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1.CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’APPARATO

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1.CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’APPARATO

RIPRODUTTORE FEMMINILE

L’apparato genitale femminile e’ composto da:

• Ovaie

• Tube uterine

• Utero e Cervice

• Vagina

• Vestibolo,Vulva,Clitoride

La conformazione e la struttura degli organi genitali femminili dei Mammiferi sono correlate alla modalita’ di riproduzione che e’

propria di questi animali.

Gli organi genitali femminili dei Mammiferi forniscono le cellule germinali femminili ed hanno anche il compito,dopo l’avvenuta fecondazione della cellula uovo,di fornire le condizioni per il completo sviluppo fino al momento del parto.

Le cellule germinali femminili vengono prodotte dalle gonadi od ovaie,le tube uterine o salpingi e l’utero.Rappresentano le sedi nelle quali l’ovocita,una volta avvenuta la fecondazione,si impianta e completa il suo sviluppo.

L’utero è un organo diverso a seconda della specie,ed è cosi’

adattabile che nel corso della gravidanza si trasforma in una “camera di incubazione”,la cui mucosa, diversa a seconda della specie è chiamata “placenta materna” o “parte uterina della placenta” ed ha il compito di stabilire il contatto con le membrane oculari dell’embrione.

Cio’ permette lo scambio di sostanze tra madre e feto e viceversa, ed

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Il “collo” o “cervice” serve come mezzo di chiusura per mezzo del quale l’utero si continua direttamente con gli organi della copula:”la vagina” e il “vestibolo della vagina”.

Al limite, tra queste due parti ,abbiamo lo sbocco dell’uretra.Il tratto viene infatti chiamato “seno uro-genitale”.

Per finire abbiamo la” vulva” che è la parte terminale delle vie genitali femminili ed insieme al “clitoride” costituisce gli organi genitali esterni della femmina.

Va detto che le ovaie e l’utero sono inclusi in una grande piega uro- genitale o legamento largo dell’utero.

Negli organi genitali femminili avvengono dalla nascita fino alla puberta’, continui cambiamenti di assestamento , accrescimento e rimaneggiamento ,tutto sotto un periodico controllo endocrino.

Gli ormoni a livello dell’apparato genitale femminile causano modificazioni sia reversibili che irreversibili nei singoli organi dando vita a quello che viene definito “ciclo ovario” e “ciclo uterino”.

Nei nostri animali domestici “l’estro” o “calore” è la principale manifestazione esterna del ciclo sessuale, per cui abbiamo modificazioni del comportamento e temperamento della femmina.

In questo frangente la femmina accetta il maschio e i suoi organi genitali sono pronti per l’accoppiamento e per affrontare,un’eventuale gravidanza.

Si definiscono pertanto animali “poliestrali” quelli nei quali l’estro avviene in piu'dell’anno per breve tempo(Maiale,Cavallo,Ruminanti) e specie “diestrali” nei quali l’estro si manifesta due volte in un anno con un lungo intervallo di anestro (Carnivori).

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Anche dopo la maturita’ sessuale gli organi genitali femminili non sono ancora completamente sviluppati, percio’dobbiamo aspettare la prima gravidanza.

1.1. OVAIO

Le ovaie dei Mammiferi domestici sono di forma ovale e rotondeggiante,la consistenza e’ dura.

Le ovaie nella cagna sono localizzate nella regione lombare,caudalmente ai reni. .Nelle cagne di media taglia sono lunghe circa 2cm con uno spessore di 1,5cm.e sono contenute nella borsa ovarica.I dati sulla lunghezza e sullo spessore delle ovaie delle cagne sessualmente mature sono molto variabili in forma,grandezza,peso, a seconda dei diversi cambiamenti funzionali.

Questi organi pari nella cagna,sono appesi al mesovario a livello della 3-4 vertebra lombare,caudalmente ai reni.

Il mesovario continua a livello craniale con il legamento sospensore dell’ovaio e caudalmente con il mesometrio

Cranialmente è attaccato al diaframma dal legamento sospensore dell’ovaio.Abbiamo anche il legamento proprio dell’ovaio che è molto breve ed unisce il polo caudale dell’ovaio all’apice del corno uterino.

Particolare nella cagna e’ il mesosalpinge che e’ costituito da una piega laterale del mesovario e che costituisce la maggior parte della parete della borsa ovarica insieme ad abbondante grasso(corpo adiposo). Per accedere alla cavita’ della borsa si passa da una stretta fessura mediale,dorsalmente alla quale si puo’ palpare l’organo.Il corpo adiposo è molto vicino con il polo caudale del rene omolaterale ed è importante come punto di repere per interventi di ovariectomia.

Nella cavalla le ovaie sono molto grandi,hanno forma simile ad un fagiolo,possono raggiungere 5-8 cm di lunghezza,lo spessore e’ di 2-

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4cm con un peso di 40-80gr l’una.L’ovaia e’ rivestita quasi esclusivamente dal peritoneo.La superficie disponibile per l’ovulazione,rivestita dall’epitelio ovarico ,e’ limitato a livello della fossetta di ovulazione sul margine libero.Questa conformazione e’

tipica della cavalla e si instaura nella specie dopo la nascita in modo graduale.

Come nella cagna anche nella cavalla,le ovaie sono mantenute in situ dal mesovario che e’ lungo circa 15cm,e sono palpabili per via rettale calcolando circa 10cm caudalmente ai reni.

Il legamento proprio dell’ovaio unisce il polo uterino dell’ovaio al corno uterino.Lateralmente sulla superficie del mesometrio nasce il mesosalpinge che va a costituire la borsa ovarica della cavalla insieme al mesovario,all’ovaio e al legamento proprio dell’ovaio.La borsa ovarica e’ poco profonda ed accoglie il voluminoso ovaio.

In un animale sessualmente maturo l’ovaio è costituito(eccetto che nella cavalla)da:

• Una corticale esterna abbastanza compatta detta anche zona parenchimatosa:vi si puo’ distinguere uno stroma,costituito da tessuto connettivo nel quale si trovano cellule pluripotenti,che si possono modificare morfologicamente e che possono svolgere svariate funzioni.Molto importante nello stroma è la presenza dei follicoli i quali contengono le cellule germinali.Le cellule germinali si formano sia prima che dopo la nascita,sono in numero variabile a seconda della specie.Alcune di queste cellule degenerano molto precocemente,altre possono subire una degenerazione gia’ in uno stadio avanzato di accrescimento,percio’si parla di “atresia follicolare”. Gli ovociti che non degenerano,completano la loro maturazione ed

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esternamente saranno rivestiti da cellule epiteliali andando a formare su un solo strato quello che viene definito “follicolo ooforo primario.”

• Una zona centrale ricca di vasi detta sostanza midollare o zona vascolosa. .

L’epitelio che riveste l’ovaio in superficie è costituito da cellule prevalentemente cubiche,che diventano appiattite negli animali adulti.

Al di sotto dell’epitelio troviamo la tonaca albuginea costituita da connettivo denso. Gli ovociti che non degenerano,completano la loro maturazione ed esternamente saranno rivestiti da cellule epiteliali andando a formare su un solo strato quello che viene definito

“follicolo ooforo”primario.

La maturazione del follicolo primario inizia alla puberta’ e dura fino alla fase di climaterio cioe’ alla perdita della capacita’ riproduttiva.

Gli ormoni che intervengono sono i gonadotropi dell’adenoipofisi(lobo anteriore),i quali rilasciano secrezioni intervallate nel tempo e che vanno a costituire il ciclo ovarico. .

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Interazioni ormonali tra Ipofisi e Apparato Genitale Femminile (1995 Donald R.Adams Iowa State University)

La maturazione follicolare avviene secondo diverse fasi:

• Si inizia con l’aumento di volume dell’ovocita, proliferazione dell’epitelio follicolare che lo circonda che da mostratificato diventa pluristratificato.Si forma la “membrana pellucida”

(membrana di rivestimento intorno all’ovocita)cioè la formazione del follicolo secondario.

