr^opiiyota ctyopÙQi> (JLirctrpoTtt Ipy* ntevai cio^:

Hac una Reges

SAPIENTI LEGE CREANTUR

;

Dicere jus Popuìis , injustaque tollerefaóla

Vedi Eineccio dejur. nat. lib% IL cap. £. nella not. al

§. ijé. S. Paolo poi-ci fa fapere, che non estpotestàj,

-misi a Deo,eh’ quell’ infegnamento appunto , di

, cui

fi fa ampia menzione nella Verità vendicata fra le cita- te Inquietud. de* Ges. pag. ji. Ed egli è tanto vero ,

che nella, perfona de’Re fi dee rispettare .lo fleflo Dio , dal quale riconofcono la loro autorità i che.io rinvengo nel

i

1

\

DigitizedbyGoogle

(7)

i

I

*•

* a*

ài soffocare ogni' susurro ,\. e di tenere i po- poli alla ubbidienza soggetti ! Ciascun di noi

adunque vedendo

lo Stato esteriore che ci cir- conda , ..cioè i capi; della Religione e della

,

Maestà

Reale,

, dica fra se,.": Cujus est imago, ktc, et superscript io (2)? Ascolti quindi il

Van-

gelo, ed impari da

Gesù

Cristo di dure a Ce- sare, ciocck e di Cesare

, e a

Dio

quel che a. Dio.

appartiene, (3).,

_ %

:

i \

.

Allora che i Ministri della Divina parola, in questo

Regno

si trovano in dovere di pre- dicare il rispetto, e l'ubbidienza, eh’è

dovu-

ta al

Sovrano, hanno

il vantaggio, e la con-.,

stazione

di parlare ad

un

Popolo

, il quale

e

pel suo, zelo, e pelsuo tenero,affetto verso»;

.

persone de suoi.

Re

si è in ogni

tempo

singolarmente distinto. .

Anche

quando, la disgrazia, de

tempi

,ed i bisogni dello Stato

hanno

obbligata la

Maestà

del Principe a do-

mandar

l’accrescimento delle

imposte,

l’ab-'

t mentico in certo

modo

A *

-, , di

«

« . » , 1

nd

Uè. 1. de' Re cap. ». che alfora.quando il Profeta Samuele fi doleva con Dio della ingratitudine degl’Ifrae-' liti , difgurtatidel fuo governo Dio gli rilpofe :

Non

te abjecerunt

, sed

me

,e regnem super eos.•Derivando adunque 1 autorità de’Principi.immediatamente da Dio

1

a f,

“Puntato.

Do,tor S.

Tommalb

, dietro le trac!

ce dell ApoftoloS. Paolo, raccomanda a’fudditi tre co.

fe :

COM

ubbidienza

, il rispetto,., e la semplicità del cuore Comment rn Paul. XIII. ad Rom, sebi. 1. tire.-

(2) Mattb. XXlle, Ve 2#.

(3)

UH.

v. zi.

K

. \

DlgltizedbyGoogle

(8)

&

J'

1.

I ,

tf

r

*->

4 I

\

\

f

/

9

'

, ,

dì sua indigenza, compassionar colui

/

che ad

una voce

egli

chiama

il suo grazioso Sovra-? i

no

: della cui persona se egli ragiona, lo fa

con

espressioni degne di

un

affettuoso figlio verso il migliore de1Padri. Se oggi

adunque

gliene parlo io stesso, noi fo già per ispirar- gli quei sentimenti , che nel cuor di

ognuno ha

la natura scolpiti ;

ma

solo per insegnare à serbar questi immacolati f la persona del

.

Principe ,

come* V immagine

della. Divinità ,

riguardando; di quella Potenza

Suprema

, cui tutto 1’Universo è soggetto ; di quella

Prov-

videnza Universale, che veglia a tutto ,

ed

a1 bisogni di tutte le sue creature

provvede

;

e

di quella Giustizia immutabile, che tratta cia- scuno giusta i suoi meriti9 ricompensa i buo- ni, ed i cattivi punisce«

11

Re,

dice l’Apostolo S.

