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 Metodi dinamici degli spostamenti

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(1)

Metodi pseudostatici

 M t di di i i d li t ti

METODI DI VERIFICA DELLA STABILITÀ DEI PENDII IN CONDIZIONI SISMICHE

Si differenziano per:

 modo con cui viene schematizzata l'azione sismica (costante o funzione del tempo, descritta mediante uno o più parametri rappresentativi o mediante l’intera storia temporale)

 Metodi dinamici degli spostamenti

 Metodi dinamici sforzi-deformazioni

 modello di comportamento dei terreni (rigido-plastico, elasto-plastico,..)

 parametro di riferimento per la valutazione delle condizioni di stabilità (fattore di sicurezza, entità dello spostamento, livello tensionale)

 tipo di approccio analitico o numerico utilizzato (equilibrio limite, analisi limite, differenze finite, elementi finiti)

 condizione limite di riferimento (stato limite ultimo o di esercizio)

43 43

SCELTA DEL METODO DI ANALISI

Indicazioni normative In base al D.M. 14.01.2008:

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

 possono essere usati metodi pseudostatici, metodi dinamici degli spostamenti e metodi di analisi dinamica, tenendo conto dei possibili incrementi di pressione interstiziale nei terreni saturi e della riduzione di resistenza al taglio al crescere delle deformazioni

Per informazione:

Per informazione:

 il D.M.16.1.1996 non contiene alcuna indicazione sul tipo di metodo da utilizzare

 l’EC8 prescrive che le analisi siano condotte con metodi dinamici, riservando i metodi pseudostatici ai casi in cui la topografia e la stratigrafia non presentino forti irregolarità e i terreni non presentino in condizioni cicliche significativi incrementi delle pressioni interstiziali o degradazione della resistenza

44 44

(2)

Ipotesi:

 terreno rigido perfettamente plastico

METODI PSEUDOSTATICI

sforzi

 terreno rigido perfettamente plastico

 rottura contemporanea in tutti i punti della superficie di scorrimento (fattore di sicurezza costante lungo la superficie di scorrimento)

 criteri di resistenza sulla superficie di scorrimento:

f= c+ntan(Mohr-Coulomb) (in tensioni efficaci)

f= cu(Tresca) (in tensioni totali)

deformazioni

M.-C.

f cu(Tresca) (in tensioni totali) T.

 azione sismica rappresentata da una forza di inerzia statica equivalente proporzionale al peso W della massa potenzialmente instabile

(Khe Kvcostanti nel tempo)

W kvW khW

45 45

METODI PSEUDOSTATICI

Generalmente si fa riferimento ad uno schema bidimensionale.

Oltre al caso di:

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

 pendio indefinito

soluzioni ‘esatte’ in forma chiusa possono essere ottenute applicando metodi globali dell’equilibrio limite o dell’analisi limite per:

 pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento piana

 pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento a forma di arco di spirale logaritmica (incluse le superfici circolari con

=0)

 0)

In tutti gli altri casi (anche per condizioni geometriche, litologiche e di carico complesse), si utilizzano i metodi all’equilibrio limite delle strisce, generalmente implementati in codici di calcolo automatico. Tali metodi introducono ipotesi semplificative sulle mutue azioni tra le strisce e forniscono soluzioni (conservative) ‘approssimate’

46 46

(3)

METODI PSEUDOSTATICI

l

CASO DEL PENDIO INDEFINITO

W KvW KhW D

T N b

Kvpositivo W = ·b ·D l = b / cos

c’0; ’0;

u= 0 (assenza di falda)

N = (1 Kv)W cos KhW sin

 

  

 

 

  tan

tan K 1 K

tan K K 1 tan

K 1 K cos D F c

v h

h v v

2 h S

T = (1 Kv)W sin KhW cos

Tf= c’ l + N tan’

F

S

= T

f

/ T

47 47

CASO DEL PENDIO INDEFINITO

METODI PSEUDOSTATICI

uB

B A

  

h h

h h

; h   c’0; ’0; u e u 0

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

N=N’+U

u  

A B

w B

w B B A A

 

h

h

  w

;

hW = bD

l=b/cosU= (u0 +u)l

N = (1Kv)W cosKhW sin T = (1Kv)W sin KhW cos Tf= c’l + (N-U) tan

u0 =uB=wDwcos2

F = T / T

u0= pressione interstiziale statica iniziale sulla s.d.s.= wDwcos2

0= tensione totale normale statica iniziale sulla s.d.s. = Dcos2

0= tensione efficace normale statica iniziale sulla s.d.s. = 0 - u0

 

