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PROGRAMMA PER LA CANDIDATURA ALLE ELEZIONI PER LA DESIGNAZIONE

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Academic year: 2022

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PROGRAMMA PER LA CANDIDATURA ALLE ELEZIONI PER LA DESIGNAZIONE DEL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA PRESENTATO DA RENZO DIONIGI

Nel momento in cui ripropongo la candidatura per il prossimo mandato rettorale, l’ultimo che per statuto potrei ricoprire, intendo motivarlo con la mia convinzione, confortata dall’opinione di molti operatori dell’Università, dell’esigenza di completare un opera intrapresa che richiede ancora unità e continuità di ispirazione e realizzazione.

Il programma che propongo per il mandato rettorale del prossimo quadriennio si è sviluppato, anche recentemente, con l'apporto di un lungo e sereno dialogo e confronto con quanti si sono direttamente rivolti a me e con tutte le strutture dell’Ateneo. Da questi contatti ho tratto utili insegnamenti per una accurata analisi della realtà universitaria e per riflettere lealmente e criticamente sull’operato di questi anni e sul futuro.

Nell'esporvi le linee programmatiche per il prossimo quadriennio, che saranno la base sulla quale chiederò la vostra fiducia, intendo evitare con decisione, da una parte, l’evocazione di visioni utopistiche rispetto al contesto del nostro sistema universitario e, dall'altra, atteggiamenti demagogici di facile popolarità, che potrebbero risultare ingannevoli.

La gestione dell'Università è cosa assai complessa, seria e che esige lucidità di obbiettivi, pragmatismo e concretezza. Se è innegabile l’obbligo di attenersi ai principi fondamentali, è altrettanto vero che solo i fatti e i numeri danno un’idea precisa di ciò che si è potuto o non potuto realizzare.

Sono consapevole di tutti i grandi cambiamenti di questi anni, dalla globalizzazione ai nuovi modi e termini della competizione e del fatto che per le Università, anche per quelle di piccole dimensioni come la nostra, si sta aggravando il carico delle funzioni e dei servizi: ad esse è richiesto di svolgere un ruolo culturale determinante e trainante nei processi di sviluppo e di farsi promotrici e protagoniste di una sempre più vasta rete di relazioni. Di fronte a queste aspettative nei confronti del sistema universitario, tuttavia, negli ultimi anni non è stata sviluppata una strategia generale che agevoli o indirizzi l’Università a svolgere il nuovo e più impegnativo ruolo che ad essa ormai compete nella società. E’, invece, palesemente contradditorio il comportamento tenuto da tutti i governi di questi ultimi anni, che ha portato ad una diminuzione progressiva delle risorse attribuite al sistema universitario e delle sue potenzialità. Paradossalmente, quindi, si chiede alle Università di ampliare il loro raggio di azione nella ricerca, nella didattica e nelle relazioni con il mondo esterno, mentre si sottraggono risorse che sono loro necessarie.

Al pari di altri atenei di analoghe dimensioni, siamo dunque chiamati ad operare nel contesto di una contraddizione fra le attese che si prospettano per i nostri compiti istituzionali e le risorse che sono disponibili.

Sino ad ora, ed intendo insistere anche nel futuro, il primo riferimento è stato e continuerà ad essere quello dell’impiego delle risorse, che induce ad una politica di attenzione, di comportamenti virtuosi e di valutazione costante della fattibilità delle

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talora di giustificata preoccupazione - consiste nella localizzazione geografica del nostro Ateneo, collocato nel contesto di un sistema universitario lombardo, che per la presenza di numerosi e prestigiosi atenei, ci impegna a mantenere attive forti capacità di attrazione specie nell’offerta formativa.

L’ispezione del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario del 2003, che aveva proceduto ad un’ampia consultazione sia della comunità accademica sia degli enti locali, aveva aperto un ampio dibattito interno sul modo di procedere all’elaborazione del piano di sviluppo di Ateneo. La redazione del piano strategico di Ateneo 2005-2009 aveva tenuto conto degli impegni presi con il Comitato di Valutazione Nazionale, del dibattito interno e delle richieste degli enti locali: alcuni punti di quel piano, concertato e condiviso, sono già stati realizzati, altri sono in via di realizzazione.

