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Alla luce della descrizione della riorganizzazione delle cure territoriali svolta nella tesi, rimane un’ultima domanda da porsi: quale ruolo dovrà/potrà ricoprire la farmacia nel prossimo futuro?

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Conclusioni

Alla luce della descrizione della riorganizzazione delle cure territoriali svolta nella tesi, rimane un’ultima domanda da porsi: quale ruolo dovrà/potrà ricoprire la farmacia nel prossimo futuro?

Già nel 2006 Federfarma promosse una campagna per informare i cittadini sulla funzione della farmacia e sul ruolo del farmacista nel contesto sociale e culturale.

Tale campagna aveva l'obiettivo di rafforzare nei cittadini, nei politici e negli amministratori pubblici la consapevolezza del contributo apportato quotidianamente dalla farmacia alla tutela della salute del Paese, una consapevolezza che talvolta però non riusciva ad emergere sufficientemente, cosa che forse anche tutt’oggi accade.

Per questo la campagna evidenziava in quanti modi e con quali operazioni il farmacista, dall'interno della farmacia e con tutte le garanzie che questa struttura assicura, mette il proprio servizio a disposizione del cittadino.

La campagna si articolava in una serie di messaggi pubblicati a pagina intera, a colori, su importanti testate nazionali e su numerosi quotidiani a diffusione locale, il cui testo era preceduto da un titolo provocatorio o curioso.

Il messaggio comunicava molte informazioni e suggeriva punti di vista volti a contrastare alcuni pregiudizi che - diffusi talora per superficialità, talaltra per strumentalizzazioni - sminuivano la farmacia e l'attività professionale del farmacista.

Anche se nel 2006 uno degli obiettivi di Federfama era quello di ostacolare la possibilità di vendita di farmaci da banco al di fuori della farmacia (pungenti erano titoli come: “non mettete i farmacisti nell’angolo”, dove per angolo si intendeva il corner del supermercato, oppure “Un etto di cotto, uno di crudo e mezz’etto di naprossene sodico. Grazie”), la campagna aveva lo scopo principale di “gridare” l’unicità della figura del farmacia, una presenza certa sul territorio che ancora oggi è il miglior presidio che riesce a garantire la salute e la tutela del cittadino.

La farmacia non è un “distributore di farmaci” da mettere in competizione con altri esercizi, ma resta ancora oggi per la sua specificità e per i tanti servizi che svolge, il miglior punto di riferimento per i cittadini, disponibile tutti i giorni 24 ore su 24 (citando un altro titolo: “sono le due del mattino, hai un gran mal di testa e il supermercato è chiuso. Cosa fai?”).

Basti pensare a quanto può essere importante la presenza certa della farmacia nei paesi più

piccoli, dove essa non rappresenta solo la sede d’acquisto del farmaco, ma soprattutto il luogo

dove viene offerto un primo intervento sanitario, a causa dell’assenza di un ospedale o di un

pronto soccorso.

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Nella campagna, uno tra tutti è stato il manifesto che ha attirato la mia attenzione, ovvero quello intitolato: “Farmacia, la casa della salute”.

Già otto anni Federfarma aveva proposto la nascita di una “Casa della Salute”, che però, in quel caso doveva svilupparsi all’interno della farmacia.

A fronte poi di tutti i servizi che sono stati previsti per la farmacia, questa definizione ha ancora

più senso.

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“Si stima che ogni giorno entrino nelle farmacie italiane tra i 2,3 e i 3milioni di cittadini.

La vendita è certamente una parte prevalente dell’attività della farmacia ma non è la sola: nella ripartizione media giornaliera, due terzi dei cittadini entra per acquistare farmaci su base di una ricetta, mentre il 23% richiede informazioni sui prodotti in base a sintomi – in questo caso il farmacista è un vero e proprio consulente della salute -, il 6,4% richiede informazioni su farmaci e il 3,8% sanitarie specialistiche di orientamento. In sostanza, viene offerta una consulenza sanitaria, gratuita, che interessa da 800mila a un milione di cittadini al giorno. Si tratta di un’attività che impiega almeno due ore al giorno per ogni addetto, con costo medio di circa 10mila euro anno per addetto».

