Comune di Treviglio
Consiglio Comunale del 21 dicembre 2010 Apertura di seduta
Presidente
Buona sera a tutti.
(intervento fuori microfono) Bene. Prego.
Segretario Generale
Appello nominale. Volevo comunicarvi che si stima per marzo l’attivazione di un nuovo sistema tecnologico per gestire le sedute di Consiglio.
Presidente
Bene. Gli Assessori Adobati e Lingiardi sono impegnati e arriveranno fra poco. Il Consigliere Merisi mi ha pregato di dire che arriverà con un lieve ritardo, per impegni professionali.
Possiamo iniziare allora con il primo argomento all’ordine del giorno.
Comune di Treviglio
Consiglio Comunale del 21 dicembre 2010
Punto n. 1)
DETERMINAZIONE DELLE ALIQUOTE E DELLE DETRAZIONI RELATIVE ALL’APPLICAZIONE DELL’IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI PER L’ANNO 2011 -
Presidente
Prego, se può illustrarci il provvedimenti. Dott. Cervadoro, grazie.
Dott. Cervadoro
Grazie, buona sera a tutti. Allora, l’art. 172 del Testo unico degli Enti locali prescrive che in via di attuazione del nuovo Bilancio, del Bilancio di previsione per il prossimo esercizio, debbano essere allegate le deliberazioni con le quali l’Amministrazione approva le tariffe e le aliquote d’imposta. Per quanto riguarda l’Ici, di cui alla presente diciamo proposta di deliberazione, la finanziaria 2007, la 296 del 2006, ha riportato la competenza per l’approvazione delle tariffe Ici in capo al Consiglio Comunale, competenza che con l’approvazione del Testo unico nel 2000 era stata precedentemente spostata alla Giunta. Quindi si chiede al Consiglio di approvare, sostanzialmente mantenere e riapprovare le stesse aliquote Ici già in vigore attualmente. Peraltro l’articolo che abbiamo citato nella proposta di delibera, 77 bis, della 122, convertita nella legge 133 del 2008, aveva comunque previsto un periodo, fino a tutto il 2011, di sostanziale sospensione della possibilità dei Comuni di poter deliberare incrementi e maggiorazioni relativamente ai tributi locali.
Ciononostante viene proposto comunque di confermare tutto il sistema di aliquote e detrazioni vigenti, introducendo in questa delibera tuttavia comunque una novità, o se vogliamo, un’integrazione, rispetto all’aliquota ordinaria, che comunque rimane fissata al sette per mille e a quella agevolata del cinque, per le abitazioni principali, ed è nella misura del quattro per mille relativamente a una casistica particolare, che è l’aliquota comunque minima fissata dalla legge, per le convenzioni stipulate dal Comune di Treviglio relativamente alla realizzazione di alloggi con obbligo di locazione a canone moderato, nel rispetto di quanto previsto dal Programma regionale <Case a canone
Quindi sostanzialmente in questa delibera viene confermata tutta la struttura delle aliquote, e anche, se vogliamo, tutto il sistema di detrazioni, così com’era previsto quando ancora diciamo era vigente l’imposta, l’Ici sulle prime abitazioni, anche in quanto il Decreto legge
’93-2008, poi convertito nella 126-2008, aveva sì stabilito l’esclusione dell’Ici dalle abitazioni principali, però con delle eccezioni, che sono quelle relative alle abitazioni di categorie catastali particolari, A1, A8, A9, per le quali comunque devono, sussistono, continuano a sussistere le detrazioni d’imposta e l’aliquota ridotta per abitazione principale.
Quindi viene mantenuta tutta la struttura di detrazioni e riduzioni, così com’era stata fissata precedentemente dal Comune di Treviglio, per queste casistiche particolari. Basta, non c’è altro.
Presidente
Grazie. Richiesta di chiarimenti? Il provvedimento era stato visto anche in Prima Commissione, che l’aveva rinviato al Consiglio, licenziato per il Consiglio. Non ci sono richieste di chiarimenti. Dichiarazioni eventuali di voto? Bene. Possiamo allora porre in votazione questo provvedimento.
Votiamo per alzata di mano. Per cui, chi approva questa delibera alzi la mano. All’unanimità. Chi si astiene? Chi vota contro? Nessuno. Bene.
Immediata esecutività. Chi vota per l’immediata esecutività alza la mano. All’unanimità. Chi si astiene? Chi vota contro?
Potete abbassare la mano. Va bene. Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno.
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Punto n. 2)
ALIENAZIONE AZIONI DELLA SOCIETA’ ASSICURAZIONI GENERALI SPA -
Presidente
Ah, volevo comunicare che l’Assessore alle finanze è assente, è in viaggio per esigenze sue personali e non ha potuto essere presente.
Chiedo dunque al dott. Cervadoro di illustrare questo provvedimento.
Dott. Cervadoro
Grazie Presidente. Dunque, il Comune di Treviglio detiene delle azioni della soc. Assicurazioni Generali spa, a seguito di un lascito da parte della Fondazione Sangalli, si tratta di 1.758 azioni ordinarie della società. Con la presente proposta di deliberazione si chiede appunto di procedere alla alienazione di questi titoli, richiamando sia l’art. 3, comma 27, della legge 244-2007, che già fissava dei limiti diciamo alle partecipazioni di società da parte delle Amministrazioni Pubbliche…
(interventi in sottofondo)
… sia il comma 32 dell’art. 14 del Decreto legge 78-2010, poi convertito nella legge 122-2010 e recentissimamente diciamo ulteriormente modificato dalla legge di stabilità per quanto riguarda la possibilità, le ulteriori limitazioni stabilite nei confronti dei Comuni, con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti.
In questo quadro, che sostanzialmente poi è anche confermato da indirizzi precisi da parte della Corte dei conti Lombardia, che vuole che, insomma, ci sia una partecipazione minima e limitata a situazioni veramente essenziali e motivate del Comune in società, questa partecipazione, che peraltro era frutto di una situazione particolare, perché era relativa a un lascito, richiede che non ha nessun motivo, diciamo, di essere mantenuta e devo dire, anche in funzione delle esigenze che anche quest’anno sono particolarmente stringenti e ci vedono correre per arrivare sul filo di lana a raggiungere l’obiettivo dei saldi finanziari e del patto di stabilità, richiedono di sottoporre diciamo all’approvazione da parte del Consiglio della, di questa alienazione di queste azioni.
Queste azioni non hanno un valore nominale, diciamo, sono quotate sul mercato libero, quindi verrebbero poi vendute a opera, a cura del Tesoriere sul mercato e il valore approssimativo diciamo, attualmente, è intorno ai 24-25.000 Euro, questo è l’importo. Grazie.
Presidente
Ci sono chiarimenti? Il Consigliere Ravasi.
Consigliere Ravasi
Solo per dire che se 24.000 Euro permettono di raggiungere il patto di stabilità, cioè siamo messi veramente male, dobbiamo venderle, vendiamole, ma non diciamo che ci servono per chiudere il patto, perché se questo Comune con tutto ciò che amministra è ancora a 24.000 Euro, è ben poco. Spero che comunque nell’alienazione poi la finalità venga mantenuta come da lascito. Grazie.
(interventi fuori microfono) Dott. Cervadoro
Sì, allora, mi ero dimenticato, chiedo scusa, di precisare che nel dispositivo della delibera è previsto che, vista diciamo l’origine di questa partecipazione, cioè un lascito da parte della fondazione, il Consiglio delibera che il ricavato netto della cessione dei titoli azionari dovrà essere destinato a spese di carattere sociale ed assistenziale.