Paolo,

è il

Mi*

nistro di

Dio

, eh* egli ha vestito della sua autorità; autorità, per conseguenza Sovrana, e indipendente dal Popolo , che gli è sottomesso2

autorità , di cui

può

bensì il

Re

a

qualcuna

dei suoi sudditi comunicare

una

parte ,la pie- nezza

sempre

in

Lui

restando,

come

nella sorgente,

donde

ella deriva» In quella guisa appunto, che il sole

comunica

la propria lu- ce, senza che nulla

ne

perda; così il Creato- re

comunica

alle sue creature parte della pro- pria potenza, benché essa in JLu* tutta intera

rimanga.

'] ,

Infatti da che

mai

procede quel profondo

rt-

»

/

I

DigitizedbyGoogle

(9)

V

Z9Z

' I •<

. - * *'

9

rispetto f die ambiatilo pe’ Ministri di Stato , per gli Officiali di Giustizia

, pe’

Comandanti

delle armate , e per tutte le Personev che il

Sovrano

impiega ne’ diversi dipartimenti .del

governo

, di cui è egli il solo<

capo,

e Signo- rei cujus est imago hétcì Deriva dal riconosce- re in essi

f

autorità , che il Principe ha lor confidata; che lor conserva ,

o

toglie

* giusta lo spirito di consiglio , di giustizia ,

e

di ra- gione , eh’è il carattere proprio della sua So*

vrana potenza (C):, proviene , perchè pii

uni sono come

la bocca del

Monarca

che giudica; que’

come

il braccio,del

Re

, che combatte

;

questi

come

gli occhi del

Sovrano,

che

ve-

glia; proviene in

somma

dal riconoscere,

che facciamo

nello stesso

Monarca

il Ministro,'

c

l’

immagine

di quel

Dio

,

che serviamo

(D)

À

i

Do

'

<

; '

x

(C)

Con

ragion* dunque Pirro chiamò il Sanato

Romano

adunanza di Re, coma fi legge pretto T/>,

IlV* Hist, Rom. lib. IX, e, 17.

(D) Ne’

Re

adunque bifbgna ficonofcere la Divina Potenza, a 1’Immagine di Dio,dft cui immcdiàraftient#

derivano; e ne’

Mi

niftri de’Re bifògna riCoriofcere la fuprema autorità Reale

, da cui vengono creati, ed elee*

ti. Per la qual cofa è chiaro, che l’ubbidienzaal Prin- cipe, ed a’ Tuoi Miniftri t di Diritto Divino . Tanto

infatti tnfesna S. Paolo, * dietro ledi luitracceS.Tom*

Itiafo. Vedi Coment, in Cap. ij. ad

Rom

.teS. t. Or.*

Egli altrove ci fa fapere, che per la parola diPrincipe

o

di Potenza , non folamentefi dee intendere il Sovra- no ,

ma

anche i Tuoi Miniftri, ed Oftìziali; a cui vuo- le Dio. che filmo foggettii Comment. in cap. 6,

ad

Ipku.

^

DigitizedbyGoogle

(10)

I

I*

Da

lui solo ha il

Re

ricevuto il suo' tarata tere , e potere: quindi è , che a lui solo dee render conto dèli' uso , che fa dell’autorità Reale, perchè a

Dio

solo prestò Egli il giu~

ramento

,

quando

fu al

Trono

innalzato.

Dun- que

il

Vangelo

sólo si è il Giudicetra il

Re

t

ed il suo Popolo.

Voi dunque, o

Santa Reli- gione , "siete

veramente

collocata tra noi

, e

r Augusto Monarca,

che ci

governa. Voi

sie- te effettivamente presso di

Lui

la nostra

Me-

diatrice, ed

Avvocata. Voi

stampaste nel suo cuore fin da’ teneri suoi anni , e

Voi

conser- vate , e proteggete in quell’ànimo-

Reale

la Hu- berta , gl’interessi, e i dritti della

Nazione,

che ha la felicita di èssergli suddita

Voi

,

o

Religione

Divina

, siete infatti la custode del sagro

legame

, che noi a

Lui

stringe , ed uni- sce.