Basti ricordare, come già realizzati, la diversificazione dell’offerta didattica della facoltà di Giurisprudenza (richiesta dal Comitato) e lo sdoppiamento degli insegnamenti dei corsi di laurea di base di Giurisprudenza a Varese e di Economia a Como (richiesta anche da enti locali), che hanno avuto un grandissimo successo se si considera l’incremento delle iscrizioni che hanno comportato. L’esigenza dell’istituzione di una facoltà umanistica è stata prospettata sia dal Comitato di Valutazione Nazionale, sia dagli enti locali e, in particolare, da quelli della sede comense (Univercomo), per conseguire, con l’istituzione di una terza facoltà, l’auspicato equilibrio con la sede varesina, sia dai docenti di discipline umanistiche impegnati in corsi di laurea attualmente attivati in facoltà da loro ritenute non completamente congruenti, allo scopo di ottenere una maggiore uniformità e la rappresentanza di interessi specifici e comuni alle discipline da loro insegnate e studiate. La Commissione per lo studio di fattibilità di tale iniziativa è stata istituita da un paio d’anni e ha presentato un progetto che merita di essere discusso. Si ha motivo di ritenere che quando i competenti organi collegiali riterranno opportuno avviare la procedura di istituzione della nuova facoltà, sarà possibile disporre di un supporto finanziario dedicato da parte del Ministero. Nel frattempo è già stato raggiunto un accordo preliminare con il Comitato di coordinamento dei rettori delle Università lombarde, ed in particolare con il presidente di tale comitato: se opportunamente configurata la facoltà potrebbe integrare il sistema universitario lombardo con corsi originali ed alternativi.

Il ruolo dei Consigli di dipartimento, di corso di laurea, di facoltà, del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione, ai fini della concertazione e della partecipazione di tutto il personale dell’Ateneo ai diversi livelli decisionali, non è mai venuto a mancare su tutti gli aspetti della vita di Ateneo. E’ opportuno insistere sull’importanza di questi organi collegiali nella formazione delle decisioni in un ordinamento democratico e rappresentativo come quello universitario: il pluralismo ed eventualmente il dissenso sono fenomeni fisiologici e la loro manifestazione può avvenire nella maniera più appropriata. Mai ci si è sottratti all’opportunità di costituire commissioni di studio su problemi che meritassero un’approfondita istruzione e questo si continuerà a fare, sollecitando chiunque affinché, come è avvenuto nel passato, pluralità di opinioni, dissenso e esigenze diverse siano manifestate nelle appropriate sedi istituzionali.

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Mi rendo conto che qualche incertezza è nata in relazione alla struttura e alle funzioni della Commissione risorse: si ricorderà come tale Commissione, istituita con delibera del Senato Accademico, è costituita dal Rettore e dai Presidi, svolge una funzione meramente preparatoria ed istruttoria, in merito alla ripartizione di certi fondi elencati, anche in rapporto alle competenze della Commissione ricerca. Non si esclude che per giungere a proposte maggiormente condivise il Senato, nella sua piena autonomia, decida di integrare la Commissione.

I nostri compiti istituzionali sono, da sempre, la ricerca e la didattica. La ricerca, in quanto sviluppo della conoscenza, rappresenta un fattore imprescindibile per l’insegnamento. Ritengo che le azioni che competono all’amministrazione in relazione alla ricerca, oltre al finanziamento diretto, debbano essere di incoraggiamento e di supporto in ogni forma possibile, cercando di predisporre quelle condizioni strutturali ed ambientali che consentano ai ricercatori di conseguire i loro obbiettivi nel modo più soddisfacente possibile.

La ricerca che si fa in Como, Varese e Busto Arsizio è di ottima qualità ed i risultati sin qui ottenuti non erano probabilmente immaginabili al momento della nostra istituzione, dieci anni or sono. Abbiamo avuto buone valutazioni dei risultati della ricerca e molti progetti sono stati premiati da rilevanti fonti di finanziamento esogene. E’ pur vero che anche al nostro interno vi sono aree di sofferenza, soprattutto nella partecipazione ai progetti europei, ove abbiamo registrato alcuni insuccessi. Da un’accurata analisi delle cause, si è giunti alla conclusione che uno dei possibili rimedi è la realizzazione di strumenti scientifico–amministrativi, con cui assistere i nostri ricercatori nella fase di predisposizione dei progetti e a tale scopo abbiamo istituito una struttura di supporto (S.I.S.R.I.T.) alla formulazione dei progetti nazionali ed europei, nella convinzione che nella partecipazione ai bandi internazionali sovente non si è in grado di predisporre i progetti in modo adeguato. Il S.I.S.R.I.T, con particolare riguardo alla ricerca scientifica applicata, ha conseguito in questi anni risultati veramente considerevoli e di rispetto, anche se finora non adeguatamente pubblicizzati all’esterno e valorizzati all’interno dell’Ateneo.