Relativamente agli obiettivi di patto di stabilità, non si tratta di essere messi bene o male, si tratta che rispetto diciamo anche a come erano fissati i limiti di patti di stabilità per l’anno 2009, nell’anno 2010, non è stato in corso d’anno dato alcun tipo di alleggerimento, cosa che invece con successivi provvedimenti nel corso del 2009 aveva consentito di raggiungere più agevolmente i saldi finanziari previsti, pur con un’attenta programmazione e un costante monitoraggio delle dinamiche relative ai saldi finanziari, quest’anno non c’è stato nessun tipo di agevolazione, c’è stata una dinamica tutto sommato sulla parte straordinaria relativamente alle entrate, alle riscossioni chiedo scusa, sulla parte, al Titolo IV, che risente ancora degli effetti della crisi congiunturale, per cui servono veramente non i 24.000 Euro in quanto i 24.000 Euro, ma serve di mettere in campo tutte le opzioni possibili per raggiungere l’obiettivo che sarà centrato non certo con grossissimi margini. E quindi avendo dei margini ristretti, secondo me è prudente e opportuno non lasciare indietro nulla.
Presidente
Prego, il Sindaco.
Sindaco
Solo per dire che per il patto di stabilità siamo sempre stati virtuosi e comunque ogni entrata, cioè, ci aiuta a far tornare i conti, perché come sapete abbiamo stipulato anche quell’accordo con le banche, perché i nostri fornitori possano avere con anticipo quanto dovuto. Siamo orgogliosi di essere tra i Comuni virtuosi.
Presidente
Bene. Qualche altro chiarimento o qualche altra dichiarazione? Non ci sono altre dichiarazioni. Allora pongo in votazione la delibera di alienazione delle azioni delle Assicurazioni Generali spa. Chi è d’accordo alza la mano.
(interventi in sottofondo)
Stiamo votando il secondo punto all’ordine del giorno, che è stato illustrato. Chi è d’accordo allora alza la mano…
(intervento fuori microfono)
… chi è d’accordo, chi vota a favore alza la mano. Bene. Chi si astiene alza la mano. Uno. Chi vota contro? Nessuno. Immediata esecutività.
Chi è d’accordo per l’immediata esecutività alza la mano. Bene, grazie.
Chi si astiene? Ecco, uno. Chi vota contro? Nessuno. Bene.
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno. Passiamo al Settore urbanistico.
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Punto n. 3)
ADOZIONE PIANO DI RECUPERO CONFORME AL PRG VIGENTE, PRESENTATO DAL SIG. VALTULINI GIOVANNI, AI SENSI DELL’ART.
25, COMMA 8 BIS, DELLA L.R. 11-3-2005, N. 12 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, ED AI SENSI DELL’ART. 3, DELLA L.R. 23-’97, IMMOBILE POSTO IN VIA MILANO -
Presidente
Ci illustra, non essendo ancora arrivato l'Assessore, ci illustra il provvedimento l’arch. Morabito.
Arch. Morabito Buona sera.
Presidente
Buona sera. Prego.
Arch. Morabito
Il piano di cui si tratta questa sera riguarda gli immobili che si trovano in via Milano…
(interventi in sottofondo)
… scusate, ripeto, allora, riguarda gli immobili che si trovano in via Milano, sono classificati dal vigente Prg come insediamenti rurali esistenti in zona agricola, soggetti a Piano di recupero. L’area è inserita all’interno del Piano del Roccolo, ed è altresì inserita nel perimetro del Plis della Gera d’Adda. All’interno di queste due perimetrazioni valgono le previsioni del vigente Piano regolatore. L’area è normata dall’art. 50, lett. b), delle Norme tecniche del vigente Piano regolatore, il quale prevede la possibilità di trasformare anche totalmente le destinazioni d’uso, purché le destinazioni agricoli presenti originariamente siano cessate da almeno cinque anni e le nuove destinazioni siano valutate come compatibili con le modalità di cui al successivo punto c) delle norme.
A tal proposito il Consiglio Comunale nel 1997, con delibera 52, ha ritenuto che gli interventi di trasformazione delle destinazioni d’uso si definiscono compatibili con l’esercizio dell’agricoltura quando non danneggino o compromettano la coltivazione e l’allevamento del bestiame. Quest’area si inquadra nel Piano territoriale di coordinamento provinciale vigente come, nella tav. E2-2N, paesaggio e ambiente, come tutela e riqualificazione e valorizzazione ambientale paesistica del territorio e tav. E4-4N, organizzazione del territorio, sistemi insediativi, quadro strutturale, ambiti di valorizzazione e riqualificazione a progettazione paesistica disciplinati dall’art. 66 delle norme del Piano territoriale di coordinamento provinciale.
Il comma 5 di questo art. 66 ammette interventi per il recupero e il riuso del patrimonio edilizio esistente, anche con limitati ampliamenti volumetrici. L’elaborato del Piano territoriale di coordinamento provinciale E5-5-4N, la individua come aree interessate da fenomeni urbanizzativi in atto o previsti dagli strumenti urbanistici locali, fino alla data dell’anno 2000. La Cascina Scarotti non è individuata negli elaborati del Piano territoriale di coordinamento provinciale come elementi storici e architettonici e non è neanche individuata nell’elaborato E5, repertori, sempre come cascina storica.
Allora, la proposta di Piano di recupero è stata preceduta da una richiesta di parere preventivo nell’anno 2005, la richiesta di parere preventivo ha avuto un suo iter, è stata vista nella Commissione del paesaggio nell’anno 2007, con, alla presenza anche del progettista, dove è stata illustrata questa proposta e la Commissione aveva espresso un parere di massima favorevole, indicando dei criteri sulla progettazione. Poi successivamente, trovate tutto scritto in relazione, successivamente nel 26 marzo del 2008, è stata presentata la prima proposta di Piano di recupero. Il Piano di recupero prevedeva, all’origine, una occupazione anche del suolo agricolo all’esterno dell’area perimetrata dal Piano regolatore generale, quale soggetta a Piano di recupero. La Commissione edilizia l’ha visto più volte, ha espresso più volte i propri pareri di indirizzo, gli uffici comunque hanno sempre manifestato contrarietà per quanto riguarda l’estensione della possibilità di espandere il perimetro al di fuori dell’area perimetrata dal Piano regolatore e con varie successive integrazioni il 24 agosto del 2009 è stata presentata una nuova soluzione, nella quale il progetto è stato previsto all’interno del perimetro del Piano di recupero, modificando anche l’assetto planimetrico, come aveva richiesto la Commissione del paesaggio nel giugno del 2008, è stato ruotato di 90 gradi rispetto al precedente originario progetto.
Diciamo, il Piano di recupero ha avuto i vari passaggi, tra i lavori pubblici, Polizia locale, ottenendo i pareri favorevoli, è stato ottenuto anche il parere favorevole della Roggia Vailata per l’attraversamento della stessa roggia con la fognatura, in modo che la stessa, correndo su terreni di proprietà del proponente, si vada a collegare con la fognatura esistente in via Bezzecca, quindi non andando a immettere reflui sul terreno, ma collegandosi alla fognatura civica. La stessa cosa è stata fatta dal servizio dei lavori pubblici, che ha concesso la possibilità di attraversare la Roggia Firone, se non sbaglio e nel periodo di asciutta, sempre con una modalità detta a spingitubo, cioè, senza andare a rovinare l’alveo della roggia, ma passando al di sotto del letto delle due rogge.
Poi il piano ha avuto un momento di blocco, in attesa che, abbiamo verificato che non era stata comunicata la dismissione dell’azienda agricola, ancorché questa, del Ced …?... , non è stata comunicata la dismissione di queste attrezzature, di questi edifici dall’attività agricola, ancorché queste fossero state già dismesse nell’anno 2003, comunque sono trascorsi i cinque anni dalla comunicazione, dal 2005, ed è stato, il piano è stato sottoposto alla Giunta Municipale, che ha richiesto di inserire ulteriori articoli riguardanti gli impianti tecnologici, cioè fare un impianto centralizzato di riscaldamento e raffrescamento, di impegnarsi a rispettare i pareri espressi dai vari Enti e dagli uffici comunali e di individuare quali fossero le spese di istruttoria.
Per quanto riguarda gli standard, non sono previsti, non è prevista l’individuazione di standard all’interno del piano, pertanto si, è prevista la monetizzazione di tutta la dotazione obbligatoria per legge. Poi per quanto riguarda l’attuazione del Piano di recupero, questo è previsto in dieci anni dalla data di approvazione. Non so, se ci sono delle domande sono a vostra disposizione.
