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IL RASOIO DI OCKHAM Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora

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Academic year: 2022

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IL RASOIO DI OCKHAM

Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora

Organo ufficiale studentesco del Liceo Levi di Montebelluna

Anno IV - Numero 28 (3) - 20 Dicembre 2005

20 Dicembr e 2005 - Numer o 28 (3) - Anno IV - Liceo Levi - Montebelluna

S o m m a r i o S o m m a r i o S o m m a r i o S o m m a r i o S o m m a r i o

1 Editoriale * 2-3 Eutanasia * 4-5 Giornata Memoria * 6 Tale’s corner * 7 Dispersione scolastica * 8-9 Vita in prefabbricato * 10 Recensione libri * 11 Incidenti e alcol * 12-13 Ponte sullo Stretto * 14 Musica * 15 Pensieri * 16-17 Fine della povertà * 17 Web * 18 Harry Potter * 19 Satyricon * 20-21 Posta di Chicca * 22 Top ten * 23 Posta del cuore

* 24-25 Amicizia uomo-donna? * 26-27 Posta * 28 Giochi * 29 Redazione * 30 Buone Feste!

Editoriale

-30, -29, -28, …, -3, -2, -1 VACANZA!! Finalmente stanno arrivando! Dopo tre lunghi mesi di scuola questo primo periodo è finito e, per la felicità di tutti noi, le pagelle arriveranno a gennaio! Così potremo passare la nostre giornate più o meno tranquillamente senza genitori sbraitanti che ci costringono a studiare.

E per quei pomeriggi in cui non sapete cosa fare noi vi lasciamo questo piccolo regalo, di cui vi anticipiamo qualcosa… come l’inserto sulla Giornata della Memoria, la risposta al processo a Vasco Rossi, il reportage su quella piccola ‘scatola’ full optional fuori dalla Sede Centrale, nella quale peraltro potrete notare i nuovi acquisti del Rasoio: finalmente è arrivata la macchina fotografica digitale e i due computer che sono riservati a coloro che collaborano al Giornalino! [continua in penultima pagina…]

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Opinioni a confronto Rasoio di Ockham

> PRO & CONTRO

> PRO & CONTRO

> PRO & CONTRO

> PRO & CONTRO

> PRO & CONTRO

di Sara Giovine e Federica Fragiacomo

L’ eutanasia

Il termine eutanasia è composto dalle parole greche “eu” (bene) e “thanathos” (morte), dunque il suo significato letterale è “buona morte”. Nel suo significato attuale si intende qualsiasi atto compiuto da medici o da altri, avente come fine quello di accelerare o di causare la morte di una persona. L’eutanasia si propone di porre termine ad una situazione di sofferenza tanto fisica quanto psichica che il malato, o coloro ai quali viene riconosciuto il diritto di rappresentarne gli interessi, ritengono non più tollerabile.

Si distinguono inoltre diversi casi:

l’eutanasia attiva, che consiste nel determinare o nell’accelerare la morte mediante il diretto intervento del medico utilizzando farmaci letali (ad esempio un barbiturico ad azione rapida che induce al coma e una dose elevata di cloruro di potassio, che provoca l’arresto cardiaco). Per quanto riguarda la legge italiana, se vi è un’esplicita richiesta del paziente, maggiorenne e in pieno possesso delle sue facoltà mentali, l’eutanasia rientra nella casistica di “omicidio del consenziente” e il medico rischia dai 6 ai 15 anni. In tutti gli altri casi, si parla invece di “omicidio doloso comune” ed è prevista una pena non inferiore a 21 anni, senza contare che molto spesso ricorrono le aggravanti della premeditazione.

il suicidio assistito, indica invece l’atto mediante il quale un malato si procura una rapida morte grazie all’assistenza del medico: questi prescrive i farmaci necessari al suicidio su esplicita richiesta del suo paziente e lo consiglia riguardo la modalità di assunzione. In tal caso viene a mancare l’atto diretto del medico, che però è comunque imputabile del reato di aiuto al suicidio previsto dall’art. 580 del Codice Penale italiano e rischia dai 5 ai 12 anni.

l’eutanasia passiva, invece, indica la morte del malato, determinata, o meglio accelerata, dall’astensione del medico dal compiere degli interventi che potrebbero prolungare la vita stessa o dalla sospensione delle cure, siano esse di tipo farmacologico o meccanico.

PRO?

PRO? PRO?

PRO?

PRO?

Nessuno nega che la vita sia un diritto inalienabile di ogni individuo.

Bisogna però definire cos’è veramente. E’ vita vivere confinati in un letto senza la capacità di controllare il proprio corpo? E’ vita dipendere in tutto e per tutto da altre persone? E’ vita vivere nella consapevolezza del progressivo aggravarsi della malattia e di una morte dolorosa, quale l’arresto respiratorio?

E’ dunque necessario fare una distinzione fra vita biologica e vita biografica. Esiste una condizione biologica, rappresentata dall’insieme delle funzioni biochimiche cellulari, che permettono il semplice funzionamento del corpo; ma esiste anche l’insieme di esperienze, rapporti con gli altri, gioie, dolori e speranze quotidiane, ed è questo che ci rende esseri umani. Inoltre, come abbiamo visto, la legge italiana considera reato ogni tipo di eutanasia, ma non dovrebbe essere forse diritto di ogni persona poter valutare la propria condizione psico- fisica e decidere se poter morire in modo dignitoso? Esistono purtroppo malattie degenerative del sistema nervoso, come l’Alzheimer, che provocano negli stadi terminali il totale deterioramento delle facoltà fisiche e cerebrali, o come la sclerosi multipla, che invece mantiene intatte le capacità intellettuali a dispetto della totale immobilità. Non si devono dimenticare inoltre i malati terminali di cancro, la cui malattia determina molto spesso dolori intensissimi, estrema debolezza, vomito, difficoltà respiratorie e paralisi. Questo però

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Opinioni a confronto Rasoio di Ockham

3 eutanasia…

A questo proposito riteniamo che debba avere valore legale ed essere vincolante per il medico il cosiddetto

“testamento biologico”, ossia un documento in cui il paziente dichiara le sue volontà riguardo alle modalità della propria morte. Pertanto, il medico non dovrebbe essere perseguibile per omicidio, ma considerato come semplice esecutore delle volontà del malato. In conclusione, si ricordi che, come ribadito anche dal famoso oncologo Umberto Veronesi in una recente intervista, “la richiesta di eutanasia non contrasta con la natura: questa infatti non ha previsto l’immortalità dell’uomo, anzi, la morte è uno dei suoi principi. Non si può rimanere in vita quando la vita non è più vita.”

…o CONTRO?

…o CONTRO? …o CONTRO?

…o CONTRO? …o CONTRO?

La vita è un diritto inalienabile di ogni uomo.

E’ infatti considerata un valore “sacro” ed inviolabile, non solo per i credenti, ma anche per i laici, in quanto è la caratteristica prima di ogni essere. Di conseguenza nessuno può arrogarsi il diritto di porre termine ad un’altra vita umana. A volte, però, quest’ultima diventa a tal punto insopportabile a causa di una malattia incurabile da far nascere nell’individuo il desiderio di morire. Si parla quindi di eutanasia e la si invoca come una libera scelta. Tuttavia dobbiamo considerare che nella maggior parte dei casi questa decisione matura in un momento di grande sofferenza e depressione, che può indurre il malato a ritenere la sua situazione senza via d’uscita e a sentirsi un peso per la sua famiglia. Il medico non dovrebbe pertanto considerare queste richieste come vera espressione della volontà del malato, ma preoccuparsi invece di alleviarne le sofferenze.

A questo titolo dovrebbe essere dato maggiore spazio a cure alternative, quali la terapia del dolore e le cure palliative. La prima si occupa di identificare il vero grado del dolore fisico e di contrastarlo con farmaci adeguati; mentre le seconde comprendono un campo più ampio, in quanto non mirano a migliorare unicamente la condizione fisica del paziente, ma, più genericamente, la qualità della vita, ossia gli elementi psicologici, emozionali e spirituali della persona. A tale scopo esistono alcune strutture ed organizzazioni che offrono servizi di supporto psicologico e assistenza domiciliare. Quando però la malattia giunge ad uno stadio in cui non è più possibile alleviare la sofferenza in alcun modo, si può ricorrere alla sedazione farmacologica, ossia la somministrazione di farmaci che privano il paziente della percezione del dolore e della coscienza di sé, accompagnandolo dolcemente ad una morte che sarà comunque naturale. Ciò solleverebbe inoltre il medico dalla responsabilità legale ed etica di togliere la vita ad un altro essere umano.

Prima di prendere una decisione così radicale come l’eutanasia è dunque bene riflettere a fondo sulle possibili alternative e sul valore della nostra vita, di massima importanza non solo per noi, ma anche per tutte le persone che ci circondano e ci vogliono bene.

