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POLITICHE FORESTALI IN EUROPA E SCENARI 2020: TRA SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO RURALE

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1. I ntroduzIone

Le politiche internazionali e comunitarie ri- conoscono oggi nelle risorse forestali e nella loro gestione nuove e molteplici funzioni che vanno oltre la sola produzione di legno. Questo è sicuramente frutto dell’evoluzione culturale e socio-economica che negli ultimi decenni ha

portato la società a prendere sempre più co- scienza dei fragili equilibri ambientali del pia- neta.

Nell’arco di soli cinquanta anni nuove ne- cessità ambientali, sociali e culturali e nuovi interessi economici sono maturati intorno alle risorse forestali. Tali attenzioni richiedono approcci politici nuovi (e sempre più condi-

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 67 (3): 221-236, 2012

© 2012 Accademia Italiana di Scienze Forestali doi: 10.4129/ifm.2012.3.01

Le politiche internazionali e comunitarie riconoscono oggi nelle risorse forestali e nella loro gestione nuove e molteplici funzioni che vanno oltre la sola produzione di legno. In soli cinquanta anni nuove necessità ambientali, sociali e culturali e nuovi interessi economici sono maturati intorno alle risorse forestali. Tali attenzioni richiedono approcci politici nuovi, condivisi ed equilibrati nell’utilizzazione del patrimonio forestale del pianeta. Approcci che dovranno favorire la difficile convivenza tra conservazione, uso, salvaguardia, fruizione e sviluppo delle comunità rurali. Come poter garantire contemporaneamente tutte le funzioni? Questo quesito ha trovato prime risposte nei principi di Gestione Forestale Sostenibile (GFS) e prime applicazioni a livello pan-europeo negli impegni sottoscritti nell’ambito delle Conferenze Ministeriali sulla Protezione delle Foreste in Europa (MCPFE) (Forest Europe). A livello comunitario, la Strategia Forestale dell’UE (che sarà aggiornata nel 2013) e il Piano di Azione forestale UE (Forest Action Plan) (FAP) (2006) costituiscono i principali strumenti di indirizzo per le azioni strategiche di interesse forestale. L’UE, però, non ha una politica forestale dedicata e può realizzare le azioni rivolte al settore nell’ambito di altre politiche e, principalmente, all’interno delle Politiche di sviluppo rurale. Questa struttura genera una frammentazione degli strumenti e delle strategie forestali che oggi deve essere risolta anche rafforzando i legami tra la comunità scientifica e i policy e decision makers. Con questo obiettivo l’European Forest Institute (EFI) ha recentemente favorito la costituzione di “ThinkForest”, un forum di alto livello che intende fungere da interfaccia fra il mondo scientifico e quello decisionale. Anche il mondo della ricerca è coinvolto in questo processo. L’Agenda per la Ricerca Forestale nell’area Mediterranea (Mediterranean Forest Research Agenda - MFRA), ad esempio, è disegnata per affrontare le principali sfide e priorità scientifiche che attendono le foreste mediterranee nei prossimi dieci anni.

Parole chiave: Strategia Forestale ue; Piano Azione Forestale ue; Politiche di Sviluppo Rurale ue;

Indicatori GSF; Agenda Mediterranea Ricerca forestale.

Key words: eu Forestry Strategy; eu Forest Action Plan; eu Rural Development Policy; SFM Indicators; Mediterraean Forest Research Agenda.

Citazione - r

oMano

R., M

arandola

D., C

eSaro

L., M

arChettI

M., 2012 – Politiche forestali in Europa e scenari 2020: tra sostenibilità e sviluppo rurale. L’Italia Forestale e Montana, 67 (3): 221-236. http://

dx.doi.org/10.4129/ifm.2012.3.01

RAOUL ROMANO (*) - DANILO MARANDOLA (*) (°) - LUCA CESARO (*) - MARCO MARCHETTI (**)

POLITICHE FORESTALI IN EUROPA E SCENARI 2020:

TRA SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO RURALE

(*) Gruppo organizzatore RomaForest2011. Osservatorio Foreste, Istituto Nazionale di Economia Agraria (OF-INEA), Roma, Italia.

(**) Rappresentante Comitato Scientifico RomaForest2011. Dipartimento BioScienze e Territorio (DiBT), Università degli Studi del Molise, Pesche (IS), Italia.

(°) Autore corrispondente; [email protected]

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visi ed equilibrati) nell’utilizzazione del pa- trimonio forestale del pianeta. Approcci che richiedono continui processi di adattamento funzionale ai cambiamenti globali e socioeco- nomici e la difficile convivenza tra conserva- zione, uso, salvaguardia, fruizione e sviluppo delle comunità rurali, rendendo complesso l’equilibrio multifunzionale ai diversi livelli di scala (K olStröM et al., 2011).

Non a caso il logo scelto dalle Nazioni Unite per le celebrazioni dell’Anno Inter- nazionale delle foreste (Fig. 1) evoca il tema Foreste e popoli. Le diverse icone riunite nel logo rappresentano alcune delle innumerevoli funzioni riconosciute oggi alle foreste e neces- sarie per la sopravvivenza e il benessere dei miliardi di persone che abitano e abiteranno il pianeta terra. L’insieme dei diversi simboli ricorda come le foreste, oltre a fornire materie prime ecocompatibili e rinnovabili, svolgano un ruolo essenziale per la stabilità climatica e ambientale del pianeta, offrendo riparo a uomini e specie animali e vegetali, custo- dendo biodiversità e habitat, rappresentando una fondamentale risorsa alimentare, idrica, farmaceutica e culturale. La figura umana ri- mane al centro di tutto questo, in una posi-

Figura 1 – Logo ufficiale dell’Anno Internazionale delle Fo- reste 2011, UN.

zione che la consacra custode e responsabile di quell’equilibrio naturale in cui vive e che la circonda. Il logo sintetizza molto bene anche il complesso dibattito politico, scientifico e sociale che ha caratterizzato la lunga strada percorsa fino ad oggi per il riconoscimento della multifunzionalità delle foreste e, quindi, del ruolo centrale che l’uomo può e deve svol- gere nella conservazione e tutela delle foreste del pianeta.

Il ruolo svolto dalle foreste per il manteni- mento della stabilità ambientale in termini di biodiversità, ciclo dell’acqua, assetto idro- geologico, fissazione dell’anidride carbonica e prevenzione dei cambiamenti climatici è ormai, a livello internazionale, ampiamente riconosciuto. Allo stesso tempo, però, le fo- reste svolgono un ruolo chiave nell’econo- mia di intere nazioni e di molte aree rurali del pianeta, rappresentando la base sia per nuove economie locali, legate a un loro uso in chiave turistica, ricreativa e culturale, sia per la complessa filiera produttiva ed energetica che alimentano, caratterizzata sempre più da interessi economici globali con le numerose minacce che essi contengono.

La diversità dei prodotti e dei servizi mate- riali e immateriali offerti dalle foreste e la loro natura di bene misto pubblico-privato ha ca- ratterizzato, negli ultimi decenni, il dibattito scientifico e istituzionale dedicato alla defini- zione delle strategie e delle politiche di valo- rizzazione e conservazione della risorsa fore- stale e di sviluppo socioeconomico territoriale (Tab. 1).