• Si continua con il follicolo terziario ,nel quale e’ ben evidente una cavita’ chiamata “follicolo di Graaf.Il follicolo

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esternamente e’ rivestito da una capsula la “teca del follicolo”

costituita da due strati uno esterno costituito da cellule stromali,fusate e concentriche ,ed uno interno con cellule epitelioidi ricche di lipidi e tanti capillari.Proseguendo verso l’interno troviamo l’epitelio follicolare pluristratificato.Internamente al follicolo si trova il “liquor follicoli” il quale contiene l’ormone follicolare o “estrogeno”

prodotto dalla secrezione ormonale.E’ un ormone molto importante poiché provoca l’estro e prepara l’utero a ricevere l’uovo fecondato.Il follicolo che prima era solido diventa una vescicola piena di liquido e la sua posizione diventa eccentrica,circondato da cellule epiteliali o “cumulo ooforo”.Le cellule vicine alla zona pellucida dell’ovocita sono alte e vengono chiamate “corona radiata”: servendosi di prolungamenti attraversano la zona pellucida vengono a contatto con l’ovocita.Il volume del follicolo terziario è notevolmente aumentato ed è formato da una membrana ovulare e da un citoplasma(ooplasma).

• Maturazione dell’ovulo:la prima vera divisione maturativa avviene nel follicolo terziario.E’ una divisione riduzionale in quanto nei nuclei delle due cellule figlie il corredo cromosomico diventa aploide e l’ooplasma si ripartisce in modo ineguale e si ha cosi’ la formazione di un grande oocita di secondo ordine e un piccolo globulo polare.Segue una seconda fase di maturazione dell’oocita che avviene dopo l’ovulazione quando l’oocita espulso dal follicolo terziario passa nella tuba uterina.E’definita “divisione equazionale” poiche’ i nuclei delle due cellule figlie mantengono un corredo cromosomico aploide

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• .A questo stadio, se lo spermatozoo è penetrato nell’uovo ed e’

avvenuta la fecondazione, assisteremo ad una distribuizione ineguale del citoplasma e da cio’ ne risultera’ un grande uovo maturo e un secondo globulo polare.L’incontro dell’uovo con lo spermatozoo dara’ vita ad uno “zigote”(uovo fecondato).I globuli polari avendo poco materiale nutritizio a disposizione subiranno una degenerazione e diventeranno “uova abortive”.

Si arriva cosi’ alla fase di estro con espulsione dell’ovocita fino a quel momento circondato dalla corona radiata,ed emissione del liquor follicoli dal follicolo vescicoloso.Si instaura inoltre una iperemia acuta e contrazione delle fibrocellule muscolari dell’ilo che porta a tensione dello stroma ovarico facendo si’che si abbia aumento della pressione interna follicolare.

Una volta che si ha lo scoppio del follicolo si assiste ad un afflosciamento nel punto di rottura e nella cavita’ follicolare troviamo un coagulo ematico e un liquido sieroso.

L’ovulazione rappresenta la fase culminante dell’estro ed avviene dopo che la fase culminante dell’estro è passata e le manifestazioni estrali iniziano ad essere meno evidenti..Indipendentemente dal destino dell’ovocita espulso,si ha proliferazione delle cellule della granulosa della teca interna con formazione del “corpo luteo”. Il connettivo circostante ed i vasi si addentrano nel coagulo centrale proliferando,le cellule del follicolo diventano cellule luteiniche ricche di lipidi e pigmenti gialli,le quali si organizzano sotto l’azione dell’ormone luteinizzante formando il “corpo luteo”che con il suo considerevole volume va a sporgere sulla superficie dell’ovaio.

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La formazione del corpo luteo si ha attraverso le seguenti fasi:

• Stadio della proliferazione

• Stadio della vascolarizzazione

• Stadio della maturita’

• Stadio della regressione

Il corpo luteo produce l’ormone del corpo luteo o “progesterone” che induce a livello dell’utero tutte quelle modificazioni necessarie affinche’ si possa avere l’impianto dell’uovo e allo stesso tempo si possa inibire la maturazione di altri follicoli nell’ovaio .Se non c’è una gravidanza in corso la durata del corpo luteo e’ veramente breve e si ha la sua regressione,permettendo cosi’ ad un nuovo follicolo di maturare.Un corpo luteo di cosi’ breve durata viene chiamato “corpo luteo periodico” o “ciclico” in quanto nel periodo in cui un ciclo si forma raggiunge la maturita’ e regredisce.Negli animali poliestrali,a livello delle ovaie e’ possibile reperire diversi corpi lutei in diversi stadi di sviluppo,poiche’ questi animali hanno molti cicli brevi che si susseguono.I corpi lutei che osserviamo negli animali poliestrali regrediscono fino alla formazione di un residuo fibroso del corpo luteo detto “corpo fibroso albicante”.

Situazione diversa se si instaura una gravidanza:il corpo luteo rimane funzionante diventando “corpo luteo gravidico”assicurando il normale andamento della gestazione, comunque il progesterone durante gli ultimi tempi della gravidanza viene assicurato anche dalla placenta, e alla fine della gravidanza il corpo luteo regredisce permettendo cosi’

che si avvii un nuovo ciclo.

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Fasi del ciclo ovarico

(1995 Donald R.Adams Iowa State University)

La corretta funzionalita’ dell’ovaio e’ inoltre assicurata dalla vascolarizzazione:l’arteria ovarica proveniente da un ramo dell’aorta, e dalla vena ovarica che si scarica nella vena renale omolaterale o direttamente nella vena cava caudale;contribuiscono anche rami dell’arteria uterina.Il sistema linfatico a livello delle ovaie fa riferimento ai linfonodi iliaci mediali e linfonodi lomboaortici.

L’innervazione ovarica e’ sostenuta da plessi del sistema simpatico e del parasimpatico.

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1.2 VIE GENITALI FEMMINILI

Le vie genitali femminili che offrono il passaggio al prodotto della fecondazione e lo accolgono fino al completo sviluppo sono:

• Tuba uterina

• Utero

• Vagina

• Vestibolo della vagina

• Vulva

Avviene una graduale fusione in senso caudo-craniale , eccetto che per il vestibolo della vagina (seno uro-genitale) che prende origine dalla parte ventrale della cloaca.Le altre parti del canale genitale originano dai “dotti di Muller” di provenienza mesenchimale.Questi dotti nel primo stadio del loro sviluppo,ancora indifferenziato,accompagnano medialmente i “dotti di Wolff” che diventeranno nel successivo sviluppo le vie genitali maschili.I dotti di Muller iniziano caudalmente da quello che e’ l’abbozzo delle gonadi,sboccando distalmente nel seno uro-genitale a livello del canale pelvico.

Nei Mammiferi superiori,invece,avviene una graduale fusione che progredisce in senso caudocraniale,dei due dotti e nello stesso tempo si differenziano le due parti.La porzione caudale si fonde per prima in un unico canale la vagina mentre le altre porzioni rimangono ancora duplici:”utero duplice” e “vagina semplice” si trova ad esempio nella coniglia.Un’ulteriore fusione dei due canali genitali nel tratto che fa direttamente seguito alla vagina in direzione craniale da’ origine al

“collo” e al “corpo dell’utero”,mentre cranialmente a questo i due dotti rimangono ancora ben distinti a costituire i “corni uterini”:ne

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risulta un “utero bicorne”,nel quale il corpo e’ variamente sviluppato secondo la specie.L’utero bicorne è l’utero tipico dei nostri Mammiferi domestici.Si deve ricordare che i dotti di Muller possono fondersi in un canale unico,rimanendo distinti solo i tratti iniziali che diventeranno le tube uterine.