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Giornata della Memoria Giornata della Memoria Giornata della Memoria Giornata della Memoria Giornata della Memoria Rasoio di Ockham

capire, per non dimenticare

Il caso-Irving ammonisce a non abbassare la guardia. Il ritorno alla ribalta dello storico inglese che nega l’Olocausto dimostra che il teorema negazionista, contro cui si battè disperatamente Primo Levi nei suoi ultimi anni di vita, gode ancora di ottima salute. Anche se l’arresto in Austria di Irving rischia di farne un martire agli occhi di quelle frange di opinione pubblica che nutrono già sentimenti antisemiti.

Non bisogna abbassare la guardia. Se i negazionisti vanno sbugiardati dalla storiografia, affinché venga tolto ogni credito alle fandonie che scrivono, alla scuola spetta il non meno importante compito di tenere viva la memoria e non permettere che la Shoah cada nell’oblio. Questo compito spetta soprattutto al nostro Istituto, che vive orgogliosamente nel ricordo dell’insegnamento di Primo Levi.

Ci si appresta a celebrare anche quest’anno il 27 gennaio, la Giornata della Memoria, e il modo migliore è forse quello di vedere -per inorridire- i materiali razzisti della propaganda antisemita che durante il fascismo prepararono il terreno e poi giustificarono l’orrore della Shoah. Come questa terrificante vignetta degli anni ‘40, tratta dal cd rom, disponibile in Biblioteca, di cui si parla nella pagina a fianco.[S.M.]

Ecco la propaganda dell’orrore

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Giornata della Memoria Giornata della Memoria Giornata della Memoria Giornata della Memoria

Giornata della Memoria Rasoio di Ockham

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Il giorno della memoria

Intendiamo onorare il Giorno della Memoria anche con un invito alla ricerca, proponendo:

L’indice dei materiali e dei documenti, raccolti nell’ambito del progetto rete di storia

“Masaccio”, contenuti nel cd rom disponibile in Biblioteca, a cura della prof.ssa Silvana Pantano

CARTELLE SOTTOCARTELLE DESCRIZIONE

a Piazza_L’antisemitismo F. Piazza, L’antisemitismo tra Otto e Novecento nel Trevigiano, Treviso 1996

b Pisanty_Educare all’dio V. Pisanty, Educare all’odio: “La Difesa della razza” (1938-1943), Roma 2004

c Maistrello_Cronaca di una deportazione

F. Maistrello, Cronaca di una deportazione. Signora Maria Sara Rosenthal vedova Bohm arrestata a Conegliano il 5 novembre 1944 e morta Auschwitz, Treviso 1996

d Dalla Costa_Ebrei trevigiani

I. Dalla Costa, Ebrei trevigiani e stranieri in provincia di Treviso 1941-1945, Treviso

e Trinca_Monigo

M. Trinca, Monigo: un campo di concentramento per slavi a Treviso luglio 1942 – settembre 1943, Treviso 2003

f Lorenzon_Un lager sotto casa

E. Lorenzon, Un lager sotto casa. Memoria e oblio di un campo di concentramento per slavi a Treviso,

“Venetica”, a. XIX, n. 11 (2005) Storiografia

g Arendt_La banalità del male

H. Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Milano, Feltrinelli, 2004 (19631) a Materiali razzisti Documenti e immagini

b Propaganda razziale Manifesti di propaganda entiebraica

c Voce enciclopedia Definizione della voce “ebrei” in una enciclopedia

d Ebrei a Valdobbiadene Serie di documenti relativi alla presenza di internati ebrei a Valdobbiadene (1942-1943).

Documenti

e Testi scolastici Testo di lettura per la classe quinta, 1940 Testimonianze

a Articolo L. Pisanello, Sottratti all’olocausto, “Messaggero di Sant’Antonio”, maggio 1992

a Normativa razzista Documenti relativi alla normativa razziale imposta dal fascismo

Legislazione

b Legislazione diritti umani

Dichiarazione universale dei diritti umani a Definizioni Definizione dei termini utilizzati

b Discriminazione degli ultimi cento anni

Paolo De Stefani, La legislazione in materia di discriminazione negli ultimi cent’anni, conferenza tenuta a Treviso il 14 gennaio 2005

c Raccontare la Shoah

G. Ruzzene, Raccontare la Shoah, tesi di specializzazione, Univ. di Venezia, rel. C.

Crivellari, a.a. 2002-2003.

d Diritti umani Materiali sull’educazione alla cittadinanza Materiali

didattici

e Leggi antiebraiche M. Sarfatti, Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi, Torino, Einaudi, 2002

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Il racconto Il racconto Il racconto Il racconto Il racconto Rasoio di Ockham

Cari lettori e soprattutto lettrici, eccovi il secondo episodio del mio racconto.

Spero tanto che abbiate letto la prima puntata e che leggerete volentieri anche questa che segue. BUONA LETTURA e ………alla prossima.

Sua madre condusse tutta la famiglia in un’ anticamera e disse loro di aspettare li. Giada sarebbe arrivata a momenti. Dopo di che scomparve dietro ad una porta. Durante i pochi attimi di attesa Aurora ebbe l’opportunità di osservare la stanza con maggiore attenzione. Si accorse di quanto erano ricercate le decorazioni a stucco dorate che si rincorrevano creando una cornice di fiori e volute sul soffitto immacolato come le pareti. Anche gli intarsi presenti su quasi tutti i mobili e le porte erano delle autentiche opere d’arte in miniatura. Per non parlare dei lampadari di cristallo che scomponevano la luce sulle pareti formando disegni arcobaleno. Stava appunto ammirando estasiata queste meraviglie con il naso all’insù quando la sposa fece il suo ingresso nella stanza.

Aurora e tutti gli altri membri della famiglia restarono ammutoliti. Giada sorrideva felicissima davanti a loro. Il vestito avorio faceva risaltare i suoi capelli bruni. Il corpetto e le manichette di pizzo erano ricoperti di perline argentate. La gonna liscia ma amplissima era arricciata su un lato e fermata con una rosa. Sotto compariva lo stesso pizzo del corpetto. Il velo di tulle lungo fino ai fianchi. Non appena si riscosse, Aurora corse ad abbracciare la sorella e dopo di lei tutti gli altri membri della famiglia a turno prima la abbracciavano e poi le facevano i complimenti. Quando tutti ebbero finito e le lacrimucce (soprattutto di mamma e papà) furono asciugate si diressero insieme verso la stanza dove avrebbe avuto luogo la cerimonia, prevista per le diciannove e trenta.

Si trattava della cappella della villa. Piccola ma comunque sfarzosa e ricca di stucchi e affreschi.

Aurora salutò la sorella prima di entrare e lasciarla all’ingresso con suo padre. Le strinse forte la mano e le fece gli auguri. Aveva appena raggiunto il suo posto quando l’organo cominciò a suonare la marcia nuziale e sua sorella entrò dirigendosi verso lo sposo che l’attendeva trepidante all’altare. La celebrazione finì e Aurora non se ne accorse nemmeno, tanto veloce era trascorso il tempo.

Tutti si spostarono nel salone apparecchiato per la cena. Un grandissimo salone rettangolare al secondo piano. Alle pareti, bianche come quelle di tutte le altre stanze, si alternavano specchi e finestre decorate con cornici di stucchi dorati mentre sul soffitto quattro ovali affrescati con soggetti mitologici. Un angolo della stanza era occupato dall’orchestra che cominciò a suonare non appena i primi invitati e la sposa entrarono nella stanza. Sul lato opposto della stanza invece c’erano otto tavoli rotondi tutti circondati da altrettante sedie. Al centro il tavolo della sposa, ai lati quelli dei parenti ed infine quelli degli amici. Aurora non riuscì a resistere e sbirciò tutti i segnaposto finchè non trovò il suo, dopo di che sbirciò anche tutti quelli del suo tavolo. Era seduta insieme a tre amiche e tre amici di sua sorella. Tuttavia un nome destava in lei curiosità: sua sorella non aveva mai avuto un amico che si chiamasse Filippo! Subito i suoi pensieri volarono a quel Filippo. Un ragazzo un anno più grande di lei che frequentava la sua stessa scuola.

Quell’anno la classe di Filippo era stata proprio di fronte alla classe di Aurora. Entrambi non avevano mai avuto l’occasione di conoscersi seriamente e approfonditamente. Solo qualche breve battuta se si incontravano alle feste e sguardi fugaci ma intensi quando si incontravano nei corridoi dell’istituto. Per cui Aurora allontanò immediatamente quest’idea a dir poco assurda e si diresse festosa verso sua sorella.

Sua sorella la accolse con gioia. Non appena la vide arrivare si sciolse dall’abbraccio del marito per lasciare spazio alla sorellina. Aurora chiacchierò con loro fino a quando un cameriere in livrea nera non uscì e suonò un campanellino annunciando: “La cena è servita!”. Tutti allora si diressero verso il loro posto a sedere e, mentre la curiosità e l’impazienza di conoscere Filippo aumentavano, Aurora conobbe gli invitati che avrebbero condiviso la tavola con lei. Tuttavia il posto di Filippo rimase vuoto. Un velo di tristezza spense il sorriso di Aurora, anche se continuava a sperare che arrivasse in ritardo. Questa speranza però si affievolì man mano che le portate si susseguivano e si estinse quando stava per essere servito il dolce.

