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4 fl ue acque super fi ciali acque re

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Academic year: 2022

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(1)

u

uIndice biotico esteso (IBE) _________________________________________________________104 u

uLivello di inquinamento da macrodescrittori (LIM) _________________________________108 u

uStato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) __________________________________________112 u

uStato ambientale dei corsi d’acqua (SACA) ________________________________________115 u

uStato ecologicodei laghi (SEL) _____________________________________________________116 u

uStato ambientale dei laghi (SAL) ___________________________________________________119

n

n

Applicazione integrata di metodologie di monitoraggio in ambiente fl uviale ___________120 u

uScarichi civili e produttivi in acque superfi ciali____________________________________126 u

uImpianti di depurazione refl ui civili ________________________________________________128

n

n

Il Piano Regionale di Tutela delle Acque ____________________________________________131

4

(2)

4.1

Indice biotico esteso (IBE)

Questo indice si basa sull’analisi della struttura della comunità di macroinvertebrati bentonici (larve di insetti, molluschi, crostacei, ..., viventi principalmente sul fondo dell’alveo) che colonizzano le differenti tipologie fl uviali. Esso valuta di quanto la comunità riscontrata sul corso d’acqua in esame si discosta da quella attesa, considerando sia la ricchezza totale in taxa (famiglie o generi), che la presenza di taxa più esigenti in termini di qualità.

L’indice permette di esprimere un giudizio di qualità dell’ambiente fl uviale.

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.2.3

Piano Regionale di Tutela delle Acque (ex art.

44 D.Lgs. 152/99) approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 1788/XII del 08/02/2006

u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore è necessaria per la determinazione dell’indice SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua), richiesta esplicitamente dalla normativa

u

u Livelli normativi di riferimento Non defi niti

riferimenti normativi

u

u Tema Acque correnti u

u Sottotema Qualità biologica u

u Settore Agricoltura, Turismo, Industria (Gestione aree urbane, Vita domestica) u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale sulla base di

campagne di valutazione trimestrali, per l’anno 2003, e semestrali per gli anni 2004-2005.

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione* J

Giudizio stato**

Tendenza*** D

**

L’indicatore medesimo fornisce una valutazione della qualità biologica dei corsi d’acqua sulla base di 5 classi di qualità, a cui si rimanda.

***

complessivo resti invariato, l’andamento delle condizioni ambientali risulta in peggioramento se si prendono in considerazione i valori relativi alle

*

Il D. Lgs. 152/99 defi nisce un numero minimo di stazioni di campionamento, in funzione della tipologia del corso d’acqua e della superfi cie del bacino imbrifero. Il numero minimo previsto per la Dora Baltea è di due stazioni. Il monitoraggio ARPA prevede invece un totale di 38 stazioni di campionamento di cui 11 sull’asta principale della Dora Baltea e 27 sui principali affl uenti.

numero costante di stazioni con giudizio alto.

Il peggioramento della classe di qualità si riscontra soprattutto in alcuni torrenti laterali ed è imputabile, in molti casi, all’esecuzione di lavori di sistemazione idraulica che stravolgono completamente l’alveo del torrente e determinano per lunghi tratti a valle un aumento della torbidità e dei solidi sospesi.

Nel 2005 la qualità biologica complessiva rimane invariata, mentre 8 stazioni di campionamento registrano un miglioramento della classe di qualità.

In molte situazioni il cambiamento delle condizioni ambientali, dovuto alla chiusura dei cantieri in Dal 2002 al 2004, nonostante il giudizio

(3)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

• APAT – Annuario dati ambientali 2004

elaborazione e presentazione

u

u QUALITÀ BIOLOGICA DEI CORSI D’ACQUA DAI RILIEVI SULLE 38 STAZIONI DELLA RETE DI MONITORAGGIO - ANNI 2003, 2004 E 2005

Classi di qualità

Valore di

IBE Giudizio di qualità

Colore relativo alla classe di

qualità

I 10-11-12

Ambiente non inquinato o comunque non alterato in

modo sensibile

II 8-9

Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o

di alterazione

III 6-7 Ambiente inquinato o comunque alterato

IV 4-5 Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato

V 0-1-2-3 Ambiente eccezionalmente inquinato o alterato

u

u CLASSI DI QUALITÀ BIOLOGICA

DELL’AMBIENTE FLUVIALE E INDICE IBE

2003

La classe di qualità rilevata in ogni stazione di monitoraggio viene attribuita a tutto il tratto di corso d’acqua a monte, fi no alla eventuale stazione precedete, o alla sorgente.

Valtournenche Torrente Marmore: campionamenti per la determinazione indice IBE

(4)

4.1

2004

2005

(5)

Classi di qualità biologica

Codice Stazione di prelievo 2002 2003 2004 2005

Dora Baltea

22010101 Dietro funivia Val Vény - Courmayeur II II II II

53010101 Ponte strada stazione FS - Pré-Saint-Didier II III III III

40010103 Ponte Equilivaz – La Salle III II III III

74010101 Ponte SS 26 – Villeneuve II III III III

3010102 Angolo sud-est cimitero - Aosta II III III III-II

60010105 Ponte nuovo di Saint-Marcel III III-II II II

20010102 Ponte nuovo di Pontey - Chatillon II II II II

43010103 Ponte al Borgo - Montjovet II II II II

73010103 Ponte per Fleuran - Verrès II II II II

34010106 Ponte autostrada loc.Champagnola - Hône II II II II

52010101 Ponte autostrada confi ne regionale – Pont-Saint-Martin II II II II-I

Torrenti

41020701 Dora di Verney - a monte frazione Golette - La Thuile I I I I

41022704 Torrente Rutor - a monte confl uenza con Dora di Verney - La Thuile I I I I

53020701 Dora di La Thuile - alla foce - Pré-Saint-Didier II II II II

68020603 Dora di Valgrisenche - ponte Prariond - Valgrisenche II I II-I II-I

5020605 Dora di Valgrisenche - a monte frazione Leverogne - Arvier I I I I

56020503 Dora di Rhêmes - ponte Frazione Mélignon - Rhêmes-Saint-Georges II II II II

74020501 Dora di Rhêmes - alla foce (congiunta col Savara) - Villeneuve II II II II

70023702 Savara - ponte Rovenaud - Valsavarenche II II II II

21020908 Grand’Eyvia - ponte Champlong - Cogne II II I I

21020909 Grand’Eyvia - Pont de Laval - Cogne II II II II

8020901 Grand’Eyvia - alla foce - Aymavilles II II III III

18020203 Ayasse - a monte ponte Outre l’Eve - Champorcher I II-I II-I I

34020201 Ayasse - alla foce - Hône I I I I

33021102 Lys - frazione Perletoa - Gressoney-Saint-Jean II II II II

29021101 Lys - ponte schiena d’asino - Gaby II II III II

52021101 Lys - alla foce sotto ponte FS - Pont-Saint-Martin II II II II

7020801 Evançon - ponte SR per Antagnod - fraz. Corbet - Ayas II II III II

12020809 Evançon - ponte Arcesaz - Brusson II II II II

73020801 Evançon - alla foce - Verrès III II III III

71021204 Marmore - a monte centrale ENEL di Perrères - Valtournenche II I-II III-II II

2021207 Marmore - ponte Filey - Antey-Saint-André II II III-II II

20021207 Marmore - alla foce - ponte autostrada - Chatillon II II II II

69020402 Buthier - ponte Thoules - Valpelline I I-II II I

57020401 Buthier - ponte incrocio SR 17 e 28 - Roisan II II II II

3020401 Buthier - alla foce - Aosta III II-III III III

30020301 Artanavaz - ponte SR per Allein - Gignod I I I I

22020103 Dora di Ferret - ponte SR per Val Ferret - Courmayeur II II II-I II

CONFRONTO ANNI 2002-2003-2004-2005

(6)

