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PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

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Academic year: 2022

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PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2019 – 2021

(con apposita sezione per la Trasparenza e l’Integrità) approvato con delibera del Consiglio Direttivo nella seduta del 09.01.2019 delibera approvazione n.01/007

Presentazione

Nelle pagine che seguono è presentato il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.) 2019–

2021, comprensivo di un’apposita sezione dedicata alla Trasparenza ed all’Integrità

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Sommario SEZIONE I

Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione 2019 - 2021 1. INTRODUZIONE

1.1. Entrata in vigore, validità ed aggiornamenti 1.2. Obiettivi

1.3. Struttura del Piano triennale per la prevenzione della corruzione 1.4. Destinatari del Piano

1.5. Obbligatorietà

2. QUADRO NORMATIVO 3. ELENCO DEI REATI

4. LA METODOLOGIA SEGUITA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO 4.1. Pianificazione

4.2. Analisi dei rischi

4.3. Progettazione del sistema di trattamento del rischio

4.4. Stesura del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 4.5. Monitoraggio

5. LE MISURE DI CARATTERE GENERALE

5.1. Le misure di trasparenza: il collegamento con la Sezione Trasparenza ed Integrità.

5.2. Il codice di comportamento 6. OBIETTIVI STRATEGICI 7. IL WHISTLEBLOWING

8. LA FORMAZIONE E LA COMUNICAZIONE 8.1. La rotazione del personale

9. IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA.

10. ALTRE INIZIATIVE

10.1. Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all'arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione

10.2. Elaborazione di direttive per l'attribuzione degli incarichi dirigenziali con la definizione delle cause ostative al conferimento e verifica dell'insussistenza di cause di incompatibilità.

10.3. Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto

10.4. Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell'attribuzione degli incarichi e dell'assegnazione ad uffici

10.5. Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra l'Ordine ed i soggetti che con esso stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell'ambito dei contratti pubblici

10.6. Indicazione delle iniziative previste nell'ambito dell'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere

10.7. Indicazione delle iniziative previste nell'ambito di concorsi e selezione del personale

10.8. Organizzazione del sistema di monitoraggio sull'attuazione del P.T.P.C., con l'individuazione dei referenti, dei tempi e delle modalità di informativa

11. PARTE SPECIALE: MAPPATURA, ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEI PROCESSI

11.1. Aree a rischio

11.2. Modalità di valutazione delle aree di rischio 11.2.1. Area acquisizione e progressione del personale 11.2.2. Area affidamento di lavori, servizi e forniture

11.2.3. Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario

11.2.4. Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario

11.2.5. Area provvedimenti ulteriori soggetti a rischio

11.2.6. Area realizzazione delle iniziative per ECM e formazione 11.2.7. Area adozione di pareri di congruità

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11.2.8. Area di indicazione di professionisti per lo svolgimento di incarichi 11.3. Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi 11.3.1. Area acquisizione e progressione del personale

11.3.2. Area affidamento di lavori, servizi e forniture

11.3.3. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto per il destinatario

11.3.4. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario

11.3.5. Altre attività soggette a rischio

11.3.6. Provvedimenti relativi alle iniziative per ECM e formazione 11.3.7. Provvedimenti per l'adozione di pareri di congruità

11.3.8. Provvedimenti di indicazione di professionisti per l'affidamento di incarichi specifici SEZIONE II

Misure per la Trasparenza e l’Integrità 2018 - 2020 1. INTRODUZIONE

1.1 Funzioni attribuite all’Ordine 1.2. Articolazione degli uffici 2. Le principali novità

2. PROCESSO DI ATTUAZIONE DELLE MISURE

3. PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE DELLE MISURE 3.1. Uffici e personale coinvolti nell’individuazione dei contenuti delle misure Termini e modalità di adozione delle misure di cui alla presente sezione 3.2. Termini e modalità di adozione delle misure di cui alla presente sezione 3.3. Compiti del R.P.C.T. in tema di Trasparenza ed Integrità

4. RESPONSABILI DELLA TRASMISSIONE E DELLA PUBBLICAZIONE DEI DATI, DEI DOCUMENTI E DELLE INFORMAZIONI

5. INIZIATIVE DI COMUNICAZIONE DELLE MISURE 5.1. Iniziative di comunicazione all’interno della struttura operativa 6. CONTENUTI

7. SISTEMA DI MONITORAGGIO INTERNO SULL’ATTUAZIONE DEL PIANO

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SEZIONE I

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2019 - 2021 1. INTRODUZIONE

Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (da ora “P.T.P.C.”) dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Latina (da ora “Ordine”) è stato redatto in coerenza con le disposizioni contenute, in particolare, nella L. n. 190/2012, nel D. Lgs. 97\2016 e nel Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.) 2016 adottato dall’Anac con delibera n. 831 del 03\08\2016. I contenuti sono stati sviluppati in linea con le indicazioni contenute nel P.N.A., ove applicabili, e tenendo conto delle specificità organizzative e strutturali e della particolare natura delle attività istituzionali svolte dall’Ordine, il cui personale è tra i destinatari del P.T.P.C. e, conseguentemente, dell’attività del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (da ora “R.P.C.T.”).

Il quadro normativo ha visto il susseguirsi di una serie di provvedimenti in materia di prevenzione della corruzione (L. n. 190/2012, D. Lgs. n. 39/2013, L. n. 98/2013 e D. Lgs. 97\2016), di trasparenza (D. Lgs. n.

33/2013 e D. Lgs. 97\2016) e di ciclo della performance (D. Lgs. n. 150/2009 e s.m. ed i.), facendo sorgere un’esigenza di coordinamento delle diverse disposizioni. In tal senso, l’Ordine ha inteso elaborare un documento in grado di offrire coerenza tra gli ambiti sviluppati nel P.T.P.C. e nell’apposita Sezione per la Trasparenza e l’Integrità, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi e gli indicatori, sviluppati secondo criteri omogenei.

La predisposizione del P.T.P.C., che si è articolata in 4 fasi infra descritte, è stata curata dal R.P.C.T., nominato anche Responsabile della Trasparenza individuato nella figura del Dott.Ugo Catenacci, Consigliere dell’Ordine (delibera del Consiglio Direttivo del 01/09/2019 n. 01/007). Il Dott. Catenacci ha, quindi, ricevuto il compito di sviluppare le azioni di prevenzione e contrasto della corruzione anche attraverso la promozione della trasparenza.

Le quattro fasi che hanno caratterizzato il progetto sono:

1. Pianificazione;

2. Analisi dei rischi di corruzione;

3. Progettazione del sistema di trattamento del rischio;

4. Stesura del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione.

Nell’elaborazione del nuovo P.T.P.C. sono stati coinvolti principalmente attori interni all’Ordine, ovvero tutti i settori in cui si articola l’Ordine (anche assistiti da consulenti esperti esterni), con particolare riguardo ai settori dedicati alla disciplina, ai Contratti, al personale ed all’Amministrazione e contabilità.

Gli strumenti utilizzati sono stati incontri e consultazioni.