• Tuba uterina:detta anche “ovidutto” o “salpinge” .E’ un sottile canale cavo che accoglie l’uovo o gli ovuli provenienti dall’ovaio e li fa progredire verso l’utero.Come gia’ detto nell’ovidutto si svolge la seconda divisione maturativa dell’ovocita che rimane fecondabile per poche ore.Nella tuba avviene la fecondazione per mezzo degli spermatozoi che raggiungono la cellula uovo e penetrano in essa.Nella cagna e nella cavalla l’uovo una volta fecondato impiega circa 8 giorni per arrivare all’utero.Nella salpinge si distinguono diverse parti:l’estremo prossimo dell’ovaio a forma di imbuto chiamato

“infundibulo della tuba” che comunica attraverso “l’ostio addominale della tuba” con la zona dilatata detta “ampolla tubarica”.Proseguendo troviamo l’istmo che permette il passaggio dell’uovo.Quest’ultimo tratto risulta tortuoso e sbocca con “l’ostio uterino della tuba” nel corno uterino corrispondente.Questo punto e’ particolarmente evidente nella Cagna e nalla Cavalla per la presenza di una piccola papilla .La lunghezza della tuba nella Cagna e’ di 5-9 cm e nella Cavalla di 25-30 cm..Il margine libero dell’infundibolo risulta molto irregolare per la presenza di fimbrie ovariche piu’ o meno aderenti all’ovario.I mezzi di fissita’ a livello della

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tuba sono la mesosalpinge che la sostiene per tutta la sua lunghezza e che insieme al legamento proprio dell’ovaio e con l’ovaio formano la borsa ovarica.

La parete della tuba è costituita esternamente da una tonaca sierosa dove si trovano numerosi vasi sanguigni;lo strato medio è occupato dalla tonaca muscolare costituita da fibrocellule muscolari lisce che contribuiscono alla progressione dell’uovo insieme alle ciglia vibratili dell’epitelio;lo strato piu’ interno dalla tonaca mucosa è formato da epitelio cilindrico semplice che puo’ diventare pluristratificato e secernente durante l’estro.

La progressione dell’uovo fino all’utero è assicurato dalle contrazioni peristaltiche della tuba uterina,aiutate anche dalla corrente creata dalle ciglia vibratili dell’epitelio.

Ovidotto:parte ampollare.

(1995 Donald R.Adams Iowa State University

• Utero:varia a seconda della specie.Regolato dall’azione ormonale esso raccoglie l’uovo fecondato che ha gia’ iniziato il

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suo sviluppo e rende possibile l’impianto della placenta fetale affinche’ possa avvenire lo scambio di materiale nutritizio assicurando una buona gestazione. E’ sempre lo stesso che espelle il feto al momento della completa maturazione. Nei nostri mammiferi domestici,come gia’ accennato precedentemente,si parla di un utero bicorne costituito da una cervice,da un corpo diverso a seconda della specie e da due corni uterini.Il collo o cervice uterina è la parte piu’ caudale del’utero,la sua parete è costituita da muscolatura liscia sviluppata e connettivo fibroso denso ed è proprio per la sua costituzione che la cervice funziona da sfintere.Il lume della cervice cranialmente presenta l’orificio uterino interno e caudalmente l’orificio uterino esterno.Il canale cervicale rimane pervio solo durante l’estro,il parto e in un periodo limitato post- partum,eccetto che in questi momenti particolari, il canale è reso impervio dalla muscolatura,dalle pieghe persistenti della mucosa e dal secreto mucoso filante.Va ricordato che la dilatazione durante il parto è un processo che avviene sotto controllo neuroendocrino. Nella cagna,trattandosi di una specie a prole multipla ,l’utero si presenta molto lungo,tubulare, di ampiezza uniforme.Il corpo dell’utero è lungo 1-3cm,i due corni uterini sono esili.

Invece il collo dell’utero si presenta corto e cio’ fa si’ che l’orificio uterino esterno e quello interno risultino tra loro molto ravvicinati.Nella Cavalla si ha un corpo ampio,i corni uterini sono molto lunghi e nel loro sviluppo descrivono un arco

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convesso cranio-ventralmente arrivando cosi’ fino alle ovaie caudalmente ai reni;la cervice uterina presenta una parete spessa e lunga con pieghe longitudinali a livello della mucosa e un canale rettilineo,ed è a causa di tale conformazione i mezzi di chiusura mancano.Proseguendo cranialmente sempre nella cavalla si trova l’orificio uterino interno a forma di imbuto e quello esterno sulla porzione vaginale che sporge in vagina.

I mezzi di fissita’ dell’utero:in quasi tutti i nostri mammiferi domestici l’utero si trova in cavita’ addominale,solo la cervice la possiamo reperire nella zona peritoneale del cavo pelvico.L’utero e’ situato dorsalmente alle anse intestinali ed e’

mantenuto in situ dal “mesometrio” grande lamina peritoneale molto estesa ,formata da muscolatura liscia molto attiva che contribuisce al momento del parto a dare la posizione piu’

indicata.

Altro legamento che contribuisce alla sospensione dell’utero e’

il “legamento rotondo” che prende origine dalla superficie laterale del miometrio.

Struttura dell’utero:La parete dell’utero è costituita da una tonaca mucosa detta “endometrio” che riveste la superficie interna,lo strato intermedio è formato da una tonaca muscolare il “miometrio” mentre sulla superficie esterna del viscere troviamo il “perimetrio”.La tonaca propria risulta disseminata di ghiandole semplici ,tubulari,ramificate ossia le “ghiandole uterine” le quali sono molto importanti durante l’estro in quanto durante questa fase aumentano la loro attivita’ mentre nelle prime fasi di gravidanza secernono il “latte uterino”.

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La cervice uterina è costituita internamente da “mucosa” ,da uno strato muscolare con uno strato a fibre circolari ben sviluppato ed uno longitudinale piu’ sottile.L’esterno e’

occupato dalla sierosa.La mucosa della cervice subisce le solite modificazioni delle altre zone dell’utero legate al ciclo sessuale, con produzione di secreto mucoso.Lo strato vascolare nella cervice e’ ben sviluppato e si trova a livello del parametrio(connettivo sottosieroso del legamento largo a livello dei vasi e dei nervi).

.

Sezione di corno uterino:dall’esterno verso l’interno troveremo sierosa,muscolare,mucosa

(1995 Donald R.Adams Iowa State University)

• Vagina:questo organo risulta dalla fusione della parte distale dei due dotti di Muller e rappresenta ,insieme al vestibolo della vagina(che vedremo in seguito),l’organo femminile della copula atto a ricevere il membro maschile e a raccogliere durante l’accoppiamento il liquido seminale.La vagina è rappresentata

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da un tubo con parete sottile che si trova nella cavita’ pelvica tra il retto dorsalmente e la vescica ed uretra centralmente.La parete è costituita da muscolatura liscia,verso il lume è priva di ghiandole ed il suo epitelio pavimentoso pluristratificato si presenta diverso a seconda del ciclo sessuale.Nel proestro ed estro l’epitelio aumenta di spessore mentre le cellule piu’

superficiali cornificano,dopo l’estro le cellule cornificate desquamano.I vasi sanguigni sono disseminati nel connettivo avventiziale.Nella cagna e nella cavalla lo sperma si raccoglie a livello della vagina la quale rappresenta una parte importante del canale del parto.

• Vestibolo della vagina:si sviluppa nella zona ventrale della cloaca, è rivestito da una mucosa di colore rossastro nella quale si trovano le “ghiandole vestibolari” che secernono muco.Queste ghiandole sono distinte in maggiori che formano un gruppo compatto e minori disposte in file .Ognuna con il proprio dotto escretore.Nella cagna e nella cavalla troviamo le ghiandole minori sulle pareti laterali e ventrali del vestibolo che secernono muco per lubrificare la mucosa del vestibolo preparando l’organo sia alla copula che al parto.Inoltre nella parete del vestibolo esiste un sistema complesso e sviluppato di plessi venosi che nella cagna e nella cavalla formano una zona circoscritta di tessuto cavernoso il “bulbo del vestibolo”.