Sono questi alcuni dei risultati che danno l’idea dell’impatto sociale della categoria sulla collettività emersi dal bilancio sociale portato avanti dall’Utifar (Unione Tecnica Italiana Farmacisti) e presentato a Cosmofarma 2014. “Il bilancio sociale” spiega Eugenio Leopardi, presidente Utifar “è un documento con cui un’azienda comunica gli esiti del proprio esercizio, ponendo attenzione soprattutto agli impatti che tali attività generano a livello della comunità”.

Ma applicato all’intera categoria “pone in evidenza il ruolo di sostegno al tessuto collettivo messo in essere dalla rete delle farmacie. Con il bilancio sociale delle farmacie vogliamo allora creare uno strumento di comunicazione in grado di mostrare l’attività complessiva delle rete e di dare panoramica del nostro valore sociale anche alle istituzioni, ai politici e alla classe medica, oltre che ai farmacisti stessi. E come Utifar diciamo quale azienda ha un valore più alto, una maggiore attenzione al sociale e alla salute pubblica della rete delle farmacie?”.

Inoltre la farmacia investe in prevenzione: “Abbiamo calcolato che oltre 6 farmacie su 10 hanno organizzato nel 2013 delle giornate di prevenzione di varie patologie, con un costo medio, pur con variabilità, di 30 milioni di euro e un incasso di 12 milioni di euro. A livello di risposta, a ogni giornata aderiscono dalle 15 alle 20 persone e questo significa che nel 2013 tra 1,2 e 1,6 milioni di cittadini, grazie alle farmacie, hanno fatto prevenzione”.

In definitiva, anche se sul territorio sono nate le Case della Salute per far fronte a una domanda sanitaria sempre più a ampia e frequente, le farmacie non devono assolutamente “uscire dal sistema”, ma anzi, dovranno seguire in maniera attiva i tempi che cambiano ed evolversi con una sempre maggior dinamicità e modernità, rimanendo per prima cosa il caposaldo del sistema delle cure territoriali.

“Il ruolo delle farmacie va potenziato, devono diventare una infrastruttura capillare sul territorio da mettere a sistema”. È quanto ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo all'incontro “Il ruolo sociale e sanitario della farmacia nelle sentenze della Corte

costituzionale e della Corte di giustizia europea”, promosso il 13 maggio 2014 a Roma da

Federfarma, che ha presentato il “position paper” agli ospiti presenti, il Ministro Lorenzin appunto ed il vicepresidente della Commissione UE Antonio Tajani.

Realizzato per riassumere gli orientamenti della giurisprudenza europea e italiana in materia di

servizio farmaceutico, il “position paper” si rivolge principalmente a politici e addetti ai lavori,

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e dimostra che le sentenze della Corte di giustizia comunitaria, che in questi ultimi anni si sono occupate di titolarità delle farmacie, Pianta organica e fascia C, fugano il luogo comune di un’Europa più liberista dell’Italia e regalano un quadro di certezze alla nuova farmacia dei servizi.

Per il ministro Lorenzin, le riflessioni degli esperti sono la conferma della necessità di collocare la farmacia al centro del sistema delle cure primarie.

“Il valore della farmacia è importante” ha commentato “e lo conferma anche l'Europa, smentendo definitivamente una serie di equazioni fatte in passato”. L’Europa, ha detto il ministro “guarda con grande attenzione al modello italiano della farmacia”.