Voi

finalmente, assicurando al

Re

la fé*

delta , 1 ubbidienza

,

1’

amor

del suo

Popolo

;

assicurate questo della di

Lui

Saviezza, e Giustizia

, della

Moderazione,

e Bontày che 10 rendono caro , e lo ligano si teneramente alla sua sagra Persona.r

Oh

quanto

bene

sono

affidati gl’interessi di questo

Popolo

nelle

ma-

ni di

un Re

, che /crede a

Gesù

Cristo , éd

11 suo Santo

Vangelo

professa ! Coprite ,

o Grande

Iddio, col vostro scudo quella prezio- sa

Corona

, la quale da altri

non dipendendo

, che da

Voi

, la nostra sicurezza , e la gloria del

Monarca forma

, e

compone

Ma

qual. debb’essere la nostra gratitudine

s .

per

j

DigitizedbyGoogle

(11)

s

29 &

\

per la beneficenza di questa Reale Autorità , e pe’ vantaggi > che sottOv

V ombra

del suo alto potere noi

godiamo

? Per questo

, e quel- la i Ministri della Religione esercitano in pa- ce le sagre funzioni del Sacerdozio , ed i' di- ritti che gli sono congiunti » Egli protegge la Chiesa di

Gesù

Cristo contra gli sforzi dell’

eresia;contfa gli attentati di quegli spiriti ru- belli

,che sdegnano di abbassare la superba lor fronte allo splendor della

Fede

,che gli abba- glia ; e che disubbidienti e protervi per siste-

ma

, si sforzano di abbattere

\

e di distrugge- re quanto

V ha

di più santo , e di più sagro sopra la

Terra

. Sotto

V ombra

, e per la be- nificenza dell

1

Autorità

Reale

riposano i

Fede-

li con fiducia sotto padiglioni di Giacobbe , « nelle tende <CIsraello.

Come

già quel Cherubi-

no armato

di folgoreggiante spada , che Iddio

aveva

collocato nella entrata del Paradiso ter- restre; così il

Re

custodisce la porta del

San-

tuario ; ed i Dispensatori de’ sagri misteri con- tra le insidie de’bestemmiatori , e degli einpj

protegge , e difende (E). «r

A4

Della

(E) QuefU\. t gli altri tiel feguente dinotati,, fono gli effètti della Autorità Realti i quali,poiché il

comun bene , ed il pubblico vantaggio riguardano, non poffono, non da quella derivare; giacché la cura del

comun bene é al folo Principe commetta: Cura autem communi: boni commista est Principibus

, babentibus publicam au&oritateni

1 fon parole di S.

Tommafo

2.

2. *4. a. 3. Quella appunto conlìffe nella difefa, e nella

*

1

r

DigitizedbyGoogle

(12)

»

/

Della

Maestà

Reale J* pieno il

Tempio

della Giustizia.

Questa

presiede a tutti i

Tri-

bunali, e rispettabili gli rende. Ivi il prin- cipe nella persona de*suoi Ministri, scelti per

compiere un

dovere

veramente Reale

, e per

esercitare in suo

nome

la piu augusta delle sue funzioni , veglia sopra i diritti di ciascun Cittadino. Ivi è il protettor della

vedova,

il

difensore dell’orfano, ed>il padre del suo

Po-

polo. Vi giustifica l’innocente accusato a tor- to, vipunisce il reo, ed a ciascuno il suo

com-

partisce , e concede Se i nostri beni sonsalvi,

s'fe sicura la riputazione

,e la vita;se riposia-

mo

tranquillamente nel nostro letto , se sicuri

siamo

viaggiatori , e Cittadini; di tali vantag- gi

non siamo

noi al pubblico Ministero sola-

mente

tenuti?

Tutto

questo dal Principe

ema- na

, e deriva ; ed in ciò egli è

Veramente

1*

immagine

di quella *

Provvidenza

universale, che veglia sopra ogni cosa , e che il tutto conserva, e meravigliosamente difende (F).

