Introduzione
Introduzione
Introduction
Arsenico (As) e composti arsenicali sono stati valutati cancerogeni per l’uomo da oltre trenta anni da parte della Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer - IARC) sulla base di evidenze ritenute sufficienti per tumori della pelle e del polmone.14 L’arsenico nelle acque destinate al
consumo umano è stato classificato come cancerogeno certo per l’uomo (gruppo 1), sulla base di studi epidemiologici e sperimentali di cancerogenesi ritenuti adeguati allo scopo.15 Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per le esposizioni a dosi moderate di
arsenico inorganico (Asi) e di forme organiche e sulle conseguenze sulla salute in
riferimento a diverse patologie non tumorali con evidenze ancora insufficienti o limitate, quali malattie cardiovascolari, diabete e disordini neurologici. Oltre alla perdurante attenzione rivolta alle comunità esposte a livelli elevati di arsenico nelle acque, sono quindi di crescente interesse i possibili effetti sulla salute di esposizioni a livelli moderati che interessano più ampie popolazioni. Il Consiglio Nazionale della Ricerca (National Research Council - NRC) degli Stati Uniti ha affermato chiaramente che “additional epidemiologic evaluations are needed to characterize the dose-response relationship for arsenic-associated cancer and non cancer endpoints, especially at low doses” e allo stesso tempo conclude che la linea guida di “50 µg/L does not achieve […] public health protection, and therefore, requires downward revision as promptly as possible”.16 Come conseguenza l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health
Organization – WHO) raccomanda per l’arsenico nelle acque potabili il valore massimo di 10 µg/L.17 La valutazione dei rischi sanitari associati all’esposizione a concentrazioni
di arsenico in acqua superiori al livello di protezione per la salute di 10 µg/L18 e inferiori
a 50 o 100 µg/L è, infatti, oggetto di considerevole interesse in campo di sanità pubblica, ricerca e legislazione. Un interesse crescente inoltre riguarda altre vie di esposizione, con particolare riferimento alla catena alimentare e alla via inalatoria. Gli studi epidemiologici su popolazioni esposte a concentrazioni moderate di arsenico nelle acque potabili sono comunque ancora limitati ed eterogenei. In Italia il problema della presenza di arsenico nelle acque per usi civili ha riguardato vaste aree, suscitando anche inquietudine nelle comunità coinvolte. Negli anni recenti in numerosi comuni sono stati effettuati interventi per garantire l’adeguamento al livello di concentrazione di 10 µg/L,
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in alcuni casi ancora in corso di realizzazione. Infatti, dopo le deroghe concesse dalla Commissione Europea (CE) all’Italia tra il 2003 e il 2010 sul rispetto del valore di 10 μg/L stabilito dal D.Lgs 31/2001 (attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano)19, il 28 ottobre 2010 la CE concedeva
un’ultima deroga a 20 μg/L, scaduta il 31 dicembre 2012.