Presidente
Bene. Ci sono chiarimenti allora? Grazie per la illustrazione. Chiarimenti all’architetto? La parola allora al Consigliere Manenti.
Consigliere Manenti
Arch. Morabito, pochi chiarimenti, anche perché come lei sa questo argomento, pur essendo venuto due volte in Seconda Commissione consiliare, non è stato, a mio modo di vedere, approfondito, perché la prima volta si era deciso di toglierlo, su richiesta della Maggioranza, di toglierlo dall’ordine del giorno del Consiglio e la seconda volta è rientrato dalla finestra, ma non c’è stata particolare discussione sul
punto, se non sui motivi per cui tornava in Consiglio, a cui mi adeguo, pur non essendo d’accordo.
Sono alcune domande. Allora, lei parla di superficie, allora, io vado a leggere la relazione, nella sua delibera, nella delibera del Comune non si comprende da dove derivi tutta questa cubatura, da dove derivi questa cubatura, vado a leggere la relazione illustrativa del progettista e anche qui non trovo delle risposte, secondo me, convincenti, o comunque sufficienti per mettermi in una condizione di votare con coscienza e scienza. Allora, io leggo semplicemente che noi abbiamo una superficie di fabbricati di metri quadri 1.041,80, abbiamo una superficie di metri quadri 742,07 di tettoie e poi lascio perdere la …?...
sul silos a trincea, perché quello non fa, come sappiamo, né cubatura né superficie.
Allora, da questa copertura di fabbricati di 1.041,80 metri quadri e prima di tutto le chiedo se sono stati verificati dall’Ufficio tecnico del Comune in loco le superfici, perché io analizzando le fotografie, che è l’unico strumento che ci è stato dato per poter venire incontro a questa legittima richiesta, perché è alla base di tutta la cubatura, non mi pare che questa cascina, escluse tettoie e porticati, abbia una superficie di 1.041,80 metri quadri, perciò chiedo se in loco è stata fatta una verifica da parte dell’Amministrazione Comunale.
Ma poi mi è ancora più strana e mi è di difficile comprensione perché su una superficie coperta di poco più di 1.000 e rotti metri quadri, e se non ho perso tutte le cognizioni possibili, la superficie coperta è tutta la superficie coperta utilizzabile, sia essa si trovi al piano terreno, sia al piano primo, sia sottotetti, una superficie di 1.000 metri quadri sviluppi una cubatura di circa 8.000 metri cubi. Ecco, allora la mia domanda è, perché contrariamente si aveva sostenuto ormai da anni, da anni, da anni, in questo Consiglio Comunale e ci siamo dibattuti tutti, allora utilizziamo ancora il sistema, qui abbiamo il fienile che è alto dieci metri e abbiamo il cubatura ics di dieci metri, cosa che abbiamo detto che nelle zone agricole non si può più fare e non si dovrebbe più fare, e lo dice il nostro P.G.T., che andremo poi ad esaminare. Allora, la mia prima domanda è questa, a), oppure gliele faccio tutte insieme, Presidente, le faccio tutte insieme allora le domande…
Presidente Sì, sì, è meglio.
Consigliere Manenti
… allora, la domanda è: prima di tutto se avete verificato la corrispondenza da quanto è stato detto dal progettista alla reale situazione di fatto, se avete identificato punto per punto cos’è l’identificabile per tettoie e porticati, che come sappiamo non fanno cubatura recuperabile e come mai su una superficie di fabbricati di poco più di 1.000 metri quadrati riusciamo a sviluppare una cubatura di 8.000 metri cubi. La prima domanda è questa.
La seconda domanda, che secondo me è quella più interessante, riguarda il famigerato P.G.T., che andremo ad approvare. Allora, sempre in sede di analisi in Seconda Commissione consiliare, a specifica richiesta dei Consiglieri Scarpellino e Reduzzi, che hanno condotto a mio modo di vedere bene l’istruttoria, si era chiesto se un domani con l’approvazione del P.G.T. fosse realizzabile la medesima cubatura, cioè medesima cubatura sempre se ci sono gli 8.000 metri cubi, su cui io nutro molti dubbi. Comunque, e la risposta da parte degli uffici è stata, sì, anche secondo il nuovo P.G.T. approvandolo, si può realizzare la cubatura di 8.000 metri cubi, salvo diverse differenze, su cui si dovrebbe poi attenere una volta approvato il P.G.T. in sede di approvazione definitiva.
Ecco, io ho cercato di verificarlo, anche se con molta difficoltà, perché sono, non sono un avvocato urbanista e non sono tecnico, ho cercato di verificarlo nel P.G.T., però non ho trovato, ad essere sincero, riscontro in questa affermazione da parte del nostro tecnico. Perciò, non avendo trovato un diretto riscontro a quanto lei ha detto sulla corrispondenza degli 8.000 metri cubi, anche se fosse già adottato il P.G.T., cosa che ci interessa molto, sono andato a rileggere, cioè, mi sono rivisto mentalmente quello che aveva detto l’arch. Benevolo nel corso dei diversi incontri sul P.G.T., e in particolare quello della non recuperabilità del volume fisico, ma del volume di piano moltiplicato per tre, perciò ci ritroviamo una cubatura di 3.000 metri cubi, oppure, se ci sono più piani, però è tutto da accertare e noi non abbiamo elementi in questa istruttoria che ci permette di accertarlo, sono andato a verificare il nuovo P.G.T. e non ho trovato riscontro alle sue affermazioni, che si possono fare gli 8.000 metri cubi, perché a mio modo di vedere, nella fattispecie in esame, si applicherebbe l’art. 4 del Piano dei servizi.
Okay, l’art. 4 del Piano dei servizi, trattandosi del Parco del Roccolo, questo è inserito nel Parco del Roccolo…
(intervento fuori microfono)
… e allora sono sempre più confuso, cioè, nella premessa della delibera voi dite che è inserito nel Parco del Roccolo, l’area è inserita all’interno del Parco del Roccolo, allora, se è inserita nel Parco del Roccolo applichiamo l’art. 4 del Piano dei servizi, che assolutamente non mi permette questa cubatura qua e questo tipo di recupero, assolutamente,
se non siamo nel Parco del Roccolo modifichiamo l’atto, mi prendo un quarto d’ora di tempo, me ne vado di là e me lo ristudio, cioè, io dico che non è vero che si può fare gli 8.000 metri cubi, se avessimo il P.G.T., ma faremmo, a mio modo di vedere, una superficie di poco superiore ai 3.000 metri cubi, con il recupero delle cascine, a), b) e c), cioè, non ci facciamo lo steccone, che, indecente in zona agricola, ma su questo mi riservo poi nell’intervento, quando avrò avuto le sue risposte. Grazie.
Presidente
Bene. Altre domande? Il Consigliere Scarpellino.
Consigliere Scarpellino
Grazie Presidente. Ecco, in Seconda Commissione, come ha ricordato giustamente il collega Manenti, è stata diciamo discussa, con grande attenzione, appunto questa possibilità che il piano in oggetto dopo l’adozione del P.G.T. possa essere ovviamente ricondotto alla normativa contenuta dal P.G.T. Adesso il testo della legge regionale, della legge urbanistica regionale, in effetti contiene alcune definizioni che non mi sono molto chiare, per cui ne volevo avere giusto l’ennesima conferma da parte dell’arch. Morabito e del Segretario comunale.
All’art. 14.5, la norma recita: qualora il Piano attuativo introduca varianti agli atti di P.G.T., dopo l’adozione da parte del Consiglio Comunale, si applica quanto previsto dall’art. 13, commi da 4 a 12. L’art. 13 in questione, soprattutto al punto 12, prevede: nel periodo intercorrente tra l’adozione e la pubblicazione dell’avviso di approvazione degli atti di P.G.T., si applicano le misure di salvaguardia, in relazione a interventi oggetto di domanda di permesso di costruire, ovvero di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi.