1.1. Entrata in vigore, validità ed aggiornamenti

Il P.T.P.C., che entra in vigore il giorno successivo all’approvazione da parte del Consiglio Direttivo dell’Ordine, ha una validità triennale e potrà essere aggiornato annualmente entro il 31 gennaio di ciascun anno, in ottemperanza di quanto previsto dall'art. 1 co. 8 L. n. 190/2012.

L’aggiornamento annuale del P.T.P.C. potrà essere determinato dall’eventuale mutamento della normativa o dall'emersione di nuovi fattori di rischio che non sono stati considerati in fase di predisposizione del presente P.T.P.C., anche dovuti a modifiche legislative delle competenze dell’Ordine. Il R.P.C.T. potrà, inoltre, proporre delle modifiche al presente documento, qualora ritenga che circostanze sopraggiunte possano ridurre l'idoneità del Piano a prevenire il rischio di corruzione o limitarne la sua efficace attuazione.

L’attuazione del P.T.P.C. risponde all’obiettivo dell’Ordine di una corretta e trasparente gestione delle attività istituzionalmente svolte, in linea con le diverse disposizioni di legge e con i principi di corretta amministrazione.

1.2. Obiettivi

Il P.T.P.C. è, inoltre, finalizzato ad assicurare la correttezza dei rapporti tra l’Ordine e i soggetti che con lo stesso intrattengono relazioni, ma anche a sviluppare la consapevolezza che il manifestarsi di fenomeni di corruzione, oltre a produrre conseguenze sul piano penale a carico del soggetto che commette la violazione,

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determina un danno per l’Ordine, Ente pubblico non economico di tipo associativo obbligatorio, con funzioni ausiliarie dello Stato.

1.3. Struttura del Piano triennale per la prevenzione della corruzione

Allo scopo di conferire al P.T.P.C. una maggiore dinamicità collegata all'esigenza di procedere annualmente alla revisione, esso è stato strutturato nel modo seguente.

1) Una parte generale, che comprende:

a) L’indicazione del quadro normativo di riferimento;

b) L’elenco delle ipotesi di reato prese in esame;

c) La descrizione della metodologia seguita per l’elaborazione del piano;

d) L’individuazione delle misure di carattere generale valide per tutti i processi che caratterizzano l'attività dell’Ordine;

e) I compiti del Responsabile della prevenzione della corruzione.

2) Una parte speciale, nella quale sono descritti:

a) I processi, i sub-processi e le attività a rischio;

b) I reati ipotizzabili in via potenziale;

c) Il livello di esposizione al rischio;

d) Le misure di prevenzione, con l'indicazione degli obiettivi e dei tempi definiti per l'attuazione delle misure.

1.4. Destinatari del Piano

In base alle indicazioni contenute nella L. n. 190/2012 e nel P.N.A., sono stati identificati come destinatari del P.T.P.C.:

a) il Presidente

b) i componenti del Consiglio Direttivo

c) i componenti della Commissione Albo Odontoiatri (C.A.O.) d) i Revisori dei Conti;

e) i componenti dei Gruppi di lavoro e delle Commissioni e f) i Consulenti

g) il Personale dell’Ordine

h) i titolari di contratti per lavori, servizi e forniture 1.5. Obbligatorietà

È fatto obbligo a tutti i soggetti indicati nel par. 1.4 di osservare scrupolosamente le norme e le disposizioni contenute nel presente Piano.

2. QUADRO NORMATIVO

Il quadro normativo – di carattere non esaustivo - definisce il complesso delle norme seguite nella stesura del P.T.P.C.. Fra queste, in particolare, si ricordano:

Il D. Lgs. 25\05\2016 n. 97, “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”;

Il Piano Nazionale Anticorruzione approvato dall’ANAC con delibera n. 831 del 03\08\2016; La L. 6 novembre 2012, n. 190, “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”;

Il Piano Nazionale Anticorruzione predisposto l’11\07\2013 dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed approvato dall’ANAC con delibera n. 72 dell’11\09\2013;

Il D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;

Il D. Lgs. 8 aprile 2013, n. 39, “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'art. 1 co. 49 e 50 L. 6 novembre 2012, n. 190”;

Il D.L. 24 giugno 2014, n. 90, convertito in L. 11 agosto 2014, n. 114, “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari”;

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Il D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”;

D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62, intitolato “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165”;

Il D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla L. 17 Dicembre 2012 n. 221;

Il D.L. 31 agosto 2013, n. 101, “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”, convertito in L. 30 ottobre 2013, n. 125.

3. ELENCO DEI REATI

Il P.T.P.C. è redatto per favorire la prevenzione di una pluralità di reati.

Si è fatto riferimento ad un'accezione ampia di corruzione, prendendo in considerazione i reati contro la Pubblica Amministrazione disciplinati nel Capo I del Titolo II del Libro Secondo del codice penale e, più in generale, tutte quelle situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, potrebbe concretizzarsi una distorsione delle finalità istituzionali dell’Ordine.

L'attenzione si è focalizzata, in particolare, sulle seguenti tipologie di reato.

1. Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.);

2. Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.);

3. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.);

4. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);

5. Concussione (art. 317 c.p.);

6. Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.);

7. Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);

8. Peculato (art. 314 c.p.);

9. Peculato mediante profitto dell'errore altrui (art. 316 c.p.);

10. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione (art. 328 c.p.);

11. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio (art. 326 c.p.).

4. LA METODOLOGIA SEGUITA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO

Come evidenziato nel paragrafo introduttivo, la predisposizione del Piano si è articolata in quattro fasi:

1. Pianificazione;

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2. Analisi dei rischi;

3. Progettazione del sistema di trattamento del rischio;

4. Stesura del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione.

4.1. Pianificazione

Nella fase di pianificazione, sono stati individuati i settori da coinvolgere nell'attività di predisposizione del P.T.P.C.. L'identificazione dei soggetti è avvenuta, tenendo conto delle attività svolte e delle peculiarità della struttura organizzativa dell’Ordine. Considerate, quindi, le attribuzioni dell’Ordine, sono stati coinvolti i dipendenti dedicati alle seguenti attività:

o Assistenza e supporto agli Organi dell’Ente;

o Gestione del personale;

o Gestione fornitori e rapporti bancari;

o Procedimenti disciplinari;

o Formazione professionale continua;

o Rilascio di pareri di congruità;

o Indicazione di professionisti per l’affidamento di incarichi specifici.

Prima di procedere all'analisi dei rischi di corruzione, si è provveduto a definire il quadro dei processi che caratterizzano l'attività dell’Ordine, con riferimento sia ai processi istituzionali (che riguardano le attività che l’Ordine svolge in base ai compiti ad esso riconosciuti dall'insieme delle norme vigenti) che a quelli di supporto (che comprendono le attività necessarie ad assicurare l'efficace funzionamento dei processi istituzionali e, più in generale, il corretto espletamento delle funzioni).

