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Organo ufficiale dell AICE Associazione Italiana di Ingegneria Economica n trimestre 2007 e 1 trimestre 2008

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INGEGNERIA ECONOMICA

Organo ufficiale dell’ AICE Associazione Italiana di Ingegneria Economica n. 85-86 – 4° trimestre 2007 e 1° trimestre 2008

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AICE – Associazione Italiana di Ingegneria Economica membro dell’ ICEC – International Cost Engineering Council Sede Legale: viale Washington 50 – 20146 Milano

Segreteria: viale Isonzo 25 – 20I35 MILANO

(presso la Segreteria del Corso di Formazione in Ingegneria Economica) telefono 02 5836 5936 – telefax 02 5836 5558

Posta elettronica: info@aice-it.org Sito Internet: http://www.aice-it.org

INGEGNERIA ECONOMICA

Organo ufficiale dell’ AICE – Associazione Italiana di Ingegneria Economica (fondata nel I979 – membro dell’ International Cost Engineering Council)

Pubblicazione trimestrale tecnico-economica, registrazione presso il Tribunale di Milano n. 235 del 26 marzo I999 – Direttore Responsabile: dott. ing. Luciana Broggi

Direzione e Redazione: viale Isonzo 25 – 20I35 MILANO – telefono 02 5836 5936 – telefax 02 5836 5558

(presso la Segreteria del Corso di Formazione in Ingegneria Economica)

CONSIGLIO DIRETTIVO (2006-2008)

Presidente: ing. Gianluca di Castri (membro titolare) Vice Presidente: ing. Michele Rossi (membro titolare)

Presidente Onorario: prof. ing. Luigi Pojaga (membro di diritto)

Membri titolari:

• dott. Emanuele Banchi – Delegato ICEC

• ing. Daniele Cimiotti

• prof. Giorgio Faini - Tesoriere

• arch. Edith Forte - Segretario

• prof. ing. Pietro D. Patrone

• dott. Marco Pizzamiglio Membri di diritto:

• dott. Giuseppe Catanzano

• ing. Antonio Vettese

PRESIDENTI DELL’AICE DALLA FONDAZIONE AD OGGI

1. dott. Cesare Sinicorni (I979) 2. dott. ing. Alessandro Riva (I980-8I) 3. dott. Cesare Sinicorni (I982-83) 4. dott. ing. Alessandro Riva (I984-85) 5. prof. ing. Luigi Pojaga (I986-87) 6. dott. Giuseppe Catanzano (I988-89) 7. prof. ing. Luigi Pojaga (I990-9I) 8. prof. ing. Luigi Pojaga (I992-93)

9. prof. ing. Luigi Pojaga (I994-95) 10. prof. ing. Luigi Pojaga (I996-97) 11. dott. Giuseppe Catanzano (I998-

2000)

12. dott. ing. Antonio Vettese (200I-02) 13. dott. ing. Antonio Vettese (2003-05) 14. dott. ing. Gianluca di Castri (2006-08)

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NOTA DEL PRESIDENTE

Pubblichiamo ancora una volta un numero doppio della rivista, che copre il quarto trimestre del 2007 ed il primo trimestre del 2008. Lamentiamo ancora una volta la scarsa attività dei soci nello scrivere articoli sulle loro ricerche e sulla loro esperienza professionale: IngegnerIa Economica è principalmente la rivista di un’associazione e non una rivista accademica, essa deve pertanto avere un diretto legame con l’attività dei soci.

In questo numero pubblichiamo

 il verbale del consiglio direttivo del 12 maggio u/s, che riteniamo abbia particolare interesse per tutti, vista l’importanza degli argomenti trattati,

 una nota storica sugli statuti dell’AICE ed

 una nota semantica che è un estratto delle note fatte in diverse mie pubblicazioni.

Segue la relazione presentata da Alberto Cerutti al Premio Brambilla 2007.

Gianluca di Castri

RECENSIONI

Nuovo libro del nostro socio prof. Chiappi

La casa editrice Franco Angeli è lieta di annunciare in anteprima la pubblicazione del volume:

IL FOGLIO ELETTRONICO COME STRUMENTO PER IL PROBLEM SOLVING METODI E MODELLI PER LE ORGANIZZAZIONI, di Roberto Chiappi.

pp. 216, € 27,00

Cod. 100.687 Collana: Azienda moderna Con allegato Cd Rom.

