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4. IL TORRENTE BACCATOIO

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Academic year: 2021

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4. IL TORRENTE BACCATOIO

L’intensa e diversificata attività di estrazione mineraria descritta nel precedente Capitolo 3 ha una serie di implicazioni di carattere ambientale, in particolare per quanto riguarda gli effetti del rilascio di contaminanti alla fase acquosa associati all’alterazione di solfuri e solfosali solubili. Uno dei corsi d’acqua superficiale che maggiormente risente di questi processi, ed è argomento specifico di questo lavoro di Tesi, è rappresentato dal Torrente Baccatoio.

4.1 Bacino idrografico

Con il termine Torrente Baccatoio si intende qui l’intero corso d’acqua, che assume in realtà nomi diversi nei suoi diversi tratti: Canale dei Molini nella parte dell’alto corso; Torrente Baccatoio nel tratto intermedio; Fosso di Motrone nel tratto a valle che comprende la Piana fino alla foce, nel Mar Ligure. Il bacino idrografico del Torrente Baccatoio, che si sviluppa tra quello del fiume Versilia a Nord-Ovest e quello del Torrente Camaiore a Sud-Est (Tavola 2, Carta dei Bacini Idrografici della Versilia), è uno dei bacini di competenza dell’ Autorità di Bacino Toscana Nord. E’ un bacino poco esteso, di poco superiore ai 30 Km2; il corso d’acqua principale nasce a circa 1000 m s.l.m. sul Monte Lieto e le massime quote raggiunte nel bacino imbrifero sono quelle del Monte Lieto stesso, con i suoi 1050 m, e del Monte Gabberi (1108 m). Dopo un breve tratto collinare il corso d’acqua scorre lungo la valle di Valdicastello, passa sopra la linea ferroviaria e scorre pensile sino a mare. La lunghezza del corso principale è di circa 10,5 Km. Il torrente è contraddistinto da un regime idrologico generalmente con modeste portate e risulta in secca, nei periodi estivi. Tuttavia, non sono rari eventi di piena improvvisi, in corrispondenza di intense piogge. Anche per questo motivo, nel medio corso del Baccatoio l’acqua è stata predisposta una cassa di espansione per ridurre il rischio idraulico.

Il bacino è caratterizzato nella parte montana da rocce filladiche del basamento Paleozoico dell’Unità di Massa (bacino del Canale dei Molini), da rocce calcareo-dolomitiche e depositi alluvionali grossolani cementati (vedi anche Capitolo 2). Nel tratto vallivo il fiume incide le proprie alluvioni costituite in prevalenza da ghiaie e sabbie. La fascia costiera è costituita da depositi dunali costieri costituita da sabbie fini.

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I due rami principali che alimentano il Baccatoio sono il Canale di Fondo (Figura 4.1) vicino all’abitato di Valdicastello, che è alimentato da alcune sorgenti sia stagionali che perenni, ma con bassa portata o fasi di secca nei periodi di scarse precipitazioni meteoriche, in particolare quelle poste sui versanti di Argentiera e principalmente quella di Santa Maria Maddalena e Valle Cava, ed il Canale dei Molini vero e proprio (Figura 4.2), detto anche Canale Sant’Anna, che scende dalle Miniere del Monte Arsiccio. I due canali si uniscono a Valdicastello, dando origine al Torrente Baccatoio vero e proprio.

Figura 4.1: Intersezione Canale di Fondo e il Canale dei Mulini, regime di piena.

I principali affluenti del Torrente Baccatoio si trovano nel tratto di pianura e sono il Torrente Traversagna (o Rio S. Maria) che vi si unisce poco a monte dell’inceneritore in località Pollino in destra idrografica, la Gora degli Opifici che costituisce il principale reticolo idrografico di Pietrasanta città e si innesta in destra idrografica nel Baccatoio poche decine di metri a monte della via Aurelia in località Motrone, il Fosso del Teso, fosso di bonifica che drena la piana del Comune di Camaiore e si getta nel Baccatoio specularmente alla Gora degli Opifici appena a valle della via Aurelia, ed il fosso della Carraietta che vi si immette in sinistra idraulica appena a valle dell’inceneritore del Pollino.

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Figura 4.2: Canale dei Molini, ovvero la parte alta del torrente Baccatoio così come intesa in questo lavoro di Tesi in corrispondenza della Miniera Buca dell’Angina.

Il bacino del Rio S. Maria o Traversagna ha origine a monte dell’abitato di Capezzano Monte, confina a sinistra con il bacino del Torrente Baccatoio e sul versante destro con il bacino della Gora degli Opifici, ed ha una estensione di circa 1,67 Km2. Il canale scorre in gran parte a cielo aperto tranne un piccolo tratto a monte della strada Provinciale Sarzanese n° 439 dove risulta tombato. Dopo l’attraversamento ferroviario, il canale prende il nome di fosso Traversagna il quale confluisce, come detto, in destra idrografica al torrente Baccatoio, circa all’altezza dell’inceneritore in località Pollino lungo il tratto terminale in cui il torrente è pensile.