Assistenza e supporto agli Organi dell’Ente Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Gestione del personale Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Contabilità, gestione fornitori e rapporti

bancari

Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Procedimenti disciplinari Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Formazione professionale continua Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Rilascio di pareri di congruità Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza Indicazione di professionisti per l’affidamento Attività di indirizzo Attività consultiva Attività di vigilanza

4.2. Analisi dei rischi

L’analisi dei rischi si è articolata nell’identificazione dei rischi di corruzione che caratterizzano i processi e nella valutazione del grado di esposizione ai rischi. Ciò ha consentito una prima individuazione dei rischi e una loro valutazione.

In particolare sono stati considerati, ove applicabili, i seguenti fattori:

• la discrezionalità del processo;

• la rilevanza esterna;

• la frazionabilità;

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• il valore economico;

• la complessità;

• la tipologia di controllo applicato al processo.

Per quanto riguarda l'impatto, sono stati considerati invece:

• l'impatto economico;

• l'impatto reputazionale;

• l'impatto organizzativo.

4.3. Progettazione del sistema di trattamento del rischio

La terza fase ha riguardato la progettazione del sistema di trattamento dei rischi individuati nella fase precedente. Tale sistema comprende la definizione delle strategie di risposta al rischio e la progettazione delle azioni specifiche da implementare, al fine di allineare il profilo di rischio residuo al livello di rischio considerato accettabile.

Nel sistema di trattamento del rischio possono essere fatte rientrare tutte quelle azioni che contribuiscono a ridurre la probabilità di manifestazione dei reati di corruzione oppure a limitarne l'impatto. Il sistema di trattamento dei rischi di corruzione implementato prevede:

1. misure di carattere generale, che comprendono tutte quelle azioni comuni ai processi a rischio, che riguardano l'organizzazione nel suo complesso e che possono contribuire a ridurre la probabilità di commissione di comportamenti corruttivi;

2. misure specifiche che riguardano i singoli processi a rischio e sono finalizzati a definire il sistema di trattamento del rischio specifico per ciascun processo.

La descrizione delle misure di carattere generale è riportata nel par. 5, mentre la descrizione delle misure di prevenzione specifiche è riportata nella Parte Speciale del Piano.

4.4. Stesura del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione

La quarta fase del progetto ha riguardato la stesura del P.T.P.C., da presentare al Consiglio Direttivo per l'approvazione.

Al fine di favorire la diffusione dei principi e delle regole contenute nel presente documento e la conoscenza delle misure di prevenzione che devono essere attuate nel corso delle attività dell’Ordine è prevista un'attività di informazione e comunicazione del Piano, nonché di formazione sullo stesso

4.5. Monitoraggio

Il monitoraggio sarà condotto su base annuale dal R.P.C.T.. Tra le attività di monitoraggio rientrano, a titolo esemplificativo:

1. la verifica dell'attuazione delle misure definite nel Piano;

2. l'esame delle informazioni sulle modalità di svolgimento dei processi a rischio;

3. l'analisi e la successiva verifica di segnalazioni relative alla commissione di reati di corruzione pervenute tramite il meccanismo del whistleblowing o attraverso fonti esterne;

4. la verifica dell’adeguatezza delle misure previste dal Piano sulla base di eventuali segnalazioni pervenute al R.P.C.T. da parte di soggetti esterni o interni o attraverso gli esiti dell’attività di monitoraggio. In questa prima fase, qualora dall’attività di verifica emergessero elementi di criticità particolarmente significativi, è previsto l’eventuale aggiornamento del Piano.

Il R.P.C.T. riferisce al Consiglio Direttivo dell’Ordine sull’esito dei monitoraggi e delle iniziative adottate.

La relazione annuale che il R.P.C.T. deve redigere entro il 15 dicembre di ogni anno (salvo proroghe), secondo quanto previsto dall’art. 1 co. 14 L. n. 190/2012, è pubblicata sul sito istituzionale ed inviata al Consiglio Direttivo dell’Ordine.

5. LE MISURE DI CARATTERE GENERALE

Come evidenziato nel paragrafo precedente, le misure di carattere generale si riferiscono a tutte quelle azioni di prevenzione del rischio di corruzione che riguardano l'organizzazione nel suo complesso e che definiscono le caratteristiche del contesto organizzativo, in cui operano le misure di controllo specifiche o particolari, che riguardano, invece, i singoli processi a rischio.

Le misure di carattere generale si riferiscono a:

a) Le azioni poste in essere per assicurare la trasparenza delle attività realizzate dall’Ordine;

b) L’informatizzazione dei processi;

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c) L’accesso telematico a dati, documenti e procedimenti e il riutilizzo dei dati, documenti e procedimenti;

d) Il monitoraggio sul rispetto dei termini;

e) Il codice di comportamento;

f) La formazione e la comunicazione del Piano.

5.1. Le misure di trasparenza: il collegamento con la Sezione Trasparenza ed Integrità.

La trasparenza – ancor più dopo le modifiche di cui al D. Lgs. 97\2016 - costituisce un importante principio che caratterizza l’attività dell‘Ordine per prevenire la corruzione e, più in generale, qualsiasi situazione che possa provocare un malfunzionamento. Come da PNA 2016, si tratta di “una misura di estremo rilievo e fondamentale per la prevenzione della corruzione”.

La pubblicazione costante di informazioni sulle attività poste in essere permette, infatti, di favorire forme di controllo diffuso e di svolgere un'importante azione di deterrente per potenziali condotte illegali o irregolari.

L’attuazione delle disposizioni in materia di trasparenza è demandata al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, individuato nel Dott. Dei Giudici, Consigliere dell’Ordine, come sopra riportato. Considerata l'importanza che le misure per la trasparenza rivestono anche ai fini della prevenzione della corruzione ed anche alla luce del D. Lgs. 97\2016, la “apposita sezione” dedicata alla Trasparenza ed all’Integrità è parte integrante del presente Piano. Il dettaglio delle misure adottate in termini di trasparenza è contenuto in detta Sezione. Al fine di consentire a chiunque fosse interessato di esaminare le iniziative intraprese dall’Ordine per prevenire la corruzione, il P.T.P.C. è pubblicato sul sito Internet www.ordinemedicilatina.it

5.2. Il codice di comportamento Riferimenti normativi:

Art. 54 D. Lgs. n. 165/2001, come sostituito dall’art. 1 co. 44 L. n. 190/2012;

D.P.R. n. 62/2013.

L’art. 54 del D. Lgs. n. 165 del 2001, come sostituito dall’art. 1 co. 44 L. n. 190\2012, assegna al Governo il compito di definire un Codice di comportamento dei pubblici dipendenti “al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico.”. In attuazione della delega il Governo ha approvato il D.P.R. n. 62 del 2013, recante il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Lo strumento dei codici di comportamento è una misura di prevenzione fondamentale, in quanto le norme in essi contenute regolano in senso legale ed eticamente corretto il comportamento dei dipendenti e, per tal via, indirizzano l’azione amministrativa. Si tratta di una misura molto diffusa ed apprezzata anche negli altri Paesi europei e l’esperienza internazionale ne consiglia la valorizzazione.