Disponibile in libreria da maggio 2008

Questo volume, oltre che un manuale per il lavoro e lo studio, è stato pensato e scritto per tutti coloro che non vogliono limitarsi a un uso del computer come

mezzo di collegamento a internet, di scrittura, di posta, di archiviazione o d’intrattenimento,

ma che guardano invece ad esso soprattutto come strumento per

sviluppare modelli volti alla rappresentazione e alla comprensione di aspetti problematici della realtà delle organizzazioni.

Pietro D. Patrone e Virgilio Piras - CONTRACT E PROJECT MANAGEMENT - Alinea, Firenze, 2007

Si tratta di un libro di cui si sentiva la mancanza; gli autori affrontano, in maniera integrata e semplice, l'argomento della gestione contrattuale in particolare e della gestione di progetto in generale con riferimento al caso dell'edilizia. A tutti è noto che la cultura di gestione dei progetti, affermatasi in campo industriale, stenta ad affermarsi in edilizia, settore in cui, a torto, non ne è stata finora compresa l'esigenza. Il libro di Patrone e Piras colma questo vuoto, fornendo uno strumento adatto ad una comprensione della materia, con particolare riferimento ai metodi di programmazione e controllo ed alla loro applicazione nella gestione dei contratti e del contenzioso.

Ne consigliamo la lettura ai nostri soci.

Giampietro Vecchiato, Enzo Mario Napolitano, Marketing, comunicazione e relazioni pubbliche

per gli studi professionali.Crescere tra etica e competizione, Franco Angeli Editore Chi non comunica è fuori gioco. Il “decreto Bersani” (legge 248 del 4 agosto 2006) ha riproposto come attuale il tema del marketing, della pubblicità e delle relazioni pubbliche per gli studi professionali. Fino a poco tempo fa infatti la grande maggioranza dei professionisti pensava che il proprio studio “non potesse fare marketing perché il codice deontologico vietava ogni forma di pubblicità”. Oggi possiamo invece affermare che una trasparente ed efficace comunicazione contribuisce a rafforzare la credibilità delle professioni e dei singoli professionisti. Ma è proprio la pubblicità lo strumento più adatto e coerente per comunicare le professioni?

Siamo certi che non vi sia alcuna differenza tra comunicare un prodotto di largo consumo (un detersivo, una merendina) e comunicare un servizio intellettuale ad alto contenuto di

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conoscenza? Gli autori sono convinti del contrario e nel libro si propongono di chiarirne le differenze e le specificità.

Il marketing (cui sono dedicati i primi due capitoli) non è una pratica sconveniente, non è uno stratagemma per professionisti in crisi, è un modo di stare sul mercato e di rispondere alle esigenze dei clienti. La credibilità e la reputazione (più dell’immagine) fanno parte degli obiettivi di comunicazione e le relazioni pubbliche (nella seconda parte) hanno il delicato compito di costruire la fiducia necessaria tra i clienti e lo studio.

Per relazionarsi positivamente con i clienti, per esercitare meglio la propria attività e per competere in modo etico e responsabile in un mercato sempre più veloce e globale, il professionista dovrà apprendere nuove abilità comunicative (nella terza parte): scrivere in maniera efficace, parlare in pubblico, saper ascoltare, organizzare una riunione efficace, negoziare e gestire un conflitto.

Giampietro Vecchiato è Direttore clienti di P. R. Consulting srl, Agenzia di Relazioni Pubbliche di Padova e Vice Presidente Ferpi, Federazione Relazioni Pubbliche Italiana. È inoltre docente di Teoria e Tecnica delle Relazioni Pubbliche presso l’Università degli Studi di Padova e Udine, sede di Gorizia.

Enzo Mario Napolitano è dottore commercialista e Presidente dell’Associazione Italiana Revisori Etici. Ha pubblicato per la Franco Angeli Il professionista orientato al Cliente e Il professionista in cammino verso la qualità totale.

