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1. L’analisi configurazionale per lo studio della mutazione del centro storico aquilano

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Academic year: 2021

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Capitolo 7

Analisi diacronica: confronto dei risultati ottenuti dall’applicazione dell’analisi configurazionale e della geometria frattale

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1. L’analisi configurazionale per lo studio della mutazione del centro storico

aquilano

L’analisi configurazionale ci permette di conoscere, mediante calcolo automatico effettuato con l’utilizzo del software Depthmap, la distribuzione dell’indice di integrazione globale e dell’indice di integrazione locale sui tronchi della griglia urbana corrispondente alle soglie temporali selezionate; sarà quindi possibile determinare l’andamento diacronico del valore di tale parametro in relazione all’espansione del perimetro urbanizzato. In particolare, è significativa, l’osservazione dell’andamento dell’integrazione locale e del suo rapporto con la distribuzione globale, che descrive il rapporto fra la configurazione di ogni singola porzione della griglia urbana e l’intero insediamento, connotato distintivo degli ambienti suburbani.

Un’analoga analisi diacronica viene poi condotta mediante gli strumenti di indagine della geometria frattale. Sotto il profilo operativo, sono stati introdotti diversi metodi per la determinazione della dimensione frattale di un oggetto posto sul territorio: analisi di correlazione, analisi radiale, box counting e analisi di dilatazione.

L’analisi frattale degli agglomerati urbani è stata condotta mediante l’uso del software Fractalyse, elaborato dal centro di ricerca ThèMA delle università della Franhe - Comté e della Bourgogne; in particolare, per il calcolo della dimensione frattale è stato utilizzato il metodo della correlazione, il metodo della dilatazione, il metodo radiale e il metodo box counting.

L’obbiettivo è stato quello di analizzare la forma urbana attraverso la dimensione frattale e la sua variabilità spaziale, nonché la sua evoluzione temporale mediante il confronto che la dimensione assume in corrispondenza di differenti soglie storiche.

Ai fini dello studio in atto è stato preso a riferimento il centro storico della città dell’Aquila. L’area è stata interessata negli ultimi decenni da una intensa dinamica espansiva condotta secondo logiche frammentarie che nel tempo hanno consumato porzioni sempre maggiori di suolo.

L’analisi è stata condotta, utilizzando il software Fractalyse 2.4 sviluppato dall’università francese di Besancon sotto la direzione del professor Pierre Frankhauser, secondo le seguenti tappe:

- estrazione dell’edificato;

- analisi globale dell’edificato in corrispondenza di differenti soglie storiche; - analisi locale in corrispondenza di determinati punti.

Con riferimento alla prima tappa, vediamo che il software elabora immagini raster in formato tiff in bianco e nero. E’ stato necessario pertanto, ripulire le mappe in modo da avere il solo edificato. Per lo studio in esame ci siamo rifatti alle seguenti cartografie:

- 1751 - 1858 - 1931 - 2009

Si è innanzitutto operata una georeferenziazione delle stesse, nei limiti della loro qualità, quindi si è proceduto alla estrazione dell’edificato.

Una volta ottenute le mappe si è proceduto all’analisi globale. Essa fornisce informazione sulla ripartizione spaziale dell’edificato nella sua totalità. I metodi adottati sono stati l’analisi di dilatazione, quella di correlazione e il box counting, così da ottenere risultati di maggiore attendibilità.

I risultati sono stati organizzati in maniera tale da agevolare il confronto tra due epoche successive.

L’analisi locale descrive la ripartizione dell’edificato in corrispondenza di un determinato punto fornendo una informazione più dettagliata sull’organizzazione spaziale dello stesso. Tale analisi necessita pertanto della individuazione di una determinata porzione di territorio attraverso la scelta di una opportuna finestra. In questo modo però il risultato va così a dipendere dalla scelta della finestra in termini di posizione e di taglio della stessa.

Il dibattito scientifico è aperto su questo particolare aspetto dell’analisi locale, e non ha trovato ancora soluzione. I risultati presenti in letteratura sono tuttavia soddisfacenti e fanno dell’analisi locale un potente mezzo per la descrizione quantitativa di porzioni di tessuto.