Il Codice si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D. Lgs. n. 165 del 2001, il cui rapporto di lavoro è disciplinato contrattualmente, ai sensi dell’articolo 2, commi 2 e 3 del medesimo decreto e, quindi, anche ai dipendenti dell’Ordine.

In maniera del tutto innovativa, l’art. 2, comma 3, del Codice prevede l’estensione degli obblighi di condotta anche nei confronti di tutti i collaboratori dell’amministrazione, dei titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità, nonché nei confronti di collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi o che realizzano opere in favore dell’amministrazione.

Secondo quanto previsto dall’art. 54 co. 5 D. Lgs. n. 165\2001 e dall’art. 1 co. 2, del Codice, ciascuna amministrazione deve definire, con procedura aperta alla partecipazione, un proprio Codice di comportamento.

In ogni caso, i Codici settoriali dovranno individuare regole comportamentali differenziate a seconda delle specificità professionali, delle aree di competenza e delle aree di rischio.

L’art. 4, comma 5, del Codice precisa la soglia orientativa dei regali di modico valore, che non possono superare i 150,00 euro. I Codici adottati dalle singole amministrazioni possono comunque fissare soglie più basse in relazione alle caratteristiche dell’ente e alla tipologia delle mansioni.

L’art. 8 prevede espressamente l’obbligo di rispettare le misure contenute nel P.T.P.C. e di prestare collaborazione nei confronti del responsabile della prevenzione.

Il Codice contiene una specifica disciplina per i dirigenti, compresi quelli “a contratto” e il personale che svolge una funzione equiparata a quella dirigenziale nell’ambito degli uffici di diretta collaborazione.

Con una chiara presa di posizione, che marca la differenza rispetto al passato, la L. n. 190\2012 chiarisce che la violazione delle regole del Codice generale approvato con D.P.R. 62\2013 e dei Codici adottati da ciascuna

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amministrazione dà luogo a responsabilità disciplinare. Quindi, le norme contenute nei Codici di comportamento fanno parte a pieno titolo del “codice disciplinare”.

Il Codice incoraggia l’emersione di valori positivi all’interno e all’esterno dell’amministrazione.

In data 09/03/2016, il Consiglio Direttivo, con propria deliberazione n.03/31, ha approvato il Codice di Comportamento dei dipendenti.

Qualunque violazione del Codice di Comportamento deve essere denunciata al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, attraverso comunicazione scritta, anche tramite posta elettronica.

6. OBIETTIVI STRATEGICI

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine, dopo adeguata consultazione con il R.P.C.T., Dott. Ugo Catenacci, determina, ai fini del presente Piano, i seguenti obiettivi strategici:

a) Predisposizione di tutti gli elementi organizzativi, anche per ciò che attiene alle risorse umane da dedicarvi, per assicurare una maggiore celerità e professionalizzazione nella gestione dei procedimenti rientranti nella propria potestà deontologico – disciplinare;

b) Informatizzazione: incremento della pianificazione, dello sviluppo e della gestione dei sistemi informativi dell’Ordine.

7. IL WHISTLEBLOWING

Il whistleblowing è un meccanismo per l'individuazione di irregolarità o di reati, di cui l’Ordine intende avvalersi per rafforzare la sua azione di prevenzione della corruzione.

L'art. 1 co. 51 L. n. 190/2012 ha introdotto una forma di tutela nei confronti del dipendente pubblico che segnala degli illeciti, prevedendo che “fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia”. Segnalazioni e comunicazioni di comportamenti relativi a potenziali o reali fenomeni corruttivi, quindi, potranno essere fatte pervenire direttamente al R.P.C.T. in qualsiasi forma. Il R.P.C.T. dovrà assicurare la conservazione delle segnalazioni raccolte, garantendo l’anonimato dei segnalanti.

Come previsto dall'art. 1 co. 51 L. n. 190\2012, il R.P.C.T. si impegna ad adottare, sia nel caso vi siano episodi di corruzione sia in mancanza degli stessi, tutti i provvedimenti affinché l'identità del segnalante non sia rivelata. L’identità del segnalante deve essere protetta in ogni contesto successivo alla segnalazione. L'identità non può essere rivelata, salvo i casi espressamente previsti dalle norme di legge.

Tutti coloro che vengano coinvolti nel processo di gestione della segnalazione sono tenuti alla riservatezza. La violazione della riservatezza potrà comportare irrogazione di sanzioni disciplinari, salva l'eventuale responsabilità penale e civile dell'agente.

8. LA FORMAZIONE E LA COMUNICAZIONE

La formazione del personale costituisce una componente centrale del sistema di prevenzione della corruzione.

Tramite l'attività di formazione, l’Ordine intende assicurare la corretta e piena conoscenza dei principi, delle regole e delle misure contemplate dal Piano da parte di tutto il personale, anche in funzione del livello di coinvolgimento nei processi esposti al rischio di corruzione.

L’obiettivo minimo generale è quello di erogare, mediamente, 4 ore di formazione per ciascun dipendente sui seguenti ambiti tematici:

- Contratti e gestione degli appalti;

- Normativa e pratiche nel campo dell’anticorruzione (incluse Trasparenza ed Integrità) e dell’analisi e della gestione del rischio, con particolare riferimento alle nuove aree della formazione professionale continua, del rilascio di pareri di congruità e delle indicazioni di professionisti per l’affidamento di incarichi specifici);

- Codice di comportamento dei dipendenti;

- procedure, dei controlli e delle pratiche da attuare per prevenire e ridurre al minimo il rischio di corruzione Verranno erogate, pertanto, attività di formazione al personale dedicato alla gestione dei fornitori e dei rapporti bancari, sul tema dei contratti e della gestione degli appalti, dal punto di vista delle procedure, dei controlli e delle pratiche da attuare per prevenire e ridurre al minimo il rischio di corruzione.

(11)

Verrà, altresì, erogata formazione su ciò che riguarda la normativa e le pratiche nel campo dell’anticorruzione;

tali attività saranno aperte alla partecipazione di tutto il personale.

Per quel che riguarda la comunicazione interna, al fine di favorire la diffusione della conoscenza del Piano e delle misure in esso contenute, sarà inviata una nota informativa a tutto il personale dell’Ordine, agli esperti e ai consulenti, per invitarli a prendere visione del P.T.P.C. . Inoltre, il personale in servizio e coloro che inizieranno a prestare servizio o a collaborare a qualunque titolo con l’Ordine, all’atto della costituzione del rapporto di lavoro o di collaborazione, sottoscriveranno una dichiarazione di presa visione del Piano e di impegno a rispettare i principi e le disposizioni in esso contenuti.

Per quel che riguarda le iniziative di comunicazione esterna, oltre alle iniziative propriamente di consultazione prima richiamate, il P.T.P.C., una volta adottato con le eventuali modifiche, viene pubblicato sul sito dell’Ordine nella sezione “Amministrazione Trasparente” –

8.1. La rotazione del personale

Riferimenti normativi: Art. 4, lett. e); comma 5, lett. b); comma 10, lett. b) L. 190/2012;

-quater del D. Lgs. 165/2001.

