Astronomia Babilonese
La Mesopotamia è la regione fra il Tigri e L'Eufrate (il termine greco mesopotamia significa infatti in mezzo ai fiumi) e che corrisponde
all’odierno Iraq.
Intorno al 4000 a.C. il popolo dei Sumeri (proveniente dal Nord della
regione?) si insediò nella parte più meridionale della Mesopotamia
(vicino al golfo Persico).
Si sa che i Sumeri non erano semiti (ossia popoli la cui lingua appartiene al ceppo linguistico semita come arabi, ebrei e fenici), né si chiamavano Sumeri (il nome che si erano dati nella loro lingua era sag-giga ovvero uomini dalla testa nera). Furono gli Accadi (semiti) a chiamarli così ma non se ne conosce la ragione.
Gli accadi il cui nome deriva dalla città di
Akkad da loro fondata e capitale del loro
impero convissero pacificamente coi Sumeri (gli Accadi a nord, i Sumeri a Sud) fino a quando nel 2400 a.C. decisero di
invaderli e
sottometterli.
In realtà anche Akkad non è una parola accadica ma deriva molto probabilmente dalla “semitizzazione” della parola sumera agade che significa corona di fuoco.
Agade era uno dei nomi che gli accadi attribuivano ad Istar (o Ishtar) dea dell’amore della fertilità dell’erotismo e anche della guerra.
Istar (dea degli accadi e dei babilonesi) deriva a sua volta dalla divinità sumera Inanna dea della fecondità della bellezza e dell’amore.
I nanna/Istar è identificata col pianeta Venere e rappresentata da una stella con 8 punte.
Il particolare qui di fianco è parte di un kudurru (*) di un re babilonese (appartenente al popolo dei “cassiti” cfr. slide n.17) del 1000 a.C.
(*) I kudurru (che in accadico significa frontiera) erano
documenti in pietra che segnavano i confini delle proprietà
concesse dai re “cassiti” ai loro vassalli. In alcuni erano
presenti anche rappresentazioni di divinità protettrici.
Il particolare (mostrato nella slide precedente) è parte di questo Kudurru (custodito al Louvre) in cui si vede il re cassita Melishipak (1186-1172 a.C.) che presenta la figlia a una dea (quella seduta che sembrerebbe un uomo).
Oltre a Inanna in alto abbiamo Nanna(Sin in accadico) divinità
associata alla falce di luna e Uto (Šamaš in accadico)
divinità
associata al
Sole. Una triade in cui Šamaš era il figlio (Nanna è una divinità
“maschile”)
I sumeri avevano compreso che la stella del mattino e della sera
corrispondevano allo stesso oggetto [1] a cui avevano associato la dea Inanna. La coincidenza del numero di giorni (263) per cui Venere era visibile prima dell’alba o dopo il tramonto li aveva portati a tale
conclusione.
L’invisibilità di Venere invece ha una durata diversa 50 giorni (dopo che è stata visibile prima dell’alba) e 8 giorni (dopo che è stata visibile dopo il tramonto). Il motivo è che l’ invisibilità di 50 giorni corrisponde
alla congiunzione superiore e quella di 8 alla congiunzione inferiore [2].
Il periodo sinodico (rispetto alla Terra) di Venere è dunque pari a (263x2+50+8=) 584 giorni (mentre il periodo siderale di Venere è di 225 giorni).
Tuttavia dopo 584 giorni Venere non ha sullo sfondo la costellazione che aveva (584 giorni) prima e occorrono 8 anni [3] perché questo accada. Da qui la simbologia della stella a 8 punte per Venere/Inanna/Istar.
[1] I Greci non lo avevano compreso, i Maia sì
[2] La distanza che Venere deve percorrere per allontanarsi dalla “luce” del sole che la rende invisibile dalla terra è maggiore quando il pianeta si trova in congiunzione superiore [3] La relazione col periodo del sole (circa 365 giorni) è infatti semplice poiché
365x8=584x5
Ai sumeri si deve l'invenzione della scrittura cuneiforme, la realizzazione degli ziqqurat e delle città stato (le più importanti furono Uruk, Larsa e
Nippur) governate da un re.
Ogni città stato aveva il suo ziqqurat (o ziggurat, localizzato solitamente al centro della città).
