Il Cambiamento e
l’Innovazione nella Professione:
il Controllo Direzionale
Il controllo di gestione:
ruolo e opportunità per il commercialista
Dr. Christian PASINETTI
INDICE
Globalizzazione e PMI: il ruolo della professione economico-contabile Le attività “consolidate” del commercialista
Le attività “consolidate” dei consulenti aziendali La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
Le opportunità per il commercialista
Il controllo di gestione:
ruolo e opportunità per il commercialista
Globalizzazione e PMI: il ruolo della professione
Alcuni spunti tratti dai documenti del seminario nazionale CILEA curato dal Dott. Francesco Serao tenutosi nell’anno 1999 in Bologna:
• “.. l‘attività professionale del Dottore Commercialista, che rappresenta la categoria più rappresentativa ed autorevole nell’ambito della professione economico-giuridica italiana, ha trovato definitiva sistemazione nel 1953 attraverso l’istituzione dell’Ordinamento della professione .. ”
• “ ..se da un lato la limitata dimensione dell’impresa garantisce la flessibilità di gestione, dall’altro le PMI hanno difficoltà di rapporti con il sistema bancario, difficoltà di acquisire informazioni, contatti ed innovazione tecnologica, difficoltà di fruizione delle risorse previste dalle misure agevolative nazionali o internazionali..”
• “ ..nel corso degli anni si è assistito ad un processo di sviluppo della figura del professionista economico-giuridico, in quanto le sue funzioni assumono maggiore complessità e poliedricità rispetto agli ambiti contemplati con l’istituzione dell’Ordinamento della professione..”
Globalizzazione e PMI: il ruolo della professione
Alcuni spunti tratti dai documenti del seminario nazionale CILEA
curato dal Dott. Francesco Serao tenutosi nell’anno 1999 in Bologna (segue):
• “..ne deriva un arco di attività professionale economico-contabile molto ampio, che va dalla revisione e certificazione dei bilanci delle imprese e degli enti locali, alla sempre più impegnativa gestione del contenzioso tributario, alla consulenza di direzione, strategica ed organizzativa, in funzione proprio dell’internazionalizzazione dell’impresa, al controllo di gestione, alla consulenza finanziaria ed organizzativa, ..”
• “.. anche la professione economico-contabile diviene pertanto protagonista, attiva o passiva, consapevole o inconsapevole, di queste dinamiche, che implicano una progressiva trasformazione del ruolo del professionista..”
• “..il presupposto indispensabile è rappresentato da un ciclo di studi economico-aziendali (laurea in materie economiche), nonché un successivo tirocinio professionale obbligatorio, prima di potersi sottoporre all’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione che, peraltro, non esime l’abilitato da un continuo aggiornamento professionale..”
Globalizzazione e PMI: il ruolo della professione
Alcuni spunti tratti dai documenti del seminario nazionale CILEA
curato dal Dott. Francesco Serao tenutosi nell’anno 1999 in Bologna (segue):
• “..spesso il piccolo imprenditore non conosce esattamente neppure quanto costi realizzare un’unità di prodotto o ha una concezione distorta del dato di costo, che potrebbe portarlo a scelte errate ….. anche l’organizzazione aziendale è sovente improvvisata non aderente alle reali necessità dell’organismo produttivo: si riscontrano duplicazioni di ruoli o, al contrario, l’esistenza di funzioni importanti senza un preciso responsabile …. è necessaria anche l’attività di marketing, ossia la scelta di nuovi mercati, il posizionamento in una certa fascia di mercato, la politica dei prezzi e dei servizi si realizza attraverso scelte strategiche e tattiche da operare con cura ..”
COSA E’ CAMBIATO A DISTANZA DI OLTRE DIECI ANNI?
Globalizzazione e PMI: il ruolo della professione
“… ogni costo è vero in senso relativo, cioè in funzione dello scopo
per il quale è calcolato,
ma non è vero in senso assoluto …”
tratto da “I costi d’azienda” del Prof. Luigi Guatri, edizione Giuffrè1954
Questa affermazione di principio, ancora attuale e vitale, sta a significare che il concetto di costo non è mai univoco, ma assume significato e contenuto diversi a seconda dello scopo di calcolo.
Non si tratta di concetti teorici inutili poiché trascurare tali concetti può indurre a gravi errori di valutazione nelle scelte di impresa.
In molte imprese le decisioni vengono prese ancora “ad intuito” o al massimo sulla base di informazioni di costo approssimative e/o non aggiornate.
Fino a quando si dispone di margini abbondanti, anche questo modo assurdo di gestire può funzionare: i problemi sorgono quando si modificano le condizioni di mercato e di concorrenza in cui diventa fondamentale progettare/riesaminare la metodologia di calcolo di costi.