Quindi

è

ben

facile il

comprendere

, qual

debba

essere

l’amore,

ed il rispetto di questa

nella Scurezza de* Vatìalli , petcui folo i Principi fon dati da Dio, come Io (ledo Santo Dottore infegna; e per ctìi 1’ Imperator Tiberio, prima di dar rettaagli em- pi adulatori, veniva continuamente da*medefìmi così ri- prefo: Audi ,

C

tesar in quo te reprebendimus omnes:

impendis teipsum nòbis

; , Corpus tttum diurnit , ac ,

ito&urnis laboribus cùnficis. Trasm. /. 6. «pophtegm.

(F) Grozio, e Gronovioratfemigliano il Principe

*1

(13)

4

Nazione

verso la Reale Persona * Infatti ve-

diamo,

che

Dio medesimo aveva

present a la

maniera

di consegrare i capi del suo Popolo, che nella Sagfa Scrittura gli unti del Signore

si appellano .“Quindi viene la venerazione re- ligiosa , di cuP era'pieno

Davidde

per la per- . sona di Saulle;

quantunque

da

Dio

riprovato, ed egli scelto in sua vece . Quindi la

som-

missione perfetta, che il

Vangelo comanda,

e che , pagando il tributo a Cesare

, volle Cri- sto

medesimo

^praticare ; benché nulla dovesse ad alcuno

Quinci

finalmente proviene , che

i Cristiani de’primi secoli erano i piu fedeli sudditi degl’ Imperatori

,

quantunque

pagani, nemici , e persecutori della Cristiana Religio-

ne

(G).

Di

fatti

un Re

,

comunque

egli sia ,

! idolatra, o cristiano, cattolico , o

no

, vizioso ;

o dabbene,

nulla

mai

perde de’diritti, che il

Reai

carattere gli

dà,

e

concede,

per’essere

' '

..

A

5 ubbi-

l

*

\ , V

al padre di famiglia, clcrèdire, die come quelli dee proc*-

* curaie tutti i vantaggi di quei di Tua cafa

, e famiglia ; così il Principe dee proccurare il ripofo, la quiete , la tranquillità, ed i vantaggi de’ Tuoi VafTalIi . De Jur*

Bell. lìb.

he.

4.

§

*

(G) Noi , dice Tertulliano parlando a nome di tutti i CriftiaHÌ rteJPApologetico, veneriamo negl Impe- ratori il giudizio di Dio

, il quale ha dato ad essi

3

/’impero delle nazioni. Ed in altro luogo ad Scapul.

Il Cristiano non è nemico di chicchessia , molto meno dell Imperatore

, perchè sapendo egli\che questi è nato costituito dal suo Dio, non può far a meno di amarlo, di riverirlo, ed onorarlo, e di.hiamargli salute.

I

*

: : ,

'

1 r

DigitizedbyGoogle

(14)

M

ubbidito da’suoi sudditi '(H) : a

verunò de

quali aifatto

non

è permesso ammutinarsi' contro di lui,

quando

anche si trattasse della propria sua vita (I);* .

'

Che

(H) Per tralafciare altri éfempj S. Paolo pregava per Nerone, tutto che Imperatore gentile,e nimicodel- la Crittiana Religione. Ne' primi tempi della Ghiefa

Roma

pagana non ebbe migliori fudditi ,più fedeli de’ Criftiani. Quelli più di ogni altro rendevano agl’im- peratori il dovuto onore, e foli con efattezza pagavano

i tributi, e le gabelle.

A

propostoTertulliano nellM/>#- logetico: Le gabelle renderanno,grazie à*Cristiani

, t

quali pagano quel che debbono con la stessafede , con cut tiguardiamo di rubar

P

altrui.

(I) II Re per la fuprema fua autorità non dee ef- fere fe non da Dio folo giudicato delle fueazioni In- fegna elpreffamente l’Angelico Dottore , che Rex non habet hominem

, qui sua fatta dijudicet : nullus in ipsum potesljudicium condemnationisferre

, si contr/t legem agat. Ed altrove 1ifletto.S./Dottore ne reca la ragione

, perchè -, die' egli

, Princeps dicitur esse solu - tus a lege.Quello però s’intende , quoad vim coatti-

vam

: giacché quoad vim direttivam legis , Princeps subditur Ugi'propria voiuntate . . . *

&

debet volun

tarius, non coattus

, legem imptere. I. Z. q. 96. a.5.

ad Quindi in ogni tempo fi è flimata cofa propria, e degna dello fplendore dell’ autorità Reale , confettarli il Principe foggetto alle leggi da per fe fletto , e difua fpontanea Volontà- To Io rinvengo in Una bellifTìma leg- ge degl’imperatori Teodolìo, e Valentiniano /. 4. Cod0

J

ustinian. de leg.