   

 

 

  tan

tan K 1 K

K tan K u 1 r 1 tan K 1 K cos D F c

v h

v

* h u

v 2 h

S

;

0

u

r u

0

*

uu

0

FS= Tf/ T

48 48

(4)

CASO DEL CUNEO PIANO

METODI PSEUDOSTATICI

c’0; ’0; u0 KhW K W

b c

a

Equilibrio alla traslazione in direzione perpendicolare e parallela alla superficie:

T KvW

H

W N

d

v

 

   

  

an cot an 2 cot

1 2 abc 1

d b

; c

a

2 2

H A W

sen sen H sen Area

sen Hsen

sen H

' tan (N-U) ) ac c'(

T

Wsen K cos W K Wsen T

cos W K Wsen K cos W N

f

v h

v h

 

  

  

  

 

 

 

1 K sen

K cos

W

' tan U Wsen K cos W K 1 c a ' F c

h v

h

S v 

  FS= Tf / T

49 49

CASO DELLA SPIRALE LOGARITMICA

METODI PSEUDOSTATICI

c’0; ’0 rroetg' ro

O

h

La superficie ha equazione:

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W khW

KvW

’

R

’tg’

 È da osservare che : r

in ogni punto della superficie di scorrimento la risultante R della tensione normale e del contributo frizionale alla resistenza passa per il centro della spirale O

Il problema viene risolto imponendo l’equilibrio l b l ll t i i i t d O

l 0

2 )

r

( c'rdl h co'r d M

 il momento M(e)delle forze esterne (peso, forze d’inerzia, eventuali carichi) è noto; il momento delle forze resistenti M(r)vale:

globale alle rotazioni intorno ad O

 il coefficiente di sicurezza è dato da:

FS=M(r)/M(e)

50 50

(5)

METODI PSEUDOSTATICI

ELEMENTI CHIAVE:

 Valore del coefficiente sismico pseudostatico

 Valore del coefficiente di sicurezza

51 51

1. VALORE DEL COEFFICIENTE SISMICO PSEUDOSTATICO L’accelerazione equivalenteK·g può essere anche molto inferiore al picco di accelerazione amaxdel terremoto di progetto

METODI PSEUDOSTATICI

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p cco d acce e a o eamaxde te e oto d p ogetto

In letteratura, Marcuson (1981) : Kh= 0,5amax/g e 0,33amax/g

Kh

0.2

0.3 Kh= 0.65 amax/g Kh= (1/2)amax/g Kh= (1/3)amax/g

0.0 0.2 0.3 0.4

0.1

0.1 amax g

52 52

(6)

1. VALORE DEL COEFFICIENTE SISMICO PSEUDOSTATICO

METODI PSEUDOSTATICI

Indicazioni normative

Il D M 14 01 2008 prescrive in mancanza di studi specifici(analisi di RSL): Kh=s Sag/g e Kv= 0.5Kh

con

S = SsST = coefficiente che comprende l’effetto dell’amplificazione stratigrafica (SS) e topografica (ST)

Categoria di sottosuolo

A B,C,D,E

s s 0.2 < ag(g) < 0.4 0.30 0.28 amax

Il D.M. 14.01.2008 prescrive, in mancanza di studi specifici (analisi di RSL):

Per informazione:

 il D.M.16.1.1996 non contiene alcuna indicazione sul valore del coefficiente sismico pseudostatico; nella pratica si assume Kh= C (coefficiente sismico strutturale)

 nell’EC8 S= 0.5, Kv= 0.5Kh oppure  0.33Kh in relazione alla sismicità del sito

g ( S) p g ( T)

S= coefficiente di riduzione dell’accelerazione massima attesa al sito

g(g)

0.1 < ag(g) < 0.2 0.27 0.24 ag(g) ≤ 0.1 0.20 0.20

53 53

2. VALORE DEL COEFFICIENTE DI SICUREZZA

METODI PSEUDOSTATICI

Indicazioni normative

Nel D M 14 01 2008 vengono distinti i pendii naturali da rilevati e fronti di scavo:

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Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Nel D. M. 14.01.2008 vengono distinti i pendii naturali da rilevati e fronti di scavo:

