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CAPITOLO 5: IL CASO DI UN’AZIENDA CONCIARIA DI SANTA CROCE SULL’ARNO

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 5:

IL CASO DI UN’AZIENDA CONCIARIA DI SANTA CROCE

SULL’ARNO

L’azienda, che chiameremo Alfa, era una conceria che operava nel distretto di Santa Croce sull’Arno. “La parte più vecchia dell’impresa risale ai primi del Novecento, mentre quella più recente ha cominciato a lavorare nel 1951”. Aveva una conduzione familiare, era gestita da due fratelli e contava in media cinquantadue dipendenti. Principalmente si occupava della produzione di pelli bovine conciate al cromo o miste, che erano destinate in parte al mercato nazionale, in parte a quello europeo ed una larga fetta della produzione era destinata al mercato asiatico, in particolare ai mercati della Corea, Tailandia e Hong Kong.

L’azienda Alfa ha attraversato un periodo di crisi negli anni 1996- 1998, crisi dovuta sia a fattori esterni, sia interni.

L’analisi svolta ci consentirà di individuare le cause della crisi e le strategie di risanamento applicate dal management aziendale. In particolare il 1996 registra il risultato peggiore, ed è proprio in quell’anno che è stato avviato un piano di ristrutturazione. Il 1997 rappresenta l’anno più critico a causa della congiuntura negativa del settore. Il 1998 rappresenta l’anno di svolta per l’azienda Alfa, poiché, dopo tre anni di risultati negativi, finalmente consegue un utile.

Purtroppo le problematiche dell’azienda non sono mai state sanate, anzi, la sua situazione è tornata a peggiorare, e, nel 2003, il management ha deciso per l’estinzione della società.

Presentiamo di seguito la situazione patrimoniale ed economica relativa agli anni sopra menzionati.

(2)

5.1. ANALISI RELATIVA ALL’ANNO 1996

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO AL 31/12/1996 (Valori in Lire)

Liquidità Immediate 83.727.667 Passivo Corrente 19.341.326.266 Denaro e valori in cassa 1.012.307 Debiti v/banche 12.768.527.302 Depositi bancari e postali 82.715.360 Debiti v/altri finanziatori 608.239.000

Debiti v/fornitori 4.862.126.212 Liquidità Differite 8.006.888.485 Debiti tributari 118.683.211 Crediti v/clienti netti 6.665.898.249 Debiti v/Ist. Prev.li 233.202.482 Crediti v/altri 1.296.284.005 Altri debiti 706.106.864 Ratei e risconti attivi 36.194.231 Ratei e risconti passivi 44.441.195

Rimanenze 11.080.362.616 Passivo Consolidato 644.849.332 M. Prime, suss. e di cons. 567.571.208 F.do TFR 589.845.722 Prod.corso lav. e semil. 8.434.744.193 F.do Rischi e oneri 55.003.610 Pr.finiti e merci 2.078.047.215

MEZZI DI TERZI 19.986.175.598 ATTIVO CORRENTE 19.170.978.768

Patrimonio Netto 1.396.920.469 Imm. Finanziarie 384.214.264 Capitale Sociale 2.000.000.000 Partecipazioni 364.916.544 Riserva Legale 62.090.011 Crediti 19.297.720 Altre Riserve 727.700.241

Perdita d’esercizio - 1.392.869.783 Imm. Materiali Nette 1.678.220.557

Terreni e fabbricati 3.934.220 Impianti e macchinari 991.174.271 Attrezz. ind.li e comm.li 95.909.165 Altri beni 267.172.153 Imm. In corso e acconti 320.030.748

(3)

Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 55.180.328 Altre Imm.Immateriali 94.502.150

ATTIVO IMMOBILIZZATO 2.212.117.299

TOTALE ATTIVO 21.383.096.067 TOTALE PASSIVO 21.383.096.067

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FUNZIONALE (valori in Lire):

Crediti v/ clienti 6.665.898.249

Crediti v/ altri 1.296.284.005

Ratei e risconti attivi 36.194.231

Rimanenze 11.080362.616

A) ATTIVO CORRENTE OPERATIVO (Capitale Circolante Lordo)

19.078.739.101

Debiti v/fornitori 4.862.126.212

Debiti v/altri 608.239.000

Debiti tributari 118.683.211

Debiti v/istituti previdenziali 233.202.482

Ratei e risconti passivi 44.441.195

Altri debiti 706.106.864

B) PASSIVO CORRENTE OPERATIVO 6.528.357.769

A – B = C CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO NETTO 12.550.381.332

Terreni e fabbricati 3.934.220

Impianti e Macchinari 991.174.271

Attrezzature 95.909.165

Altri beni 267.172.153

Imm. In corso e acconti 320.030.748

Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 55.180.328

Altre Imm. Immateriali 94.502.150

(4)

F.do TFR 589.845.722

F.do rischi e oneri 55.003.610

D – E = F ATTIVO IMMOBILIZZATO OPERATIVO NETTO 1.183.053.703 C + F = G CAPITALE INV. NETTO GESTIONE CARATTER. 13.733.435.035

Denaro e Valori in cassa 1.012.307

Depositi Bancari e Postali 82.715.360

Partecipazioni 364.916.544

Crediti 19.297.720

H) CAPITALE INV. NETTO GESTIONE PATRIMONIALE 467.941.931

G + H = I CAPITALE INVESTITO NETTO 14.201.376.966

Struttura Finanziaria

Capitale Sociale 2.000.000.000

Riserva legale 62.090.011

Riserva facoltativa 239.729.241

Conferimenti dei soci 200.000.000

Riserva Utili detassati 287.971.000

Perdita d’esercizio - 1.392.869.783

A) PATRIMONIO NETTO 1.396.920.469

C) Debiti v/ Banche 12.768.527.302

D) TOTALE FINANZIAMENTI 12.768.527.302

A + D = E TOTALE FONTI FINANZIARIE 14.165.447.771

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO (Valori in lire)

Ricavi di Vendita 30.746.506.208 100,00%

Variaz. Scorte semilavorati e prodotti finiti 2.240.882.745 7,29%

Altri ricavi e proventi 483.671.037 1,57%

VALORE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA

33.471.059.990 108,86%

Acquisti Materie Prime 18.307.591.253 59,54%

Spese per servizi 9.265.395.188 30,13%

Canoni di Locazione 217.833.534 0,71%

(5)

Oneri diversi di gestione 577.900.825 1,88% VALORE AGGIUNTO 4.060.164.996 13,21% Salari e Stipendi 2.572.626.864 8,37% Oneri Sociali 1.037.760.547 3,38% TFR 175.880.382 0,57% Altri costi 46.489.107 0,15%

MARGINE OPERATIVO LORDO (M.O.L.) 227.408.096 0,74%

Amm.ti Immobilizzazioni Immateriali 60.042.964 0,20%

Amm.ti Immobilizzazioni Materiali 292.955.163 0,95%

Svalutazione crediti 90.797.185 0,30%

Accantonamenti per rischi 55.003.610 0,18%

REDDITO OPERATIVO GESTIONE CARATTER. (M.O.N.)

- 271.390.826 -0,88%

Proventi Gestione Accessoria Patrimoniale 582.631.665 1,89%

Rivalutazione di Partecipazioni 37.191.816 0,12%

REDDITO OPERATIVO 348.432.655 1,13%

Oneri finanziari 1.683.190.484 5,47%

REDDITO LORDO DI COMPETENZA - 1.334.757.829 -4,34%

Proventi Straordinari 31.066.375 0,10%

Oneri Straordinari - 89.178.329 -0,29%

RISULTATO PRE- IMPOSTE -1.392.869.783 -4,53

Imposte 0

Perdita d’esercizio - 1.392.869.783 -4,53%

Nell’esercizio 1996, l’azienda Alfa ha attraversato un periodo di difficoltà economico- finanziaria notevole, dovuta a tre cause principali.

La prima è stata la difficoltà a mantenere gli standard qualitativi raggiunti nel passato; con conseguente aggravio delle giacenze di magazzino, che hanno fatto lievitare lo stesso fino a raggiungere anche punte elevatissime (13.000.000.000 £).

La seconda è stata la mancanza di liquidità, aggiunta alla diffidenza dei fornitori e alle restrizioni bancarie, che hanno creato momenti di tensione finanziaria altissimi.

La terza è stata la gestione non qualificata, aggravata poi dall’assenza prolungata dell’amministratore per motivi personali.

(6)

In questa situazione l’azienda ha provveduto a ristrutturazioni radicali al proprio interno, allo scopo di frenare la discesa e riacquistare il ruolo di leader nel settore, che aveva sempre avuto in precedenza.

