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RIVISTA DI SCIENZE DELL EDUCAZIONE

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Academic year: 2022

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ANNO LI NUMERO 2 • MAGGIO/AGOSTO 2013 Poste Italiane Spa

Sped. in abb. postale d.l. 353/2003

(conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB Roma

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL'EDUCAZIONE AUXILIUM

RIVISTA DI SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

(4)

DOSSIER

CITTADINI NELLA MEDIAPOLIS

Introduzione al Dossier

Maria Antonia Chinello 182-185

Giovani: uso e appropriazione delle pratiche sociali nella rete

Chiara Giaccardi 186-195

Informazione in rete:

democrazia dal basso o dittatura dall’alto?

Roberta Gisotti 196-204

Democrazia - rete - educazione

Michaela Pitterová 205-213

Educare (al)la cittadinanza digitale

Pier Cesare Rivoltella 214-224

SISTEMA PREVENTIVO OGGI

Introduzione

Piera Ruffinatto 226-228

Il buon cristiano oggi

Martha Séïde 229-239

178 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

SOMMARIO

(5)

179

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 2 MAGGIO/AGOSTO 2013

ALTRI STUDI

Le donne consacrate

e il Concilio Ecumenico Vaticano II

Marcella Farina 240-250

Incidenza della vita religiosa femminile nella Chiesa degli ultimi due secoli

Grazia Loparco 251-266

Da un itinerario formativo,

l’input per una ricerca sociologica sull’oratorio.

Questionario per i ragazzi e per le ragazze dell’oratorio di Colleferro

Maria Teresa Spiga 268-281

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

284-327

LIBRI RICEVUTI

330-334

(6)

EDITORIALE

SISTEMA

PREVENTIVO OGGI

RIVISTA DI SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

(7)

INTRODUZIONE

PIERA RUFFINATTO

La rilettura del Sistema Preventivo ini- ziata nello scorso numero della Rivista, è stata inaugurata dal contributo della prof. Maria Spólnik che ha collocato il discorso entro un solido quadro di ri- ferimento antropologico.

Rileggere la cultura contemporanea al- la luce dell’umanesimo pedagogico cristiano di don Giovanni Bosco signi- fica, tra l’altro e soprattutto, recupera- re la vision che fonda il metodo collo- cando la persona del giovane al cen- tro del discorso e dell’azione educati- va; attuare uno sforzo corale per ac- compagnarla a diventare persona adulta; fornirle strumenti critico-esi- stenziali per verificare se il progetto di vita proposto e condiviso con gli edu- catori abbia un senso e sia in grado di aiutarla a diventare adulta.1

La riflessione seria sul chi educhiamo, attuata con un approccio interdiscipli- nare che mette in dialogo antropologia e scienze dell’educazione, invoca in contemporanea la considerazione del- la prospettiva teleologica del verso do- ve, cioè del fine dell’educazione.

Con una felice espressione, don Bo- sco sintetizzava la finalità del suo me- todo con la frase: educare “buoni cri- stiani e onesti cittadini”.2La formula – che affondava le radici nella lunga tra- dizione della pedagogia cattolica – ca- ratterizzava e qualificava il pensiero dei maggiori fautori della pedagogia pre- ventiva dell’Ottocento. Essa esprime- va l’idea, largamente condivisa, che la prevenzione sociale fosse uno dei fat- tori in grado di contribuire al cambia- mento per mezzo dell’inserimento in società di uomini cristianamente solidi e civilmente preparati.

Il binomio, per don Bosco, era in real- tà un monomio. Uomo d’azione, egli

226 PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

SISTEMA PREVENTIVO OGGI

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era portato a intervenire tempestiva- mente laddove intuiva un bisogno gio- vanile. Nella sua prassi, quindi, s’intrec- ciavano indissolubilmente preoccupa- zioni caritative, pastorali ed educative.

Tuttavia, tali dimensioni, come facce di un unico diamante, non erano che la rifrazione del fine ultimo e cioè la sal- vezza integrale dei giovani, che lui sin- tetizzava nell’espressione: “Vi voglio felici nel tempo e nell’eternità”.3 Il suo era un umanesimo cristiano ple- nario in cui, insieme alla centralità del- la fede cristiana, si valutavano le real- tà umane non in forma funzionale, ma per il loro valore intrinseco, e come ta- li erano apprezzate.4

Per don Bosco formare il buon cristia- no e l’onesto cittadino significava per- ciò dichiarare che la religione cattolica si rivolgeva all’uomo volendolo salvo anche nel corso dell’esistenza terrena, in cui la dimensione sociale era essen- ziale. L’idea, cioè, era che «un buon cri- stiano può, deve essere, ed è anche buon cittadino».5

La formula, ricca di tutto il patrimonio antropologico e teologico cristiano del- la Chiesa cattolica e validata sul cam- po da don Bosco stesso e dai suoi successori, è giunta a noi mantenen- do intatta la sua carica ideale.