Pendii naturali  è definito livello di sicurezza il rapporto tra resistenza al taglio disponibile (calcolata con i valori caratteristici) e sforzo di taglio mobilitato

 la scelta del valore spetta al progettista in dipendenza del livello di conoscenza raggiunto (valori minori se il livello di conoscenza è elevato)

Opere di materiali sciolti e fronti di scavo  devono essere calcolate le azioni destabilizzanti (Ed) e resistenti (Rd) di progetto applicando opportuni coefficienti di sicurezza parziali (Approccio 1- Combinazione 2) e verificando che Ed≤ Rd

Per informazione:

 anche la previgente normativa (DD.MM. 11.03.1988 e 16.1.1996) non contiene indicazioni sul valore del coefficiente di sicurezza da assumere per i pendii naturali; per rilevati e fronti di scavo era imposto FS=1.3 in condizioni statiche;

 per le dighe in terra in condizioni sismiche (per qualunque condizione di esercizio) è richiesto FS=1.2 (per le verifiche statiche FS dipende dalla condizione di esercizio)

54 54

(7)

METODI PSEUDOSTATICI

Analisi pseudostatica inversa

 Alla condizione di collasso incipiente (FS= 1) corrisponde il valore del coefficiente sismico critico K

del coefficiente sismico critico, Kc

ac= Kc·g = accelerazione critica

 Il giudizio sulle condizioni di sicurezza è basato sul valore dell’accelerazione critica

Stato del pendio Accelerazione critica ac

Instabile a < 0 01g

Instabile ac< 0.01g

Precario 0.01g < ac< 0.1g

Moderatamente stabile 0.1g < ac< 0.3g Piuttosto stabile 0.3g < ac< 0.5g

Stabile 0.5g < ac< 0.7g

Molto stabile ac > 0.7g

55 55

METODI PSEUDOSTATICI

Analisi pseudostatica inversa – Caso del pendio indefinito

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W KvW KhW D

T N b

l c’0; ’0; u= 0

T N

  

 



 

 

tan tan 1

tan tan

tan tan 1 cos D

Kc 2 c

per Kv=0 il coefficiente sismico critico (Kc =Khper FS=1) vale (v. DIA 47):

56 56

(8)

Dal modello di blocco rigido di Newmark (1965) derivano i metodi degli spostamenti, nei quali:

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

 l’azione sismica è definita da una funzione temporale (generalmente un accelerogramma)

 gli effetti dell’azione sismica vengono valutati in termini di spostamenti accumulati

 la sicurezza è stimata confrontando lo spostamento cumulato con quello ammissibile

l d d

 superare il limite intrinseco dell’approccio pseudostatico che utilizza sollecitazioni statiche e costanti nel tempo

 tener conto del fatto che la risposta del pendio dipende anche dalle caratteristiche dell’accelerogramma

Tali metodi consentono di:

57 57

Principio:

una caduta temporanea del fattore di sicurezza a valori <1 può

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

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Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

p p

non corrispondere a una condizione di rottura

collasso generalizzato (stato limite ultimo) perdita di funzionalità (stato limite di servizio)

superamento di una soglia critica di spostamento

a(t)

( )

58 58

(9)

Volume in frana Terreno

stabile

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Piano

Blocco rigido

 la massa di terreno potenzialmente in frana (con cinematismo traslativo o rotazionale) è assimilata ad un blocco rigido che scorre sul terreno stabile

 il blocco potenzialmente in frana si sposta lungo la superficie di scorrimento ogni qual volta l’accelerazionea(t) supera il valore di soglia a caratteristico

Superficie di rottura

Piano inclinato

a(t) a(t)

ogni qual volta l’accelerazione a(t) supera il valore di soglia, ac , caratteristico delle condizioni di equilibrio limite (FS= 1)

 lo spostamento continua fino a quando l’accelerazione, cambiando di segno, è tale da annullare la velocità relativa tra la massa in frana e il terreno stabile

lo spostamento finale dipende da:

 durata, ampiezza e contenuto in frequenza del sisma [a(t)]

 caratteristiche geotecniche e geometriche del pendio [ac ] 5959

Ipotesi del metodo originario (Newmark, 1965):

1 h bidi i l

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

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1. schema bidimensionale

2. unico accelerogramma di progetto applicato a tutto il corpo di frana (accelerazione sismica a(t)= costante nello spazio)*