&

const. le cui auree parole mi pia-

ce di riportare: Digna vox est Majestate Regnantis ,

degibus all iguTttm. se Principem profferì . Et revera ma]us Imperio est submiilere legi^us

P

rincipatum. Del

retto il Principe nel luo attbluro Real carartere

,ripiglia il S.Dottore nel luogo citato, est supra legem,inquan-

. tum

(15)

,

3ùù.

\

t

é

15

Che

se i primitivi fedeli rispetto, ed ubbi-

,

dienza prestavano agl

1

Imperatori pagani in tutto quello che al Vangelo

non

fosse contrae ' rio (K) con quanta, piu furte ragione

dobbiamo

noi rispettare l’autorità del

Sovrano,

noi che per nostra

buona

ventura

viviamo

in

un Re- gno dove

i principi

, per la Dio

mercè

, alla Religione Cattolica , ed Apostolica

Romana

^ ^ .A,

6

' sono.

/’ *

tum si expediensfuerit , potest legem mutare ,

&

in

ea dispensare, prò loco, Ò* tempore &c.: e 1* illefio

Dio allora gli ha aflbggettate le leggi , come con bellif- fjmo fentimento.lo efpreffe P lmperator Giustinianonel- x ia Nov. 105. cap.1. in fin. Cui (àiPrincipe) O*ipsas

Deus leges_ subjecit..

(K) Pietro, e Giovanni Àpoftoli «r chi lor vie- tava predicare, ed intignare nel nome di Gesù Cnflori- fpofero: Si justum est in conspeóiu Dei,vospotiusau- dire,

quam Deum

, judicate. AB, Ajost, iìf. 19. Il gran Velcovo , e Martire S, Policarpo perciò diceva :

Abbiamo imparato a rendere alle podestà, ordinate da Dio quell* onoreXhe si conviene, e non si oppone alla nostra salute^ Di fatti ella è dottrina del rammentato Angelico Dottore, che debbano i Criftiani ubbidireai lo*

ro Sovrani

, benché infedeli , in tutto ciò, che quefU hanno autorità di. comandare; e quella obbligazione é così indispenfabile, che qualunque efenzione farebbe con- tra il precetto divino 2. 2. q, £9. art. 9. ad 1. Quindi

il medefnuo S. Dottore altrove dice

,che DispinBio(de*

Re

) fidelium

&

infidelium, secundum seconsiderata

, 730» tollit dominium infidelium, supra fideles.\ e la ra- gione egli medefimo ce Paddita un poco più avanti , di- cendo, che pus divinuni , quod est exgratin s non tot-

Ut pus h

umanum

, quod est ex naturali ratione. 2. 2.

q. X. art. X.

&

qu. XII. art. 11. Ed altrove ihfidelitas

,

Ó* dominium inter se non ripugnante 2. 2. q. 12. a. 2. -

Anzi

V

DigitizedbyGoogle

(16)

i<5

sono inalterabilmente attaccati ; e ne*propr

j

Stati curano , ed il rispetto

mantengono

alla 5. Sede , ed al Successor di Pietro dovuto ? (L) L’onori

adunque ognuno

, e l’onori nella persona di coloro che ne sostengono le .veci y e sono a parte dell’

immenso

peso che egli sostiene. .*

Essi in vero per noi travagliano

, e

quando

pur fossero tali,

come

gli ha piu volte la ca- lunnia dipinti ,

avremo

noi a dimenticare ì vantaggi che apportano allo Stato?

E non

sa- pete

Voi

; che chi governa

non

a tutti egli

. ; ; .