Allora io mi chiedo, questo punto 12 dell’art. 13 è applicabile nella fattispecie se questo piano viene adottato stasera? Cioè, questo, dopo l’adozione da parte del Consiglio Comunale agli atti del P.G.T., che avverrà in effetti dopodomani, se noi l’adottiamo stasera è applicabile questa norma? Oppure quello di stasera va, si ritiene, come dire, fuori dall’applicazione di questa norma? Questa è la mia domanda tecnica.
Grazie.
Presidente
(intervento fuori microfono) Consigliera Siliprandi
Mi hanno preceduto in maniera molto chiara i Consiglieri Scarpellino e Manenti e comunque riteniamo che avrebbe dovuto essere adottato dopo l’adozione del P.G.T., se non altro dibattuto, considerato. Prima l’adozione del P.G.T.
Presidente
Bene. Il Consigliere Ravasi.
Consigliere Ravasi
Ci troviamo di fronte a una deliberazione che secondo me merita un ulteriore approfondimento, però ho visto che la Commissione consiliare del 4 e del 5 aveva chiesto questi chiarimenti, poi è intervenuto non so che cosa nella Maggioranza e la successiva Commissione l’ha portato in Consiglio. Secondo me, chiedo alla Maggioranza di fare un ripensamento e di portare questo ordine del giorno successivamente all’approvazione del P.G.T.
Innanzitutto perché, cioè va chiarito quali sono le misure di salvaguardia legate all’adozione del P.G.T., previste dall’art. 36, comma 3, della L.R. 12-2005. Non solo, c’è anche un qualcosa che va chiarito all’art. 26, comma 4, dove viene chiarito che questo atto non avrà nessuna salvaguardia, cioè, noi lo determiniamo questa sera, così è, i permessi a costruire successivi sono degli atti assolutamente di routine.
Comunque, entrando nel merito del progetto, vorrei dei chiarimenti tecnici, che sono i seguenti: questione allacciamento fognatura, alle pag. 4 e 5 della proposta di piano si precisa che la proprietà dopo aver inizialmente previsto lo scarico delle acque reflue nella Roggia Vailata, previo trattamento di un impianto fitodepurazione, ha mutato il progetto, l’allacciamento alla fognatura in asserito adeguamento alle note critiche della Provincia e del Consorzio generale Roggia Vailata, senonché nella proposta non vi è nessuna menzione di accordi col gestore della fognatura, né tantomeno viene riportato, anche in linea di massima, il collegamento alla fognatura. La questione è particolarmente delicata, perché la proposta dura dieci anni.
Poi vorrei chiedere questo: a pag. 5 si rende noto che con una nota del 26-2-2010 è stato trasmesso ai richiedenti il preavviso di rigetto della loro istanza, di cui all’art. 10 bis della legge 241-1990. Per quale motivo questa Amministrazione ha cambiato idea, recependo le
controdeduzioni formulate dai richiedenti e portando la proposta davanti al Consiglio? Dalla lettura della proposta non è chiarito. Grazie.
Presidente
Altre richieste di chiarimento? Piero Guzzetti.
Consigliere Guzzetti
Grazie. Anch’io chiedo qualche chiarificazione tecnica. Riprendendo quanto citato prima da Scarpellino, perché anch’io in Commissione ero uno di quelli che voleva aver ben chiaro questa approvazione prima dell’adozione del P.G.T. Riprendendo sempre l’art. 13, al punto 12, chiedo espressamente, siccome parla, nel periodo intercorrente l’adozione, eccetera, si applicano le misure di salvaguardia, in relazione a interventi oggetto di domanda di permesso di costruire, ovvero denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni e atti medesimi. Il progetto in questione prevederà successivamente il permesso di costruire o la denuncia di inizio attività, perché finora siamo solo a un progetto preliminare, giusto? Ecco, questa è la prima domanda, cioè, vorrei una risposta chiara, proprio in merito a questo punto 12 dell’art. 13.
Sempre riprendendo la L.R. 12, che riguarda la legge per il governo del territorio, la L.R. n. 12 è dell’11-3-2005, della Lombardia, all’art. 36, dove il punto 3 dice: nel periodo intercorrente l’adozione e la definitiva approvazione degli strumenti di pianificazione comunale a richiesta del dirigente del competente ufficio comunale, ovvero laddove costituito, dello Sportello unico per l’edilizia il dirigente della competente struttura regionale, con provvedimento motivato, da notificare all’interessato, può ordinare la sospensione d’interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, che siano tali da compromettere o da rendere più onerosa l’attuazione dei predetti strumenti. Domanda, io la intendo in questo modo, però voglio avere il supporto del dirigente e del Segretario, secondo me si intende, siccome è a richiesta del dirigente del competente ufficio comunale, cioè, con provvedimento motivato il dirigente regionale può ordinare la sospensione, quando ci sono interventi che compromettono o rendono più onerosa l’attuazione dei predetti strumenti, ma ai fini dell’Amministrazione Comunale, non certo dell’interessato privato che ha fatto la domanda del Piano attuativo, questa è la domanda. Io la intendo così, ma vorrei una risposta precisa dal dirigente e dal Segretario comunale. Grazie.
Presidente
Bene. Altri? Consigliere Luigi Reduzzi.
(intervento fuori microfono) Consigliere Reduzzi
Visto che siamo in vena di chiarimenti, provo a chiedere un chiarimento, mi sembra sull’abc dell’urbanistica. In questi casi i termini vanno usati in maniera precisa, due in particolare, adozione e approvazione. Qui negli interventi di prima ho sentito saltare tra approvazione e adozione e m’è venuto il dubbio che questi concetti e definizioni chiave non siano così chiari. Allora, il discorso, se ben ho capito, vale sia per questo piano, di cui stasera si chiede non l’approvazione ma l’adozione, dopo di che scattano i canonici 60 giorni delle osservazioni, eccetera, chiunque può fare le sue osservazioni, il Consiglio Comunale le prenderà in esame, le accetterà, le respingerà, in toto o in parte, dopo di che passerà all’approvazione, 60 giorni.
Lo stesso iter vale per il P.G.T., dopodomani sera, stasera cominciamo con l’illustrazione, dopodomani sera si va all’adozione, dopo di che scattano i 60 giorni per le osservazioni, dopodiché si passerà alla approvazione. Bene, a me risulta, se la matematica, se la matematica non è un’opinione, che se noi stasera adottiamo il Piano Cascina Scarotti e giovedì sera adottiamo il P.G.T. con le Norme tecniche di attuazione e quant’altro a corredo di, eccetera, questo Piano Scarotti cade tra la adozione e la approvazione e quindi va in salvaguardia…
(intervento fuori microfono)
… e va be’, vorrà dire che tu sei un esperto, sei più esperto di me, io piglierò atto che hai ragione tu e che io ho torto, però siccome ho un tecnico comunale e un Segretario, se permetti mi fido di loro, fides et ratio, ho una fiducia razionale in questi due che siedono là, un po' di meno in te, scusami, perché non mi sembra che tu sia dentro in queste cose al punto tale da smentire due della struttura comunale, comunque ognuno si assume le sue responsabilità.
(intervento fuori microfono)
Ecco, grazie, ma certo, ma certo, non è un problema.
Gradirei un chiarimento o una precisazione o una conferma di quello che ho appena detto, perché, avv. Manenti, lei sa benissimo che dopo questi chiarimenti i due o tre Consiglieri della Maggioranza, i tre Consiglieri della Maggioranza che avevano espresso dei dubbi, di fronte a questi chiarimenti sul passaggio da adozione a approvazione e quant’altro, a me non risulta tra l’altro che l’arch. Morabito abbia detto che col nuovo P.G.T. la volumetria recuperabile è la stessa, ma posso aver capito male, posso aver capito male, io ho capito un’altra cosa,
però, voglio dire, visto che c’è l’arch. Morabito sarà lui a spiegarlo, è una delle domande che hai fatto prima.
Presidente
Bene. Ci sono altre richieste? No. Possiamo passare alle risposte a queste elaborate richieste tecniche. Prego.
