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Infatti il 7/9/1920 si verificò un disastroso terremoto (M 6.3) con epicentro in Garfagnana

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135 7 Caratterizzazione sismica del territorio

7.1 Inquadramento sismologico - strutturale

La presenza di un’estesa e diffusa sismicità storica ed attuale testimonia il fatto che nell’appennino settentrionale sono tutt’ora attivi processi tettonici.

L’attività sismica è modesta nella parte ovest della Toscana.

Per le aree corrispondenti alla Garfagnana e alla Lunigiana, invece, presentano un’alta sismicità, dato che hanno risentito in maniera sostanziale del sisma del 1920.

Infatti il 7/9/1920 si verificò un disastroso terremoto (M 6.3) con epicentro in Garfagnana. Ci furono poi altri due sismi che influenzarono la sismicità della zona:

quello del 25/10/1972 in Lunigiana con M 4.8 e quello di Fivizzano del 10/10/95, M 4.9.

La profondità ipocentrale stimata per i primi due terremoti sembra essere compresa tra i 15 e i 20 km, mentre per il terzo è stimata intorno ai 7 km ( Borghini et alii, 2000).

Secondo vari studi estesi a tutto l’Appennino, i terremoti che vengono a localizzarsi entro la catena stessa, sono associati a faglie normali e presentano una significativa componente di taglio.

Gli assi tensionali associati sono disposti ortogonalmente al principale trend strutturale dei graben Plio-Pleistocenici e alle faglie normali in generale.

Esistono tuttavia delle eccezioni, come per il terremoto del ’72 in Lunigiana in cui invece il meccanismo è inverso.

Il collegamento fra queste strutture in zona distensiva e i terremoti locali indica che la sismicità dell’Appennino è sostanzialmente superficiale e localizzata nella crosta.

Più in generale i terremoti, che abbiamo detto essere geneticamente legati alle strutture disgiuntive, testimoni di una tettonica distensiva, vedono localizzare i propri ipocentri, specialmente nell’Appennino centro-nord nella crosta superiore tra i 5 e i 15 km.

Proprio in Lunigiana e in Garfagnana sono state raggiunte profondità maggiori, dell’ordine dei 20 km circa e questo potrebbe fornire informazioni circa lo spessore della crosta coinvolto in tali deformazioni.

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136 Alcuni autori ( Moretti et alii, 1992) per ricostruire la tettonica superficiale della Toscana settentrionale hanno eseguito, tra gli altri, studi su immagini satellitari (Landsat) e mediante l’analisi e il confronto dei dati strutturali da letteratura e da cartografia hanno distinto i principali domini strutturali.

Il settore della Lunigiana è caratterizzato da una elevata sismicità ( l’ultimo evento importante è costituito dal terremoto di Fivizzano del 10.10.95, Magnitudo 4.9 – profondità 7 km), sono presenti faglie singole e sistemi di faglie, tutti prevalentemente con un andamento NW-SE.

Fra i terremoti più disastrosi, degno di nota è quello già citato del 1920 con epicentro in Garfagnana.

Sebbene non siano state rinvenute testimonianze circa le ripercussioni su Ponzano Superiore si può notare che il suddetto sisma venne risentito nel territorio con un’intensità del 6° grado della scala Mercalli (Fig. 7.1).

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137 Fig. 7.1: Carta delle isosisme del terremoto del 7 settembre 1920.

L’area oggetto di studio ricade nel 6° grado Mercalli ( da ferrari G., Patacca E., Scandone P., 1985).

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