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Marocco. Focus Economia. 15 marzo 2017

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Per importanti comunicazioni si rimanda all’ultima pagina.

Crescita in accelerazione grazie al recupero della produzione agricola. Effetti contenuti sull’economia provenienti dalle tensioni regionali grazie alla stabilità istituzionale garantita dalla monarchia.

 Lo scorso anno la dinamica del PIL del Marocco ha risentito negativamente del cattivo andamento della stagione agricola, un settore che ha un peso significativo nell’economia del Paese ed occupa una quota rilevante della forza lavoro. Secondo dati preliminari, nel 2016 il PIL è cresciuto solo dell’1,2% in termini reali, rispetto al +4,5% nel 2015.

 La buona piovosità a fine 2016 e inizio 2017 fa prevedere un recupero della produzione agricola per quest’anno. Per la parte non agricola il Governo stima una crescita in linea con quella vista nel 2016 (PIL previsto crescere del 2,8, da +2,7% lo scorso anno). Il Governo prevede che nel 2017 la crescita del PIL nel suo complesso accelererà al 3,6%, dall’1,2% nel 2015.

 Il tasso tendenziale d’inflazione ha accelerato nel corso del 2016 chiudendo l’anno all’1,8%

dallo 0,6% di fine 2015. Il tasso d’inflazione sottostante ha tuttavia frenato (allo 0,8%

dall’1,3%) mentre quello medio, pari all’1,6%, è rimasto invariato rispetto al dato del 2015. Il tasso medio è atteso portarsi oltre il 2% nel 2017.

 La Banca centrale ha tagliato nel marzo 2016 di 25pb il tasso di riferimento (al 2,25%). In prospettiva, la ripresa dell’economia, i probabili rialzi della Fed e le iniziali pressioni inflazionistiche potrebbero indurre la Banca centrale ad operare contenuti rialzi dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, mantenendo così il tasso reale leggermente positivo

 Il dirham marocchino segue un regime di fluttuazione controllata verso un paniere di valute in cui l’euro pesa per il 60% e il dollaro per il 40%. Negli ultimi dieci anni il valore del paniere ha registrato uno scostamento medio pari a poco più dell’1%. Nel corso del 2016 il cambio reale effettivo si è apprezzato del 2%, tornando sopra la media di lungo periodo, a seguito della forza del dollaro e l’accelerazione dell’inflazione. Questo movimento ha ridotto la condizione di sottovalutazione dello stesso stimata dal FMI pari a circa il 6% a fine 2015.

 Il deficit di bilancio in rapporto al PIL è sceso al 3,9% del PIL nel 2016 dal 4,3% nel 2015 ma sopra l’obiettivo del 3,5%. Nel 2017 il Governo ha indicato come obiettivo un deficit pari al 3% del PIL. Il debito pubblico in rapporto al PIL, pur essendo salito dal 40% nel 2009 al 64,4% nel 2016, è al di sotto del 70%, benchmark del FMI per le economie emergenti.

 Nei primi nove mesi del 2016 l’aumento del deficit commerciale (a 12,8 miliardi di dollari, da 10,6 miliardo di dollari nello stesso periodo del 2015) ha portato il deficit corrente a 2,6 miliardi, da 1 miliardo nello stesso periodo del 2015. Sempre da gennaio a settembre il surplus della parte finanziaria si è ridotto a 3,6 miliardi da 3,7 dell’anno precedente. Il calo degli IDE è stato compensato dall’aumento dei prestiti e dei depositi in valuta.

 A fine 2016 le riserve valutarie ammontavano a 23,6 miliardi di dollari da 21,3 miliardi di dollari a fine 2015, per un reserve cover ratio pari a 1,4. Il Marocco presenta una posizione finanziaria esterna largamente passiva (61,9% del PIL a settembre 2016). Il debito estero è contenuto (30,4% del PIL). Nel luglio 2016 il FMI ha concesso al Marocco il rinnovo per altri due anni di una linea di credito precauzionale (PLL) di ammontare pari a 3,47 miliardi di dollari.

 Il debito sovrano in valuta è considerato un investimento non speculativo sia da S&P che da Fitch (rating BBB-) mentre è appena sotto l’investment grade per Moody’s (rating Ba1).