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Gianluca di Castri

Il dibattito istituzionale in AICE dalle origini al 2008:

la storia dell’AICE attraverso le modifiche statutarie1

A. Generalità e scopo

Lo scopo di questo documento è fornire in sintesi un quadro storico dei diversi statuti dell’AICE dalla fondazione ad oggi, con particolare riguardo agli organi di governo dell’Associazione stessa e con alcuni confronti con altre associazioni sia in ambito ICEC che all’esterno; in particolare ci interessa descrivere il dibattito che ha avuto luogo, in seno alla Commissione Statuto e, successivamente, al Consiglio Direttivo, per giungere alla formulazione della proposta di statuto che fu presentata ai soci per l’approvazione nell’assemblea di novembre 2005, ma non ottenne la richiesta maggioranza.

B. Gli statuti degli inizi

Il primo statuto è contestuale all’atto costitutivo giusta atto notar Pietro Acquarone del 9 luglio 1979; esso si compone di 11 articoli e di un documento addizionale denominato

“Canoni di etica professionale dei professionisti nel settore delle grandi commesse di costruzione”.

La struttura dell’associazione è determinata come di seguito descritto:

 Composizione:

• soci fondatori, in numero di 14;

• soci, con diritto di voto, dovevano avere almeno 5 anni di anzianità associativa come membri effettivi ed essere accettati con voto di maggioranza del Consiglio di Amministrazione (corrispondevano, più o meno, agli attuali fellows);

• membri effettivi, con diritto di voto, i requisiti di ammissione prevedevano caratteristiche professionali elevate (si deve tenere presente, tuttavia, che all’epoca non esisteva ancora la certificazione) ed anch’essi dovevano essere accettati dal Consiglio;

• membri emeriti, senza diritto di voto; si trattava di un titolo che poteva essere concesso dal Consiglio ai membri ritiratisi dall’attività che avessero ricoperto almeno una carica elettiva;

• membri associati, senza diritto di voto, presentati da due associati ed accettati dal Consiglio, senza richiesta di requisiti professionali;

• membri studenti, senza diritto di voto.

 Struttura:

• Assemblea, formata da tutti gli aventi diritto al voto con possibilità di delega limitata ad altri soci o membri, ognuno dei quali non poteva essere portatore di più di una delega;

• Consiglio di Amministrazione di 10 membri, eletti per 2 anni dall’Assemblea a scrutinio segreto libero e rieleggibili; esso eleggeva al suo interno il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario ed il Tesoriere;

• Commissione di Ammissione di 5 membri effettivi più 2 supplenti, eletti per 2 anni dall’Assemblea; essa è presieduta dal socio che abbia ottenuto il maggior numero di voti ed ha anche funzioni disciplinari;

• Comitato dei Probiviri, di 3 membri, eletto ogni anno dall’Assemblea

• Comitato dei Revisori dei Conti di 3 membri, eletto ogni anno dall’Assemblea Sono interessanti alcune soluzioni, come la Presidenza della Commissione di Ammissione, conferita al socio che avesse ottenuto più voti; la Presidenza dell’Associazione invece era lasciata alla decisione del Consiglio. Di fatto, vista la ridotta consistenza dell’Associazione, la struttura non fu mai pienamente realizzata e le sue funzioni furono di fatto surrogate dal Consiglio.

Nel marzo 1980 vengono apportate alcune correzioni ed integrazioni, che riguardano il numero di membri del Consiglio Direttivo2, ridotti da 10 a 6, l’istituzione della figura dei

1 Pubblicato su INGEGNERIA ECONOMICA n. 86 – primo trimestre 2008

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Delegati presso altre associazioni, che permette l’istituzione del Delegato presso l’ICEC in conformità agli statuti dell’ICEC stessa3; viene inoltre data la possibilità al Presidente di delegare un membro del Consiglio per gli atti di ordinaria amministrazione. La Commissione di Ammissione è ridotta da 5 a 3 membri.

Tale statuto resta invariato fino al 19 aprile 19884, quando vengono approvati i seguenti emendamenti:

modifica del nome da Associazione Italiana Cost Engineers ad Associazione Italiana di Ingegneria Economica, ferma restando la sigla AICE;

• limitazione a due mandati consecutivi delle cariche di Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere.

Successivamente, nel 1992, viene abolito il limite dei due mandati ed è inoltre abolita la Commissione Ammissioni, le cui funzioni sono conferite al Consiglio Direttivo; viene istituita la Commissione Brevetti, nominata dal Consiglio Direttivo e formata da 6 membri di cui 3 esterni all’AICE.