Il bacino della Gora degli Opifici copre un’area di circa 2.88 Km2, interessa tutta l’area dove sorge la città di Pietrasanta e delle colline sovrastanti. Questo canale taglia trasversalmente l’area dei conoidi di deiezione e, oltrepassata la SS1 Aurelia in Località Pontenuovo, scende verso mare raccordandosi al Torrente Baccatoio in località Motrone. La Gora degli Opifici è alimentata da numerosi canali minori, di cui i principali sono il Rio Colombetta, il Canale Sobardino, il Canale degli Orsucci, il Canale dei Frati ed il Canale Giardinaccio.

Il canale della Carraietta raccoglie le acque provenienti dalle zone collinari poste tra Valdicastello e Capezzano Pianore, scorre in trincea fino alla via Sarzanese dopodiche diventa pensile e non raccoglie acque, se non quelle derivanti da sollevamento meccanico.

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Infine il Teso raccoglie le acque della zona pianeggiante a prevalente uso agricolo, posta a cavallo tra il comune di Pietrasanta e quello di Camaiore. Il sistema Teso riguarda sia il Canale del Teso, che raccoglie le acque delle estreme propaggini del bacino del Torrente Baccatoio nelle aree collinari prossime all’abitato di Camaiore e le scarica in modo naturale nello stesso poco più a monte dell’attraversamento di via Roma (lungomare), sia le acque basse, che invece raccoglie tutte le acque di bonifica della pianura e le scarica nel torrente appena a valle dell’attraversamento della via Aurelia. In Figura 4.3 su una ortofoto geoferenziata sono riportati i sottobacini principali del bacino imbrifero del torrente Baccatoio, il reticolo principale dello stesso bacino ed il reticolo dei bacini adiacenti.

Figura 4.3: Visuale d'insieme del bacino imbrifero e del reticolo idrografico del Torrente Baccatoio.

Il Torrente Baccatoio ha diverse opere idrauliche, ed in particolare diverse briglie nel tratto tra Valdicastello e la piana, ad esempio in località Regnalla (Figura 4.4). Oltre alla briglia è presente una cassa di espansione in località Falascaia (Figura 4.5), vicino all’inceneritore del Pollino e tre idrovore, che scaricano le acque nel torrente (del Teso, della Quadrellara e del Mandriato).

Bacino del fiume Versilia

Bacino del torrente Camaiore

Bacino del torrente Baccatoio

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Figura 4.4: Briglia al ponte di Regnalla, regime di morbida.

Figura 4.5: Cassa d’espansione in località Falascaia.

In merito alla pericolosità idraulica del corso d’acqua, si riporta di seguito un estratto di uno studio della Pericolosità Idraulica del sistema Baccatoio, redatto per conto dell'Autorità di Bacino Toscana Nord, in cui si tratta dei possibili effetti di un'esondazione del torrente:

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"A valle dell’attraversamento della Statale Sarzanese Valdera entra nel comprensorio della zona di Bonifica della Versilia protetto prima da argini in pietra successivamente da argini in terra fino alla foce. Essendo pensile una fuoriuscita delle acque provocherebbe un allagamento di vastissime zone densamente abitate con la presenza di infrastrutture pubbliche quali il termovalorizzatore di Falascaia, l’ospedale unico della Versilia, viabilità statale e locale. La portata del tratto terminale del torrente Baccatoio è incrementata dalle acque dei corsi di bonifica, compresi tre impianti idrovori; questa circostanza costituisce un maggior carico idraulico che può aggravare e rendere ad elevato rischio i nuclei abitati del Lido di Camaiore, Marina di Pietrasanta e la strada Statale Aurelia".

Figura 4.5: Tavola 10 PAI (1:50000), Carta della Pericolosità Idraulica, Autorità di Bacino Toscana Nord.

E’ da notare infine che nei periodi di magra il Torrente Baccatoio entra in subalveo in corrispondenza dell’abitato di Valdicastello, e le acque derivanti dai drenaggi a monte sono sostituite, nell’alveo attivo, da acque sorgive di origine carsica.

Le ampie variazioni di portata che caratterizzano il corso d’acqua ed il ruolo di affluenti hanno implicazioni sul destino di una serie di contaminanti derivati dalle aree minerarie, come sarà discusso di seguito

Figura

Figura 4.1: Intersezione Canale di Fondo e il Canale dei Mulini, regime di piena.
Figura 4.2: Canale dei Molini, ovvero la parte alta del torrente Baccatoio così come intesa in questo lavoro  di Tesi in corrispondenza della Miniera Buca dell’Angina
Figura 4.3: Visuale d'insieme del bacino imbrifero e del reticolo idrografico del Torrente Baccatoio
Figura 4.5: Cassa d’espansione in località Falascaia.
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