Il piano di ristrutturazione prevedeva:

- La riorganizzazione dello staff tecnico all’interno dell’azienda;

- L’inserimento, in qualità di amministratore, di un Manager Temporaneo;

- La consultazione continua di validi managers;

- La ristrutturazione del settore commerciale;

- Il finanziamento dell’azienda con l’apporto di capitali freschi.

5.2. ANALISI ECONOMICO- FINANZIARIA ATTRAVERSO GLI INDICATORI

5.2.1. ANALISI DI SOLIDITÁ PATRIMONIALE

Indice di Struttura Primario = P.N. = 1.396.920.469 = 0,6 A.F. 2.212.117.299

Margine di struttura primario = P.N. – A.F. 1.396.920.469 – 2.212.117.299 = - 815.196.830 £

Marg. Strutt. Prim < 0

L’azienda si trova in una situazione di scarsa solidità. Il Capitale Proprio finanzia solo in parte l’attivo fisso, la differenza è coperta dalle passività consolidate o dalle correnti.

Indice di Struttura Secondario = P.N. + P.m/l = 1.396.920.469 + 644.849.332 = 0,9 A.F. 2.212.117.299

(7)

Margine di struttura secondario = (P.N. + P. m/l) – A.F. (1.396.920.469 + 644.849.332) – 2.212.117.299 = - 170.347.498 £

Marg. Strutt. Sec. < 0

Una parte dell’attivo fisso viene finanziata con le passività correnti. Questo genera il rischio di tensioni finanziarie.

Rigidità = A.F. = 2.212.117.299 = 0,10 ATTIVO 21.383.096.067 Elasticità = A.C. = 19.170.978.768 = 0,90 ATTIVO 21.383.096.067

L’azienda è elastica, Le immobilizzazioni incidono solo in minima parte sul capitale investito.

Liquidità del Capitale Investito =

L.I. + L.D. = 83.727.667 + 8.006.888.485 = 0.38 ATTIVO 21.383.096.067 Autonomia Finanziaria = P.N. = 1.396.920.469 = 0.0653 ATTIVO 21.383.096.067

L’azienda è in una situazione critica, circa il 6,5 % delle fonti finanziarie viene apportato dai finanziatori attraverso il capitale versato e gli utili reinvestiti.

(8)

Leverage = ATTIVO = 21.383.096.067 = 15,31 P.N. 1.396.920.469

Il leverage è molto alto, l’azienda è sottocapitalizzata. Gli oneri finanziari sono molto elevati Indebitamento = M.terzi = 19.986.175.598 = 0,93 ATTIVO 21.383.096.067 Indebitamento a breve = P.C. = 19.341.326.266 = 0,90 ATTIVO 21.383.096.067 Indebitamento a m/l = P.m/l = 644.849.332 = 0.030 ATTIVO 21.383.096.067

L’azienda è in una situazione finanziaria completamente squilibrata, è molto indebitata soprattutto a breve termine.

Indebitamento (deb. In % del patrimonio) =

M.terzi =

19.986.175.598

= 14,31 P.N. 1.396.920.469

L’azienda presenta un forte indebitamento, sarà penalizzata a causa degli eccessivi oneri finanziari.

(9)

5.2.2. ANALISI DI LIQUIDITÁ

Indice di disponibilità finanziaria =

A.C. = 19.170.978.768 = 0,99 P.C. 19.341.326.266 CCN = A.C. – P.C. = 19.170.978.768 – 19.341.326.266 = - 170.347.498 Indice di liquidità = L.I. + L.D. = 83.727.667 + 8.006.888.485 = 0,4 P.C. 19.341.326.266

L’azienda si trova in una situazione di squilibrio finanziario, le attività correnti non riescono a coprire gli impegni finanziari a breve.

5.2.3. INDICI DI ROTAZIONE E DURATA

Indice di rotazione dei crediti =

R.V.

=

30.746.506.208

= 3,84 Crediti comm.li 8.006.888.485

Indice di durata crediti =

Crediti comm.li x 360 = 8.006.888.485 x 360 = 94 R.V. 30.746.506.208

Indice di rotazione magazzino =

R.V. =

30.746.506.208

= 2,77 Rimanenze 11.080.362.616

Indice di durata magazzino =

Rimanenze =

11.080.362.616

x 360= 130 R.V. 30.746.506.208

(10)

Indice rotazione debiti = Acquisti = 29.410.894.994 = 5,24 Debiti comm.li 5.612.674.271

Indice di durata debiti =

Debiti comm.li x 360 = 5.612.674.271 x 360 = 63 Acquisti 29.410.894.994 5.2.4. ANALISI DI REDDITIVITÁ ROE = R.N. = -1.392.869.783 = - 0,9971 P.N. 1.396.920.469

Il rendimento atteso dai portatori di capitale proprio è di -99,71 %. In pratica quasi la totalità del capitale apportato viene perso.

ROI = R.O. = 348.432.655 = 0,0245 C.I. 14.201.376.966

Il ROI è molto basso (2,45%).Per quanto riguarda il numeratore, il reddito operativo è espressione della capacità della direzione di gestire l’attività “tipica” d’impresa, vale a dire di attuare opportune politiche di approvvigionamento dei fattori produttivi, di trasformazione degli stessi, di commercializzazione dei prodotti finiti e di gestione delle scorte, prescindendo dalle modalità di finanziamento e dalle politiche fiscali. Il risultato ottenuto dalla gestione operativa verrà utilizzato per remunerare il capitale di debito attraverso gli oneri finanziari e il capitale proprio attraverso il reddito netto che residua. Tale indice identifica una situazione di equilibrio economico nel momento in cui la remunerazione offerta dalla gestione operativa ai capitali investiti sia superiore al relativo costo.

(11)

ROS = R.O. = 348.432.655 = 0,011 R.V. 30.746.506.208

Il ROS esprime la capacità di profitto ottenibile nel corso del ciclo: acquisti di materie prime, lavorazione, vendita prodotto finito. La capacità di profitto dell’azienda Alfa è molto bassa, circa l’1,1%.

Rotaz. C.Investito = R.V. = 30.746.506.208 = 2,17 C.I. 14.201.376.966

La rotazione del capitale investito esprime il numero di volte in cui il capitale investito si rinnova per mezzo dei ricavi di vendita.

ROD = On.fin. = 1.683.190.484 = 0,126 M.terzi(e.o.) 13.376.766.302

Il costo dei mezzi di terzi è molto elevato, circa il 12, 6 %.

ROI – ROD = 0,0245 – 0,126 = - 0,1015

Tale margine, se positivo, fornisce la conoscenza di un elemento di tendenziale stabilità finanziaria dell’impresa: la redditività del capitale investito è maggiore del costo finanziario del capitale preso in prestito. In questo caso, invece, il margine è negativo, quindi l’azienda non ha stabilità finanziaria.

M.O.L. = M.O.L. = 227.408.096 = 0,00739 R.V. 30.746.506.208

(12)

Questo indice, molto basso (0,739%), indica un prodotto a scarsissimo valore aggiunto, tecnologie superate, ed elevatissima concorrenza.

On.Fin. = 1.683.190.484 = 7,40 M.O.L. 227.408.096

Esprime quanta parte del flusso di cassa viene assorbito dagli oneri finanziari.

5.2.5. LEVA FINANZIARIA

ROE = ROA + (ROA – Costo medio mezzi di terzi) x Tasso Indebitamento

Reddito Netto

= Reddito Operativo + Reddito Operativo – Oneri finanziari x Mezzi di terzi Patrimonio Netto Attivo Netto Attivo Netto Mezzi di terzi Patrimonio netto

384.432.655 + 384.432.655 - 1.683.190.484 x 13.376.766.302 = 21.383.096.067 21.383.096.067 13.376.766.302 1.396.920.469 0,018 + ( 0,018 – 0,126) x 9,58 = - 1.02

ROA – Costo m. mezzi terzi < 0 Tasso di indebitamento Costo medio mezzi di terzi

Redditività dell’attivo Netto (ROA)

Redditività del Patrimonio Netto (ROE) Redditività

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5.3. ANALISI RELATIVA ALL’ANNO 1997

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO AL 31/12/1997 (Valori in Lire):

Liquidità Immediate 29.460.252 Passivo Corrente 15.315.268.647 Denaro e valori in cassa 3.686.664 Debiti v/banche 9.530.256.410 Depositi bancari e postali 25.773.588 Debiti v/altri finanziatori 223.223.100 Debiti v/fornitori 4.421.663.017 Liquidità Differite 6.597.197.313 Debiti v/controllate 31.949.219 Crediti v/clienti netti 5.928.946.517 Debiti tributari 116.268.655 Crediti v/altri 554.082.587 Debiti v/Ist. Prev.li 214.504.007 Ratei e risconti attivi 114.168.209 Altri debiti 685.947.994