E’ bene che le capacità progettuali e le competenze scientifiche dei nostri ricercatori dimostrino, ove possibile, attenzione e disponibilità verso i problemi e le necessità del sistema territoriale di riferimento. E’ quindi necessario l’impegno, fors’anche più deciso di quanto sinora da noi dimostrato, di continuare a sostenere e sviluppare quella rete di condivisioni e collaborazioni istituzionali che si sono venute a realizzare con la Regione, le due Province, i tre Comuni e diversi Enti di Como e Varese e Busto Arsizio. In questa direzione, si è inoltre proceduto in questi anni alla pubblicazione del regolamento di Ateneo per la disciplina dei contratti, convenzioni e prestazioni in conto terzi, frutto di una lunga concertazione tra Ufficio ricerca, docenti e amministrazione. Il regolamento ha favorito le iniziative dei docenti – e dei giovani appena avviati alla vita accademica - tese a sviluppare la loro attività per conto e a favore di enti territoriali e di privati interessati a giovarsi del patrimonio scientifico che l’Università può loro offrire anche in termini di innovazione, aggiornamento e competitività.

Sarà tra breve proposto all’approvazione degli organi collegiali il regolamento riguardante i ricercatori a tempo determinato: un’opportunità che dovrà essere colta anche in risposta alla disponibilità che enti e istituzioni private stanno

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dando per contribuire alla realizzazione di nostri progetti di ricerca di particolare rilievo scientifico.

L’appena istituita Fondazione Giovanni Valcavi per l’Università degli Studi dell’Insubria, oltre a promuovere la raccolta di fondi e contributi pubblici e privati, ha lo scopo di sostenere anche quella parte della ricerca di base che, per l’impossibilità di essere valutata in termini di produttività, oggi stenta ad accedere ai finanziamenti.

Anche a coloro che si occupano di questi tipi di ricerca occorre fornire una maggior assistenza allo scopo di arricchire l’informazione sulle fonti di finanziamento, l’assistenza all’elaborazione dei progetti e delle richieste, l’identificazione di partners e la pubblicizzazione dei risultati delle ricerche.

E’ opportuno a questo punto ricordare che mi è particolarmente chiaro, nella sua specificità e rilevanza, il tema della ricerca che si svolge in ambito medico con coinvolgimento delle attività assistenziali, inscindibili per i clinici da quelle della didattica e della ricerca. In questo settore deve essere oggi riaffermato il ruolo complesso e peculiare del medico universitario nei confronti della azienda in cui opera. Il medico universitario ha esigenze di organizzazione, di strutturazione degli spazi, di autonomie cliniche e soprattutto di disponibilità di tempo che sono ben diverse da quelle del collega che ha il solo compito assistenziale.

La direzione dell’Azienda Ospedaliera di Varese è stata da poco rinnovata ed all’esordio della sua attività il Preside della facoltà di Medicina ha espresso innanzi tutto l’esigenza che gli strumenti della struttura siano valorizzati ed utilizzati appieno ed inoltre che si possa condividere un progetto che preveda una forte crescita del rilievo della dimensione universitaria, in uno stretto rapporto con i dipartimenti universitari e con le strutture universitarie nel loro insieme.