Giada allora chiamò Aurora e la condusse nell’ingresso principale della villa, sul lato opposto di dove erano entrati loro. E, mentre entrambe si scambiavano opinioni sull’andamento della serata, sulla cena e sulla cerimonia, il cuore di Aurora ricominciò a battere e la sensazione di sorpresa che aveva provato durante il viaggio in macchina ritornò. Ma questa volta, per quanto si impegnasse, non riuscì a farla scomparire. Una

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S c u o l a S c u o l a S c u o l a S c u o l a

S c u o l a Rasoio di Ockham

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Giovani disertori

Ogni anno, ha calcolato l’Eurispes , 240 mila ragazzi abbandonano i banchi scolastici. Escono dalla scuola senza alcuna valutazione. Semplicemente scelgono un altro percorso di vita. Una scelta che i ragazzi compiono di solito tra i 15 e i 18 anni. Nelle scuole superiori complessivamente la dispersione scolastica raggiunge il 4,6%.

La situazione è la seguente:

negli /nelle ……… Abbandona la scuola

istituti professionali l’8,9%

scuole elementari 0,08%

scuole medie inferiori 0,33%.

licei classici 2,3%

istituti d’arte 6,5%.

istituti magistrali 3,2%.

licei scientifici 2,1%

A lasciare la scuola sono soprattutto i maschi. Le femmine sono più brave: frequentano regolarmente, ottengono votazioni più alte e in percentuale ottengono più promozioni agli scrutini.

Secondo l’indagine svolta dall’Eurispes (Istituto Europeo di Studi Politici, Economici, Sociali) ogni anno circa 240 mila ragazzi abbandonano i banchi scolastici ed escono dalla scuola senza aver sostenuto l’esame per il diploma, quindi senza alcuna valutazione. Questa scelta avviene di solito tra io 15 e i 18 anni e nelle scuole superiori raggiunge la percentuale del 4,6%.

Le scuole che sembrano avere la maggiore percentuale di dispersione scolastica sono gli istituti professionali con l’8,9%. Al contrario quelle che registrano la minor percentuale sono, com’è prevedibile, le scuole elementari con lo 0,08%. Un tasso di dispersione più elevato registrano le scuole medie inferiori, che però mantengono comunque un punteggio basso, lo 0,33%. I licei classici e scientifici sono invece quasi a pari merito, rispettivamente con il 2,3% e il 2,1%.

Una percentuale più preoccupante è invece quella registrata negli istituti d’arte, con il 6,5% di dispersione scolastica, circa il doppio della percentuale che troviamo negli istituti magistrali, il 3,2%. Da questa indagine è emerso anche che a lasciare la scuola sono in prevalenza i maschi, mentre le femmine sono più diligenti.

Infatti pare che frequentino regolarmente, ottengano votazioni più alte e, in percentuale, anche più promozioni agli scrutini.

Analizzando i dati sopra elencati, si può capire che le scuole elementari e medie inferiori hanno percentuali così basse perché vige ancora l’obbligo scolastico. Anche nei licei classici e scientifici troviamo risultati poco elevati perché i ragazzi che frequentano queste scuole hanno forse più motivazione di quelli che vanno per esempio ad un istituto professionale. Questa voglia di cambiare percorso di vita e di non frequentare più la scuola può essere dovuta a diversi motivi. Evidentemente nel periodo dell’adolescenza tra i 15 e i 18 anni, i ragazzi sono stanchi di seguire sempre i soliti schemi e vogliono provare a sperimentarsi fuori dall’ambiente scolastico, nel mondo del lavoro. Oppure non sono soddisfatti del proprio andamento e dei risultati che ottengono a scuola e pensano che iniziare a lavorare sia più utile e proficuo. A volte questa scelta può essere determinata anche da problemi economici e/o familiari, per cui il ragazzo, per sostenere la famiglia, decide di cercarsi un lavoro.

Di qualunque tipo siano le cause, gli effetti sulla famiglia e sulla società non sono sempre positivi. Infatti trovare lavoro non è cosa facile, specialmente per qualcuno che non è qualificato. Così accade che i ragazzi rimangono disoccupati e creino disagio non solo alla famiglia ma anche alla società perché fanno crescere il tasso di disoccupazione dello Stato. Per arginare questo fenomeno bisognerebbe quindi trovare delle soluzioni, come per esempio fare in modo che cresca l’interesse dei ragazzi per la scuola, magari promuovendo nuove attività. Non sempre però questo risulta facile e il problema della dispersione scolastica continua purtroppo ad essere presente. Speriamo però che nei prossimi anni questo fenomeno, prese le dovute precauzioni, tenda a diminuire.

Maria Flora 2^ E

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Liceo Levi Liceo Levi Liceo Levi Liceo Levi Liceo Levi Rasoio di Ockham

cari studenti e studentesse...

cari studenti e studentesse... cari studenti e studentesse...

cari studenti e studentesse...

cari studenti e studentesse...

Cari studenti vecchi e nuovi, rieccoci pronte per un altro anno tra i banchi di scuola, ma soprattutto pronte per sfornare nuovi sondaggi, inchieste, dossier e quant’altro!!!!

Avrete di certo notato -sempre se il sonno non prevale sui vostri sensi (perché, si sa, s e c’è qualcosa che ci accomuna tutti la mattina è proprio quell’aria da morti viventi che non ci abbandona mai)- quella massiccia costruzione che si erge proprio nel piazzale davanti l’ingresso della scuola.

L’anno scorso, parliamo soprattutto per i nuovi alunni o per chi non se lo ricorda, abbiamo molto lottato per ottenere la costruzione di questo prefabbricato.

L’alternativa che la provincia proponeva era quella di fare i doppi turni o ancora peg gio quella di accettare solo un limitato numero di iscritti.

Siamo molto orgogliosi della vittoria ottenuta -in parte anche grazie al nostro giornalino.

Ma vediamo da vicino questo prefabbricato, anche perché molti sicuramente non hanno la minima idea di come sia, non essendoci ancora entrati!!

Com’è da dentro? E’ accogliente?

Quali sono i pro e i contro del passarci 5 ore ogni mattina?

Abbiamo deciso di intervistare un campione di alunni, scelti tra

quelli vecchi e quelli nuovi, per farci un’idea più concreta di

come prosegua la vita li’.

Eh già, cari abitanti del prefabbricato, come potete ben

ricordare, all’incirca un mese fa tre splendide ragazze sono giunte lì

da voi allietandovi la mattinata con delle interessanti domande

relative alla vostra attuale situazione; domande alle quali

avete risposto con molto entusiasmo e molta

sollecitudine.

Vita nel prefabbricato...

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Liceo Levi Liceo Levi Liceo Levi Liceo Levi

Liceo Levi Rasoio di Ockham

9 In tanti avete detto che la vita lì da voi non è proprio il massimo. In particolare

avete avuto da ridire a proposito di lavagne troppo ridotte, dei bagni troppo piccoli (quello dei maschi è privo di maniglia… vedere foto sopra), del fatto che la

“paninara” è poco rifornita, e anche riguardo la presenza insolita di insetti (qualcuno di voi, occhio vigile e attento, ha notato anche questo); tutti, o quasi avete anche detto che il continuo andirivieni di quelli che passano attorno al prefabbricato per raggiungere il palazzetto nelle ore di educazione fisica vi è di disturbo (che bravi ragazzi, volete seguire proprio tuuuuuuutta la lezione!), come vi sono di disturbo anche le pareti poco spesse e non insonorizzate che talvolta vi permettono di seguire, oltre alla vostra, anche la lezione dei vostri vicini.

La maggioranza ha detto che questa condizione è un po’ scomoda in quanto isola dal resto dei compagni che si trovano in sede centrale; c’è stata una sola

eccezione, tra coloro che abbiamo intervistato, la quale, distinguendosi dagli altri, ha ammesso che la situazione non è poi così

drammatica, ma che anzi si sta piuttosto bene soprattutto alla luce di quale sarebbe stata l’alternativa (doppi turni ecc.), e considerando che c’è anche chi vive segregato lassù a Guarda alta (ehm ehm… noi ne sappiamo qualcosa!!!).

Tuttavia noi pensiamo che questa sia stata la soluzione migliore: in fin dei conti sono stati evitati disagi molto maggiori e l’isolamento non è totale! In ricreazione c’è infatti la possibilità di stare con gli amici della sede centrale!

Sentendo di aver contribuito in parte a questa vittoria, possiamo dire di sentirci veramente orgogliosi.

Sperando di aver chiarito ogni dubbio e/o curiosità riguardo quella coloratissima costruzione adiacente la scuola…Alla prossima inchiesta!!

Giulia Zatta, Valentina Spada, Federica Lucati 4^E Vita nel prefabbricato...