Quest’ultima agenzia ha di recente introdotto un outlook positivo.

15 marzo 2017

MENA Scheda Paese Intesa Sanpaolo

Direzione Studi e Ricerche

International Research Network

Giancarlo Frigoli Economista

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Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 2 Contesto sociale e politico e relazioni internazionali

Il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (PJD), di ispirazione islamica, ha riconquistato la maggioranza relativa dei seggi (125 su 395) alle elezioni politiche tenutesi lo scorso ottobre. Il leader di questo partito ha riottenuto dal Re l’incarico di formare il Governo. A causa di contrasti con i potenziali alleati, la formazione del Governo si sta rivelando più complicato del previsto e a cinque mesi dalle elezioni il Paese non ha ancora un Esecutivo nei pieni poteri. Nonostante questo, il Marocco resta un esempio di stabilità istituzionale in un Medio Oriente caratterizzato da guerre civili e profonde divisioni politiche e religiose. La Monarchia, anche dopo la nuova Costituzione approvata nel 2011 che ha rafforzato i poteri del Governo e del Parlamento, mantiene la competenza esclusiva sugli affari religiosi e sull’esercito, è molto popolare e il ruolo di garante e arbitro del quadro politico del Marocco svolto dal Re è riconosciuto da tutto lo spettro dei gruppi politici e sociali.

Il Marocco ha un accordo associativo di scambio con l’Unione Europea dal 2000. Dal luglio 2005 ha adottato il Piano di Azione per la politica del vicinato dell’UE ed è oggi il primo beneficiario, tra i Paesi dell’Area, dei finanziamenti dell’UE previsti da questo tipo di rapporto. Nel 2008 è stato il primo Paese nella regione a ottenere la condizione di stato avanzato nei rapporti con l’Unione Europea. Nell’ottobre 2012 è entrato in vigore l’Accordo di liberalizzazione degli scambi dei prodotti ortofrutticoli e ittici tra il Marocco e l’Unione Europea e nel marzo 2013 sono iniziati i colloqui per arrivare ad un accordo di libero scambio. L’Accordo era stato in un primo tempo contestato da una sentenza della Corte Europea in quanto, secondo la Corte stessa, riguarda pure in modo illegittimo la regione contesa del Sahara occidentale ma lo scorso dicembre è stato dichiarato legittimo dalla Suprema Corte Europea.

Lo scorso gennaio il Marocco è stato riammesso all’Unione Africana, l’Organizzazione che comprende 54 paesi dell’Africa, da cui era stato espulso per la politica perseguita dal Governo del Marocco nel Sahara Occidentale, una ex colonia spagnola annessa nel 1975. Le trattative, condotte sotto la mediazione dell’ONU, tra il Governo del Marocco e il Fronte Polisario, il movimento sostenuto dall’Algeria che rivendica l’indipendenza del Sahara Occidentale, sono però di fatto congelate e la soluzione della disputa appare lontana.

Indicatori contesto socio-politico

Ultimo Precedente

Stabilità sociale (5 max., 1 min.) (1) - -

Corruption Perception Index (0 max., 10 min.) (2) 3,2 3,2 Governance Economica (2,5 max., - 2,5 min.) (3) -0,3 -0,2 Indice di Libertà Economica (100 max., 0 min.) (4) 57,4 53,0

Classe di Reddito (3) Lower middle income

Confronto con

Speranza di vita (anni) (3) 70 78 G7

Qualità del sistema di istruzione (7max., 1 min.) (5) 2,9 3,7 Mondo Fonti: (1) EIU; (2) Transparency International; (3) World Bank; (4) Heritage Foundation; (5) World Economic Forum. G7 e Mondo = valore aggregato

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Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 3 Crescita e inflazione