In relazione agli studenti del nostro Ateneo abbiamo osservato che al momento della nostra istituzione più del novanta per cento della popolazione studentesca proveniva dalle province di Como e Varese. In questi ultimi quattro anni il numero degli studenti provenienti da altre province, da fuori regione ed anche dall’estero, è andato progressivamente aumentando. E’ essenziale quindi per l’Ateneo il mantenimento ed il potenziamento di una sua reale capacità di attrazione che sia effettiva, di lunga durata e fondata non su qualificazioni formali, ma su un’offerta qualificata e congruente e, soprattutto, su qualità e eccellenze strutturali. Solo corsi seri e rigorosi, strutture anche di accoglimento adeguate e una buona organizzazione potranno garantire la nostra attrattività. Il nostro impegno dovrà essere quello di eliminare gli ostacoli impropri presenti nei percorsi degli studi, di rendere più efficiente l’utilizzo delle strutture esistenti, ma soprattutto di potenziarle per accogliere definitivamente le giuste esigenze dei nostri studenti. Il processo di rafforzamento della internazionalizzazione dovrà continuare con una migliore organizzazione e sviluppo delle strutture attuali, favorendo iniziative che coinvolgano maggiormente i paesi non europei, in particolare quelli asiatici, supportando anche l’attivazione di nuovi insegnamenti linguistici.

L’applicazione del DM 270/04 comporta per il nostro Ateneo, così come per molti altri atenei delle nostre stesse dimensioni o di recente istituzione, alcune difficoltà che devono essere superate nel modo più razionale e meno punitivo possibile.

Nel corso del 2007 si è costituita una commissione che ha redatto un documento

“Linee Guida” che è stato poi approvato dal Senato Accademico. Tale documento delinea gli obiettivi generali e le fasi essenziali del processo di adeguamento dell’offerta formativa di Ateneo alla nuova legge. E’ stata costituita anche una

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commissione per la revisione e l’adeguamento del Regolamento didattico di Ateneo.

Con la definizione da parte del Ministero dei requisiti necessari per l’attivazione dei corsi di studio secondo la nuova normativa, è iniziata una serie di incontri con i Presidi e i Manager didattici per concordare un’Agenda degli adempimenti necessari ed è nel contempo iniziata una serie di valutazioni preliminari su quali corsi potrebbero essere disattivati o accorpati ad altri.

In un processo di razionalizzazione dell’offerta formativa, dovrà essere seriamente considerata la possibilità di accorpamento di corsi della medesima classe (la cui persistenza è chiaramente sconsigliata in sede di valutazione nazionale, sebbene sia consentito motivarla ‘in modo convincente’), nonché l’accorpamento di corsi affini di classi diverse, che si trovano in grande sofferenza per quanto concerne il requisito di docenza. Auspicabile l’utilizzo di soluzioni interfacoltà o la costituzione di più curricula interni ad un unico corso accorpato. Potrà inoltre essere valutata anche l’eventualità di privilegiare una maggiore ‘sopravvivenza’ delle lauree triennali rispetto alle magistrali (anche in considerazione dei punti critici individuati per quest’ultime nei recenti lavori della Commissione per la Programmazione di Ateneo).

Pur persistendo le nostre perplessità sulla necessità ed opportunità del sistema appena riformato dei requisiti minimi per ogni corso di laurea, riteniamo comunque che l’applicazione della 270 debba costituire l’occasione per una razionalizzazione complessiva dell’offerta didattica della nostra Università, una razionalizzazione che tenda alla riorganizzazione secondo criteri di qualità e che comporti la verifica dell’effettiva opportunità di mantenere attivi tutti i corsi finora proposti, e la salvaguardia, ove possibile, di quei corsi di laurea che si sono sin qui dimostrati di grande attrattività. Per meglio operare in questa delicata situazione, d’accordo con i Presidi, abbiamo ritenuto opportuno chiedere al Nucleo di valutazione di elaborare un piano di Ateneo da proporre agli organi collegiali. Da fonti ministeriali si è nel frattempo appreso che sono in fase di elaborazione alcuni provvedimenti che consentirebbero alle piccole-medie Università un adeguamento più agevole al decreto ministeriale, soprattutto per quanto riguarda i requisiti minimi. Su suggerimento di altri rettori ho in programma, a breve, di rappresentare al Ministro queste difficoltà.

La missione accademica deve essere perseguita da tutti, ivi compreso il personale tecnico-amministrativo e i suoi dirigenti. Il buon funzionamento dell’apparato tecnico-amministrativo è una condizione essenziale per ogni efficace azione dell’Università, come è ovvio, compatibilmente con i vincoli di carattere normativo. La professionalità ed il senso del dovere della maggioranza del personale tecnico-amministrativo della nostra Università sono diffusamente riconosciuti. Quello che occorre migliorare è la ricerca di soluzioni eque e di scelte professionali che creino le condizioni per un impegno ancor più produttivo ed efficace.