#

Pia- Anzi parlando egli di un Principe infedele chiaramente dice, che violerebbe il diritto divino chiunqueinrrapren- defle di allontanare i iudditi fedeli dalla ubbidienza do- vuta a’ loro Sovrani infedeli, quando ciò-,eh*etti doman- dano, non é contrario alla legge di Dio : Pertinet ad auElontatem Pnncipis judicare de subditis : est ergo centra jus diyinum probibere , quod ejus judìciò non stetur , si sit infidelis ; Comment. in Ep. ad Cor. cap.

6. feci. IX.

(L)/ Del noflro amabiliftimo Sovrano potrei ben io efclamare

, come di Teodosio il Qrande efclamò un Au-

tore :Virtus tua meruit Imperium: o come dille Plinio all*Imperator Trajanp : soli contigit tibi, ut PaterPa- tri* esse

s

: e quindi potrei anche ben dirgli, come ditte Cicerone a Celare ( nella Orazione prò Marcello ) :

Non cum sumrr\is viris tecomparo,sedsimillimumDeo

*•te judico. , simillimum Deo , e con ragione: im- perciocché , come dille un giorno Antonino Imperatore a Faustina fua moglie; non enim quidquam est

, quod

lmperatorem melius commendet gentibus•, quam clemen- tia. Cesarem

Deum

facit.

TaPé

appunto 1*ado- rabil caratteredel noftfp

Re

Ferdinando IV», che Iddio confervi, e feliciti.

,

(17)

I I

\ I

30i

* .

* c

piace ?

Può un

giudice

ambe

le parti contea*»

tare , se a prò di

un

solo dee la di Ini sen- tenza cadere? Egli è poi , per così,dire,

im-

possibile, che

non

solo i Ministri,

ma

il Prin- cipe stesso possa far tutto il bene, cui è por- tato il suo

animo;

e quindi sarebbe strano il

pretendere , che siano tenuti a render ragione

e

di furto il

male

, che accade

, e di tutto il

bene

, che

non

avviene (M). Sì, rispetti ognu-

no

, io diceva

, tutte le persone , , che sono, alla testa del governo ;

.rammentando sempre

le parole del' Vangelo : cujus est imago luce , et superscript io*

Di

chi £ questa

immagine, ed

iscrizione ?

E

che il

mancar

loro , è

un man-

care allo stesso

Sovrano

: Rendete dunqueaCesa- re ciuccli t di Cesare , e nel

tempo

stesso ren- dete'a Dio quel eli è di Dio . Imperciocché se il temporale è

sommamente

rispettabile ,

va

del pari lo spirituale potere

II. Queste due Potenze, benché indipendenti

T

una dall’ altra

, pur tra loro sonò stretta-

mente

congiunte, che l’

una

è dell’altra base, e so- (M)

Non

può alcuno de’ fudditt dolerfi di ciocchi

il Principe opera, quando non ò il cuore del Principe che da s’inclina,

ma

1© inclina Dio co’ difegni della ftia provvidenza, e de’ Tuoi divini imperfcrutabili confi- gli. Lo leggiamo nelle facre carte Proverbi

XXL

i.

Cor Regis in

m*nu

Domini, quocunque voluerit , in-

ehnahit illud.

E

quindi S- Pier Damiani ci eforta di pregare Dio , ut cor Regis qued in manu tenet, // no- bis saius est

, in nostrani digneiurbenevolenti

am

incli- nare. Lib. I. epift. 4. ad Leon. IX.

\

/

l

*

DigitizedbyGoogle

(18)

"I

j8

C sostegno (N) Il

Trono

e appoggiato sull*

altare ,

come

l’altare si appoggia sul

Trono

,

C tutto quel che tendesse a scuotere i fonda-

menti

della Religione, dovrebbe farci

temere

dello Stato la decadenza , e la

mina

.

Or

i

fondamenti della nostra Religione su quel ca- rattere , e quell'autorità sono stabiliti , che Gesii Cristo

ha

conferito a’ Ministri della *sua Chiesa.

Che

$e questo carattere si disprezzasse

; se

a tale autorità si resistesse ; se si rigettassero le decisioni, che

emana

la Chiesa; se dalle di lei sentenze si proponesse ¥ appello se si schernisseroW le sue censure:> ' sesi volessero* Nbia- simare i di lei Ministri

% che sarebbe di noi?