Negli anni successivi si viene rinforzando la figura del Delegato ICEC, eletto sempre membro del Consiglio, e furono introdotte modifiche in senso riduttivo (abolizione dei Revisori dei Conti e dei Probiviri); fu inoltre introdotta la figura del Delegato di Area, definito dal Regolamento Operativo del 1997.

C. Lo statuto del 1999 e del 2002

Tale testo deriva da un ampio e lungo dibattito in Consiglio Direttivo, una prima proposta, di cui fu relatore l’ing. E. Kotroniás, era stata studiata allo scopo di permettere la registrazione dell’associazione come Ente Morale (a tale proposito fu reintrodotto il Comitato dei Revisori dei Conti e fu conferito il diritto di voto agli Associati). Rinunciato a tale proposito, fu redatta una nuova proposta (relatore ing. G. di Castri) che fu adottata dall’Assemblea in data 11 novembre 1999.

Vediamone le caratteristiche principali:

• Introduzione dell’appartenenza all’ICEC fra gli scopi dell’Associazione;

• Organi Sociali:

o Assemblea Ordinaria e Straordinaria

o Consiglio Direttivo con una struttura completamente rinnovata, eletto a scrutinio libero dall’Assemblea5; esso era costituito da sette membri titolari, eletti ogni due anni dall’Assemblea Ordinaria (il numero dei membri titolari poteva essere variato per delibera dell’Assemblea Ordinaria da un minimo di cinque ad un massimo di dodici) e da membri aggiunti, cooptati e revocati dai membri titolari con parere favorevole dei due terzi dei titolari stessi, senza diritto di voto. Per le cariche sociali lo statuto recitava “Il Consiglio Direttivo, subito dopo la sua elezione e prima dell’eventuale cooptazione di membri aggiunti, elegge fra i membri titolari il Presidente, il VicePresidente, il Delegato presso l’ICEC, il Segretario ed il Tesoriere; tali cariche sociali sono di norma fra loro incompatibili, con l’eccezione del Delegato ICEC la cui carica può essere cumulata con una qualsiasi delle altre. I membri titolari, aggiunti o supplenti del Consiglio Direttivo possono essere rieletti per un numero indefinito di volte.”

o Comitati, nominati dal Consiglio Direttivo e variamente composti, col solo vincolo di avere al proprio interno un membro totolare del Consiglio; in particolare Comitato Scientifico (che esisteva già da tempo, pur senza formalizzazione istituzionale), Commissione Esami, Comitato Etico- Disciplinare (costituito al bisogno e formato dal Presidente e da due soci nominati ad hoc).

o Delegati

o Collegio dei Revisori

Le qualifiche associative vengono tolte dallo statuto e trasferite fra le competenze del Consiglio Direttivo, in particolare per permettere l’ammissione di soci collettivi. Inoltre agli Associati è concesso il diritto di voto (ma non quello di essere eletti).

2Viene introdotto il termine Consiglio Direttivo in luogo di Consiglio d’Amministrazione.

3 Vale la pena di notare che, in questa versione dello statuto, il Delegato ICEC non doveva necessariamente essere membro del Consiglio Direttivo.

4 Alcune modifiche riguardanti le procedure assembleari furono in realtà introdotte il 28 marzo 1985

5 Si deve tuttavia notare che, a partire dagli anni ’90, si è diffusa la prassi informale di presentazione, da parte del Consiglio uscente, di una lista di candidati preferenziali.

(9)

Tali categorie vengono definite nella delibera del Consiglio Direttivo in pari data e sono riassunte nello schema seguente

Soci o membri qualificati

Soci o membri ordinari

Associati

Persone fisiche Soci Fondatori Emeriti

Soci (fellows)

Membri effettivi Associati Studenti

Persone collettive Soci Sostenitori Soci collettivi Soci istituzionali

Con l’avvento alla presidenza dell’ing. A. Vettese vengono apportate ulteriori modifiche approvate dall’Assemblea del 9 maggio 2002. Esse sono:

• mandato del Consiglio Direttivo triennale; inoltre vengono istituiti i membri di diritto e la Presidenza Onoraria e viene conferito il diritto di voto ai membri aggiunti;

decadenza dei membri assenteisti;