L’organizzazione del lavoro in tutte le strutture deve basarsi sulla conoscenza dei problemi, sulla chiarezza dei compiti e sull’assunzione di responsabilità ben definite.

Il Direttore Amministrativo, nel rispetto delle proprie competenze, come sino ad oggi è stato, dovrà sempre agire in sintonia con il Rettore in tutti gli aspetti dell’organizzazione universitaria e rispondere agli Organi di governo dell’Ateneo per l’attuazione delle direttive ricevute, assumendosi la responsabilità dell’operato degli uffici e dei servizi da esso dipendenti. A tale proposito è indispensabile che l’azione amministrativa si svolga per obbiettivi fissando con precisione i target da raggiungere a livello sia di uffici, che di servizi, che di personale.

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La struttura organizzativa dell’Amministrazione Centrale, attivata nel 2004, necessita certamente di alcuni adeguamenti per meglio sostenere le attività didattiche, di ricerca e di servizio programmate dagli organi collegiali.

In particolare alcune unità organizzative dovranno essere ristrutturate e ritengo necessario sviluppare un sistema di controllo interno che dovrà consentire un’obbiettiva valutazione dei risultati raggiunti attraverso un sistema di indicatori rilevanti dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa.

Pur consapevole dei limiti dell’FFO in termini di risorse e di vincoli, verrà avviato un processo di rafforzamento delle strutture amministrative mediante l’assunzione di nuovo personale tecnico amministrativo e tenendo conto delle esigenze dell’inquadramento del personale precario. L’assegnazione del personale alle diverse strutture, i trasferimenti interni e le progressioni di carriera dovranno rispettare i parametri della compatibilità finanziaria, dell’oggettiva necessità istituzionale, della trasparenza e competenza professionale in un rapporto equilibrato con l’anzianità di servizio. Si dovrà valutare attentamente l’opportunità di creare nuove aree dirigenziali nell’ambito di settori attualmente sprovvisti, e favorire un decentramento di responsabilità.

Si dovrà assolutamente insistere nel potenziare le risorse umane che operano con compiti tecnici per la ricerca in una ottica rivolta a garantire il funzionamento delle strutture in grado di accogliere ricerca commissionata o cofinanziata.

Verrà confermata la esternalizzazione in corso di servizi meramente esecutivi, riservando al personale dipendente le attività di più elevato contenuto professionale e favorendo l’inquadramento nella categoria superiore anche attraverso corsi di aggiornamento e di formazione.

Avviandosi la spesa obbligatoria di personale sull’FFO ad un superamento del tetto del 90%, sarà necessario adottare un’azione rigorosa, da un lato, di razionalizzazione e di contenimento delle spese senza ridurre i servizi essenziali;

dall’altro, sarà mio impegno preminente reperire maggiori entrate: una gestione amministrativa virtuosa e la capacità di sollecitare la partecipazione di forze produttive esterne costituiscono azioni propedeutiche e fondamentali al consolidamento e allo sviluppo equilibrato dell’Ateneo.

Con il reperimento di risorse finanziarie nuove si può prevedere un incremento costante delle risorse proprie rispetto al sostegno ministeriale, migliorando in tal modo gli indicatori di buona amministrazione, produttività e, in definitiva, di qualità nella didattica e nella ricerca che, di conseguenza, incidano positivamente sull’entità del finanziamento statale.

In tema di edilizia la nostra Università, per la sua breve storia, per essere Ateneo a rete di sedi, per essere giunto quasi inatteso nelle città che lo ospitano, ha tuttora sofferenze, anche gravi, nel settore delle strutture e attualmente presenta ancora delle disomogenità, con settori che si trovano in buone condizioni e altri in evidenti difficoltà. Siamo convinti che strutture logistiche adeguate rappresentino il primo fattore indispensabile per poter svolgere una buona attività di ricerca e di didattica. Una informazione sullo stato attuale e sugli immediati sviluppi futuri previsti è riportata nell’allegato. Ricordo qui soltanto che le attività che sono state messe in campo e già deliberate superano abbondantemente i cinquantadue milioni di euro. Poichè le disponibilità iniziali erano ben lontane da questi valori, credo che ciò testimoni una buona gestione di rapporti con gli uffici ministeriali e con altri enti, che già sin d’ora hanno espresso il loro impegno a reperire in un prossimo futuro nuove

