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effettuate da Gerardo da Cremona. Per fare questo, utilizzeremo sempre

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(1)

Appendice A

Lo scopo che mi prefiggo nello scrivere questa appendice è chiarire il

contenuto, la classificazione e i commenti degli studiosi di alcune delle

più fondamentali opere che compongono il curriculum delle traduzioni

effettuate da Gerardo da Cremona. Per fare questo, utilizzeremo sempre

lo stesso schema presentato nel quarto capitolo della ricerca, parleremo

quindi per aree tematiche iniziando da alcuni dei maggiori esemplari

inizialmente nel campo della Logica (preso in esame per intero, per la sua

importanza, verso l'intero corpus gerardiano) passando poi alla Medicina,

con la quale spero di poter dare maggior sostentamento, alla tesi che vede

in Gerardo l'ideatore di una programmazione didattica atta a innalzare le

conoscenze e le fonti del mondo latino; in ultimo lasceremo ancora una

volta a chiudere il cerchio all'Astronomia, con ancora qualche piccola

nota riguardo l'Almagesto di Claudio Tolomeo e la descrizione di altri

importanti e fondamentali lavori per questo campo di studi. Le opere

verranno presentate in modo schematico, cominciando da una piccola

descrizione per quanto riguarda il titolo, seguito da una breve

introduzione, la quale punterà per ogni singola opera, a chiarire i

contenuti in essa esposti. Le opere al termine della loro presentazione

(2)

verranno inquadrate, secondo gli studi gli studi di Sarton e Lemay, da loro compiti per dare una sorta di classificazione al corpus gerardiano

215

.

A.1 Le opere di Logica

Nell'ultimo capitolo dell'elaborato abbiamo già discusso, quali sono i motivi che fanno della logica (o dialettica) l' area-tematico-classificatoria fondamentale, quella di cui poi si sviluppa l'intero insieme delle opere che Gerardo ha tradotto, quindi andremo oltre senza ulteriori indugi o digressioni a vedere nello specifico cosa queste tre opere presentano:

Analitici Secondi: N egli Analitici primi Aristotele illustra il sillogismo, inteso come ragionamento o argomentazione che, poste due premesse ne deduce una conclusione diversa dalle prime ma che necessariamente ne deriva; negli Analitici secondi il filosofo crea e plasma il modello dimostrativo della deduzione scientifica, formulandone la definizione nell'ambito conoscitivo di un sapere e che – afferma sempre Aristotele - si costituisce tramite dimostrazione

216

. È facile quindi comprendere

215 Sarton G., Introduction to the History of Science. Vol. II. From Rabbi ben Ezra to Roger Bacon, Carnagie Insitution of Washington, The Williams & Wilkins Company, Baltimore, 1927.pp. 279-344 ; Lemay R., Gerard of Cremona, in Gillispie C.C. (a cura di), Dictionary of Scientific Biography, vol. 15 Supplement 1, Charles Scribner's Sons, New York, 1981, pp173-192.

216 Banes J., Proof and the Sylligism in Berti E. (a cura di) Aristotle on Science. The

Posterior Analytics (Proceedings of the Eight Symposium Aristotelicum) Antenore,

(3)

l'importanza che assumono gli Analitici secondi nel programma generale di Gerardo; essi formano gli studenti al ragionamento scientifico, indispensabile per avvicinarsi alle opere scientifiche dell'antichità è saperle comprendere. Sarton e Lemay sono d'accordo sul fatto che i due libri di cui l'opera si compone siano stati tradotti da Gerardo dall'arabo, utilizzando come veicolo i manoscritti di Mattā ibn Yūnus

217

(prima metà del X sec.), ma invece secondo Minio-Paluello, i testi utilizzati da Gerardo non sono quelli dell'autore arabo, bensì ulteriori due scritti da un autore anonimo

218

. Nel saggio di Hugonard-Roche, che troviamo nella raccolta a cura di Pizzamiglio, troviamo una digressione riguardo la versione degli Analitici secondi che assumono un importante ruolo nel: « grande disegno di Gerardo di riunire in versione latina alcune delle più importanti opere sulla teoria della scienza. »

219

.