4.2

Livello di inquinamento da macrodescrittori (LIM)

L’indice LIM si ottiene calcolando per ognuno dei parametri chimici defi niti dalla normativa come

“Macrodescrittori” (Ossigeno disciolto, BOD5, COD, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Fosforo totale, Escherichia Coli) il 75° percentile su di una serie annua di 12 valori (misurazioni mensili) e individuando, all’interno di una tabella defi nita dalla normativa, un punteggio per ciascun parametro.

Dalla somma di questi valori si ottiene un punteggio totale e un corrispondente livello di inquinamento (5 livelli standard da Pessimo a Elevato).

Questi livelli forniscono una informazione limitata ad aspetti chimico-microbiologici. Essi serviranno per il calcolo di ulteriori indici più sintetici e generali, per i quali la normativa prevede valori limite e tempi per l’adeguamento.

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.2.3

Piano Regionale di Tutela delle Acque (ex art.

44 D.Lgs. 152/99) approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 1788/XII del 08/02/2006

u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore è necessaria per la determinazione dell’indice SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua), richiesta esplicitamente dalla normativa

u

u Livelli normativi di riferimento La normativa stabilisce i criteri per la

classifi cazione in livelli (vedi tabella di pag. 109)

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Qualità delle acque

superfi ciali

u

u Settore Agricoltura, Turismo, Industria (Gestione aree urbane,

Vita domestica)

u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione J

Giudizio stato*

Tendenza* D

*

Si riporta la classifi cazione delle 38 stazioni di monitoraggio negli ultimi 4 anni.

Anno/

Qualità elevata buona suffi ciente scadente pessima

2002 13 25

2003 9 29

2004 12 26

2005 13 25

(7)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

• APAT – Annuario dati ambientali 2004

elaborazione e presentazione

u

u LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI DAI DATI RILEVATI SULLE 38 STAZIONI DELLA RETE DI MONITORAGGIO PER GLI ANNI 2003, 2004 E 2005

u

u LIVELLI DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI E CLASSI DI QUALITÀ INDICE LIM

2003

Dal 2001 il calcolo dei punteggi viene effettuato sulla base di una valutazione dei punteggi per l’attribuzione dello stato ELEVATO che tiene conto della valutazione oggettiva del corpo idrico di riferimento relativo all’Ecotipo Montano (tipico della Valle d’Aosta). Ai sensi del punto 2.1.3.1 del D.Lgs.

152/99, i livelli LIM non sono mai risultati inferiori a

“BUONO”.

La classe di qualità rilevata in ogni stazione di monitoraggio viene attribuita a tutto il tratto di corso d’acqua a monte fi no alla eventuale stazione precedente o alla sorgente.

LIM Punteggio ottenuto dai

Macrodescrittori Qualità

Liv. 1 480-560 Elevata

Liv. 2 240-475 Buona

Liv. 3 120-235 Suffi ciente

Liv. 4 60-115 Scadente

Liv. 5 <60 Pessima

(8)

4.2

2004

2005

(9)

Valle d’Aosta Châtillon – Cascate di Brusoncles

(10)

4.3

Stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA)

L’indice di Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) si ottiene incrociando i dati dell’Indice Biotico Esteso (IBE) con i dati del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM). Si ottiene in questo modo un indice sintetico per descrivere lo stato dei corsi d’acqua considerando sia fattori chimici che microbiologici e biologici.

La classifi cazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua in 5 classi di qualità (da elevata a pessima), secondo i valori assunti dall’Indice SECA, è

effettuata secondo criteri stabiliti dalla normativa.

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.2.3

Piano Regionale di Tutela delle Acque (ex art.

44 D.Lgs. 152/99) approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 1788/XII del 08/02/2006

u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore è richiesta esplicitamente dalla normativa

u

u Livelli normativi di riferimento La normativa stabilisce i criteri per la classifi cazione dei valori di SECA in classi di qualità.

Viene defi nita la tabella che permette di valutare il SECA. Viene attribuita la classe più bassa tra i due indicatori

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Qualità delle acque

superfi ciali

u

u Settore Agricoltura, Turismo, Industria (Gestione aree urbane,

Vita domestica)

u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione J

Giudizio stato*

Tendenza*

*

L’obiettivo di qualità per il 2008 del D.Lgs. 152/99 è lo stato “suffi ciente” per tutte le stazioni. Tale obiettivo è stabilmente raggiunto e le variazioni annuali tra stati “elevato”, “buono”, “suffi ciente”

sulle 38 stazioni di monitoraggio non cambiano sostanzialmente la situazione.

Anno/

Qualità elevata buona suffi ciente scadente pessima

2002 5 29 4

2003 6 28 4

2004 3 26 9

2005 3 28 7

(11)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

• APAT – Annuario dati ambientali 2004

elaborazione e presentazione

Indice / Classe IBE

Punteggio ottenuto dai Macrodescrittori

(LIM)

Qualità

CLASSE 1 9,6 480-560 Elevata

CLASSE 2 9,5-7,6 240-475 Buona

CLASSE 3 7,5-5,6 120-235 Suffi ciente

CLASSE 4 5,5-3,6 60-115 Scadente

CLASSE 5 < 3,6 < 60 Pessima

u

u VALORI DEGLI INDICI IBE E LIM E CLASSIFICAZIONE DEL SECA

La classe di SECA attribuita è la più bassa tra quelle pertinenti ad IBE e LIM.

u

u STATO ECOLOGICO DEI CORSI D’ACQUA (SECA) DAGLI INDICI IBE E LIM RILEVATI SULLE 38 STAZIONI DELLA RETE DI MONITORAGGIO ANNI 2003, 2004, 2005

2003

La classe di qualità rilevata in ogni stazione di monitoraggio viene attribuita a tutto il tratto di corso d’acqua a monte, fi no alla eventuale stazione precedente, o alla sorgente.

(12)

La qualità derivata dall’indice SACA/SECA è già conforme, per tutte le stazioni, agli obiettivi di qualità previsti dal D.Lgs. 152/99 per il 2008 e per la stragrande maggioranza è conforme agli obiettivi previsti per il 2016.