• Vulva :Parte terminale ed esterna delle vie genitali femminili.Sia nella cagna che nella cavalla è formata dalle labbra vulvari unite alle loro estremita’ sulla linea mediana a formare la commessura dorsale e ventrale delle labbra e delimitare una fessura: la rima vulvare.Le due pieghe cutanee

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accolgono nel loro tessuto sottocutaneo sia grasso che muscolatura.La cute invece è disseminata di ghiandole sebacee e sudoripare.

1.3 MUSCOLATURA

Muscolatura degli organi copulatori:i muscoli dei genitali esterni femminili corrispondono ai muscoli dei genitali esterni maschili:

• Muscolo ischio-cavernoso:muscolo poco sviluppato si origina dall’ischio e circonda le branche del clitoride.

• Muscolo costrittore del vestibolo:diviso in due parti avvolge il vestibolo della vagina e il suo corpo cavernoso

• Muscolo costrittore della vulva:costituisce la base muscolare delle labbra vulvari.E unito dorsalmente al muscolo sfintere dell’ano e circonda ventralmente il clitoride.L’azione di questi muscoli è indicata dal loro nome,i due muscoli corrispondono nel maschio al muscolo bulbo-spongioso.

• Muscolo ischiouretrale :origina dall’estremo caudale della sinfisi pubica e si dirige verso l’orificio uretrale esterno, favorendo cosi’ la minzione.

1.4 VASI E NERVI

I vasi ed i nervi a livello dell’apparato genitale femminile formano tra di loro diverse anastomosi:

• Ramo uterino:è un ramo dell’arteria ovarica che irrora la porzione craniale dei corni uterini

• Arteria uterina media :si origina dall’arteria ombelicale che è un ramo dell’arteria iliaca interna.Nella cavalla invece è un ramo dell’arteria iliaca esterna,rappresenta il vaso piu’ grosso e vascolarizza la maggior parte dell’utero.

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• Arteria urogenitale:alcuni suoi rami vascolarizzano la porzione caudale dell’utero,cervice e vagina.Nella cagna e nella cavalla questa arteria si origina dall’arteria pudenda interna.

Il sangue venoso passando nelle vene omonime scarica nella vena cava caudale.

I linfatici dell’utero sono tributari dei linfonodi iliaci mediali e lomboaortici,invece i linfatici a livello della vagina e della vulva si scaricano nei linfonodi iliaci mediali,sacrali interni nella cagna ed anorettali nella cavalla.

L’innervazione è di tipo somatico e vegetativo ed è rappresentata dal sistema parasimpatico sacrale che con il nervo pelvico e le fibre simpatiche del ganglio mesenterico caudale formano il plesso ipogastrico.

Dal plesso sacrale si origina il nervo pudendo e il nervo rettale caudale che provvedono alla sensibilita’ e alla motilita’ della muscolatura volontaria annessa alle vie genitali.

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2.CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’ APPARATO RIPRODUTTORE

MASCHILE

L’apparato genitale maschile prevede la seguente organizzazione:

• Testicoli

• Epididimo

• Dotto deferente

• Uretra

• Ghiandole genitali accessorie

• Pene

I due testicoli hanno il compito di produrre le cellule sessuali maschili definite “spermatozoi” e ormoni sessuali.Questi organi sono avvolti da particolari involucri e nei nostri mammiferi domestici sono contenuti nello scroto. Applicato a ciascun testicolo vi e’ l’epididimo attraverso il quale, una volta raccolti, passano gli spermatozoi appena lasciano il testicolo. All’epididimo segue il dotto deferente che sbocca nel tratto pelvico dell’uretra che diventa il canale urogenitale.A livello della porzione pelvica del canale urogenitale sono annesse le ghiandole genitali accessorie che sono rappresentate dalle ghiandole vescicolari,dalla prostata e dalle ghiandole bulbo- uretrali.Le ghiandole appena citate sboccano nel tratto pelvico dell’uretra.Quando avviene l’eiaculazione il loro secreto si mescola agli spermatozoi e si forma lo “sperma “ o liquido seminale.

L’uretra dopo essere uscita dal cavo pelvico viene incorporata dall’organo copulatore maschile o “pene”.

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(1995 Donald R. Adamns Iowa State Univerity)

2.1 TESTICOLO

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Il termine testicolo deriva dal greco “orchis”.Rappresenta la sede per la formazione delle cellule germinali maschili e degli ormoni sessuali.Il testicolo insieme all’epididimo e’ contenuto nello scroto,organo pari,di forma ovale o sferica.

La grandezza e’ variabile con la specie.Lo scroto costituito da cute rappresenta la struttura di rivestimento dei testicoli;è situato nella regione inguinale e si presenta sottile e di colore scuro ricoperto da una sporadica peluria sia nel Cane che nel Cavallo. Inoltre in quest’ultimo la pelle e’ untuosa e lucida per il secreto delle sue ghiandole sudoripare e sebacee.Un solco mediano chiamato “rafe scrotale” divide esternamente il testicolo destro dal sinistro e all’interno continua con il “setto scrotale”.

A differenza delle specie selvatiche, non si osserva nei maschi dei Mammiferi domestici un ritmo stagionale dell’ attivita’ riproduttiva.I nostri animali per effetto dell’addomesticamento ,una volta raggiunta la maturita’ sessuale,sono sempre pronti ad accoppiarsi in qualsiasi periodo dell’anno.

Per questa ragione non si notano sostanziali differenze di dimensioni.A livello del testicolo si possono distinguere varie zone:

• Polo craniale

• Polo caudale

• Margine epididimale

• Margine libero

• Superficie laterale

• Superficie mediale

Struttura del testicolo:

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Troviamo un rivestimento peritoneale molto aderente alla capsula dell’organo(tonaca albuginea).E’ una capsula fibrosa resistente di spessore notevole dal quale passano i rami dell’arteria e della vena testicolare.

La capsula non e’ elastica e per questo esercita pressione sul parenchima del testicolo;dalla superficie interna della tonaca albuginea si dipartono setti connettivali di diverso spessore che si approfondano nell’organo e costituiscono,una massa di tessuto fibroso definito “corpo fibroso” o “mediastino del testicolo”

attraversata da dei canalicoli molto sottili.Nel Cavallo invece la struttura e’ diversa infatti e’ limitata al polo craniale del testicolo.

A livello dei setti troviamo vasi sanguigni e nervi. I setti dividono il parenchima in tante piccole logge definite “lobuli del testicolo”: a sua volta e’ formato da un gruppo di tubuli con andamento serpiginoso e chiamati “tubuli seminiferi contorti”.Questi terminano con i “tubuli retti” che vanno a sboccare nei canalicoli della rete testis a livello mediastinico .Da qui partono i “condottini efferenti del testicolo”.Questi tubuli seminiferi rappresentano la sede di formazione degli spermatozoi ed e’ proprio qui che si svolge la“spermatogenesi”.

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Struttura di un testicolo e sua sezione

(1995 Donald R.Adams Iowa State University)

Esternamente i tubuli sono rivestiti da una membrana connettivale all’interno della quale vi e’ una sottile “membrana basale”.Su quest’ultima poggia l’epitelio seminifero costituito da cellule germinali che si trovano in vari stadi di differenziazione e a mano a mano che si avvicinano verso il lume del tubulo diventano

“spermatozoi”.Le cellule dell’epitelio seminifero hanno una determinata disposizione e procedendo dal basso verso l’alto ,avremo:

• Spermatogoni sulla membrana basale,cellule tonde con nucleo ricco i cromatina

• Spermatociti di primo ordine provenienti dalle divisioni degli spermatogoni,sono cellule con nucleo diploide.

• Spermatociti di secondo ordine che originano da una divisione maturativa

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• Spermatidi con nucleo aploide che nascono anche questi da una divisione maturativi.Queste cellule diploidi rappresentano i diretti precursori degli “spermatozoi”.

Disposizione delle cellule dell’epitelio seminifero (1995 Donald R.Adams Iowa State University)

Il processo che porta alla formazione degli spermatozoi e’ chiamato

“spermioistogenesi”,e rappresenta sia un cambiamento di posizione che di forma dei vari elementi costitutivi della cellula.