Oggi i sistemi forestali hanno un numero sempre più crescente di utenti che richiedono servizi molto eterogenei, spesso non facil- mente conciliabili fra loro e che non sempre possono integrarsi e avere soluzioni favorevoli senza l’intervento attivo dell’uomo.

Un’azione di mediazione tra gli interessi

produttivi, le necessità ambientali e le esigenze

sociali legate al patrimonio forestale non può

quindi prescindere dalle scelte di gestione

della risorsa. Scelte che devono contempora-

neamente riuscire a garantire l’approvvigiona-

mento di materie prime e prodotti forestali, lo

sviluppo socio-economico delle popolazioni

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locali, la conservazione degli ecosistemi e il mantenimento del loro stato di salute, la loro fruibilità, valorizzazione ed efficienza. Scelte urgenti e necessarie, anche alla luce dei cam- biamenti climatici in atto, di cui si potranno però valutare gli effetti solamente in tempi medio-lunghi.

Come poter garantire contemporaneamente tutte le riconosciute e sempre più richieste funzioni e componenti che il patrimonio fo- restale svolge e possiede, anche e soprattutto per le generazioni future? Questo quesito, al centro del dibattito scientifico e politico inter- nazionale, ha trovato compiutezza (almeno te- orica) nei principi di Gestione Forestale Soste- nibile (GFS) e ha rappresentato uno dei temi catalizzatori di RomaForest2011, il congresso internazionale promosso dalla Rete Rurale Nazionale e dall’Osservatorio Foreste dell’I- NEA i cui contributi sono stati raccolti nella presente rivista.

2. G lI IMpeGnI pan - europeI dI GeStIone ForeStale SoStenIbIle

Negli anni ’90, con la Conferenza di Rio de Janeiro

1

, prendono avvio in tutto il mondo iniziative volte a definire e a implementare i principi generali, i criteri e gli indicatori di performance della Gestione Forestale Sosteni- bile (GFS).

Ruolo delle foreste Principali beni e servizi generati

Produttivo Produzione di materie prime rinnovabili e compatibili con l’ambiente; Fornitura di prodotti secondari non legnosi;

Protettivo-Ambientale

Ecologico-Paesaggistico Depurazione dell’aria; Emissione di ossigeno; Assorbimento di anidride carbonica;

Depurazione e regimentazione delle risorse idriche; Consolidamento dei suoli e dei versanti; Contenimento dei fenomeni di desertificazione; Conservazione della biodiversità animale e vegetale; Definizione paesaggistica;

Sociale-Culturale Servizi storico-culturali, turistico-ricreativi e igienico-sanitari.

Tabella 1 – Sintesi delle funzioni e componenti del patrimonio forestale.

Fonte: PQSF, 2008.

1

United Nations Conference on Environment and Deve- lopment (U

nCed

), 1992.

Tra le iniziative più interessanti, che hanno anche comportato degli impegni precisi per l’Unione Europea e per i suoi Stati membri, va ricordato il processo pan-europeo avviato con le Conferenze Ministeriali sulla Protezione delle Foreste in Europa (MCPFE, ribattezzato Forest Europe nel 2009). Le attività di Forest Europe, sviluppatesi in sei Conferenze (Tab. 2), rappresentano l’anello di congiunzione tra le politiche forestali internazionali e quelle Co- munitarie e nazionali. Si tratta di un processo volontario di alto livello politico dell’intero continente europeo a cui partecipano i Ministri responsabili per la gestione delle foreste di 46 Paesi, numerose organizzazioni internazionali attive sui temi forestali nonché la Commissione europea. Le risoluzioni e le dichiarazioni ela- borate nel contesto pan-europeo hanno ac- compagnato una importante fase di riflessione e dibattito, diventata parte integrante delle attuali politiche ue. Gli atti di Forest Europe rappresentano oggi un importante punto di ri- ferimento per le politiche di settore dei singoli Stati membri.

In particolare con la seconda Conferenza tenutasi a Helsinki nel 1993, si è giunti all’ap- provazione della Risoluzione H1

2

- Linee guida generali per la GFS in Europa, che ha

2

Con la Risoluzione H1 si chiede l’attuazione nelle politi-

che nazionali di una “gestione corretta e un uso delle foreste

e dei terreni forestali nelle forme e a un tasso di utilizzo tali

da mantenere la loro diversità biologica, produttività, capacità

di rinnovazione, vitalità e una potenzialità che assicuri, adesso

e in futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali

a livello locale, nazionale e globale tali da non comportare

danni ad altri ecosistemi”.

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definito per la prima volta, il concetto di ge- stione sostenibile delle foreste. Successiva- mente, con le due riunioni di esperti tenutesi rispettivamente a Ginevra nel 1994 e ad An- talya nel 1995, si è giunti alla definizione di 6 Criteri (Tab. 3) e 101 indicatori descrittivi che permettono di monitorare la presenza di po- litiche di settore e la loro effettiva implemen- tazione in Europa. Con la terza Conferenza (Lisbona, 1998) i Ministri responsabili del settore forestale hanno adottato formalmente, con la Risoluzione L2, i Criteri, Indicatori e Linee guida operative paneuropei per la GFS, impegnandosi a proseguire l’applicazione e l’attività di revisione e di miglioramento degli indicatori.

Con le successive Conferenze pan-europee si è molto lavorato sul ruolo e contributo delle foreste alle moderne esigenze ambientali e ne- cessità sociali. In particolare, con la Quinta Conferenza (Vienna, 2007) è stato ribadito l’o- biettivo di coniugare le funzioni economiche e sociali delle foreste con gli impegni relativi alla loro protezione, garantendo la continuità della loro gestione. Un importante passaggio di questa Conferenza ha riguardato, inoltre, l’attenzione posta al contributo delle foreste europee e della loro gestione nella lotta al cambiamento climatico. Tema di estrema at- tualità che dopo gli accordi della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) di Kyoto del 1997,

Strasburgo (1990)

- Risoluzione S1: Rete europea di punti campione permanenti per il monitoraggio degli ecosistemi forestali;

- Risoluzione S2: Conservazione delle risorse genetiche forestali;

- Risoluzione S3: Banca dati europea a livello decentrato relativa agli incendi boschivi;

- Risoluzione S4: Adattamento delle forme di gestione delle foreste di montagna alle nuove condizioni ambientali;

- Risoluzione S5: Sviluppo della rete di ricerca EUROSILVA sulla fisiologia degli alberi;

- Risoluzione S6: Rete europea per la ricerca negli ecosistemi forestali.

Helsinki (1993)

- Risoluzione H1: Linee guida generali per la gestione forestale sostenibile in Europa;

- Risoluzione H2: Linee guida generali per la conservazione della biodiversità nelle foreste europee;

- Risoluzione H3: La cooperazione in campo forestale in paesi con economie in transizione;

- Risoluzione H4: Strategie per un processo di adattamento delle foreste europee ai cambiamenti climatici.

Lisbona (1998)

- Risoluzione L1: La popolazione, le foreste e il settore forestale. Il miglioramento degli aspetti socio-economici della gestione forestale sostenibile;

- Risoluzione L2: Criteri, Indicatori e Linee guida a livello operativo per la gestione forestale sostenibile a livello pan-europeo.

