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Introduzione Ilaria Crotti

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e-ISSN 2421-292X ISSN 2421-4213 Archivio d’Annunzio Vol. 6 – Ottobre 2019 5

Introduzione

Ilaria Crotti

Università Ca’ Foscari Venezia, Italia

Il presente fascicolo di Archivio d’Annunzio, il sesto di una serie che è venuta acquisendo negli anni un profilo di tutto rilievo, nell’alternare a fascicoli dedicati a disamine di tenore comparatistico, storiografico ed estetico altri riservati in misura maggiore a interpretazioni testuali e a verifiche filologiche, interroga una delle forme che contrassegna in mi-sura rilevante la produzione letteraria italiana, e fin dalle sue origini, ossia quella distintasi per brevitas: una scelta che chiama in causa an-che sinonimi e antonimi implicati nella forma ‘breve’ e i significati non univoci che essa veicola.

Ecco che nella sezione Officina dannunziana vari apporti si cimenta-no proprio in detto ambito, che si rivela estremamente proficuo per son-dare non solo il laboratorio ideativo dell’Imaginifico ma anche le relazio-ni, sia testuali-formali sia biografiche e autobiografiche, poste in essere. Così, il contributo di Alessandra Trevisan, editando e commentando alcuni pezzi epistolari indirizzati da Matilde Serao a d’Annunzio, ne enu-clea i risvolti autobiografici più significativi, atti ad appurare altresì de-terminate ipotesi interpretative, concernenti le prassi creative saggiate. Cristina Montagnani, da parte sua, conduce una fine lettura filologica intertestuale, non dimentica dei taccuini, del cantiere che il composito-re delle Laudi pone in essecomposito-re, mentcomposito-re focalizza in particolacomposito-re Ferrara,

Pisa, Ravenna, le future Città del silenzio. Mentre è la prosa del Nottur-no la tipologia testuale presa in esame, soprattutto in accezione

auto-biografica, da Federica Maria Giallombardo, sono le Faville del maglio e la linea ermeneutica che le induce a dialogare a distanza ravvicinata con Alcyone il campo d’indagine prescelto da Raffaella Bertazzoli, va-gliato con acribia sia filologica che interpretativa.

Grazie alla sezione Civiltà dannunziana il presente fascicolo si im-preziosisce di apporti ulteriori. Come quello che si deve a Maria Belpo-ner, la quale nelle sue pagine ha saputo cogliere con sagacia il dialogo incessante che ricorre tra il linguaggio del mito classico ovidiano nel Pascoli dei Poemi conviviali, dei quali Belponer nel 2009 è stata atten-ta curatrice, per un verso, e nel d’Annunzio dell’Alcyone, per un altro.

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Archivio d’Annunzio e-ISSN 2421-292X 6, 2019, 5-6 ISSN 2421-4213

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Alfredo Sgroi, da parte sua, esplora con acribia la linea ideologico-estetica che intercorre tra il pescarese e Oswald Spengler, nell’attesa messianica di una figura utopica di uomo d’ordine – un novello Cesare cui spetterebbe il compito di risollevare le sorti della civiltà occidenta-le, segnate dal drastico declino di ideali intellettuali aristocratici, rite-nute pertanto al crepuscolo. Infine, si deve al contributo di Elena Ma-iolini la formulazione di un bilancio estremamente calibrato degli studi più significativi dedicati alla filologia dannunziana: vera e propria ras-segna utile ad arricchire il dibattito più avvertito, pronta com’è a pun-tualizzarne alcuni snodi metodologici.

A compimento del fascicolo, come di consueto, ecco lo spazio riser-vato alle recensioni, la prima delle quali destinata da Maiolini al recen-te volume di Cristina Montagnani e Pierandrea De Lorenzo, Come

la-vorava d’Annunzio (2018), mentre la seconda da Paolo Parachini a una

selezione, attentamente curata da Cecilia Gibellini, delle missive inedi-te inviainedi-te dal consorinedi-te a Maria Hardouin, la ‘principessa di Moninedi-tene- Montene-voso’: Lettere di d’Annunzio alla moglie (2018); in chiusura, il ponde-roso ritratto dannunziano ad opera di Maurizio Serra in D’Annunzio le

Magnifique, nella recensione di Veronica Tabaglio.

Ilaria Crotti Introduzione

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