4.3

2004

2005

(13)

Stato ambientale dei corsi d’acqua (SACA)

L’indice SACA è una classifi cazione dei corsi d’acqua effettuata integrando i dati relativi al SECA con i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici organici e inorganici addizionali (alcuni metalli pesanti, pesticidi e composti aromatici) individuati dalla tabella 1 dell’Allegato I della normativa di

riferimento. uu Normativa di riferimento

D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.2.4 u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore è richiesta esplicitamente dalla normativa

u

u Livelli normativi di riferimento La normativa defi nisce i criteri per la determinazione dell’indice SACA. Stabilisce inoltre obiettivi di qualità differenziati per l’anno 2008 e 2016

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Qualità delle acque

superfi ciali

u

u Settore Agricoltura,Turismo, Industria (Gestione aree urbane,

Vita domestica)

u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione J

Giudizio stato*

Tendenza*

*

Nelle 38 stazioni della rete di monitoraggio la presenza degli inquinanti chimici addizionali indicati dalla normativa non supera mai il valore soglia.

Concentrazione di inquinanti (qualità chimica) Stato ecologico

(SECA) ≤ Valore soglia > Valore soglia

Classe 1 Elevato Scadente

Classe 2 Buono Scadente

Classe 3 Suffi ciente Scadente

Classe 4 Scadente Scadente

Classe 5 Pessimo Pessimo

4.3 bis

u

u CLASSIFICAZIONE DELLO STATO AMBIENTALE DEI CORSI D’ACQUA

Poiché non vengono superati i valori soglia dei contaminanti chimici nelle acque superfi ciali in Valle d’Aosta, la classifi cazione secondo l’indicatore SACA coincide con quella secondo l’indicatore SECA. Per la rappresentazione cartografi ca dei valori del SACA si rimanda alla rappresentazione cartografi ca dei valori del SECA.

(14)

4.4

Stato ecologico dei laghi

(SEL)

L’indice di Stato Ecologico dei Laghi (SEL) è basato su indicatori macrodescrittori dello stato trofi co dei laghi (Trasparenza, Ossigeno ipolimnico, Clorofi lla A, Fosforo totale).

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.3.1

Piano Regionale di Tutela delle Acque (ex art.

44 D.Lgs. 152/99) approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 1788/XII del 08/02/2006

u

u Relazione con la normativa La quantifi cazione dell’indicatore sui laghi della Valle d’Aosta non è richiesta esplicitamente dalla normativa nazionale. Essa è richiesta dal Piano Regionale di Tutela delle acque

u

u Livelli normativi di riferimento La normativa stabilisce i criteri per la

classifi cazione dello Stato Ecologico dei Laghi secondo i valori dei parametri macrodescrittori

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Qualità delle acque

superfi ciali

u

u Settore Agricoltura, Turismo, Industria (Gestione aree urbane,

Vita domestica)

u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione* J

Giudizio stato*

Tendenza*

*

La rete di monitoraggio delle acque dei laghi della Valle d’Aosta comprende 20 lagi, rappresentativi delle diverse tipologie di specchi d’acqua della regione. La classifi cazione dello Stato Ecologico dei Laghi in 5 classi di qualità (da elevata a pessima) è effettuata secondo criteri stabiliti dalla normativa.

(15)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

• APAT – Annuario dati ambientali 2004

elaborazione e presentazione

Parametro Trasparenza (%)

% saturazione

O2

Clorofi lla“a”

(µg/l)

Fosforo tot.

(µg/l) Qualità

Classe 1 > 85 > 80 < 3 < 10 Elevata

Classe 2 ≤ 85 ≤ 80 ≤ 6 ≤ 25 Buona

Classe 3 ≤ 75 ≤ 60 ≤ 10 ≤ 50 Suffi ciente

Classe 4 ≤ 60 ≤ 40 ≤ 25 ≤ 100 Scadente

Classe 5 ≤ 40 ≤ 20 > 25 >100 Pessima

u

u VALORI DEI MACRODESCRITTORI E CLASSI DI STATO ECOLOGICO DEI LAGHI

Questa tabella è stata modifi cata dall’ARPA VdA per adattarla alla misura della trasparenza col metodo spettrofotometrico anziché col metodo di Secchi (inapplicabile sui laghi della Valle d’Aosta).

Pertanto l’indicatore non è pienamente con frontabile con quello uffi ciale.

u

u CARTA DI QUALITÀ RELATIVA AI LAGHI DELLA RETE DI MONITORAGGIO ANNI 2003, 2004, 2005

2003

La classe di SEL attribuita è la più bassa tra quelle pertinenti ai singoli macrodescrittori.

(16)

La qualità delle acque di alcuni laghi risulta talvolta inferiore alle attese e ciò deriva in genere dall’elevato peso attribuito dai criteri di classifi cazione alla concentrazione di fosforo totale. Si fa notare che i valori di fosforo totale accettabili per le acque potabili sono considerati indicatori di eutrofi zzazione per i laghi.

4.4

2004

2005

(17)

Stato ambientale dei laghi (SAL)

L’indice SAL è una classifi cazione dei laghi effettuata integrando i dati relativi al SEL con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici organici e inorganici addizionali (alcuni metalli pesanti, pesticidi e composti aromatici) riportati nella tabella 1 dell’allegato I della normativa di riferimento.

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 All. 1 par 3.3.3 u

u Relazione con la normativa La quantifi cazione dell’indicatore sui laghi della Valle d’Aosta non è richiesta esplicitamente dalla normativa nazionale. Essa è richiesta dal Piano Regionale di Tutela delle acque

u

u Livelli normativi di riferimento La normativa stabilisce i criteri per la

classifi cazione dello Stato Ecologico dei Laghi secondo i valori dei parametri macrodescrittori

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Qualità delle acque

superfi ciali

u

u Settore Agricoltura, Turismo,

Industria (Gestione aree urbane,

Vita domestica)

u

u DPSIR

S

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Concentrazione di inquinanti (qualità chimica) Stato ecologico

laghi (SEL) ≤ Valore soglia > Valore soglia

Classe 1 Elevato Scadente

Classe 2 Buono Scadente

Classe 3 Suffi ciente Scadente

Classe 4 Scadente Scadente

Classe 5 Pessimo Pessimo

4.4 bis

u

u CLASSIFICAZIONE DELLO STATO AMBIENTALE DEI LAGHI

Poiché non vengono superati i valori soglia degli inquinanti chimici nelle acque della Valle d’Aosta, la classifi cazione secondo l’indicatore SAL coincide con quella secondo l’indicatore di Stato Ecologico dei Laghi (SEL) a cui si rimanda.

Qualità dell’informazione J

Giudizio stato*

Tendenza*

*

Nei laghi della rete di monitoraggio la concentrazione degli inquinanti chimici

tradizionali, indicati dalla normativa di riferimento, è sempre inferiore ai valori soglia.

(18)

Applicazione integrata di metodologie di monitoraggio in ambiente fl uviale

Daniela Gerbaz con la collaborazione di Maria Rita Minciardi e Gianluigi Rossi, ENEA Saluggia

Il contesto di riferimento

L

e sperimentazioni condotte e le conoscenze acquisite nel campo del monitoraggio dei cor- si d’acqua nel corso degli ultimi decenni evi- denziano la necessità di un approccio integrato al- la caratterizzazione e valutazione degli ecosistemi fl uviali, prendendo in considerazione tutte le com- ponenti che concorrono a defi nire l’ecosistema fl u- viale: l’ambiente acquatico, la vegetazione riparia e il territorio circostante.