Parafrasi di Temistio agli Analitici secondi : (Temistio, seconda metà del IV sec.). È un opera che si configura come

Padova, 1981, pp. 47-59.

217 Sarton G. Op.cit., pag.339 ;

218 Minio-Paluello e Dod. B. G, Analytica Posteriora. Transaltiones Iacobi, Anonymi sive Ioannis, Gerardi et Recensio Giullelmi de Moerbeka, Brill, Leiden – New York – Köln 1995.

219 Hugonnard-Roche H., Les oeuvres de logique tradites par Gérard de Crémone,

Pizzamiglio P. (a cura di)., Gerardo da Cremona, Libreria del Convegno, Cremona

1992, cit. pp.45-56.

(4)

parafrasi alla seconda parte degli Analitici e probabilmente è stata tradotta da Gerardo in contemporanea all'opera da cui tale commento deriva. Della parafrasi di Temistio ci è rimasto solo l'originale greco edito nei Commentaria in Aristotelem Graeca.

Inoltre troviamo una pubblicazione della traduzione araba di Gerardo della parafrasi di Temistio edita da Reginald O'Donnell, in Medieval Studies, 20 (1958) pp. 239 – 315

220

. La parafrasi è stata successivamente tradotta in latino dal greco originale in età umanistica e rinascimentale da Ermolao Barbaro e altri autori.

Sul Sillogismo : (Al-Fārābī, X sec. Kitāb al- burhān) In quanto commentatore di Aristotele e membro della scuola aristotelica di Baghdad ,il failasuf, si interessò alla logica aristotelica, la quale rappresentava per lui un metodo per distinguere il vero dal falso

221

. Questo è l'ambito infatti in cui rimase più attivo e prolifico; egli recò particolare attenzione a due ambiti della scienza dialettica: il primo la logica formale ed in secondo luogo gli aspetti linguistici della logica. Secondo Sarton l'opera farabiana è un'elaborazione di una parte dell'Organon

220 Lemay R., Op.cit., pag.176.

221 Bonadeo Martini C., Ferrari C., Al-Fārābī in D'Ancona C. (a cura di) Storia della

filosofia nell'Islam medievale.Vol.I, Piccola Biblioteca Einaudi, Giulio Einaudi

editore s.p.a, Torino, 2005 pag.391.

(5)

aristotelico

222

, mentre per Lemay essa potrebbe essere stata una sorta di commento agli Analitici primi o che possa essere essere comparata con l'opera, sempre di al-Fārābī, Piccolo commento sopra gli analitici primi di Aristotele, tradotto dall'originale arabo con l'introduzione e le note di Nicholas Rescher nel 1963 a Pittsburgh

223

.

A.2 Le opere di Medicina

Con questa area tematica ci addentriamo nella questione del «programma educativo gerardiano», infatti, Gerardo traduce queste opere per donare ai latini una bibliografia, più corposa riguardo le scienze mediche di cui gli arabi erano grandi coltivatori, ma forse è più chiare il tutto dopo l'inserimento di questo estratto dal saggio di Danielle Jacquart:

« Le traduzioni di Gerardo da Cremona fornirono infatti alla medicina occidentale degli strumenti pedagogici, oltre che delle opere di riferimento per la pratica. Esse permettevano un nuovo accesso al dominio della chirurgia e della farmacologia.»