Pur considerando la rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione un’importante misura tra gli strumenti di prevenzione della corruzione, non è possibile, allo stato (e salva futura provvista di personale), ipotizzarne l’attuazione all’interno dell’Ordine, considerata la sua struttura e il numero dei dipendenti. Tuttavia, il sistema di controllo attualmente in vigore non lascia spazio a decisioni personalistiche, che possano far aumentare l’incidenza di reati connessi alla corruzione.

9. IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

Il R.P.C.T. è una figura centrale del sistema di trattamento del rischio di corruzione. A tale figura la normativa assegna alcuni importanti compiti, il cui corretto assolvimento permette di rafforzare l'efficacia del sistema di controllo preventivo.

In applicazione dell'art. 1 co. 7 L. n. 190\2012, l’Ordine ha provveduto ad identificare il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza nella figura del Dott. Ugo Catenacci, Consigliere dell’Ordine.

Le ridotte dimensioni organizzative dell’Ordine non consentono di designare quale R.P.C.T. un soggetto diverso da un Consigliere privo di deleghe gestionali dirette.

La durata dell'incarico di R.P.C.T. è pari alla durata dell'incarico di Consigliere dell’Ordine. Le funzioni ed i compiti del R.P.C.T. sono disciplinati, in particolare, dall’art. 1 co. 8-10 L. n. 190 del 2012, dal D. Lgs. n.

39/2013 e dal D. Lgs. 97\2016 10. ALTRE INIZIATIVE

10.1. Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all'arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione

I riferimenti normativi statali per il ricorso all'arbitrato sono, a titolo non esaustivo, gli artt. 209 e 210 D. Lgs.

18\04\2016, n. 50, recante “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”.

L’Ordine, considerata la propria organizzazione interna, si impegna a limitare il ricorso all'arbitrato, nel rispetto dei principi di pubblicità e rotazione definiti dai riferimenti normativi sopra richiamati. A tal fine verrà data immediata pubblicità, sul sito istituzionale dell’Ordine, della persona nominata arbitro delle eventuali controversie in cui sia parte l’Ordine stesso.

10.2. Elaborazione di direttive per l'attribuzione degli incarichi dirigenziali con la definizione delle cause ostative al conferimento e verifica dell'insussistenza di cause di incompatibilità.

Il D. Lgs. n. 39/2013 recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n.190” ha disciplinato:

a) Particolari ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali/funzionari responsabili di posizione organizzativa in relazione all'attività svolta dall'interessato in precedenza;

(12)

b) Situazioni di incompatibilità specifiche per i titolari di incarichi dirigenziali/funzionari responsabili di posizione organizzativa;

c) Ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali/funzionari responsabili di posizione organizzativa per i soggetti che siano stati destinatari di sentenze di condanna per delitti contro la pubblica amministrazione.

L'Ordine è tenuto a verificare la sussistenza di eventuali condizioni ostative in capo ai dipendenti e/o soggetti cui l'organo di indirizzo politico intende conferire incarico, all'atto del conferimento degli incarichi dirigenziali e degli altri incarichi previsti dal D. Lgs. n. 39/2013.

L'accertamento avviene mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall'interessato nei termini ed alle condizioni dell'art. 46 D.P.R. n. 445\2000, pubblicata sul sito istituzionale (art. 20 D. Lgs. n. 39/2013).

La dichiarazione è condizione per l'acquisizione di efficacia dell'incarico.

Se all'esito della verifica della dichiarazione sostitutiva risulta la sussistenza di una o più condizioni ostative, l'Ordine si astiene dal conferire l'incarico e provvede a conferire l'incarico nei confronti di altro soggetto.

Gli atti ed i contratti posti in essere in violazione delle limitazioni sono nulli, ai sensi dell'art. 17 D. Lgs. n.

39/2013, mentre, ai sensi del successivo art. 18, a carico di coloro che hanno conferito i suddetti incarichi dichiarati nulli sono applicate le previste sanzioni. I Capi V e VI del D. Lgs. n. 39/2013, disciplinano le ipotesi di incompatibilità specifiche.

A differenza che nel caso di inconferibilità, la causa di incompatibilità può essere rimossa mediante rinuncia dell'interessato ad uno degli incarichi che la legge ha considerato incompatibili tra di loro.

Se si riscontra nel corso del rapporto una situazione di incompatibilità, il responsabile della prevenzione deve effettuare una contestazione all'interessato e la causa deve essere rimossa entro 15 giorni; in caso contrario, la legge prevede la decadenza dall'incarico e la risoluzione del contratto di

lavoro autonomo o subordinato (art. 19 D. Lgs. 8 aprile 2013, n. 39).

Se la situazione di incompatibilità emerge al momento del conferimento dell'incarico, la stessa deve essere rimossa prima del conferimento. Anche per l'incompatibilità, l'accertamento avviene mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall'interessato nei termini ed alle condizioni dell'art. 46 D.P.R. n. 445\2000, pubblicata sul sito dell'amministrazione.

Nel corso dell'incarico l'interessato presenta annualmente una dichiarazione sull'insussistenza di una delle cause di incompatibilità.

Gli adempimenti precedenti, compresa la verifica che negli interpelli per l'attribuzione degli incarichi siano inserite espressamente le cause ostative al conferimento o di incompatibilità, sono verificati dall'Ordine, per il tramite del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

10.3. Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto

Ai fini dell'applicazione dell'art. 53 co. 16 ter D. Lgs. n. 165\2001, l'Ordine, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, verifica che:

1. Nei contratti di assunzione del personale sia inserita la clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l'apporto decisionale del dipendente;

2. Nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, sia inserita la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto;

3. Sia disposta l'esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente;

4. Si agisca in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti per i quali sia emersa la violazione dei divieti contenuti nell'art. 53 co. 16 ter D. Lgs. n. 165/2001.

10.4. Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell'attribuzione degli incarichi e dell'assegnazione ad uffici

Ai fini dell'applicazione dell'art. 35 bis D. Lgs. n. 165\2001 e dell'art. 3 D. Lgs. n. 39\2013, l’Ordine, per il tramite del R.P.C.T., verifica la sussistenza di eventuali precedenti penali a carico dei dipendenti e/o soggetti cui intende conferire incarichi nelle seguenti circostanze:

– All’atto della formazione delle commissioni per l'affidamento di commesse o di commissioni di concorso;

(13)

– All’atto del conferimento degli incarichi dirigenziali e degli altri incarichi previsti dall'art. 3 D. Lgs. n.

39\2013;

– All’atto dell'assegnazione di dipendenti dell'area direttiva agli uffici che presentano le caratteristiche indicate dall'art. 35 bis D. Lgs. n. 165\2001;

– All’entrata in vigore dei citati artt. 3 e 35bis con riferimento agli incarichi già conferiti e al personale già assegnato.

L'accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d'ufficio ovvero mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall'interessato nei termini ed alle condizioni dell'art. 46 D.P.R. n. 445\2000 (art. 20 D. Lgs. n. 39 del 2013).

