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Nutrizione in età infantile. Allattamento al seno Allattamento con le formule Alimentazione complementare/divezzamento

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(1)

Nutrizione in età infantile

Allattamento al seno

Allattamento con le formule

Alimentazione complementare/divezzamento

(2)

Allattamento al seno

Il latte materno rappresenta l’alimento ideale, essendo specie

specifico, per la nutrizione del neonato e del lattante fino a 6 mesi.

L’allattamento può essere:

- al seno esclusivo: solo latte materno

- al seno predominante: latte materno + liquidi non nutritivi - complementare: latte materno + latte di formula

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “l’allattamento al seno esclusivo” l’alimentazione ideale nei primi sei mesi di vita, mentre fino all’anno è consigliato il proseguimento

dell’allattamento al seno opportunamente integrato dagli alimenti introdotti con il divezzamento.

(3)

ALLATTAMENTO AL SENO

IN GRAVIDANZA

▪ LA MAMMELLA AUMENTA DI VOLUME PER AZIONE DEGLI ESTROGENI E DEL PROGESTERONE CRESCITA TESSUTO GHIANDOLARE

▪ NON OCCORRE ALLATTARE, ESTROGENI E PROGESTERONE INIBISCONO LA PRODUZIONE DEL LATTE

MA’ E’ NECESSARIO PREDISPORRE

▪ L’IPOFISI ANTERIORE PRODUCE PICCOLE QUANTITA’ DI PRL CHE STIMOLA GLI ACINI A PRODURRE PROTEINE , CARBOIDRATI , LIPIDI E I DOTTI , A FORNIRE FLUIDI E ELETTROLITI COLOSTRO

(4)

ALLATTAMENTO AL SENO

IL PROCESSO CONTINUA DOPO IL PARTO, CON “L’ENTRATA IN CAMPO” DI ALTRI DUE ORMONI

PROLATTINA OSSITOCINA

EFFETTO SULLA PRODUZIONE DEL LATTE , AGENDO SULLE CELLULE SECRETRICI

ENTRA IN CIRCOLO DOPO LA POPPATA

EFFETTO SULLA FUORIUSCITA DEL LATTE, AGENDO SULLE CELL.

MIOEPITELIALI FACENDOLE CONTRARRE

✓ LA SUZIONE PRECOCE E NON LIMITATA AUMENTA I LIVELLI DI PRL,

PROMUOVE L’EIEZIONE DEL LATTE, FAVORISCE UNA PRECOCE MONTATA LATTEA

(5)

FISIOLOGIA DELLA LATTAZIONE

(6)

RIFLESSO DELL’OSSITOCINA

IL CONTATTO DELLE LABBRA DEL NEONATO CON IL CAPEZZOLO E L’AREOLA, UNITAMENTE AGILI STIMOLI SENSORIALI PRODOTTI DALLA SUZIONE, INVIANO MESSAGGI NERVOSI ATTRAVERSO L’IPOTALAMO ALL’IPOFISI, CHE RILASCIA L’OSSITOCINA, LE CELL. MIOEPITELIALI

SPREMONO IL LATTE DAGLI ALVEOLI AI DOTTI E LO SPINGONO VERSO IL CAPEZZOLO

▪ AGISCE PRIMA O DURANTE LA POPPATA

▪ PROVOCA CONTRAZIONI DELL’UTERO

▪ E’ STIMOLATO DAL PIANTO DEL BAMBINO , DAI SUOI SUONI O DAL PENSARE A

LUI

▪ E’ OSTACOLATO DALLA PREOCCUPAZIONE , STRESS, DOLORE, INSICUREZZA

(7)

SEGNI E SINTOMI DI UN RIFLESSO ATTIVO DELL’OSSITOCINA

UNA SENSAZIONE DI PRESSIONE O PRURITO ALLA MAMMELLA SUBITO PRIMA DI ALLATTARE O DURANTE L’ALLATTAMENTO

IL LATTE SCORRERE DAL SENO QUANDO PENSA AL SUO BAMBINO O QUANDO LO SENTE PIANGERE

IL LATTE GOCCIOLARE DALL’ALTRO SENO, MENTRE IL BAMBINO STA’

POPPANDO

IL LATTE SGORGARE DAI SENI IN PICCOLI RIVOLI SE IL BAMBINO SI STACCA DURANTE LA POPPATA

DOLORE CAUSATO DALLE CONTRAZIONI UTERINE, A VOLTE CON PERDITA DI SANGUE DAI GENITALI DURANTE LA PRIMA SETT. DI ALLATTAMENTO UNA MADRE PUO’ NOTARE :

(8)

Il latte materno è un alimento specie-specifico molto complesso, capace di modularsi in conseguenza alle

necessità del lattante

(9)

I 10 punti OMS per l’allattamento al seno – 1

1. Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2. Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente tale protocollo

3. Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e delle modalità dell’allattamento al seno

4. Aiutare le madri perché inizino ad allattare già mezz’ora dopo la nascita

5. Mostrare alle madri come allattare e come continuare a farlo anche nel caso in cui vengano separate dal bambino

(10)

I 10 punti OMS per l’allattamento al seno – 2

6. Non somministrare al neonato alcun cibo o bevanda che non sia latte materno, a meno che non vi sia una prescrizione

medica in senso contrario. Non pubblicizzare le formule adattate

7. Praticare il “rooming-in”. Ogni madre dovrebbe avere nella stessa stanza il proprio neonato, 24 ore su 24

8. Incoraggiare l’allattamento a richiesta

9. Non dare tettarelle artificiali ai neonati durante il periodo di allattamento

10. Creare gruppi di sostegno all’allattamento al seno, in modo che le madri possano rivolgersi a loro dopo la dimissione

dall’ospedale

(11)

Vantaggi generali del latte materno

Contatto madre figlio

Specie-specifico

Ricco di immunoglobuline (IgA)

Assunzione auto-regolata dal neonato

Effetto protettivo (asma, patologia infettiva, aterosclerosi?, obesità?)