Arch. Morabito
Ho preso degli appunti, però molto velocemente, se dimentico qualcosa ricordatemelo. Consigliere Manenti, noi ci siamo basati, come ci si basa su tutte le domande che vengono presentate agli uffici comunali, sui rilievi che vengono effettuati da un tecnico professionista iscritto all’albo, i rilievi, non andiamo sul posto a verificare e a rifare i rilievi presentati da un professionista, che in quanto iscritto all’albo si assume le responsabilità, oltretutto c’è un articolo nelle nostre…
(cambio cassetta)
… sia per quanto riguarda i permessi di costruire, per quanto riguarda le aree, oppure le ristrutturazioni…
(intervento fuori microfono)
… per quanto riguarda le aree e le ristrutturazioni e i rilievi anche per quanto riguarda i Piani attuativi. C’è una tavola specifica, è elencata nei documenti del Piano di recupero, è la tavola n. 6, rilievo dei fabbricati esistenti, calcolo delle superfici e dei volumi, dove è stato individuato ogni edificio presente nel compendio della Cascina Scarotti e indicato, è qui da vedere, è indicato con colore rosso ciò che è stato considerato come volume e con colore azzurro quello che non viene considerato come volume.
Nel volume è considerata praticamente la scatola edilizia, così come dicono le nostre norme, cioè, noi in questo momento siamo in vigenza di un Piano regolatore e il Piano regolatore mi dice che il volume si calcola prendendo il volume fisico, quindi l’intera scatola edilizia, dal piano di campagna fino al colmo del tetto e lo si divide per tre, in modo da ottenere la superficie residenziale complessiva. Ecco, con questo penso di aver risposto sia alla prima che alla seconda domanda, se sono state individuate le tettoie e i volumi e quindi sono stati individuati i volumi, cioè, non sono entrate nel calcolo le tettoie aggiunte ai volumi preesistenti. Quindi come volume è stata considerata la cascina, l’edificio anni ’50-’60, il fienile posto a sud e la stalla, cioè, il fienile posto nel centro del compendio, mi sono confuso, la stalla è posta a
Per questo, da una superficie coperta di circa 1.041 metri quadrati, è possibile che, con i calcoli che prevede il Piano regolatore, il volume sia di 7.759 metri cubi…
(interventi in sottofondo)
… poi per quanto riguarda la verifica che ha effettuato con il Piano dei servizi, confermo che è l’art. 4, delle norme del Piano dei servizi, che regola il futuro di quest’area ad adozione del Piano di governo del territorio.
La sua indicazione su quella parte del Roccolo, l’ho enucleata dal, per rispondere come eravamo d’accordo in Seconda Commissione consiliare, alle domande. La parte che riguarda il Roccolo, all’art. 4, e i commi 2 e 3, gli ultimi due periodi: per le sole aree a sud dette del Roccolo, tra la Statale 11 e la ferrovia Milano-Venezia inoltre è ammesso un intervento volto alla realizzazione di strutture per la promozione degli usi ricreativi, su proposta del proprietario, penso che sia questo quello che diceva lei, mediante assoggettamento…
(intervento fuori microfono)
… sì, Piano dei servizi, art. 4.2.2, gli ultimi due periodi, ecco, su proposta del proprietario, mediante all’assoggettamento all’uso pubblico o su iniziativa del Comune, nel rispetto dei seguenti parametri.
Quest’area è l’area del Roccolo, c’è la chiesetta degli alpini e i fabbricati che ci sono intorno, non è l’area relativa al Parco del Roccolo…
(intervento fuori microfono)
… non ho capito…
(intervento fuori microfono)
… non parla delle aree del Roccolo, parla del Plis l’articolo…
(intervento fuori microfono)
… l’art. 4, del Piano dei servizi…
(intervento fuori microfono)
… il comma 2.2 o il comma, va be’. Va be’, il comma 1 dice, il Piano dei servizi riconosce un parco di scala urbana e territoriale, comprendente le aree di rilievo urbano e comprensoriale esistente di progetto e di valenza sovracomunale, in cui vengono riconosciute e tutelate, secondo composizioni diverse, le valenze ambientali delle aree interessate.
L’attività agricola può essere conservata o anche insediata in queste zone, avendo la funzione di tutela dei valori ambientali e naturali e di significativa connotazione paesaggistica, questo è il comma 1. Poi le tavole individuano all’interno di questo parco un coordinamento con le previsioni del Documento di piano, un’area di potenzionamento e la funzione agricola a nord e un’area a potenzionamento delle funzioni ricreative a sud.
Il comma 2.1 riguarda il Cerreto, il comma 2.2 riguarda le altre aree. Per le altre aree del parco territoriale sono ammessi interventi per attività e insediamenti propri della funzione agricola, secondo una o più delle categorie d’intervento individuate dalla legge e qui dice cosa si fa nell’area agricola libera. Poi, successivamente, per gli edifici rurali contenenti al loro interno porzioni di edifici storici appositamente individuati nelle tavole +1, oltre alla funzione agricola è ammesso un intervento di recupero esteso all’intero complesso, volto a conseguire le destinazioni d’uso di cui al successivo comma 3, secondo la seguente disciplina e qui c’è la disciplina di come verranno utilizzate. Quindi, per le parti del complesso riconoscibili come aggiunte in epoca moderna, con l’esclusione dei volumi tecnici quali silos, serbatoi, stalle di dimensioni industriali, eccetera, è ammesso un intervento di ristrutturazione edilizia, ivi inclusa la possibilità di demolire e ricostruire i volumi esistenti, in contiguità dell’edificio principale.
Esclude le stalle di dimensione industriale, cioè i capannoni che sono stati fatti recentemente, non le stalle storiche o le stalle costruite prima, io do anche una soglia storica, che è prima della legge 93 dell’80…
(intervento fuori microfono)
… poi per gli edifici esistenti di valore storico, interventi sugli elementi strutturali comporteranno la salvaguardia di murature portanti esterne e interne, eccetera, e mi dice cosa bisogna fare.
(intervento fuori microfono)
Allora, per quanto riguarda la cubatura, è ammesso un intervento di
…?... edilizia, ivi compresa, ivi inclusa la possibilità di demolire e ricostruire i volumi esistenti in continuità dell’edificio principale, quindi per gli edifici, gli edifici storici devono essere mantenuti e dovranno avere un intervento come previsto dal Manuale del restauro, che si trova nelle norme del Piano delle regole e non del Piano dei servizi, mentre per quegli altri edifici che non sono riconosciuti storici, quindi come aggiunti in epoca moderna, e le posso dire, per esempio, in questo caso, l’abitazione che è stata, a quel che si vede, costruita negli anni, fine anni ’50, primi anni ’60, è un edificio di epoca moderna, come un edificio di epoca moderna il fienile, che è messo nel centro del compendio, mentre ritengo che possa essere di valore storico, come è di valore storico, quel che resta dell’antica cascina, perché come si vede dalle fotografie è parzialmente crollata e una parte, e non tutto, la stalla con al di sopra il fienile, che sono posti a sud dell’intervento.
Questo glielo dico perché sono andato a consultare le carte storiche, le carte catastali storiche che sono in possesso del Comune e queste due parti del compendio risalgono a prima dell’800, quindi le troviamo nelle carte dell’800. Non so se ho dimenticato qualcosa, Consigliere
(intervento fuori microfono)
… a questo, visto che è una domanda che han fatto tutti, la faccio per ultimo.
Poi, Consigliere Scarpellino, mi parla dell’art. 14, comma 5, giusto, della legge 12, ho preso questo appunto…
Consigliere Scarpellino
… (intervento fuori microfono)… sì, art. 14.5, che rimanda all’art.