Ratei e risconti passivi 91.456.245 Rimanenze 9.984.107.945

M. Prime, suss. e di cons. 587.871.030 Passivo Consolidato 654.274.684 Prod.corso lav. e semil. 7.426.902.395 F.do TFR 636.580.553 Pr.finiti e merci 1.969.334.520 F.do Rischi e oneri 17.694.131

ATTIVO CORRENTE 16.610.765.510 MEZZI DI TERZI 15.969.543.331

Imm. Finanziarie 490.702.162 Patrimonio Netto 2.753.343.615 Partecipazioni 461.000.192 Capitale Sociale 3.200.015.900 Crediti 21.189.970 Riserva Legale 920.469 Crediti v/altri 8.512.000 Perdita d’esercizio - 447.592.754

Imm. Materiali Nette 1.417.546.997 Terreni e fabbricati 3.489.916 Impianti e macchinari 1.009.635.069 Attrezz. ind.li e comm.li 404.422.012

(14)

Costi Imp. E Ampliamento 3.862.000 Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 36.095.281 Altre Imm.Immateriali 163.914.996

ATTIVO IMMOBILIZZATO 2.112.121.436

TOTALE ATTIVO 18.722.886.946 TOTALE PASSIVO 18.722.886.946

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FUNZIONALE (valori in Lire):

Crediti v/ clienti 5.928.946.517

Crediti v/ altri 554.082.587

Ratei e risconti attivi 114.168.209

Rimanenze 9.984.107.945

A) ATTIVO CORRENTE OPERATIVO (Capitale Circolante Lordo)

16.581.305.258

Debiti v/fornitori 4.421.663.017

Debiti v/controllate 31.949.219

Debiti tributari 116.268.655

Debiti v/istituti previdenziali 214.504.007

Ratei e risconti passivi 91.456.245

Altri debiti 685.947.994

B) PASSIVO CORRENTE OPERATIVO 5.561.789.137

A – B = C CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO NETTO 11.019.516.121

Terreni e fabbricati 3.489.916

Impianti e Macchinari 1.009.635.069

Attrezzature 404.422.012

Costi Impianto e Ampliamento 3.862.000

Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 36.095.281

Altre Imm. Immateriali 163.914.996

D) ATTIVO IMMOBILIZZATO OPERATIVO 1.621.419.274

(15)

F.do rischi e oneri 17.694.131

E) PASSIVO CONSOLIDATO OPERATIVO 654.274.684

D – E = F ATTIVO IMMOBILIZZATO OPERATIVO NETTO 967.144.590 C + F = G CAPITALE INV. NETTO GESTIONE CARATTER. 11.986.660.711

Denaro e Valori in cassa 3.686.664

Depositi Bancari e Postali 25.773.588

Partecipazioni 461.000.192

Crediti 21.189.970

Crediti v/altri 8.512.000

H) CAPITALE INV. NETTO GESTIONE PATRIMONIALE 520.162.414

G + H = I CAPITALE INVESTITO NETTO 12.506.823.125

Struttura Finanziaria Capitale Sociale 3.200.015.900 Riserva legale 920.469 Perdita d’esercizio - 447.592.754 A) PATRIMONIO NETTO 2.753.343.615 Debiti v/ Banche 9.530.256.410

Debiti v/altri finanziatori 223.223.100

C) PASSIVO CORRENTE FINANZIARIO 9.753.479.510

D) TOTALE FINANZIAMENTI 9.753.479.510

A + D = E TOTALE FONTI FINANZIARIE 12.506.823.125

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO (Valori in lire)

Ricavi di Vendita 23.519.711.751 100%

Variaz. Scorte semilavorati e prodotti finiti - 1.116.554.493 -4,75%

Altri ricavi e proventi 445.483.155 1,89%

VALORE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA

22.848.640.413

97,15%

Acquisti Materie Prime 11.961.085.684 50,86%

(16)

Canoni di Locazione 261.545.414 1,11%

Variaz. Rimanenze Mat. prime - 20.299.822 1,53%

Oneri diversi di gestione 358.791.803 -0,09%

VALORE AGGIUNTO 4.222.537.927 17,95%

Salari e Stipendi 2.121.950.960 9,02%

Oneri Sociali 943.985.499 4,01%

TFR 164.513.020 0,70%

MARGINE OPERATIVO LORDO (M.O.L.) 992.088.448 4,22%

Amm.ti Immobilizzazioni Immateriali 78.879.445 0,34%

Amm.ti Immobilizzazioni Materiali 208.894.557 0,89%

Svalutazione crediti 17.208.557 0,07%

Accantonamenti per rischi 17.694.131 0,08%

REDDITO OPERATIVO GESTIONE CARATTER. (M.O.N.) 669.411.758 2,85% Proventi Finanziari 265.222.781 1,13% REDDITO OPERATIVO 934.634.539 3,97% Oneri finanziari 1.483.790.463 6,31% Svalutazione di Partecipazioni 40.688.830 0,17%

REDDITO LORDO DI COMPETENZA - 589.844.754 -2,51%

Proventi Straordinari 189.480.758 0,81%

Oneri Straordinari 47.228.758 0,20%

RISULTATO PRE- IMPOSTE - 447.592.754 -1,90%

Imposte 0 0

Perdita d’esercizio -447.592.754 -1,90%

Nel 1997 la società ha portato avanti il programma di ristrutturazione economico- finanziaria iniziato nell’anno 1996 conclusa con una perdita più contenuta rispetto al precedente esercizio. L’andamento della società è stato in costante progresso,

(17)

nonostante la situazione congiunturale sia stata in regresso. Il risultato negativo è stato determinato essenzialmente dalle svalutazioni su crediti.

Nel corso dell’esercizio la società ha ottenuto una significativa riduzione delle giacenze di magazzino grazie ad una migliore politica di rotazione delle scorte. Inoltre è stato anche ridotto l’indebitamento bancario e coperto per intero la perdita del 1996 grazie anche ad un consistente aumento di capitale sociale.

“Una difficoltà imprevista è stata la perdita percentuale dei mercati dell’estremo oriente, in particolare quelli della Corea, Thailandia e i Hong Kong; la società ha perso un’importante quota di fatturato e non è prevedibile quando sarà possibile recuperarla a causa delle incertezze interne di questi paesi”1

La società si è però attivata con notevoli sforzi per sostituire le quote di mercato perse in oriente rafforzando la sua presenza in Europa ed in Italia.

5.4. ANALISI ECONOMICO- FINANZIARIA ATTRAVERSO GLI INDICATORI

5.4.1. ANALISI DI SOLIDITÁ PATRIMONIALE

Indice di Struttura Primario = P.N. = 2.753.343.615 = 1,3 A.F. 2.112.121.436

Margine di struttura primario = P.N. – A.F. 2.753.343.615 – 2.112.121.436 = 641.222.179

Marg. Strutt. Prim > 0

L’azienda ha notevolmente migliorato la sua solidità. Il Capitale Proprio finanzia interamente le attività fisse e una parte di attivo circolante.

Indice di Struttura Secondario = P.N. + P.m/l = 2.753.343.615 + 654.274.684 = 1,61 A.F. 2.112.121.436

1

(18)

Margine di struttura secondario = (P.N. + P.m/l) – A.F. (2.753.343.615 + 654.274.684) – 2.112.121.436 = 1.295.496.863 £

Marg. Strutt. Sec. > 0

L’attivo fisso è interamente finanziato con il capitale permanente (Patrimonio Netto e Passività Consolidate). Rigidità = A.F. = 2.112.121.436 = 0,11 ATTIVO 18.722.886.946 Elasticità = A.C. = 16.610.765.510 = 0,89 ATTIVO 18.722.886.946

L’azienda è elastica, solo in minima parte l’attivo fisso incide sul capitale investito.

Liquidità del Capitale Investito =

L.I. + L.D. = 29.460.252 + 6.597.197.313 = 0,35 ATTIVO 18.722.886.946 Autonomia Finanziaria = P.N. = 2.753.343.615 = 0,15 ATTIVO 18.722.886.946

L’indice non può considerarsi positivo. Circa il 15 % delle fonti finanziarie viene apportato dai finanziatori attraverso il capitale versato e gli utili reinvestiti.

Leverage = ATTIVO = 18.722.886.946 = 6,80 P.N. 2.753.343.615

(19)

Il leverage è sempre molto alto, nonostante una notevole diminuzione rispetto all’anno precedente. Indebitamento = M.terzi = 15.969.543.331 = 0,85 ATTIVO 18.722.886.946 Indebitamento a breve = P.C. = 15.315.268.647 = 0,82 ATTIVO 18.722.886.946 Indebitamento a m/l = P.m/l = 654.274.684 = 0,03 ATTIVO 18.722.886.946

L’azienda è in una situazione finanziaria completamente squilibrata, è molto indebitata soprattutto a breve termine.