Composizione “dinamica”

Composizione ancora in parte “ignota”

(12)

Composizione dinamica : significa che muta le

proprie caratteristiche qualitative e quantitative

(13)

IL COLOSTRO

E’ il latte prodotto nei primi giorni dopo il parto in piccola quantità, di colore giallastro (presenza di carotene)

La produzione del latte aumenta nei giorni a seguire; il seno appare pieno, duro e pesante MONTATA LATTEA.

PROPRIETA’

▪ Povero di grassi e carboidrati

▪ Ricco di proteine e anticorpi (IgA)

▪ Ricco di globuli bianchi

▪ Lassativo

▪ Fattori di crescita (EGF)

▪ Ricco di vitamina A

IMPORTANZA

▪ Protezione dalle infezioni/allergie

▪ Facilitata eliminazione del meconio

▪ Ridotta frequenza dell’ittero neonatale

▪ Maturazione della flora intestinale

(14)

LATTE MATERNO

VARIAZIONE NELLA COMPOSIZIONE DEL LATTE

PRIMO LATTE

Quasi trasparente

Prodotto all’inizio della poppata

Prodotto in quantità maggiori

Fornisce molte proteine, lattosio e altri nutrienti

ULTIMO LATTE

Biancastro

Ricco di lipidi

Fornisce gran parte delle energie al latte

ALL’INTERNO DELLA STESSA POPPATA .. SE STACCHIAMO TROPPO PRESTO IL BAMBINO DAL

SENO RISCHIAMO DI NON FARGLI ASSUMERE L’ULTIMO LATTE !

(15)

Composizione latte materno (700 Kcal/L)

PROTEINE:

Poca Caseina (scarsamente digeribile)

Sieroproteine: stessa quantità del LV, ma diversa qualità → α-lattoalbumina e β-lattoferrina (antinfettiva perché lega il ferro, e anti-anemia)→invece il LV contiene α-lattoalbumina e β-lattoglobulina (potere allergizzante, APLV)

LISOZIMA: azione antinfettiva, fluidificante secrezioni mucose

IgA: azione antinfettiva

LIPIDI:

Stessa quantità del LV

Prevalgono gli acidi grassi insaturi, e insaturi essenziali (linoleico, linolenico e arachidonico) →più digeribili, mielinizzazione SNC, maturazione Sistema

immunitario

(16)

Composizione latte materno (700 Kcal/L)

GLUCIDI:

Lattosio

Oligosaccaridi: oltre 100 tipi diversi. Non sono digeriti dagli enzimi intestinali, possono così raggiungere il colon, dove svolgono la loro funzione → substrato nutritivo elettivo per batteri residenti di tipo “probiotico” (> Bifidobatterio

bifido e Lattobacillo acidofilo) Proprio per questa funzione di “selezionatori” di flora benefica, tali oligosaccaridi sono definiti “prebiotici”.

SALI MINERALI: ferro, calcio…

VITAMINE:

alta concentrazione di vit C, vit b e folati

Bassa concentrazione di vit D3 (attenzione al rischio di rachitismo).

(17)

LATTE MATERNO ALIMENTO SPECIE

SPECIFICO CHE HA GARANTITO LA

SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE UMANA NEL CORSO

DELLA STORIA

HA “ DATO LAVORO”

(LE BALIE)

E’ FACILMENTE DIGERIBILE PERFETTAMENTE

EQUILIBRATO DAL PUNTA DI VISTA NUTRIZIONALE

NON COSTA NULLA

PRONTO DA ESSERE SERVITO

..TEMPERATURA OTTIMALE

..E’ INSOSTITUIBILE

PROTEGGE DALLE INFEZIONI

PREVIENE ITTERO NEONATALE

RISPOSTA ALLA CRISI E

ALL’EMERGENZA

(18)

ALLATTAMENTO AL SENO …

Benefici neonato

PROTEZIONE DALLE INFEZIONI

AZIONE CURATIVA

ACQUISIZIONE FIDUCIA DI BASE

AIUTO NELLO SVILUPPO INTELLETTIVO

PREVIENE OBESITA’

PROTEZIONE DA PATOLOGIE VASCOLARI-

AUTOIMMUNITARIE- ALLERGIE

PROTEZIONI DA:

MALATTIE RESPIRATORIE, OTITE, ENTERITE NECROTIZZANTE,

SIDS

RIDUZIONE RISCHIO- PROBLEMI ODONTOIATRICI

(19)

ALLATTAMENTO AL SENO … Benefici materni MINOR RISCHIO

DI D.P.P.

MINOR RISCHIO DI ABBANDONI O MALTRATTAMENTI MAGGIOR

SODDISFAZIONE EMOTIVA

MINOR RISCHIO DI K SENO, K OVAIO, OSTEOPOROSI IN

CLIMATERIO

✓EFFETTO DOSE-DIPENDENTE:

più a lungo si allatta, maggiore è la protezione!