• rafforzamento della figura del Presidente, che in certi casi può proporre la decadenza dei membri del Consiglio;

• istituzione della Commissione Esecutiva;

• alcune modifiche alle categorie associative che di fatto tendono a razionalizzarne la terminologia, che viene così revisionata, stabilendo l’equivalenza dei termini

“socio” e “membro”

Soci o membri qualificati

Soci o membri ordinari

Associati

Persone fisiche Soci Fondatori Soci Promotori (fellows) Soci Onorari

Membri Effettivi Membri Emeriti

Membri Associati Membri Studenti

Persone collettive Soci Sostenitori Soci collettivi Soci istituzionali

Successivamente vengono ridotti i requisiti professionali richiesti per i Membri Effettivi; di fatto, con l’avvento della Certificazione, tali requisiti avevano perso significato e non erano di fatto più applicati.

Dobbiamo dire per obiettività che quest’ultima revisione, frutto di una serie di compromessi, non fu soddisfacente: in particolare diviene anomala la figura del Presidente che, pur essendo eletto dal Consiglio e non dall’Assemblea, ha poteri di direzione del Consiglio stesso, che avrebbero in realtà senso solo nel caso di un’elezione assembleare del Presidente; sono inoltre anomale le figure dei membri di diritto del Consiglio Direttivo.

Inoltre, l’allargamento della base associativa avvenuto negli ultimi anni pone il problema di garantire, in qualche modo, la continuità e la stabilità dell’Associazione.

D. La modifica statutaria proposta nel 2005

D.1. Generalità

La modifica statutaria proposta all’approvazione dell’Assemblea in novembre 2005 nasceva da una decisione del Consiglio Direttivo dell’anno precedente e da un lungo processo di definizione, le cui tappe principali sono state:

• la nota propositiva redatta dall’ing. G. di Castri in data 27 aprile 2004 e presentata al Consiglio;

• la proposta iniziale, redatta sempre dall’ing. G. di Castri in data 28 aprile 2004 (essa ripete di fatto quanto già detto nella nota propositiva del giorno precedente);

• la presentazione autonoma di una bozza di statuto da parte della Delegazione di Roma;

• la costituzione di una Commissione Statuto formata dall’ing. G. di Castri, dall’avv.

M. Rotondi e dall’ing. C. Solustri;

• la presentazione della relazione e della bozza di statuto, da parte della Commissione, in data 6 luglio 2004

(10)

• la redazione della bozza definitiva, approvata dal Consiglio Direttivo in gennaio 2005.

D.2. La nota propositiva e la proposta iniziale

La nota propositiva dell’aprile 2004 fissa alcuni punti ritenuti fondamentali per la modifica dello statuto; per la sua importanza la riportiamo integralmente, nelle due versioni del 15 e del 27 aprile (allegati 1 e 2)

D.3. I lavori della commissione

Anche in questo caso, riportiamo integralmente il testo della relazione finale scritta dall’ing. G. di Castri e condivisa dai membri della Commissione (allegato 3).

Come si evince dal testo della relazione, la Commissione non riuscì ad elaborare una proposta unitaria, non essendosi, limitatamente ad alcuni articoli, trovata una sintesi fra le due proposte che nella relazione stessa sono definite democratica (Solustri) ed aristocratica (di Castri). La sintesi fu fatta successivamente dal Consiglio Direttivo nei mesi da settembre a gennaio 2005 e presentata ai soci nell’Assemblea di novembre 2005, in cui peraltro la proposta di modifica dello statuto non ottenne la prescritta maggioranza.

D.4. La sintesi

I punti condivisi dai membri della Commissione sono comunque di notevole importanza e rappresentano buona parte degli articoli dello statuto; essi sono:

1. l’articolazione in statuto, modificabile con delibera straordinaria, regolamento, modificabile con delibera ordinaria e procedure, emesse dagli organi esecutivi, la triplice articolazione ha lo scopo di permettere una più agile gestione dell’associazione;

2. il rafforzamento delle clausole a salvaguardia della stabilità dell’associazione, in particolare per quanto riguarda l’appartenenza all’ICEC;

3. l’abolizione dei membri di diritto del Consiglio Direttivo, fatti salvi i diritti acquisiti (prof. L. Pojaga, Presidente Onorario e dott. G. Catanzano);

4. La riforma della fellowship, fatti salvi i diritti acquisiti;

5. l’allargamento dei diritti di voto e di eleggibilità;

6. il non inserimento di alcuna clausola relativa all’eventuale costituzione di una società di servizi, in quanto non necessaria.