13.12…
Arch. Morabito
… non mi risulta che abbiamo un Piano di governo del territorio, perché l’art. 14 si riferisce a un Piano di governo del territorio vigente, noi non l’abbiamo…
(intervento fuori microfono)
… se non c’è, per il momento, scusi! Cioè, non, allora…
(intervento fuori microfono)
… va in salvaguardia dopo, non adesso. Cioè, il Piano di recupero che stiamo guardando è conforme al Piano regolatore, io l’ho spiegato anche in Seconda Commissione consiliare e fino a quando non viene adottato il Piano di governo del territorio è conforme allo strumento urbanistico vigente. Si troverà in contrasto successivamente, ma non può fare variante all’adottando Piano di governo del territorio perché non introduce questa variante, noi stiamo adottando un Piano di recupero non ai sensi dell’art. 14, della legge 12, ma, lo trovate anche nel testo della proposta di delibera, ai sensi dell’art. 25, comma 8 bis, della L.R. 12, cioè Piano attuativo conforme al Piano regolatore…
Consigliere Scarpellino
… (intervento fuori microfono)… è chiaro architetto, quello che io le chiedo è, venerdì si…
(interventi in sottofondo) Presidente
Sì, senza però fare battibecco…
Consigliere Scarpellino
… no, no, nessun battibecco, perché evidentemente non ho posto bene prima la domanda di chiarimento. Venerdì, dopo l’adozione del P.G.T., questo piano rientra in quel punto 12, quindi in salvaguardia, sì o no?
Arch. Morabito
Posso? Allora, dopo l’adozione del Piano di governo del territorio, questo piano non introduce variante a un piano non ancora vigente, il piano adottato, Piano di recupero adottato, dovrà essere verificato con lo strumento urbanistico generale che viene adottato successivamente.
(interventi in sottofondo) Presidente
Bene. Procediamo…
(interventi fuori microfono) Intervento ?
Sarà soggetto ad una doppia salvaguardia…
Arch. Morabito
… sarà soggetto ad una doppia verifica, cioè, noi dobbiamo verificare se è conforme allo strumento urbanistico di oggi, e le dico di sì, venerdì, giovedì, quando verrà adottato il nuovo piano, il nuovo strumento urbanistico, si troverà in contrasto con lo strumento urbanistico e quindi dovrà adeguarsi…
Intervento ?
… prevarrà lo strumento urbanistico adottato…
Sindaco
Quello che ha detto Reduzzi insomma…
Intervento ?
… e poi, come ha detto il Consigliere Reduzzi, non è che dall’adozione di questa sera scatta la possibilità di rilasciare i permessi di costruire, è un’adozione, il percorso politico e di merito è tutto aperto. È necessaria la fase delle osservazioni e l’approvazione, dopo l’approvazione ci si potrà convenzionare, prima assolutamente no. Stasera c’è la doppia conformità, sia rispetto a quello che si dice stasera, sia all’assetto precedente, che non consente di andare in fase esecutiva, assolutamente no, manca ancora un pezzo grande quanto una casa.
Rispetto alla domanda del Consigliere Guzzetti, quella norma è a tutela dell’interesse pubblico, è evidente, non dell’interesse privato.
Ah, dobbiamo dire anche la logica del preavviso di diniego…
Arch. Morabito
… sì, adesso rispondo, dopo mi farò aiutare dal Segretario per questa parte. Allora, non so se, Consigliere Ravasi, rispondendo agli altri Consiglieri ho risposto anche a lei, per quanto riguardava…
(intervento fuori microfono)
… no, no, per quanto riguarda l’altra cosa. Con il gestore della fognatura non sono stati presi contatti, perché i contatti si vanno al momento dell’allacciamento, la fognatura viene realizzata, è un allacciamento che viene fatto sulla via Bezzecca, la condotta è prettamente di proprietà del proponente, che la realizza a sue spese. È la stessa cosa che succede quando si fa un nuovo edificio, fino alla fognatura comunale la competenza è del proprietario, che ne risponde, non, la società che gestisce la fognatura non si prende in carico l’allaccio dal compendio futuro fino alla fognatura esistente.
Rispetto alla…
(intervento fuori microfono)
… pag. 5 di cosa, mi scusi? Perché non sono riuscito a prendere velocemente gli appunti…
(intervento fuori microfono)
… la pag. 5 della mia relazione? Un attimo che la cerco, così…
(interventi in sottofondo)
… comunque, niente, vado a memoria, allora, è stata inviato il preavviso di diniego perché abbiamo verificato che non erano trascorsi i cinque anni dalla, non era stata data comunicazione della dismissione dell’attività agricola su quegli immobili, che deve essere di, secondo le nostre norme, di cinque anni.
La comunicazione che è stata, alla quale noi ci possiamo riferire, è la presentazione della proposta preliminare di richiesta di parere preventivo, per il Piano di recupero, che è stata fatta nel 2005, adesso non ricordo esattamente la data e quindi da quel momento noi abbiamo avuto notizia dell’avvenuta dismissione, ancorché da quanto ci è stato fornito dai proponenti, la dismissione di quegli edifici e dell’attività agricola era stata effettuata già all’atto dell’acquisto delle aree e quindi nel 2003, per la nostra norma dice che dev’essere comunicata, quindi abbiamo fatto partire dalla data in cui noi ne siamo venuti a conoscenza, quindi nel 2005.
E abbiamo mandato questo preavviso di diniego, il proponente ha risposto dicendo che siccome mancavano circa quatto o cinque mesi
per raggiungere i cinque anni, ha chiesto di sospendere il diniego. La cosa è stata accettata e quindi abbiamo aspettato che si compissero i cinque anni dalla data di comunicazione dell’avvenuta dismissione dell’attività agricola. Non so se c’è…
(intervento fuori microfono)
… poi, il Consigliere Guzzetti, va bene quello che ho detto agli altri Consiglieri, oppure ho dimenticato qualcosa?
(intervento fuori microfono)
Una mia precisazione, scusate, richiesta di precisazione.
Consigliere Guzzetti
Sì, ho capito che qui siamo nella fase di adozione e quindi questo piano verrà ancora riproposto, arriverà, quindi arriverà a essere tutelato dal regime di salvaguardia del prossimo Piano di governo del territorio, che verrà approvato dopodomani e comunque ritornerà ancora in Consiglio Comunale per l’approvazione...
(interventi fuori microfono)
… dopo le osservazioni, certo…
Arch. Morabito
Allora, verrà pubblicato, ci saranno 30 giorni di esposizione al pubblico, più i successivi 30 giorni per le osservazioni…
(interventi sovrapposti)
Consigliere Guzzetti
… fermo restando che ci sarà la salvaguardia prevista dal nuovo P.G.T., che verrà adottato. Va bene, grazie.
Presidente
Bene. Un altro chiarimento? Prego Ravasi.
Consigliere Ravasi
Architetto, mi conferma che se questo progetto venisse portato dopo l’approvazione del P.G.T. sarebbe sottoposto a Vas, mentre approvandolo stasera non verrà più sottoposto a Vas? Se fosse in vigore il nuovo P.G.T., questo progetto sarebbe sottoposto a Vas, mentre se lo adottiamo stasera non è più sottoposto a Vas.
Arch. Morabito
Eventualmente sarebbe sottoposto a verifica di valutazione all’assoggettabilità alla Vas, però ricordo che nel momento in cui è stato fatto il Documento di Piano, il Documento di piano è stato sottoposto a una Valutazione ambientale strategica nella sua complessività.
Bisognerà verificare se tali operazioni comprendono anche le cascine storiche, io le posso dire di sì, che nella sua globalità la Valutazione ambientale strategica ha considerato anche queste parti di territorio, che riguardano il Plis. Quindi a mio parere non dovrebbe essere soggetto a Vas, ma a una verifica, eventualmente a una verifica di assoggettabilità.
Presidente
Ci sono altre richieste? Bene, passiamo allora alle dichiarazioni di voto…
(intervento fuori microfono)
… interventi. Manenti.
Consigliere Manenti
Allora, abbiamo avuto dei chiarimenti, arch. Morabito non mi hanno convinto, non mi hanno convinto né per quanto riguarda la cubatura, perché fortunatamente ci avete dato delle fotografie e la discrezionalità applicata su cosa si possa identificare per portico o, scusi il termine, allora, quali sono le tettoie e i porticati, e se è applicata alla assoluta discrezionalità del progettista e di chi ha guardato. Se io verifico dalle fotografie, mi pare che questa cascina sia per la gran parte costituita da portici e da tettoie altissime, che hanno permesso, secondo me ingiustamente, di recuperare una cubatura enorme in zona agricola.