È tuttavia necessaria la sua continua reinterpretazione alla luce dei muta- menti culturali, sociali ed ecclesiali che ci separano dal santo educatore e dal suo mondo, dalla sua società e dalla sua Chiesa.

Molti accadimenti hanno mutato la no- stra idea di “cristiano” e di “cittadino”:

l’imponente trasformazione scientifica e tecnica; l’avvento delle scienze uma- ne, il freudismo e la psicologia del pro- fondo; la nascita della pedagogia

scientifica; il cammino della Chiesa dal modernismo al Concilio Vaticano II; la globalizzazione mondiale ed economi- ca, le nuove tecnologie comunicative, i fenomeni migratori.

Tutto ciò non è che la punta di un ice- berg che rivela come il passaggio sto- rico avvenuto ci ha catapultato in un contesto secolarizzato, pluralistico, plurietnico, plurireligioso.

Pertanto, anche in ambienti tradizio- nalmente cristiani, afferma Carlo Nan- ni, «questa formula sintetica dei fini educativi è difficile da essere assunta subito e completamente […] perché è cambiata la vita, la società, la chiesa e conseguentemente l’immagine di uo- mo, di società, di chiesa cui tendere at- traverso l’educazione».6

Allora, è legittimo e doveroso chieder- ci: «Cosa significa il buon cristiano og- gi, in una situazione di diffusa indiffe- renza religiosa, di ateismo pratico, di plu- ralismo religioso, di risorgente fonda- mentalismo e intolleranza religiosa?».7 Come tradurre l’istanza della “salvez- za dell’anima” raggiungendo gli uomi- ni e le donne del nostro tempo con un linguaggio capace di intercettare le lo- ro domande profonde e di rispondervi con un Vangelo che sia realmente una Buona Novella, una proposta di vita piena e abbondante, di felicità duratu- ra e affidabile? Di qui la volontà di ver- balizzare una risposta da parte del con- tributo della prof. Martha Séïde dal ti- tolo: Il buon cristiano oggi offerto nel presente numero della Rivista.

Conseguentemente ci si chiede: come tradurre l’onesto cittadino di don Bosco oggi? Argomento quanto mai attuale su cui interverrà nel prossimo numero del- la Rivista la prof. Enrica Ottone.

Infatti, per i tempi in cui don Bosco vis-

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RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 2 MAGGIO/AGOSTO 2013

INTRODUZIONE / PIERA RUFFINATTO

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se, caratterizzati dall’assolutismo mo- narchico, non era concepibile l’idea di una politica attiva se non per una qual- che minoranza ricca e privilegiata.

L’onesto cittadino, in una forma piut- tosto passiva, viveva nella società sot- tomettendosi alle leggi e alle disposi- zioni vigenti come un buon suddito.

Altro è oggi il concetto di cittadinanza attiva, che implica partecipazione e corresponsabilità, che interpella i cit- tadini di oggi in contesti democratici.

Nuovi sono i quadri di riferimento ai quali ispirarsi, come ad esempio la di- chiarazione universale dei Diritti Uma- ni e la Dottrina Sociale della Chiesa, di fronte alle nuove sfide come il dialogo interculturale e interreligioso.

Coloro i quali operano nel campo edu- cativo ispirandosi al Sistema Preventi- vo di S. Giovanni Bosco sono pertan- to interpellati ad un fedele e creativo ri- pensamento del metodo anche nei suoi riferimenti teleologici.

NOTE

1Cf SPóLNIKMaria, La questione antropologica interpella il Sistema Preventivo oggi, in Rivista di Scienze dell’Educazione, 51(2013) 1, 93.

2CERIAEugenio (a cura di), Epistolario di san Gio- vanni Bosco II, Torino, SEI 1955, 203. L’espres- sione si trova in numerosissime fonti, espressa con sfumature diverse. Lo studio di Pietro Brai- do lo documenta ampiamente (cf BRAIDOPietro, Buon cristiano e onesto cittadino. Una formula dell’«umanesimo educativo» di don Bosco, in Ricerche Storiche Salesiane 13[1994]1, 1-75).

3BOSCOGiovanni, Lettera alla comunità salesia- na dell’Oratorio di Torino-Valdocco, Roma, 10 maggio 1884, in BRAIDOPietro (a cura di), Don

Bosco educatore. Scritti e testimonianze, Ro- ma, LAS 1992, 377.

4BRAIDOPietro, Prevenire non reprimere. Il Si- stema educativo di don Bosco, Roma, LAS 1999, 235.

5Ivi 231.

6NANNICarlo, Educare con don Bosco alla vita buona del Vangelo, Leumann (Torino), Elledici 2012, 56.

7Ivi 37.

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SISTEMA PREVENTIVO OGGI

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