224

222 Sarton G., Op.cit., pag. 339.

223 Cfr. Lemay R., Ibidem

224 Jacquart D., Les traductions médicales de Gérard de Crémone, Pizzamiglio P.,

Gerardo da Cremona, Libreira del Convegno Editrice, Cremona, 1992 pag 60-61

(6)

Il Canone della Medicina ( Avicenna, 1022, Kitāb al-Qānūn fī al-Ṭibb) Una delle opere più famose di Avicenna; si inquadra come un lavoro di importanza fondamentale nel campo medico, un compendio nel quale l'autore raccoglie varie conoscenze di ambito sanitario, strutturato in cinque libri. Il primo libro tratta di saggi di medicina, principi fisiologici, anatomia e procedure terapeutiche generali; il secondo si configura come un breve trattato di farmacologia, le sostanze sono riportate in ordine alfabetico e descritte nelle loro proprietà: il terzo libro scende più nello specifico, ogni parte del corpo viene trattata delle diagnosi e il trattamento dei disagi prendendo una singola parte del corpo;

setta cosa avviene nel quarto libro dove però le diagnosi ed i trattamenti, coprono più parti del corpo umano. Il canone termina con un formulario dei composti utilizzati in ambito medico

225

. È un opera di importanza fondamentale tanto che viene talvolta definito col solo nome di Qānūn che in arabo e persiano significa

« legge ». L'opera di Avicenna ha reso possibili la fioritura ed il miglioramento degli standard medici europei nel medioevo e per molti secoli è rimasto il testo base della formazione medica.

225 Nasser M., Tibi A., Savege-Smith E., Ibn Sina's Canon of Medicine: 11

th

century

rules for assessing the effects of drugs, Journalof the Royal Sociaty of Medicine

(PMC) 102 (2), 2009: pp.78-80

(7)

Avicenna lo ha costruito attraverso i suoi studi sulle opere di Galeno, ma non mancano comunque caratteristiche innovative esposte da Avicenna una fra tutte, forse la più ovvia per noi, è la tesi secondo la quale non è possibile curare una patologia se prima non sia stato possibile rintracciarne le cause. Di questa opera Sarton e Lemay sono concordi che la traduzione fatta da Gerardo abbia avuto quindici edizioni dalla sua traduzione alla fine nel 1400 e molte altre ancora dopo; Sarton infaatti nomina le versioni di Milano del 1473 e quella di Padova del 1476

226

.

Chirurgia: (Albucasis, 1000 ca., Al-Tasrīf) Si pone come un manuale di chirurgia dalla grande importanza, sopratutto per quanto riguarda le descrizioni di operazioni chirurgiche innovative e di grande modernità per l'epoca in cui l'opera viene scritta. Di questa opera, composta in trenta libri, – ci dice Lemay – Gerardo tradusse solo l'ultima parte, quella che riguarda la pratica chirurgica la quale si trova negli ultimi tre libri di questa enciclopedia. L'originale arabo presenta un secco di illustrazioni.

Una sua versione inglese è stata pubblicata nel 1973 dagli autori M. S. Spink e G. L. Lewis con il titolo di Albucasis on Surgery

226 Sarton G., Op.cit pag. 343

Lemay R., Op. cit. pag. 185

(8)

and instruments. A definitive Editions of the Arabic text with English translation and commentary. Sarton invece ci informa che la sua prima pubblicazione nell'età moderna è stata pubblicata a Vienna nel 1498 con il nome di Chauliac's Latin Surgery

227

.

A3 . Le opere di Astronomia

Le opere di traduzione gerardiane nell'area tematica dedicata all'astronomia e all'astrologia, contengono opere degli autori classici greci, delle cui opere Gerardo ha tradotto la versione araba; e gli scritti originali dei falāsifa islamici. Non sono assenti comunque in questa categoria opere, che erano già state tradotte, probabilmente prima di Gerardo, da altri autori Latini. Anche in questo paragrafo verranno scelte alcune tra le opere più importanti dell'imponente opera gerardiana; le quali opere seguiranno, come si può pensare, il filo conduttore delle due parti precedenti di questa appendice; prenderemo dunque in esame quelle opere che potevano utili secondo Gerardo alla fine di un progetto educativo, e di conoscenze assenti nelle fonti europee pre-gerardiane.