3. uguale resistenza al taglio del terreno in condizioni statiche e dinamiche (cuoppure c’, ’ e u costanti  accelerazione criticaac= Kcg costante nel tempo)*

4 i t ti d ll t

4. non sono ammessi spostamenti della massa verso monte

* tali ipotesi possono essere rimosse

60 60

(10)

Fasi di analisi:

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

1. scelta dell’accelerogramma/i di progetto

2. ricerca della superficie di scorrimento alla quale corrispondono condizioni di equilibrio limite (FS=1) e determinazione del relativo coefficiente sismico critico Kc

3. calcolo degli spostamenti mediante doppia integrazione dell’equazione di moto relativo nel dominio del tempo 4. verifica di ammissibilità degli spostamenti calcolati

61 61

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Coefficiente sismico critico: pendio indefinito

c’0; ’0; u  0 l

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Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

c0;  0; u  0

W KvW KhW D

T N b l

Dw

 

 

 

 



 

 

tan tan 1

tan tan

tan 1

tan 1

tan tan 1 cos2

D D D

K c

w w c

per Kv= 0 il coefficiente sismico critico (Kc= Kh per FS=1) vale:

62 62

(11)

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Coefficiente sismico critico: cuneo piano

b

c’0; ’0; u  0 T

KhW KvW

H

W N

b c

d

v

   

 

 

 

     

 

 

tan tan 1 cos

' tan tan

tan tan 1

cos W

U W

c a Kc c

per Kv= 0 il coefficiente sismico critico (Kc= Kh per FS=1) vale:

63 63

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Coefficiente sismico critico: metodi delle strisce

Procedimento:

1) si ass me K di tentati o e si ice caF (con s d s associata)

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1) si assume Khdi tentativo e si ricerca FS,min(con s.d.s. associata) 2) si traccia la curva FSKheseguendo il calcolo per diversi valori di Kh 3) si determina Kc= Khcorrispondente a FS=1

2

Fs

H

n

n

n

m

m

c

0 0.1 0.2

kh 0

1

F

64 64

(12)

BLOCCO SU PIANO ORIZZONTALE

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Calcolo degli spostamenti

Per il 2° principio della dinamica:

quindi l’accelerazione relativa vale:

arel(t) = [Kh(t) – Kc ] g = a(t) – kc · g la velocità relativa:

a(t) srel W

KhW KcW Per il 2 principio della dinamica:

marel(t) = [Kh(t) – Kc ] W= [Kh(t) – Kc ] mg



a (t)dt (t)

vrel rel

lo spostamento relativo: srel(t)



arel(t)dt

Si osserva che:

• nell’istante in cui arelpassa da <0 a >0 (a(t) da minore a maggiore di kcg) vrele srel, inizialmente nulli, diventano >0;

• nell’istante in cui arelpassa da >0 a <0 (a(t) da maggiore a minore di kcg) vrelha un massimo e srelun flesso; da tale istante in poi vrelinizia a diminuire fino ad annullarsi e srelcresce progressivamente meno fino a diventare costante

65 65

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Blocco su piano orizzontale: spostamento per impulso rettangolare

per t0< t < t0+t:

arel= (K – N)

mab(t) mgtg

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Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

K Kc g=N

t0+ t t

0 t0

vrel

a(t) arel (K N)

posto vrel(t0)=0 e srel(t0)=0 si ha:

vrel(t0+t) = (K – N)t srel(t0+t) = 1/2[(K – N) t2] per t > t0+t : arel=– N

vrel=– N(t-t0-t)+ vrel(t0+t) la velocità relativa si annulla in:

mg a

p(t)

t0

0

0

t0+ t t srel

t0 t0+ t t1 t t1=(Kt+Nt0)/N=t0+Kt/N

quindi:

1

0

t

t t 2 rel 1

rel (K N) t v (t)dt

2 ) 1 t ( s

ovvero:

N t K ) N K 2( ) 1 t (

srel 1    2

66 66

(13)

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

ac = kcg

accelerazione del blocco accelerazione

della base

accelerazione

t

a b c d

a (t)

ac

BLOCCO DI NEWMARK SU PIANO ORIZZONTALE

spostamento permanente (spostamento finale cumulato) srel= so= sommatoria degli spostamenti parziali calcolati nei singoli intervalli di tempo in cui vrel 0