Lo ziqqurat era un tempio imponente (alto una ventina di metri) a
forma di piramide a gradoni ed era dedicato a un dio protettore. Era dotato di un altare su cui i sacerdoti celebravano i riti e offrivano anche i sacrifici alle divinità (i sumeri erano politeisti e le loro divinità
antropomorfe erano associate alla natura).
Sulla sommità dello ziqqurat c’era una terrazza da cui i sacerdoti
scrutavano il cielo, studiavano la posizione delle stelle e osservavano anche il volo degli uccelli allo scopo di predire il futuro.
Nella parte inferiore dello ziqqurat c’erano i magazzini che contenevano
le riserve di cibo ottenute dai tributi della gente.
I resti dello ziqqurat di Uruk.
Ricostruzione della facciata
dello ziqqurat di Ur.
Il vaso di Warka (nome odierno di Uruk) uno dei più antichi capolavori dell'arte sumera (3200 a.C ca.), alto 92 cm e recuperato (nel 1940) durante gli scavi nel complesso templare dedicato alla dea Inanna.
Danneggiato e ridotto in frammenti in seguito al saccheggio al Museo di Baghdad (effettuato da
miliziani dell' ISIS nell’aprile 2003) è stato restaurato nel 2013.
Il tempio di Inanna a Uruk
I frammenti del vaso di Warka (*) da cui è stato ricostruito
(*) si noti (cfr la figura a sinistra della slide precedente) che erano gli stessi del ritrovamento
originale
Dopo l’invasione degli accadi (2400 a.C.) la civiltà sumera subì un
periodo di decadimento di circa 200 anni, ma poi rinacque (come terza dinastia di Ur o età-neo-sumera). Il re più noto di quel periodo è Gudea (2144-2124 ca) che ci rimanda (prossima slide) a qualcosa che
abbiamo visto la prima (o la seconda?) lezione
ossia a questo particolare su una delle pietre del tumulo di Gavrinis. Vi ricordate?
Una delle tante statuette (27 in
tutto) che rappresentano Gudea
sovrano colto e amante delle
arti. Questa (46 cm di altezza) è
conservata al Louvre ed è stata
trovata in 2 pezzi distinti: la testa
prima (1877) e vent'anni dopo ca
il corpo.
Al Louvre si trova anche un vaso che re Gudea fece scolpire in
onore di Ningishzidda (divinità
sumera dell’oltretomba) che sul
vaso è rappresentata in forma di
Caduceo (mentre generalmente
aveva forma di serpente).
L’origine mitologica del Caduceo (dal greco kerỳkeion: araldo, messaggero) sarebbe nell’incontro avvenuto fra Ermes
(Mercurio), figlio di Zeus e della ninfa Maia, e due serpenti che sul monte Citerone, combattevano tra di loro. Quando Ermes, per
porre fine alla lotta, gettò fra i serpenti la verga d’oro regalatagli da Apollo, i due vi si attorcigliarono immobilizzandosi.
Così sarebbe nato il simbolo del Caduceo che venne in seguito ornato con le ali dei calzari del dio greco.
In realtà il Caduceo è uno dei
simboli più antichi della storia
dell’umanità, comune a civiltà
diverse, si trova in reperti fenici,
indiani ed egiziani.
La torre di Babele nel dipinto di Pieter Bruegel 1563 (conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna).
Nel 2300 a.C. ca gli amorrei (nomadi semiti provenienti dalla regione del Sinai) fondarono la città di Babilonia (Babele nella Bibbia), il cui nome
significa porta degli Dei, situata sull’ Eufrate e identificata con l’odierna città di Al Hillah, localizzata 80 km a sud di Baghdad.
Gli amorrei si stanziarono anche più a nord, nei pressi della città di
Assur, da cui avrebbero successivamente preso il nome di Assiri.
Gli assiri erano inizialmente pastori ma nel corso dei secoli si dotarono di un esercito di guerrieri abilissimi e spietati. Grazie ad essi il loro impero (la cui capitale fu prima Assur e poi Ninive) avrebbe dominato nei secoli a venire (cfr. le date sulla carta qui sopra) non soltanto Babilonia (a cui erano stati sottomessi) ma una regione ben più vasta della
Mesopotamia.
Torniamo indietro di circa 1000 anni rispetto alla massima espansione assira (cfr slide precedente)
Nel 1700 a.C. si ha il Primo impero babilonese
- Babilonia conosce un grande sviluppo grazie ad Hammurabi un guerriero ma anche un legislatore.