Indebitamento (deb. In % del patrimonio) =

M.terzi =

15.969.543.331 = 5,80 P.N. 2.753.343.615

L’azienda presenta un forte indebitamento, sarà penalizzata a causa degli eccessivi oneri finanziari. Notiamo comunque un notevole miglioramento rispetto all’anno precedente.

5.4.2. ANALISI DI LIQUIDITÁ

Indice di disponibilità finanziaria =

A.C. =

16.610.765.510

= 1,084 P.C. 15.315.268.647

(20)

CCN = A.C. – P.C. = 16.610.765.510 – 15.315.268.647 = 1.295.496.863 Indice di liquidità = L.I. + L.D. = 29.460.252 + 6.597.197.313 = 0,41 P.C. 15.969.543.331

L.I. + L.D. + MAG. PR.FIN. =

29.460.252 + 6.597.197.313 + 1.969.334.520 = 0,56

P.C. 15.315.268.647

Il giudizio è negativo. L’indice di disponibilità finanziaria è maggiore di uno, quindi a prima vista sembra che l’azienda sia liquida. Ma il secondo indice non è indicativo di una buona liquidità: le liquidità immediate e differite, in aggiunta al magazzino prodotti finiti, che è più facilmente smobilizzabile, non sono sufficienti a coprire il passivo corrente.

5.4.3. INDICI DI ROTAZIONE E DURATA

Indice di rotazione dei crediti =

R.V.

=

23.519.711.751

= 3,56 Crediti comm.li 6.597.197.313

Indice di durata crediti =

Crediti comm.li x 360 = 6.597.197.313 x 360 = 101 R.V. 23.519.711.751

Indice di rotazione magazzino =

R.V. =

23.519.711.751

= 2,35 Rimanenze 9.984.107.945

(21)

Indice di durata magazzino = Rimanenze = 9.984.107.945 x 360= 153 R.V. 23.519.711.751

Indice rotazione debiti =

Acquisti =

18.626.102.483

= 3,58 Debiti comm.li 5.199.067.256

Indice di durata debiti =

Debiti comm.li x 360 = 5.199.067.256 x 360 = 100 Acquisti 18.626.102.483 5.4.4. ANALISI DI REDDITIVITÁ ROE = R.N. = - 447.592.754 = - 0,16 P.N. 2.753.343.615

Il ROE, nonostante un notevole miglioramento rispetto all’anno precedete, è sempre negativo. Circa il 16 % del capitale apportato dai finanziatori viene perso.

ROI = R.O. = 934.634.539 = 0,074 C.I. 12.506.823.125

Il ROI, migliorato anch’esso, risulta comunque basso, circa 7,4 %.

ROS = R.O. = 934.634.539 = 0,039 R.V. 23.519.711.751

(22)

Rotaz. C.Investito = R.V. = 23.519.711.751 = 1,88 C.I. 12.506.823.125

L’indice di rotazione del capitale investito è peggiorato. Fondamentalmente questa riduzione è dovuta alla riduzione del volume dei ricavi di vendita di circa sette miliardi di Lire. ROD = On.fin.ri = 1.483.790.463 = 0,15 M.terzi (e.o.) 9.753.479.510

Il costo medio dei mezzi di terzi è circa il 15 %.

ROI – ROD = 0,074 - 0,15 = - 0,076

Questo margine continua ad essere negativo. La redditività del capitale investito è minore del costo del capitale preso a prestito.

M.O.L. = M.O.L. = 992.088.448 = 0,042 R.V. 23.519.711.751

Ancora questo indice è emblematico di un prodotto a scarso valore aggiunto.

On. Fin.ri = 1.483.790.463 = 1,50 M.O.L. 992.088.448

(23)

Esprime quanta parte del flusso di cassa, esprimibile attraverso il Margine Operativo Lordo, viene assorbito dagli oneri finanziari.

5.4.5. LEVA FINANZIARIA

ROE = ROA + (ROA – Costo medio mezzi di terzi) x Tasso Indebitamento

Reddito Netto

= Reddito Operativo + Reddito Operativo – Oneri finanziari x Mezzi di terzi Patrimonio Netto Attivo Netto Attivo Netto Mezzi di terzi Patrimonio netto

934.634.539 + 934.634.539 - 1.483.790.463 x 9.753.479.510 = 18.722.886.946 18.722.886.946 9.753.479.510 2.753.343.615 0,0499 + ( 0,0499 – 0,152) x 3,54 = - 0,31

ROA – Costo m. mezzi terzi < 0 Tasso di indebitamento Costo medio mezzi di terzi

Redditività dell’attivo Netto (ROA)

Redditività del Patrimonio Netto (ROE) Redditività

(24)

5.5. ANALISI RELATIVA ALL’ANNO 1998

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO AL 31/12/1998 (Valori in Lire)

Liquidità Immediate 51.340.140 Passivo Corrente 17.363.021.308 Denaro e valori in cassa 9.413.500 Debiti v/banche 9.961.908.156 Depositi bancari e postali 41.926.640 Debiti v/fornitori 6.536.712.745 Debiti tributari 123.798.462 Liquidità Differite 10.388.325.827 Debiti v/Ist. Prev.li 177.771.584 Crediti v/clienti netti 8.776.937.578 Altri debiti 540.410.898 Crediti v/altri 1.560.237.084 Ratei e risconti passivi 22.419.463 Ratei e risconti attivi 51.151.165

Passivo Consolidato 684.787.241 Rimanenze 8.931.477.731 F.do TFR 684.787.241 M. Prime, suss. e di cons. 712.564.957

Prod.corso lav. e semil. 6.050.213.785 MEZZI DI TERZI 18.047.808.549 Pr.finiti e merci 2.168.698.989

Patrimonio Netto 3.395.182.374 ATTIVO CORRENTE 19.371.143.698 Capitale Sociale 3.200.015.900

Riserva Legale 920.469 Imm. Finanziarie 519.369.439 Utile d’esercizio 194.246.005 Partecipazioni 428.073.775

Crediti 20.643.320 Crediti v/altri 70.652.344

Imm. Materiali Nette 1.368.056.720 Terreni e fabbricati 2.956.751 Impianti e macchinari 1.024.213.103 Attrezz. ind.li e comm.li 340.886.866

Imm.Immateriali Nette 184.421.066 Costi Imp. E Ampliamento 2.896.500

(25)

Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 19.628.774 Altre Imm.Immateriali 161.895.792

ATTIVO IMMOBILIZZATO 2.071.847.225

TOTALE ATTIVO 21.442.990.923 TOTALE PASSIVO 21.442.990.923

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FUNZIONALE (valori in Lire):

Crediti v/ clienti 8.776.937.578

Crediti v/ altri 1.560.237.084

Ratei e risconti attivi 51.151.165

Rimanenze 8.931.477.731

A) ATTIVO CORRENTE OPERATIVO (Capitale Circolante Lordo)

19.319.803.558

Debiti v/fornitori 6.536.712.745

Debiti tributari 123.798.462

Debiti v/istituti previdenziali 177.771.584

Ratei e risconti passivi 22.419.463

Altri debiti 540.410.898

B) PASSIVO CORRENTE OPERATIVO 7.401.113.152

A – B = C CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO NETTO 11.918.690.406

Terreni e fabbricati 2.956.751

Impianti e Macchinari 1.024.213.103

Attrezzature 340.886.866

Costi Impianto e Ampliamento 2.896.500

Dir.Brev.Ind. Dir.U.O. Ing. 19.628.774

Altre Imm. Immateriali 161.895.792

D) ATTIVO IMMOBILIZZATO OPERATIVO 1.552.477.786

F.do TFR 684.787.241

E) PASSIVO CONSOLIDATO OPERATIVO 684.787.241

(26)

C + F = G CAPITALE INV. NETTO GESTIONE CARATTER. 14.155.955.433

Denaro e Valori in cassa 9.413.500

Depositi Bancari e Postali 41.926.640

Partecipazioni 428.073.775

Crediti 20.643.320

Crediti v/altri 70.652.344

H) CAPITALE INV. NETTO GESTIONE PATRIMONIALE 570.709.579

G + H = I CAPITALE INVESTITO NETTO 14.726.665.012

Struttura Finanziaria Capitale Sociale 3.200.015.900 Riserva legale 920.469 Utile d’esercizio 194.246.005 A) PATRIMONIO NETTO 3.395.182.374 Debiti v/ Banche 9.961.908.156

C) PASSIVO CORRENTE FINANZIARIO 9.961.908.156

D) TOTALE FINANZIAMENTI 9.961.908.156

A + D = E TOTALE FONTI FINANZIARIE 13.357.090.530

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO (Valori in lire)