PREVENZIONE EMORRAGIE POST PARTUM

( WHO 2009)

BONDING MADRE- BAMBINO RISPARMIO

ECONOMICO

(20)

NORME PER L’ALLATTAMENTO AL SENO

MOMENTO DI INIZIO: il più precocemente possibile, entro 30-60 min dal parto

RAZIONE ALIMENTARE: elasticità nell’orario e nel quantitativo

→ALLATTAMENTO A RICHIESTA

controllo del peso per valutare l’ADEGUATEZZA DELL’APPORTO ALIMENTARE:

giornalmente nella 1°sett, poi settimanalmente fino al divezzamento

CALCOLO RAZIONE ALIMENTARE: latte umano 70 Kcal/100mL, fabbisogno calorico del lattante 110 Kcal/Kg/die

mL latte/die = peso bambino (Kg) x 150

(21)

NORME PER L’ALLATTAMENTO AL SENO

NUMERO DELLE POPPATE: lasciare il più possibile libertà al lattante e alla madre →in genere tendono ad autoregolarsi sulle 5-6 poppate al giorno

DURATA POPPATA: in genere 15-20 minuti per pasto, per ogni pasto il lattante va attaccato ad entrambe le mammelle (iniziare la poppata dalla mammella utilizzata per ultima nella poppata precedente)

POSIZIONE DURANTE LA POPPATA:

Posizione a culla

Posizione sotto al braccio AMBIENTE TRANQUILLO!!

Posizione laterale sdraiata

(22)

POPPATE FREQUENTI E SENZA LIMITAZIONI nei primi giorni …

• Forniscono al bambino il colostro di cui ha bisogno

• Permettono al bambino di fare pratica nel poppare, prima che il seno diventi più pieno

• Prevengono un eccesso di ittero neonatale ( lassativo, si elimina bilirubina)

• Stimolano contrazioni uterine, diminuendo il rischio di emorragia

• Prevengono dolorosi ingorghi mammari

• Stimolano un incremento più rapido nella produzione di

latte

(23)

Creare un ambiente idoneo

La poppata deve essere un momento di relax anche per la mamma

“Postazione da allattamento”

Privacy Cuscini Luce soffuse

Musica …

NO STIMOLI CHE INIBISCONO L’OSSITOCINA

(24)

Come stimolare il flusso del latte?

1.MASSAGGIARE:

2.SCUOTERE:

Iniziare premendo dalla parte alta del seno, procedere a spirale intorno al seno fino a raggiungere l’areola.

Palpeggiare delicatamente con le dita

Scuotere delicatamente il seno piegandosi in avanti per favorire l’afflusso del latte

GUARDARE, PARLARE, ACCAREZZARE IL BAMBINO ..”CLIMA” SERENO

(25)

n.b. la pressione sul seno deve essere delicata, altrimenti si può danneggiare il tessuto

(26)

Assicurare corretto attacco del neonato

BOCCA A “ K “

LINGUA NON VISIBILE ALL’ESTERNO

GUANCE ARROTONDATE

PIU’ AREOLA VISIBILE SOPRA LA BOCCA

MENTO PIU’ VICINO AL SENO RISPETTO AL

NASO

MOVIMENTO MUSCOLO TEMPORALE LABBRO INFERIORE

RIVOLTO VERSO L’ESTERNO

(27)

Fasi principali del meccanismo della suzione:

➢ compressione della base del capezzolo da parte delle labbra

➢ protrusione della lingua per afferrare capezzolo e areola

➢ aspirazione del capezzolo nel cavo orale

➢ compressione del capezzolo tra lingua e palato duro → spremitura del latte dai dotti galattofori

La suzione svolge un ruolo essenziale nella fase di avvio e in quella di

mantenimento della lattazione

(28)
(29)

TESTA E CORPO DEL BAMBINO IN ASSE

CORPO DEL NEONATO BEN SOSTENUTO

VISO RIVOLTO AL SENO MATERNO E NASO DIFRONTE AL CAPEZZOLO

CORPO DELLA MAMMA E DEL NEONATO VICINI

(30)

Come aiutare il bimbo ad attaccarsi:

Sfiorare con il capezzolo le labbra del bambino

Attendere che la bocca sia ben aperta

Portare rapidamente il bambino al seno indirizzando

il labbro inferiore al di sotto del capezzolo

(31)

Come sostenere il seno:

Le dita vanno poste sul torace, sotto la mammella

La mammella va sostenuta dal basso con l’Indice, il

pollice va tenuto in alto (mano a “C”)

(32)

SEGNI DI UNA SUZIONE CORRETTA

PRIMA FASE SUZIONE VELOCE

SECONDA FASE

SUZIONE PIU’ PROFONDA, LA MAMMA PUO’ UDIRE IL BIMBO INGHIOTTIRE

REGOLARMENTE, PUO’ VEDERE IL MOVIMENTO VICINO ALLE TEMPIE E

ORECCHIE DEL BAMBINO

ALLATTAMENTO RISULTA PIACEVOLE

IL BAMBINO ESPRIME LA SUA SAZIETA’:

SI ADDORMENTA O STACCA DA SOLO

In caso di dolore, staccare il bambino e riattaccarlo

(33)