La congiuntura

Lo scorso anno la dinamica del PIL del Marocco ha risentito negativamente del cattivo andamento della stagione agricola, un settore che ha un peso significativo nell’economia del Paese ed occupa una quota rilevante della forza lavoro. Secondo dati preliminari, nel 2016 il PIL è cresciuto solo dell’1,2% in termini reali, rispetto al +4,5% nel 2015. Nel dettaglio, la produzione agricola è diminuita di oltre il 9%, togliendo 1,3pp al PIL (contro un contributo positivo di 1,5pp nel 2015). In particolare il raccolto di cereali, a causa della siccità, è crollato del 70% a 3,35 milioni di tonnellate, da 11 milioni nel 2015. Il PIL non agricolo è invece cresciuto del 2,7%, in frenata tuttavia rispetto al +3,4% del 2015. Questo dato riflette una dinamica più contenuta della pesca (+2,6% da +16,2%), della produzione manifatturiera (+1,9% da +4,3%, dovuto alla contrazione della trasformazione alimentare, e del metallurgico, solo parzialmente compensata dalla crescita del chimico e parachimico collegato alla lavorazione dei fosfati) e dei servizi di pubblica utilità (+1,4% da +6%), mentre si è registrato un recupero del minerario (+1,4% da -5%), delle costruzioni (+1,3%, a fronte della debolezza del civile vi è stato un maggior apporto dei lavori pubblici e degli impianti per le auto) e di alcuni servizi (finanziari e ristoranti ed hotels). Nonostante le tensioni regionali il turismo ha tenuto. Nei primi undici mesi del 2016 il flusso turistico è cresciuto dello 0,8% (+3,8% al netto dei marocchini residenti all’Estero).

Dal lato della domanda, i consumi delle famiglie sono aumentati del 2,6% (+2,4% nel 2015) sostenuti dalle rimesse dei lavoratori emigrati (+3,4%). La dinamica degli investimenti ha accelerato (+3,9% da +1,5%, sostenuta dagli insediamenti industriali che hanno bilanciato la relativa debolezza del residenziale) contribuendo, con le scorte, a 2,1pp alla crescita (dopo aver sottratto 0,9pp nel 2015). Il commercio estero ha invece sottratto 2,8pp al PIL (rispetto ad un contributo positivo di 3,5pp nel 2015) a seguito del balzo delle importazioni (+10,2%, spinte da macchinari e prodotti alimentari) mentre le esportazioni sono cresciute del 4,3%.

PIL offerta Dinamica del PIL

Peso 2016 (*) 2015

% Var. % a/a

Agricoltura 14,2 -9,8 12,8

Pesca 1,3 2,6 16,2

Minerario 1,5 1,4 -5,0

Utility 2,3 1,4 6,0

Manifatturiero 16,2 1,9 4,3

Costruzioni 5,8 1,3 0,8

Commercio 9,3 2,8 1,9

Trasporto 4,2 1,7 2,4

Personali 13,2 2,5 3,4

Finanziari 5,5 0,8 -2,2

Hotels 2,1 2,3 -3,2

Pubblici 9,5 1,9 0,4

Comunicazioni 5,9 4,2 3,6

Istruzione 9,0 1,0 0,5

PIL totale 100 1,2 4,5

PIL non-agricolo 84,4 2,7 3,4 -10

-5 0 5 10 15 20

2013 2014 2015 2016 2017E agri non-agri totale

(*) I dati del 2016 si riferiscono ai primi nove mesi

Fonte. Ufficio statistico Fonte: Thomson Reuters – Datastream

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Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 4 Le prospettive

La buona piovosità a fine 2016 e inizio 2017 fa prevedere un recupero della produzione agricola per quest’anno. Il raccolto di cereali è stimato a 7 milioni di tonnellate, più del doppio rispetto al 2016. La ripresa del settore porterà benefici sia diretti (attraverso la maggiore produzione) che indiretti (sostegno ai redditi agricoli, spinta alle attività di commercio e trasporto). Il Governo prevede un aumento del valore aggiunto agricolo del 9,7% (-9,8% nel 2016).

Per la parte non agricola il Governo stima una crescita in linea con quella vista nel 2016 (PIL previsto crescere del 2,8, da +2,7% lo scorso anno). La spinta è attesa venire principalmente dagli investimenti diretti dall’estero attratti dai benefici delle nuove zone di libero scambio (almeno una per ogni regione del Paese) previste dalla nuova legislazione sugli investimenti adottata nell’agosto 2016. La specializzazione acquisita di recente dal Marocco nel settore dei veicoli fa ritenere che questi investimenti si indirizzeranno principalmente verso le industrie ad essi collegate. Nel recente passato hanno impiantato unità produttive nel paese Peugeot, Renault e Bombardier.