Gli spermatozoi hanno caratteristiche diverse a seconda della specie,sono dotati di una mobilita’ propria e sono costituiti da una testa,da un collo,da un tratto reuniente ed una coda.

Un altro tipo cellulare molto importante,che si trova a livello dei tubuli seminiferi,sono le “cellule del Sertoli” che con la loro base

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slargata poggiano sulla membrana basale,sono unite tra loro e formano una trama citoplasmatica.

La loro funzione e’ quella di nutrire gli spermii in via di differenziamento e di controllare e regolare attraverso gli ormoni la spermatogenesi.Gli ormoni impegnati nel controllo della spermatogenesi sono gli ormoni ipofisari gonadotropi che possono essere compromessi da squilibri endocrini,avitaminosi,ipovitaminosi, fattori psichici,climatici,malattie…….

Oltre a fornire le cellule germinali i testicoli producono il testosterone,ormone sessuale maschile,che una volta associato ad altri ormoni conferisce l’aspetto tipico maschile e il comportamento dell’animale.Questi ormoni vengono prodotti da cellule presenti nel connettivo intertubulare: le “cellule di Leydig”.

Una prova di quanto puo’ essere importante il ruolo degli ormoni,del comportamento,dei caratteri secondari in un maschio e’ dato dalla castrazione che se eseguita su animali giovani oltre a sopprimere la capacita’ all’accoppiamento,inibisce la comparsa dei caratteri sessuali secondari , modifica lo sviluppo corporeo e il temperamento dell’animale.

2.2 EPIDIDIMO

E’ costituito da una testa ,da un corpo ed una coda di forma allungata,si trova dorsolaterale al testicolo e adeso alla sua superficie sia nel Cane che nel Cavallo. .La coda risulta ben adesa al polo caudale del testicolo da un legamento molto resistente chiamato

“legamento proprio del testicolo”.La testa dell’epididimo e’ costituita da un numero variabile di condottini efferenti che

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partono dalla rete testis a livello del polo craniale del testicolo.Durante il loro tragitto confluiscono a formare un dotto: il “dotto dell’epididimo” che si continua con il “dotto deferente”.

2.3 DOTTO DEFERENTE

Rappresenta la prosecuzione diretta del canale dell’epididimo e topograficamente e’ interposto tra epididimo e porzione pelvica dell’uretra.Il dotto deferente entra a far parte del funicolo spermatico,ed e’ percosro per tutta la sua lunghezza da vasi e nervi testicolari.La forma del dotto deferente e’ quella di un tubulo muscolare che convoglia gli spermatozoi dalla coda dell’epididimo all’uretra.

Dovendo far risalire gli spermatozoi dal testicolo nello scroto fino alla cavita’ addominale,il dotto deferente e’ formato da una spessa tonaca muscolare.

La struttura del dotto deferente e’ la seguente:

• Tonaca mucosa con epitelio pseudostratificato e stereociglia

• Tonaca sottomucosa

• Tonaca muscolare in tre strati

• Tonaca avventizia

Va tenuto presente che nel Cane e’ appena accennata l’ampolla del dotto deferente,che rappresenta la parte terminale del dotto deferente, mentre nel Cavallo e’ molto sviluppata.Nel Cane inoltre manca la ghiandola vescicole,per questo il dotto deferente dopo aver attraversato la prostata,sbocca da solo nell’uretra pelvica,dorsalmente a livello del collicolo seminale poco appariscente.

2.4 LE GHIANDOLE ACCESSORIE

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Le ghiandole annesse alle vie genitali maschili sono diverse nelle singole specie animali e si trovano raggruppate intorno al tratto pelvico dell’uretra ,che verra’ descritta successivamente.

Lo sviluppo di queste ghiandole e la loro attivita’ viene regolata dagli ormoni sessuali.Una precisazione va detta se si parla di animali castrati precocemente nei quali queste ghiandole si sviluppano in modo incompleto.Mentre negli animali castrati tardivamente,nei quali poiche’ la maturita’ sessuale si e’ completata si atrofizzano e cessano la loro attivita’ secernente.

Le ghiandole presenti a livello genitale sono:

• Ghiandola vescicolare:organo pari,dorsale al collo della vescica,si continua lateralmente alle ampolle e tratto terminale del dotto deferente.Nel Cavallo ha una parete spessa e muscolosa,internamente mucosa con molte pieghe e cripte,tubuli ghiandolari ramificati che al momento dell’eiaculazione aiutate dalle fibrocellule muscolari emettono secreto abbondante nell’uretra pelvica.La ghiandola e’ assente nel Cane mentre e’ presente in tutti gli altri Mammiferi domestici.

• Prostata :e’ presente in tutti i nostri animali domestici e mantiene uno stretto rapporto con l’uretra pelvica.Molto sviluppata nei Carnivori e’ decrescente nel Cavallo.Possiamo distinguere in essa una parte esterna o “corpo “ della prostata e una parte interna o “disseminata”.Il corpo e’ situato all’esterno dell’uretra pelvica,la parte disseminata si trova all’interno della parete dell’uretra.Nel Cane il corpo della prostata e’

voluminoso diviso in lobo destro e sinistro,la parte disseminata e’ costituita da pochi lobuli ghiandolari sparsi nel parenchima

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dell’uretra.Nel Cavallo la parte esterna e’ formata da due lobi compatti ghiandolari uniti tra di loro da un istmo,sono presenti tanti piccoli dotti escretori lateralmente al collicolo seminale che scaricano il loro secreto prestatico nel tratto pelvico dell’uretra.Nel Cavallo inoltre non esiste la parte disseminata della prostata.

• Ghiandola bulbo uretrale:organo pari che si trova sulla superficie dorsale dell’uretra è in stretto rapporto con il bulbo del pene che rappresenta una parte del corpo cavernoso dell’uretra;la ghiandola non e’ presente bnel Cane.Nel Cavallo ha una forma clavata,e dai 3 ai 4 dotti escretori per ogni ghiandola,nel connettivo interlobulare e’ presente muscolatura liscia,sono ghiandole accessibili attraverso un’esplorazione rettale e cio’ ci puo’ risultare utile per fornirci reperti clinici non solo su questo organo ma anche sulla prostata.

• Sperma o seme:è il risultato degli spermatozoi e il secreto delle ghiandole genitali accessorie,che si forma all’atto dell’eiaculazione,le ghiandole forniscono un substrato molto importante sia per la mobilita’ che per il metabolismo degli spermatozoi ed inoltre acquistano la capacita’ di vita necessaria per poter raggiungere l’ovocita.Lo sperma differisce per colore ,viscosita’ ,quantita’da specie a specie :nel Cane un millimetro cubo contiene 100.000 spermatozoi e nel Cavallo 120.000.

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Rapprsentazione della prostata e ghiandole genitali accessorie

(1995 Donald R.Adams Iowa State Univerity)

2.5 PENE ED URETRA

Il pene od organo copulatore maschile possiede una struttura che permette l’erezione e l’emissione dello sperma.Nei nostri Mammiferi domestici, eccetto che nel Gatto, il pene dall’arcata ischiatica si estende in avanti fino alla regione ombelicale,passa tra le cosce,ventralmente alla pelvi.Fiancheggiato dal funicolo spermatico e’

avvolto dalla fascia sia superficiale che profonda del pene.L’estremo anteriore o parte libera del pene e il glande si trovano in una piega cutanea a forma di tubo:il prepuzio che permette al pene di allungarsi al momento dell’erezione.Nel Cane la forma del pene e’ cilindrica e

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contiene un osso,l’osso penino ed ha un glande.Nel Cavallo il pene e’

molto grande cosi’ come il diametro e possiede un glande ben sviluppato.