Conseguenze di un attacco inadeguato

DOLORE E DANNO AI CAPEZZOLI

SENO NON ADEGUATAMENTE SVUOTATO

PRODUZIONE LATTE

APPARENTEMENTE INSUFFICIENTE IL SENO PRODUCE MENO LATTE

CAPEZZOLI DOLENTI RAGADI

INGORGO

BIMBO INSODDISFATTO, VUOLE ALIMENTARSI DI CONTINUO

BIMBO DELUSO,

RIFIUTA DI SUCCHIARE

SCARSO AUMENTO DI

… FIL PESO

(34)

FIL: Feedback Inhibitor of Lactation

ORMONE CHE INIBISCE LA PRODUZIONE DI LATTE È UNA SORTA DI DIFESA CHE AGISCE QUANDO IL

LATTE RISTAGNA NELLA MAMMELLA,

IMPEDENDO ALLE CELLULE DI RIPRODURLO

SE IL BIMBO SMETTE DI SUCCHIARE, LA MAMMELLA NON PRODUCE PIU’

▪ SE UN BAMBINO SUCCHIA PIU’ DA UN SENO CHE DALL’ALTRO,QUEL SENO PRODUCE PIU’ LATTE E DIVENTA PIU’ GRANDE DELL’ALTRO

▪ IL SENO PER CONTINUARE A PRODURRE LATTE DEVE ESSERE SVUOTATO

(35)

Far assumere alla donna una posizione confortevole

È importante trovare la giusta posizione per allattare in modo comodo, corretto, adeguato alle condizioni che si vivono …

LA MAMMA NON DEVE SOSTENERE IL PESO DEL BAMBINO, NON E’ LA MAMMA CHE SI “CURVA” SUL BAMBINO, MA E’ IL BAMBINO CHE DEVE

ESSERE BEN ACCOSTATO ALLA MAMMA

E’ IMPORTANTE CHE LA MAMMA SOSTENGA IL BAMBINO SENZA TENERE I MUSCOLI IN TENSIONE

AIUTARSI CON DEI CUSCINI

Variare le posizioni è utile anche per svuotare meglio il seno, ed evitare che l’areola e il capezzolo vengano “stimolati” solo

in alcune sezioni

(36)

Posizione seduta:

▪ Sedia comoda con braccioli

▪ Schienale diritto

▪ Piedi ben poggiati

▪ Ginocchia

leggermente sollevate

Nella POSIZIONE A CULLA , se il bambino (alle prime armi) viene sistemato nell’incavo del braccio, può attaccarsi in maniera

superficiale e poco efficace :

Il capo deve giacere sull’avambraccio NON nell’incavo del braccio

Presa di transizione Presa tradizionale

(37)

Posizione sdraiata:

▪ Ginocchia del bambino ben accostate alla mamma

▪ Sistemare un cuscino dietro la schiena

▪ Sistemare un cuscino fra le gambe

▪ Offrire il seno con la mano opposta

Utile in caso di T.C.

▪ Per allattare di notte

▪ Bambini molto piccoli

▪ Seni voluminosi E’ possibile offrire entrambi i seni senza cambiare fianco … aiutarsi

con doppio cuscino che sostiene il bambino !

(38)

Posizione “ Rugby” o sottobraccio:

▪ Bimbo supino, corpo rannicchiato sotto il braccio della mamma

▪ Sostenere la nuca con la mano e il corpo con l’avambraccio

Utile in caso di :

▪ Gemelli

▪ Capezzoli lateralizzati

▪ Taglio cesareo

▪ Seno grande

▪ Bambini prematuri

▪ Bambini con suzione debole

(39)

E se i bimbi sono due?...

IL SENO, SOLLECITATO DA UNA DOPPIA RICHIESTA, PRODUCE LATTE SUFFICIENTE

PER ENTRAMBI I GEMELLI

CONSIGLIARE DI ALLATTARE I GEMELLI INSIEME ….SI RISPARMIA

TEMPO E ENERGIE

(40)

Alimentazione della nutrice

La produzione di latte materno richiede circa 500 Kcal/die

la nutrice deve mangiare un po’ di più rispetto alla norma

Aggiungere uno o due spuntini energetici (panino, frutta secca e noci, yogurt..)

Se ANEMIA o CARENZA MARZIALE, oltre ad integratori di ferro, preferire cibi ricchi di ferro (carne rossa, tuorlo d’uovo, vegetali a foglie larghe) e quelli ricchi di vitamina C (che facilita l’assorbimento del ferro)

Cibi da assumere con moderazione (causano gas eccessivo e coliche nel lattante): pomodori, agrumi, aglio e cipolle crude, cibi piccanti, fragole, legumi, cavoli, funghi.

Evitare eccesso di caffeina, cola e altre bevande analcoliche

(41)

Controindicazioni allattamento al seno

DI ORIGINE MATERNA:

Eclampsia

Infezione materna da HIV

Malattie severamente debilitanti (cardiopatie, nefropatie croniche, TBC, neoplasie..)

Infezione da herpes bilaterale al capezzolo (finchè non guarisce)

Farmaci: antitumorali,

immunomodulatori (ciclosporina), antitiroidei

Malattie del bambino

Galattosemia

Fenilchetonuria (solo piccole quantità)

Malattia delle urine a sciroppo d’acero (solo piccole quantità)

Epatite B: se madre HBsAg +, è possibile allattare solo se il neonato ha ricevuto immunoglobuline specifiche e vaccinazione subito dopo la nascita

Epatite C: allattamento possibile

(42)

ALLATTAMENTO ARTIFICIALE

L’allattamento con latti di formula rappresenta un’alternativa all’allattamento al seno quando questo non può essere avviato e/o portato a termine

Il latte vaccino è sconsigliato nel primo anno di vita → composizione troppo diversa da quella del latte materno.