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risorse finalizzate a interventi ancora necessari. Nell’immediato futuro la mia azione di governo dovrà esprimersi con un ulteriore sforzo significativo avente scopo di ottenere un finanziamento, pari a venticinque milioni di euro, per le opere previste e non completamente finanziate allo stato attuale. Si aprono attualmente per la sede di Como ulteriori prospettive di insediamento nella vasta area di San Martino per la quale, di concerto con gli Enti locali abbiamo già dato disponibilità e contributo propositivo.

Nel programma elettorale di quattro anni fa, citavo in premessa il tema dell'autonomia dell'Università e delle garanzie tutelate dalla Costituzione Repubblicana. In questo mio mandato ho rivendicato questo bene prezioso dell'Università, presidio del pensiero libero e critico, in tutte le istanze e nei confronti di tutti. Non posso nascondere di nutrire una forte preoccupazione proprio su questo versante per i prossimi anni. Quantunque non vi siano ancora documenti ufficiali, circola la notizia che ai criteri, forse opinabili, adottati in questi ultimi anni, ma bene o male noti a tutti, si voglia sostituire un procedimento alla fine del quale spetti, sostanzialmente, al Ministro decidere in piena autonomia l’entità delle risorse da attribuire a ciascuna sede. In altre parole, la politica e l'alta burocrazia ministeriale si riapproprierebbero degli oltre sei miliardi di euro, che rappresentano il costo del Sistema delle Università Italiane.

Parallelamente si sta sviluppando un'attività sempre più pressante di lobbying da parte delle regioni per avere sempre maggiori competenze nella gestione delle Università, in forza delle modifiche del Titolo V° della Costituzione, che definisce l'Istruzione e la Ricerca Scientifica materie sulle quali le Regioni esercitano un potere legislativo concorrente.

La combinazione delle due tendenze potrebbe portare ad una situazione di dipendenza dalla politica ed in particolare dalla politica a livello locale, riservando all'Università quanto è già accaduto alla Sanità.

Dico subito che contro questa prospettiva mi opporrò con tutte le mie forze in tutte le sedi opportune, per rivendicare appieno l’autonomia dell’Università quale premessa per un’utile e libera cooperazione con le istituzioni rappresentative.

Al di là di queste preoccupazioni, sentirei di essere ottimista per il futuro.

Negli ultimi anni appena trascorsi siamo stati capaci di cogliere tutte le opportunità di rafforzamento che ci sono state offerte. Tutto quello che è stato già fatto può essere continuato, anzi migliorato. Abbiamo molti punti di forza. Una popolazione studentesca che, come ho già detto, è un patrimonio di radicamento su questo territorio che dobbiamo curare e far crescere in esperienza e conoscenza. Abbiamo un corpo docente giovane, molto entusiasta e produttivo. Dobbiamo sapere coordinare tutte queste energie e canalizzarle su obiettivi chiari che non possono che riguardare l'eccellenza nella didattica e nella ricerca.

L'Ateneo è cresciuto molto e noi abbiamo governato questa crescita senza perdita di qualità in tutti i suoi comparti: riforma didattica, ricerca, servizi, trasferimento tecnologico, programmi di finanziamento nazionali ed europei, edilizia, orientamento.

Mi presento a voi pienamente convinto che i risultati dell'attività complessiva dell'Ateneo nella didattica, nella ricerca e nei servizi per la comunità universitaria siano ampiamente positivi e che tutto questo sia stato raggiunto grazie alla collaborazione di tutti e grazie anche ai suggerimenti e alle critiche che ho voluto

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accogliere da parte dei colleghi, con i quali ho cercato di mantenere sempre un dibattito e uno scambio di opinioni chiaro e leale.

La mia candidatura per le cariche accademiche è stato sempre un mezzo e non un fine e ho sempre basato il mio impegno nella gestione dell'Ateneo in vista del progresso civile del territorio in cui operiamo.