Se all'esito della verifica risultano a carico del personale interessato dei precedenti penali per delitti contro la pubblica amministrazione, l’Ordine:

– Si astiene dal conferire l'incarico o dall'effettuare l'assegnazione;

– Applica le misure previste dall'art. 3 D. Lgs. n. 39\2013;

– Provvede a conferire l'incarico o a disporre l'assegnazione nei confronti di altro soggetto.

In caso di violazione delle previsioni di inconferibilità, secondo l'art. 17 D. Lgs. n. 39\2013 l'incarico è nullo e si applicano le sanzioni di cui all'art. 18 del medesimo decreto.

L'Ordine, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, procede a:

– Effettuare i controlli sui precedenti penali ed all’adozione delle determinazioni conseguenti, in caso di esito positivo del controllo;

– Inserire negli interpelli per l'attribuzione degli incarichi espressamente le condizioni ostative al conferimento;

– Adeguare i propri regolamenti sulla formazione delle commissioni per l'affidamento di commesse o di concorso.

Qualora la situazione di inconferibilità si appalesa nel corso del rapporto, il responsabile della prevenzione della corruzione effettuerà la contestazione nei confronti dell'interessato, il quale dovrà essere rimosso dall'incarico o assegnato ad altro ufficio.

10.5. Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra l'Ordine ed i soggetti che con esso stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell'ambito dei contratti pubblici

In merito ai rapporti tra l'Ordine ed i soggetti che con esso stipulano contratti, si richiama il codice di comportamento del personale. Tale codice sancisce la cosiddetta terzietà tra i principi generali che devono ispirare la condotta dei dipendenti pubblici e contiene disposizioni atte ad evitare che, nell'espletamento dei propri compiti d'ufficio, i dipendenti possano operare scelte contrarie all'interesse dell'Ordine e dirette, invece, a conseguire utilità personali e/o di soggetti terzi.

10.6. Indicazione delle iniziative previste nell'ambito dell'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere

Le iniziative sono quelle previste nel capitolo 11 (PARTE SPECIALE: MAPPATURA, ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEI PROCESSI).

10.7. Indicazione delle iniziative previste nell'ambito di concorsi e selezione del personale

Le iniziative sono quelle previste nel capitolo 10 (Parte Speciale: mappatura, analisi e valutazione del rischio dei processi).

10.8. Organizzazione del sistema di monitoraggio sull'attuazione del P.T.P.C., con l'individuazione dei referenti, dei tempi e delle modalità di informativa

L'art. 1 co. 10 lett. a) L. n. 190/2012 prevede che il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza provveda alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'Ordine.

Con l'obiettivo di adempiere alla suddetta verifica, il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza si avvale di una serie di referenti all'interno dell'Amministrazione. In particolare tutti i dipendenti ed i collaboratori\consulenti dell’Ordine devono intendersi impegnati a garantire un flusso di informazioni continuo al responsabile della prevenzione della corruzione, affinché lo stesso possa costantemente vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del piano.

(14)

Ai sensi dell'art. 1 co. 14 L. n. 190/2012 il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, entro il 15 dicembre di ogni anno (salvo proroga) redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull'efficacia delle misure di prevenzione definite dal P.T.P.C.. Questo documento dovrà essere pubblicato sul sito istituzionale nonché trasmesso al Consiglio Direttivo dell’Ordine.

Secondo quanto previsto dal piano nazionale anticorruzione, tale documento dovrà contenere un nucleo minimo di indicatori sull'efficacia delle politiche di prevenzione.

11. PARTE SPECIALE: MAPPATURA, ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEI PROCESSI

I processi istituzionali e di supporto, come spiegato nel par. 4, sono stati scomposti in sub-processi e questi ultimi sono stati, talvolta, ulteriormente suddivisi in attività. La suddivisione dei sub-processi in attività è avvenuta in tutti quei casi in cui all'interno del sub-processo sono presenti delle attività che si caratterizzano per un livello di esposizione al rischio differente e, pertanto, si è ritenuto opportuno applicare un maggior livello di scomposizione.

Nell'analizzare i processi istituzionali e di supporto dell’Ordine, in questa prima versione del Piano, l'attenzione è stata rivolta alle aree di rischio obbligatorie previste dal PNA: personale e affidamento di lavori, servizi e forniture.

11.1. Aree a rischio

L’individuazione delle aree di rischio ha la finalità di consentire l’emersione delle aree nell’ambito dell’attività dell’intera amministrazione che devono essere presidiate più di altre mediante l’implementazione di misure di prevenzione.

Rispetto a tali aree il P.T.P.C. deve identificare le loro caratteristiche, le azioni e gli strumenti per prevenire il rischio, stabilendo le priorità di trattazione.

L’individuazione delle aree di rischio è il risultato di un processo complesso, che presuppone la valutazione del rischio da realizzarsi attraverso la verifica “sul campo” dell’impatto del fenomeno corruttivo sui singoli processi svolti nell’ente. La metodologia utilizzata dall’Ordine per effettuare la valutazione del rischio deve essere indicata e risultare in maniera chiara nel P.T.P.C..

Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e, quindi, sull’obiettivo istituzionale dell’ente, dovuto alla possibilità che si verifichi un dato evento.

Per “evento” si intende il verificarsi o il modificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’Ordine.

Le aree di rischio variano a seconda del contesto esterno ed interno e della tipologia di attività istituzionale svolta dalla specifica amministrazione.

All’interno dell’Ordine sono state individuate, in concreto, le seguenti aree di rischio (come da tabella 1: Le Aree di rischio):

➢ Processi finalizzati all’acquisizione e alla progressione del personale;

➢ Processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici, disciplinato D. Lgs. n. 163\2006;

➢ Processi finalizzati ad ampliare la sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

➢ Processi finalizzati ad ampliare la sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

➢ Processi finalizzati alla realizzazione delle iniziative ordinistiche per la formazione professionale continua;

➢ Processi finalizzati all’adozione di pareri di congruità sui corrispettivi per le prestazioni professionali;

➢ Processi finalizzati all’indicazione di professionisti per lo svolgimento di incarichi.

(15)

Tabella 1 aree di rischio AREE DI

RISCHIO

PROCESSO SOTTOPROCESSO REATI

POSSIBILI

SETTORE COMPETENTE

CONTROLLO

Gestione del personale

Processi finalizzati all’acquisizion e di risorse umane ed alla progressione del personale

-Reclutamento del personale

-Conferimento incarichi di consulenza

-Progressioni Orizzontali

1.Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.);

2. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art.319 c.p.);

3. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);

4. Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);

5. Concussione (art. 317 c.p.);

6. Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.);

7. Peculato (art. 314 c.p.);

8. Peculato mediante

profitto dell'errore altrui

(art. 316 c.p.);

9. Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.);

10. Rifiuto di atti d'ufficio.

Omissione (art. 328 c.p.);

11. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio (art. 326 c.p.).

U.O.