Vienna (2003)

- Risoluzione V1: Rafforzare le sinergie per la gestione forestale sostenibile in Europa attraverso la cooperazione trasversale e i programmi forestali nazionali;

- Risoluzione V2: Potenziare la fattibilità economica della gestione forestale sostenibile in Europa;

- Risoluzione V3: Proteggere e potenziare la dimensione sociale e culturale della gestione forestale sostenibile in Europa;

- Risoluzione V4: Conservare e potenziare la diversità biologica forestale in Europa;

- Risoluzione V5: Cambiamento climatico e gestione forestale sostenibile in Europa.

Varsavia (2007) - Risoluzione di VA1: Foresta, legno ed energia;

- Risoluzione di VA2: Foresta e acqua;

- Settimana Pan-Europea per le Foreste nel 2008.

Oslo (2011)

- Rapporto sullo stato delle foreste d’Europa al 2011;

- Decisione “Foreste europee 2020”;

- Mandato ministeriale di Oslo per un accordo giuridicamente vincolante sulle foreste in Europa (LBA).

Fonte: C

eSaro

e r

oMano

, 2008.

Tabella 2 – Conferenze Ministeriali per la Protezione delle Foreste in Europa e Risoluzioni adottate.

(5)

hanno sempre più assunto rilevanza e impor- tanza nelle politiche ambientali, energetiche e di sviluppo sia nazionali che comunitarie. A riguardo, nella Conferenza di Varsavia sono state adottate le risoluzioni Foresta, legno ed energia e Foresta e acqua. Con la prima si chiede un impegno agli Stati nell’accrescere sia il contributo forestale nella produzione di energia rinnovabile, sia la collaborazione tra proprietari pubblici e privati, industria del

legname e produttori di energia in una pro- spettiva intersettoriale. Con la seconda viene sottolineato il ruolo delle foreste nella pro- tezione della qualità e quantità delle acque, nella prevenzione dalle inondazioni, nella mitigazione degli effetti della siccità e nella lotta all’erosione del suolo, tematica che va acquisendo rinnovata consapevolezza anche nel dibattito forestale nazionale (I ovIno e M arChettI , 2010).

Tabella 3 – Criteri di Gestione Forestale Sostenibile.

1. Mantenimento e sviluppo delle foreste e del loro contributo al ciclo globale del carbonio

Le pratiche di gestione forestale devono mirare a mantenere e migliorare il valore economico, ecologico e culturale delle risorse, salvaguardare la quantità e la qualità delle risorse nel medio-lungo periodo bilanciando l’utilizzazione col tasso di incremento, contribuire ad attutire i cambiamenti climatici favorendo la fissazione del carbonio.

2. Mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale

I Piani e programmi forestali devono riportare azioni volte a rispettare il più possibile i processi naturali, favorendo la diversità genetica e le specie autoctone. Le tecniche di analisi e le pratiche selvicolturali dovrebbero essere il meno invasive possibili al fine di non incidere sugli ecosistemi, sulle risorse idriche. Vanno programmate azioni mirate alla riduzione e protezione dall’inquinamento. Azioni di monitoraggio che individuino i fattori di perturbazione.

3. Mantenimento e promozione delle funzioni produttive delle foreste

Diversificazione del prelievo e tasso di utilizzazione adeguato sono elementi utili per garantire la continuità delle risorse forestali. Il taglio deve incidere solo sull’incremento legnoso e non sul capitale stoccato al fine di garantire il rinnovo dei prodotti prelevati. Le tecniche di esbosco, devono essere rispettose del soprassuolo residuo, minimizzando gli impatti negativi sull’ecosistema. Promuovere lo sfruttamento della risorsa legno come fonte di energia, diversificare le filiere soprattutto nei contesti agricoli e montani. Valorizzazione dei processi di certificazione e rintracciabilità.

4. Mantenimento, conservazione e sviluppo della diversità biologica negli ecosistemi forestali

La pianificazione della gestione forestale deve tendere alla conservazione e al miglioramento della biodiversità a livello di ecosistema, di specie, di varietà di paesaggio. Evitare l’introduzione di specie alloctone e invasive, favorita la conservazione in-situ ed ex-situ e la creazione di nuove aree protette. I piani devono sia presentare opportuni rilievi e mappature che indichino i biotopi e le specie endemiche più significativi, sia fornire la definizione di infrastrutture e di vie di utilizzazione poco impattanti.

5. Mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive nella gestione forestale

La pianificazione della gestione deve mirare a mantenere e ad accrescere le funzioni protettive della foresta, cioè:

- la funzione di protezione del suolo dall’erosione;

- la funzione di protezione e regimazione delle risorse idriche;

- la funzione di protezione da altri fenomeni idrogeologici avversi quali frane, alluvioni e valanghe;

- la funzione di protezione dei centri abitati e delle infrastrutture.

A tal fine deve essere prestata particolare attenzione alle operazioni selvicolturali su suoli sensibili e su aree soggette a possibile erosione, nonché a possibili contaminazioni delle falde acquifere.

6. Mantenimento di altre funzioni e condizioni socio-economiche

Le funzioni non produttive delle foreste possono garantire nuove opportunità di occupazione soprattutto nelle aree rurali e montane. Per il miglioramento della competitività del settore forestale:

- favorire la gestione forestale associata;

- utilizzare le maestranze locali, portatrici di un patrimonio storico-culturale locale;

- promuovere la formazione degli operatori del settore sui temi ambientali, e di sicurezza sul lavoro;

- proporre agevolazioni fiscali che promuovano la gestione forestale sostenibile.

Fonte: MCPFE, 1996.

(6)

Con la sesta Conferenza (Oslo, 2011), l’at- tenzione si è concentrata sulla significativa novità della realizzazione di una possibile con- venzione giuridicamente vincolante (LBA - Le- gally Binding Agreement on Forests in Europe), volta a disciplinare la protezione e la gestione sostenibile delle foreste europee. Il testo di questa possibile convenzione rimane ancora in discussione e dovrà essere predisposto entro la fine del 2013 a cura di un Comitato Intergo- vernativo di Negoziato (InC).

Una convenzione vincolante può rappre- sentare un contributo importante al raffor- zamento delle politiche nazionali di gestione delle risorse e di sviluppo dei settori produt- tivi legati al legno, soprattutto se inquadrata nel più ampio panorama dell’evoluzione nor- mativa internazionale e specialmente europea nei processi REDD e FLEGT.

Questa permetterebbe, infatti, attraverso l’adozione di standard vincolanti applicati a livello pan-europeo, l’elaborazione di regole commerciali volte a promuovere l’importa- zione e la vendita di prodotti provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Consenti- rebbe, inoltre, di affrontare meglio, nell’am- bito di un rapporto di collaborazione tran- sfrontaliero, anche le sfide globali legate alle minacce del cambiamento climatico, patolo- gie, piante invasive e incendi. Infine, potrebbe costituire la baseline minima e omogenea di riferimento da rispettare per la gestione delle foreste europee. Con la Decisione ministeriale di Oslo, denominata Foreste europee 2020, in- vece, sono stati evidenziati e definiti gli impe- gni comuni, volontari e non vincolanti, che le politiche europee e nazionali dovrebbero attuare in vista degli ambiziosi obiettivi pro- posti dalla strategia Europa 2020. In partico- lare comprende:

– lo sviluppo di programmi forestali nazionali e di strategie di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici in tutti i Paesi eu- ropei;

– il dimezzamento del tasso di perdita della biodiversità forestale;

– l’adozione di misure efficaci per eliminare il disboscamento illegale.