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ALLEGATO

INTERVENTI EDILIZI COMPLETATI NELL’A.A.2007-2008

Ristrutturazione e restauro conservativo del Chiostro di S.Abbondio (sede di Como).

I lavori di ristrutturazione e restauro conservativo del Chiostro, sede della Facoltà di Giurisprudenza, hanno messo a disposizione una biblioteca e circa 350 posti banco.

Dal settembre 2007 il Chiostro è a disposizione della Facoltà, per le attività didattiche, di ricerca ed amministrative, nonché di tutte le strutture dell’Università per attività congressuale.

Ristrutturazione di Palazzo Natta (sede di Como).

Il prestigioso edificio è a parziale disposizione dell’Università dell’Insubria, per circa 600 mq, nei quali sono stati ubicati gli Uffici del Pro-Rettorato ed altri Uffici Amministrativi. Le opere necessarie per la messa in sicurezza, la manutenzione straordinaria delle facciate e delle coperture, la conservazione e l’adeguamento funzionale ed impiantistico, sono state completate nella primavera 2007 a cura del Comune di Como. L’edificio è stato messo a disposizione nel mese di novembre 2007.

Ristrutturazione del Padiglione Morselli (sede di Varese)

Il Padiglione Morselli, edificio di due piani per complessivi 4.300 mq, ospita il polo didattico delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze di Varese e dispone di aule per un totale di circa 1000 posti banco, 4 aule informatiche, 2 laboratori didattici e spazi a disposizione degli studenti per studio e relax. Nelle immediate adiacenze del Padiglione è stato anche realizzato un nuovo parcheggio per circa 250 posti macchina.

Dal 24 settembre 2007 il Padiglione è disponibile per l’attività didattica.

Ristrutturazione di parte del Padiglione Biffi dell’Ospedale Neuropsichiatrico (sede di Varese).

L’area, di 336 mq, è stata acquisita in locazione dall’ASL di Varese, per ospitare i laboratori del gruppo di ricerca di Patologia Generale della Facoltà di Medicina e Chirurgia. La struttura è stata inaugurata il 27 marzo 2007.

Ristrutturazione e adeguamento di una spazio in Via Piave (sede di Varese).

In uno spazio di circa 400 mq, situati in Via Piave e acquisiti a titolo definitivo dall’Ateneo mediante una donazione, è stato allestito un deposito per la catalogazione e la conservazione di materiale bibliografico di proprietà dell’Ateneo di particolare pregio. La struttura è stata inaugurata il 21 gennaio 2008.

Consolidamento strutturale dell’ex Collegio S. Ambrogio (sede di Varese).

In seguito a verifiche di punti lesionati, si è reso necessario procedere a lavori di rinforzo strutturale del corpo B dell’immobile, destinato ad ospitare l’ampliamento e l’accorpamento di nuovi uffici per l’Amministrazione universitaria. I lavori sono stati ultimati nel maggio 2007.

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Dependance di Villa Toeplitz (sede di Varese).

Presso la dependance di Villa Toeplitz, in un’area di circa 250 mq, sono stati eseguiti lavori di adeguamento per ospitare i docenti del Dipartimento di Ambiente, Salute e Sicurezza della Facoltà di Scienze.

APPROVAZIONE DEL DISEGNO UNITARIO DELLAREA DI BIZZOZZERO IN

VARESE, PER LA PROGETTAZIONE DEL CAMPUS UNIVERSITARIO

Il Progetto è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Varese il 29 novembre 2007 e prevede 1) i rapporti volumetrici fra i diversi edifici che verranno realizzati, 2) la viabilità interna ed esterna, 3) gli spazi a verde.

INTERVENTI EDILIZI GIÀ INIZIATI, CHE VERRANNO COMPLETATI NEL PERIODO 2008-2009

Ristrutturazione dell’ex colonia agricola dell’Ospedale Neuropsichiatrico (sede di Varese).

Il progetto prevede il recupero dell’ex colonia agricola dell’Ospedale Neuropsichiatrico per un totale di circa 2.700 mq, per ospitare laboratori, uffici e servizi amministrativi per gruppi di ricerca della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Il termine dei lavori è previsto per l’estate 2008 e l’assegnazione dei primi spazi (Fisiologia Umana, Anatomia Umana) entro la primavera 2009.