Le attività “consolidate” del commercialista
Dallo Studio di Settore “VK05U” aggiornato per l’annualità 2009 (evoluzione di “UK05U”, di “TK05U” e dell’originario “SK05U”
in vigore per la prima volta dal periodo d’imposta 2001)
che comprende la mappatura di 91.654 contribuenti in “normale attività”, l’Agenzia delle Entrate mappa le prestazioni per i seguenti codici attività:
• 69.20.11 (ex 74.12.A) Servizi forniti da dottori commercialisti
• 69.20.12 (ex 74.12.B) Servizi forniti da ragionieri e periti commerciali
• 69.20.30 (ex 74.12.2) Attività dei consulenti del lavoro
La suddivisione in cluster operata dall’Agenzia delle Entrate con lo Studio di Settore “VK05U” attualmente vigente porta alle seguenti considerazioni che
sono ordinate per numerosità di Iscritti ai relativi Albi professionali:
Le attività “consolidate” del commercialista
Controllo di Gestione (!)
Le attività “consolidate” del commercialista
servizi di elaborazioni contabili con liquidazione imposte
indirette e diritti
elaborazione e gestione dichiarazioni tributarie Unico /
770 / IVA / Irap / SDS / INE / …
contenzioso tributario ed assistenza del contribuente nella fase pre-contenziosa
partecipazione ed incarichi in organismi di
consulenza aziendale, organizzativa e
perizie e consulenze tecniche di parte
consulenza per operazioni straordinarie
dichiarazioni comunicazioni e
trasmissioni telematiche
consulenza ed redazione dei bilanci
e dei rendiconti economici e
finanziari consulenza e pareri in materia contabile,
fiscale e societaria
procedure concorsuali
incarichi giudiziali collegi
sindacali revisione
contabile
convegni e corsi di formazione amministra-
zione del personale
CLIENTE
Agenzia delle Entrate Enti Previdenziali
ed Assistenziali
Registro delle Imprese C.C.I.A.A.
Tribunali e Uffici G.d.P. Enti pubblici locali
SIAE
Agenzia delle Territorio Agenzia delle Dogane
Enti creditizi e finanziari
Guardia di Finanza
Banca d’Italia CONSOB
Ispettorato del lavoro Uffici Albi e Ruoli
Le attività “consolidate” dei consulenti aziendali
Dallo Studio di Settore “UG87U” mantenuto per l’annualità 2009 (evoluzione di “TG87U” e dell’originario “SG87U”
in vigore per la prima volta dal periodo d’imposta 2002)
che comprende la mappatura di 22.044 contribuenti in “normale attività”, l’Agenzia delle Entrate mappa le prestazioni per i seguenti codici attività:
• 70.22.09 (ex 74.14.1-74.14.4) Altre attività di consulenza imprend. ed altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale
• 82.92.20 (ex 74.14.6) Agenzie di informazioni commerciali
La suddivisione in cluster operata dall’Agenzia delle Entrate con lo Studio di Settore “UG87U” attualmente vigente porta alle seguenti considerazioni
riferite a contribuenti appartenenti alle categorie di reddito d’impresa ed anche di lavoro autonomo:
Le attività “consolidate” dei consulenti aziendali
Le attività “consolidate” dei consulenti aziendali
CLIENTE
consulenza finanziaria
(valutazione su investimenti, valutazione delle imprese,
piani di fattibilità, internazionalizzazione,
rating / scoring delle imprese)
consulenza organizzativa (ristrutturazione e
progettazione organizzativa, analisi dei processi, analisi di clima, knowledge management,
controllo qualità)
informazioni finanziarie, economiche, legali,
immobiliari ed altri servizi simili
recupero crediti formazione
tenuta della contabilità ed elaborazione dati contabili e fiscali consulenza
amministrativa (predisposizione sistemi contabili, di contabilizzazione dei
costi, procedure controllo bilancio, audit)
consulenze di marketing (sviluppo strategie di mktg, ricerche di mercato, mktg operativo, web mktg,
ottimizzazione rete vendita,CRM)
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
E’ pertanto doveroso evidenziare alcune opportune correlazioni tra gli
Studi di Settore VK05U ed UG87U precisando che restano escluse dall’analisi professionisti e società con compensi/ricavi superiori a € 7.500.000:
• In entrambi gli Studi, il cluster prevalente riguarda operatori con contenute dimensioni organizzative: secondo lo Studio UG87U (consulenti) le società di consulenza di grandi dimensioni rappresentano il cluster con il numero più contenuto di contribuenti pari a 374 operatori
• Nello Studio di Settore UG87U (consulenti) è stata chiaramente identificata e mappata la specializzazione in “consulenza amministrativa, contabile e fiscale” che conta 2921 operatori; per contro nello Studio di Settore VK05U (commercialisti) non esiste una specifica area di “controllo di gestione”
ma una generica di “consulenza aziendale, organizzativa e finanziaria”
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
Caratteristiche delle società di consulenza:
lavoro in team con organizzazione per progetto
