INTRODUZIONE
Per le mie personali esperienze di vita, l'assistente sociale rappresenta una figura professionale affascinante perché la identifico da sempre con il nodo centrale della rete di aiuto; già la mia laurea triennale trattava proprio della centralità dell'assistente sociale nel processo di empowerment e l'importanza delle social network.
In seguito, ho deciso di proseguire il mio corso di studi, perchè ritengo che in ambito sociale, per offrire un aiuto maggiormente incisivo, è necessario conoscere ed analizzare più profondamente le realtà territoriali dove si opera, partendo dalla nascita storica della città, dai fenomeni sociali che hanno e continuano a caratterizzarla da un punto di vista economico e politico.
Solo dopo aver completato la visione globale delle problematiche tipiche e ricorrenti del territorio operativo, si possono identificare con certezza delle soluzioni che ben si radicano nelle risorse umane e/o materiali individuate e realizzate e nel caso in cui queste risultassero inadeguate, comunque grazie a questo tipo di analisi, sarebbe possibile svilupparne nuove o migliorare quelle esistenti. In effetti, il piano di studi della laurea magistrale prevede diversi corsi che mirano appunto a consolidare le conoscenze pregresse e soprattutto a svilupparne delle nuove in ambito economico, giuridico e sociale.
Questi studi hanno rafforzato in me quella coscienza politica e morale che già sentivo presente e che era stata ed è la base della motivazione della mia scelta di indirizzo universitario.
Durante i tirocini effettuati presso l'organizzazione dei servizi sociali di Livorno, la cosa che più mi ha colpito è stata la rapidità di espansione e la capacità di coinvolgimento generazionale del fenomeno delle dipendenze.
In diverse occasioni ho potuto constatare che queste sono molteplici,
variegate, inaspettate e riflettendo su vari aspetti ha iniziato a prendere forza in me l'idea che allora...“ siamo tutti dipendenti”.
Davanti a queste affermazione , sorgono sicuramente delle perplessità e dei dubbi ma in me si è formata la convinzione che ognuno di noi dipende da qualcuno o da qualcosa.
Certamente il titolo della mia tesi è volutamente provocatorio, non voglio certo sostenere che tutti noi siamo dei dipendenti bisognosi di cure specialistiche, ma è mia ferma intenzione dimostrare che in una realtà problematica come quella che stiamo vivendo, tutti noi siamo soggetti a rischio e nella mia città, Livorno, il fenomeno è in forte crescita non solo per le dipendenze tradizionali o da sostanza, ma soprattutto per le new addiction.
Ho iniziato quindi a cercare informazioni e testi sull'argomento e mi sono resa conto che quelli che prima venivano definiti semplicisticamente dei comportamenti a rischio, avevano in realtà tutte le caratteristiche tipiche delle dipendenze vere e proprie; pertanto mi sono posta come obiettivo primario quello di compiere un attenta analisi del territorio livornese proprio riguardo a questo fenomeno.
Ho preso coscienza dell'entità del problema quando mi sono rivolta al S.E.R.T territoriale, ho acquisito dati sui nuovi accessi e ho avuto le definizioni più specifiche sulle nuove patologie.
Il personale del servizio si è reso subito disponibile e si è adoperato per farmi conoscere la rete d'aiuto livornese, e quindi gli enti operanti sul territorio; è grazie a loro che ho potuto svolgere la mia ricerca utilizzando lo strumento delle interviste biografiche, rivelatosi fondamentale per dare, attraverso le parole degli addicted e degli operatori del settore, più veridicità alle mere definizioni da manuale.
Ho potuto constatare che il fenomeno delle new addiction o dipendenze comportamentali per molti aspetti è ancora troppo recente per avvalersi di
studi o ricerche accreditati mirati a garantire delle soluzioni efficaci e spesso gli operatori del settore devono avvalersi in gran parte di lavoro svolto dai gruppi di auto e mutuo aiuto. Questo, se da una parte rappresenta certamente un aspetto molto gratificante da un punto di vista strettamente umanitario e sociale, dall'altra mi fa giungere all'amara constatazione che non esistono purtroppo da parte dello Stato aiuti economici o materiali di alcun tipo, e di conseguenza questi movimenti che potevano rappresentare una nuova frontiera nel processo di cura e prevenzione, non possono far altro che rinunciare.
Il fenomeno delle nuove dipendenze ha una portata internazionale ed è dai paesi europei o da quelli d'oltreoceano che noi ci ispiriamo sia in termini di identificazione e definizione del problema che in termini di cura e prevenzione; pertanto il mio elaborato, per offrire una definizione e un analisi il più esauriente possibile, parte dall'aspetto generale per poi entrare nello specifico, con la definizione del fenomeno con le sue caratteristiche principali e gli aspetti epidemiologici a livello europeo e nazionale , per poi passare ad analizzare le politiche sociali italiane in atto ed i principali
“distributori” di cure come i S.E.R.T e i gruppi.
Ho destinato una parte del mio elaborato alle terapie intese come “azioni di cura dell'anima” elencando, dapprima, quelle farmacologiche e successivamente i principali approcci psicoterapeutici.
Nell'ultima parte della mia tesi ho evidenziato la correlazione tra la crisi economica e l'insorgenza di nuove e diversificate tipologie di dipendenza, individuando i fattori di rischio più ricorrenti e analizzando le principali tecniche preventive mettendo bene in evidenza proprio quella che è stata la motivazione della scelta dell'argomento: l'impoverimento economico e sociale della mia città e le sue conseguenze.