3. l e attualI StrateGIe ForeStalI

dell ’u nIone e uropea

Il dialogo internazionale sulle foreste vede tra i diversi attori l’impegno diretto dell’Unione Europea anche se le foreste e i loro prodotti, a eccezione del sughero, non rientrano nei Trat- tati istitutivi

3

, nonostante il patrimonio forestale europeo sia uno tra i più importanti al mondo per estensione, valore ecologico e significato so- cio-economico e culturale. L’ue non prevede una chiara linea di politica forestale comune e, tanto meno, specifiche disposizioni di mer- cato applicabili ai prodotti forestali. La politica forestale comunitaria, definita anche una poli- tica ombra (p ettenella , 1993), rimane quindi di competenza degli Stati membri, anche se l’Unione contribuisce a una sua attuazione secondo quanto previsto dal principio di sus- sidiarietà e dal concetto di condivisione delle responsabilità. Oggi, come mai in precedenza, si avverte però la necessità di politiche comuni espressamente dedicate al tema forestale.

Fin dall’istituzione della Comunità Econo- mica Europea (Cee) le tematiche forestali sono state solitamente incluse, senza un quadro stra- tegico e chiari obiettivi di settore, nell’ambito di programmazioni esterne al campo forestale.

Ciò ha reso in ogni caso difficile lo sviluppo di una politica veramente autonoma per il settore (C ollettI , 2009). I principali ambiti hanno riguardato la politica ambientale, quella ener- getica, quella del commercio internazionale e della cooperazione allo sviluppo. In particolare, un ruolo chiave e preminente in questo senso è stato ricoperto dalla Politica agricola comune (paC).

Con il primo Programma di azione forestale comunitario (paF, 1989-1992) del 1988

4

, il quadro forestale dell’Unione si consolida at-

3

Si fa riferimento in particolare dall’articolo 32 (ex ar- ticolo 38) del Trattato che prevede l’applicazione del mer- cato comune ai prodotti agricoli (elencati, nell’allegato I del Trattato) e all’articolo 36 (ex articolo 42) del Trattato sulle disposizioni del capo relativo alle regole di concorrenza e alla concessione di aiuti.

4

Redatto dalla Commissione europea, con Comuni-

cazione sulla Strategia e azioni della Comunità Europea

[COM(1988)255]. Adottato dal Consiglio nel 1989.

(7)

torno a cinque azioni prioritarie

5

, nel tentativo di colmare un vuoto strategico nelle politiche comuni. Queste azioni hanno trovato parziale attuazione nella Politica agricola comune degli anni successivi. Contestualmente alla riforma Mac Sharry del 1992, con cui la PAC si arric- chisce della Politica di sviluppo rurale, si apre per il settore forestale una nuova fase, che lo vede sempre più protagonista delle politiche di sviluppo socio-economico delle aree rurali, di quelle di tutela della biodiversità e di lotta al cambiamento climatico.

Dagli anni novanta in poi la materia forestale si evolve da corollario della PAC (si pensi alle misure di accompagnamento) a strumento tra- sversale nelle politiche comunitarie, c on una visione orientata, oltre che alla produzione di materie prime rinnovabili, alla multifunziona- lità, alla diversificazione dei redditi, alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, alla pro- tezione del territorio e del paesaggio.

Nel 1998 la Strategia forestale dell’UE

6

costi- tuisce il primo e più organico quadro di rife- rimento e indirizzo comunitario per le azioni e gli interventi forestali portati avanti a vario titolo fino ad allora dall’Unione europea e dai suoi Paesi membri. La strategia promuove il ruolo multifunzionale delle foreste, ricono- scendo il ruolo degli Stati membri nella for- mulazione e attuazione delle proprie politiche forestali e chiedendo un impegno nell’attua- zione dei criteri di Gestione forestale sosteni- bile e nell’assunzione degli impegni interna- zionali sui temi ambientali e climatici. Al fine di adeguare la Strategia forestale dell’Unione a un mercato sempre più aperto e globale, non- ché all’attuale contesto politico e ambientale (è previsto un suo aggiornamento per il 2013), negli ultimi mesi del 2011 è stato istituito un gruppo di lavoro per raccogliere proposte e

5

Imboschimento delle superfici agricole; Sviluppo e uti- lizzazione ottimale delle foreste nelle zone rurali; Sostegno al prodotto sughero; Protezione delle foreste dall’inquina- mento e dagli incendi; Misure di accompagnamento (con- sulenza, in-formazione, comunicazione).

6

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 3 novembre 1998 sulla strategia forestale dell’Unione europea, [COM (1998) 649 def].

suggerimenti provenienti dai Paesi membri e dagli stakeholder di settore.

Strumento attuativo della Strategia è il Piano di Azione forestale UE

7

del 2006 (Forest Ac- tion Plan - Fap, conclusosi nel 2011, la cui attuazione è oggi in fase di valutazione) che propone nuovi interventi di coordinamento per le azioni comunitarie e nazionali a favore della gestione sostenibile delle foreste. Con la sua introduzione, infatti, le azioni comuni- tarie a favore della gestione sostenibile rien- trano in un quadro unitario d’orientamento per trovare completa attuazione ed efficacia nel coordinamento delle diverse politiche co- munitarie di settore. Attualmente è in fase di redazione e concertazione il nuovo Piano di Azione Forestale.

Con il Fap viene riconosciuto, inoltre, anche il valore delle esternalità positive che le foreste possono generare per l’economia, l’am- biente, la società e la cultura, ribadendo così il contributo offerto dal settore al raggiungi- mento degli obiettivi di crescita e di compe- titività economica di Lisbona

8

nonché degli obiettivi di salvaguardia delle risorse naturali di Göteborg

9

. Il Piano, organizzato in quattro obiettivi principali, definisce 18 Azioni chiave e 53 attività (Tab. 4) e intende valorizzare il patrimonio forestale dell’Unione, mantenendo e rafforzando il ruolo multifunzionale delle fo- reste attraverso una gestione attiva e consape- vole dei boschi. L’intento di questo strumento è principalmente quello di poter realizzare un sistema in cui l’offerta di materie prime rinno- vabili ed eco-compatibili sia sostegno, in par- ticolare nelle aree rurali, per lo sviluppo eco- nomico territoriale, l’occupazione, la fornitura

7

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Par- lamento Europeo del Piano d’azione dell’UE per le foreste, del 15 giugno 2006, [COM (2006)302].

8

Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) l’ue si è prefissata un nuovo obiettivo strategico per il prossimo de- cennio: “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.

9

Consiglio europeo di Göteborg (giugno 2001): viene

adottata una strategia a favore dello sviluppo sostenibile e

viene aggiunto un pilastro ambientale alla strategia di Li-

sbona.

(8)

di beni e servizi ai cittadini e la salvaguardia delle risorse ambientali (C ollettI , 2009). Le azioni proposte, però, interessano principal- mente l’organizzazione degli obiettivi e degli strumenti dell’Unione e solo indirettamente e come effetto di ricaduta potrebbero portare a un maggior coordinamento delle politiche forestali nazionali (p ettenella , 2009).