Che

avverrebbe, se chi dee ubbidire% volesse far da capo, e

maestro?

Se le pecore s'innal- zassero

non

solo sopra i Pastori ,

ma

volesse-

ro

far Joro aspra , e sanguinosa battaglia? /Se si calpestassero le sacre leggi dèlia

Gerarcìm?

Se si rovesciasserotutte le regole della subor- dinazione, di

modo

che ciascun

Vescovo

fosse il

Papa

della propria Diocesi, ciascun Curato

il

Vescovo

della propria Parrocchia, e ciascun, fedele il Giudice dellapropria fede? Sarebbon-

, ; vi

n - » *

%

<

« * '

(N) S. Tommaso. le chiama perfettamente indipen- denti, e Covrane, ciafcuna nella Tua jfera, E(T*hanno la

medeGin* origine didima

, perché derivano egualmente dalla divina potenza: potes:as spirituali s,

&

speculari*

utracjue deducitur a potestatc Divina. Quindi l* una

, aulla può

,dee potere contro dell’altra

.

\ -

DigitizedbyGoogle

(19)

<

542

.

vi

dunque

altrettanti scismi

, quanti son Preti:

tante Religioni quanto Parrocchie

; e tanti

,Vangeli

, quanti particolarj . -

A

un tale stato

non siamo

ancor giunti',gra- zie alla infinita Vostra

Bontà,

o

mio

Dio:

ma

quello spirito d‘ indipendenza

, quel disprezzo della più sagra autorità,, che

Va

facendo ogni giorno nuovi progressi, non ci minacciano for- se maggiori disgrazie, e ruine?

Dov’

è ornai quel tenero rispetto

, di cui ogni fedele era già

un tempo

penetrato , per la persona del

Sommo

Pontefice, Padre

comune

de’Fedeli,

e

, capo visibile della .Chiesi universale (0)?

Do- ve

l’ inviolabile attaccamento alla Chiesa

Ro- mana, Madie

di tutte le Chiese,, e centro

im-

mutabile della

Fede,

e della unità Cattolica!

Non. vediamo

noi tuttodì semplici , e privati - fedeli insultare alla di lei autorità, ridersi de’

suoi anatemi , chiama*

male

ciocche essa ap- pella bene,e smentirla in faccia del soie, che gli rischiara, dell’Universo,,

che

gli

vede, e

di quel

Dio

,,che sente le loro

bestemmie

,'

e

la loro empietà soffre, e sostiene?

Con

quale indecenza

non

si parla oggidì de*

Vescovi, che sono in luogo degli Apostoli,-.le

colonne della Chiesa, i nostri Padri, è i

Giu-

'

dici nella Fede., e

come

la pupilla degli oc-

' '

. chi :

(O) Accefforio ed accidentale è nei Sommi Poti- N tefici il dominio temporale, nb a loro è dovuto , come

Vicarj di Crifto ;

ma

Phanno efTi acquiftato affai tempo dopo, e per le vicende de*tempi.

t

DigìtizedbyGoogle

(20)

I I

VA

^

fc . ,

chi Hi

Gesù

Cristo?

Quale

specie di fiele

non

si vomita contro di essi? quali macchie

non

si ,

tenta dimprimere al loro augusto carattere? in quinte maniere

non

si proccura divoffenderne la

fama

, ed il decoro ?

Non

v’ ha forse

pure uno

scellerato, la cui espressa

commissione

, ed unico oggetto

non

sia di diffamare il

Ve-

scovado , e la Santa Sede , con tutte quelle persone, che fan professione di esservi costan-

temente

attaccate ; nè'vi è

un

solo calunnia-

, tore

infame,

il quale di nulla arrossisca,

nè meno

della pazienza , con cui viene sofferto

Ma

, lasciate da

banda

tutte queste nefan- .

dita, io

domando,

qual vantaggio

può mai

ve- nire al Pubblico, o al privato dal disprezzo , che lo spirito di empietà si sforza d'ispirare a*

fedeli contra i Ministri della Religione ? Se i

Popoli

non

fusser soggetti nè al Papa

,

a’

Vescovi ; se i Curati

non

esigessero piu

ubbidienza, nè rispetto da' lor Parrocchiani; la fedeltà’, la probità, la giustizia,, il

buon

or- dine regnerebbero forse piu in ciascuna

Dio-

cesi ?