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Recensione Recensione Recensione Recensione

Recensione di Sara Giovine

TITOLO:

Antologia di Spoon River

AUTORE:

Edgar Lee Masters

EDIZIONE: Einaudi N^ PAGINE: 493 VOTO:

8

Non c’è molto da dire sulla trama di questo libro.

E’ una raccolta di poesie, o meglio, di brevi componimenti, preceduti da un titolo consistente in un nome e in un cognome, e ad ognuno di questi componimenti corrisponde la storia di un personaggio del cimitero di Spoon River, cittadina americana del XX secolo, situata su una collina. I personaggi sono circa 300 e tutti, uno dopo l’altro, riacquistano per un attimo la possibilità di parlare per raccontare la storia infelice della loro vita e della loro morte.

Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, l’antologia non è una macabra sfilata di morti; racchiude in sé un significato profondo, che l’autore voleva far comprendere ai lettori dei primi del 900. Come sostiene Cesare Pavese, “Lee Masters guardò spietatamente alla piccola America del suo tempo e la giudicò, rappresentandola in una formicolante commedia umana, dove i vizi e il valore di ciascuno germogliano sul terreno assetato e corrotto della società.”

Insomma, attraverso le voci dei defunti, l’autore denuncia i falsi miti di cui l’America sembrava farsi portatrice, quali la giustizia, il benessere, il senso del calore e la comunità, la fratellanza. Il Nuovo Mondo, così diverso, così lontano, era molto più simile all’Europa di quanto non sembrasse. Era solo più lucido, più luminoso; più grande, non più ricco; ricco di distese, ma anche più arido; più protervo, non più bello. E la città sulla collina rappresenta proprio quel sogno che è l’America, tramandatosi di generazione in generazione dall’epoca dei primi coloni, spezzato però dalla scoperta delle piaghe dell’alcolismo, della solitudine, della malattia, dell’ingiustizia.

Indubbiamente, il messaggio dell’autore ha scarso valore per noi, lettori del XXI secolo. Ma dovremmo comunque riflettere sul gesto di Masters, uno dei pochi personaggi del suo tempo che trova il coraggio di esporre i problemi della società americana, quando tutti preferiscono invece non parlarne, come se tacendo si risolvesse qualcosa. Ed è propria questa la situazione attuale in Italia.

I problemi non vengono affrontati, al massimo vengono considerati responsabilità del precedente governo.

Le persone non parlano, persino alcuni conduttori televisivi evitano di esporsi troppo per non essere censurati, e questo perché ormai il Presidente del Consiglio detiene il monopolio dei mezzi d’informazione, a partire appunto dalla televisione. Invece di progredire, il paese sta subendo un processo di involuzione. Le scoperte scientifiche vengono ostacolate dalla Chiesa, che torna ad influenzare la vita dello stato: vieta agli italiani di recarsi a votare per esprimere il loro parere sulla fecondazione assistita, l’eutanasia viene condannata a priori, in accordo con il governo sta persino tentando di rimettere mano alla legge sull’aborto, ormai approvata e in vigore da anni.

E’ inammissibile. E non possiamo continuare a subire passivamente. Opponiamoci, urliamo al mondo ciò che pensiamo, seguendo l’esempio di Masters. Leggete il libro e riflettete.

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Alcol e incidenti stradali Alcol e incidenti stradali Alcol e incidenti stradali Alcol e incidenti stradali

Alcol e incidenti stradali Rasoio di Ockham

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Un gruppo di amici…

Un gruppo di amici, 14-15 anni, seduti attorno ad uno striminzito tavolino di un pub (è sabato sera e il locale è pieno come un tram all’ora di punta) consultano furtivi un listino, indecisi su cosa ordinare. Decidono per il rum, poi prendono la vodka, infine la tequila. Sono allegri, quando si alzano dai divanetti su cui erano seduti non riescono a stare ben dritti, barcollano un po’. In macchina, con i genitori che pazientemente li riaccompagnano a casa sono stranamente silenziosi, come se una forma di mutismo li avvolgesse; strano, fino a poco prima erano allegri, ridevano, scherzavano, ballavano, cantavano addirittura.

Certo è andato tutto bene, sì ci siamo divertiti, no non abbiamo bevuto- che schifo-, abbiamo preso una pizza e il gelato solamente. Servendosi dello specchietto revisore le mamme osservano con un sorriso compiaciuto i loro pargoli, che sembrano essere l’emblema della responsabilità, della consapevolezza, del giudizio e dell’educazione.

Dopo una settimana gli stessi amici si ritrovano allo stesso tavolino dello stesso bar (a volte l’abitudinarietà dei giovani non ha niente da invidiare a quella degli ottantenni). Soliti ordini; uno di loro però ha in tasca qualche soldo in più, ha voglia di esagerare, di provare qualcosa di diverso. Beve troppo, anzi decisamente troppo per il suo limite (lui non sa nemmeno di avercelo, a casa non ha mai toccato neanche un bicchiere di vino), si sente male, vomita, gli amici si vedono costretti a riportare a casa il ragazzo, che sembra più morto che vivo. Si è ubriacato.

A quel punto i genitori si trovano di fronte ad una scena che non si sarebbero aspettati dal loro figlio o che comunque avrebbero preferito non vedere mai.

Dopo qualche tempo la madre dell’incauto ragazzo (per la cronaca 3 mesi di punizione, niente uscite, niente tv, niente play-station, periodiche sedute all’Anonima Alcolisti) si sfoga con l’amica, ritenendosi ancora incredula sull’accaduto: io ho fatto del mio meglio con lui, non mi meritavo questo, non abbiamo mai permesso ai nostri figli di bere alcolici- neanche lo sgroppino-, altrimenti si sa come va a finire... poi quelli cominciano e chi li controlla più.

Situazioni come queste (che per fortuna, almeno stavolta, è del tutto fittizia) purtroppo se ne vedono tante:

ragazzi per bene, tranquilli, astemi (almeno in via teorica) una sera sono accompagnati a casa ubriachi marci.

Non hanno motivi di sfidare i genitori, non si sentono oppressi, non hanno voglia di evadere dalla loro vita;

solamente non conoscevano il loro limite, la propria resistenza. Per la maggior parte non hanno idea di quello che ingeriscono (“a piombino”, tutto d’un fiato per lo più oggi si usa così). I genitori tutti preoccupati a proteggere il loro bimbo dal mondo esterno, lo hanno chiuso sotto una campana di vetro e inevitabilmente il ragazzo era caduto non appena aveva messo la punta del naso fuori da quel paese delle meraviglie in cui viveva.

Non ha senso allora proibire l’alcool ai ragazzi, considerandolo una peste nera, costringendoli in questo modo a fare le loro esperienze di nascosto, instaurando un rapporto totalmente sbagliato contro i genitori e l’alcool: verso i genitori perché il ragazzo che giustamente reclama i propri spazi si sente autorizzato a mentire, verso l’alcool perché si viene spinti a considerarlo una cosa proibita, speciale; e si sa che negli uomini in genere (ma soprattutto negli adolescenti) tanto più una cosa è negata, tanto più è desiderata, tanto più gusto si prova nel farla.

È per questo che i vaccini contengono, anzi SONO una piccola parte del virus che devono debellare.

Gloria Viel

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Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere?

Rasoio di Ockham

Un ponte da 3,88 miliardi di euro

(per risparmiare 20 minuti)

Un po’ di mesi fa l’appalto di 3,88 miliardi di euro per il ponte di Messina è stato assegnato alla ditta italiana Impregilo. Il Ponte dei record costerà in realtà 6 miliardi considerando sia il costo del progetto, sia l’inflazione, sia il costo del denaro per finanziare l’opera che dovrebbe essere pronta nel 2012 al termine di sei anni di lavori.

E da dove salteranno fuori tutti questi soldi? Si dice che l’opera in parte (forse per il 50 per cento) si finanzierà da sé. Sarà una specie di miracolo. Si finanzierà attraverso i futuri incassi dei pedaggi per i transiti sul ponte.

Le banche anticipano i soldi, e poi questi verranno restituiti, anno dopo anno, grazie agli incassi.

Bisogna ricordare però che la stima sul passaggio di auto e camion sarebbe sopravvalutata del 40-60%.

Infatti: “Oggi tra i due capi dello Stretto passano 7 milioni di auto l’anno”, calcola Gaetano Benedetto, del Wwf, “per ammortizzare 3 miliardi di costi, supponendo che il pedaggio non superi i 10 euro, ci vorrebbero 30 anni se si arrivasse a 15 milioni di auto e 50 anni se si restasse a quota 10 milioni di passaggi”.

I conti non tornano secondo la denuncia delle associazioni anche sotto il profilo dell’occupazione.

Lo studio di fattibilità ipotizza 40 mila posti di lavoro per i sei anni di cantiere: quattro volte di più di quelli stimati da un gruppo di società di certificazione e istituti universitari consultati. Inoltre con il Ponte perderanno il lavoro 1.234 persone che oggi svolgono il servizio di traghettamento mentre troveranno impiego 480 persone.