Lo spostamento finale cumulato

t

veloci

t

l

velocità della base

velocità del blocco a

b

c d

[a(t) a ]dt )

t ( v l Lo spostamento finale cumulato

di un blocco rigido su un piano orizzontale vibrante dipende da:

 contenuto in frequenza e ampiezza dell’accelerogramma

 coefficiente sismico critico, kc srel

t

t vre

a b c d

a

b c

d

1, 3, 5 nessuno spostamento

1 2 3 4 5

2, 4 spostamento

[a(t) a ]dt

) t (

vrel c

v (t)dt )

t (

srel rel

67 67

b

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Equazione di moto per pendio indefinito c’0; ’0; u e u 0

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

all’equilibrio limite (1): 0T(kc)Tf(kc)

in moto relativo (2):mx(t)T

kh(t)

Tf

kh(t)

Wcos k Wsen U

tan '

cos / b ' c

Tf    h   

senk cos

W

T  h

T N=N’+U

h

W kW kv=0

sottraendo (1) da (2) m x(t)

T(kh)T(kc)

Tf(kh)Tf(kc)

da cui :

 

' cos

' g cos

k ) t ( k ) t (

x h c



 

k (t) k

g cos

) t (

x  hc  

per analisi in t. efficaci

per analisi in t. totali arel(t) del blocco su p. orizz. srel=s0 A

68 68

(14)

In definitiva, lo spostamento finale cumulato della massa in frana nella direzione della superficie di scorrimento è dato da:

S = S A

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

S = S0· A SO= spostamento del blocco rigido su un piano orizzontale vibrante dipendente da:

 contenuto in frequenza e ampiezza dell’accelerogramma

ffi i t i i iti k

A = fattore di forma dipendente da:

 geometria del pendio

 caratteristiche di resistenza del terreno

 forma della superficie di scorrimento

 coefficiente sismico critico, kc, funzione delle caratteristiche geometriche e geotecniche del pendio

scorrimento

Nota:

SO può essere stimato per via numerica o tramite correlazioni empiriche con uno o più parametri rappresentativi del moto sismico (amax, IA, PD, T0)

A è determinabile per forme semplici della s.d.s. (varia orientativamente tra 1 e 1.3) 6969

Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Newmark (1965)

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica









 091. c 53 . 2 0 c

a a a

1 a log 90 . 0 S log

Ambraseys & Menu (1988) (11 ev., 50 reg., M = 6.67.2)

correlazione 1b

0.01 0.1 1 10 100 1000

s [cm]

limite di confidenza 50%

limite di confidenza 90%

Ambraseys e Menu, 1988 (50%) Jibson, 2007 (50%)

range considerato da Ambraseys e Menu





c max c max2 ,max

0 a

a a 2 S v

limite sup.

am ax am ax

Madiai (2009) (1)

(46 ev. it., 196 reg., M=4.06.3)









 8570. max

c 26 . 2

max

0 c a

a a

1 a log 217 . 0 S log

0.001

0.001 0.01 0.1 1

ac/amax Jibson, 2007 (50%)

S0(cm) mediana

70 70

(15)

Whitman & Liao (1984)

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Madiai (2009) (2)

(46 ev it 196 reg M=4 06 3) Whitman & Liao (1984)

(37 accel., 169 reg., M = 6.36.7)

max c

a 4 a . 9

max 2 mav

0 e

a 37 v S







(46 ev. it., 196 reg., M=4.06.3)

69 . 0

max c 57 . 2

max c max

2 max

0 a

a a

1 a a 89 v . 3 S



 





 

 







71 71

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

prof. ing. Claudia Madiai

Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica

Madiai (2009) (3)

(46 ev. it., 196 reg., M=4.06.3) Jibson (2007)

(13 ev., 555 reg.)

a c

0 2.401 logI

g loga 3.481 - -3.230 S

log    

 t dt g a

Ia TD

2

2 intensità di Arias

( , g , )

60 . 0

max c 60 . 2

max c a

0 a

a a

1 a I 156 . 0 S



 





 

 

Ia(m/s) S0(cm) TD=durata

72 72

(16)

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Madiai (2009) (4)

(46 ev. it., 196 reg., M=4.06.3) Crespellani et al. (1998)

(155 ev., 310 acc.)

