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La strumentazione. E trattata alle pp di Osservare il cielo.

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Academic year: 2022

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La strumentazione

E’ trattata alle pp. 335-340 di “Osservare il cielo”.

Come binocolo consiglio il formato 10x50 (dieci indica l’ingrandimento; 50 il diametro dell’obiettivo in millimetri. Non è assolutamente necessaria una marca prestigiosa, e costosa. Un anonimo ‘cinese’ da qualche decina di euro va benissimo. L’immagine che si osserva è diritta, come ad occhio nudo.

Come telescopio consiglio vivamente il riflettore tipo Newton con montatura Dobson.

Si tratta di un telescopio economico in rapporto al diametro dell’obiettivo, qui costituito da uno specchio parabolico, che è ciò che più conta in un telescopio. Maggior diametro significa più luce raccolta che consente di vedere oggetti più deboli. Un dobson con specchio di 20cm, che già consente di vedere un grandissimo numero di oggetti deboli, costa nuovo meno di €400. Pottete anche consultare il mercato dell’usato https://www.astrosell.it/homepage.php .

V’è ancora una soluzione più economica: prendere a prestito uno dei telescopi del CAV http://www.astrofiliveronesi.it/cav.html . Purtoppo vedo che sono tutti con montatura equatoriale, che non ha la semplicità della montatura Dobson, ma richiede delle operazioni preliminari cosiddette di stazionamento, cioè di orientamento al Polo degli assi su cui è incernierato lo strumento. Nulla di trascendentale, ma bisogna apprendere come si fa e poi perdere qualche decina di minuti in più sul campo.

Offrono peraltro qualche vantaggio che potremo discutere in futuro. L’immagine che si osserva al telescopio è invertita sotto-sopra e destra-sinistra. Ma non ha alcuna importanza, perché nello spazio non vi è un alto/basso, destra/sinistra, ma Nord/Sud, Est/Ovest.

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23 E per trovare la corrispondenza con le mappe… basta girare la mappa sotto-sopra ed è fatta. Nel caso si utilizzi un telescopio rifrattore, cioè a lenti, essendo scomodo per il collo osservare in alto, verso lo Zenit, prima dell’oculare si inserisce un accessorio detto diagonale, che contiene uno specchio che ruota la visione di 90° consentendo una osservazione molto più comoda. L’inserimento di uno specchio ulteriore nel cammino ottico fa sì che si osservi una immagine diritta, ma invertita destra/sinistra, come appunto quando ci guardiamo allo specchio. La corrispondenza con la mappa richiede allora una continua operazione mentale di inversione, a meno che non si intenda portarsi dietro uno specchietto! Oppure, semplicemente, si sfila il diagonale, si torce un poco il collo e si osserva direttamente. Esistono peraltro diagonali che raddrizzano l’immagine, ma vengono usati principalmente per osservazioni terrestri.

Cercatore: già nominato precedentemente. Si tratta di un cannocchiale in genere nei formati 6x30 oppure 8x50 e simili (il significato dei numeri è uguale a quello descritto per i binocoli), dotato di un crocicchio di mira interno, e montato in parallelo al telescopio… e basculabile in quanto tenuto in posizione da viti regolabili avvitate agli anelli di supporto.

Puntatore: è un accessorio molto semplice e poco costoso, ma prezioso in quanto ci mostra esattamente dove stiamo puntando. È costituito da un led rosso che proietta un puntino su di un vetro ottico e quindi sul cielo, senza fornire alcun ingrandimento come nella visione ad occhio nudo. Un vero e proprio ‘mirino’.

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24 Va collimato con il telescopio e, se accoppiato anche ad un cercatore, i due sistemi in tandem forniscono un aiuto molto efficace nel corso della ricerca. Sono in commercio anche dei puntatori più sofisticati, che oltre al punto rosso proiettano cerchi luminosi di vario diametro, come quelli già visti sulla mappa, consentendo quindi di effettuare un preciso confronto tra mappa e cielo.

Il capostipite (adesso ha molte imitazioni) è il Telrad: assomiglia vagamente ai collimatori dei caccia della 2^ guerra mondiale e ha la stessa funzione: quella di prendere la mira.

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25 Ecco come appaiono i cerchi proiettati su di uno sfondo buio. Anche in questo caso non produce ingrandimenti: si dice è uno strumento 1x, cioè a ingrandimenti 1, come ad occhio nudo.

Il Telrad consente in gran parte dei casi di fare anche a meno del cercatore a cannocchiale, che invece ingrandisce. Se si osserva attentamente la figura al punto 2 si vede che posizionando il cerchio intermedio, quello da 2°, rispetto alla stella Zeta, come indicato nella mappa, puntiamo direttamente su M1. Questo è possibile con il Telrad, che non ingrandisce, perché la Zeta, che è di 3^ magnitudine, è senz’altro visibile ad occhio nudo sotto un cielo buono come quelli dei siti che citiamo in questa sezione. Si capisce che questo metodo è molto diretto e rapido. La collimazione di cercatore, pointer o Telrad e preferibile effettuarla di giorno. Si punta qualche oggetto lontano: un comignolo, un isolante delle linee elettriche ad alta tensione, una casetta sulla collina a qualche chilometro, si monta un oculare a grande campo e la si centra al telescopio, poi si aggiustano le viti di regolazione di cercatore, pointer o Telrad fino a che anch’essi mirano al centro dell’immagine cui è puntato il telescopio.