Oltre al problema economico esiste anche quello geologico. Questo gigante, assicura il Governo, potrà resistere a terremoti di magnitudo 7,1 Richter. L’Istituto Nazionale di Geofisica dice che in caso di un terremoto simile a quello che nel 1908 rase al suolo Messina, si potrebbe avere uno spostamento improvviso del terreno compreso tra mezzo metro e un metro. Inoltre L’Enea (Ente Nuove tecnologie per l’Energia e l’Ambiente) ha citato uno studio dal quale risulta che la costa calabrese sale al ritmo di 2 millimetri l’anno mentre quella siciliana s’innalza solo di mezzo millimetro l’anno. Ma il progetto del ponte, pur riconoscendo che l’area dello Stretto è geologicamente la più attiva del Mediterraneo centrale, non presenta analisi geologiche e sismiche aggiornate e non indaga le faglie attive.

Un altro problema riguarda il progetto. Riporto qui sotto un’analisi sui 100 ponti più lunghi del mondo costruiti sino ad oggi:

1°) Dove sono stati costruiti

- 22 ponti si trovano in Europa di cui 13 (ben il 60 %) sono stati costruiti in Svezia , Norvegia, Danimarca, dove si sa bene quale è la situazione del territorio delle molteplici isole molto vicine alla terraferma e con bassi fondali, ecc.; - 18 ponti si trovano in Giappone e sulla validità di questi non si può discutere se si considera che questo paese è tutto un arcipelago; - 40 ponti sono distribuiti tra Stati Uniti e Canada; - 7 ponti sono in Cina; - 13 ponti sono nel resto del mondo.

2°) La loro lunghezza

- 46 ponti sono inferiori ai 500 metri; - 36 ponti sono tra 500 e i 1.000 metri ; - 15 ponti sono tra 1.000 e i 1.500 metri ; - 2 ponti tra i 1.500 ed i 2.000 metri..

3°) Periodo di costruzione dei ponti

- 67 ponti sono stati costruiti fra il 1840 e il 1975, cioè l’esigenza della costruzione si è materializzata ben prima di 40 anni fa; - il primo ponte è stato costruito nel 1840 negli Stati Uniti ed è lungo 308 metri; - i più recenti sono stati costruiti nell’anno 2000 e sono lunghi 750 metri.

Da questa analisi si vede chiaramente che: -la località, la lunghezza, il periodo di costruzione degli altri ponti sono indicativi della “forzatura” attuale della ipotetica costruzione del ponte di Messina; -l’87% soddisfa le esigenze di attraversamento sino ai 1.500 metri, meno della metà di quella dello Stretto di Messina; -il più lungo è in Giappone; è un ponte esclusivamente autostradale e non ferroviario. Infatti i tecnici giapponesi

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Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere?

Grandi opere? Rasoio di Ockham

13 Non è vero che gli studi a disposizione sono sufficienti per dare credibilità all’ipotesi tecnica proposta. Non esiste nessuna opera paragonabile per dimensione e complessità al mondo, né studi e simulazioni sui ponti a campata unica danno ancora oggi sicurezza sui risultati.

Il ponte non serve agli italiani (come si è visto in alcuni sondaggi), compresi reggini e messinesi che la natura ha diviso per un milione di anni.

I 3,88 miliardi di euro sono nostri, perché spenderli per un’opera inutile? I nostri politici, incapaci di gestire il nostro debito pubblico, prima di spendere i nostri soldi per il ponte dovrebbero giustificarne l’utilità, gli impatti ambientali, la fattibilità.

Un ponte di 3.000 metri con profilo aerodinamico non è mai stato fatto prima d’ora. Non c’è la sicurezza che regga. E poi per la Salerno Reggio Calabria ci impieghi 48 ore, ma poi il ponte ti fa risparmiare 20 minuti per arrivare in Sicilia. Il Paese ha altre, vere, priorità.

I NUMERI DEL PONTE I PROGETTISTI

• oltre 100 Professori ed Ingegneri di fama internazionale

• 12 Istituti Scientifici e Universitari Nazionali ed Esteri

• 39 Società ed Associazioni Nazionali ed Estere IL PROGETTO TECNICO

• 3.300 metri la campata centrale

• 3.666 metri la lunghezza complessiva

• 60,4 metri la larghezza dell'impalcato

• 382,60 metri l'altezza delle torri

• 5.300 metri per il diametro di 1,24 metri la dimensione dei cavi

• 44.352 fili di acciaio per cavo

LA PORTATA STRADALE E FERROVIARIA

• 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza)

• 2 corsie stradali di servizio

• 2 binari

• 6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno la portata teorica LA SICUREZZA

• 7,1 magnitudo della scala Richter la resistenza al sisma

• 216 km/orari la resistenza al vento

• Aperto 365 giorni l'anno 24 ore al giorno I TEMPI

• 6 anni il tempo di costruzione

• 2012 l'anno di apertura al traffico

• 200 anni la vita utile I RECORD

• 3.300 metri di campata centrale - 1991 metri Akashi Bridge (Giappone)

• 60,4 metri larghezza dell'impalcato - 41 metri Tsing Ma Bridge (Hong Kong)

• 382,60 metri altezza torri - 297 metri Akashi Bridge (Giappone)

• 4 cavi il sistema di sospensione - 2 Akashi Bridge (Giappone)

• 1,24 metri diametro dei cavi di sospensione - 1,12 metri Akashi Bridge (Giappone)

• 44.352 fili di acciaio per cavo - 36.830 Akashi Bridge (Giappone)

Alessandro Vettoruzzo

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Rubriche Musica Rubriche Musica Rubriche Musica Rubriche Musica Rubriche Musica Rasoio di Ockham

Europe Music Awards

Cari ragazzi… come nostro primo articolo (sperando che vi piaccia!!) abbiamo scelto un argomento abbastanza discusso e seguito da voi, amanti della musica!

Anche quest’anno infatti, il 3 novembre, è andata in onda da Lisbona una delle più grandi manifestazioni musicali proiettate su MTV: gli Europe Music Awards!!

La serata è stata presentata da Sacha Baron Cohen, più noto come Ali G.

Il fatto di aver scelto come presentatore un uomo proveniente da una regione dell’est, spesso sottovalutata e oggetto di discriminazioni, è stata apprezzabile, ma il personaggio in sé è stato a tratti troppo volgare anche in situazioni in cui un certo grado di serietà non avrebbe di certo guastato. Nonostante tutto, Ali G ha reso lo spettacolo divertente e le sue “ispezioni” nel Back-stage hanno davvero messo in ridicolo grandi star…(è riuscito perfino a rubare i pantaloni del cantante dei Coldplay poco prima di salire sul palco. La sua reazione non è stata di sicuro delle migliori.)

Gli EMAs hanno ospitato artisti di fama mondiale, che hanno soddisfatto un po’ tutti gli stili musicali diffusi oggi tra i giovani.

Le televisioni però tendono ancora a cercare di sopprimere quelli che sono i nuovi gusti e pensieri di molti ragazzi. Difficilmente infatti si sente parlare di molti gruppi e artisti che veramente meritano un grande riconoscimento per l’alternatività che propongono.

Anche gli EMAs, per quanto vari, ancora non riescono a soddisfare tutti, perché coloro che non fanno parte del “grande mercato della musica” sono e per molti resteranno un angolo inesplorato del grande universo musicale.

Ma, per la felicità di molti, grandi artisti si sono alternati sul palco. Green Day, Robbie Williams, Coldplay, Pussy Cat Dolls e Madonna, che al momento è impegnata nella promozione del suo nuovo Album “ Confession on a Dancefloor”, Shakera, i Gorillaz, i primi ad aver usato ologrammi in diretta in tutta Europa, e infine i System of a Down che con la loro energia hanno chiuso il concerto.

Gli Awards vanno a:

Best Album: American Idiot dei Green Day Best Italian Act: Negramaro

Best Hip Hop: Snoop Dogg

Best Video: The Chemical Brother con Believe Best Group: Gorillaz

Best R&B: Alicia Keys Best Male: Robbie Williams Best New Act: James Blunt Best Pop: Black Eyed Peas

Best Song: Speed of Sound dei Coldplay Best Rock: Green Day

Best Alternative: System of a Down Best Female: Shakira

Molto importante è stata l’assegnazione del “MTV’s Free Your Mind Award”. Questo premio, inteso più come un riconoscimento, è stato consegnato ad un noto personaggio che ha fatto tanto per i paesi dell’Africa e per la pace: Sir Bob Geldof. È lui l’ideatore del “Live 8” e della lunga campagna del “No Excuses”, colui che in un modo o nell’altro realmente si impegna nella lotta alla povertà e invita tutti noi ad unirsi a lui.

È arrivata così la fine del concerto e Ali G, per salutare tutti in un modo molto divertente, ha cercato di

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Pensieri Pensieri Pensieri Pensieri

Pensieri Rasoio di Ockham

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E voi, quante cicatrici avete?