 

D 0.977 c -1.338

0 g

P a 0.011

S 

 



PD(10-4·g·s 3) 2

0 a D

P I

: potenziale sismico distruttivo

= n. di incroci con l’asse dei tempi nell’unità di tempo

0

( , g , )

60 . 0

max c 72 . 2

max c D

0 a

a a

1 a P 90 . 1 S



 





 

 

S0(cm)

73 73

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

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Madiai (2009) (5)

(46 it 196 M 4 0 6 3) Cai e Bathurst (1996)

(4 ev. + 5 esplosioni nucleari)

T=periodo medio=durata/n. di semi-incroci con l’asse dei tempi (s) amax(cm/s2)











max c 2

max 0

a 3.91 a - T 0.85

a S log 4

(46 ev. it., 196 reg., M=4.06.3)

704 . 0

max c 554 . 2

max c 2 max

0 a

a a

1 a 4

T 978 a . 0 S









74 74

(17)

cos

α)

Acos( non è noto a priori L

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Fattore di forma A: cuneo piano

cos

 e kcpossono essere ricavati imponendo la condizione di minimo: ( 0)

d dkh

i

H

e kcsi possono trovare anche in grafici e/o tabelle di letteratura (es. Madiai & Vannucchi, 1997)

c 20 NS H

20

c NSH

75 75

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI ELEMENTI CHIAVE:

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 Accelerogramma di progetto

 Valore dello spostamento ammissibile

NB: GLI SPOSTAMENTI CALCOLATI DEVONO ESSERE RITENUTI PRUDENZIALMENTE SOLO UN INDICE PRESTAZIONALE

76 76

(18)

1. ACCELEROGRAMMA DI PROGETTO

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI Elementi chiave

Dovrebbe essere scelto accuratamente dopo un’analisi dettagliata della pericolosità sismica regionale e un'analisi statistica dei dati strumentali a scala regionale. In assenza di tali studi, è consigliabile confrontare gli effetti di più accelerogrammi (almeno 5), registrati in zone prossime al sito e opportunamente (poco) scalati

2. VALORE DELLO SPOSTAMENTO AMMISSIBILE Dipende da molti fattori (p. es. presenza e natura di p (p p

strutture/infrastrutture esistenti, livello di protezione desiderato, gravità dei danni connessi ad un eventuale movimento franoso).

In mancanza di un riferimento specifico per il caso in esame, si possono seguire alcune indicazioni di letteratura

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Spostamenti ammissibili METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Lo spostamento ammissibile dipende da:

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Le linee guida per l’analisi e la mitigazione del rischio di frana in California (ASCE, 2002) indicano uno spostamento ammissibile di:

 5 cmper superfici di scorrimento che coinvolgono manufatti rigidi

 15 cm per cinematismi di collasso che si sviluppano in terreni con curve

 tipo di pendio (naturale o artificiale) e caratteristiche del terreno

 interazione con manufatti esistenti

 livello di protezione assegnato e conseguenze di un’eventuale frana

sforzi-deformazioni di tipo incrudente e non interagiscono con manufatti esistenti

Nel caso di terreni con curve sforzi-deformazioni di tipo rammollente 15 cm è ragionevole seKcè calcolato utilizzando le caratteristiche di resistenza di post-picco o residua, mentre è opportuno assumere Samm= 5 cm se Kc è calcolato con i parametri di picco della resistenza al taglio

78 78

(19)

livello di danno spostamento (cm)

Relazione fra spostamenti osservati e danno strutturale (Legg & Slosson, 1984)

Spostamenti ammissibili METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

livello di danno spostamento (cm)

irrilevante < 0.5

modesto 0.5÷5

forte 5÷50

severo 50÷500

catastrofico > 500

Spostamenti ammissibili di pendii naturali stabiliti dallo State of Alaska

G h i l l i C i i C i ( d i 98 )

livello di danno spostamento (cm)

irrilevante < 3

modesto 15

forte 30

severo 90

catastrofico 300

Geotechnical Evaluation Criteria Committee (Idriss, 1985)

79 79

METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI Grafici per la stima degli spostamenti

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amax= picco di accelerazione =0.4g  400cm/s2 ay= Kcg= accelerazione critica del pendio=0.2g T = periodo fondamentale del terremoto=0.4 s M = magnitudo =6.5

ESEMPIO:

dati risultati

ay/amax=0.5 u/(amaxT)  0.025 sec

u = spostamento del blocco =

= 0.0250.4400  4 cm 8080

(20)

METODI PSEUDOSTATICI Vantaggi :

 semplicità di impiego

METODI PSEUDOSTATICI – METODI DEGLI SPOSTAMENTI

p p g

 possibilità di considerare gli effetti della morfologia, della stratigrafia, superfici di scorrimento irregolari, la variabilità delle proprietà geotecniche