Il Fap del 2006 riconosce la necessità di realizzare approcci specifici, differenziati a seconda del tipo di foresta, struttura e forme di proprietà forestali esistenti all’interno degli Stati membri. Sottolinea l’importante ruolo svolto dai proprietari forestali con una ge- stione sostenibile attiva e, al fine di migliorare la competitività del settore nel lungo periodo, incoraggia la loro formazione specifica, l’in- novazione e la ricerca. Vengono anche propo- ste azioni specifiche che mirano a ottimizzare l’utilizzo delle risorse forestali nell’attuazione

Obiettivi del Piano di Azione

forestale Azioni Chiave

Accrescere la competitività forestale nel lungo periodo

1. Esaminare gli effetti della globalizzazione sulla redditività e sulla competitività delle foreste;

2. Stimolare la ricerca e lo sviluppo tecnologico per migliorare la competitività del settore forestale;

3. Scambio ed esame delle esperienze relative alla valutazione e alla

commercializzazione di beni e servizi della filiera forestale diversi dal legno;

4. Promuovere l’utilizzo della biomassa forestale per la produzione di energia;

5. Promuovere la cooperazione tra proprietari di boschi e potenziare l’istruzione e la formazione nel campo forestale.

Proteggere e migliorare le condizioni dell’ambiente

6. Favorire il rispetto da parte dell’UE degli impegni relativi all’attenuazione dei cambiamenti climatici, assunti nel quadro dell’UNFCCC e del relativo protocollo di Kyoto, e stimolare l’adattamento agli effetti di tali cambiamenti;

7. Contribuire al conseguimento degli obiettivi comunitari riveduti in materia di diversità biologica per il 2010 e oltre tale orizzonte;

8. Impegnarsi per la realizzazione di un sistema europeo di sorveglianza delle foreste;

9. Migliorare la tutela delle foreste dell’UE.

Contribuire a un miglioramento della qualità della vita tra i cittadini europei

10. Incentivare l’educazione e l’informazione ambientale;

11. Mantenere e valorizzare la funzione di difesa delle foreste;

12. Studiare il potenziale dei boschi urbani e periurbani.

Promuovere il coordinamento e la comunicazione

13. Rafforzare il ruolo del Comitato permanente forestale;

14. Rafforzare il coordinamento tra le varie politiche settoriali per le questioni inerenti alle foreste;

15. Applicare ai programmi forestali nazionali un metodo aperto di coordinamento;

16. Innalzare il profilo dell’Unione nelle azioni internazionali riguardanti le foreste;

17. Stimolare l’impiego del legno e degli altri prodotti della foresta provenienti da foreste gestite secondo i principi della sostenibilità;

18. Migliorare lo scambio d’informazioni e la comunicazione.

Fonte: C

eSaro

e r

oMano

, 2008.

Tabella 4 – Struttura del Forest Action Plan.

10

Comunicazione della Commissione al Parlamento euro- peo ed al Consiglio del 7 dicembre 2005 [COM(2005)628)].

11

Comunicazione della Commissione ad Parlamento euro- peo ed al Consiglio dell’8 febbraio 2006 [(COM(2006)34)].

degli impegni sottoscritti con il Protocollo di Kyoto del 1997 nonché di quelli assunti con il Piano di azione sulle Biomasse

10

e la Strate- gia ue sui biocarburanti

11

, per la produzione energetica.

Gli indirizzi strategici comunitari in materia

forestale presentati con la Strategia del 1998 e

con il Piano d’azione del 2006, oltre a concor-

rere al perseguimento degli obiettivi comuni

e degli impegni internazionali su ambiente,

cambiamento climatico ed energia sottoscritti

dall’Unione e dai singoli Stati membri, trovano

negli interventi forestali delle Politiche di svi-

(9)

luppo rurale in primo luogo, e nei grandi stru- menti di politica settoriale, gli unici strumenti operativi per la loro attuazione.

Alle soglie della nuova fase di programma- zione 2014-2020, in un contesto globale di profondi mutamenti e con obiettivi impor- tanti da raggiungere (Europa 2020 ed Europa 2050), l’UE non ha ancora definito una vera e propria politica forestale, ma ha sicuramente raggiunto un chiaro indirizzo strategico per il settore forestale. Come evidenziato anche dal Rapporto sullo stato delle foreste d’Europa 2011, realizzato da Forest Europe in collabora- zione con Fao e uneCe, le foreste europee sono in costante espansione (Fig. 2), a disca- pito di aree agricole e pascolive abbandonate e contribuiscono alla fissazione di circa il 10%

del carbonio delle emissioni europee, alla cre- scita economica, alla creazione di posti di lavoro e alla prosperità mediante la fornitura di mate- rie prime e di opportunità di lavoro nel settore del turismo.

12

Libro Verde della Commissione “La protezione e l’in- formazione sulle foreste nell’UE: preparare le foreste ai cambiamenti climatici” [(COM(2010)0066)].

L’ue nel 2010 ha dato avvio, attraverso la presentazione del Libro Verde

12

sulle foreste e i cambiamenti climatici, a una importante fase di consultazione pubblica sul futuro delle po- litiche forestali. Il Libro Verde, nell’affrontare il tema dei cambiamenti climatici e del ruolo delle foreste e degli impatti socio-economici e ambientali da questi generati, evidenzia come l’agricoltura e la selvicoltura acquisteranno sempre più maggior rilievo in termini di for- nitori di servizi ambientali ed ecosistemici. Il documento ribadisce, inoltre, come lo stato di abbandono nella gestione delle foreste può avere gravi conseguenze sull’efficienza fun- zionale degli ecosistemi forestali europei. Di estrema importanza, a garanzia che il patri- monio forestale possa continuare a svolgere le

Figura 2 – Mappa delle foreste europee, 2011.

Fonte: european ForeSt InStItute su dati Fao, 2010.

(10)

funzioni a esso attribuite, risulta quindi la ge- stione agricola e forestale e per queste attività rimane indispensabile il sostegno comunitario.

Il Libro verde, inoltre, sottolinea come le discussioni sul futuro della paC post-2013, attualmente in essere, debbano tenere in seria considerazione le fondamentali funzioni am- bientali e di contributo al conseguimento degli obiettivi sociali ed economici dello Sviluppo rurale e delle economie nazionali che il settore forestale e più in generale le foreste possono garantire. Tale azione non può però prescin- dere dallo stabilire una piena collaborazione tra gli Stati membri e le regioni con gli orga- nismi forestali e la società, nell’elaborazione di Programmi di Sviluppo Rurale capaci di garantire la coerenza tra le politiche dell’ue, tenendo comunque in considerazione che la selvicoltura può essere un settore indipen- dente dell’economia agricola e rurale.

Considerando il ruolo strategico delle fo- reste nelle diverse politiche comunitarie, l’o- biettivo generale comunitario rimane quello di garantire alle foreste europee la possibilità di continuare a svolgere efficientemente ed efficacemente tutte le funzioni ad esse rico- nosciute, anche in condizioni climatiche mu- tevoli. Questo obiettivo richiede però un ap- proccio innovativo che trovi una reale appli- cazione del principio di sostenibilità (produt- tiva, socioeconomica e ambientale), attraverso il riconoscimento dei servizi e delle funzioni pubbliche svolte e garantite dalla gestione at- tiva del patrimonio forestale che a livello co- munitario necessita comunque di un chiaro riferimento politico e di una specifica linea di intervento che ad oggi ancora mancano.