Oculari: consentono di variare l’ingrandimento sostuendoli nel focheggiatore, in cui si inserisce l’oculare e lo supporta, ed è dotato di manopole che consentono di mettere a fuoco l’immagine adattandola alle proprie diottrie e alle diversità degli oculari stessi.

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26 A p. 336 viene fornita una succinta ma sufficiente descrizione di ciò che bisogna conoscere sugli oculari. Il corredo di minima comprende due o tre oculari: uno a largo campo per affinare la ricerca dell’oggetto e per avere nel suo campo visivo l’interezza degli oggetti più estesi. Uno a campo medio e maggiori ingrandimenti per ingrandire l’oggetto e coglierne meglio i dettagli. Utile un terzo per aumentare ulteriormente gli ingrandimenti, cogliere più dettagli, ingrandire sufficientemente oggetti piccoli, scurire il cielo e migliorare il contrasto nel caso di oggetti deboli. L’osservazione dei pianeti richiede ulteriori oculari che forniscano ingrandimenti di 150x, 200x e più, se il seeing lo consente.

Calcolare il campo visivo del cercatore e del telescopio con i diversi oculari in dotazione. È molto utile nel corso delle prime osservazioni dedicare un po’ di tempo a calcolare il campo visivo dello strumento e dei suoi accessori.

Vi accorgete subito che se puntate una stella, questa si muove più o meno rapidamente nel campo. Individuate una stella luminosa preferibilmente nella fascia a circa 45° di altezza rispetto l’orizzonte, posizionatela al bordo destro del vostro campo visivo (che essendo invertito corrisponde a Est) e lasciate planare la stella attraverso tutto il campo visivo mentre cronometrate. Stop appena scompare dalla vista al bordo sinistro (Ovest). Siccome il cielo si sposta, o meglio la terra ruota rispetto al cielo, di un grado ogni 4 minuti=240 secondi, dividete 240 per i secondi che avete cronometrato e ricavate il campo visivo in gradi e sue frazioni.

Effettuate questo per il cercatore per verificare quanto si discosta dai 5° gradi che gli abbiamo prima attribuito, e per ogni oculare e rispettivo ingrandimento. Per gli oculari comunque potete conoscere il campo che vi danno sullo strumento in questione effettuando dei calcoli a tavolino. Per prima cosa dovete sapere il cosiddetto campo apparente dell’oculare che dipende dalla configurazione ottica dello stesso. Lo potete trovate scritto sull’oculare stesso, altrimenti, se non vi è scritto, lo trovate sulla scatola, sul foglietto di accompagnamento, o sul sito della casa produttrice o del rivenditore.

Molto diffusi oggi sono gli oculari a configurazione Plossl, che hanno un campo apparente attorno ai 50°. Senz’altro trovate scritto sull’oculare la sua lunghezza focale. Poi dovete conoscere la lunghezza focale del telescopio. Supponiamo che che avete preso in prestito dal CAV il telescopio Galileo http://www.astrofiliveronesi.it/uploads/pdf/schede%20strumenti%204.pdf.

Tra gli oculari forniti è presente un 25mm di lunghezza focale. Con tale oculare avrete un ingrandimento pari a lunghezza focale del telescopio (1000x) diviso la focale dell’oculare (25mm), cioè 40 ingrandimenti (40x). Sul sito non è specificata la configurazione né la marca dell’oculare, supponiamo sia un Plossl (50° di campo apparente): dividete 50 per 40 = 1,25°. Il campo con quell’oculare sarà di un grado e un quarto, detto in altro modo: un grado e 15 primi (1° 15’).

Infatti un grado è composto da 60 primi e un primo da 60 secondi. Troverete che le due notazioni: gradi, primi, secondi oppure gradi e frazione, primi e frazione, sono usate indifferentemente in astronomia. Ora, 1,25° è proprio un buco della serratura.

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27 Di qui la necessità di tutto il lavorio già esposto per puntare esattamente l’oggetto che cercate. Anche se siete in zona, e vi muovete a spirale con cautela, non è facile centrare un oggetto debole in un campo così ristretto. E tenete conto che un oculare da 25mm è tra quelli a grande campo, adatti per centrare l’oggetto. In dotazione al Galileo vedo un altro oculare zoom da 6 a 8mm, due lenti di Barlow, una da 1,5x e l’altra da 3x. Con l’oculare settato a 6mm avrete 1000/6=166 ingrandimenti e un campo: 50/166=0,3 gradi cioè 18 primi.

La lente di Barlow è costituita da una lente aggiuntiva montata su di un barilotto nel quale si infila l’oculare, di cui moltiplica gli ingrandimenti pari, nel caso qui citato di 1,5 e 3 volte rispettivamente. Immaginate di infilare l’oculare a 6mm sulla Barlow 3x e avrete 166x3=498 ingrandimenti, cui corrisponde 50/498=0,1° cioè 6 primi. Ci starebbero nel campo solo i pianeti e porzioni molto piccole della luna. E quasi sicuramente, almeno all’OMB e anche in pianura, il seeing non vi consentirebbe tale ingrandimento. Non solo, ma tale ingrandimento è al di là dei limiti del telescopio Galileo, perché come è detto a p. 336, il limite di ingrandimenti teorico di un telescopio è pari al diametro del suo obiettivo, in questo caso 120mm moltiplicato per 2=240x. Andando oltre l’immagine appare sì più grande, ma non aumentano i dettagli, anzi la visione diventa più sbiadita. Perché allora la presenza delle barlow in dotazione? Da usarle con il 25mm, in alternativa al 6-8mm.

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