Ricavi di Vendita 28.538.091.996 100,00%

Variaz. Scorte semilavorati e prodotti finiti - 1.177.324.141 -4,13%

Altri ricavi e proventi 342.656.921 1,20%

VALORE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA

27.703.424.776

97,08%

Acquisti Materie Prime 15.517.833.014 54,38%

Spese per servizi 6.769.166.983 23,72%

Godimento beni di terzi 311.175.228 1,09%

Variaz. Rimanenze Mat. Prime - 124.693.927 -0,44%

Oneri diversi di gestione 264.984.433 0,93%

VALORE AGGIUNTO 4.964.959.045 17,40%

Salari e Stipendi 2.184.724.510 7,66%

(27)

TFR 158.075.215 0,55%

MARGINE OPERATIVO LORDO (M.O.L.) 1.818.549.762 6,37%

Amm.ti Immobilizzazioni Immateriali 88.562.045 0,31%

Amm.ti Immobilizzazioni Materiali 245.527.403 0,86%

Svalutazione crediti 29.654.756 0,10%

REDDITO OPERATIVO GESTIONE CARATTER. (M.O.N.) 1.454.805.558 5,10% Proventi Finanziari 121.842.629 0,43% REDDITO OPERATIVO 1.576.648.187 5,52% Oneri finanziari 1.061.510.841 3,72% Svalutazione di Partecipazioni 43.851.596 0,15%

REDDITO LORDO DI COMPETENZA 471.285.750 1,65%

Proventi Straordinari 70.902.373 0,25%

Oneri Straordinari - 143.881.118 -0,50%

RISULTATO PRE- IMPOSTE 398.307.005 1,40%

Imposte 204.061.000 0,72%

Utile d’esercizio 194.246.005 0,68%

Il 1998 ha segnato l’anno di svolta, invertendo la tendenza e passando da un risultato negativo ad uno positivo, anche se non ancora adeguato al volume dei ricavi effettuato. “Il risultato è da ritenersi soddisfacente per due motivi principali: in primo luogo la società ha chiuso l’anno con un segno positivo, in secondo luogo perché il 1998 è stato per il settore conciario un anno di congiuntura negativa e quindi i prezzi dei nostri prodotti sono stati oltremodo compressi, con conseguenze sul risultato d’esercizio.” “Il fatturato è tornato a livelli soddisfacenti, merito questo della qualità dei nostri prodotti che hanno contribuito a fidelizzare la clientela, cosa che abbiamo cercato di privilegiare a scapito del risultato immediato di gestione.

La politica di rientrare sui mercati medio alti con prodotti di qualità ci consente di mantenere un buon livello produttivo anche nell’attuale momento in cui lo stato di crisi del settore non da sintomi di miglioramento.”2

2

(28)

5.6. ANALISI ECONOMICO- FINANZIARIA ATTRAVERSO GLI INDICATORI

5.6.1. ANALISI DI SOLIDITÁ PATRIMONIALE

Indice di Struttura Primario = P.N. = 3.395.182.374 = 1,6 A.F. 2.071.847.225

Margine di struttura primario = P.N. – A.F. 3.395.182.374 – 2.071.847.225 = 1.323.335.149£

Marg. Strutt. Prim > 0

L’azienda è solida. Il Capitale Proprio finanzia completamente l’attivo fisso, e una buona parte dell’attivo circolante. Queste sono le premesse per lo sviluppo di nuovi investimenti.

Indice di Struttura Secondario = P.N. + P.m/l = 3.395.182.374 + 684.787.241 = 1,96 A.F. 2.071.847.225

Margine di struttura secondario = (P.N. + P.m/l) – A.F. (3.395.182.474 + 684.787.241) – 2.071.847.225 = 2.008.122.490 £

Marg. Strutt. Sec. > 0

L’attivo fisso è interamente finanziato dal passivo permanente.

Rigidità = A.F. = 2.071.847.225 = 0,09 ATTIVO 21.442.990.923

(29)

Elasticità = A.C. = 19.371.143.698 = 0,91 C.I. 21.442.990.923

L’azienda è elastica, solo in minima parte l’attivo fisso incide sul capitale investito.

Liquidità del Capitale Investito =

L.I. + L.D. = 51.340.140 + 10.388.325.827 = 0,49 ATTIVO 21.442.990.923 Autonomia Finanziaria = P.N. = 3.395.182.374 = 0,16 ATTIVO 21.442.990.923

L’indice non può ancora considerarsi positivo. Circa il 16 % delle fonti finanziarie viene apportato dai finanziatori attraverso il capitale versato e gli utili reinvestiti .

Leverage = ATTIVO = 21.442.990.923 = 6,31 P.N. 3.395.182.374

Il rapporto rimane comunque elevato, quindi l’azienda è considerata ad alto rischio.

Indebitamento = M.terzi = 18.047.808.549 = 0,84 ATTIVO 21.442.990.923 Indebitamento a breve = P.C. = 17.363.021.308 = 0,81 ATTIVO 21.442.990.923

(30)

Indebitamento a m/l = P.m/l = 684.787.241 = 0,03 ATTIVO 21.442.990.923

L’azienda è in una situazione finanziaria squilibrata, è molto indebitata soprattutto a breve termine.

Indebitamento (deb. In % del patrimonio) =

M.terzi =

18.047.808.549 = 5,32 P.N. 3.395.182.374

L’azienda presenta un forte indebitamento, sarà penalizzata a causa degli eccessivi oneri finanziari.

5.6.2. ANALISI DI LIQUIDITÁ

Indice di disponibilità finanziaria =

A.C. =

19.371.143.698

= 1,12 P.C. 17.363.021.308

L’indice non può considerarsi positivo del tutto. È una situazione da tenere sotto controllo.

CCN = A.C. – P.C. = 19.371.143.698 – 17.363.021.308 = 2.008.122.390

Il Capitale Circolante Netto è positivo, l’attivo corrente riesce a coprire tutti gli impegni a breve. Indice di liquidità = L.I. + L.D. = 51.340.140 + 10.388.325.827 = 0,6 P.C. 17.363.021.308

(31)

L.I. + L.D. + MAG. PR.FIN. = 51.340.140 + 10.388.325.827 + 2.168.698.989 = 0,73 P.C. 17.363.021.308

L’azienda non riesce ancora a far fronte agli impegni di breve termine con la componente più liquida dell’attivo circolante.

5.6.3. INDICI DI ROTAZIONE E DURATA

Indice di rotazione dei crediti =

R.V.

=

28.538.091.996

= 2,75 Crediti comm.li 10.388.325.827

Indice di durata crediti =

Crediti comm.li x 360 = 10.388.325.827 x 360 = 131 R.V. 28.538.091.996

Indice di rotazione magazzino =

R.V. =

28.538.091.996

= 3,20 Rimanenze 8.931.477.731

Indice di durata magazzino =

Rimanenze =

8.931.477.731

x 360= 113 R.V. 28.538.091.996

Indice rotazione debiti =

Acquisti =

22.738.465.731

= 3,20 Debiti comm.li 7.099.543.106

(32)

Indice di durata debiti = Debiti comm.li x 360 = 7.099.543.106 x 360 = 112 Acquisti 22.738.465.731 5.6.4. ANALISI DI REDDITIVITÁ ROE = R.N. = 194.246.005 = 0,057 P.N. 3.395.182.374

Il ROE si attesta ancora a valori molto bassi, ma, rispetto all’anno precedente, ha invertito la tendenza, da negativo, nel 1998 abbiamo un valore positivo. Merito questo del paino di risanamento che ha prodotti risultati apprezzabili.

ROI = R.O. = 1.576.648.187 = 0,1071 C.I. 14.726.665.012

Il ROI è migliorato anch’esso, superando il 10 %.

ROS = R.O. = 1.576.648.187 = 0,055 R.V. 28.538.091.996

Il ROS è notevolmente migliorato, a fronte di un aumento dei ricavi, è aumentato anche il reddito operativo. Rotaz. C.Investito = R.V. = 28.538.091.996 = 1,93 C.I. 14.726.665.012

(33)

L’aumento dei ricavi di vendita ha portato anche ad un innalzamento dell’indice di rotazione del capitale investito

ROD = On.fin. ri = 1.061.510.841 = 0,079 M.terzi (e.o.) 13.376.766.302

Il Costo medio dei mezzi di terzi è di circa il 7,9 %.

ROI – ROD = 0,1071 – 0,079 = 0,0281

Il margine positivo esprime che la redditività del capitale investito è maggiore del costo del capitale preso in prestito.

M.O.L. = M.O.L. = 1.818.549.762 = 0,064 R.V. 28.538.091.996

Ancora questo indice è emblematico di un prodotto a scarso valore aggiunto.

On. Fin.ri = 1.061.510.841 = 0,58 M.O.L. 1.818.549.762

Esprime quanta parte del flusso di cassa, esprimibile attraverso il Margine Operativo Lordo, viene assorbito dagli oneri finanziari.