- Il codice di Hammurabi contiene
282 leggi relative alla famiglia al commercio alla proprietà e all' agricoltura.
Nella stele (alta 2.25 m) è inciso il codice.
Sulla sommità della stele Hammurabi (in piedi) riceve da Šamaš dio del sole e della giustizia (Utu in sumero) il codice che è pertanto considerato sacro.
Stele del codice di Hammurabi (Louvre)
Il codice di Hammurabi prevedeva anche pene molto severe (legge del taglione, occhio per occhio dente per dente) e la pena di morte per i
ladri e per chi disertava il servizio militare.
Con la morte di Hammurabi il primo impero babilonese decadde e la regione viene devastata da diverse invasioni fra cui quella degli Ittiti che dall’ Asia Minore invasero Babilonia nel 1596 a.C.
Successivamente la regione fra il Tigri e L’Eufrate fu soggetta (per 4 secoli: 1500- 1100 a.C. ca ) al dominio dei Cassiti (cfr. slide n.4)
provenienti dalle montagne dell’ Iran) che non portarono sviluppi significativi né alla cultura né alla civiltà.
- Nel 732 a.C. Babilonia venne conquistata dagli Assiri.
- Nel 646 a.C il caldeo (*) Nabopolassar si autoproclamò re di Babilonia e riuscì a riconquistare l’indipendenza della città.
- Successivamente (612 a.C.) i babilonesi conquistarono e distrussero Ninive (la capitale dell’impero assiro).
(*) I caldei erano semiti che si erano stabiliti nella parte meridionale della Mesopotamia,
vicino alla foce dell’ Eufrate (Nippur, Ur e Uruk) e si allearono spesso con i Babilonosi per
combattere contro gli Assiri.
Nel 605 a.C. Nabucodonosor II (figlio di Nabopolassar) sconfisse l’Egitto e distrusse Gerusalemme.
Con Nabucodonosor II Babilonia divenne una delle città più belle del mondo. Fece ricostruire la porta di Ishtar (l’ottava porta della città interna)
Lo scavo a Babilonia Berlino, Pergamonmuseum
Per quasi un secolo l'impero neo babilonese controllò una regione che si estendeva ben oltre la Mesopotamia, ma nel 538 a.C. i persiani, guidati dal re Ciro il Vecchio, segnarono la fine dell’impero.
A Nabucodonosor II è attribuita (seppur oggetto di controversia) anche la
realizzazione dei giardini pensili di Babilonia (una delle sette meraviglie del
mondo antico).
Nabucodonosor II (figlio di Nabopollasar) era un caldeo.
Il caldeo Berosso (nato a Babilonia intorno al 300 a.C.) nella sua Storia di Babilonia (tre libri scritti in greco) il cui originale è andato perduto ma di cui sono pervenute trascrizioni di numerose parti scrive che
Da molto tempo i Caldei hanno condotto osservazioni sulle stelle e primi tra tutti gli uomini hanno indagato nella maniera più accurata i movimenti e la forza delle singole stelle; per questo essi posso predire molto il futuro degli uomini.
Astrologi più che astronomi dunque secondo Berosso (che del resto era più astrologo che astronomo.
(Nel secondo libro Berosso riferisce di una dinastia di 10 re caldei che avrebbero governato Babilonia anticamente e descrive anche il diluvio universale che sarebbe avvenuto durante il regno del nono re. Racconta anche di strani esseri antropomorfi che avrebbero trasmesso agli uomini la conoscenza...)
Di avviso opposto Strabo d’ Amasea (60 a.C, 20 d.C. ca, noto come
Strabone) che è considerato il più importante geografo dell’antichità e da cui ci vengono molte delle informazioni relative alle conoscenze
astronomiche dei babilonesi.
A Babilonia esiste un gruppo di filosofi chiamati Caldei che si occupano prevalentemente di
astronomia. Alcuni di loro, disapprovati dagli altri,si occupano degli oroscopi...
E' possibile che Strabone si riferisse ai Caldei del suo tempo (essendo fra egli e Bertosso trascorsi più di 200 anni...) e che a quell'epoca l'astrologia avesse perduto gran parte del prestigio di cui
godeva. Tuttavia.... in un testo (digitalizzato da Google) che contiene la geografia di Strabone (autore Francesco Ambrosoli edizione del 1835) non ho trovato traccia della frase sopracitata.