E ha proseguito: “La farmacia è importante perché è vicina al cittadino, è un'infrastruttura tradizionale del nostro Paese che svolge un ruolo sociale, di prevenzione e di divulgazione delle informazioni. Inoltre ha aggiunto “in questa fase della nostra storia politica, svolge anche il ruolo di calmierare i prezzi dei farmaci. È attraverso le farmacie che stiamo riuscendo a tenere sotto controllo la spesa farmaceutica in Italia, quella territoriale è nei budget e questa è una buonissima notizia. Inoltre, ho capito sul campo qual è l’importanza delle farmacie rurali, che offrono una rete di servizi fondamentale in quelle aree dove si rischia lo spopolamento.

La farmacia ha un ruolo sociale, fondamentale soprattutto in quelle aree rurali o montane, nell’ambito delle quali è un evidente punto di riferimento per i cittadini”.

“Per tutti questi motivi”, ha continuato il Ministro, il ruolo delle farmacie va potenziato:

Ho chiesto alle farmacie di partecipare all’assistenza sul territorio e a quella di anziani e cronici, perché c’è bisogno di una rete che dia risposte a tutti i bisogni, una rete che però non può essere solo quella delle Case della Salute: serve qualcos’altro e la farmacia ne deve fare parte”.

A fronte della “rivoluzione” del sistema delle cure territoriali descritto, che già da qualche anno sta divampando in Italia, per la Farmacia è arrivato il momento di dimostrare una volta per tutte il valore e la professionalità che da sempre la caratterizza. Per far questo però la Farmacia dovrà trasformarsi, rinnovarsi, innovarsi, migliorarsi, in una sola parola, dovrà evolversi.

Partendo dal presupposto che la farmacia, per il tipo di professionalità che esprime e per la sua capillare distribuzione sul territorio, rappresenta la naturale interfaccia fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i bisogni del cittadino, bisogni che sono in continuo cambiamento, soprattutto negli ultimi anni in cui la popolazione è invecchiata, l’offerta sanitaria si è moltiplicata e la domanda di salute è notevolmente cresciuta.

A tal proposito, facendosi forte del sostegno ricevuto da parte del Ministro della Salute e della stessa Comunità Europea, la farmacia dovrà essere capace di affiancare, alla classica, ma oramai non sufficiente, dispensazione del farmaco, l’ offerta di un’ampia gamma di servizi innovativi, concepiti proprio con lo scopo di prendersi cura il più possibile dei bisogni del cittadino.

Sicuramente uno degli ambiti in cui la farmacia potrebbe essere un punto di riferimento

fondamentale per la popolazione è quello della Sanità di iniziativa, secondo la quale si assiste e

si segue il “paziente a rischio” prima che manifesti la patologia; in questo caso la farmacia

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potrebbe non solo monitorare l’andamento della terapia verificandone periodicamente l’adeguata adesione, ma anche controllare lo stato di salute del paziente offrendo a quest’ultimo la possibilità di svolgere le cosiddette “autoanalisi” (misurazione della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi, analisi dei componenti delle urine, test di gravidanza, rilevazione del sangue occulto nelle feci) o di sottoporsi ad esami rapidi e semplici come ad esempio la misurazione non invasiva della pressione arteriosa, la spirometria e l’ecg, quest’ultimo da effettuarsi in collegamento con centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali.

Unico ed insostituibile potrebbe essere poi il contributo professionale offerto dal farmacista in qualità di organizzatore e coordinatore dei diversi attori sanitari e sociali. A questo scopo sarà fondamentale l’infrastruttura tecnologica presentata da Federfarma a Cosmofarma 2014, uno strumento concreto e operativo per diventare farmacia dei servizi, per rendere accessibile e sicura l’erogazione delle prestazioni per i cittadini e soprattutto per omogeneizzare l’offerta sul territorio. “Da oggi” afferma Annarosa Racca, presidente Federfarma, “tutte le farmacie hanno la possibilità di erogare nuovi servizi a macchia di leopardo in base ad accordi locali o alle iniziative dei singoli. È una rivoluzione che porta la sanità vicino al cittadino perché viene messa a disposizione una infrastruttura tecnologica avanzata con tutta la rete delle farmacie per contribuire a risolvere le problematiche di una popolazione in difficoltà economica e le criticità di un sistema sanitario alle prese con la sostenibilità”. La piattaforma è una base “per erogare in modo controllato, agevole, sicuro e soprattutto il più possibile omogeneo sul territorio nazionale le nuove prestazioni”. Un progetto che, “nell’ottica di una crescente sussidiarietà tra pubblico e privato, propone le farmacie come erogatori di servizi amministrativi e di front office (prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici, con pagamento del ticket e ritiro dei referti), servizi informativi (con campagne di educazione sanitaria e di prevenzione;