Sul turismo pesano le tensioni regionali. La relativa stabilità del Marocco rispetto ai paesi vicini dovrebbe comunque garantire la tenuta dei flussi, anche grazie a un processo di sostituzione di turisti Europei con altri provenienti da Russia e Oriente, già in corso da qualche anno.

Il Marocco si è affermato come un importante hub del commercio tra l’Europa, l’Africa ed il Medio Oriente anche grazie allo sviluppo del porto di Tangeri. Su queste direttrici il commercio è previsto in ripresa.

Il Governo prevede che nel 2017 la crescita del PIL nel suo complesso accelererà al 3,6%, dall’1,2% nel 2016. La stessa previsione è formulata da EIU.

Conti nazionali e inflazione

2016 2013 2014 2015 2016 2017S 2018S

USD mld Variazione % a/a

PIL totale 103,8 4,5 2,6 4,5 1,2 3,6 3,5

PIL agricolo 17,2 -2,3 13,0 -9,8 9,7 6.0

PIL non agricolo 3,0 3,3 3,4 2,7 2,8 3,0

Consumi privati 60,9 2,6 3,6 2,4 2,6 3,2 3,9

Consumi Stato 19,9 4,2 3,1 1,9 1,3 2,7 1,8

Investimenti fissi 29,8 -0,5 -2,1 1,5 3,9 3,0 2,5

Var. scorte 1,6 2,4 -0,7 -2,3 0,0 0,1 0,0

Esportazioni B&S 35,9 0,0 8,4 6,0 4,5 6,2 3,2

Importazioni B&S 44,3 -0,1 3,3 -3,1 10,2 5,4 2,9

Inflazione media 1,9 0,4 1,6 1,6 2,1 2,0

Nota: (S) stime

Fonte: FMI, EIU, Banca centrale

L’inflazione

Il tasso tendenziale d’inflazione ha accelerato nel corso del 2016 chiudendo l’anno all’1,8%

dallo 0,6% da fine 2015. Le pressioni inflazionistiche sono venute dai prodotti alimentari (+7,5% a/a) mentre i costi dei combustibili sono diminuiti seppur in misura inferiore rispetto al 2015 (-1,7% dopo -16,1% l’anno prima). Il tasso d’inflazione medio sottostante ha tuttavia frenato (allo 0,8% dall’1,3%) mentre quello medio complessivo, pari all’1,6%, è rimasto invariato rispetto al dato del 2015. La revisione dei sussidi operata dal Governo negli ultimi anni per contenere la spesa pubblica e l’elevato peso (oltre il 70%) di combustibili, alimentari e servizi di pubblica utilità nell’indice ha tuttavia accresciuto la volatilità dell’indice dei prezzi. A gennaio 2017 il tendenziale è salito al 2,1%. La Banca centrale prevede un rientro delle pressioni inflazionistiche nei mesi finali del 2017. La più favorevole stagione agricola dovrebbe comportare minori pressioni dai prodotti alimentari, mentre l’aumento del prezzo del petrolio determinerà aumenti nei costi dei combustibili. Il tasso medio è atteso portarsi oltre il 2%.

(5)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 5 Il modello di sviluppo

Nonostante il peso del settore agricolo resti rilevante (il settore ha un peso pari a circa il 15% del PIL e occupa quasi il 40% della forza lavoro) l’economia del Marocco ha raggiunto un discreto grado di diversificazione nei servizi (turismo, trasporti, comunicazioni e commercio), nelle costruzioni (residenziale e alberghiero), nel minerario (fosfati, barite e alcuni minerali come lo zinco), nel manifatturiero (trasformazione alimentare, tessile-abbigliamento, chimica- raffinazione, mezzi di trasporto e beni capitali), anche grazie all’apporto di capitali dall’estero.