Il pene risulta cosi’ costituito:

• Corpo del pene:costituito da un corpo cavernoso pari,la forma e’ cilindrica,avvolto da tonaca fibrosa resistente detta tonaca albuginea.Da qui partono dei setti che si addentrano nel parenchima sottostante,cioè nei corpi cavernosi, formando una trama di sostegno.Venendo a contatto i corpi cavernosi dei due lati si forma una linea mediana definita “setto del pene” che divide il corpo del pene in due meta’.Il setto rimane integro nei Carnivori mentre negli altri Mammiferi i corpi perdono la loro duplicita’ divenendo un corpo cavernoso unico avvolto da una tonaca albuginea tubulare.Il pene alla sua radice e’ fissato al pavimento da un corto legamento pari: “il legamento sospensore del pene”. Va inoltre detto che sia nel Cane che nel Cavallo sulle trabecole prevale il tessuto cavernoso ben sviluppato per cui si parla di pene “muscolo cavernoso” e infatti si riscontra muscolatura liscia sulle pareti.Il pene in queste due specie risulta allo stato di riposo flaccido e comprimibile.La funzione del corpo cavernoso e’ quella di estensione e irrigidimento del pene durante l’erezione attraverso uno stato di iperemia attiva durante l’eccitazione sessuale con arrivo di sangue arterioso e distensione del tessuto erettile.Nello stesso momento si riduce lo scarico venoso attraverso una iperemia passiva per compressione delle vene che drenano il tessuto erettile.Si ha cosi’ inturgidimento degli spazi sanguigni del tessuto cavernoso ed erezione del pene.Una volta avvenuto il coito le arterie

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peniene bloccano l’afflusso del sangue restringendo il lume vasale,la muscolatura liscia nelle pareti del tessuto cavernoso si contrae,spinge il sangue fuori dagli spazi e il pene torna allo stato di riposo.

• Uretra:con un corpo cavernoso impari formato dal corpo spongioso del pene compreso il “bulbo del pene” e il “corpo spongioso del glande” che e’ un cuscinetto di tessuto erettile(la descrizione dell’uretra verra’ approfondita in seguito).

• Parte libera del pene:rivestimento cutaneo,muscolatura,vasi sanguigni e linfatici,nervi.Allo stato di riposo il glande e l’estremo distale del pene si trovano all’interno della guaina cutanea detto “prepuzio” conformata a tubo.Per quanto riguarda i muscoli si parla di un muscolo “prepuziale craniale” ed un muscolo pari il cui compito e’ quello di tirare fuori il prepuzio in direzione craniale il muscolo “prepuziale caudale”.Assente nel Cane ma presente nelle altre specie e’ il muscolo retrattore del prepuzio.Il muscolo “uretrale” e’ un muscolo sfintere volontario che sia nel Cavallo che nel Cane avvolge a manicotto il tratto pelvico dell’uretra.Importanti per espletare tutte le funzioni durante l’atto sessuale sono: il “muscolo bulbo spongioso”, che avvolge il bulbo del pene e arriva fino alla radice del pene stesso,il “muscolo ischiocavernoso” pari che origina lateralmente dall’arcata ischiatica e arriva fino alla radice ldel pene includendone le due branche. La sua funzione e’ quella di orientare il pene eretto nella posizione ottimale per la sua immissione in vagina durante il coito.Infine abbiamo il

“muscolo retrattore del pene “che e’ un muscolo pari ,molto sviluppato, che nel Cane partendo dalla prima vertebra caudale

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arriva fino al bulbo del glande e nel Cavallo ,sempre con la medesima origine,si irradia verso l’ombelico,a livello del muscolo “bulbospongioso”.Per quanto riguarda i vasi si trovano l’arteria pudenda interna ed esterna,l’arteria cremasterica e l’arteria testicolare che con le loro omonime vene che in alcuni punti formano plessi abbastanza complessi e provvedono allo scambio del sangue venoso.L’innervazione dei genitali maschili e’ effettuata dai nervi spinali e dal sistema nervoso vegetativo.Invece agli organi del cavo pelvico e del pene ricevono fibre simpatiche dal plesso pelvico e sono innervati dai nervi pelvici del parasimpatico.

L’uretra e’ un condotto che permette il passaggio sia all’urina che allo sperma,iniziando a livello della cavita’ pelvica con “l’orificio interno” in corrispondenza del collo della vescica e termina all’apice del pene.Il tratto iniziale dell’uretra che va dal collo della vescica allo sbocco del dotto deferente e delle ghiandole vescicolari da’ passaggio all’urina e viene chiamato parte preprostatica mentre la parte spongiosa dell’uretra ,che e’ la continuazione della precedente, veicola sia urina che liquido seminale.La parte dell’uretra che si trova sul pavimento pelvico prende il nome di “parte pelvica dell’uretra”,mentre la restante parte incorporata nel pene rappresenta

“l’uretra peniena”.

A livello dell’uretra pelvica sboccano le ghiandole accessorie che descriveremo in seguito;la mucosa dell’uretra presenta delle pliche longitudinali ed un epitelio di transizione tipico delle vie urinarie.

La mucosa uretrale e’ circondata da uno strato spongioso di spessore vario a seconda della specie alla quale fa seguito un sottile strato muscolare liscio circondato a manicotto dal muscolo uretrale.Una

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volta che l’uretra abbandona la pelvi inizia a descrivere un’ansa aperta cranialmente tutto intorno all’arcata ischiatica e passando tra le branche del pene entra nel solco uretrale.E’ proprio qui che l’uretra inizia ad avere rapporti molto stretti con il corpo cavernoso impari del pene e prende il nome di “parte spongiosa dell’uretra” o “parte esterna dell’uretra”.La struttura di questa parte uretrale e’ formata da pieghe longitudinali per cui in sezione traversa avra’ una forma a rosetta .La mucosa con una tonaca propria sottile,epitelio di transizione che diventa pluristratificato nella parte terminale dell’uretra nel Cavallo, e’ disseminata di piccole ghiandole.Altra parte importante dell’uretra e’ il corpo spongioso situato tra le due branche del pene applicato sull’uretra sotto la cute del perineo e che va a raggiungere, eccetto che nel Cane, la ghiandola bulbouretrale.Nel Cavallo e nel Cane distalmente il corpo cavernoso dell’uretra si continua con il corpo spongioso del glande che in queste specie animali è molto sviluppato fino a costituire il glande del pene.

Nella foto riportata in alto si notano a sinistra i corpi cavernosi del pene a destra i corpi cavernosi dell’uretra che circondano quest’ultima.

(1995 Donald R.Adams Iowa State Univerity)

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SALA CHIRURGICA , STRUMENTI, SCELTA DEL PAZIENTE.

In questo capitolo verra’ descritta la sala operatoria,le apparecchiature,gli strumenti usati nella chirurgia laparotomica nei Cani e nei Cavalli.

Molti strumenti saranno usati durante gli interventi di ovariectomia e criptorchidectomia laparoscopica, che verra’ descritta nei capitoli successivi.

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3.1 LA SALA OPERATORIA

Una sala operatoria e’ costituita da :

• Strutture fisse

• Strutture mobili

• Strumentario

Procedendo con ordine andremo a descrivere le strutture fisse che troviamo in una sala operatoria per grossi e piccoli animali.

La sala per grandi animali deve essere grande,di forma quadrangolare,con poche porte di accesso,il pavimento deve essere lavabile ed antiscivolo con pareti lavabili almeno fino a due metri e piastrellate,le prese elettriche devono essere numerose,devono permettere l’arrivo di gas anestetici e ossigeno,al soffitto dovranno esserci lampade scialitiche.

La sala dovra’ essere comunicante con un box di abbattimento e risveglio di circa 3x3 metri con pareti e soffitti molto alti e imbottiti,il pavimento morbido e non cedevole,due grandi porte,una che possa consentire all’animale di accedere all’esterno ed una che lo metta in comunicazione con la sala operatoria.La sala deve essere grande per permettere un buon movimento dell’animale e dovra’ essere provvista di un paranco.

