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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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Academic year: 2021

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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Come enunciato nell’introduzione, lo scopo del presente lavoro è stato la ricerca dei fattori che hanno permesso e permettono al Distretto conciario di Santa Croce sull’Arno di registrare performance elevate e di essere competitivo a livello nazionale ed internazionale.

Dopo aver analizzato le varie determinanti, individuate a partire dai piani di sviluppo elaborati dall’ Associazione Conciatori, della positiva congiuntura presente nel Comprensorio del cuoio, che si è perpetuata nonostante la fase recessiva vissuta dall’Italia negli ultimi anni, posso concludere che il successo di tale distretto non è attribuibile ad un particolare fattore competitivo, ma all’efficace combinazione degli stessi. È, infatti, la contemporanea presenza di un consolidato retaggio storico, di una classe imprenditoriale creativa e dinamica, di tutte le tipologie di imprese che compongono la filiera della pelle, della valorizzazione del capitale umano attraverso la formazione professionale, di investimenti in ricerca ed innovazione, di un atteggiamento propositivo nei confronti del sistema della moda, di una gestione consortile delle problematiche ambientali, a rendere questo distretto una realtà particolare, unica nel suo genere sul territorio nazionale e rappresentante un modello virtuoso da imitare.

A tal riguardo, cito le testuali parole del Capo del Governo della Repubblica Popolare di Cina, espresse durante la prima visita nella storia di un Primo Ministro cinese in Italia: “Sono venuto a Santa Croce, dove si produce la pelle più bella del mondo, per scoprire come può, un’industria così inquinante come la concia, essere compatibile con la vocazione turistica della Toscana dove le meraviglie naturali del paesaggio si uniscono allo splendore dell’arte, creando

le condizioni di un più alto livello di qualità della vita”.2

L’analisi congiunta dei fattori di successo permette di individuare un fil rouge rappresentato dallo spirito di iniziativa e dalle abilità artigianali e manageriali degli imprenditori del territorio.

Sono, infatti, queste che hanno permesso di concepire l’idea che per sopravvivere ed ostacolare la concorrenza dei Paesi emergenti si dovesse assumere un atteggiamento

1 Le informazioni contenute nel presente paragrafo sono state fornite, durante uno dei colloqui concessomi durante

il periodo di redazione di questa mia tesi, dal Dott. Gliozzi Aldo, Vicedirettore dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno.

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77 propositivo nei confronti dell’industria della moda, ovvero non attendere più che il principale cliente si rechi in conceria alla ricerca di una determinata tipologia di pelle, ma presentare a questo gli innumerevoli campi di applicazione dei prodotti conciari, nell’ottica di spingerlo ad incrementare l’uso della pelle nelle proprie collezioni.

È stata l’intraprendenza a spingere, negli anni ’70-’80, gli imprenditori a “inventarsi” nuovi mercati, a partire da Santa Croce senza un’adeguata struttura organizzativa di supporto in cerca di nuovi mercati di approvvigionamento e di sbocco ed è sempre questa intraprendenza che oggi permette di registrare, a fronte di una dimensione media di 13 addetti, un tasso di export superiore al 70% del fatturato.

Le capacità degli imprenditori locali si riscontrano anche nell’abilità di sfruttare le opportunità offerte dalla presenza sul territorio di tutte le componenti della filiera della pelle, ad esclusione dei due estremi rappresentati dalla produzione di pelli grezze, da un lato, e dalla distribuzione al dettaglio dei prodotti finiti, dall’altro.

L’esistenza su un territorio relativamente piccolo come quello del Distretto santacrocese, che si estende in un raggio di 10 km, di così tante aziende intese come concerie, lavorazioni conto terzi, aziende produttrici di macchinari ed attrezzature per concerie, aziende di prodotti chimici è fonte di un arricchimento reciproco. Infatti, come sostiene l’economista fiorentino Giacomo Becattini in riferimento ai fattori che caratterizzano un distretto industriale, “la vicinanza spaziale favorisce la diffusione delle informazioni, le quali sono fonte d’innovazione”. Nella realtà del Distretto la vicinanza spaziale si traduce in uno stimolo verso il miglioramento continuo, che si sostanzia in pelli con caratteristiche tecniche ed estetiche sempre più originali, in macchinari ed attrezzature maggiormente rispondenti alle esigenze produttive, in prodotti chimici più efficaci in termini di prestazioni e di sostenibilità.

La circolazione di informazioni, fonte di conoscenza e di innovazione, è favorita non solo dalla vicinanza, ma anche dal trasferimento delle competenze. La forte rotazione dei dipendenti, in possesso di un adeguato grado di formazione professionale, che viene garantito attraverso la rete di istruzione creata sul territorio per mezzo dell’attività svolta da Po.Te.Co e grazie alla collaborazione dello stesso Polo Tecnologico con l’Istituto Tecnico Cattaneo di San Miniato e con l’Università di Pisa, tra le aziende del territorio permette di alimentare positivamente il circuito virtuoso di stimoli che porta ogni conceria a creare prodotti qualitativamente ed esteticamente migliori rispetto a quelli del vicino.