Vengono impiegati latti a produzione industriale, preparati a partire dal latte vaccino (nuova normativa: anche dal latte di capra) ma modificati nella loro composizione per renderla simile al latte umano.

Densità calorica 670 Kcal/L, paragonabile al latte materno

Formule derivate dal latte vaccino

Formule a base di proteine isolate di soia: in caso di APLV

Formule a fini medici speciali (per insufficienze digestive o di assorbimento)

[NO latte di riso, NO latte di mandorla → ridotto apporto nutrizionale]

(43)

Allattamento misto

Prima dell’allattamento artificiale puro occorre sempre privilegiare un allattamento misto, rispetto al solo latte artificiale

L’ipogalattia secondaria è comunque un fenomeno che riguarda quasi solo i primi mesi di vita, quando il seno è arrivato ad una situazione di produzione abbastanza stabile è difficile che torni indietro.

Ci sono dei criteri che ci permettono di valutare il bisogno di aggiungere del latte artificiale:

doppia pesata: deve essere un’indicazione medica, altrimenti diventa un loop in cui la mamma entra. [Non si fa MAI la doppia pesata in caso di allattamento misto in corso]

pattern di crescita

(44)

Fabbisogno di latte

150 ml della formula →fabbisogno idrico del bambino.

(45)

Quanti pasti al giorno?

Quando è il momento giusto per scendere di una poppata? Di solito quando il bambino tende a rifiutare la poppata della sera.

(46)

Consigli per l’allattamento misto

È fondamentale essere certi che vi sia una vera ipogalattia, secondaria o relativa, e che il bambino non cresce.

Non occorre MAI fare le poppate alternate perché queste peggiorano l’ipogalattia, occorre sempre fare prima l’allattamento a seno e poi dare il biberon.

Dobbiamo sempre offrire una quantità maggiore in modo tale da essere certi nel momento in cui il bambino smette di prenderne che egli sia sazio.

Non rendere facile al bambino l’allattamento da biberon poiché i bambini se possono scelgono il modo in cui non si fatica, quindi se il biberon consente un attacco troppo facile rispetto al seno che lo affatica tenderà ad abbandonare il seno. Si può rendere leggermente più faticoso usando tettarelle con buco

piccolo (es da neonato) in modo che il latte non esca con grande flusso.

(47)
(48)

Il latte vaccino non andrebbe usato prima dei 12 mesi:

Causa microemorragie intestinali

Carenza di ferro

Eccesso di proteine → fattore di rischio per sviluppo precoce di Obesità

Lo posso utilizzare in situazioni di emergenza!!

1 parte LV : 1 parte Acqua

Non utilizzare acqua del rubinetto, ma acque oligominerali specifiche (altrimenti si formano composti insolubili proteine-calcio)

Bisogna reintegrare zuccheri (5 gr%) e lipidi (2gr%)

(49)

Tipologie di formula

Formule di partenza o tipo 1

Formule di proseguimento o tipo 2

Formule monotipo

Formule di crescita o tipo 3

Formule anti-stipsi o AS

Formule antirigurgito o AR

Formule ipoantigeniche o HA

Formule speciali:

Idrolisati spinti

Formule elementari

Formule di soia/riso

Formule per diarrea

Formule per difetti metabolici

(50)

Formule tipo 1

Sono le formule di partenza

Sono le più costose perchè sono anche quelle più modificate rispetto al latte vaccino

Sono indicate per il lattante sano, nei primi 4-6 mesi (fino a 7 mesi)

LM → 0,9 gr/L proteine

LA → 1,2 gr/L proteine

La differenza dipende dal VALORE BIOLOGICO, cioè dalla qualità delle proteine presenti

(51)

Formule tipo 2

Usate dai 6 mesi ai 12 mesi ( in questo periodo si potrebbero continuare ad usare le formule di tipo 1, ma rischio di carenza di ferro)

Il vantaggio delle formule di tipo 2 è di essere fortificate con ferro.

Nel secondo semestre di vita i depositi di ferro del bambino sono, ormai, praticamente esauriti e questa è una delle ragioni per cui bisogna introdurre degli alimenti diversi dal latte.

Altro vantaggio: minor costo rispetto alle formule tipo 1

Svantaggio: maggior contenuto proteico rispetto alle formule tipo 1

(52)

Formule monotipo

Si utilizza un’unica formula da 0 a 12 mesi

Ha un prezzo intermedio tra le formule 1 e 2

Consiste in un latte formula 1, arricchito con ferro

(53)

Formule di crescita

Per bambini da 1 a 3 anni

Poco modificate rispetto al latte vaccino (limitati molto i costi); la principale modifica consiste nell’avere meno proteine (- 50%), mentre la componente lipidica e quella carboidratica non vengono modificate.

Queste formule, inoltre, sono tutte arricchite con il ferro, calcio, acidi grassi essenziali e vitamine.