Nell’ultimo decennio l’economia del Marocco ha registrato un tasso di crescita medio del PIL pari al 3,8%, inferiore al 4,3% dato medio di crescita dei paesi non petroliferi della regione del MENA. Dal 2012 al 2016 la dinamica del PIL del Marocco, pari al 3,2% nonostante la volatilità della produzione agricola, è stata invece in linea con il dato medio dei paesi non petroliferi del MENA. Negli ultimi cinque anni è salita significativamente la quota nelle esportazioni dei beni frutto di lavorazioni manifatturiere ad alto valore aggiunto come le auto e l’avionica mentre è sceso quello del minerario e del manifatturiero ad elevata intensità di lavoro. Di pari passo è sceso il peso del minerario e dei prodotti intermedi.

Grazie agli sforzi fatti per semplificare le procedure amministrative per le autorizzazioni doganali, la registrazione delle proprietà e l’inizio di nuove attività, il Marocco ha migliorato la sua posizione nella classifica della Banca Mondiale sulla facilità di fare affari portandosi al 68° posto su 190 paesi (e primo tra i paesi non petroliferi del Medio Oriente) e in quella del WEF sulla competitività globale (70° posto su 138 paesi, appena dietro la Giordania tra i paesi non petroliferi del Medio Oriente). I punti di forza del Paese sono la stabilità delle Istituzioni, la coesione del paese garantita dal Sovrano, le condizioni di sicurezza tra le più efficaci della regione e la via privilegiata data agli IDE (pari mediamente al 2,7% del PIL dal 2007 al 2016) dalla speciale Commissione Interministeriale per gli Investimenti che deve valutare se i progetti (di importo superiore a 21 milioni di euro) meritano condizioni agevolate (finanziarie, doganali e sussidi). Nelle stesse indagini, il Marocco ha invece ottenuto punteggi bassi riguardo l’istruzione, la formazione, l’innovazione e l’efficienza del mercato del lavoro.

Nonostante i progressi sulla strada della modernizzazione del sistema produttivo, Il Paese presenta ancora vaste aree di sottosviluppo nelle campagne e nelle periferie delle grandi città, che sono focolai di tensioni sociali. Le infrastrutture, nello specifico reti dei trasporti, generazione di energia e telecomunicazioni, su cui sono comunque previsti consistenti investimenti in particolare nel solare per quanto riguarda la generazione di energia elettrica, sono ancora insufficienti.

Esportazioni Flussi bilancia dei pagamenti (USD miliardi)

2016 2012

Fosfati 17,7 27,0

Agricoli 21,6 16,9

Tessile e cuoio 15,8 18,2

Auto 24,4 13,3

Aereonautica 4,1 3,5

Elettronica 3,8 3,8

Farmaceutica 0,5 0,4

Altro 22,1 26,8

Totale % 100 100

Totale USD mld 22,1

40,3

22,0

6,2 6,3 3,3 37,6

22,0

6,1 6,2 4,0 0

10 20 30 40 50

Import Export Rimesse Turismo IDE 2016 2015

Fonte: Banca centrale Fonte: Banca centrale

(6)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 6

La posizione esterna del Marocco evidenzia un deficit strutturale della parte corrente della bilancia dei pagamenti (mediamente pari al 5,4% del PIL negli ultimi dieci anni) dovuto alla parte commerciale (deficit commerciale mediamente pari al 19,6% del PIL dal 2007 al 2016). Quasi metà di questo deficit è da imputare agli idrocarburi. La Bilancia corrente registra tuttavia ampi surplus nel conto servizi, grazie principalmente al turismo, e in quello trasferimenti, dovuto soprattutto alle rimesse (pari a circa il 6% del PIL) ed in misura minore alle donazioni. Gli stretti rapporti economici implicano una elevata correlazione tra ciclo economico in Europa e andamento del PIL in Marocco. Secondo stime del FMI, una minore crescita del PIL pari al 2% in Europa determina un minor output del Marocco pari allo 0,6% nel 1° anno e all’1,3% entro tre anni.