Per i punti non condivisi, riportiamo in un testo a più colonne le diverse posizioni e la loro evoluzione:

Argomento Proposta iniziale “di Castri”

Proposta iniziale

“Solustri”

Proposta Commissione

“aristocratica”

Proposta Commissione

“democratica”

Sintesi Consiglio Direttivo Fellowship 10 anni di

anzianità ed accettazione da parte degli altri fellows

non prevista 10 anni di anzianità ed accettazione da parte degli altri fellows

se

indispensabile, anzianità limitata a 2 anni

10 anni di anzianità ed accettazione da parte degli altri fellows Comitato

Etico

3 membri

fellows, eletto dai fellows

non previsto 3 membri fellows, eletti dall’Assemblea

3 membri, eletti dall’Assemblea

Presidenti e Delegati ICEC, in carica o precedenti Poteri del

Comitato Etico

Veto, superabile

dal voto

dell’Assemblea

non previsti Veto, superabile

dal voto

dell’Assemblea Straordinaria

non definiti Veto per legittimità, non impugnabile Consiglio

Direttivo

almeno 4

membri eletti dall’Assemblee in base ad una lista redatta dalla

Commissione Nomine;

possibilità di liste antagoniste

eletto

dall’Assemblea a scrutinio libero

da 4 a 20 membri, eletto in base ad una lista chiusa redatta dalla Commissione Nomine che potrà proporre

due liste

alternative

da 4 a 20 membri, eletti dall’Assemblea a scrutinio libero

Possibilità di lista

predefinita presentata dal Consiglio

o dal

Comitato Etico; in mancanza scrutinio

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libero Commissione

Nomine

Presidente uscente, ex Presidenti, Decano del Comitato Etico

non prevista Presidente uscente, ex Presidenti, Decano del Comitato Etico, delibera dopo aver preso contatto con i soci e gli organi associativi

non prevista non prevista

Presidente Obbligo di

fellowship Delegato

ICEC

Obbligo di fellowship Delegazioni

Territoriali

Istituite dal Consiglio Direttivo

Istituite per volontà di un

gruppo di

almeno 10 soci

Istituite dal Consiglio Direttivo

E. 2005-08: modifiche minori

Nel triennio 2005-08 più che di modifiche si dovrebbe parlare di aggiustamenti; in particolare in gennaio 2008, per adeguamento al decreto legislativo206/2007 sono state introdotto alcune modifiche alle categorie associative. In precedenza erano state modificate alcune norme sul numero legale ed era stato ammesso il voto per posta elettronica; erano stati inoltre aboliti i poteri anomali previsti per il presidente.

F. Una proposta per il 2010

Iniziamo a proporre alcune idee che potranno essere argomento di discussione fra i soci nei prossimi anni, talché si possa addivenire all’approvazione di un nuovo statuto più adatto all’evolversi della situazione generale. In particolare abbiamo intitolato questo paragrafo “una proposta per il 2010” perché nel 2011 vi saranno le elezioni del Consiglio Direttivo ed è bene che esse avvengano già a norma dello statuto nuovo o che, in ogni caso, non si proceda nella stessa assemblea alle elezioni ed alla votazione di un nuovo statuto, in particolar modo se esso modifica le norme elettorali per il Consiglio o per la Presidenza.

Proviamo a fissare alcuni punti o, più correttamente, a formulare qualche idea: in primo luogo, AICE si deve sempre più configurare come associazione professionale; lo statuto dovrà pertanto recepire tutti i criteri che saranno previsti dalla riforma delle professioni e dalle disposizioni legislative che via via saranno emanate, con il solo limite di non porsi in contraddizione con la disciplina statutaria dell’ICEC, che peraltro lascia le associazioni ampia libertà di adottare i propri statuti ed, in alcuni casi, di avere forma giuridica diversa dall’associazione (DACE, ad esempio, è una fondazione), fissando solo alcuni criteri di riferimento che non si prevede possano costituire un problema, anche se si deve tenere presente che, mentre ICEC fa’ maggior riferimento alla competenza professionale, la legislazione italiana sembra voler dare maggiore importanza alla democrazia interna.