Quello che si può affermare è che:
- i Babilonesi (grazie alla tradizione sumera e caldea) erano attenti osservatori del cielo;
- registravano le loro osservazioni sulle tavolette di argilla;
- riconobbero la periodicità degli eventi astronomici;
- compilarono cataloghi di stelle e costellazioni;
- applicarono le loro conoscenze matematiche per predire la posizione dei pianeti e del sole.
La maggior parte della documentazione ci viene dalla biblioteca di
Assurbanipal (l’ultimo re dell’impero assiro 668- 626 aC ) a Ninive (il cui nome probabilmente significa sede di Ishtar).
Si tratta di migliaia di tavolette d’argilla e frammenti contenenti testi
d’ogni genere, portate alla luce nel 1849 dall’ archeologo britnnico Austen
Henry Layard e che si trovano al British Museum.
I l testo più importante (un compendio di astronomia e astrologia
babilonese) è il mul-apin che prende il nome dalla prima costellazione indicata in esso (in lingua sumera mul corrisponde a stella e apin ad aratro)
Stella dell'aratro molto probabilmente la combinazione della costellazione del triangolo con gamma andromedae.
Il mul-apin è costituito da 2 tavolette di cui ci sono pervenute alcune copie
(la più antica risalente al 700 a.C., la più recente al 300 a.C.)
Si presume che l'originale fosse del 1000 a.C. anche se secondo alcuni studiosi
potrebbe essere più antico di quasi 1000 anni.
Il testo della prima tavoletta è stato desunto dal
confronto/integrazione di 5 copie (2 delle quali
provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal).
Il testo della seconda tavoletta è stato desunto dal confronto
integrazione di 6 copie (3 delle quali provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal).
Alcuni studiosi ritengono che ci potesse essere una terza tavoletta (una sorta di appendice) che tuttavia non è stata mai trovata.
Sulla prima tavoletta sono riportate le stelle e le costellazioni principali e indicazioni sulle date del loro sorgere, tramontare e culminazione.
Le stelle e le costellazioni sono divise in fasce di latitudine celeste
- 33 nella regione settentrionale (con )
- 23 nella regione centrale (con declinazione intermedia) - 15 in quella meridionale (con ) .
δ≥17 °
δ≤−17 °
È interessante osservare come le stelle delle 3 fasce siano associate alle 3 divinità che costituiscono la triade cosmica :
- Enlil divinità sumera di vento, aria e tempeste (in sumero En significa signore e Lil vento o tempesta). Enlil ha separato la terra (Ki) e il cielo (An) da cui era stato generato, rendendo il mondo abitabile per gli esseri umani. Enlil è anche il Dio che ha mandato il diluvio (universale) sugli uomini.
- An (in sumero, Anu in accadico) il cui nome significa colui che
appartiene ai cieli, è il re degli dei, re delle costellazioni, re degli spiriti e dei demoni, giudice supremo. Ad An è sacro il numero 60.
- Ea (in accadico, Enki in sumero), divinità dell'acqua, della saggezza e della magia. I suoi simboli erano la capra e il pesce dalla cui
combinazione scaturisce la costellazione del capricorno.
La triade cosmica unita a Ki costituisce l’insieme delle 4 divinità creatrici.
δ
Tavoletta 1 del Mul-apin (3.3 x 2.4 inches)
British Museum.
Sulle due colonne sono elencate le stelle delle 3 divisioni del cielo (età stimata della tavoletta 1000- 500 a.C.)
Sulla seconda tavoletta si trovano informazioni più tecniche che fanno comprendere la metodologia di osservazione dei babilonesi
fra queste:
- i periodi di sole, luna e pianeti
- le date della levate eliache (*) di Sirio
- le date corrispondenti a solstizi e equinozi - lo schema per i mesi intercalari (**)
(*) la levata eliaca è il giorno in cui un astro sorge appena prima del Sole.
(**) I Babilonesi utilizzavano un calendario lunare (12 mesi di 29 o 30 giorni) per un totale di 354 giorni cui aggiungevano un mese secondo uno schema definito in un ciclo di 19 anni. 19 anni solari corrispondono a 6939.602 giorni (= 365.2422 x 19) . “235” lunazioni corrispondono a 6939.691 giorni (=235x12), 19 anni solari corrispondono a 228 mesi. Entro i 19 anni si devono aggiungere 7 mesi intercalari. (Il ciclo di 19 anni prende il nome da Metone astronomo greco del V secolo a.C. ma i babilonesi avevano conoscenza di questa relazione che utilizzavano per
“aggiustare” il loro calendario lunare).