Utilità dibattuta!! → quanto latte assume il bambino? In questa fascia di età il

fabbisogno proteico è di 1,3 g/ kg (bambino di 1 anno sarà intorno ai 10 kg dunque 13 grammi di proteine. Se assume poco latte, va bene anche il LV. Se assumo tanto latte, quello vaccino apporta un carico proteico eccessivo

Limiti: - eccesso nel contenuto di carboidrati (se riduco proteine, aumento altro)

- palatabilità corretta, spesso con vaniglia → può alterare il gusto del bambino

(54)

Latte AR

L’utilizzo di queste formule, dette anche ispessite, è riservato a lattanti con reflusso gastroesofageo

Riduzione del pianto, della frequenza degli episodi e il volume di rigurgito, migliorare la qualità del sonno

Addensanti: amido di riso, tapioca, mais, patata, farina di semi di carruba

> amidi → > calorie!!!

(55)

Latti a base di proteine idrolisate

Sono specifici per alimentare bambini con intolleranza alle proteine del latte vaccino (IPLV) ed in quelli con problemi di

malassorbimento intestinale.

Possono essere di due tipi:

Ad idrolisi spinta: deriva dal LV, l’idrolisi genera aminoacidi sufficientemente piccoli da evitare che si generino reazioni negative con il sistema

immunitario (in realtà solo le formule aminoacidiche sono anallergizzanti).

Problemi: costi elevati, sapore poco gradevole, spesso alterazione della componente glucidica e lipidica

Ad idrolisi parziale (formule HA, ipoantigeniche): concepite per la

prevenzione di sviluppo di allergie in lattanti ad alto rischio familiare di atopia. Le proteine vengono trasformate in peptidi a catena corta e

aminoacidi liberi. Pur consentendo un buon accrescimento, il loro utilizzo è oggetto di discussione per la loro efficacia e per il valore nutrizionale.

(56)

Alimentazione complementare (divezzamento, svezzamento)

L’alimentazione complementare è un periodo (non un momento singolo) transitorio durante il quale il latte (preferibilmente)

materno o artificiale non è più l’alimento esclusivo, ma viene gradualmente sostituito da cibi semisolidi e solidi col fine di:

favorire il passaggio dalla deglutizione infantile all’adulta e

l’eruzione dei denti, che è in parte stimolata dalla masticazione (oltre che dalla genetica)

Fornire micronutrienti come ferro e zinco, per evitare l’insorgenza di deficit nutritivi

(57)

Alimentazione complementare (divezzamento, svezzamento)

Il termine “svezzamento”, normalmente utilizzato per indicare la somministrazione della prima pappa, ha in realtà il significato di

“togliere un vezzo” dal termine divezzare, cioè perdere un’abitudine per lo più dannosa; invece, il fine naturale è la conquista della

capacità di nutrirsi autonomamente, passando dal latte quale unico alimento fino al 6°mese all’utilizzo di alimenti semisolidi e solidi, fino ad una dieta di tipo adulto.

(58)

I motivi per cominciare l’alimentazione complementare sono:

NUTRIZIONALE: carenza di vitamina D e di ferro, aumento del fabbisogno energetico (non si può aumentare la quantità di latte giornaliera perché lo stomaco del bambino ha un volume ridotto, per cui l’unico modo per

aumentare le calorie è aumentare la densità calorica con alimenti solidi.)

PSICONEUROLOGICI (sviluppo comportamentale): il bambino inizia ad acquisire nuove capacità psicomotorie, a diventare in grado di esplorare

l’ambiente circostante, a perdere i riflessi arcaici incluso quello di estrusione della lingua, ad acquisire consapevolezza di sé.

EDUCATIVI: l’alimentazione complementare serve ad educare il bambino ai gusti (e usi) della sua famiglia e cultura; fondamentale è l’educazione al sapido (non al salato, perché il sale non va utilizzato nel primo anno e possibilmente anche nel secondo anno di vita) e agli altri sapori rispetto al solo dolce dei vari latti [vari studi dimostrano che prima si introducono sapori forti e/o sgraditi, maggiore sarà l’attenzione verso l’alimentazione e la loro accettazione quando crescerà].

(59)

I segni generali di preparazione al divezzamento, che possiamo notare nel bambino, includono:

La capacità di tenere sollevato il capo

Stare seduto senza appoggio

Porta gli oggetti verso la bocca

Mostrare interesse verso i diversi alimenti

(60)

Quando iniziare l’alimentazione complementare

LM esclusivo per 6 mesi, poi alimentazione complementare salubre e

appropriata unita al LM per i primi 2 anni o oltre (risoluzione OMS n° 54.2 del 2001).

2008 l’ESPGHAN afferma (ribadendolo nel 2017; analoga posizione dell’EFSA) che l’allattamento al seno esclusivo per circa 6 mesi è auspicabile e che

l’alimentazione complementare non dovrebbe mai essere iniziata prima delle 17 settimane (circa 4 mesi) e non dovrebbe essere ritardata oltre le 26

settimane (5 mesi e ¾ circa).

……indicazioni contraddittorie!!...

(61)

Quando iniziare l’alimentazione complementare

Nella pratica clinica, l’opzione maggiormente utilizzata è quella di iniziare l’alimentazione complementare:

Intorno a 6 mesi se allattamento al seno

Tra 6 e 7 mesi se allattamento artificiale

(62)

L’alimentazione complementare

La prima volta che viene dato un alimento nuovo la risposta del bambino è quasi sempre quella di rifiuto perché, quando il bambino non è ancora capace di deglutire in maniera efficace, il cibo viene spinto in avanti dalla lingua piuttosto che indietro (il suo meccanismo di assunzione del latte è abituato in questo modo): i genitori non informati potrebbero interpretare questo comportamento come un rifiuto al cibo.