Inutile dire che, qualora si presentassero problemi di incompatibilità, si dovrà informare l’ICEC ed operare in accordo con esso.

Vale inoltre la pena di rileggere la proposta del 2005 per estrarne alcuni punti che si ritiene possano essere recuperabili. In particolare si deve valutare se recuperare l’articolazione della documentazione istituzionale in statuto e regolamento; ciò potrebbe essere utile, in quanto è molto probabile che, in seguito alla riforma delle professioni, lo statuto sia soggetto a registrazione.

Comitato Etico

Un organo etico, che funga da “corte costituzionale” dell’associazione, ha senso; esso potrebbe essere un organo non elettivo, bensì costituito da membri di diritto, in particolare ne dovrebbero essere membri coloro che abbiano in passato ricoperto la carica di presidente o di delegato ICEC più alcuni fellows in ordine di anzianità associativa in modo da raggiungere un minimo di sette membri. L’organo così costituito potrebbe cumulare le funzioni di commissione nomine, di commissioni elettorale e di azione disciplinare nei confronti dei soci.

Categorie associative6

6 Per le persone collettive probabilmente potrà restare in vigore la classificazione approvata in gennaio 2008.

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Anche in questo caso è fondamentale tenere presente la riforma delle professioni, per cui è molto probabile che soci a pieno titolo possano essere solo coloro che siano certificati o certificabili. Sarà pertanto confermata, a parte la terminologia, l’attuale distinzione fra soci (con pieno titolo all’elettorato attivo e passivo ed associati (fra cui gli studenti, con diritti limitati peraltro da definire). Si dovrà inoltre salvaguardare la categoria dei fellows, con anzianità associativa almeno decennale, per cui dovrebbe essere anche trovata una denominazione in lingua italiana7; essi potrebbero essere soci a vita, previo pagamento di una quota a forfait8 da determinare, eventualmente tenendo conto dell’età anagrafica.

Sarebbero evidentemente fatti salvi i diritti acquisiti

Elezione diretta del Presidente e degli organi esecutivi

Allo stato attuale, come in gran parte delle associazioni, il consiglio direttivo è eletto dall’assemblea a scrutinio libero, risultando eletti i soci che ricevono un maggior numero di voti; tale sistema è tale che un organo volitivo, come l’assemblea, elegge un organo esecutivo, il consiglio, in modo non omogeneo né coordinato ottenendo così di fatto un organo che ha più le caratteristiche di un altro organo volitico che di un organo esecutivo.

Il consiglio poi elegge al suo interno le cariche sociali, compreso il presidente; si crea così una struttura debole, per ovviare alla quale si usano procedimenti informali (candidature e liste non ufficiali, contatti interpersonali e simili).

Per creare un esecutivo più efficace e dotato di maggior legittimazione9, si possono considerare varie possibilità; è opportuno comunque che il consiglio esecutivo o direttivo dell’associazione abbia una composizione prestabilita (ad esempio: Presidente, Vice Presidente, Delegato ICEC10, Tesoriere-Segretario, Delegato Formazione, Delegato Giovani, uno o più Delegati Territoriali. Nella situazione attuale in cui la delegazione territoriale è una sola avremmo sette membri). I membri del comitato etico avrebbero diritto a partecipare alle riunioni come membri non titolari, il diritto voto spetterebbe ai soli titolari con maggioranza costituita dalla metà più uno dei membri titolari fra cui il presidente11; anche eventuali membri aggiunti o cooptati, con o senza delega specifica, non avrebbero diritto di voto12.

A questo punto l’elezione del consiglio potrebbe avvenire in due modi:

• L’assemblea elegge il solo presidente con uno scrutinio a maggioranza assoluta13, con eventuale doppio turno; le candidature sono presentate con congruo anticipo e formalizzate tramite la commissione nomine; il presidente eletto nomina e revoca i membri dell’esecutivo. Sitratta di una soluzione estremamente accentrata, più adatta per una società per azioni che per un’associazione.