(34)

5.6.5. LEVA FINANZIARIA

ROE = ROA + (ROA – Costo medio mezzi di terzi) x Tasso Indebitamento

Reddito Netto

= Reddito Operativo + Reddito Operativo – Oneri finanziari x Mezzi di terzi Patrimonio Netto Attivo Netto Attivo Netto Mezzi di terzi Patrimonio netto

1.576.648.187 + 1.576.648.187 - 1.061.510.841 x 9.961.908.156 = 21.442.990.923 21.442.990.923 9.961.908.156 3.395.182.374 0,074 + ( 0,074 – 0,11) x 2,93 = - 0,031

ROA – Costo m. mezzi terzi < 0

Tasso di indebitamento Costo medio mezzi di terzi

Redditività dell’attivo Netto (ROA)

Redditività del Patrimonio Netto (ROE) Redditività

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5.7. CONFRONTO TRA VALORI PERCENTUALI DI CONTO ECONOMICO

1996 1997 1998

Ricavi di Vendita 100% 100% 100%

Variaz. Scorte semilavorati e prodotti finiti 7,29% -4,75% -4,13%

Altri ricavi e proventi 1,57% 1,89% 1,20%

VALORE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA 108,86% 97,15% 97,08%

Acquisti Materie Prime 59,54% 50,86% 54,38%

Spese per servizi 30,13% 25,79% 23,72%

Canoni di Locazione 0,71% 1,11% 1,09%

Variaz. Rimanenze Mat. prime 3,39% 1,53% -0,44%

Oneri diversi di gestione 1,88% -0,09% 0,93%

VALORE AGGIUNTO 13,21% 17,95% 17,40%

Salari e Stipendi 8,37% 9,02% 7,66%

Oneri Sociali 3,38% 4,01% 2,82%

TFR 0,57% 0,70% 0,55%

Altri costi 0,15% 0 0

MARGINE OPERATIVO LORDO (M.O.L.) 0,74% 4,22% 6,37%

Amm.ti Immobilizzazioni Immateriali 0,20% 0,34% 0,31%

Amm.ti Immobilizzazioni Materiali 0,95% 0,89% 0,86%

Svalutazione crediti 0,30% 0,07% 0,10%

Accantonamenti per rischi 0,18% 0,08% 0

REDDITO OPER. GEST. CARAT. (M.O.N.) -0,88% 2,85% 5,10%

Proventi Finanziari 1,89% 1,13% 0,43%

Rivalutazione di partecipazioni 0,12% 0 0

REDDITO OPERATIVO 1,13% 3,97% 5,52%

Oneri finanziari 5,47% 6,31% 3,72%

Svalutazione di Partecipazioni 0 0,17% 0,15%

REDDITO LORDO DI COMPETENZA -4,34% -2,51% 1,65%

Proventi Straordinari 0,10% 0,81% 0,25%

Oneri Straordinari -0,29% 0,20% -0,50%

RISULTATO PRE- IMPOSTE -4,53 -1,90% 1,40%

(36)

Reddito d’esercizio -4,53% -1,90% 0,68%

Il costo che impatta maggiormente è il costo di acquisto delle materie prime. Le spese per servizi si sono sensibilmente ridotte, nell’arco dei tre anni presi in considerazione. Il piano di ristrutturazione, intrapreso dall’azienda, in particolar modo, per quanto riguarda il magazzino, ha avuto successo: le scorte sia di semilavorati e prodotti finiti, sia di materie prime si sono notevolmente ridotte. Un’altra voce di particolare rilievo è rappresentata dagli oneri finanziari, che sono aumentati nel 1997, per poi diminuire nel 1998.

5.8. CONFRONTI SPAZIALI E TEMPORALI TRA INDICATORI

INDICE DI STRUTTURA PRIMARIO

1996 1997 1998

AZIENDA ALFA 0,6 1,3 1,6

INDICE DI STRUTTURA SECONDARIO

1996 1997 1998

AZIENDA ALFA 0,9 1,61 1,96

INDICE DI DISPONIBILITÁ FINANZIARIA

1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 0,99 1,084 1,12 INDICE DI LIQUIDITÁ 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 0,4 0,41 0,6 INDEBITAMENTO 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 0,93 0,85 0,84

(37)

RETURN ON EQUITY 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA - 99,71 % - 16 % 5,7 % SETTORE 9,3 % 6,1 % - 1,5 % -120,00% -100,00% -80,00% -60,00% -40,00% -20,00% 0,00% 20,00% 1996 1997 1998 ALFA SETTORE RETURN ON INVESTIMENT

ROI 1996 ROI 1997 ROI 1998

AZIENDA ALFA 2,45 % 7,4 % 10,71 % SETTORE 13,4 % 7,9 % 5,3 % 0,00% 2,00% 4,00% 6,00% 8,00% 10,00% 12,00% 14,00% 1996 1997 1998 SETTORE ALFA

(38)

0,00% 2,00% 4,00% 6,00% 8,00% 10,00% 12,00% 14,00% 16,00% 1996 1997 1998 ALFA SETTORE LEVERAGE 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 15,31 6,8 6,31 SETTORE 3,5 2,8 2,6 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 1996 1997 1998 ALFA SETTORE 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 12,6 % 15 % 7,9 % SETTORE 11 % 8,7 % 7,5 %

(39)

DURATA MAGAZZINO 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 130 153 113 SETTORE 55 48 60 DURATA CREDITI 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 94 101 131 SETTORE 126 137 150 DURATA DEBITI 1996 1997 1998 AZIENDA ALFA 63 100 112 SETTORE 72 74 79

5.9. LE CAUSE ESTERNE: LA CRISI ASIATICA

Nell’area dell’estremo oriente lo sviluppo economico del Giappone, dopo la seconda guerra mondiale è stato emblematico, e non a caso è stato seguito dai paesi della stessa area e con una cultura che può essere definita omogenea, i New Industrialized Countries (N.I.C.), Hong Kong, Singapore, Taiwan e Corea del Sud. A partire dagli anni ’60, i quattro paesi in questione hanno iniziato a ristrutturare i propri settori produttivi, spostando risorse a favore dell’industria, e sviluppando fortemente anche il settore finanziario. Si è venuta a creare un’industria per l’esportazione ad alta intensità di manodopera e con prodotti a basso contenuto tecnologico (tessuti, vestiti, fibre, giocattoli, scarpe ecc.). Nel 1965 queste produzioni rappresentavano circa il 50 % delle esportazioni dei N.I.C. verso i paesi sviluppati. Lo sviluppo industriale è stato molto veloce, come quello dell’economia nel suo complesso, la crescita del P.I.L. dei quattro paesi si era attestata mediamente intorno al 9% annuo.

Il gruppo si è progressivamente allargato agli altri paesi dell’Asia orientale. Negli anni ’60 in Europa il “made in Japan” era riferito ad una produzione industriale a basso

(40)

costo, negli anni ’70 tale produzione divenni “made in Hong Kong”, negli anni ’80 “made in Korea”, ad oggi “made in Thailand” e “made in China”

La vera esplosione economica in tutta l’area del Pacific Rim (il margine pacifico) è avvenuta negli anni dal 1975 al 1990, grazie anche ad un afflusso massiccio di capitali privati e pubblici provenienti dal Giappone, dagli USA e dall’Europa, che trovavano nell’investimento speculativo in Asia orientale occasioni di rapidi guadagni e/o risparmi sui costi produttivi.

Dopo aver seguito il modello di sviluppo giapponese, i N.I.C. asiatici hanno avuto la disponibilità di consistenti capitali che hanno preso la via dell’investimento estero. Si è messa così in moto una seconda ondata rivolta verso la Malaysia, l’Indonesia, la Thailandia, le Filippine e, in un momento subito successivo verso la Cina. Il processo di crescita è stato molto simile: stessi livelli di crescita del P.I.L., stesso percorso di ristrutturazione industriale export-oriented.

Il sistema socio- culturale asiatico ha dato ottima prova di sé nell’impianto di una struttura industriale fortemente produttiva, con prodotti a costi assolutamente competitivi. Gli elementi costitutivi di questa struttura sono stati:

− La forte gerarchia;

− Un mercato interno sostanzialmente protetto, in qualche caso chiuso; − L’effetto moltiplicatore di una produzione export-oriented;

− Disponibilità di lavoratori preparati e/o velocemente integrabili nella produzione industriale;

− Bassa o nulla conflittualità sindacale.

Il sistema socio- economico è stato continuamente alimentato da flussi di investimenti dall’estero grazie alle garanzie di stabilità che offrivano i governi autoritari al potere; i ritorni in termini di vantaggi economici erano tali che si potevano mettere in sordina i giudizi sulle poco democratiche abitudini dei poteri costituiti.