Anche la normativa ha riconosciuto la necessità di effettuare la classifi cazione secondo livelli di inte- grità biologica, attraverso l’uso di criteri e metriche di valutazione che facciano riferimento a diversi comparti e comunità (D. Lgs. 152/99 e s.m.i., Diret- tive 91/271/CE; 91/676/CE; 00/60/CE).

L’importanza di un approccio integrato ha condot- to allo sviluppo di studi fi nalizzati alla formulazione di metodologie di valutazione degli ecosistemi del- l’ecologia fl uviale basati sull’uso della componen- te vegetale e sulle caratteristiche morfologiche del corridoio fl uviale.

In questo contesto, il progetto Ayasse nasce dal- l’interesse congiunto di ARPA Valle d’Aosta e del- la Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura dell’ENEA di sperimentare modalità in- tegrate ed innovative nel campo del monitoraggio dei corsi d’acqua.

Obiettivi prioritari del progetto, condotto tra il 2004 e il 2005, sono stati la validazione dell’ap- plicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) (ANPA 2000) e la sperimentazione dell’uso di sub- indici tematici in un territorio con forti peculiari- tà ambientali, la sperimentazione di metodologie di inventario e di valutazione dei corridoi fl uviali con particolare riferimento alla componente vege- tale presente nel territorio fl uviale, la sperimenta-

approfondimento

zione dell’uso di indici macrofi tici in territori mon- tani (Rossi et al., 2005b).

Il torrente Ayasse

Il torrente Ayasse percorre la Valle di Champorcher, nella parte sud-orientale della Valle d’Aosta (Fig. 1).

E’ l’ultimo importante affl uente di destra della Dora Baltea in territorio valdostano, prima dell’inizio del tratto pedemontano. La lunghezza del corso d’ac- qua è di circa 22 km dal lago Miserin a 2500 m al- la foce a 364 m s.l.m. Il bacino raggiunge la quota massima ai 3186 m s.l.m. del Mont Glacier.

Il torrente si origina dal lago Miserin, prosegue nella conca di Dondena, percorre la valle lun- go un percorso frequentemente caratterizzato da forre rocciose acclivi, ricevendo i torrenti dei Banchi, Vercoche, du Bois, La Bourney, La Man- da e Brenve, prima di confluire nella Dora Bal- tea a Hône.

Le variazioni stagionali di portata dell’Ayasse, so- no infl uenzate da una serie di opere di derivazio- ne a servizio della centrale idroelettrica di Hône. Le acque dei laghi Miserin e Vercoche, infatti, versa- no alla confl uenza dei torrenti Ayasse e Legna in un’opera di presa, posta a 1140 m s.l.m., e dopo aver percorso una galleria di circa 13 Km, riceven- do, tramite opportune opere di derivazione, le ac- que dei torrenti La Bourney, La Manda e Brenve, vanno ad alimentare la centrale di Hône II, attraver- so una condotta forzata lunga 1600 m.

Il torrente, attraversando un territorio in gran parte scarsamente antropizzato (fatti salvi i centri di Cham- porcher e Hône), è caratterizzato da acque di buona qualità, sia in termini chimico-fi sici sia biologici. Il tor- rente, inserito, sin dal 1997, nella rete di monitoraggio ARPA con due stazioni di campionamento, presenta, secondo il D. Lgs. 152/99 e s.m.i., uno stato ambien- tale (indice SACA) da buono a elevato.

Figura 1 Il torrente Ayasse e la valle di Champorcher

(19)

approfondimento

integrata del corridoio fl uviale del torrente Ayasse

Riconosciuta la necessità di un approccio integrato alla valutazione degli ecosistemi fl uviali, si pone la necessità di defi nire e sperimentare metodologie idonee alla caratterizzazione e valutazione dei corsi d’acqua.

A tale scopo è fondamentale tenere ben separata la fase di rilevamento dalla fase di valutazione, utiliz- zando modalità effi cienti e standardizzate di raccol- ta dei dati che permettano di costituire banche da- ti ambientali (inventari).

In questo modo è possibile, oltre all’applicazione ed al confronto di diverse metodiche di valutazione, anche la successiva rielaborazione dei dati e la mo- difi ca a posteriori delle metodologie di valutazione.

E’ infatti necessaria, nell’elaborazione e nell’utiliz- zo di indici, la consapevolezza del reale signifi ca- to ecologico dei giudizi espressi: mentre la raccol- ta di dati e la predisposizione di un inventario è un processo oggettivo, la costruzione e l’applicazione di un indice introduce necessariamente un fattore di soggettività.

I rilievi sono stati effettuati, lungo tutta l’asta del- l’Ayasse, dalla confl uenza nella Dora Baltea al lago Miserin, attraverso l’utilizzo di una scheda-inventa- rio di rilevamento per il monitoraggio di corsi d’ac- qua in ambiente alpino, elaborata nell’ambito del progetto BIOALPI (Minciardi et al., 2003) condotto dall’ENEA con la Provincia di Torino.

Ciascuna scheda prende in considerazione le ca- ratteristiche morfologiche, idrologiche, biologiche ed ecologico-funzionali del corridoio fl uviale, e si riferisce ad uno specifi co tratto, considerato omo- geneo dal punto di vista degli aspetti considerati.

Lungo l’asta fl uviale sono quindi stati individuati in totale 63 tratti, di lunghezza media di circa 350 me- tri. In realtà, i tratti omogenei hanno una lunghez- za molto varia, da 50 metri nelle zone di maggio- re antropizzazione, fi no a 2 chilometri nei tratti più naturali.

Operativamente, la compilazione della scheda pre- vede che l’operatore, percorrendo l’intero sviluppo dell’asta fl uviale, osservi una serie di caratteristiche che si riferiscono sia all’alveo, sia alla fascia perifl u- viale, rilevando queste ultime separatamente sulle due rive. Le categorie di informazioni rilevate sono riportate in tabella 1.

La scheda-inventario è suddivisa in due parti. La

l’Indice di Funzionalità Fluviale IFF (Siligardi et al., 2001), al fi ne di poter calcolare, per ciascun tratto omogeneo individuato, il valore dell’Indice ed il cor- rispondente livello di funzionalità. La seconda par- te prevede di approfondire alcuni aspetti relativi in particolare agli interventi di artifi cializzazione pre- senti nella fascia perifl uviale, alle caratteristiche del territorio circostante, ed alla vegetazione presen- te nell’alveo di morbida, nell’alveo di piena ed al- l’esterno del corridoio fl uviale.

Infatti, il metodo IFF è un sistema di indicizzazio- ne, fi nalizzato alla valutazione della funzionalità dell’ecosistema fl uviale, e non discrimina situazio- ni che possono essere considerate equivalenti da tale punto di vista, pur differendo signifi cativamen- te per quanto riguarda altri valori ambientali quali la naturalità o la vulnerabilità. Per questo motivo, nel- l’ottica della predisposizione di un sistema inventa- riale che permetta la restituzione dell’informazione, sia in formato tabellare che sotto forma di GIS, ed il suo utilizzo anche attraverso l’applicazione di altri strumenti di valutazione, si è ritenuto fondamentale l’effettuazione di rilievi di maggiore dettaglio. Data la necessità di disporre di dati oggettivi e confron- tabili relativi alla vegetazione presente nelle diverse fasce appartenenti al corridoio fl uviale ed al territo- rio circostante, è stato defi nito un elenco codifi cato di tipologie di copertura vegetale e di uso del suo- lo, riportate in tabella 2.