4. l e ForeSte nelle polItIChe

dI SvIluppo rurale :

evoluzIone e proSpettIve poSt -2013 Come già ricordato, le foreste non rientrano nei trattati istitutivi dell’Unione Europea ma sono di competenza dei singoli Paesi membri.

Nel corso degli ultimi decenni, però, la cre- scita di consapevolezza dell’importante ruolo da esse svolto per la tutela dell’ambiente e per

lo sviluppo delle aree rurali del vecchio con- tinente, sottolineato dalla Strategia forestale dell’Unione, ha portato l’ue a introdurre nelle politiche comunitarie una serie di azioni speci- fiche di interesse forestale. Tali azioni, inizial- mente strutturate come corollario della Poli- tica Agricola Comune (PAC), sono oggi parte integrante delle Politiche di sviluppo rurale. È negli anni ’80 che le foreste diventano, per la prima volta, un soggetto di interesse delle po- litiche comunitarie, anche se i primi interventi previsti hanno un carattere prevalentemente ambientale [Reg. (CEE) 3528/86 (Protezione delle foreste contro l’inquinamento atmosferico) e Reg. (CEE) 3529/86 (Protezione delle foreste contro gli incendi)]. Fino alla metà degli anni ’80 il settore forestale viene esplicitamente escluso dall’ambito di intervento della PAC (C eSaro e p ettenella , 2007). È solo tra la fine degli anni

’80 e i primi anni ’90 che si iniziano ad attuare, nell’ambito della PAC, le prime azioni di po- litica forestale rivolte al territorio attraverso il Reg. (Cee) 1094/88 che incentiva il set-aside, cioè il ritiro dei terreni dalla coltivazione, e il Reg. (CEE) 1096/88 che sostiene l’imboschi- mento delle superfici agricole.

È nel primo periodo di programmazione dello sviluppo rurale che vengono avviate al- cune linee di intervento nel settore forestale, anche se con una funzione di mero supporto alla PAC. Analizzando questo periodo è stato osservato che l’ue ha avuto, di fatto, una po- litica forestale ombra (p ettenella , 1993) o virtuale (F laShe , 1998) in quanto le scelte rea- lizzate sono state proposte e definite in ambiti di programmazione esterni a quello forestale e senza un quadro coerente di obiettivi di settore.

Con la riforma Mac Sharry (1992) le azioni co- munitarie di interesse forestale vengono incluse tra le misure di accompagnamento della PAC.

I principali interventi vengono introdotti con il Reg. (Cee) 867/90 (aiuti agli investimenti delle imprese forestali), e con il Reg. (CEE) 2080/92 (regime di sostegno all’imboschimento dei terreni agricoli e all’esecuzione di opere di forestazione e miglioramento boschivo). Com- plessivamente, nel periodo 1994-2000, gra- zie alle risorse messe a disposizione dal Reg.

(Cee) 2080/92, vengono imboschiti in Italia

(11)

più di 104.000 ettari di terreni agricoli, ven- gono eseguiti miglioramenti boschivi su oltre 112.000 ettari e vengono realizzati/gestiti oltre 3.400 chilometri di strade forestali (C eSaro e r oMano , 2008). Nel complesso, comunque, gli interventi di miglioramento ottengono un successo inferiore alle aspettative, principal- mente a causa del fatto che gli unici beneficiari ammessi sono gli agricoltori e non i proprietari forestali pubblici e privati (C eSaro e r oMano , 2008). Con Agenda 2000 e la revisione di medio termine della PAC (riforma Fishler, 2003), le strategie comunitarie per il settore forestale vengono integrate in modo più netto all’interno delle Politiche di sviluppo rurale. L’inclusione delle misure forestali nello Sviluppo rurale for- nisce alle politiche forestali una certa organicità e un indirizzo strategico più definito, coerente- mente con la Strategia forestale (1998) e con il Forest Action Plan dell’UE (2006). È così che il Reg. (CE) n. 1257/99, che disciplina il soste- gno allo sviluppo rurale da parte del FeoGa per il periodo 2000-2006, abroga il Reg. (CEE) 2080/92 e attiva una serie diversificata di mi- sure dedicate al settore. Viene così previsto uno specifico ed organico capitolo forestale (Capi- tolo VIII - Selvicoltura) che introduce sostegni all’imboschimento delle superfici agricole (Mi- sura H, art. 29) e alla realizzazione di interventi per il miglioramento (economico, ecologico e protettivo) delle foreste, per il rafforzamento della filiera produttiva e per la salvaguardia del territorio (Misura I, artt. 30-32). Nella pro- grammazione 2000-2006 le misure forestali as- sorbono così il 12,5% dei fondi totali a disposi- zione per lo sviluppo rurale, risultando seconde solo alle misure agro-ambientali, anche se una quota considerevole di spesa viene assorbita dai trascinamenti di spesa connessi al Reg. (Cee) 2080/92 (r oMano e C IllI , 2009).

Con il Reg. (CE) n. 1698/2005 il tema foreste accresce ulteriormente la propria importanza, anche in relazione al crescente interesse globale sui temi del cambiamento climatico e delle ri- sorse energetiche rinnovabili. La politica di Sviluppo rurale diviene, così, il principale stru- mento di attuazione a livello di Stato Membro della Strategia forestale dell’UE. Nell’organiz- zazione per Obiettivi e Assi, le misure forestali

assumono nella programmazione 2007-2013 una connotazione più autonoma, con meno collegamenti alla PAC rispetto alle precedenti fasi di programmazione. Continua a prevalere, comunque, il carattere ambientale delle misure tanto che vengono introdotti sostegni per in- vestimenti non produttivi, premi per impegni silvo-ambientali e compensi per i mancati red- diti dei proprietari di superfici forestali rica- denti in aree Natura 2000 (r oMano e C IllI , 2009). Nel periodo 2007-2013 i PSR delle 21 regioni italiane destinano più del 14% (oltre 2.300 milioni di euro) della spesa pubblica a misure di interesse forestale (122, 221-227) a cui si aggiungono ulteriori 40 milioni di euro a seguito della revisione dell’Health Check (2009). L’attuazione delle misure forestali ri- sente fortemente, però, dell’appesantimento burocratico che la programmazione ha creato sia a livello comunitario che nazionale (C eSaro

e r oMano , 2008). Anche per questa ragione, l’avanzamento della spesa procede con molta fatica, tanto che a marzo 2012, a fronte di una spesa media nazionale PSr del 39%, la capa- cità di spesa delle misure forestali rimane molto bassa (media nazionale, 30%), con differenze considerevoli fra le singole regioni (Fig. 3).

Le prime proposte di Regolamento per il sostegno allo Sviluppo rurale da parte del FeaSr per il periodo 2014-2020 propongono interessanti novità sia per l’impostazione com- plessiva della strategia di sviluppo rurale che per gli aspetti che riguardano le foreste e il set- tore forestale (M arandola , 2012).