Nell’infanzia la preferenza verso un dato cibo è direttamente proporzionale alla frequenza delle precedenti esposizioni a quel cibo: è quindi opportuno ripresentare più volte, con pazienza, un alimento che era stato inizialmente rifiutato, e dopo un tempo variabile da bambino a bambino, si avrà una sua graduale accettazione.

(63)

L’alimentazione complementare

Introduzione graduale dei nuovi alimenti: dopo l’introduzione di un nuovo alimento, aspettare almeno 4-7 giorni prima di aggiungerne un altro con lo scopo di

Individuare precocemente reazioni allergiche

Consentire al bambino di abituarsi al nuovo cibo

L’introduzione graduale prevede l’apporto della maggior parte degli alimenti tra il 6° e il 7° mese: cereali, carni, verdure, frutta, formaggio grana… in genere si ritarda l’introduzione del pesce.

Non aggiungere sale nei primi due anni, né zucchero!!!

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L’alimentazione complementare: 1° pasto

Iniziare con la sostituzione di un pasto, tradizionalmente quello di mezzogiorno, ma in realtà non c’è differenza tra i vari momenti della giornata: è meglio scegliere quello in cui entrambi i genitori sono a casa per creare un momento familiare da ricordare; l’importante è che il momento del pasto sostituito resti sempre lo stesso tutti i giorni, per non confondere il bambino.

Questo periodo con un pasto sostituito dura 7-10 giorni e prevede: brodo vegetale, vegetali usati per il brodo, cereali (crema di riso, mais, tapioca..) e 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva.

Dopo il primo passaggio si introducono le proteine animali, in quantità molto piccole, circa 10-15 g di carne. Si possono utilizzare tutti i tipi di carne; in passato si iniziava con manzo e vitello, poi si è arrivati ad iniziare con coniglio, agnello e tacchino considerate carni “ipoallergeniche”, mentre attualmente è indifferente.

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L’alimentazione complementare – 2° pasto

A circa un mese dall’inizio del divezzamento si sostituisce anche l’altro pasto principale, preferibilmente con sole proteine vegetali, a base di legumi e cereali: le quantità variano a seconda del tipo di legume, più o meno 20-40 g per avere corrispondenza con i 10-15 g di carne dell’altro pasto.

A parte l’origine delle proteine, il secondo pasto è uguale al primo.

Aumentano però i vegetali introdotti: patate, carote e zucchine, e le altre a seconda della stagione.

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L’alimentazione complementare - pesce

Pesce (15-20 g): può essere un’alternativa del secondo piatto; in realtà già può esserlo del primo, a 6 ½ - 7 mesi, ma si preferisce seguire la tendenza di introdurlo più tardi.

Preferire pesci di media grandezza e media profondità, evitare pesci di fondo e di superficie e pesci troppo grandi (i pesci sono “portatori” di inquinamento, soprattutto se grandi, prevalentemente di mercurio, piombo e altri metalli).

Ideale è il pesce azzurro. Anche il merluzzo può andar bene, ma i piccoli merluzzi del Mediterraneo (da preferire)

Ci si può fidare in genere dei surgelati (attenzione ai pesci grandi)

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L’alimentazione complementare - glutine

Mentre le linee guida elaborate in passato raccomandavano di escludere il glutine fino ai 6 mesi di vita (un’introduzione tardiva diminuirebbe il rischio della celiachia), più recentemente alcuni autori ne consigliano invece una precoce introduzione al fine di slatentizzare la malattia nei soggetti a rischio, anticipandone quindi il trattamento.

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A 8 mesi si inizia la “diversificazione”: uovo, prosciutto crudo/cotto, formaggi.

Parmigiano/grana: può essere un condimento della pappa già nei primi mesi (un pizzico, 1-2 g; le mamme tendono a metterne troppo per mascherare l’assenza di sale) o una pietanza dagli 8 mesi al posto della carne, non in aggiunta (un cucchiaino da tè, 5- 8 g, che corrispondono ai 10-15 g di carne). Il problema dei

formaggi a quest’età non è rappresentato dai grassi, bensì dalle proteine: molti formaggi, così come le ricotte, hanno un

contenuto proteico > 20%, parmigiano e grana arrivano al 33%

[carne 18-20%, pesce 16-18%].

Rischio allergico: i principali alimenti che comportano rischio allergico nei paesi industrializzati sono latte vaccino, uovo, arachidi, nocciole, pesce, crostacei, kiwi e sesamo.

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Autosvezzamento

Una forma particolare di svezzamento: l’”auto-svezzamento” o

“alimentazione complementare a richiesta”

Invece di passare per il processo delle pappe pronte si da al bambino la possibilità di scegliere il cibo e glielo si dà così com’è: si mette sul

tavolo un pezzetto di carne, un po’ di verdura ecc.., evitando cibi duri o cibo che possano essere ingeriti in maniera anomala, ed il bambino con le mani lo sceglie e lo mangia (è importante che la quantità di cibo che mangia sia sufficiente).

I vantaggi di questo metodo sono diversi:

permette di capire i gusti del bambino;

il bambino sceglie in maniera autonoma il cibo che preferisce;

usa una funzione masticatoria corretta

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L’alimentazione complementare

Nei primi 2 anni di vita, una dieta relativamente ricca di grassi e più povera di proteine (come il LM) non sembra essere dannosa, né l’assunzione di grassi nei primi 2 anni di vita sembra ipotecare sfavorevoli indici di adiposità.