CATEGORIE DI DATI

Caratteristiche morfologiche e idrologiche del corridoio fl uviale Morfologia longitudinale e trasversale dell’alveo di magra, di morbida e di piena

Condizioni idriche dell’alveo Presenza di fenomeni erosivi

Presenza di interventi di artifi cializzazione dell’alveo Presenza di opere idrauliche di derivazione e di restituzione Formazioni e popolamenti vegetali presenti nel corridoio fl uviale

Formazioni vegetali zonali esterne al corridoio fl uviale Uso del suolo del territorio adiacente al corridoio fl uviale

Tabella 1 Categorie di informazioni per la caratterizzazione integrata degli ambienti fl uviali

Figura 2 Torrente Ayasse: formazioni arboree a prevalenza di tiglio, frassino e acero in corrispondenza dell’abitato di Pontboset

(20)

I dati rilevati attraverso l’uso della scheda-inventa- rio hanno condotto alla caratterizzazione della co- pertura vegetale esistente e hanno permesso la redazione della Carta delle tipologie di copertura vegetale presente nel corridoio fl uviale.

Percorrendo il torrente Ayasse dalla foce alla sor- gente, sono ampiamente frequenti i tratti lungo i quali il corso d’acqua scorre incassato in pareti rocciose anche fortemente acclivi (fi g. 3), su cui è rinvenibile solo vegetazione pioniera molto rada.

Lungo tutto il corso, fi no a Dondena; presentano

approfondimento

pseudoplatanus), e ontani (Alnus glutinosa e Al- nus incana) (fi g. 2), sia formazioni arbustive riparie, in gran parte a dominanza di ontani bianchi (Alnus incana) e salici.

Nei pressi di Dondena (2110 m s.l.m.), si localizza- no aree in cui i pascoli si estendono fi no al margine dell’alveo del torrente; qui si individuano, oltre alle formazioni erbacee d’alta quota, popolamenti erba- cei caratterizzati dalla dominanza di specie nitrofi - le e sinantropiche.

In corrispondenza del tratto più a monte, fi no al la-

ELENCO DELLE TIPOLOGIE DI COPERTURA VEGETALE E DI USO DEL SUOLO

1 Formazioni arboree riparie

1.1 alneti 1.2 saliceti

1.3 formazioni arboree riparie miste

2 Formazioni arbustive riparie

2.1 alneti 2.2 saliceti

2.3 arbusteti misti di essenze autoctone 2.4 arbusteti ripari radi

3 Formazioni arboree non riparie (costituite da essenze autoctone)

3.1 formazioni di latifoglie non riparie 3.2 formazioni di conifere

3.3 formazioni arboree miste di conifere e latifoglie

4 Formazioni arbustive non riparie

4.1 a prevalenza di essenze autoctone 4.2 a prevalenza di essenze esotiche

5 Popolamenti erbacei

5.1 di alta quota

5.2 a prevalenza di esotiche

5.3 a prevalenza di ruderali e/o sinantropiche 6 Ambiti naturalmente

privi di vegetazione o a vegetazione molto rada

6.1 orridi e forre (pareti rocciose nude o a vegetazione rada) 6.2 rive in erosione “naturale”

7 Vegetazione di origine antropica

7.1 formazioni arboree di specie non autoctone 7.2 imboschimenti di specie non autoctone

7.3 imboschimenti di specie autoctone non naturaliformi 7.4 prati falciabili

7.5 boschi pascolati 7.6 pascoli 7.7 seminativi 7.8 pioppeti colturali 7.9 frutteti ed orti

7.10 parchi pubblici e giardini

7.11 popolamenti a struttura mista in urbano rado

8 Aree antropizzate con copertura vegetale scarsa o nulla

8.1 rive fortemente rimaneggiate e devegetate

8.2 rive in erosione spinta (in aree urbanizzate o in corrispondenza di infrastrutture) 8.3 zone soggette ad estrazione

8.4 specchi d’acqua artifi ciali 8.5 strade

8.6 aree urbane

Tabella 2 Tipologia di copertura vegetale e uso del suolo nel corridoio fl uviale e nel territorio circostante

(21)

approfondimento

A fronte di una forte prevalenza di tratti a buona na- turalità, lungo l’Ayasse si rileva la presenza di por- zioni signifi cative in cui il corridoio fl uviale è pesan- temente alterato, con rive fortemente rimaneggiate e devegetate, quale il tratto compreso tra gli abita- ti di Chardonney e Château, nel comune di Cham- porcher, o in cui l’urbanizzazione arriva sino alle ri- ve del torrente, come nel tratto terminale in comune di Hône.

Per valutare la funzionalità della vegetazione, in- tesa in termini di effi cacia nello svolgere le diver- se funzioni ecologiche tipiche di tale componente in un corridoio fl uviale, si è utilizzato l’Indice di Ve- getazione Riparia IVR (Minciardi et al., 2003a), mes- so a punto nel corso di una ricerca condotta in cor- rispondenza dei bacini montani della Dora Riparia (TO) e del Chisone (TO).

L’indice attribuisce a ciascuna delle tipologie di co- pertura vegetale individuate (Fig. 4), defi nite sulla base della scheda di rilevamento inventariale, un Indice Specifi co di Formazione che traduce nu- mericamente la funzionalità delle tipologie stesse, in una scala compresa tra 0 e 15. In tal modo, è possibile defi nire cinque livelli di funzionalità della vegetazione presente nel corridoio fl uviale. La di- stribuzione dei livelli di funzionalità lungo il corso dell’Ayasse è riportata in Fig. 6.

Per valutare la naturalità si sono suddivise le stes- se tipologie in cinque classi di naturalità, sulla ba- se della distanza da condizioni di naturalità massi- ma, ovvero quella riscontrabile, nelle varie porzioni

Tipologie di vegetazione

15%

12%

5%

2%

10%

8% 1%

2%

26%

1%

3%

1% 8%

6%

formazioni arboree riparie miste alneti arbustivi arbusteti ripari radi formazioni di conifere formazioni arboree miste di conifere e latifoglie formazioni arbustive non riparie a prevalenza di essenz autoctone

popolamenti erbacei di alta quota popolamenti erbacei a prevalenza di ruderali e/o sinantropiche

orridi e forre rive in erosione naturale pascoli

popolamenti a struttura mista in urbano rado rive fortemente devegetate e rimaneggiate aree urbane

del territorio in esame, in assenza di disturbo an- tropico.

Analogamente a quanto fatto per la rappresentazio- ne cartografi ca della funzionalità della vegetazione, anche per la naturalità le cinque classi sono state tradotte attraverso l’uso di una scala colorimetrica a colori. Risultano nettamente predominanti (80%) le tipologie di copertura vegetale a naturalità ottima (61%) e buona (19%). Questo dato concorda con la relativa scarsa antropizzazione del corridoio fl uviale per buona parte dello sviluppo del corso d’acqua.