PRESIDENZA

Organo di indirizzo Politico Presidente titolare di posizione organizzativa;

Missioni e rimborsi

-Manifestazione della necessità di effettuare una missione

-Verifica

documentazione e liquidazione

(16)

Affidamen ti di lavori, acquisizion e beni e servizi

-Definizione dell’oggetto e dello

strumento dell’affidamen to

-

Individuazione e scelta del fornitore -Verifica corretta esecuzione e pagamento

U.O. TESORERIA U.O.

SEGRETERIA

Organo di indirizzo Politico Presidente titolare di posizione organizzativa;

Processi finalizzati ad

ampliare la sfera giuridica dei

destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatari o

-Concessione patrocinio -

Accreditament o eventi ECM -Iscrizione e cancellazione Albi

professionali -

Organizzazion e eventi ECM da accreditare -

Aggiornament o professionale

U.O.

PRESIDENZA U.O.

SEGRETERIA

Processi finalizzati ad

ampliare la sfera giuridica dei

destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatari o

-Pareri

Endoprocedimentali

-Processi di spesa

(es. parere pubblicità Informativa sanitaria, parere partecipazione iniziative informazione sanitaria, pareri per ottenere sussidi

aggiuntivi/straordinari al reddito)

-Mandati di pagamento

(17)

Formazion e

profession ale continua

Processi finalizzati alla realizzazione delle iniziative ordinistiche per la formazione professionale continua

-Esame e valutazione delle offerte formative e attribuzione dei crediti formativi professionali (CFP) agli Iscritti -Vigilanza sugli “Enti terzi” autorizzati all’erogazione della formazione ai sensi dell’art 7.co. 2 DPR 137\2012, svolta in proprio

-Organizzazione e svolgimento di eventi formativi

Rilascio di pareri di congruità

Processi finalizzati all’adozione di pareri di congruità sui corrispettivi per le prestazioni professionali Indicazion

e di professioni sti

per l’affidame nto di incarichi specifici

Processi finalizzati all’indicazione di

professionisti per lo

svolgimento di incarichi

11.2. Modalità di valutazione delle aree di rischio

Per la valutazione delle aree di rischio è stata utilizzata la metodologia indicata nell’allegato 5 del Piano Nazionale Anticorruzione e degli “Indicatori” presenti - per ciascuna fase nell'Area dei Contratti Pubblici – nel PNA 2016. Sulla base di tale metodologia sono emerse per ciascuna area/sottoarea le valutazioni riportate nelle tabelle sottostanti.

Per ciascun rischio catalogato occorre stimare il valore delle probabilità e il valore dell’impatto.

(18)

La stima della probabilità tiene conto, tra gli altri fattori, dei controlli vigenti. A tal fine, per controllo si intende qualunque strumento di controllo utilizzato dall’Ente per ridurre la probabilità del rischio. Per la stima della probabilità, quindi, non rileva la previsione dell’esistenza in astratto del controllo, ma la sua efficacia in relazione al rischio considerato.

L’impatto si misura in termini di impatto economico; impatto organizzativo; impatto reputazionale.

Il valore della probabilità e il valore dell’impatto debbono essere moltiplicati per ottenere il valore complessivo, che esprime il livello di rischio del processo.

Valore medio della probabilità:

0 = nessuna probabilità; 1 = improbabile; 2 = poco probabile; 3 = probabile; 4 = molto probabile; 5 = altamente probabile.

Valore medio dell’impatto:

0 = nessun impatto; 1 = marginale; 2 = minore; 3 = soglia; 4 = serio; 5 = superiore Valutazione complessiva del rischio (valore probabilità x valore impatto):

Forbice da 0 a 25 (0 = nessun rischio; 25 = rischio estremo) PONDERAZIONE DEI RISCHI

La ponderazione dei rischi consiste nel considerare il rischio alla luce dell’analisi dello stesso e nel raffrontarlo con altri rischi, al fine di decidere le priorità e l’urgenza di trattamento.

Intervallo da 1 a 5 rischio basso Intervallo da 6 a 15 rischio medio Intervallo da 16 a 25 rischio alto

11.2.1. Area acquisizione e progressione del personale 1. Reclutamento

2. Progressioni di carriera

3. Conferimento di incarichi di collaborazione Area di

rischio

Sottoaree di rischio

Processo interessato

Esemplificazione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio dell’

impatto

Valutazione complessiva del rischio

U.O.

PRESIDENZA

Reclutamento Espletamento procedure Concorsuali o di selezione

Alterazione dei risultati della procedura concorsuale

3 3 18

ALTO Reclutamento Assunzione

tramite centri impiego

Alterazione dei risultati della procedura concorsuale

2 3 6

MEDIO Reclutamento Mobilità tra

enti

Alterazione dei risultati della procedura concorsuale

2 1 1

BASSO Progressioni di

carriera

Progressioni orizzontali

Alterazione dei risultati della procedura concorsuale

2 2 18

ALTO Conferimento di

incarichi di collaborazione

Attribuzione incarichi Occasionali o cococo ex art.7 D.Lgs. n.

165/01

Alterazione dei risultati della procedura concorsuale

3 3 9

MEDIO

(19)

11.2.2. Area affidamento di lavori, servizi e forniture 1) Definizione dell’oggetto dell’affidamento

2) Individuazione dello strumento /istituto per l’affidamento 3) Requisiti di qualificazione

4) Requisiti di aggiudicazione 5) Valutazione delle offerte

6) Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte 7) Procedure negoziate

8) Affidamenti diretti 9) Revoca del bando

10) Redazione del cronoprogramma

11) Varianti in corso di esecuzione del contratto 12) Subappalto

13) Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto

Area di rischio

Sottoaree di rischio

Esemplificazione del

rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio dell’impatto

Valutazione complessiva del

rischio

U.O.

TESORERIA

Definizione e oggetto affidamento

Alterazione concorrenza a mezzo di errata/non funzionale individuazione dell’oggetto, violazione del divieto di artificioso frazionamento

2 2 4

BASSO

Individuazione strumento per l’affidamento

Alterazione della

concorrenza 2 2 4

BASSO Requisiti di

qualificazione

Violazione dei principi di non discriminazione e parità di

trattamento;

richiesta di requisiti non congrui al fine di favorire un concorrente

2 2 4

BASSO

Requisiti di aggiudicazione

Determinazione di criteri di

valutazione in sede di bando/avviso al fine di favorire un concorrente

3 2 6

MEDIO

(20)

Valutazione delle offerte

Violazione dei principi di trasparenza, non discriminazione, parità di

trattamento, nel valutare offerte pervenute

3 3 9

MEDIO

Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte

Alterazione da parte del RUP del subprocedimento di valutazione anomalia con rischio di

aggiudicazione ad offerta viziata

2 2 4

BASSO

Procedure negoziate

Alterazione della concorrenza;

violazione divieto artificioso

frazionamento;

violazione criterio rotazione; abuso di deroga a ricorso procedure telematiche di acquisto ove necessarie