A volte non ci rendiamo conto che abbiamo perso qualcuno o qualcosa. Se ciò succede, nella maggior parte dei casi, è troppo tardi per sistemare le cose, ed è un dato di fatto che è impossibile tornare indietro. Sarebbe divertente osservare le diverse reazioni delle persone nel momento in cui si trovano di fronte la realtà, che spietata come una lama incide per sempre le loro vite, le nostre vite.

(Forse sbaglio nel definirla spietata. D’altronde la realtà è semplicemente se stessa , non ha una ragione propria con cui decide ciò che è giusto o meno per sè. Siamo noi a costruirla… indiperciò , dovrei dire che qui, i veri spietati verso noi stessi, non siamo altro che noi.).

Reazioni più o meno apatiche di persone più o meno coinvolte in affari o relazioni più o meno ordinari. Di punto in bianco ci rendiamo conto che manca qualcuno o che è sparito qualcosa. Lo cerchiamo, ci adoperiamo anima e corpo per farlo, e nel momento in cui ci sembra di averlo raggiunto, capiamo che non è più nostro, che non ci appartiene più, ci è scivolato tra le dita. Nel peggiore/migliore (dipende dall’indole personale) dei casi, ci ha ignorato.

E’ in questo preciso istante che ci svegliamo dal torpore di un sonno che ci sembrerà eterno e ci ritroviamo ad affrontare la realtà. Ed è in questo momento che vorrei poter vedere le vostre facce. Cinica? No, io direi piuttosto realista. Stavo camminando, sono caduta, mi sono rialzata e ora continuo a camminare, sempre a testa alta, forse anche più di prima. Ho le ginocchia e i palmi delle mani sbucciati e sanguinano, continuano a sanguinare, mentre io continuo a camminare. Prima o poi il sangue cesserà di uscire, le ferite si rimargineranno.

Ed io avrò nuove cicatrici. Ne ho già molte. E si sono tutte rimarginate. E voi, quante cicatrici avete?

Kya

Ritratto

Un leggero soffio sul collo, un’intima carezza all’anima, un impalpabile tocco al cuore,

un brivido lungo la schiena...

Eccola. È arrivata.

È venuta a prendermi su un cavallo nero.

Indossa lunghi guanti neri di velluto e i suoi capelli, bianchi, vengono mossi dal vento... Quel vento, quel vento gelido che ti penetra nell’anima, che oltrepassa ogni porta, ogni parete, ogni barriera... quel vento...

quel vento che l’accompagna.

“Perché sei venuta?” Chiesi, cercando i suoi occhi celati da un velo.

“E’ giunta anche per te l’ora di incontrarmi.” La guardai, stanca.

“Ho ancora così tante cose da fare, così tante da finire, così tante da iniziare... e così tanta voglia...”

Mi guardò, i suoi occhi s’intristirono.

“Nessuno mi vuole, perché nessuno riesce mai a capire quando è il momento di cedere il posto anche ad altri.” Qualcosa luccicò sotto il velo nero, una lacrima scese lungo una guancia, mentre i suoi occhi mi

guardavano addolorati.

Sentii il cuore stringermi, mi avvicinai alla sua figura accovacciata, l’abbracciai e le sorrisi...

... mentre un vento gelido ci avvolgeva, mentre l’aria si faceva pesante,

mentre la luce dei miei occhi cominciava ad affievolirsi, mentre Morte mi prendeva con sé...

Chiara

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M o n d o M o n d o M o n d o M o n d o M o n d o Rasoio di Ockham

la fine della poverta’

30.000; 3 miliardi; 138 milioni; a guardarli così non sono altro che cifre, direte voi.

Provate allora ad immaginare che cosa potrebbe metterli in relazione con la povertà; ve lo diciamo noi!!!

30.000 sono le vite di bambini sotto i cinque anni che si spengono ogni giorno; 3 miliardi sono invece i dollari che il mondo spende in armamenti e, sempre in un giorno, 138 sono i milioni di dollari di cibo gettati in discarica negli USA.

Tutto ciò, secondo noi, dovrebbe farci schifo! Fortunatamente, l’Onu si è deciso a prendere provvedimenti, varando il Millennium Development Goal, un progetto che ha come obiettivo non la fine, ma perlomeno una visibile diminuzione di questo gravissimo problema; e tutto ciò entro il 2015. Il programma prevede lo stanziamento dello 0,5 % del Pil da parte dei paesi ricchi, tra i quali vi è anche l’Italia.

Purtroppo, ogni volta che il mondo ricco comincia ad impegnarsi in un progetto sensato, ecco che subito compaiono all’orizzonte altri problemi, che passano in primo piano poiché intaccano gli interessi dell’Occidente:

in questo caso gli attentati di Londra, che hanno fermato il G8, dove si sarebbe trattato soprattutto questo argomento.

Tuttavia qualche risultato è stato ottenuto: la diminuzione da 1,5 a 1,2 miliardi di poveri, l’abolizione di alcune leggi risalenti ai tempi coloniali, la cancellazione di 40 miliardi di dollari dal debito pubblico di 18 paesi poveri.

Questo non può tuttavia essere considerato abbastanza: il calo della povertà, infatti, è avvenuto principalmente in India e Cina, paesi in via di sviluppo, mentre in Africa i poveri, che erano 180 milioni vent’anni fa, oggi sono 350; inoltre il debito da saldare ammonta tuttora a 300 miliardi di dollari distribuito in 42 paesi, una cifra ancora altissima, e nel mondo continuano ad esserci ancora 2,8 miliardi di persone che vivono con soli 2 dollari al giorno (più di un 1/3 della popolazione mondiale), e 1,2 che sopravvivono addirittura con meno di un dollaro.

Secondo noi questi provvedimenti sono stati presi troppo tardi, rallentati dall’egoismo occidentale, disposto a sborsare miliardi di dollari in frivolezze inutili, prima di accorgersi e sentirsi in obbligo di aiutare coloro che realmente ne avevano necessità, senza bisogno di andare in Africa, giacché continuano ad esserci ancora senzatetto o in ogni modo persone che resistono a mala pena nelle fredde metropolitane delle grandi metropoli.

Ora, se siete ancora svegli, riportiamo le parole di chi, sicuramente più competente ed informato di noi, riesce a darvi un quadro di gran lunga più completo del nostro su questo gravissimo problema.

Nicolò Basso & Martino Spadetto

Se puoi leggere questo messaggio

Se si potesse ridurre la popolazione del mondo in un villaggio di 100 persone

mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti, nel villaggio ci sarebbero:

57 asiatici, 21 europei, 14 americani, 8 africani.

52 sarebbero donne, 48 uomini,

70 sarebbero non bianchi, 30 sarebbero bianchi, 70 sarebbero non cristiani, 30 sarebbero cristiani.

6 persone avrebbero il possesso del 59%

della ricchezza del mondo intero e tutti e sei sarebbero statunitensi,

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M o n d o M o n d o M o n d o M o n d o

M o n d o Rasoio di Ockham

17 Se puoi leggere questo messaggio…

Quindi

se ti sei svegliato in salute questa mattina sei più fortunato del milione di persone che non arriveranno alla prossima settimana.

Se non hai mai provato il pericolo di una battaglia la solitudine della prigione, la tortura, la fame

sei più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo.

Se non conosci la paura di essere minacciato, arrestato, torturato o ucciso, sei più fortunato di tre miliardi di persone.

Se hai cibo in frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa e un posto per dormire sei più ricco del 75% degli abitanti del mondo.

Se puoi leggere questo messaggio non sei fra i due miliardi di persone

che non sanno leggere.

Web di

Francesco Agnolazza e Vergil (3B)

Stop allo scambio dei file: scompare il sito winmx

Stop allo scambio di musica e film su internet. Con la chiusura di WinMx, uno dei più popolari siti di condivisione di file musicali e audiovisivi peer-to-peer, le associazioni dei discografici vincono un’altra battaglia nella guerra sui diritti d’autore. E si riducono gli spazi di libertà sulla Rete.

Gli utenti di WinMx hanno scoperto la chiusura del sito da un momento all’altro, senza alcun preavviso. Si sono semplicemente accorti che all’indirizzo www.winmx.com non c’era più niente.

Oscuramento: la notizia ha fatto rapidamente il giro della Rete. Da un blog all’altro. Ma sulle motivazioni della decisione non è arrivato nessun chiarimento.

L’unica certezza è che l’associazione dei discografici americani, la Recording Industry Association of America (Riaa), ha inviato una lettera di diffida a sette società di file sharing, tra cui proprio WinMx, nella quale si intimava di impedire immediatamente agli utenti di accedere ai network per la condivisione e lo scambio di materiali protetti da diritto d’autore, in quanto tale attività costituisce una palese violazione delle leggi sul copyright.

«Potrebbe essere la fine di un'era», la fine della rete P2P. Così si legge sul sito www.winmxitalia.it, ancora accessibile, dove si ricostruiscono i dettagli tecnici e giuridici della vicenda.