collaboratori di elevata qualificazione con capacità di rigore
logico-analitico ma anche con capacità creative e di intuizione
forte orientamento all’attività di ricerca e sviluppo
I servizi offerti dalle società di consulenza:
consulti (interventi brevi, spot)
progetti (di miglioramento della gestione, per trasmettere un modello, per determinare un processo di cambiamento, ecc…)
assistenza continuativa (è un affiancamento di un consulente particolarmente esperto)
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
Cosa richiedono le G.I. alle società di consulenza:
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
I peggiori difetti delle società di consulenza agli occhi delle G.I.:
Tratto dalla pubblicazione “Uscire dalla crisi” edita da Ernst & Young - Milano, settembre 2009 La ricerca è stata condotta intervistando 50 aziende nel periodo febbraio – luglio 2009
I peggiori difetti delle società di consulenza agli occhi delle P.M.I.:
costo elevato per gli interventi consulenziali:
dal pacchetto “time & material” (a giornata) al pacchetto “flat & success fee”
“dubbia” efficacia della consulenza, soprattutto nel breve periodo
la richiesta di supporto consulenziale dell’ultimo decennio ha coinvolto numerosi juniors che hanno contribuito ad abbassare la qualità del servizio
eccessivo approccio teorico e limitata fornitura di strumenti ed applicazioni semplici ma concrete per il raggiungimento del risultato atteso
le società minori, essendo limitate al segmento delle PMI, si estinguono spesso col loro fondatore
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
Le condizioni di successo per la consulenza:
capacità di rigore logico-analitico, gestione delle relazioni interpersonali
capacità di leadership strategica (da non confondere con il “tuttologo”): la vision non deve essere percepita solamente all’interno ma deve rassicurare i clienti sulla capacità del consulente di interpretare le evoluzioni del mercato
capacità di equilibrio ed armonia tra “competenze professionali” e “competenze manageriali”
capacità di coniugare nel tempo la soddisfazione dei bisogni dei clienti e il consenso degli interlocutori (in questo caso i juniors sono più validi)
capacità di stesura, di condivisione e di gestione dei piani di lavoro nei tempi
“ … il peggior consulente è quello che dice al cliente ciò che il cliente ama sentirsi dire … ”
La consulenza aziendale: impresa a tutti gli effetti
Le opportunità per il commercialista
ANALISI SWOT
Punti di forza (Strengths) Punti di debolezza (Weaknesses)
Sviluppate competenze interdisciplinari nell’ambito dell’economia aziendale e competenze teoriche già note in ambito di CdG
Appartenenza all’Ordine Professionale con norme deontologiche già codificate
Conoscenza dei beneficiari/clienti e dei loro specifici bisogni e/o necessità aziendali
Necessità di formazione/revisione/sviluppo di modelli personalizzati sul controllo di gestione
Approccio organizzativo “per progetto”
Necessità di coordinamento e di iterazione con altre discipline (ad es. informatica, statistica)
Necessità di chiarezza sui differenti incarichi professionali conferiti dal cliente
Rete territoriale di commercialisti che con abitualità impiegano il CdG da integrare/sviluppare
Opportunità (Opportunities) Minacce (Threats)
Ampliare la gamma di consulenza offerta fidelizzando maggiormente il cliente
Possibilità di migliorare la qualità dei controlli sull’amministrazione aziendale in relazione agli incarichi professionali già esistenti
Possibilità di impiegare modelli di CdG già sviluppati per attività economiche simili
Possibilità di gestire la fase di progettazione e di implementazione del modello di CdG ma anche le fasi di affiancamento e di mantenimento
Nessuna
Le opportunità per il commercialista
Il controllo di gestione è un progetto sviluppabile in
“fasi di lavoro” che risultano interdipendenti tra loro.
Il commercialista è già presente in azienda ed implementare un sistema di controllo di gestione, prima “elementare” poi via via “complesso”
permette all’ “azienda cliente” di apprezzare e concretizzare il lavoro.
PIANIFICAZIONE Definizione obiettivi e
priorità
SCELTA Scelta tra alternative
IMPLEMENTAZIONE Attuazione e monitoraggio MIGLIORAMENTO
Valutazione e feedback
Le opportunità per il commercialista
Le P.M.I. localizzate nella provincia di Bergamo avvertono l’esigenza di sviluppare le proprie funzioni aziendali ed in tal senso anche la C.C.I.A.A. ha deciso da differenti anni di educare e formare gli imprenditori bergamaschi.
Un recente esempio è costituito dal “Progetto Promovalle”
per la creazione e lo sviluppo delle imprese presenti nelle valli e nella bassa bergamasca.
Ecco i risultati raccolti: www.promovalle.it