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Sala chirurgica per Grandi Animali (Clinica universitaria di S.Piero a Grado,Pisa)

Box di risveglio per Grandi Animali (Clinica universitaria di S.Piero a Grado,Pisa)

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Nella sala per piccoli animali le caratteristiche e le strutture annessi saranno simili alla precedente,solo la sala sara’ piu piccola, visto la minore mole dell’animale.

Inoltre non sara’ necessario l’uso del paranco.Il box di abbattimento e risveglio nei piccoli animali e’ chiamato “locale d’induzione e risveglio”il quale deve essere comunicante con la sala operatoria e deve essere riscaldato per il periodo del risveglio.

Sempre per il postoperatorio deve essere munito di gabbie grandi e confortevoli dove porre il paziente durante il risveglio.

Comuni alle due sale sono i locali di sterilizzazione,di stoccaggio per lo strumentario,locali per la preparazione dei chirurghi ed infine la camera oscura il piu’ vicino possibile alla sala operatoria.

Sala Operatoria per Piccoli Animali (Clinica Universitaria S.Piero a Grado Pisa)

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La sala operatoria oltre alle strutture fisse e’ dotata di strutture mobili:

• Il letto operatorio : a differenza di un letto usato per le visite che puo’ essere solo alzato o abbassato,quello chirurgico permette anche l’inclinazione in ogni senso.

• La lampada scialitica:costituita da piu’ unita’ illuminanti;nello stesso supporto ogni unita’ possiede una serie di prismi e specchi così da rinfrangere la luce in ogni direzione,abolendo così le ombre nel campo operatorio.

• L’aspiratore:ha la funzione di aspirare i liquidi come sangue,urine,essudato,dal campo operatorio.Costituito da un macchinario con una pompa aspirante,al quale si attaccano raccordi tubulari con beccuccini intercambiabili, sterilizzabili e con contenitore di raccolta graduato.

• I tavoli servitori:chiamati anche tavoli portaferri e poggiastrumentari.Costituito da un piano metallico,su una struttura a rotelle su cui tramite un’interposizione di un telo sterile sono posti i ferri chirurgici.Sul tavolo servitore possono essere deposti anche elementi piu’ o meno sterili,come sacchetti di confezione per strumenti,cartoni con siringhe,materiale per suture…. I tavoli servitori possono trovarsi anche su piani diversi dello stesso carrello.

• I cestelli :costituiti da contenitori cilindrici per garze,teli,camici che devono essere sterilizzati.Una volta avvenuta la sterilizzazione i cestelli sono montati su dei supporti che permettono di aprire il coperchio attraverso un pedale o una manopola,cosi’ da potersi servire del contenuto in modo sterile.

• L’elettrobisturi:strumento che serve per la dieresi(taglio, continuazione,coagulazione)dei tessuti molli,come alternativa al

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bisturi manuale.In questo bisturi la lama e’ costituita da un ago dal quale emerge corrente ad elevata tensione.Quando tale scintilla e’ applicata su una piccola superficie,produce un fortissimo calore che fa “scoppiare” i tessuti sotto la spinta della pressione del vapore prodotto;la dieresi e’ netta con coagulazione dei margini limitata,che permette cicatrizzazione per prima intenzione,inoltre c’è contemporanea emostasi per coagulazione istantanea di sangue.

• Criobisturi:non molto usati in veterinaria

• Laser

• Negativoscopio:dovrebbe essercene uno in ogni sala operatoria per avere sotto visione le Rx durante l’intervento.

• Apparecchio Rx: vicino alla sala operatoria per effettuare controlli radiografici pre e post operatori.

• Apparecchiature anestesiologiche.

• Sistemi di monitoraggio:sono apparecchi che ci danno informazioni continue sul respiro,polso e pressione.

• Microscopio operativo

• Arredi vari:possiamo trovare barelle per i pazienti,travagli che a loro volta potranno essere fissi,mobili e misti.

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Lo strumentario occorrente per affrontare un intervento chirurgico dipenderà in gran parte dal tipo di intervento che deve essere eseguito.In sala operatoria vi sono alcuni strumenti chirurgici che sono essere sempre presenti indipendentemente dall’intervento che dovremmo apprestarci a svolgere.Ne esistono altri specifici deputati all’esecuzione di alcuni tipi di interventi: strumenti per la chirurgia oftalmica, per quella ortopedica, per quella vascolare, per la neurochirurgia,per quella ostetrica….

Nel nostro lavoro andremo a descrivere gli strumenti sempre presenti nella sala operatoria e quelli particolari per il nostro tipo di intervento laparoscopico in caso di ovariectomia e criptorchidectomia in Cani e Cavalli.

Lo strumentario sempre presente comprende:

• Drappeggio: consiste nel delimitare il campo operatorio con teli operatori molto grandi, che si collocano ai margini del campo operatorio i quali vengono fissati con pinze fissateli(Bakhaus o Doyen) che devono essere almeno sei.I teli raggiungono dimensioni di 1,5 x 1 metro nei grandi animali e di 1 x 0,70 metri nei piccoli animali.Sopra ai quattro teli deve essere applicato uno molto grande che viene fissato e fenestrato.Nei grossi animali inoltre è possibile l’uso di un unico telo di 2 x 1 metro,fenestrato al centro.Il telo deve essere a trama spessa,monouso,assorbente.In commercio troviamo anche teli trasparenti autoadesivi che hanno la caratteristica di aderire completamente alla cute e permettono di fare un taglio unico sul telo e contemporaneamente alla cute e ai tessuti sottostanti.Il drappeggio segue una tecnica sterile,i teli rappresentano durante l’intervento la garanzia della sterilita’

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delle aree limitrofe al campo operatorio,pertanto no devono essere contaminati.Se ne possono usare anche due fenestrati.

Pinza Fissateli Bakhaus

(Fossum 2002)

• Bisturi:rappresenta il classico tagliente della chirurgia.E’

costituito da un manico e da una lama,la quale puo’ essere fissa o intercambiabile.Quelli con la lama fissa hanno bisogno di frequenti affilature del tagliente;gli intercambiabili utilizzano una lama monouso.I piu’ usati sono i Bard-Parker.I bisturi usati frequentemente in medicina veterinaria sono i manici di bisturi a testa piccola (n. 3) o grande (n. 4) i quali una volta utilizzati vengono sterilizzati in autoclave.E’ su questo tipo di bisturi che vengono montate delle lame sterili monouso in commercio di diverse forme e dimensioni a seconda dell’intervento. Quelle più piccole hanno l’attacco per i manici a testa piccola mentre le più grandi lo hanno per i manici a testa grande. Le lame che vengono utilizzate negli interventi di ovariectomia e criptorchidectomia hanno misure variabili da 15 a 21 mm in base alle preferenze del chirurgo ed alle dimensioni del cane in questione. Il bisturi viene utilizzato per eseguire delle dieresi utilizzando lo scorrimento della lama.

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Nella foto a fianco possiamo osservare due manici di bisturi il primo a sinistra

del numero 3 e quello accanto del numero 4. Le lame appartengono,dall’alto verso il basso ai numeri :10,11,12,15,20.

(Fosum 2002)

• Forbici:esistono delle grandezze e delle forme piu’ svariate.Le forbici creano sia schiacciamento che torsione ai margini dell’incisione,rispetto all’incisione con il bisturi,con conseguenza di una lieve emostasi.L’utilizzo delle forbici puo’

essere duplice:funzione di tagliente e di strumento di dissezione per via smussane . Nel kit chirurgico di base sarebbe opportuno disporre di un paio di forbici a punta acuta-smussa ( Mayo ), per tagliare la parete addominale prima incisa con il bisturi, ed anche di un paio di forbici da dissezione (Matzanbaum) più delicate e precise delle precedenti.

Nella foto sono mostrate diversi tipi di forbici: da sinistra abbiamo:forbici da rimozione punti,con punta acuta smussa.

,Matzanbaum,Mayo,per fili d’acciaio,e per tenotomia.