Già lo scorso 5 settembre, inoltre, una sentenza di un tribunale australiano aveva condannato gli utenti di Kazaa, definendoli pirati informatici, ordinando ai titolari del software di prevenire la violazione dei diritti d’autore. Ora il nuovo giro di vite. E il software di WinMx non c’è più. La stessa cosa sta accadendo a eDonkey, uno dei server portanti del programma per la condivisione dei file Emule.

Che pensare??????? L’era del file-sharing/peer-to-pear sta finendo o entreranno in gioco nuovi programmi per risollevare la situazione???

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Libri Libri Libri Libri

Libri di Sara Giovine

Siete grandi appassionati di Harry Potter? Non sopportate più l’attesa dell’uscita del sesto volume della serie?

Ecco allora per voi la traduzione della prima pagina di:

Harry Potter e il Principe Mezzosangue Harry Potter e il Principe Mezzosangue Harry Potter e il Principe Mezzosangue Harry Potter e il Principe Mezzosangue Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Era quasi mezzanotte. Il Primo Ministro era seduto da solo nel suo ufficio, leggendo un lungo promemoria che scivolava attraverso la sua mente, senza lasciare dietro di sé la più piccola traccia di significato. Stava aspettando una chiamata dal presidente di un lontano paese e, tra il domandarsi quando lo sventurato avrebbe chiamato e il tentativo di soffocare il ricordo di quella che era stata una settimana lunga e travagliata, nella sua mente non c’era spazio per nient’altro.

Più tentava di focalizzare la sua attenzione sulle parole stampate sul foglio di fronte, più chiaramente vedeva delinearsi il ghigno di uno dei suoi oppositori politici. In particolare, quest’ultimo era apparso proprio quel giorno sui giornali, non solo per elencare tutti i terribili fatti avvenuti nell’ultima settimana (come se qualcuno avesse bisogno di ricordarli...), ma anche per sottolineare come ognuno di questi fosse colpa dell’attuale governo. Il battito del Primo Ministro accelerò al pensiero di quelle accuse, assolutamente infondate. Come diavolo avrebbe dovuto fare il governo a fermare il crollo del ponte? Era oltremodo oltraggioso insinuare che non stava investendo a sufficienza nelle infrastrutture. Il ponte aveva meno di dieci anni e gli stessi esperti non erano in grado di spiegare come avesse potuto spezzarsi di netto in due, spedendo una dozzina di macchine nelle profonde acque del fiume. E come osavano attribuire alla mancanza di poliziotti la responsabilità di quei due orrendi e pubblicizzati omicidi? O che il governo avrebbe dovuto prevedere l’anomalo uragano, che aveva arrecato innumerevoli danni a persone e proprietà nell’ovest del paese? Ed era sua la colpa se uno dei sottosegretari, Herbert Chorley, quella settimana aveva deciso di agire in modo così particolare, che ora avrebbe trascorso molto più tempo con la sua famiglia? “Un tetro umore si è impossessato del paese” aveva concluso l’oppositore, celando appena un ampio ghigno di soddisfazione. E, sfortunatamente, era vero.

Il Primo Ministro lo sentiva, la gente sembrava davvero più triste del solito. Persino il tempo era uggioso, e quella fredda foschia a metà luglio... Non era normale…

Voltò la seconda pagina del promemoria, vide quanto era lunga e rinunciò. Stiracchiando le braccia sopra la testa, si guardò attorno tristemente. Era una bella stanza, con un meraviglioso camino di marmo volto verso le finestre, chiuse saldamente al freddo fuori stagione. Con un piccolo brivido, il Primo Ministro si alzò e si avvicinò alla finestra, osservando la nebbiolina formatasi sul vetro. Era proprio mentre volgeva la schiena alla stanza che sentì un lieve colpo di tosse alle sue spalle.

Rabbrividì, il suo volto impaurito riflesso nel vetro. Conosceva quel colpo di tosse. L’aveva già sentito prima. Si volse lentamente per scrutare la stanza vuota. “C’è nessuno?” disse, cercando di sembrare più coraggioso di quanto in realtà fosse.

Per un piccolo istante si concesse l’impossibile illusione che nessuno gli avrebbe risposto. Tuttavia, una voce rispose.

Una voce decisa, sbrigativa, che suonò come se stesso leggendo una comunicazione ufficiale. Proveniva –come il Primo Ministro già immaginava al primo colpo di tosse- dal piccolo uomo “rana”, che indossava una lunga parrucca argentea, dipinto in un piccolo, sporco quadro in un remoto angolo della stanza. “Per il Primo Ministro dei Babbani. Dobbiamo incontrarci urgentemente. Gentilmente, risponda immediatamente. Con osservanza, Caramell.”

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S a t i r a S a t i r a S a t i r a S a t i r a

S a t i r a Rasoio di Ockham

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Satyricon

de I Fratelli Grinch (Morris Faccin 4^A & Mariateresa Ghizzo 4^C)

Pillo nel paese delle meraviglie 2

Avevamo lasciato il nostro caro Pillo, che per colpa dell’Aranciatina Crescina, aveva assunto dimensioni gigantesche, dopo che aveva sfasciato il soffitto del prefabbricato e lo aveva allagato con le sue lacrime di disperazione. Per ritornare piccolo aveva bisogno delle Patatine Birichine che si trovavano ai suoi piedi

Erano lì: quelle ‘Patatine Birichine’ lo avrebbero rimpicciolito tirandolo fuori da quel brutto guaio… prese sulla punta dell’enorme pollicione il sacchetto e lo ingoiò… in un batter d’occhio Pillo si ritrovò piccolo, piccolissimo, fin troppo piccolo, cosicché stava quasi per annegare nelle sue stesse lacrime! Sarebbe finita lì l’avventura del nostro caro amico se non fosse stato per SuperValentino che, felicissimo perché aveva ottenuto la nuova fotocopiatrice fashion (che mette pure le graffette!), lo vide e decise di salvarlo. Aprì la porta e un’onda gigantesca usci dal prefabbricato e inondò la Capitana Fon Ben (CFB per gli amici!) assieme ai suoi alunni. “Fanciullo,” disse quella donna dall’occhio scintillante a Pillo “ma non lo sai che se vieni a scuola così rischi di buscarti un raffreddore?! Ora tutti in Palestrina che vi faccio fare la Chiaratona (La maratona della Chiara) che così vi asciugate”.

Aprì la porta col suo mazzo infinito di chiavi e fece entrare tutti per iniziare l’allenamento di asciugatura “Ho freddo, accendete la luce!” disse il Capitano “Iniziamo l’allenamento: 7 minuti di corsa, addominali e dorsali! Spicciatevi!” intimò ai ragazzi.

Pillo, non volendo disubbidire cominciò a correre ma, essendo alto più o meno 20 cm, non ce la faceva a stare dietro agli altri (Acci-Pigna!); e poi lui doveva andare a cercare il CeronBianco, quella strana creatura che aveva scorto dal prefabbricato!

“Scusi, Capitano…” “Dimmi Birillo.” “Ehm… io sono Pillo!” “Scusa Birillo, cosa vuoi?” “Capitano, il mio nome è Pillo! PILLO!” “E cosa ho detto io, Grillo?!” “(pensò di sorvolare) Posso uscire?” “No, sei sotto la mia sorveglianza e se ti vede il Preside mi sbattono in gattabuia!” Pillo rassegnato si rimise a correre, finché non gli venne un’infallibile stratagemma per ottenere la libertà:

“Capitano, posso andare in bagno?” “Certo, Spillo!”.

E così l’ancora piccolissimo Pillo riuscì a sgattaiolare via servendosi della seconda porta dello spogliatoio della Palestra (Che ingegnoso!)… ma, appena uscì nel corridoio trovò niente popò di meno che il suo eroe: Il CeronBianco, il quale cominciò ad urlargli dietro: “Giovanna!Giovanna!! Dove ti eri cacciata?!” “Giovanna?” chiese stupito Pillo “Giovanna, hai stampato il comunicato 88? Fra poco c’è la ricreazione e tu non l’hai stampato?!” “Comunicato 88? Ricreazione? Giovanna? Ma chi sei tu?” “Giovanna, non è il momento di scherzare, io sono il CiCeron… ora non perdere tempo; Giovannissima, corri subito a stamparmi il comunicato in segreteria!!” “Segreteria?!” “GIOVANNA! Ci sei? Ce la fai? Sei connessa?! Segreteria: alla fine del corridoio vai a sinistra e poi prendi la prima porta a sinistra! Muoviti, è TARDI!!!” e, così dicendo, il CiCeron scappò via.

Pillo perplesso… un dubbio atroce: “ma intendeva la mia sinistra o la sua sinistra???”. Panico. Ma subito il nostro Pillo trovò una soluzione: “Farò Testa o Croce: Testa è la SUA SINISTRA, Croce è la MIA DESTRA!” disse tutto felice e contento (povero Pillo, era talmente stressato che non riusciva a combinarne una di giusta!!).