Metereologici: ( Aristotele, 340 a.C. ca.) di grande rilevanza astronomica. Fa parte di quel gruppo di opere aristoteliche che

227 Lemay R., Op. cit pag. 185

(9)

riguardano gli scritti di fisica, e quindi di scienze naturali, che a loro volta appartengono a quelle opere dette acromatiche (del greco akroamai a viva voce) o esoteriche, ovvero quelle opere destinate ad essere i testi su cui gli studenti dell'Accademia avrebbero appreso le nozioni date dal maestro. L'opera si compone di quattro libri, nei quali sono racchiuse osservazioni scientifiche, ma anche speculazioni sull'origine dei fenomeni atmosferici e celesti. Di questa opera Lemay ci dice alcune opere contemporanee in cui è possibile trovare una ristampa

228

; mentre Sarton ci informa che i libri dal primo al terzo sono stati tradotti dalla versione di Yaḥyā ibn Baṭrīq (796 – 806 ca.), mentre crede che il quarto libro fosse già stato tradotto prima di Gerardo

229

.

De Caelo : ( Aristotele, 350 a.C ca.) opera composta da 4 libri

230

e riconosciuta come il principale trattato cosmologico di Aristotele. In esso egli discute la sua visione del mondo sublunare, tra cui vi è compresa la teoria dei quattro elementi e l'esistenza del quinto elemento l'etere, materia di cui è composto il mondo sovralunare. In essa Aristotele discute anche della struttura del cosmo, che verrà ripreso anche da Dante nella sua

228 Lemay R., Op.cit. pag.180.

229 Sarton G., Op.cit. Pag. 340.

230 Sarton G., Ibidem.

(10)

terza cantica Paradiso. Il nucleo teorico del De Caelo riguarda la natura ed il funzionamento dell'universo, ma riprende anche alcuni postulati filosofici presenti nella Fisica, tra cui le distinzioni tra i vari tipi di moti, e tutte le digressioni riguardo sugli elementi terrestri e quello celeste.

Liber de expositione nominum almagesti : (Thābit ibn Qurra, IX sec. ) l'opera potrebbe corrispondere all'opera araba Kitāb thayi'at qira'at al-majasti (Libro di preparazione alla lettura dell'Alamgesto) ancora preservato in due manoscritti, ne abbiamo un opera moderna pubblicata da F.J. Carmody

231

.

Liber de motu acessionis e recessioniss : (Thābit ibn Qurra, IX sec. ) opera che riguarda la teoria della trepidazione;

antica teoria astronomica medioevale, con cui gli astronomi credettero di spiegare una pretesa apparente irregolarità del movimento precessionale dell'asse celeste. Si deve principalmente a Thābit, il quale credeva che il moto processionale fosse una semplice oscillazione e non un inclinazione. Ma la teoria è stata poi confutata. Anche di essa

231 Lemay R., Op. cit. pag. 179

(11)

possediamo una traduzione contemporanea data da F.J. Carmody.

A proposito di questa opera Lemay ci dice che secondo Vallicrosa, potrebbe essere stata tradotta anche da Giovanni di Siviglia

232

.

Almagesto : (Tolomeo) Opera già ampiamente descritta nel corso dell'elaborato (Vedi Capitolo IV con nota bibliografica). Mi limiterò in questa sede a riportare i commenti ade essa dedicata negli articolo di Lemay e Sarton.

Lemay rimnada all'opera di Kunitzsch, Der Alamgest: Die Syntaxis mathematica des Claudius Ptolemäus in arabisch- lateinischen Überlieferung (Wiesbaden, 1974). Mentra Sarton ci confermail 1175 come la data in cui Gerardo completò la traduzione dell'opera. E che fu stampata a Venezia per la prima volta nel 1515

233

.

232 Lemay R., Ibidem

233 Sarton G. Op. cit. pag 341.

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