Non mi ha convinto neanche la questione della salvaguardia, su cui ritorneremo, perché anche noi abbiamo autorevoli pareri che stasera non mettiamo sul tavolo, ma li metteremo successivamente, non solo abbiamo autorevoli pareri che questa procedura non entrerà in salvaguardia, ma abbiamo anche decisioni già della magistratura in proposito, però stasera, adeguandomi a quello che ha detto il Consigliere Reduzzi, gli organi di legittimità sono rappresentati in questo Consiglio Comunale dal Segretario comunale e in parte dall’arch. Morabito, perciò non faccio altro che fidarmi di loro, pur sapendo che secondo me la questione è ben diversa.
È dal punto di vista politico però che va affrontato questo discorso, noi ci troviamo a tre giorni, a due giorni dall’approvazione del P.G.T., quando coscientemente andiamo ad approvare una ulteriore distruzione del territorio comunale agricolo, ma non solo distruzione del territorio comunale agricolo e questo gli dovrebbero rimbalzare le orecchie al
Consigliere Guzzetti, che ha scritto anche articoli, lettere aperte, ma la politica si fa coi fatti, non con le lettere, si fa coi fatti, su queste cose bisogna battagliare, non devono essere approvate. Quella stecca di 17 villette a schiera, o 18 villette a schiera, in zona Parco del Roccolo, in una zona bellissima del Comune di Treviglio, mantenere agricola, oggi invece noi permettiamo, voi permettete, perché il mio voto sarà sicuramente contrario, voi permettete di farci una frazione di Treviglio.
Perché si tratta di una frazione, perché dopo a questa casa se ne attaccheranno altre, si tenderà di unirle con l’abitato del Comune di Treviglio e pezzo per pezzo arriveremo fino alle Cascine Pezzoli e occuperemo, occuperanno anche tutto questo tratto del Comune di Treviglio.
Perciò mi ha stupito molto la presa di posizione di chi in questo Consiglio Comunale, politicamente, e facente parte del centro, della sinistra, non del centro sinistra, come faccio parte io, oggi approva questo piano. Io mi sarei battuto, come mi sono sempre battuto, perché le cascine rimangano cascine e non vengano invece trasformate in condomini, non dotate di fogne, perché queste non verranno mai dotate di fogne, perché voglio vedere la Cogeide che permetterà di attaccarsi alla fogna, dopo un lungo tratto di attraversamento di terreni agricoli, anche questa è una modificazione di una zona agricola, anche il semplice passaggio della fognatura, dei tubi della fognatura, dell’energia elettrica, di tutto quello che serve per rendere abitabile questa zona e questo piano.
Perciò, dal punto di vista politico, secondo me è un gravissimo errore che incorre questa Maggioranza, nell’approvare questo Piano di recupero e il fatto che venga approvato a due giorni, che venga adottato a due giorni dal Piano di recupero, ribadisco quando ho già detto in Commissione, secondo me c’è sotto qualcosa che non è ancora stato chiarito perfettamente questa sera, perché se non ci fosse stato niente lo metteremmo come punto all’ordine del giorno subito dopo l’adozione del P.G.T. e invece lo dobbiamo mettere prima…
(interventi fuori microfono)
… ma lo dobbiamo mettere prima, noi avevamo chiesto di metterlo almeno un’ora dopo, ci è stato risposto di no, un’ora dopo, cioè di non porlo al n. 3 dell’ordine del giorno, ma al n. 6, approviamo, adottiamo il P.G.T. e poi adottiamo questo, ci è stato detto di no, le motivazioni politiche le direte ai cittadini di Treviglio. Grazie.
Presidente
Ci sono altri, Consigliere Reduzzi.
Consigliere Reduzzi
Mah, visto che il Consigliere Manenti mi ha tirato personalmente in ballo, sé, ho capì, ma ci siamo, c’ha nisciuno è fesso, Eugenio, dài, adesso…
(intervento fuori microfono)
… no, ma è ovvio, io volevo fare due o tre considerazioni…
(intervento fuori microfono)
… se me le lasci, per favore, fare. Le prime riguardano il Consigliere Manenti e quanto ha appena detto. Allora, visto che la sinistra è accusata di distruzione del territorio e anche il povero Guzzetti si becca questa accusa, volevo capire quando il Consigliere Manenti era Assessore cos’ha fatto per cambiare questo Piano regolatore, che adesso andiamo a cambiare, finalmente, per evitare queste cose, se dobbiamo parlare di responsabilità politiche non mi sembra che il Consigliere Manenti abbia visto la trave nel suo occhio, invece della pagliuzza negli occhi altrui, queste sono responsabilità politiche, pregresse, ma sono responsabilità politiche.
Secondo, non riesco sinceramente a capire, a parte la strumentalizzazione, la contraddizione tra il dire che noi voteremo contro, noi loro ovviamente, voteranno contro la adozione, perché anche qui continuare a confondere adozione con approvazione non è un buon sintomo, ma loro comunque voteranno contro la adozione, ma però se fosse stato presentato un’ora dopo l’adozione del P.G.T., boh, avrebbero votato contro lo stesso? O no? Non ho capito, cosa cambia…
(intervento fuori microfono)
… cosa cambia, cosa cambia nella sostanza, non nella forma, cosa cambia nella sostanza…
(intervento fuori microfono)
… cosa cambia nella sostanza...
(intervento fuori microfono)
… no, no, no, i giochetti, va be’…
Presidente
Lasciatelo parlare…
(intervento fuori microfono) Consigliere Reduzzi
… ma è ovvio…
(intervento fuori microfono)
… ecco, cominciamo a imitare il parlamento, le tribune politiche, eccetera, chi grida di più ha ragione e via dicendo…
Presidente
… poi potete contrastare quanto dice, adesso lasciate che finisca…
Consigliere Reduzzi
… cosa cambia nella sostanza, se siamo d’accordo con quello che abbiamo detto sulla adozione del P.G.T., e cioè che finalmente chiude la stalla purtroppo quando molti buoi se ne sono andati, ma le responsabilità politiche le ha anche qualcun altro, su questa questione e quando lo stesso Consigliere Manenti ha sempre detto, finalmente, ci voleva questa normativa per le zone agricole e finalmente, ecco, bene, finalmente questa normativa sig. Consigliere Manenti, lei lo sa benissimo, che da giovedì sera entrerà in vigore e allora su questo ci dobbiamo misurare, su questa scelta politica di adottare a ridosso della adozione del P.G.T. e quindi delle nuove, del, o Piano delle regole che in zona agricola, come lei stesso ha riconosciuto, finalmente pone dei vincoli, che il vecchio P.G.T. invece non poneva, tanto è vero che poi tutte le cascine non ancora inserite nel Plis con il nuovo P.G.T. vengono inserite nel Plis.
Allora, questa è la sostanza politica, se dobbiamo invece fare o iniziare, ma è iniziata già da tanto, la campagna elettorale, su questa questione, facciamola, però il discorso del, un’ora dopo va bene, tre giorni prima no, ben sapendo che comunque con quei tre giorni si va a finire in ogni caso in quella che una volta si chiamava salvaguardia, periodo di salvaguardia, adesso si chiama in modo diverso, ma non è la terminologia che mi interessa, a me interessa la sostanza, vuol dire proprio arrampicarsi sui vetri e dal Consigliere Manenti io questo non me l’aspettavo.
Presidente
… arrampicarsi sui vetri. Mi pare che ci sia qualcun altro…
(interventi in sottofondo)
… avanti…
(interventi in sottofondo)
… allora, c’è qualche altra dichiarazione?
Consigliera Siliprandi
… (intervento fuori microfono)… dichiarazione o intervento?
Intervento, siamo in fase degli interventi. Qualche altro, Bruno Brambilla.