Croce, così, inaspettatamente, il nostro caro amico si trovò nel laboratorio di chimica, dove trovò il MagoLucio che trafficava tra i suoi intrugli magici. Quest’ultimo vedendo Pillo di dimensioni alquanto ‘striminzite’ disse: “Per tutti gli NaCl, che ci fai qui? E in queste condizioni, per giunta?” Gli porse una PRO-CIMA (meglio conosciuta come pro-vetta) e gli comunicò: “Questa, tesoro, è l’Elizir n° 5 del MagoLucio, meglio conosciuto come Clorurato di Solfuro di Potassio deossizzato, deidrogenato, omogeneizzato e parzialmente scremato…” Davanti a questi complicati ragionamenti Pillo si trovò in alto mare (sebbene fosse uscito già dal prefabbricato allagato!). Il Mago continuò: “In pratica, questo ti farà ritornare grande!”. A queste parole Pillo s’illuminò e trangugiò l’intera pozione, tornando così delle dimensioni normali. “Oh, grande MagoLucio, grazie 1000!

Ti meriti una nuova tavola periodica tutta colorata!”; a queste parole il MagoLucio saltellò per tutto il laboratorio come gli elettroni allo stato eccitato!

Uscendo tutto contento nel corridoio, Pillo trovò lì ad aspettarlo due loschi tipi: erano detti ‘I gemelli cinematici della Fisica Newtoniana”, ma, per fare prima, tutti li chiamavano Manu&Franz… Uno era altissimo (purissimo e fisicissimo!), l’altra era piccolina e con i capelli biondi a ‘funghetto’ (cara!)… chissà cosa volevano?! Pillo con passo quatto si avvicinò a loro…si avvicinava sempre di più… era sempre più vicino… riusciva quasi a vedere il risultato (sbagliato!) del primo esercizio del compito che teneva in mano Manu... vicinissimo… […continua]

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La posta di Chicca La posta di Chicca La posta di Chicca La posta di Chicca La posta di Chicca Rasoio di Ockham

La posta di Chicca!

La posta di Chicca! La posta di Chicca!

La posta di Chicca! La posta di Chicca!

di Enrica Innocente

Ciao a tutti!

Qualche settimana fa ho ricevuto una lettera molto bella (che purtroppo mi è stato chiesto di non pubblicare) da una ragazza che è stata lasciata dopo una storia durata sei mesi. Dopo l’iniziale dolore, i suoi sentimenti si sono trasformati in rancore, in rabbia per un ragazzo che era diventato tutto per lei e che l’ha lasciata, da un giorno all’altro, con la scusa di non provare più quello che sentiva prima. Il problema più grande, però, è che sono compagni di classe e lei è costretta a vederlo ogni mattina… e questo di certo non la aiuta a dimenticare. Non riesce a farsene una ragione, a capire perché soffre ancora, mentre il suo ex sembra aver dimenticato tutto e non ha nemmeno il rispetto di evitare di abbracciare e baciare tutte le sue compagne di fronte a lei. Vorrebbe fargli capire quanto ha sofferto per questa separazione e vorrebbe far capire ai loro amici che lui non è il bravo ragazzo che tutti credono, perché le ha recato un dolore insopportabile. Mi ha chiesto di aiutarla, di darle un consiglio per uscire da questo vortice…

Spero di aver riassunto la situazione in modo chiaro…

Cara Elly,

Grazie per la tua lettera! È veramente molto bella, sei stata profonda, precisa nel descrivere quello che hai provato e provi ancora. Le tue parole trasmettono perfettamente i sentimenti di cui mi hai parlato e mi sono tornate in mente esperienze che ho vissuto personalmente.

Prima di tutto voglio dirti che è normale non riuscire a dimenticare subito e a lasciarsi tutto alle spalle.

Probabilmente ci vorranno mesi, forse anni, ma con questo non voglio scoraggiarti, voglio solo farti capire che un sentimento non si può cancellare da un momento all’altro. Soprattutto se si tratta del primo amore, visto che tu l’hai definito il primo ragazzo che hai veramente amato, a cui ti eri legata a tal punto da considerarlo, forse, la persona più importante della tua vita.

Conosco il sentimento che si prova quando si realizza che è tutto finito, che l’unica cosa a cui ci si è così intensamente dedicati, magari trascurando gli amici o la famiglia, non si potrà più avere. È un dolore insopportabile, indescrivibile a parole, è come se non ci fosse più alcuna ragione per vivere, come se il mondo ti crollasse addosso. E non si riesce ad accettare la realtà, non ci si crede, si pensa a come poter recuperare ciò che si è perso, si pensa anche di farla finita, invece che trovare un modo per affrontare la situazione, rialzarsi e continuare a camminare…

Per te deve essere stata davvero dura perché hai visto crollare tutto quello che avevi costruito in sei mesi nel giro di pochi giorni. Mi hai scritto che c’è stato un periodo in cui lui non sapeva più se continuare a stare con te o no e poi, un brutto giorno, ti ha scritto un biglietto (non te l’ha nemmeno detto in faccia…!) in cui diceva che aveva preso la sua decisione. La scusa che ha usato è, a mio parere, banale e assurda… un ragazzo non può, DI PUNTO IN BIANCO, decidere di voler stare solo, di non essere più legato a nessuna, e soprattutto di non provare più quello che sentiva prima. Deve esserci qualcosa che ha fatto cambiare i suoi sentimenti per te, sarebbe dovuto essere più preciso, avrebbe dovuto parlartene fin da quando é entrato in crisi e non prendere da solo una decisione come questa.

Io, al tuo posto, non ce la farei a sopportare di vederlo ogni giorno, soprattutto sapendo che, nonostante quello che ti ha fatto, la visione che hanno di lui le altre persone non è cambiata, il rapporto che ha con la classe è rimasto lo stesso, mentre vorresti che tutti, come te, lo odiassero per come si è comportato nei tuoi confronti. Capisco il tuo desiderio di vendetta e so che, in realtà, è dettato dal dolore e dalla rabbia, non da

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La posta di Chicca Rasoio di Ockham

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La posta di Chicca…

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Però, io ho imparato che con la vendetta non si ottiene nulla, anzi, il male che si vuole fare poi ci si ritorce nuovamente contro e comporta ancora dolore. Inoltre contribuisce a peggiorare sempre più i rapporti con il tuo ex e ad eliminare anche l’unica speranza che forse era rimasta di ricostruire un rapporto civile.

Credo che il miglior modo di comportarsi sia l’indifferenza. Devi dimostrargli che sai andare avanti con la tua vita, che puoi vivere anche senza di lui, che sei forte e che saprai trovare qualcuno che ti apprezzerà di più e che non ti farà stare così male. So che è facile dirlo, mentre farlo è ben più difficile, però l’unica soluzione è quella di guardare avanti e cominciare di nuovo a vivere. Di solito, nei film, finisce sempre che il protagonista, dopo essere stato lasciato, si consola con un nuovo amore, che lo rende ancora più felice del precedente.

Nella realtà, però, raramente succede subito così…

Il consiglio che ti do, anche per esperienza, è quello di renderti conto che, nella vita, accanto al dolore, esistono anche un sacco di cose belle, un sacco di persone che ti vogliono bene o che, come te, hanno vissuto esperienze simili e sono disposte ad aiutarti. Se dai importanza alle piccole cose che ti circondano, ai piccoli gesti d’amore o d’affetto che ricevi ti puoi accorgere che, in fondo, la vita non è poi così crudele e riuscirai a trovare la forza per superare tutto questo. Può sembrare stupido, ma una delle cose che mi hanno aiutata ad andare avanti in situazioni come la tua, è stato, per esempio, il semplice gesto di mia mamma che, quando sono stata lasciata una volta da un ragazzo, è tornata a casa ogni giorno, per settimane, con dei cioccolatini, dei pasticcini o con dei regali, per cercare di rendermi felice… oppure le lettere che mi hanno scritto alcune amiche o gli inviti ad uscire e a divertirmi… forse tutta questa situazione ti potrà servire per costruire un rapporto più profondo con le tue amiche, per recuperare tutto ciò che hai perso o trascurato mentre stavi con questo ragazzo, per accorgerti che hai molte persone accanto che ti capiscono e vogliono aiutarti, anche solo con semplici gesti… esci, divertiti, dedicati a nuovi interessi, non rinchiuderti nel dolore! Vai avanti con la vita e apriti agli altri, confrontati e discuti, perché anche solo il parlare del tuo problema ti può aiutare ad uscirne… anche solo l’aver ammesso, nella tua lettera, che hai bisogno di aiuto, è un passo avanti verso la soluzione… e non si sa mai, magari sarai così fortunata da trovare al più presto un alto ragazzo che ti faccia dimenticare tutto, come nei film…

Ricordati che non sei l’unica che ha vissuto questa esperienza, perciò non dire che gli altri non ti possono capire… probabilmente potrà accadere di nuovo (anche se ti auguro di no!), ma l’importante è che tu non ti scoraggi e che trovi ogni volta la forza e il modo per andare avanti…

Spero che tu sia soddisfatta della mia risposta e spero di averti almeno in parte aiutata! Se avrai voglia di scrivermi ancora, sarò felice di risponderti di nuovo!

Un bacione!

Chicca

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