Con riferimento a questo particolare aspetto si è pensato di analizzare l’intero territorio facendo variare in maniera sistematica il punto di analisi e mantenendo fisso il taglio della finestra.

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Il passaggio successivo è stato quello di individuare il metodo di calcolo della dimensione frattale.

Generalmente le analisi locali vengono condotte secondo il metodo radiale, tuttavia in questo caso date le ridotte dimensione del raggio i risultati risultavano essere scarsamente attendibili; si è pensato allora di utilizzare il metodo di correlazione, molto più affidabile.

Dato che il software non si presta ad una iterazione delle operazioni, per la sperimentazione in atto si è fissata l’attenzione su di una porzione dell’edificato, sempre con riferimento alle quattro epoche.

Si è proceduto al calcolo della dimensione frattale in corrispondenza di ciascuna cella organizzando i risultati in un foglio di calcolo per agevolare il confronto.

Con riferimento al test di adattamento ci si è rifatti ai test presenti in letteratura, vale a dire per valori ε compresi tra 0.9999 e 1 si ha un ottimo adattamento, per valori compresi tra 0.999 e 0.9999 buon adattamento e per valori inferiori a 0.999 scarso adattamento. Per quanto riguarda la distanza di correlazione, δ ci si è rifatti al range costituito dal lato della finestra e dal valore minimo di default.

2. I risultati dell’Axial Analysis

Il calcolo dell’indice di integrazione globale è stato effettuato a partire dall’axial map ricavata dalla pianta dell’Aquila del Vandi incisa a partire dal 1751 e allegata al libro «Difesa per la fedelissima città dell’Aquila» di Carlo Franchi. Da un confronto con le cartografie precedenti, si comprende come l’impostazione planimetrica tolga in sostanza le caratteristiche volumetriche delle tipologie architettoniche per privilegiare l’occupazione del suolo. La pianta mette in evidenza ampie aree dentro le mura prive di edifici, che il Vandi disegna come occupate da prati o da zone alberate. Le più vaste, rimaste sempre tali fin dalla fondazione della città, sono i due cunei che la cinta delle mura forma rispettivamente a S.O. e a N.O.

In questa cartografia si nota:

- Permane l’impianto generale della forma urbana; - Estensione dell’abitato;

- Si delinea il rispetto dei tracciati storici e la riconfigurazione edilizia dei fronti; - Interventi di sostituzione edilizia.

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Il calcolo dell’indice di integrazione globale è stato effettuato a partire dalla pianta dell’Aquila sopra riportata (1858): in essa è possibile notare come sia elevato il numero di interventi effettuati sul territorio nel periodo oggetto di analisi, anche se la città occupa una superficie inferiore rispetto al perimetro delle mura storiche. Dalla cartografia si nota come la topografia cittadina fosse in via di sviluppo e di trasformazione. I cambiamenti più notevoli sono nell’area del Campo di Fossa, dove si delinea il futuro ingrandimento della città da questo lato. In primo luogo l’asse principale della città che passa davanti alla piazza del mercato, cioè l’attuale Corso Federico II, appare prolungato in quest’area fino alle mura, dove dal 1811 era stata aperta l’attuale porta Napoli. La strada che attraversa è un viale alberato (attuale Via Francesco Crispi) che si conclude in uno slargo circolare e finisce per dare una dimensione formale e figurativa allo sviluppo direzionale assunto in seguito dalla città. Un altro viale alberato è indicato in direzione della Basilica di Collemaggio, dove lateralmente sono rappresentate zone adibite a Giardini

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pubblici. In seguito questa parte di città verrà insediata dal «quartiere dei villini», del tutto autonomo rispetto alla morfologia urbana. All’interno dell’abitato i cambiamenti sono stati certamente notevoli: ricostruite le chiese e gli altri edifici ancora distrutti alla metà del XVIII secolo, vecchi edifici sono stati rinnovati e adibiti all’uso diverso dal primitivo. E’ questo il risultato della nuova idea di spazio prodotto dagli urbanisti e dalla nuova classe borghese dell’800.