I vantaggi per le società e le imprese occidentali di una tale situazione consistevano nel risparmio sui costi di produzione, nel mantenimento del predominio tecnologico (high tech in patria, produzioni di medio e basso livello all’estero), nei guadagni derivati dal saldo controllo del predominio economico grazie alle gestione dei flussi finanziari privati e pubblici- internazionali.

Agli inizi degli anni Novanta il Giappone appariva un po’ in difficoltà, ma altri paesi, Corea del Sud in testa, continuavano a svilupparsi, mantenendo un tasso di crescita del

(41)

P.I.L. a livelli piuttosto alti (tra il 5 e il 10% annui). Nel frattempo si era andato costituendo un sistema economico mondiale, definito globale, fondato sullo sviluppo tecnologico telematico e sulla velocizzazione dei flussi finanziari all’interno del circuito delle borse mondiali, soprattutto quelle azionarie, ma anche monetarie e delle materie prime.

La progressiva integrazione economica nel sistema mondiale del gigante Cina ed i tassi sostenuti dei paesi dell’area asiatica portavano a prestare scarsa attenzione alle voci preoccupate circa la tenuta della via asiatica allo sviluppo.

Il 2 luglio 1997, in modo abbastanza casuale, la decisione del governo thailandese di lasciar fluttuare la propria moneta, il bath, dopo aver tentato invano di difenderlo dagli attacchi speculativi, ha innescato la crisi. La decisione di sganciarsi dal dollaro ha innescato un effetto domino che ha coinvolto progressivamente la gran parte dei paesi asiatici con effetti di gran lunga negativi anche su Wall Street e, maggiormente sulle economie europee. La crisi asiatica è stata soprattutto una crisi finanziaria, con una riduzione massiccia ed improvvisa dei flussi di capitali dall’estero combinata ad un deflusso rapido di capitali in fuga.3

5.9.1. LA CINA

La Cina aveva diversi problemi che erano stati all’origine della crisi asiatica: istituzioni in cattiva salute, deboli capacità manageriali, mancanza di trasparenza e responsabilità nei processi decisionali, eccesso di produttività, clientelismo e nepotismo. Eppure è riuscita ad evitare le peggiori conseguenze della crisi: ha continuato a mantenere il suo discreto tasso di crescita del 7- 8 % annuo, mentre gli altri mercati asiatici erano in stagnazione o contrazione. Evidentemente sono proprio state le differenze tra la Cina e i quattro mercati asiatici più colpiti che le hanno permesso di evitare il pieno impatto della grave crisi economica. Le ampie dimensioni dell’economia cinese, unite al basso reddito o salario pro capite, hanno consentito lo sfruttamento di economie di scala e hanno offerto al paese un vantaggio competitivo sulle altre quattro economie asiatiche, in particolare per i prodotti ad alta intensità di manodopera. Hanno favorito, inoltre, lo sviluppo di una struttura per le importazioni più differenziata, riducendo cosi il grado di instabilità derivante dagli sbalzi improvvisi della domanda nelle esportazioni. La rapida

3

La crisi asiatica ’97-’99: solo crisi economica o anche socio- culturale? Fabrizio Eva, Università di Milano

(42)

crescita del commercio estero cinese è stata il risultato di una deliberata scelta della classe dirigente di sfruttare il vantaggio competitivo cinese nelle industrie ad alta intensità di manodopera, per riuscire a trarre dagli scambi esteri profitti assolutamente necessari per il loro progetti di modernizzazione. Il rapido afflusso di investimenti diretti esteri, a partire dal 1993, è stato soprattutto il risultato della decisione del gruppo dirigente cinese di concedere quote significative del mercato alle compagnie estere che volevano investire nel paese. Dal punto di vista dell’offerta, i principali fattori responsabili dell’afflusso di capitali esteri sono stati i bassi costi della forza lavoro e le prospettive di grosse potenzialità dell’economia cinese in rapida crescita. Per di più, dal momento in cui il fattore chiave della crisi asiatica è stato comunemente identificato nella liberalizzazione a breve scadenza dei flussi di capitale, che ha portato molte banche ad accumulare molti debiti a breve scadenza, le quattro economie asiatiche sono diventate altamente vulnerabili agli sbalzi improvvisi delle aspettative degli investitori. La Cina, al contrario, non ha contratto grossi prestiti a breve scadenza, ma, la maggior parte del suo debito era a lunga scadenza. Non appena il contagio finanziario si è diffuso tra i mercati asiatici, la Cina ha intrapreso severe misure per contrastare l’impatto negativo della crisi e per rafforzare il proprio ruolo politico ed economico nell’area. Al contrario dei quattro paesi asiatici, che sono stati costretti a svalutare le loro monete e ad adottare misure macroeconomiche restrittive, la Cina ha scelto di non operare svalutazioni, ricorrendo a politiche espansionistiche monetarie e fiscali per stimolare la domanda interna e mantenere un discreto tasso di crescita intorno all’ 8 %. Inoltre, il governo cinese ha ridotto la sua dipendenza dalla tecnologia straniera, riconsiderando e ricostruendo i suoi settori prioritari per l’investimento estero.

5.10. IL FENOMENO DELLA BSE

In quegli anni a tenere banco fu anche il fenomeno della Bse (encefalopatia spongiforme bovina), meglio nota come “mucca pazza”; da allora furono presi una serie di provvedimenti restrittivi da parte delle autorità comunitarie, nazionali e locali.

“Il fenomeno- commenta l’imprenditore Michele Matteoli- ebbe una risonanza mediatica che andò ben oltre la reale portata del problema. Purtroppo ci ha lasciato in eredità una montagna di inutile burocrazia”.

“Quello delle pelli grezze è sempre stato un fronte caldo per il nostro settore – parla Alfredo Ghizzani- perché per la materia prima dipendiamo soprattutto dall’estero. Nel

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periodo dell’allarme Bse, quando si registrò un sensibile calo nei consumi di carne, diminuì notevolmente anche la macellazione. Carenza di grezzo significa i solito concorrenza spinta, prezzi alle stelle e corsa verso bacini di approvvigionamento sconosciuti e magari non adatti alla produzione di qualità”.

L’imprenditore Giuseppe Volpi aggiunge:” Il fenomeno mucca pazza creò alle concerie un danno enorme sul piano economico e operativo determinando un notevole cambiamento nella gestione delle materie prime. L’impatto immediato fu devastante. Da allora s’innesco una catena di controlli. L’effetto diretto sull’attività conciaria ebbe una durata di almeno 2- 3 anni: fece saltare tutti i mercati di acquisto e di vendita e rivoluzionò le normative sul trasporto e la gestione della materia prima”.

Il conciatore Giovacchino Calvetti ricorda:” La vicenda della mucca pazza ci penalizzò notevolmente. Per il settore conciario quell’allarme fu esagerato”.4

TAVOLA 1: IL TIRRENO 13 APRILE 1996

4

(44)

5.11. LE RIPERCUSSIONI SUL DISTRETTO CONCIARIO DI SANTA CROCE

“Il bilancio del 1996 è stato decisamente lontano dall’atmosfera di questo 1997. La nostra produzione segnava + 8% e adesso flette. L’attività era di tipo espansivo ed ora è di carattere recessivo. Attraversavamo l’ultima annata di un triennio positivo, che era stato preceduto da uno negativo. Dal ’91 al ’93 il volume prodotto fu passivo, con qualche eccezione nel pesante e nel caprino. Il contrario avvenne dopo con un + 17% nel ’94, + 10 % nel ’95 ed infine + 8% . Nelle altre grandezze i cicli sono stati irregolari. Fatturato ed esportazioni sono cresciuti ininterrottamente per sei anni. Lo stesso approvvigionamento ha registrato, soprattutto nel bovino, incrementi di quantità. La principale causa della preoccupante inversione è stato un calo dei consumi netto ed avvolgente. A monte l’allontanamento delle carni rosse nelle regioni occidentali ha assunto persino i connotati dell’embargo. A valle una diffusa saturazione ha indotto i consumatori dei continenti trainanti ad una pausa, le cui conseguenze sono divenute drammatiche. Il ritorno forte della domanda USA bilancia solo in parte la grande caduta asiatica. Certo, il ping-pong tra i due estremi del Pacifico conferma ancora una volta la decadenza europea e ci costringe ad impegni eccezionali per aggirarla”.5

“Nel nostro polo conciario, il 1997, ha fatto registrare un trend in flessione, a causa della congiuntura negativa che ha caratterizzato alcuni periodi dell’anno. A fronte di un mercato interno abbastanza fiacco, si è importato di meno spendendo di più e si è esportato di più incassando meno.

L’import di pelli grezze è diminuito, rispetto al ’96, del 4,28 % in quantità, ma il costo d’acquisto è aumentato del 3,20 %.