realizzazione di screening di massa e campagne vaccinali), servizi professionali e logistici, dalla consegna dei farmaci a domicilio alle medicazioni e iniezioni in farmacia per ridurre il ricorso al pronto soccorso” e pone le basi per l’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), la presa in carico del paziente e la pharmaceutical care.

“Digitalcare Farma è il brand scelto che richiama la sanità digitale, perché a questa la farmacia dei servizi deve collegarsi, e il marchio delle farmacie”, afferma Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma, la società di Federfarma che ha lavorato al Portale.

Alla base anche il principio delle reti sanitarie, “con una ricerca di interconnessione tra le varie

piattaforme della filiera sanitaria, di condivisione di informazioni tra medico di medicina

generale e farmacista su terapie, interazioni, e così via, messaggistica al paziente e al medico di

medicina generale sul rispetto della terapia, possibile dialogo diretto via web paziente e

medico”. La piattaforma è base per servizi quali “telemedicina – applicata a telespirometria,

elettrocardiogramma, Holter Ecg, Holter pressorio, misuratore Pa domiciliare - con una Fad per

le informazioni, servizi sanitari, dossier farmaceutico, Farmastampati, e-commerce”.

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Sono già disponibili “Farmastampati, l’applicazione in ottemperanza agli obblighi relativi ai foglietti illustrativi, e la telemedicina, ormai pronta a partire. Sulle altre piattaforme stiamo lavorando: per quanto riguarda i servizi sanitari, che prevedono per esempio l’erogazione di prestazioni infermieristiche o fisioterapiche, al domicilio, in farmacia o in un centro erogatore, saranno disponibili nel giro di un mese, mentre il dossier farmaceutico è legato alla validità della ricetta digitale a livello nazionale”. Campo di azione della piattaforma anche l’e- commerce, “non perché vogliamo spingere su questa modalità, ma per offrire al cittadino una maggiore sicurezza, la garanzia di tutte una serie di regole, non necessariamente previste dalla normativa, che riguardano per esempio la logistica, i tempi di consegna e così via”.

In definitiva, la farmacia del futuro sarà sicuramente differente da quella che fino ad oggi abbiamo conosciuto, ma al tempo stesso manterrà la professionalità e la serietà con cui offrirà i nuovi servizi. Nella farmacia del futuro, alla dispensazione del farmaco, saranno affiancati servizi orientati a potenziare l’offerta sanitaria territoriale, in particolare rafforzando le attività di diagnosi precoce, monitorando il livello di rischio dei cittadini, svolgendo attività di prevenzione e di insegnamento di comportamenti di stili di vita sani, ma soprattutto dovrà lavorare in parallelo con gli altri operatori sanitari, diffusi sul territorio o organizzati all’interno delle Case della Salute.

La farmacia ha l’opportunità di “salire su di un treno in partenza” e non può permettersi il lusso di perdere questa occasione. Gli strumenti per non perdere questa opportunità ci sono e sono tutti pienamente gestibili dalla farmacia stessa o da un’ organizzazione sanitaria più allargata (in sinergia con la Casa della Salute) che la vede comunque come protagonista e non solo come ultimo terminale della filiera sanitaria.

Solo così potremo parlare di evoluzione e non di involuzione.













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