Viceversa, la valutazione della funzionalità delle for- mazioni e popolamenti presenti nel corridoio fl uvia- le, evidenzia lo sviluppo prevalente di formazioni a funzionalità pessima (40%) o scarsa (15%). Lo svi- luppo di formazioni a funzionalità ottima o buona è signifi cativo, ma non raggiunge il 40% (fi g. 6).

La grande differenza riscontrata tra la valutazione della funzionalità e quella della naturalità deriva dal- la diffusa presenza di tipologie quali le praterie er- bacee d’alta quota e le forre che, pur essendo a massima naturalità, sono caratterizzate da scarsis- sima funzionalità.

L’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) indica come più del 50 % delle rive sia carat- terizzata da livelli di funzionalità da elevato a buo- no, mentre solo il 24% delle rive presenta livelli di funzionalità da mediocre a scadente. Allo scopo di interpretare con maggior dettaglio i risultati del- l’IFF è stato importante utilizzare due subindici del- l’IFF, defi niti nell’ambito di precedenti sperimenta-

Funzionalità della copertura vegetale

I Elevato II Buono III Mediocre IV Scadente V Pessimo 27%

12%

6%

40%

15%

Figura 3 Torrente Ayasse, tratto di forra - Goilles de Hône Figura 4 Torrente Ayasse, tratto a monte di Dondena

Figura 5 Tipologia di vegetazione rilevata e percentuale di occorrenza

Figura 6 Percentuali di occorrenza delle classi di funziona- lità della copertura vegetale lungo l’Ayasse

(22)

approfondimento

zioni (Minciardi et al., 2003b; Rossi et al., 2005a), specifi camente riferiti alla funzionalità morfologica (derivante dalle domande 6-8-9-11 dell’IFF) ed alla funzionalità della vegetazione perifl uviale (derivante dalla domande 2/2bis-3-4 dell’IFF) (Tab. 3).

I risultati del subindice “Funzionalità della vegeta- zione perifl uviale” concordano, in prima appros- simazione, con quelli derivanti dall’applicazione dell’IVR descritti precedentemente. Per quanto ri- guarda la funzionalità morfologica si evidenzia co- me oltre la metà delle rive sia caratterizzata da valori elevati, e come più del 25% presenti una fun- zionalità morfologica comunque buona.

La valutazione con l’indice IFF conferma, quindi, la buona integrità complessiva del corso d’acqua, ma anche la sua relativa fragilità nei confronti di poten- ziali pressioni antropiche, derivante in massima par- te, dalla scarsa funzionalità delle formazioni vegetali presenti lungo molta parte del corso d’acqua.

Le elaborazioni dei dati rilevati confermano l’utili- tà di disgiungere la fase di rilevamento da quella di utilizzo di modalità di valutazione e, ancor più, testi- moniano l’importanza della scelta corretta di effi ca- ci criteri valutativi. Il valore ambientale “naturalità”

consente di interpretare il grado di antropizzazio- ne della componente ambientale o dell’ecosistema considerato; attraverso la valutazione della funzio- nalità si comprende, piuttosto, il grado di sensibilità e di resilienza di una componente ambientale e di un ecosistema. La lettura integrata dell’ecosistema fl uviale, attraverso l’utilizzo di questi valori ambien- tali di riferimento consente di valutarne complessi- vamente le caratteristiche.

munità bioindicatrice

Nel corso del progetto è stata sperimentata l’appli- cazione di metodi che utilizzano la comunità a ma- crofi te acquatiche quale comunità bioindicatrice.

Le macrofi te acquatiche sono un gruppo formato da numerose specie vegetali che hanno in comune le dimensioni macroscopiche e l’essere rinvenibili sia nell’acqua sia in prossimità di essa in corrispon- denza di acque dolci superfi ciali; comprendono una maggioranza di fanerogame erbacee, un pic- colo gruppo di pteridofi te (felci), numerose briofi te (muschi), pochi licheni e molte alghe formanti ag- gregati macroscopicamente visibili. A tale comu- nità di vegetali acquatici fa esplicito riferimento la Direttiva “Acque” 2000/60/CE tra gli elementi biolo- gici per la classifi cazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua.

La formulazione dei primi Indici Macrofi tici risale or- mai a quasi trent’anni fà e tali strumenti sono at- tualmente utilizzati in buona parte d’Europa. La Se- zione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura dell’ENEA conduce, dal 1996, ricerche fi na- lizzate allo studio e della valutazione delle comunità a macrofi te acquatiche con l’obiettivo di caratteriz- zare le cenosi e di verifi care l’applicabilità di metri- che ed Indici Macrofi tici.

Lungo il torrente Ayasse sono state individuate tre stazioni di rilevamento: a valle del lago Miserin (Fig.

7 e 8), nei pressi di Dondena, ed a Mellier.

Le comunità sono state rilevate per due anni con- secutivi attraverso l’uso di una scheda di rilevamen- to messa a punto durante precedenti sperimenta- zioni (Azzollini et al., 2000; Minciardi et al., 2003b) che prevede di utilizzare le procedure di campiona- mento defi nite in ambito CEN - Comitato Europeo di Normazione (Guidance Standard for the surveying of aquatic macrophyte in running water - prEN 14184) che consentono l’applicazione della totalità degli in- dici macrofi tici in uso in ambito europeo.

La sperimentazione condotta ha dimostrato la pos- sibilità di applicazione degli indici macrofi tici anche in un ambito territoriale ritenuto poco favorevole al- la loro applicazione in ragione della scarsa diffu- sione, rispetto ad altre tipologie fl uviali, di cenosi a macrofi te acquatiche suffi cientemente struttura- Figura 8 Macrofi te acquatiche a valle del lago Miserin la funzionalità morfologica

n° domanda componenti fl uviali

considerate

6 Conformazione delle rive

8 Erosione

9 Sezione trasversale

11 Raschi, pozze o meandri

Tabella 3 Componenti fl uviali considerate per la valutazio- ne della funzionalità morfologica

(23)

approfondimento

Bibliografi a

ANPA, 2000, IFF Indice di Funzionalità Fluviale, Roma:

223 pp.

Azzollini R., Betta G., Minciardi M.R. – 2003 – Uso di ma- crofi te acquatiche per il biomonitoraggio delle acque dei canali irrigui: prime applicazioni in un’area del ver- cellese. Atti del Convegno Nazionale “Botanica delle Zone Umide”, Vercelli 10-11 novembre 2000. Società Botanica. Boll. Mus. reg.Sc.nat.Torino: 269-292.

Minciardi M.R., Azzollini R., Betta G. – 2003a – Un indice per la valutazione della copertura vegetale in ambiente ripario: formulazione e prime applicazioni. In G.N. Bal- daccini e G.Sansoni (eds.). Atti del seminario di Studi

“Nuovi orizzonti dell’ecologia”, Trento 18-19 aprile 2002.

Ed. Prov. Aut. Trento, APPA Trento, C.I.S.B.A.: 267-271.