(7)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 7 Governo dell’economia

La frenata dell’inflazione al netto delle componenti volatili (cfr. sopra) e la relativa stabilità della valuta hanno permesso alla Banca centrale di offrire un sostegno all’economia e tagliare, nel mese di marzo del 2016, di 25pb il tasso di riferimento (al 2,25%). In prospettiva, la ripresa dell’economia, gli attesi rialzi della Fed e le iniziali pressioni inflazionistiche potrebbero indurre la Banca centrale ad operare contenuti rialzi dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, mantenendo così il tasso reale leggermente positivo

Il dirham marocchino segue un regime di fluttuazione controllata verso un paniere di valute in cui l’euro pesa per il 60% e il dollaro per il 40%. Negli ultimi dieci anni il valore del paniere ha registrato uno scostamento medio pari a poco più dell’1%. Nel corso del 2016 il cambio reale effettivo si è apprezzato del 2%, tornando sopra la media di lungo periodo. Questo movimento ha ridotto la condizione di sottovalutazione dello stesso stimata dal FMI pari a circa il 6% a fine 2015. L’elevata sensibilità delle esportazioni al cambio reale effettivo (il FMI ha evidenziato che 1% di deprezzamento del cambio reale effettivo porta a 0,2-0,4pp di crescita delle esportazioni) ha indotto le Autorità, su sollecitazione del FMI, a dichiarare la propria disponibilità ad avviare con gradualità un processo di abbandono del basket a favore di una maggiore flessibilità valutaria e di una gestione della politica monetaria che ha come obiettivo l’inflazione.

Inflazione tendenziale Cambio effettivo (*)

-0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4

feb-13 feb-14 feb-15 feb-16 feb-17 Tasso rif inflazione a/a

94 96 98 100 102 104 106 108

dic-07 dic-10 dic-13 dic-16

Fonte: Thomson Reuters – Datastream (*) La linea orizzontale indica la media di lungo periodo Fonte: Thomson Reuters - Datastream.

Il deficit di bilancio in rapporto al PIL è sceso al 3,9% del PIL nel 2016 dal 4,3% nel 2015 ma è rimasto sopra l’obiettivo del 3,5%. I tagli nella spesa corrente per salari e sussidi hanno solo parzialmente compensato la diminuzione, stimata pari allo 0,4% del PIL, delle donazioni dei paesi amici, soprattutto del gruppo GCC. Nel 2017 il Governo ha indicato come obiettivo un deficit pari al 3% del PIL, raggiungibile grazie alle maggiori entrate fiscali derivanti da una crescita dell’economia più sostenuta. Il debito pubblico in rapporto al PIL, pur essendo salito dal 40% nel 2009 al 64,4% nel 2016, è al di sotto del 70%, benchmark del FMI per le economie emergenti (Rapporto Art IV Febbraio 2017). Secondo il programma concordato con il FMI lo stesso dovrebbe comunque scendere al 60% del PIL entro il 2020.

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Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 8 Vulnerabilità esterna e rapporti con organismi finanziari internazionali

Nei primi nove mesi del 2016 il deficit commerciale è salito a 12,8 miliardi di dollari, da 10,6 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2015 a seguito dell’aumento delle importazioni di macchinari e prodotti alimentari. Nell’intero anno, il deficit commerciale, secondo stime preliminari della Banca centrale, si è portato a 18 miliardi di dollari (17% del PIL) da 15,4 miliardi (15% del PIL) nel 2015, quello energetico si è invece ridotto ulteriormente, a 5,4 miliardi da 6,6 miliardi nel 2015. Da gennaio a settembre 2016 il surplus del conto servizi, determinato principalmente dal turismo, è salito leggermente (a 5,2 miliardi). La crescita delle rimesse dei lavoratori emigrati (+3,4%) ha bilanciato il calo delle donazioni e il surplus del conto trasferimenti è stato pari a quello dell’anno prima (5,9 miliardi). Nei primi nove mesi del 2016 il deficit corrente è salito a 2,6 miliardi, da 1 miliardo nello stesso periodo del 2015.

Sempre da gennaio a settembre il surplus della parte finanziaria si è ridotto a 3,6 miliardi da 3,7 l’anno prima. Il calo degli IDE è stato compensato dall’aumento dei prestiti e dei depositi in valuta.