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• Pinze tessutali:dette anche da presa;sono costituite da due sbarrette metalliche le quali sono unite tra loro ad una estremita’,mentre l’altra e’ libera e leggermente divaricata.La parte libera,destinata alla presa dei tessuti,puo’ essere dentellata,in questo caso si parla di “pinze chirurgiche”oppure libera e sono chiamate “pinze anatomiche.A sua volta sempre la parte distale puo’ essere smussa o appuntita.Le pinze chirurgiche vengono usate per tessuti abbastanza resistenti essendo dentellate,mentre le anatomiche per i tessuti piu’

delicati,al fine di evitare lesioni,ma hanno lo svantaggio che essendo sprovvisti di dentellatura non assicurano una presa duratura.

Nella foto da sinistra a destra abbiamo diversi tipi di pinze:

Bishop-Harmon con punte lisce,Bishop-Harmon con punte di topo,Brown-Adson per tesuti 132,zigrinata,De Bakey (Fossum 2002)

• Pinze emostatiche:si tratta di particolari pinze che sono bloccabili per mezzo di una cremagliera.La parte libera puo’

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essere liscia o presentare dei picoli dentini.Esistono numerosi tipi di pinze diverse per grandezza,forma e modalita’

d’impiego.Negli interventi di ovariectomia e di criptorchidectomia vengono usate le Klemmer rette o curve e le Kocher con denti anche queste rette o curve.

da sinistra a destra: Mosquito, Kelly, Crile, Rochester-Carmalt ( Fossum 2002)

• Il Portaghi e’un tipo di pinza bloccabile mediante una piccola cremagliera. Le branche libere servono per bloccare l’ago.Anche in questo caso,in commercio,esistono diversi modelli in base al tipo di intervento che dobbiamo affrontare. I modelli di porta-aghi utilizzati negli interventi di ovariectomia e criptorchidectomia sono il Mayo-Hegar e l’Olsen-Hegar.

Quest’ultimo ha la porzione prossimale della branca munita di tagliente per cui si puo’ fare a meno delle forbici usate per tagliare i fili della sutura.

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Il portaghi di Mayo-Hegar,Olsenhegar, Mathieu,Castroviejo.

(Fossum 2002)

• Strumenti particolari:rappresentano tutti quegli strumenti che vengono usati in particolari situazioni.Di solito durante gli interventi di criptorchidectomia laparotomica vengono utilizzati generalmente solo gli strumenti sopra descritti, per l’ovariectomia laparotomica esiste uno strumento speciale chiamato uncino da ovariectomia ( Covault o Snook).Esso è costituito da una bacchetta metallica,con un’estremita’ ricurva ad uncino e con la punta smussa.Una volta effettuata la laparotomia mediana,l’uncino iene inserito nella breccia per la ricerca delle ovaie,facendolo scorrere lungo la parete addominale a 2-3 centimetri caudalmente al rene,infine viene fatto ruotare medialmente per agganciare il corno uterino omolaterale,il legamento largo e quello rotondo.Una volta trovato e agganciato viene portato fuori dalla breccia operatoria e viene praticata l’ovariectomia.La tecnica sopra descritta permette di eseguire una breccia operatoria di dimensioni minori ma alcuni chirurghi non la utilizzano e vanno alla ricerca delle strutture appena menzionate con il dito indice della mano dominante.Questa scelta dipende anche dall’esperienza del chirurgo e dalla sensibilita’ del dito rispetto all’uncino.Inoltre,

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se da una parte una breccia operatoria di breve estensione e’ sia esteticamente che da un punto di vista invasivo migliore,dall’altra parte, non permette una buona visione ed un controllo degli orani genitali.Con una breccia laparotomica piccola non potremmo vedere eventuali patologie o sanguinamenti.

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3.2 VALUTAZIONE CLINICA E

ANESTESIOLOGICA DEL PAZIENTE

Rappresenta un momento importante e delicato poiche’ la maggior parte dei problemi che potrebbero insorgere nel periodo intra e post- operatorio conseguono ed errate valutazioni nel periodo pre- operatorio.

Un esame accurato del soggetto che pensiamo sottoporre a qualsiasi tipo di intervento è infatti il primo passo da fare per ridurre al minimo i rischi e favorire il recupero postoperatorio.

Si consiglia di valutare per prima cosa le condizioni generali del soggetto procedendo ad un esame clinico e successivamente anestesiologico.La visita prima dell’anestesia e’ fondamentale per valutare il rischio anestesiologico e scegliere il protocollo adatto.

L’esame clinico prevede un’accurata anamnesi , i motivi che hanno portato alla visita del paziente,precedenti patologie del soggetto,se ci sono terapie in corso e l’ispezione delle grandi funzioni organiche.

La visita dovra’ essere corredata dagli esami complementari:

• Esame emocromocitometrico :si valutano i parametri plasmatici,soprattutto sara’ posta attenzione all’ematocrito e al piastrinocrito.Fondamentali infatti sono i tempi di coagulazione della protrombina e tromboplastina che se alterati influiranno suu processo emostatico.Questi esami ci daranno anche una conferma di infezioni in corso nel soggetto.

• Elettrocardiogramma

• Ecocardiogramma

• Radiografie

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Gli esami appena citati dovrebbero essere di ausilio e necessari per diagnosticare tutte le patologie che possano interagire con la futura anestesia.Dopo la visita clinica sara’ la volta della valutazione anestesiologica che esaminera’ la funzionalita’ cardiaca e respiratoria e potra’ associare un elettrocardiogramma per avere un quadro pui’

completo.

Negli animali di eta’ superiore a 5 anni e’ utile effettuare di routine gli esami biochimici come:

• Emocromo

• Profilo biochimico

Entrambi gli esami vengono effettuati ,per mettere in luce patologie non ancora clinicamente evidenti (come patologie epatiche e renali che potrebbero provocare risposte anomali ai farmaci anestetici).Questa valutazione permettera’ di scegliere protocolli di medicazione e tecniche di anestesia adeguate.

Il rischio anestesiologico viene classificato in 5 categorie in relazione allo stato del paziente,secondo la classificazione introdotta dalla American Society of Anesthesiologists (ASA).Questa classificazione e’ accettata universalmente sia in campo umano che veterinario.

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TABELLA di CLASSIFICAZIONE ASA

Classificazione ASA Rischio anestetico 1 Animale in buona salute Minimo

2 Animale con un patologia Debole senza ripercussioni sistemiche

che ne limitino l’attivita’

3 Animale con una patologia Medio sistemica importante e non

compensata che ne limita l’attivita’ senza comportare gravi incapacita’ organiche

4 Animale con una patologia Elevato sistemica grave e non com

pensata,invalidante,con rischio costante per la vita

5 Animale moribondo con una Molto elevato speranza di vita inferiore alle

24 h,con o senza intervento chirurgico

E Emergenza

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La lettera “U”,in Italia la “E” accanto al numero della scala ASA significa che l’intervento viene fatto in emergenza e non si sono potute espletare tutte le procedure previste perche’ il paziente deve essere messo in anestesia rapidamente.

Una volta assegnata la classe ASA al paziente l’anestesista valuterà il protocollo anestesiologico più adeguato e quali eventuali precauzioni da prendere.

Va ricordato che l’ovariectomia a scopo di controllo delle nascite e la criptorchidectomia di testicoli non neoplastici e che non hanno subito torsione possono essere considerati interventi “non indispensabili” per cui, nel caso di soggetti a rischio (ASA 3, 4, 5) può essere opportuno rinunciare all’intervento.

Per quanto riguarda il testicolo neoplastico in un paziente ad alto rischio anestesiologico la scelta se operare o meno dovrà basarsi principalmente sull’età del soggetto. I tumori testicolari infatti metastatizzano solo nel 10% dei casi ed anche quando lo fanno impiegano molto tempo prima portare a danni evidenti per cui, di fronte ad un soggetto già in là con gli anni può essere più saggio e fruttuoso, in termini di aspettativa di vita, non procedere all’intervento.

La torsione del testicolo invece si manifesta con una sintomatologia violenta e rappresenta sempre un’emergenza chirurgica.

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