Minciardi M.R., Rossi G.L., Azzollini R., Betta G. – 2003b – Linee guida per il biomonitoraggio di corsi d’acqua in ri indici macrofi tici indicano la presenza di comu- nità costituite in maggioranza da specie oligotrofe (legate a pochi nutrienti e sensibili, tipiche dei trat-

tà ecosistemica).

I risultati defi nitivi del progetto Ayasse saranno pubblicati nel corso del 2006.

ambiente alpino. – Provincia di Torino, 64 pp.

Petersen R.C. – 1992- The RCE: a Riparian, Channel and Environmental Inventory for small streams in the agricultural landscape. – Freshwater Biology, 27:

295-306.

Rossi G.L., Minciardi M.R., Azzollini R., Poma S. – 2005a – L’utilizzo di subindici derivati dall’IFF per la caratte- rizzazione ed il monitoraggio degli ambienti fl uviali. In G.N. Baldaccini e G.Sansoni (eds.). Atti del seminario

“Classifi cazione ecologica delle acque interne. Appli- cabilità della Direttiva 2000/60/CE”. Trento 12-13 feb- braio 2004. Biologia Ambientale 19 (1): 161-164.

Rossi G.L., Minciardi M.R., Azzollini R., Betta G., Gerbaz D., Vicquery L. – 2005b - L’inventario, uno strumento per la caratterizzazione e la valutazione degli ecosiste- mi fl uviali. Poster presentato al XV Congresso SITE. To- rino, 12-14 settembre 2005.

(24)

4.5

Scarichi civili e produttivi in acque superfi ciali

Questo indicatore quantifi ca gli scarichi autorizzati di origine domestica da attività produttive che si immettono nei corsi d’acqua valdostani.

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 art. 31 u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore discende da adempimenti (controlli, azioni di monitoraggio...) richiesti dalla normativa u

u Livelli normativi di riferimento La normativa non defi nisce livelli limite o di riferimento

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Emissioni e scarichi nei corpi idrici u

u Settore Agricoltura, Industria

(Gestione aree urbane, Vita domestica) u

u DPSIR

P

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 15/10/2005 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento continuo su segnalazione della Regione Autonoma Valle d’Aosta u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione* J

Giudizio stato** K

Tendenza** D

**

Il numero di scarichi civili risulta essere ancora elevato per una regione di piccola estensione come la Valle d’Aosta, pur tenendo conto della dispersione sul territorio dei nuclei abitati.

Va inoltre considerato che la maggior parte delle acque scaricate subiscono un semplice trattamento di sedimentazione primaria (fossa Imhoff). Il numero di scarichi sia civili che da attività produttive in acque superfi ciali è rimasto costante nel tempo.

*

La tabella degli scarichi è aggiornata in continuo sulla base delle comunicazioni effettuate dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta.

(25)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta e Regione Autonoma Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

elaborazione e presentazione

u

u NUMERO DI SCARICHI CIVILI E

PRODUTTIVI IN ACQUA SUPERFICIALE SUDDIVISI PER COMUNE

Il comune con più scarichi civili in acqua superfi ciale è Courmayeur (26) mentre quello con più scarichi produttivi è Verrès (5 scarichi). In totale sul territorio valdostano vi sono 363 scarichi civili in corsi d’acqua superfi ciali e 39 scarichi di tipo produttivo.

Comune Scarichi

civili

Scarichi

produttivi Comune Scarichi

civili

Scarichi

produttivi Comune Scarichi

civili

Scarichi produttivi

Allein 3 0 Etroubles 0 1 Pontboset 15 0

Antey-Saint-André 3 0 Fénis 6 0 Pontey 3 0

Aosta 15 1 Fontainemore 1 0 Pré-Saint-Didier 6 1

Arnad 9 4 Gaby 2 0 Quart 5 0

Arvier 9 0 Gignod 5 0 Rhêmes-Notre-Dame 3 0

Avise 6 0 Gressan 10 0 Rhêmes-

Saint-Georges 7 0

Ayas 10 0 Gressoney-La-Trinité 12 0 Roisan 2 0

Aymavilles 10 0 Gressoney-

Saint-Jean 9 1 Sarre 2 0

Bard 5 0 Hône 7 2 Saint-Christophe 1 0

Bionaz 4 0 Introd 3 0 Saint-Denis 2 0

Brissogne 8 1 Issime 7 0 Saint-Marcel 10 2

Brusson 11 0 Issogne 2 2 Saint-Oyen 1 0

Challand-Saint-

Anselme 4 0 Jovençan 2 0 Saint-Pierre 1 1

Challand St. Victor 9 0 La Salle 16 1 Saint-Rhémy-en-

Bosses 1 0

Chambave 6 0 La Thuile 13 0 Saint-Vincent 3 0

Chamois 1 0 Lillianes 1 0 Torgnon 2 0

Champdepraz 1 0 Monjovet 8 1 Valgrisenche 4 0

Champorcher 10 0 Morgex 10 0 Valpelline 4 0

Charvensod 2 0 Nus 13 0 Valsavarenche 20 0

Châtillon 17 3 Ollomont 3 0 Valtorunenche 11 0

Cogne 17 0 Oyace 1 0 Verrayes 4 3

Courmayeur 26 4 Perloz 5 0 Verrès 2 5

Donnas 7 1 Pollein 7 3 Villeneuve 7 0

Doues 1 0 Pont-Saint-Martin 10 2

(26)

4.6

Impianti

di depurazione refl ui civili

Questo indicatore permette di identifi care gli impianti di depurazione di refl ui di tipo civile o ad essi assimilabili, localizzandoli sul territorio e suddividendoli per capacità depurativa espressa in termini di Abitanti Equivalenti di progetto

u

u Normativa di riferimento D. Lgs. 152/99 art. 31 u

u Relazione con la normativa

La quantifi cazione dell’indicatore discende da adempimenti (controlli, azioni di monitoraggio...) richiesti dalla normativa u

u Livelli normativi di riferimento La normativa non defi nisce livelli o di riferimento

riferimenti normativi

u

u Tema Acque u

u Sottotema Emissioni e scarichi nei corpi idrici u

u Settore Gestione aree urbane,

vita domestica

u

u DPSIR

R

classifi cazione

DETERMINANTI – PRESSIONI – STATO – IMPATTO – RISPOSTE

u

u Aggiornamento 31/12/2004 u

u Periodicità di aggiornamento Aggiornamento annuale

u

u Copertura territoriale Intero territorio regionale

copertura temporale e spaziale

Qualità dell’informazione K

Giudizio stato* K

Tendenza* D

*

Il numero di depuratori civili presenti sul territorio regionale è aumentato di una sola unità mentre rimane una buona parte di territorio non coperta da questo servizio.