Sembrerebbe essere il passaggio improvviso ad una

alimentazione opposta, ricca in proteine e povera in grassi,

a predisporre a squilibri metabolici (es. aumentato rischio di

obesità, ipertensione arteriosa).

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L’alimentazione nel bambino

È necessario fornire un apporto nutrizionale controllato (soprattutto nei primi 2 anni)

La progressiva decelerazione del ritmo di crescita richiede sia una graduale riduzione del fabbisogno calorico, che una variazione nel fabbisogno di

specifici alimenti, in accordo con i L.A.R.N. (Livelli di Assunzione

Raccomandati di energia e Nutrienti): il fabbisogno energetico passa da 100 Kcal/Kg/die nel primo anno di vita a 85-90 Kcal/Kg/die dai 2 ai 6 anni,

rispettando una precisa ripartizione dei nutrienti.

Carboidrati Lipidi Proteine

Prima dei 6 mesi 40% 50% 10-12%

Dopo i 6 mesi 50% (a 2 anni) 55-60% (a 3 anni)

30% (a 3 anni) 10-12 %

Rapporto 1:1 tra proteine animali e

vegetali

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Diete particolari

Tipi di dieta scelti per motivi religiosi, filosofici o culturali dalla famiglia, ad esempio quelle vegetariane, vegane, fruttariane, ecc…

Il rischio principale di questi tipi di diete è che il bambino non riceva tutti i nutrienti di cui ha bisogno: per questo motivo è importante raggiungere un compromesso con i genitori, pur

accettando la loro scelta alimentare, affinchè il bambino ottenga tutti gli alimenti nelle corrette proporzioni, in modo tale da

garantirne la salute.

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Dieta vegetariana

Quali sono i rischi della dieta vegetariana? I prodotti di origine animale presentano una composizione in amminoacidi essenziali più completa rispetto ai prodotti di origine vegetale ed una

utilizzazione maggiore da parte dell’organismo, pertanto le proteine di origine vegetale hanno una minore efficienza

nutrizionale; inoltre la presenza di fibre ne riduce ulteriormente la biodisponibilità. I rischi quindi possono essere:

Ritardo di crescita staturo-ponderale;

Ritardo di sviluppo psicomotorio;

Danno cognitivo nel neonato da gravidanza sottoposta a dieta vegetariana stretta;

Danno analogo durante un allattamento similare.

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Educare il gusto

Evitare bevande caloriche e ricche di zuccheri (succhi, tisane, thè zuccherati, soft drink) Un compito importante è quello di educare il

“gusto” perché così facendo si attua già una forma di prevenzione per le patologie dell’alimentazione, su tutte l’obesità.

Dei 5 tipi di gusto (dolce, amaro, salato, acido e umami) solo il dolce è

presente fin dall’epoca neonatale mentre l’attenzione e la valenza positiva per il gusto salato si sviluppano in tempi successivi; la valenza positiva per i gusti amaro e acido si sviluppa ancora più tardivamente, ed è legata a un’evoluzione ulteriore, più elaborata e non obbligatoria. Per questo

motivo il gusto dolce è quello che il bambino accetta immediatamente e che lo gratifica di più, tuttavia è una buona norma evitare una “super- gratificazione” del dolce affinchè il bambino non sviluppi un’esagerata predilezione per i cibi dolci.

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Controllare il BMI

L’età pediatrica è decisiva per contrastare il rischio di soprappeso- obesità e per educare il soggetto ad una corretta alimentazione.

Il primo periodo a rischio per obesità è il primo anno di vita, durante il quale il numero degli adipociti resta stabile, mentre ne aumenta il volume, cosicché la percentuale di tessuto adiposo sale al 25-30%

della massa corporea totale alla fine del primo anno.

Dai 2 anni fino alla pubertà, il tessuto adiposo si espande

progressivamente per un lento aumento numerico degli adipociti (fino ai 15 miliardi in età prepuberale

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Controllare il BMI

In particolare, tra 4 e 6 anni (secondo periodo a rischio per obesità), l’alimentazione errata, la sedentarietà e l’influenza dell’ambiente,

possono portare ad una anticipazione dell’adiposity rebound (valore minimo di adiposità prima dell’aumento fisiologico del BMI, di solito si verifica a 6 anni) e questo sembra associato all’insorgenza di

obesità nelle età successive.

Infine, il periodo puberale coincide con il terzo periodo a rischio per obesità: gli adipociti raggiungono normalmente il numero totale fra 20 e 40 miliardi per iperplasia, contro 90 miliardi del soggetto obeso.

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Errori nutrizionali

Prima colazione non adeguata

Dieta monotona

Errata ripartizione di energia nella giornata (troppo spuntini, apporto energetico maggiore a cena rispetto al pranzo)

Eccessivo apporto di salumi, formaggi, carne, dolci e bevande zuccherate

Spuntino prima di andare a letto

Obbligare il bambino a mangiare quando non ha fame o si sente sazio

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Healty habits

Consumare la prima colazione

Utilizzare piatti di piccole dimensioni e porzioni moderate

Evitare di utilizzare il cibo come premio o castigo

Evitare l’utilizzo di bevande dolcificate al posto dell’acqua ai pasti

Evitare l’utilizzo di succhi di frutta al posto della frutta

Incrementare l’assunzione di frutta, verdura e legumi

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La piramide alimentare

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