A fine 2016 le riserve valutarie ammontavano a 23,6 miliardi di dollari da 21,3 miliardi di dollari a fine 2015. Il rapporto tra le riserve effettive e le riserve che il FMI valuta come adeguate sulla base di alcuni indicatori (debito a breve, proventi dalle esportazioni, offerta di moneta e altre passività in valuta, rif. IMF paper: Assessing reserve adequacy dell’aprile 2015) era pari a 99,5, leggermente al di sotto del valore di equilibrio indicato dal FMI pari a 100. Il Marocco presenta una posizione finanziaria esterna largamente passiva (61,9% del PIL a settembre 2016). Il debito estero è contenuto (30,4% del PIL).

Nel luglio 2016 il FMI ha concesso al Marocco il rinnovo per altri due anni di una linea di credito precauzionale (PLL) di ammontare pari a 3,47 miliardi di dollari. Questo finanziamento viene concesso a Paesi che, pur avendo buoni fondamentali, si troverebbero a dover far fronte a un temporaneo deterioramento dei conti pubblici e/o della bilancia dei pagamenti nel caso di shock esterni. A differenza della linea di credito flessibile (FLC) concessa durante la crisi del 2008-09 - tra gli altri a Messico e Polonia - la PLL contiene richieste di aggiustamento degli elementi di vulnerabilità che l’economia del Paese presenta (nel caso del Marocco, deficit corrente e di bilancio). Ad oggi, il Marocco non ha ancora utilizzato questa linea, per la prima volta chiesta ed ottenuta nel 2012.

Bilancia dei pagamenti PFN 3° trim. 2016 e fabbisogno estero 2017S Miliardi di dollari 2016S 9m16 9m15

Saldo corrente -2,6 -1,0

- saldo commerciale -18,1 -12,8 -10,6

- servizi 5,2 5,0

- redditi -1,0 -1,3

- trasferimenti 5,9 5,9

Saldo finanziario 3,6 3,7

IDE 2,3 1,1 1,7

Portafoglio -0,7 1,3

Altre voci 3,2 0,6

Errori 1,7 0,5

Var. riserve (*) -2,7 -3,2

Note: (S) stime (*) Il segno (-) indica un aumento delle riserve Fonte: Banca centrale Marocco

Miliardi di dollari Attività Passività

IDE 5,2 54,0

Portafoglio 1,5 2,8

Altro 6,5 47,3

Riserve 26,4

PFN sett. 2016 64,4

PFN/PIL 2016 (%) -61,9

Fabbisogno Estero 2017E 17 - deficit corrente 2017E 5 - debito in scadenza 2017E 12 Riserve in valuta dic. 2016 23,6 Reserve cover ratio (2017E) (*) 1,4 Nota: (S) stime; (*) il rapporto tra riserve e l’aggregato è composto dalla somma tra debito in scadenza ed eventuale disavanzo corrente da finanziare.

Fonte: Banca centrale Marocco

(9)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 9 Prospettive e rischi

Il debito sovrano in valuta è considerato un investimento non speculativo sia da S&P che da Fitch (rating BBB-) mentre è appena sotto l’investment grade per Moody’s (rating Ba1). Quest’ultima agenzia ha di recente introdotto un outlook positivo in considerazione del miglioramento della posizione esterna. Le agenzie sottolineano la stabilità delle istituzioni garantita dalla monarchia nonostante la frammentazione del quadro politico, il debito estero e pubblico contenuti, l’adeguato livello delle riserve valutarie ed i progressi sulla strada della diversificazione dell’economia, del consolidamento fiscale e delle riforme.

L’economia del Marocco presenta tuttavia alcuni elementi di debolezza, quali la produzione manifatturiera ancora orientata verso settori ad alta intensità di lavoro (e quindi sottoposta alle pressioni competitive sui mercati internazionali), l’eccessiva dipendenza dall’agricoltura poco meccanizzata e soggetta alla variabilità delle condizioni climatiche e, infine, l’elevato disavanzo commerciale in rapporto al PIL. Inoltre, la condizione di povertà in cui si trova una quota considerevole della popolazione e l’elevata disoccupazione giovanile sono fattori di malcontento che si trasformano spesso in proteste che a volte assumono forme violente e offrono un terreno fertile per il proselitismo fondamentalista. I conflitti regionali e i timori di possibili attacchi terroristici costituiscono un freno per i flussi dall’estero, soprattutto il turismo.