La

principal funzione del nostra

Mini-

stero

non

è forse quella di esortar continua-

mente

i Popoli alla pratica di tutte le virtù ,

che fa Tonesto

uomo

, il

buon

cittadino, ed

il suddito fedele forma, e

compone? Non

pre^

dichiam noi la sommissione al

Re

, ed a tutte le persone, che le siie veci sostengono?

Non

esortiamo noi i sudditi a pagar volonterosi le imposizioni, a

non

defraudare i diritti del Prin-

cipe,

xi

. I

DigitizedbyGoogle

(21)

/

/

iV

cipe, a tétner la giustizia,ed a rispettare chi al

buon governo

sovrasta ?

Non

sono forse i Ministri della Chiesa quelli, che colle loro

o

pubbliche,

o

segrete istruzioni attendono in- cessantemente a reprimere tutti i vizj nella loro sorgente , a

mantener

quanto possono la pace, e la

buona armonia

nelle famiglie , e per conseguenza nelle Parrocchie , nelle Pro- vincie

, ed in tutto il

Regno? Dunque

i

Mi-

nistri della/Chiesa, ravvisati sotto

un

tal

pun-

to di veduta, son pure il corpo più necessa- rio, ed il più prezioso allo Stato (P)* l ,

Ma

se si avvilisce il lor carattere presso tutto il Popolo $ se gli s’ insegna a sprezzare la loro autorità , ecco perduta la confidenza ne’ suoi Pastori ; il lor ministero infruttuoso

ed

inutile .

Le

pecore crederanno di aver drit- to di lor

comandare

;

dimanderanno

le cose sante,

non

con umile

animo

,

ma

con

teme-

raria arroganza$ e i dispensatori de’ sagri

mi-

steri saran costretti di dispensare a chi va, e viene , il sangue di

Gesù

Cristo , per abbe-

verarne

i più indegni , ed i più scellerati * qualora il loro talento lo chiegga . Strappe- ransi loro dalle

mani

le chiavi, da

Gesù

Cri- sto (P) Si1Gid. Gtifoftortio non Teppe trovar termini fuffìcienti di condanna contra quelli, che ofano di mi- noire in parte il culto, e la riverenza dovuta aiSacerdo- ti: Quanta non condemnatione digni junt, qui nuric

immmuunt

quoti ad Sacerdotum fultum spt&at? Ho-

«il.

/

303

.

.# «I

\ j

I

DigitizedbyGoogle

Riferimenti

Documenti correlati

CONTENUTI: L’estraneità della materia al comune bagaglio professionale del magistrato impone una trattazione istituzionale e al contempo semplice di principi contabili di

Mimmo PALADINO dalla fine degli anni settanta dedica a pittura e scultura una complessa ricerca che esplora tecniche e materiali.. Sue opere figurano nei

contenute agli artt.4, 5 e 9, sui tempi della fase istruttoria e della decisione, rendono effettivo, nei procedimenti di riconoscimento di infermità o lesione dipendente da causa

Che il fenomeno sopra riportato ha maggiore rilevanza nelle aree limitrofe al sistema della viabilità radiale percorsa dai mezzi pubblici, spesso caratterizzata anche da presenza

13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento e del Consiglio Europeo relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati

Tre delle unità composti da una cucina, soggiorno, lavanderia, due camere da letto e due bagni e la quarta unità (più grande) comprende una grande cucina,

La proprietà si trova all’interno di una colonica composta da 3 unità abitative, è libera su 3 lati e si sviluppa su due livelli: al piano terreno troviamo una luminosa area

- L’Articolo 4 (Adeguamento fondo per il rinnovo del CCRL), al comma 1, pre- vede che, per l’adeguamento del fondo per il trattamento di posizione e di risultato