Completamento dell’edificio di Via Valleggio (sede di Como).

Il completamento dell’edificio include la realizzazione di un “anello seminterrato”, di circa 2000 mq, da destinare a laboratori, aule e spazi a disposizione dei Dipartimenti.

I lavori relativi, appaltati dall’Amministrazione della Provincia di Como con fondi destinati all’Università degli Studi dell’Insubria, sono attualmente sospesi per problemi amministrativi. La ripresa dei lavori è prevista entro l’estate 2008.

INTERVENTI EDILIZI DI CUI SI È COMPLETATA LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA ED I CUI LAVORI VERRANNO INIZIATI E COMPLETATI NEL PERIODO 2008-2009

Realizzazione di un fabbricato da destinare a bar-ristoro in via Monte Generoso (sede di Varese).

Nell’ambito del recupero dell’ex colonia agricola dell’Ospedale Neuropsichiatrico, verrà realizzato, previa demolizione di un manufatto esistente, un locale da destinare a bar-ristoro. L’inizio dei lavori è previsto per l’estate 2008 ed il loro completamento nell’arco di un anno.

Realizzazione di impianti sportivi nel futuro campus di Bizzozero (sede di Varese).

L’impianto coperto sarà destinato a sport di squadra (basket, volley) e potrà essere utilizzato anche per manifestazioni non sportive di interesse studentesco ed attività ricreative. L’inizio dei lavori è previsto per l’estate 2008 ed il loro completamento entro fine 2009.

Prima della loro conclusione avranno inizio i lavori relativi alla realizzazione degli impianti sportivi scoperti, la cui progettazione di massima è già stata approntata.

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INTERVENTI EDILIZI DI CUI SI È COMPLETATA LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA ED I CUI LAVORI INIZIERANNO ENTRO IL 2008

Realizzazione di una residenza per studenti (sede di Varese).

La residenza verrà realizzata nel campus di Bizzozero e potrà ospitare circa 100 studenti, ma anche docenti e ricercatori in visita presso l’Ateneo. L’inizio dei lavori è previsto per l’estate 2008 e per il loro completamento saranno necessari circa 3 anni.

Realizzazione di nuovi Uffici Amministrativi presso l’ex Collegio S. Ambrogio (sede di Varese).

Il corpo B di tale edificio è destinato all’ampliamento degli uffici amministrativi. La riprogettazione del 2°, 3° e 4° piano è attualmente in corso ed i lavori relativi verranno appaltati entro il 2008. Il loro completamento è previsto per l’estate del 2009.

INTERVENTI EDILIZI DI CUI SI COMPLETERÀ LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA NEL PERIODO 2008-2010

Ristrutturazione complessiva dell’ex Collegio S. Ambrogio (sede di Varese).

L’edificio dispone di circa 13.500 mq e la sua ristrutturazione complessiva prevede la razionalizzazione e l’adeguamento degli spazi necessari all’Amministrazione universitaria e alla Facoltà di Economia (aule, uffici, laboratori didattici, uffici amministrativi, spazi per gli studenti, biblioteca). Il progetto relativo è attualmente in fase di revisione da parte dell’Amministrazione dell’Ateneo, che ha deciso di procedere con un unico lotto, valutando anche l’opportunità di ricorrere ad un appalto integrato.

Ristrutturazione dell’edifico denominato “Manica lunga” (sede di Como).

L’edificio, di tre piani per un totale di circa 1.800 mq, fa parte del complesso monumentale di S.Abbondio ed è destinato ad ospitare studi per i docenti della Facoltà di Giurisprudenza. L’Università possiede un progetto definitivo per la ristrutturazione dell’immobile e sta attualmente provvedendo alla sua revisione.

Costruzione di un nuovo edificio per le esigenze dei Dipartimenti del Corso di Laurea in Chimica (sede di Como).

Nell’accordo di programma sottoscritto con il nostro Ateneo, la Provincia di Como si è impegnata nella realizzazione di un nuovo fabbricato, destinato ad ospitare le strutture di ricerca, di didattica e di servizi da destinare ai Dipartimenti afferenti all’area Chimica.

La progettazione del fabbricato è attualmente in corso ad opera di un professionista esterno all’Ateneo, identificato mediante pubblica gara.

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