Lo Sviluppo rurale abbandona l’approccio per assi e, in relazione alla Strategia Europa 2020, propone il raggiungimento di sei prio- rità unionali in cui le foreste sono pienamente coinvolte:

1. accrescere la competitività di tutti i tipi di agricoltura e di migliorare la viabilità agri- cola;

2. favorire il trasferimento delle conoscenze in agricoltura e silvicoltura;

3. promuovere l’organizzazione della catena alimentare e della gestione dei rischi in agri- coltura;

4. conservare e valorizzare gli ecosistemi che

dipendono dall’agricoltura e silvicoltura;

(12)

5. promuovere l’efficienza delle risorse e la transizione verso un’economia a basse emis- sioni nel settore agroalimentare e forestale;

6. realizzare il potenziale di occupazionale e lo sviluppo delle aree rurali.

Questa appare una novità di assoluto rilievo che offre al settore forestale la possibilità di affermare la propria trasversalità nelle diverse priorità e politiche UE. Dalla nuova proposta di Regolamento emerge il riconoscimento del ruolo che le foreste e le attività forestali svol- gono nelle strategie di mitigazione e adatta- mento al cambiamento climatico, cosa che fa dello Sviluppo rurale la politica che oggi im- pegna più risorse per la lotta al climate change (r oMano e M arandola , 2012). La proposta di Regolamento per lo Sviluppo rurale post-2013 enfatizza il ruolo delle foreste e delle attività sel- vicolturali nella conservazione della biodiver- sità, nella valorizzazione del paesaggio rurale, nella gestione sostenibile delle risorse idriche e del suolo, tanto che il ruolo dei gestori forestali viene esplicitamente equiparato a quello degli agricoltori. In questa prospettiva viene reinter- pretato anche il significato del tradizionale so- stegno all’adozione delle pratiche selvicolturali sostenibili: non più semplice compensazione dei mancati redditi, ma vera e propria remune- razione per i servizi ambientali forniti alla col- lettività dal selvicoltore. Un elemento di novità è rappresentato anche dalla maggiore enfasi che

viene riservata al significato economico delle attività forestali. La proposta di Regolamento, infatti, richiama in diversi punti l’opportunità di far convivere esigenze ambientali e funzioni economiche della selvicoltura, cosa che assume importanza strategica specie in quelle aree ru- rali ove la risorsa forestale rappresenta una im- portante fonte di lavoro, reddito e sviluppo.

5. l’ InteGrazIone delle polItIChe

dI IntereSSe ForeStale dell ’ue:

l ’ avvIo dI “t hInk F oRESt

Il 2020 delinea scenari che mettono in rela- zione risorse forestali, sfide climatiche e diffe- renti settori dell’economia e della società. Que- ste relazioni possono avere luogo su scale molto differenti (globale, regionale o locale) e propon- gono nuove sfide che potranno essere affrontate solo se si riuscirà a dare concretezza ai concetti multifunzionalità e gestione forestale sosteni- bile. Proprio per la loro natura interdisciplinare e intersettoriale, queste sfide hanno bisogno di essere affrontate riservando attenzione ad altre tematiche come l’energia, il commercio, l’agri- coltura e l’acqua. A causa della complessità del sistema di politiche che gravita attorno al set- tore forestale, e a causa della crescente pressione esercitata sulle risorse forestali da altri settori e dalla società in genere, c’è una crescente neces-

39%

30%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Totale Speso/ Programmato PSR Speso misure forestali / Totale programmato misure forestali

Figura 3 – Avanzamento nazionale della spesa dei PSR e delle misure di interesse forestale (122, 221-227). Aggiornamento, marzo 2012.

Fonte: Elaborazione Osservatorio foreste Inea dati MIpaaF, 2012.

(13)

sità di rafforzare i legami e le attività di comu- nicazione tra la comunità scientifica e gli attori chiave delle politiche ue. Per questa ragione l’European Forest Institute (EFI) ha favorito la costituzione di “ThinkForest”, un forum di alto livello per la discussione e la condivisione delle informazioni. Obiettivo di “ThinkForest”

è quello di fungere da interfaccia attiva ed effi- ciente fra il mondo scientifico e quello decisio- nale, favorendo un dialogo dinamico su temati- che strategiche legate al mondo forestale.

Scopi del forum sono:

– costituire meccanismi per una regolare e interattiva comunicazione e condivisione di informazioni tra la comunità scientifica e i membri del Parlamento Europeo, gli esperti della Commissione Europea e degli Stati Membri, gli esperti di Paesi terzi e i rappre- sentanti chiave del mondo degli stakeholder forestali,

– identificare i fabbisogni informativi connessi alle questioni di politica forestale e costruire una consapevolezza comune sui problemi da affrontare,

– aiutare i policy makers fornendo loro le mi- gliori professionalità e le più recenti cono- scenze scientifiche della rete EFI per favo- rire decisioni più ponderate e informate, – favorire il dibattito sui processi decisionali in

atto così come sui nuovi strumenti politici e le relative applicazioni in Europa.

Risultati attesi di “ThinkForest” sono:

– la creazione di una consapevolezza comune delle tematiche forestali strategiche per l’Europa, delle tematiche intersettoriali e dei legami fra le differenti politiche europee di interesse per il settore forestale,

– la costituzione di un partenariato solido fra i policy makers e la comunità scientifica, – un migliore accesso alle consulenze di esperti

da parte dei policy makers,

– il maggiore ricorso alle conoscenze scientifi- che come base per i processi decisionali nel settore forestale europeo,

– una migliore integrazione fra le politiche e approcci più coerenti in materia di foreste, – maggiore visibilità delle tematiche forestali nel

contesto delle politiche dell’Unione Europea.

In questa direzione “ThinkForest” ha recen-

temente lanciato la nuova attività Governance forestale in Europa: questioni in gioco e possi- bili soluzioni. L’attività fornirà informazioni sullo stato attuale delle politiche che interes- sano le foreste europee e il settore forestale e valuterà nuove possibili strategie di policy che possano favorirne una maggiore integrazione ed efficacia. In occasione di uno dei primi in- contri degli esperti di “ThinkForest” (Dicem- bre 2011), infatti, uno dei principali punti di discussione è stato rappresentato proprio dalle difficoltà operative connesse alla frammenta- zione e alla complessità del quadro politico europeo di interesse per il settore forestale.

Nell’ambito di “ThinkForest” eFI sta por- tando avanti un progetto finalizzato a realiz- zare una review dell’applicazione dei Criteri e degli Indicatori pan-europei (C&I) di Gestione Forestale Sostenibile (SFM) e di come siano stati realmente implementati a livello euro- peo, nazionale e locale e in settori diversi da quello forestale. Il progetto ha anche l’obiet- tivo di maturare suggerimenti utili migliorare l’insieme dei C&I e a favorirne un ulteriore sviluppo e applicazione in un contesto inter- nazionale in veloce evoluzione, anche in consi- derazione delle necessità dell’ue e dei singoli Stati membri. Il progetto è sviluppato da eFI in stretta collaborazione con Forest Europe e UNECE/FAO Forestry and Timber Section (F&TS). Già nel 2007 UNECE/FAO e Forest Europe avevano realizzato un’indagine sugli indicatori di SFM allo scopo di monitorarne lo stato di applicazione, di accrescere la respon- sabilità e la trasparenza delle politiche, di favo- rire una migliore comprensione delle relazioni che legano lo stato delle foreste ai processi po- litico-decisionali. I risultati di questa indagine sugli indicatori qualitativi di SFM sono stati presentati nel report State of Europe’s Forests 2007

13

e nei singoli report nazionali

14

prodotti da Forest Europe. Questa attività è stata rin- novata da Forest Europe e da UNECE/FAO

13

http://www.UNECE.org/fileadmin/DAM/timber/p blications/State_of_europes_forests_2007.pdf

14

http://www.UNECE.org/forests/fpc/reportingon

sfm2007/qualitativeindicators.html

(14)

anche nel 2011 in preparazione della Sesta Con- ferenza Interministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa realizzata ad Oslo. I risultati dell’indagine sugli indicatori qualitativi di SFM sono stati presentati nel report State of Europe’s Forests 2011

15,

insieme ai risultati dell’indagine sugli indicatori quantitativi di SFM

16

.