4 3 12

MEDIO

Affidamenti diretti

Alterazione concorrenza (mancato ricorso a minima indagine di mercato;

violazione divieto artificioso

frazionamento;

abuso di deroga a ricorso procedure telematiche di acquisto ove necessarie

4 3 12

MEDIO

Revoca del bando

Abuso di ricorso alla revoca al fine di escludere concorrente indesiderato; non affidare ad aggiudicatario provvisorio

2 2 4

BASSO

Redazione cronoprogramma

Indicazione priorità non corrispondente a reali esigenze

2 2 4

BASSO

(21)

Varianti in corso di esecuzione del Subappalto

Il RUP, a seguito di accordo con l’affidatario, certifica in corso d’opera la necessità di varianti non necessarie

2 3 6

MEDIO

Subappalto Autorizzazione illegittima al subappalto;

mancato rispetto iter art.118 Codice Contratti; rischio che operino ditte subappaltatrici non qualificate o colluse con associazioni mafiose

3 3 9

MEDIO

Utilizzo di rimedi di risoluzione controversi e alternativi a quelli giurisdizionali durante esecuzione contratto

Illegittima attribuzione di maggior compenso o illegittima attribuzione diretta di ulteriori

prestazioni durante l’effettuazione della prestazione

2 2 4

BASSO

11.2.3. Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario

1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato

3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an e a contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale

5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an

6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an e nel contenuto Ufficio

Interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplificazione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio

dell’impatto Valutazione complessiva del rischio

U.O.

PRESIDENZ A

Provvedimenti amm.vi vincolati nell’an e a contenuto vincolato

Concessione patrocinio Ordine a Enti e/o

Associazioni

Procedimento svolto in modo non corretto al fine di procurare vantaggio del destinatario con danno all’Ente

2 2 4

BASSO

Provvedime nti amm.vi vincolati

Accreditament o eventi ECM

Procedimento svolto in modo non corretto al

2 2 4

BASSO

(22)

nell’an e a contenuto vincolato

fine di procurare vantaggio del destinatario con danno all’Ente U.O.

SEGRETERI A

Provvedimenti amm.vi vincolati nell’an e a contenuto vincolato

Iscrizione/canc ellazi one Albi professionali

Procedimento svolto in modo non corretto al fine di procurare vantaggi del destinatario con danno all’Ente

2 2 4

BASSO

Ufficio ECM

Provvedime nti

amministrati vi

Organizzazi ne eventi

daoaccreditare

Procedimento svolto in modo non corretto al fine di procurare vantaggio del destinatario con danno all’Ente

2 2 4

BASSO

Ufficio ECM

Provvedime nti

amministrati vi discrezionali nell’an

Aggiornament o professionale

Procedimento svolto in modo non corretto al fine di procurare vantaggio del destinatario con danno all’Ente

2 2 4

BASSO

11.2.4. Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario

1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato

3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an e a contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale

5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an

6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an e nel contenuto Ufficio

interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplificazione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio dell’impatto

Valutazione complessiva del rischio U.O.

SEGRETERI A

Provvediment i amministrati vi vincolati nell’an e a contenuto vincolato

Provvedi mento di iscrizione all’Albo

Mancato rispetto della normativa o errato svolgimento del procedimento per procurare vantaggio all’Ordine

1 1 1

BASSO

11.2.5. Area provvedimenti ulteriori soggetti a rischio Ufficio

Interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplifica zione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio dell’impatto

Valutazione complessiva del rischio

(23)

U.O.

TESORERI A

Processi di spesa

Emissione mandati di pagamento

Pagamenti non dovuti o influenza sui tempi di pagamento

2 2 4

BASSO TUTTI GLI

UFFICI

Pareri

endoprocedim enta li (es.

parere di congruità sugli onorari

professionali, parere pubblicità informativa sanitaria, pareri per ottenere sussidi aggiuntivi o straordinari al reddito)

Rilascio pareri ad altri uffici in particolare durante le fasi di un procediment o amm.vo

Violazione

normativa di settore (specie per favorire destinatari

procedimento)

2 2 4

BASSO

11.2.6. Area realizzazione delle iniziative per ECM e formazione.

Ufficio Interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplifica zione del rischio

Valore medio della probabiltà

Valore medio dell’impatto

Valutazione complessiva del rischio U.O.

PRESIDENZ A

Provvedimen ti

amministrati vi vincolati nell’an

Aggiornament o professionale

Mancata o impropria attribuzione di crediti formativi professionali agli iscritti

2 2 4

BASSO

Provvedimen ti

amministrati vi

discrezionali nel quomodo

Aggiornament o professionale

Inefficiente organizzazione e svolgimento delle attività formative

2 2 4

BASSO

11.2.7. Area adozione di pareri di congruità Ufficio

Interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplifica zione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio dell’impatto

Valutazione complessiva del rischio U.O.

PRESIDENZA

Provvedimenti amm.vi

Richiesta di parere sui

Incertezza nei

criteri di 4 3 12

(24)

U.O.

PROFESSION E MEDICA U.O.

PROFESSION E ODONT.

vincolati nell’an e a contenuto discrezionale

corrispettivi per le prestazioni professionali

quantificazione degli onorari professionali

MEDIO

Effettuazione di un’istruttoria lacunosa e\o parziale per favorire l’interesse del professionista

4 3 12

MEDIO

Valutazione erronea delle indicazioni in fatto e di tutti i

documenti a corredo dell’istanza e necessari alla corretta valutazione dell’attività

professionale

4 3 12

MEDIO

11.2.8. Area indicazione di professionisti per lo svolgimento di incarichi.

Ufficio Interessato

Sottoarea di rischio

Processo interessato

Esemplifica zione del rischio

Valore medio della probabilità

Valore medio

dell’impatto Valutazione complessiva del rischio U.O.

PRESIDENZ A

U.O.

PROFESSION E MEDICA U.O.

PROFESSION E ODONT.

Provvedimenti amm.vi vincolati nell’an e a contenuto discrezionale

Nomina a favore di soggetti terzi

Nomina di professionisti in violazione dei principi di terzietà, imparzialità e concorrenza

4 3 12

MEDIO

11.3. Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi

La fase di trattamento del rischio ha lo scopo di intervenire sui rischi emersi, attraverso l’introduzione di apposite misure di prevenzione e contrasto, azioni idonee a neutralizzare o mitigare il livello di rischio- corruzione connesso ai processi amministrativi posti in essere dall’Ente.

Il trattamento del rischio si completa con l’azione di monitoraggio, ossia la verifica dell’efficacia dei sistemi di prevenzione adottati e l’eventuale, successiva introduzione di ulteriori strategie di prevenzione: essa è attuata dai medesimi soggetti che partecipano all’interno del processo di gestione del rischio.

11.3.1. Area acquisizione e progressione del personale Misure di

prevenzione

Obiettivi Tempi Responsabili

Ricorso a procedure ad

evidenza pubblica per ogni tipo di assunzione

Creazione di contesto non favorevole alla corruzione

Immediata Organo di indirizzo politico;

Distinzione tra responsabile procedimento e responsabile atto (sottoscrittore), in modo da

Creazione di contesto non favorevole alla corruzione

Immediata Organo di indirizzo politico;

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