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8-2 Cartografia storica al 1931

La cartografia sopra riportata, evidenzia il ruolo primario svolto dall’asse del Corso Federico II ,oltre ad evidenziare un forte sviluppo dell’urbanizzazione fuori Porta Napoli, mentre nella cartografia del 1858, si nota solo un accenno all’intenzione di progredire l’insediato urbano fuori Porta Napoli. Inoltre si evidenzia l’intenzione di proseguire il tessuto edificato in direzione Est (Castello).

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Ponendo sotto osservazione la corrispondenza fra l’andamento dei due parametri, sono state ricavate , tramite analisi di regressione lineare, le correlazioni fra l’integrazione globale e l’integrazione locale riportate, con riferimento alle diverse date.

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8-3 Integratio HH - Integration HH R3.

Come appare evidente con il progredire dell’espansione urbana, tale correlazione si va progressivamente indebolendo, come risulta attestato dalla diminuzione del coefficiente di determinazione R2; in particolare, appare significativo il valore che assume attualmente confrontandolo con la consistenza ante sisma 6 aprile 2009: si nota una netta diminuzione di tale coefficiente in seguito all’inagibilità di gran parte del centro storico Aquilano, la cui porzione di tessuto urbano ancora risulta classificata come “zona rossa”.

Considerando l’andamento R2 nel 1751 e nel 1858, possiamo dedurre che nelle aree edificate del secondo periodo, gli elementi spaziali più integrati in ambito locale sono frequentemente segregati rispetto all’insediamento complessivo. Così nella fascia suburbana si ha la presenza di una pluralità di aree di attrazione caratterizzate da una debole relazione spaziale con l’organismo urbano, ovvero una

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frammentazione del tessuto relazionale delle aree di più recente realizzazione fra loro e con il nucleo originario dell’insediamento.

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4.

La geometria frattale per lo studio della mutazione del centro storico aquilano

Tabella 8-1. Tabella riepilogativa della dimensione frattale dell'agglomerato urbano dell'Aquila con riferimento alle diverse soglie temporali e ai metodi di elaborazione

L’analisi è stata effettuata con il software Fractalysè; si sottolinea che ciascuno dei conteggi risultanti dalla elaborazione è confrontato da un valore del coefficiente di correlazione della curva stimata con quella risultante empiricamente comunque superiore al 99%, così da comprovare l’attendibilità del risultato. Nella tabella soprastante, è evidenziata la dimensione frattale dell’agglomerato urbano dell’Aquila con riferimento alle diverse soglie temporali ed ai metodi di elaborazione; sotto riporto una rappresentazione grafica dell’andamento diacronico della dimensione frattale dell’insediamento, così da rendere evidente il senso dei risultati.

- La compattezza del centro storico rimane pressoché inalterata nel corso del XIX e del XX secolo, come è possibile notare dall’indice D ottenuto con l’analisi di dilatazione.

- Le espansioni urbane dell’età moderna realizzate fino al 1980 non interessano il centro storico, perché già densamente costruito, ma come è possibile osservare dai dati riportati nella tabella riassuntiva dell’analisi ante sisma, le trasformazioni dell’agglomerato urbano portate a compimento nell’ultimo quarto di secolo danno luogo ad un brutto abbattimento della dimensione frattale dell’edificato, concordemente rilevata da tutti e tre i metodi di calcolo utilizzati nell’elaborazione. L’abbattimento della dimensione frattale dell’intero agglomerato insediativo è da addebitarsi interamente alla fascia suburbana di più recente comparsa.

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8-4 Andamento temporale della dimensione frattale del centro storico dell'Aquila

Considerando congiuntamente gli esiti dell’analisi diacronica e della geometria frattale, è facile osservare che le aree di più recente urbanizzazione sono caratterizzate dal deterioramento della struttura di relazioni con l’organismo insediativo e dalla interruzione della continuità dell’edificato sul territorio.

Gli esiti della ricerca mostrano la sostanziale sovrapponibilità dell’andamento delle due metodologie di analisi, tanto da far emergere una loro connessione.

Figura

Tabella 8-1. Tabella riepilogativa della dimensione frattale dell'agglomerato urbano dell'Aquila con riferimento alle  diverse soglie temporali e ai metodi di elaborazione

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