6. I l ruolo della rICerCa ForeStale : GlI obIettIvI della M EdItERRAEAn

F oRESt R ESEARCh A GEndA

L’Agenda per la Ricerca Forestale nell’area Mediterranea (Mediterranean Forest Research Agenda - MFRA) è stata sviluppata per affron- tare le principali sfide e priorità scientifiche che attendono le foreste mediterranee nei prossimi dieci anni. Il ruolo che la ricerca fo- restale dovrà ricoprire nelle aree mediterranee si lega a quattro tematiche chiave.

1. Il cambiamento climatico e i cambiamenti d’uso del suolo, che impatteranno in modo significativo sugli ecosistemi forestali (aumen- teranno degrado, deforestazione, incendi etc.) e sulle funzioni che svolgono (regolazione dl ciclo dell’acqua, protezione del suolo etc.), ri- schiano di produrre seri danni e di estendere le condizioni di tipo mediterraneo a nuove aree del continente (l IndnER et al., 2010). In questo quadro, le sfide chiave che attendono la ricerca riguardano: la conoscenza sugli im- patti che i cambiamenti climatici e di uso del suolo genereranno sugli ecosistemi; la com- prensione del ruolo svolto dalle foreste nel favorire disponibilità e qualità delle risorse idriche e nel prevenire i fenomeni di erosione del suolo; la risposta adattativa delle specie in relazione ai cambiamenti ambientali e alle strategie di gestione forestale; le conoscenze su come il cambiamento climatico influen- zerà le foreste nei confronti di nuove ed esi- stenti patologie ed epidemie.

15

http://www.foresteurope.org/filestore/foresteurope/

Publications/pdf/State_of_Europes_Forests_2011_Report_

Revised_November_2011.pdf

16

http://www.UNECE.org/forests/fpc/reportingonsfm 2011.html

2. Convivere con gli incendi boschivi ricorrenti richiede un cambiamento di paradigma che permetta di passare da una politica di controllo degli incendi sul breve-termine verso una po- litica di lungo periodo indirizzata a lavorare sulle cause strutturali degli incendi che sia in grado di integrare il tema degli incendi con il tema della gestione forestale. In questo qua- dro, le sfide della ricerca riguardano la mi- gliore valutazione dei rischi di incendio, nel tempo e nello spazio; la gestione forestale, in modo da rendere le foreste più resilienti;

lo sviluppo di strategie e politiche integrate che forniscano ragionevoli compromessi fra fattori ambientali, sociali ed economici e che favoriscano la convivenza con il rischio di incendi; strategie e pratiche appropriate di gestione forestale post-incendio.

3. Le foreste mediterranee possono fornire un’ampia gamma di beni e servizi alla società, ma questa possibilità è condizionata alla ela- borazione e allo sviluppo di nuovi e migliori strumenti economici, politici e di governo del territorio, cosa che deve tenere in considera- zione anche le sempre più ampie politiche di sviluppo rurale. Servirà ricerca per valutare economicamente i beni e i servizi forniti dalle foreste mediterranee (Fig. 4); favorire la fornitura di servizi e beni immateriali (in- cluso il sostegno alla conservazione della biodiversità e alle aree protette) introdu- cendo nuovi strumenti economici e nuove strategie politiche; analizzare e migliorare la redditività delle foreste mediterranee attra- verso l’identificazione di nuovi segmenti di mercato e di nuovi prodotti (es. biomasse);

comprendere le motivazioni e le percezioni dei proprietari forestali e della società in ge- nere nei confronti delle foreste e del settore forestale; identificare nuovi strumenti di go- vernance, riforme istituzionali e strategie di integrazione delle politiche forestali all’in- terno delle politiche di sviluppo rurale.

4. La selvicoltura e la gestione multifunzionale

delle foreste e delle aree boscate mediterra-

nee nel contesto della gestione di ambienti

multi-uso e multi-scala richiede lo sviluppo di

nuovi modelli, sistemi e processi decisionali

e di sostegno. In particolare serve sviluppare

(15)

strumenti che siano in grado di predire gli effetti generati dalle gestione forestale sui diversi beni e servizi prodotti dalle foreste e sulle risorse ad esse correlate (suolo, acqua);

far crescere una selvicoltura adattativa, per la quale il nostro paese può proporre risul- tati consolidati nell’approccio ecosistemico (b arbatI et al., 2010), per assicurare la for- nitura di beni e servizi in un ambiente che è in continua evoluzione; elaborare nuovi mo- delli di gestione che sappiano affrontare la multifunzionalità delle foreste mediterranee;

sviluppare sistemi di supporto decisionali che sappiano canalizzare le preferenze degli stakeholder in materia di prodotti e servizi e che siano in grado di ottimizzare la gestione forestale in modo che questa assicuri proprio l’erogazione di detti servizi e beni.

SUMMARY

Forest policy in Europe and 2020 scenarios:

between sustainability and rural development Today International and Eu policies acknowledge to forest resources and to their management new and multiple functions going beyond the production of timber. In the last fifty years, actually, new Figura 4 – Composizione del Valore Economico Totale (Tev) delle Foreste Mediterranee.

environmental, social and cultural needs and new economic challenges arise around forest resources.

These challenges and needs require new, well balanced and widely shared political approaches to enhance active management of world forests. These approaches should have to facilitate the difficult co- existence of conservation, use, preservation and local development actions. How can we ensure this co- existence? This question found a first answers within the principles of Sustainable Forest Management (SFM) and first implementation at pan-European level with the commitments undertaken in the frame of the Ministerial Conference for the Protection of Forests in Europe (MCpFe) (Forest Europe). At eu level, the Forest Strategy (to be updated within 2013) and the Forest Action Plan (Fap) (2006) represent the main strategic documents guiding forest policy actions at Common and Member State level. Anyway, despite these strategic documents, the European Union have no specific policy dedicated to forests and forestry.

For this reason eu can only implement forest-related strategic actions within other policies, mainly within the rdp (Rural Development Policy). This condition generates a fragmentation of strategies and actions that today needs to be faced even through the creation of more robust linkages among the scientific research and policy-decision makers. With this aim the European Forest Institute (EFI) has recently supported the launch of “ThinkForest”, an high level forum operating as interface among the decision-making and the scientific institutions. Research is deeply involved in this process.

The Mediterranean Forest Reseach Agenda (MrFa), for instance, is designed to approach the main scientific priorities and challenges that Mediterranean forests have to face in the next ten years.

bIblIoGraFIa

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Non-use: non-utilizzo

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Recreation: attività ricreative NWP: prodotti non legnosi Grazing: pascolo

WFP: prodotti forestali legnosi

(16)

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