(27)

u

u Fonte dei dati

• ARPA Valle d’Aosta e Regione Autonoma Valle d’Aosta

u

u Presenza in altri documenti

elaborazione e presentazione

u

u UBICAZIONE E PONTENZIALITÀ DEI DEPURATORI BIOLOGICI

Si può facilmente notare come da Courmayeur fi no ad Aosta vi siano solo il depuratore di Cogne e quello di Brissogne. Quest’ultimo depura le acque refl ue civili che gli giungono da 13 comuni (Aosta, Aymavilles, Brissogne, Charvensod, Gressan, Introd, Jovençan, Pollein, Saint Christophe, Saint Pierre, Saint Nicolas, Sarre e Villeuneuve). E’ un impianto molto grande, ben gestito e con un funzionamento ottimale.

Risulta sfornito di impianti di depurazione tutto il territorio da Arvier a Courmayeur (vallate laterali comprese) e i comuni della Valle del Gran San Bernardo e della Valpelline. Da anni si parla della realizzazione di un impianto consortile per tutta la Valdigne.

In media-bassa valle, invece, vi sono diversi impianti di dimensione medio-piccola che, soprattutto nelle vallate laterali, risultano avere qualche problema di effi cienza depurativa. I bassi livelli di abbattimento

degli inquinanti sono dovuti essenzialmente all’elevata diluizione dei refl ui che giungono a questi impianti e alla forte variabilità del refl uo stesso durante l’anno. Per la presenza di notevoli quantità di acque bianche (per lo più di irrigazione e meteoriche) che si mescolano con i refl ui civili, avendo ridotti carichi organici già in ingresso i batteri non riescono a svolgere il processo depurativo.

Va anche tenuto conto della riduzione di attività dei batteri a causa delle basse temperature, in particolare durante il periodo invernale.

La valle del Lys è attualmente provvista di un impianto a servizio dei comuni di Gaby, Issime, Fontainemore e Lillianes, non ancora in possesso di autorizzazione defi nitiva allo scarico.È in progetto la realizzazione di un impianto per Gressoney-Saint- Jean e Gressoney-La-Trinité.

(28)

4.6

DI DEPURAZIONE A CICLO BIOLOGICO I comuni che inviano le acque refl ue a depuratori comprendono il 75% della popolazione regionale. In alcuni casi tuttavia il depuratore non arriva a servire l’intera popolazione residente nel comune.

(29)

IL PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE

Raffaele Rocco Coordinatore Dipartimento Territorio, Ambiente e Risorse Idriche - Assessorato Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche

N

egli ultimi anni anche in Valle d’Aosta sono emersi segnali di possibili confl itti di uso del- le acque. Fenomeni di inquinamenti e sviluppo antropico hanno evidenziato necessità spesso contra- stanti tra loro e le risorse non sembrano più suffi cienti per assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni.

La tutela e la valorizzazione delle acque quale risor- sa fondamentale per la vita e lo sviluppo della Valle d’Aosta deve rappresentare un obiettivo prioritario della regione. Si tratta dunque di elaborare misu- re ed iniziative di intervento per un’effi cace azione pubblica fi nalizzata alla salvaguardia ed al migliora- mento delle caratteristiche qualitative e quantitative delle risorse idriche, alla tutela della salute pubbli- ca e alla conservazione delle fonti di approvvigio- namento, quali risorse strategiche di un più ampio obiettivo di tutela ambientale.

Tali obiettivi possono essere conseguiti attraverso la programmazione di interventi organici, integrati nei diversi settori di utilizzazione della risorsa e fi nalizza- ti anche a prevenire le situazioni di criticità legate alla disponibilità della risorsa o alla sua qualità.

Con la deliberazione del Consiglio regionale n.

1788/XII dell’8 febbraio 2006 è stato approvato il Piano regionale di tutela delle acque ai sensi del- l’art. 44 del decreto legislativo n. 152/1999 e suc- cessive modifi cazioni ed integrazioni nel quale so- no individuati gli obiettivi di qualità ambientale e per specifi ca destinazione dei corpi idrici e gli inter- venti volti a garantire il loro raggiungimento o man- tenimento, nonché le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per ba- cino idrografi co.

Il Piano di tutela rappresenta infatti il primo passo verso una nuova concezione dell’uso delle acque, seguendo principi, linee di azione, a volte program- mi, mirati a raggiungere obiettivi eco-sostenibili.

Gli interventi e le linee di azione sono state discus- se durante la stesura del Piano di tutela con tutti i soggetti interessati che hanno potuto manifestare i loro problemi specifi ci, le diffi coltà e le possibili- tà di intervento. Esse rappresentano quindi il punto di incontro e di equilibrio di esigenze spesso con- trastanti tra loro. In tale processo di confronto l’in- troduzione di misure di compensazione e/o di in- centivo (quali quelle del Defl usso Minimo Vitale) ha costituito l’elemento fondamentale per far convive- re richieste discordanti.

Il Piano regionale di Tutela delle Acque (che sarà indicato nel seguito come “Piano”) è costituito dai seguenti documenti:

• relazione generale: fornisce il quadro descrittivo generale della struttura e dei caratteri del piano;

• relazione di sintesi: informa il largo pubblico sui contenuti e sugli effetti del piano;

• monografie: indicano, per ogni singolo bacino idrografico analizzato, i dati e le informazioni spe- cifiche relative ai medesimi argomenti affrontati in modo sintetico a scala regionale;

• norme di piano e relativi allegati tematici: costitui- scono il quadro organico delle disposizioni nor- mative per conseguire gli obiettivi del decreto le- gislativo n. 152/1999 e traducono in disposizioni prescrittive e di indirizzo le misure individuate dal piano. Tali norme sono articolate in settori riferi- ti ad aspetti specifici o ad ambiti territoriali con specifiche esigenze di tutela ambientale. Le nor- me comprendono anche le direttive regionali, da approvarsi da parte della giunta regionale, attra- verso le quali si perfeziona il dispositivo del pia- no e se ne definiscono le modalità di applica- zione, nonché specifici allegati relativi ad alcuni temi, quale il Deflusso Minimo Vitale, per i quali sono stabiliti criteri e metodi di applicazione (alle- gati tematici specifici). Quadro descrittivo gene- rale della struttura e dei caratteri del piano;

• tavole di piano.

L’ambito di analisi e di intervento riguarda le diver- se tipologie di corpo idrico: corsi d’acqua superfi- ciali, laghi, zone umide e acquiferi sotterranei (sor- genti e falde sotterranee).

E’ necessario sottolineare che, anche se oggetto di studio sulla base dei parametri del decreto legi- slativo n. 152/1999 sarebbe il solo corso della Dora Baltea, è stata precisa scelta dell’Amministrazione quella di ampliare la gamma dei corpi idrici, cosid- detti significativi (Fig.1), oggetto di valutazione e di monitoraggio, vuoi per motivi di continuità storica, vuoi per la particolare vocazione turistica della re- gione, o ancora per il tipo di utilizzo (ad esempio le falde sotterranee).

Inoltre sono definiti di particolare pregio i corpi idri- ci per i quali attivare misure di tutela specifica ai fini dell’attuazione delle misure previste dal Piano (Fig.1). Tale classificazione comprende le acque a specifica destinazione (acque dolci superficiali de- stinate alla produzione di acqua potabile, acque destinate alla balneazione, acque dolci che richie- dono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci, acque destinate ad usi ricreativi) per le quali sono da perseguire specifici obiettivi di qualità funzionale.

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