• Non ci sono risultati.

Aristotele uomo dell’anno

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Aristotele uomo dell’anno"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

«Il Sole» Domenica 14 febbraio 2016

Aristotele uomo dell’anno

I 2400 anni del filosofo Dorella Cianci

Il 2016 per l’Unesco è l’anno di Aristotele e già si annunciano iniziative nel mondo, fra cui spicca quella dell’Università di Salonicco, che terrà un grande convegno in Maggio. Com’è noto Aristotele è stato ed è un pilastro della cultura occidentale che si è consolidato lungo il Medioe- vo, soprattutto per l’aspetto etico e religioso, ma anche per tutto il Rinascimento, divenendo un autore canonico nella formazione pedagogica. Nonostante il ritorno di Platone nel Quattro- cento, lo Stagirita non perse mai, per i giovani di diverse epoche, il ruolo di richiamo alla scien- za, ma anche alle possibilità dell’uomo, poiché aveva inquadrato il suo punto di vista sulla ter- ra, togliendolo esclusivamente a una dimensione celeste.

A differenza di Platone, Aristotele aveva compreso che l’educabilità dell’uomo sente spesso l’esigenza di confrontarsi con il tribunale della realtà, senza dover necessariamente delegare tutto al cielo ed è qui che nasce il concetto del “guardando s’impara” teorizzato nella Poetica, perché – per il filosofo – più degli insegnamenti è opportuno affidarsi alla consuetudine.

Nel volume Aristotele fatto volgare, a cura di David Lines (University of Warwick) e Eugenio Refini (John Hopkins University), pubblicato nella collana diretta da Claudio Ciociola e scaturito da un convegno tenutosi nella Normale di Pisa, è riportato un passo della Prefazione dell’Etica Nicomachea nella tradizione latina medievale di Concetto Marchesi dove si comprende la cen- tralità di Aristotele per la storia: «La storia dell’aristotelismo è ancora da farsi: e sarà una sto- ria grandiosa. Ricercare le vie per cui il pensiero umano si lasciò condurre nella successione di molti secoli è rivelare la genesi, lo sviluppo, la lotta giovanile e il trionfo finale di una civiltà no- va che procede alla conquiste del vero» (1904).

Magistrali si rivelano, anche oggi, le parole di Garin sul ritorno dei filosofi antichi inteso co- me il ritorno di un mondo mai scomparso e resistente ai soprassalti del tempo, allora come og- gi. Il ritorno dell’antico non è una curiosità da musealizzare, non è un surplus del sapere da utilizzare a effetto, ma è un corredo genetico che di autore in autore porta alla riconquista del- le origini.

Veniamo dunque alla peculiarità di Aristotele, tanto da dover pensare di dedicare proprio a lui l’anno in corso, nonostante i trend interpretativi della società contemporanea ci appaiano molto diversi. Già nel nono, nel dodicesimo e nel tredicesimo secolo, le traduzioni si occuparo- no sempre più di Aristotele, non di Platone e, pian piano, dall’Aristotele “morale” si passò al- l’Aristotele “logico” della Poetica, figlio dei tempi moderni, maestro nel vero, inventore di ogni riflessioni scientifica sul teatro teorico di ogni produzione artistica. L’anno di Aristotele ci invita ad alcune riflessioni incardinate sull’importanza delle azioni più che dei tipi umani (i caratteri).

Aristotele è stato il primo a teorizzare l’ineluttabilità: ciò che accade deve accadere. Quando si parla del dolore però per l’uomo, nella tragedia come nella vita, è consigliabile mettersi a guar- dare, imparando dal dolore (proprio e altrui), ma di certo l’azione non si può bloccare, né si può intervenire sull’evento.

(2)

L’ineluttabilità tuttavia non vuol dire lasciarsi trasportare senza agire. L’agire umano è sor- retto dal volere, poiché, nella tragedia e nella vita, i personaggi assumono dignità più dell’au- tore. L’autore lentamente scompare e l’azione dei personaggi è protagonista sulla scena, senza il bisogno di scusarsi delle nefandezze compiute, poiché Aristotele ci insegna che l’uomo può scegliere di compiere azioni terribili, anche quando è stato educato al bene. Come ha affermato Taplin nel 1996 le azioni tragiche non hanno bisogno della «parabasi», come accade nella com- media, cioè le azioni terribili non hanno bisogno di un’apologia, poiché è nella natura umana l’ineluttabilità del eventi peggiori. Siamo personaggi in cerca di autore? No. Siamo personaggi il cui autore è un doppiatore, dove il venticello dell’ineluttabilità ci passa accanto, ma l’azione ha il centro della scena.

Aristotele è il maestro di Pirandello e anche di Borges nelle sue riflessioni sull’autore-dop- piatore. Non è un caso che maschera e volto, nel mondo greco, siano la stessa parola, poiché entrambi costituiscono ciò che “offriamo agli altri” tramite la vista. Siamo maschere non “ad- domesticate” dall’autore, né lo cerchiamo; sappiamo che egli esiste e doppia le nostre stesse azioni. Per capire questo è interessante una miniatura di un codice Vaticano Urbinate 355 del- l’Hercules furens di Seneca, conservato nella Biblioteca Vaticana, dove ci sono sopra i perso- naggi, sotto il coro e in un cantuccio l’autore che legge, anzi doppia ciò che accade in un modo senza «parabasi», in un mondo senza giustificazioni.

David Lines ed Eugenio Refini (a cura di), Aristotele fatto volgare. Tradizione aristotelica e cul- tura volgare nel Rinascimento, Ets edizioni, Pisa 2015 (pagg.357)

Info sui 2400 anni di Aristotele

http://aristotleworldcongress2016.web.auth.gr/?q=en

Riferimenti

Documenti correlati

New crystallographic data collected on samples of metacinnabar from the Levigliani mine (Apuan Alps), Niccioleta mine (Metallifer- ous Hills), and the Monte Amiata Hg ore district

This general article is fittingly completed by the highly disciplinary studies of Muriel Coret and Malika Kaheraoui into French grammar and its evolution in school texts (from

Considering the good outcomes obtained pain relief, good range of motion, good pinch and grasp strength, which were stable over the first three years of follow-up, and the low rate

Solo gli enti singoli esistono, le sostanze prime; il primo movente dunque non può essere un quid astratto, generico, ma singolare (Einzelner) e tuttavia scevro di

Diventa inscindibile con morphe ( aspetto sensibile e intellegibile delle forme) Nella Metafisica , L’Eidos consiste nella forma e nella sostanza ( = OUSIA) OUSIA – deriva da

Dopo molti anni consacrati allo studio di Aristotele sui testi originali e su quelli della letteratura contem- poranea, l’autrice, recuperando la metodo- logia, la problematicità

 Autogoverno esige anche fedeltà alla moglie = infedeltà come smarrimento della capacità di governo di sé

Una storia attraverso la quale la scrittrice di origine canadese Margaret Doody gioca a costruire storie nella Storia, più precisamente nella Storia antica, in quel periodo decisivo