Consigliere Brambilla
Grazie, Presidente. Io non avevo partecipato alla prima Seconda Commissione, la prima volta, ho partecipato però alla seconda, avevamo visto che c’erano delle, così, delle perplessità in ordine soprattutto alla questione dell’applicabilità del P.G.T. nella fase successiva e avevamo indicato, avevamo chiesto di mettere una sorta di raccomandazione, che ho visto che è stata recepita qua nella deliberazione, nella proposta di delibera.
L’unica cosa che non mi convince di questa dichiarazione, di questa raccomandazione, è quel verbo, auspicando, che auspicando l’è una roba un po' aleatoria, per cui proponevo ecco di modificare leggermente questo recepimento della raccomandazione della Seconda Commissione, in un modo più tranquillo per quanto ci riguarda, in quanto poi la delibera alla fine recepisce esattamente la raccomandazione e quindi vorrei che questa raccomandazione fosse non auspicata, ma fosse certa.
Quindi da questo punto di vista credo che basterebbe aggiustarla, io faccio questa proposta, quando diciamo, qui diciamo, maggiore attenzione a una distribuzione volumetrica in relazione al contesto ambientale e paesaggistico, auspicando il recupero, io direi, maggiore attenzione alla consistenza volumetrica e alla sua distribuzione in relazione al contesto ambientale e paesaggistico, recuperando le preesistenze con valenza storica, eccetera, cioè, toglierei quell’auspicando, e metterei recuperando, che è per noi, almeno per quanto mi riguarda e come membro della Commissione, mi da più tranquillità, nel senso che io ho fatto una raccomandazione, non con un auspicio, ma con una certezza che questa venga poi effettivamente applicata.
Non lo so se questo discorso può andar bene anche per gli altri, possiamo farla come proposta e magari di, se voi la recepite, va bene così, voglio dire, cioè, la approviamo così.
Presidente
Bene. Quindi è una proposta di modifica che dev’essere poi…
Consigliere Brambilla
Sì, chiamiamolo emendamento, cioè, è una correzione di questa dichiarazione che abbiamo fatto come Seconda Commissione…
Presidente
… naturalmente viene proposta…
Consigliere Brambilla
… che poi è stata stesa, diciamo, in un certo modo e che forse stendendola in un modo più…
Presidente
… impegnativo…
Consigliere Brambilla
… ecco, garantista, ci da più tranquillità insomma, ecco.
Presidente
Va bene. Qualche altro intervento? Guzzetti.
Consigliere Guzzetti
Grazie. Mah, niente, su, così, sollecitazione anche dell’intervento del Consigliere Manenti, chiaramente mi sento coinvolto, devo dire sinceramente che noi come lista non è che siamo proprio così entusiasti di questo intervento e questa è anche la motivazione dei dubbi espressi in Commissione, però se devo essere sincero questa sera abbiamo avuto delle risposte che, allora, c’era una domanda di un privato che ha fatto un progetto e quindi aveva richiesto una risposta, la risposta fa riferimento al Prg vigente, abbiamo capito che comunque se viene adottato questa sera poi entrerà in regime di salvaguardia, con il nuovo P.G.T. che verrà adottato dopodomani e ritornerà poi per essere ridiscusso, perché così com’è, è vero, non è che, cioè, fra l’altro appunto forse non c’era neanche l’obbligo di presentare le tavole, ma presentando le tavole, cioè, all’occhio, considerando questo recupero edilizio, questo Piano attuativo, non è che, insomma, sia proprio il massimo all’interno del Plis.
Comunque, detto questo, mi sembra che il nuovo P.G.T. darà una
condivido fra l’altro la richiesta di Bruno Brambilla, noi anche nella Seconda Commissione avevamo messo appunto che la Commissione all’unanimità approva il passaggio, raccomandando che nella fase progettuale venga posta maggiore attenzione alla distribuzione volumetrica e quindi ritorna un punto che stasera è stato toccato bene prima, in relazione al contesto ambientale, che secondo noi è determinante, e paesaggistico, invece di auspicando mettiamo recuperando le preesistenze con valenza storica, come da norme dell’adottando P.G.T.
Io penso che sia questa una mediazione da parte nostra accettabile, pur ritenendo che, insomma, non è che ci faccia un grande piacere questo progetto, però è una mediazione accettabile e comunque valuteremo poi in sede di approvazione definitiva…
(interventi in sottofondo)
… ancora in Consiglio Comunale, come sarà questo progetto definitivo.
Niente, quindi anticipo anche che voterò a favore, con queste motivazioni, la delibera in questione.
(interventi in sottofondo) Presidente
Il Consigliere Scarpellino.
Consigliere Scarpellino
Grazie Presidente. Anticipando anch’io la dichiarazione di voto, per ottimizzare i tempi, visto che in Seconda Commissione ero stato io a formulare quella parte appunto del parere, aderisco alla richiesta del collega Brambilla Bruno e mi dichiaro d’accordo a modificare la delibera, così come proposto. Quindi il gruppo che rappresento voterà a favore dell’adozione.
(interventi in sottofondo) Presidente
Il Sindaco vuole fare una formulazione…
Sindaco
La Giunta fa propria la richiesta di correzione avanzata dal Consigliere Brambilla.
Presidente
Bene. Allora, procediamo. Consigliere Paolo Gatti.
Consigliere Gatti
Quando i buoi sono scappati dalla stalla bisogna lasciarla aperta, sia mai che qualcuno si ricorda e torna indietro, qui invece vogliamo chiudere, che così siamo sicuri che non ne torna più neanche uno. Tutta questa filosofia sulle cascine, a me che sono l’unico che forse in cascina ci è nato e ci abita, non dico che cosa, mi rende ancor più convinto che la lettera che ho scritto sia da confermare in toto, perché c’è della follia in quello che è stato detto, un Piano di recupero, siccome ci sarà un pezzo di fogna che attraversa la campagna, ma io mi ricordo la mia amica del Montizzolo, Merigo, quando eravamo giovani e cercavamo di filare un po' insieme, che la nostra fognatura ha attraversato tutta quella bella campagna, Montizzolo è una cascina storica di Caravaggio, per chi l’ha conosce, ed è anche una bellissima cascina, è stata attraversata e vedete quei bei tombini in mezzo ai campi, ma dico, di tutti voi che è che si è lamentato che in quel momento lì si andava a deturpare un pezzo di campagna lombarda? Era una necessità del progresso, voglio dire, va bene, attraverseranno con la fognatura? Ma che problema c’è?
Mia mamma nel ’59 si è sposata e la prima mattina che si è svegliata nella mia cascina è rimasta sorpresa vedere 59 bambini, non perché era l’anno, 59 bambini che a piedi, bambini, dalle elementari alle medie, che andavano a scuola. Se oggi, a distanza di 50 anni, ci saranno in via Milano, ma potrebbe essere in via Pagazzano, Cascina Moniche, altri 50 bambini che vengono a scuola a Treviglio, ma chiedo a tutti voi, che problema c’è? Le statistiche dicono che la gente nelle città, nelle zone urbanizzate, ha superato quella in zona agricola, allora, cosa, è positivo o negativo? Portiamo gli orti comunali alle porte della città di Treviglio, non è forse mica meglio portare, proprio perché siamo per il km zero, la gente direttamente là dove si coltiva, visto che le volumetrie ci sono, eccetera?
C’erano tutte quelle persone perché dormivano soui spass, fienili per chi non lo sa e una volta andava bene, anche se erano altri dieci metri,
‘nse scundia ‘n del fè, oggi per l’aspetto del risparmio energetico, eccetera, ma ve lo vedete voi uno che recupera una stalla vecchia all’interno di una cascina storica, come può essere la Cascina Monache o la Cascina Valsana, che fa un’abitazione con otto metri di intradosso, solo perché bisogna salvaguardare? Cioè, ragazzi, meditiamo, perché tutta questa filosofia porta in alcuni casi, poi ci possono essere esagerazioni da una parte, non cadiamo nell’esagerazione dall’altra.