Esiste anche un reperto più antico (ritrovato nel 1846 nella biblioteca di Assurbanipal) e risalente al 1700 a.C. è l' Enuma Anu Enil letteralmente i giorni di Anu e Enlil tavolette d'argilla in cui per secoli sono stati registrati e fenomeni celesti.
Nell' Enuma Anu Enlil sono riportati fenomeni celesti e meteorologici. Si ritiene che avesse la funzione di ricavare dagli accadimenti
naturali dei presagi e delle previsioni,
Dell' Enuma Anu Enil fa parte la cosiddetta
tavoletta di Venere in cui sono state registrate su un arco temporale di 21 anni le date lunari di inizio e fine del periodo di invisibilità che ha luogo durante la congiunzione del pianeta col sole.
Tavoletta di Venere 17 x 9 cm (British Museum)
Nabonassar, fu re di Babilonia dal 747 a il 734 a. C.
Diede grande impulso all’ astronomia e durante il suo regno iniziò un’accurata registrazione dei fenomeni celesti.
l a frequenza delle osservazioni astronomiche durante il regno di Nabonossar permise agli astronomi babilonesi di predire con maggiore accuratezza i fenomeni celesti.
Durante il regno di Nabonassar venne effettuata anche una
riforma del calendario
Quando, 900 anni dopo Tolomeo scrisse l’Almagesto datò gli eventi astronomici a partire dal primo anno di regno di Nabonassar e precisamente dal mezzogiorno del 26
febbraio 747 a.C.
Calendario lunare in uso prima di Nabonossar
Ai babilonesi, che avevano preso dai sumeri la numerazione a base 60, dobbiamo:
- la divisione del grado in primi e secondi;
- la convenzione di dare all'angolo giro il valore di 360°;
- la divisione del giorno in ore (e delle ore in minuti e secondi);
- l' identificazione delle costellazioni e le associazioni di esse con i mesi.
I babilonesi avevano osservato che sole e pianeti si muovevano lungo una fascia di cielo (eclittica) lungo cui avevano identificato delle costellazioni e che il sole in particolare restava in ciascuna costellazione circa 1 mese (1°/ giorno di moto apparente, ogni costellazione occupa circa 30°)
Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento dell’ origine delle costellazioni può leggere l’articolo di Rogers (pubblicato nel 1998 sul Journal of the British Astronomical Association, vol.108, no.1, p.9-28) che saà reso disponibile nella pagina web riservata al materiale didattico.
Oltre ad aver osservato il moto retrogrado di Marte e Giove, aver previsto i fenomeni celesti (*) ed aver escogitato un metodo
matematico per rappresentare le variazioni di velocità (apparente) del sole, uno studio recente (di Mathieu Ossendrijver dell' Università
Humboldt di Berlino) ha mostrato che gll astronomi babilonesi avevano conoscenze matematiche inaspettate
Ancient Babylonian astronomers
calculated Jupiter’s position from the area under a time-velocity graph
Science ,2016: Vol. 351, Issue 6272, pp. 482-484
(*) l a prima registrazione di cui si ha
documentazione è relativa all'eclissi di luna del 19
marzo 721 a.C. ma ai Caldei si deve la scoperta
della ripetibilità di eclissi di Sole e di Luna in un
dopo un determinato numero di giorni (è il ciclo di
saros termine che nella loro lingua significava
ripetizione.
Una delle tavolette (risalenti al 2400- 2000 a.C. ) esaminate da
Ossendrijver (il lavoro è durato 13 anni!) contenente le istruzioni per calcolare il movimento di Giove.
Anche l' articolo di Ossendrijver sarà reso disponibile fra il
materiale didattico per chi volesse leggerlo.
I.
Del resto era già noto che i babilonosi erano in grado di calcolare con buona approssimazione la radice quadrata di 2 e conoscevano il
teorema di Pitagora già un millennio prima della nascita del matematico greco che gli ha dato il nome.
Pitagora di Samo (570 a.C ca)
Tavoletta babilonese (1800 a.C ca)
conservata all' Università di Yale (USA)
Sul lato il numero 30, sulla
diagonale 2 numeri 1.414213 e 42.42639 (applicando il
teorema di Pitagora ad un
quadrato di lato L si deriva per la diagonale D il valore
Se L=30 D= 42.4264
d=l√2