La provenienza del grezzo è ancora in larga parte UE (65,20 % in valore e 61 % in quantità), con la Francia tuttora in testa a quota 48,37 % in quantità, mentre la Russia si riconferma come secondo nostro fornitore con il 18,30 % in quantità.

L’importazione di pelli semilavorate fa registrare un calo ancor più sensibile (-7,09 % in quantità e – 0,34 % in valore). In negativo anche l’export di conciato: -2,26 % in valore, nonostante il +3,08 % in quantità.

Nella graduatoria dei nostri maggiori clienti esteri la Spagna ha riconfermato la prima posizione: oltre 136 miliardi di Lire. Seguono Hong Kong (115 miliardi), Germania

5

(45)

(104 miliardi), Francia (87,7 miliardi), USA (67,8 miliardi) e Corea del Sud (59,9 miliardi).

Sono rimasti sostanzialmente invariati il mercato francese (+0,46 %), quello portoghese (+1,40 %) e quello di Hong Kong (- 0,9 %); in apprezzabile crescita quello spagnolo (+7,05 %) e quello statunitense (+17,35 %), si registra con preoccupazione la flessione della Germania (-4,2 %) e ancor più della Corea del Sud (- 17,43 %).6

IMPORT PELLI GREZZE (PERIODO 1/1 – 31/12/1997)

PAESI QUANTITÁ (tonnellate) 97/96 (quantità) VALORE (milioni di £) % SUL TOT (valore) 97/96 (valore) FRANCIA 92.194 - 3,91 315.418 48,07 + 3,86 OLANDA 8.488 - 5,33 42.217 6,43 - 5,07 GERMANIA 6.919 - 9,50 27.558 4,20 + 7,96 ALTRI PAESI UE 11.228 + 3,58 42.609 6,50 + 0,65 TOT PAESI UE 118.829 - 3,7 427.802 65,20 + 4,11 RUSSIA 35.610 - 6,94 84.050 12,81 - 2,66 USA 5.377 + 5,64 27.625 4,21 + 10,35 ALTRI PAESI 34.785 + 94,00 116.693 17,78 + 9,97 TOT GENERALE 194.601 - 4,28 656.170 100 + 3,20

IMPORT DI PELLI CONCIATE E SEMILAVORATE (PERIODO 1/1- 31/12/1997)

PAESI QUANTIT Á (tonnellate) 97/96 (quantità) VALORE (milioni di £) % SUL TOT (valore) 97/96 (valore) PAESI UE 7.309 + 92,80 58.476 17,22 + 61,84

ALTRI PAESI EUROPEI 8.685 - 17,10 51.533 15,17 - 19,92

USA 1.337 + 25,89 9.152 2,69 + 50,40

PAESI EXTRAEUROPEI 27.318 - 16,52 220.494 64,92 - 5,87 TOT GENERALE 44.649 - 7,09 339.665 100 - 0,34

6

Relazione del Presidente dell’Associazione Conciatori, Alessandro Francioni, Assemblea Annuale del 21 Maggio 1998

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EXPORT PELLI CONCIATE (PERIODO 1/1- 31/12/1997) PAESI QUANTITÁ (tonnellate) 97/96 (quantità) VALORE (milioni di £) % SUL TOT (valore) 97/96 (valore) SPAGNA 8.422 + 5,07 136.376 14,35 + 7,05 GERMANIA 2.236 + 2,29 104.177 10,96 - 4,21 FRANCIA 2.042 - 0,68 87.713 9,23 + 0,46 PORTOGALLO 2.363 + 0,34 68.773 7,24 + 1,40 ALTRI PAESI UE 3.868 + 16,01 118.010 12,43 + 0,42 TOT PAESI UE 19.358 + 5,48 515.049 54,21 + 1,39 HONG KONG 23.561 + 1,40 115.044 12,11 - 0,90 USA 2.024 + 16,66 67.819 7,14 + 17,35

COREA DEL SUD 1.236 - 16,82 56.960 5,99 - 17,43 ALTRI PAESI 10.272 + 56,20 195.299 20,55 + 36,96 TOT GENERALE 56.451 + 3,08 950.171 100 - 2,26

“Dopo un 1997 in negativo, anche il 1998 ha fatto registrare un trend in ulteriore e più accentuata flessione. La diminuzione delle quantità prodotte è in linea con la stima nazionale, intorno al 15 %. A fronte di un mercato interno alquanto fiacco, anche l’export ha dato segni di cedimento. Le cause, a nostro avviso, non sono imputabili a problemi strutturali del nostro comparto, che nonostante la congiuntura negativa è sano, vitale e fiduciosamente proiettato verso il futuro, ma sono da ricercarsi nelle crisi che hanno investito il mercato globale ed in alcune tendenze della moda a sostituire la pelle con altri materiali. A quest’ultimo proposito occorrerà mettere in atto adeguate iniziative per “riconquistare” quelle fette di mercato che hanno abbandonato la “classica pelle” a favore di materiali alternativi.

L’importazione delle pelli grezze è diminuita, rispetto al ’97, del 3,86 % in quantità e del 9,14 % in valore. La provenienza del grezzo è ancora in larga parte UE (65,17% in valore e 60,76% in quantità), con la Francia tuttora in testa a quota 47,80 % in valore e 46,83 % in quantità, mentre le Russia si riconferma come secondo nostro fornitore con 12,41 % in valore ed il 18,43 % in quantità. L’importazione di pelli semilavorate fa registrare un calo ancor più sensibile (-11 % in quantità e – 13,98 % in valore). In negativo anche l’export di conciato: - 6,74 % in valore e – 10,40 % in quantità.

(47)

Nella graduatoria dei nostri maggiori clienti esteri la Spagna ha riconfermato la prima posizione: oltre 153 miliardi di Lire. Seguono Germania (106 miliardi), Hong Kong (101 miliardi), Portogallo (81,78 miliardi), Francia (79,9 miliardi) e USA (65,28 miliardi).

Sono rimasti sostanzialmente invariati sia il mercato dei Paesi UE (+ 1,29 %) e quello degli altri Paesi europei (- 0,15 %), si registra una flessione degli USA (-3,74 %) ed ancor di più dei paesi extraeuropei (-21,66 %), con Corea del Sud a – 80,17 %, Giappone a – 32,51 %, Hong Kong a – 11,87%.7

Provincia di Pisa Provincia di

Firenze Distretto S. Croce 1997 1998 1997 1998 1997 1998 Import grezzo tonnellate 194.601 187.090 13.797 11.741 208.398 198.831 Miliardi di £ 656,17 600,34 59,298 53 715,468 653,34 Import conciato Tonnellate 44.726,1 39.736 16.134,4 12.894 60.860,5 52.630 Miliardi di £ 340,185 292,182 175,31 144 515,495 436,182 Export conciato Tonnellate 56.553,9 50.581 4.822,7 4.297 61.376,6 54.878 Miliardi di £ 952,792 886,089 170,919 166,39 1.123,71 1.052,48 (Fonte: ISTAT)

“La fase di rallentamento iniziata negli ultimi mesi del 1998 è proseguita per tutto il 1999, facendo registrare un’ulteriore e più accentuata flessione.

Su base annua, la diminuzione delle quantità prodotte è stimabile intorno al 12 %. La quantità di pelli grezze e semilavorate importate è diminuita del 16 % (a livello nazionale - 9%). Significativo il dettaglio dei paesi principali fornitori di grezzo: - 20% Francia, - 27 % Russia, - 54 % Olanda, - 43 % Germania, - 38 % USA.

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Associazione Conciatori, Assemblea Annuale del 26 Maggio 1999, Relazione del Presidente Alessandro Francioni

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A fronte di un mercato interno alquanto fiacco, anche l’export di conciato ha continuato a dare segni di cedimento: i dati ISTAT elaborati dalla CCIAA i Pisa segnalano un preoccupante – 12 % in valore ( - 3 % a livello nazionale).

Pesante la caduta del mercato UE ( - 20 %) e degli altri paesi europei (- 15 %), in ripresa gli USA ( + 16 %) ed in sostanziale tenuta i paesi extraeuropei ( - 3 %). In particolare Cina (+ 3 %) e Taiwan (- 1,6 %) si sono assestati sui livelli del ’98, mentre è migliorata la performance di Corea del Sud (+ 109 %) e di Hong Kong (+ 16 %), a conferma che le economie asiatiche, che nel biennio ’97-’98 avevano subito pesanti crolli finanziari seguiti da forti contrazioni della produzione e del reddito, hanno iniziato un’apprezzabile ripresa.

All’inizio del 2000 il trend economico ha presentato qualche timido segnale di inversione di tendenza, che si confida di poter vedere confermato nel secondo trimestre.”8

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Associazione Coniatori, Assemblea Annuale del 25 Maggio 2000, Relazione del Presidente Alessandro Francioni

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