Vi è, quindi, una positiva concorrenza tra le aziende del territorio, ma unita a questa è presente la consapevolezza che, pur esistendo un’oggettiva situazione di competitività, dovuta

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al fatto che tutte fabbricano cuoio e pelle, la sopravvivenza del Distretto e delle stesse singole unità produttive è legata, in qualche modo, al successo dello stesso competitor.

Questa situazione di essere al contempo “in concorrenza ed in società” è legata alla scelta lungimirante fatta dagli imprenditori in seguito all’emanazione della legge n. 319/1976 “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”, nota come Legge Merli, che prescrivendo limiti di accettabilità della concentrazione di sostanze inquinanti negli scarichi idrici industriali, impose agli operatori del settore conciario, che per natura della propria attività e dei prodotti commercializzati ha un elevato impatto ambientale, una riorganizzazione in chiave ecologica dei processi produttivi.

La decisione presa dagli imprenditori locali di attuare una gestione consortile delle problematiche ambientali, attraverso il coordinamento dell’Associazione Conciatori, ha creato il suddetto legame “societario” fra le aziende del Distretto. Infatti, le strutture consortili comportano elevati costi fissi, per cui, indipendentemente dall’uso degli impianti, le concerie sostengono costi rilevanti che aumentano esponenzialmente al minimo diminuire del lavoro; questo crea una situazione per cui una singola unità produttiva consegue un vantaggio economico anche se il vicino-competitor produce più della stessa, consistente nella riduzione, se pur spesso minima, della quota dei costi ambientali legati dalla gestione consortile.

Un simile management delle problematiche ambientali, in primis la depurazione dei reflui conciari, ma anche il trattamento degli scarti di lavorazione e dei rifiuti derivanti dal processo produttivo attraverso un’articolata rete di società di servizio a carattere consortile appositamente creata, si è rilevato fondamentale per il successo del Distretto santacrocese e ha permesso il conferimento sul territorio di investimenti da parte di imprenditori conciari di altre distretti italiani, in cui non è presente un’efficace ed efficiente organizzazione per la gestione degli impatti ambientali dei processi produttivi, e delle case di moda.

La ricerca di una crescente ecosostenibilità del processo produttivo conciario ha spinto la

governance del Distretto ad intraprendere iniziative quali la Certificazione EMAS di distretto

e la stipula di un Accordo di Programma per la tutela delle acque e la gestione delle risorse idriche.

La prima iniziativa, avviata nel 2009 con la costituzione del comitato promotore EMAS formato dai principali enti pubblici e privati del territorio, permette di attestare, attraverso il rilascio della certificazione EMAS concessa in seguito alla verifica del raggiungimento degli obbiettivi svolta da una società terza a ciò abilitata, gli sforzi compiuti dalle aziende del Distretto al fine di migliorare costante la qualità ambientale del comprensorio.

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79 Con l’Accordo di Programma sono state poste le basi per raggiungimento della chiusura dell’economia circolare, attraverso la creazione di un processo virtuoso di riciclo dell'acqua, consistente nell’immissione, in seguito alla depurazione effettuata attraverso un apposito acquedotto industriale, nel processo di lavorazione conciario delle acque reflue urbane provenienti non solo dai comuni del Comprensorio del cuoio, ma anche da quelli di altre zone della Toscana. Tale impianto, oltre al riutilizzo degli scarichi idrici civili, permette la riduzione dell’emungimento dalle falde acquifere dell’acqua occorrente per lo svolgimento delle attività previste dal processo di lavorazione conciario, limitato solo alla quantità necessaria al mantenimento del livello ottimale della falda.

L’economia circolare, che prevede un sistema in cui tutte le attività sono organizzate in

modo che i prodotti di scarto di qualcuno diventino risorse per qualcun altro e checonsente, in

termini generali, alle imprese di conseguire benefici quali la riduzione dei costi di produzione nel medio e lungo periodo, la diminuzione delle problematiche legate all’approvvigionamento di talune materie prime, l’acquisizione di nuove fasce di consumatori e la creazione di nuove partnership imprenditoriali, permetterà al Distretto di Santa Croce di intraprendere una strada volta alla massimizzazione della sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Una simile attività non ha uguali a livello nazionale, infatti nessun altro settore industriale che utilizza grandi quantità di acqua per lo svolgimento del proprio processo produttivo, come ad esempio quello energetico, tessile e cartiero, presenta attualmente un apparato capace di ridurre l’impatto ambientale dovuto all’attingimento dal sottosuolo dell’acqua, e che si connota come all’avanguardia a livello internazionale.

Gli investimenti che gli imprenditori del Distretto hanno effettuato e continuano ad effettuare, attraverso l’Associazione Conciatori, per la gestione consortile delle problematiche ambientali legate alla propria attività produttiva, sono mossi, ovviamente, dal rispetto delle vigenti normative sull’inquinamento, dall’assecondamento delle garanzie ambientali richieste del settore della moda, ma anche dalla volontà di salvaguardare il territorio in cui operano, permettendo il perpetuarsi di quella distrettualità che ha consentito loro di raggiungere elevati livelli competitivi sia in ambito nazionale che internazionale.

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