Limiti:

 azione sismica costante

 difficoltà nella scelta di un opportuno coefficiente sismico METODI DEGLI SPOSTAMENTI METODI DEGLI SPOSTAMENTI Vantaggi :

 migliore interpretazione del comportamento dei pendii durante i terremoti

Limiti:

 richiedono pesanti semplificazioni delle condizioni stratigrafiche e morfologiche

81 81

METODI PSEUDOSTATICI – METODI DEGLI SPOSTAMENTI Criteri di scelta del metodo di analisi

ARGILLE LIMI ARGILLOSIE In letteratura esistono criteri per la

scelta del metodo di analisi per pendii in materiale coesivo

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Indice di consistenza Ic>0.5

Grado di sovraconsolidazione

OCR <5 METODO

PSEUDOSTATICO (comportamento fragile)

NO

SI NO

SI (es. Matasovic, 1991):

Indice di plasticità IP > 26%

SI

SI METODO DEGLI

SPOSTAMENTI NO

METODO DEGLI SPOSTAMENTI (con parametri degradati) Quando la condizione più critica da

considerare non è palese, sarebbe opportuno applicare entrambi i metodi

82 82

(21)

 Le equazioni dinamiche del moto vengono risolte mediante metodi di integrazione numerica agli elementi finiti o alle differenze finite implementate in codici di calcolo

METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI

 E’ possibile seguire l’andamento nel tempo e nello spazio l’evoluzione dello stato di sforzo e di deformazione e degli spostamenti

Per un’analisi affidabile si richiede una stima accurata di:

 stratigrafia

 stato tensionale efficace iniziale

 storia di carico sismico

 regime delle pressioni interstizialiregime delle pressioni interstiziali

 caratteristiche di rigidezza e resistenza dei terreni in condizioni statiche, dinamiche e cicliche

Le analisi dinamiche avanzate sono di fatto applicabili solo ai pendii artificiali (dighe in terra e grandi rilevati)

PERTANTO

83 83

METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI Esempio di mesh per FLAC (differenze finite)

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(22)

METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI Stato di sforzo iniziale (FLAC)

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METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI Andamento delle deformazioni (FLAC)

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(23)

Conclusioni (1/2)

 In presenza di sisma il peggioramento delle condizioni di stabilità di un pendio è dovuto a:

 aggravio delle condizioni di carico (insorgenza di forze di inerzia)

 riduzione della resistenza al taglio (aumento delle pressioni interstiziali e degradazione dei parametri di resistenza per fenomeni di fatica) Si ha quindi un peggioramento delle condizioni di stabilità:

 momentaneo(per la durata delle azioni dinamiche)

 accumulo di deformazioni e spostamenti

 permanente(al termine del sisma: degradazione - accumulo di u)

 movimenti franosi del pendio

 Il comportamento di un pendio durante e dopo il terremoto dipende strettamente dalle condizioni pre-sisma

 Pertanto, la verifica di stabilità deve essere estesa alle tre situazioni:

prima, durante e dopo il terremoto tenendo conto delle diverse condizioni, drenate (prima e dopo) e non drenate (durante) e dei differenti valori della resistenza al taglio

87 87

Conclusioni (2/2)

 Nonostante la grande quantità di metodi proposti in letteratura, i casi di pendii che si prestano bene ad essere studiati con modelli matematici e con procedure analitiche sono solo una piccola parte

d d ll d d d l l d

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 La maggior parte dei modelli e dei metodi di calcolo introduce pesanti ipotesi semplificative sia per quanto riguarda il comportamento del terreno sia per quanto riguarda l’azione sismica

 Per i pendii naturali i metodi degli spostamenti e soprattutto i metodi pseudostatici sono tuttora i più utilizzati (in considerazione dei loro limiti è consigliabile effettuare le analisi utilizzandoli entrambi); l’uso dei metodi di analisi dinamica sforzi-deformazioni è riservato generalmente

ll d d d f l

allo studio dei pendii artificiali

 l’attuale normativa nazionale (D.M. 14.01.2008) prevede il ricorso al metodo dinamici, degli spostamenti e ai metodi pseudostatici includendo anche la valutazione dell’amplificazione della risposta sismica, della degradazione ciclica, dell’incremento delle pressioni interstiziali

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