Performance mercato azionario Debito pubblico e estero/PIL

2016 (*) 2014

Kuwait 16,8 2,4

Turchia 13,9 8,9

Bahrain 10,9 0,4

MSCI EM 5,9 4,5

Egitto 4,1 76,2

Giordania 2,9 -3,8

Marocco 2,4 30,5

Tunisia 1,6 8,9

Libano 1,5 3,7

Oman 0,8 6,3

Israele 0,6 -10,7

Qatar 0,2 2,2

Dubai -0,3 12,1

Saudi -4,4 4,7

Arabia -4,4 4,7

29,3 25,1 26,1 30,1 30,6 30,3 52,5 58,3 61,5 63,5 64,1 64,4

0 20 40 60 80

2011 2012 2013 2014 2015 2016 estero pubblico

Nota (*) Gennaio – 9 Marzo.

Fonte: Thomson Reuters - Datastream Fonte: Thomson Reuters - Datastream

(10)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 10 Tavola dati macroeconomici

Economia reale

2014 2015 2016 2017S 2018S

Popolazione (mln) 33,9 34,4 34,8 35,2 35,6

PIL procapite ($ PPP) 7649 7981 8110 8510 8890

PIL reale (var. %) 2,6 4,5 1,5 3,6 3,5

Inflazione (media) 0,4 1,6 1,6 2,1 2,2

Debito Pubblico/PIL 63,5 64,1 64,4 63,8 63,3

Saldo Stato/PIL (%) -5,5 -4,3 -3,9 -3,7 -3,6

Tasso di mercato monetario (%) 2,9 2,5 2,3 2,3 2,4

Cambio valuta locale/dollaro (media) 8,4 9,7 9,8 10,2 10,1 Tasso di cambio effettivo reale 94,9 94,3 96,5 96,4 97,5 Tasso di cambio effettivo reale (disallineamento %

media lungo periodo)

-4,3 -4,9 -2,7 -2,8 -1,7

Vulnerabilità esterna

2014 2015 2016 2017S 2018S

Saldo Corrente (mld. di $) -6,3 -2,2 -3,2 -5,3 -6,0

Saldo Corrente/PIL (%) -5,7 -2,1 -3,0 -5,0 -5,3

Debito estero/PIL (%) 30,1 30,6 30,4 30,3 29,9

Servizio debito/Export (%) 10,7 8,7 10,6 13,1 13,2

Debito estero breve/Debito estero totale (%) 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2

Debito estero breve/Riserve 38,7 30,9 28,9 30,9 31,4

Riserve (in mesi di importazioni) 5,0 6,7 7,0 6,4 6,0

Prospettive e rischi

Ultimo Precedente

Political Risk (1=rischio max; 10=rischio min) n.d. n.d.

Spreads (CDS 5a) 135 (15 mar. 2017) 227 (14 gen. 2016)

Fitch* BBB-/S (apr. 2007) n.d.

Standard & Poor's* BBB-/N (ott. 2012) BBB-/S

Moody's* Ba1/P (mar. 2017) Ba1/N

Nota: (S) stime EIU (febbraio 2017);

* rating su debito sovrano a lungo termine in valuta estera;

Fonti: EIU, Thomson Reuters - Datastream, Moody's, JPMorgan, IIF, IMF, World Bank, EBRD, ISI, EC, ICE, Transparency International, Heritage Foundation

(11)

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 11

Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Tel 02 8021 + (3) Tel 02 8796 + (6)

International Research Network - Responsabile

Gianluca Salsecci 35608 gianluca.salsecci@intesasanpaolo.com

Economista - America Latina, CSI e MENA

Giancarlo Frigoli 32287 giancarlo.frigoli@intesasanpaolo.com

Economista - Asia Emergenti

Silvia Guizzo 62109 silvia.guizzo@intesasanpaolo.com

Economista - Macro CEE e SEE

Antonio Pesce 62137 antonio.pesce@intesasanpaolo.com

Economista - Commercio e Industria

Wilma Vergi 62039 wilma.vergi@intesasanpaolo.com

Economista - Banche e Mercati

Davidia Zucchelli 32290 davidia.zucchelli@intesasanpaolo.com

Certificazione dell’analista e altre importanti comunicazioni

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