• L’assemblea elegge l’intero esecutivo14; in questo caso il Presidente non ha il potere di revoca dei membri o per lo meno esso viene fortemente limitato; in caso di decadenza o dimissioni di un membro dell’esecutivo la procedura potrebbe essere la sua cooptazione o nomina da parte del Presidente con approvazione del consiglio di sorveglianza o con l’approvazione dei soci con il metodo della votazione per posta elettronica .

Altri organi dell’associazione

In caso di elezione diretta dell’esecutivo, in particolare nel caso in cui i membri dell’esecutivo siano nominati e revocati dal presidente, si potrebbe istituire un consiglio di sorveglianza, ad esempio di 12 membri eletti dall’assemblea scrutinio libero; le sue

7 Membri professi, membri anziani, membri qualificati, etc.

8 AACE chiede ai soci vitalizi il pagamento anticipato di 20 quote annue-

9 Si risolverebbero in questo modo anche i notevoli problemi di assenteismo; il pluralismo sarebbe comunque garantito nel consiglio di sorveglianza.

10 Che sarebbe anche Delegato per la Certificazione, in conformità ai criteri ICEC; la carica di delegato sarebbe cumulabile con la Presidenza. In alternativa si potrebbero unificare le cariche di vicepresidente e delegato ICEC, rinunciando, anche se non necessariamente, alla compatibilità con la presidenza e previa verifica della conformità ai criteri ICEC. Di fatto si potrebbe dare facoltà a chi presenta la lista di aggregare le tre cariche di presidente, vicepresidente e delegato in una, due o tre persone.

11 Ciò significa che nessuna delibera potrebbe essere approvata contro il parere del presidente.

12 Si dovrebbero salvaguardare i diritti acquisiti, in particolare quelli del Presidente Onorario. In futuro la concessione della qualifica di Presidente Onorario dovrebbe essere considerato atto riservato all’Assemblea Straordinaria.

13 Si deve decidere cosa fare se il candidato è uno solo; in simili casi l’ICEC soprassiede alla votazione, si potrebbe pensare di limitarsi ad un’approvazione dell’assemblea per acclamazione. Si dovrà pensare ad una procedura da seguire nel caso, in realtà piuttosto remoto, che il candidato unico sia respinto dall’assemblea.

14 In ogni caso si dovrebbe valutare se sia opportuno che, ancorché l’elezione avvenga in ottobre o novembre, il nuovo presidente entri in carica il primo gennaio; nel periodo dall’elezione a fine anno egli avrebbe il titolo di presidente designato e dovrebbe comunque partecipare alle decisioni.

(13)

funzioni sarebbero appunto non deliberative ma di controllo (approvazione del bilancio preventivo, mentre il consuntivo resterebbe ovviamente soggetto all’approvazione dell’assemblea, approvazione delle delibere principali, etc.). Tuttavia le funzioni di questo consiglio potrebbero essere conglobate in quelle del comitato etico, con l’ aggiunta di qualche membro elettivo e la sostituzione della denominazione con “comitato etico e di sorveglianza” (che potrebbe ad esempio essere costituito dai 7 membri di diritto o per anzianità e da 5 membri eletti).

G. Appendice - Statuti di altre associazioni

G.1. Generalità

In genere le associazioni che abbiamo preso in considerazione hanno statuti dettagliati, talora suddivisi in uno statuto ed un regolamento con diverse modalità di emendamento;

le associazioni anglosassoni, che spesso cumulano anche le funzioni dei nostri Ordini professionali, hanno statuti in genere ancor più complessi.

i) in diversi casi abbiamo notato una struttura dualista, con un organo di garanzia ed un organo esecutivo; un ulteriore garanzia è data inoltre dalla possibilità di esame previo delle candidature;

ii) esistono quasi sempre diverse classi o categorie associative, anche se non sempre vi è una differenziazione dei diritti di voto;

iii) esiste quasi sempre, sia pur sotto diversa forma, un istituto di garanzia. A tale proposito vale la pena di notare che il Secretary delle Associazioni anglosassoni ha sovente questo ruolo, e non è in nulla assimilabile al Segretario Generale delle nostre Associazioni, che è di fatto un delegato esecutivo; emblematico il caso dell’ICEC il cui Segretario, stabile al variare delle Presidenze biennali, ha prevalentemente il ruolo di garante dell’osservanza degli statuti (constitution, by-laws) e delle procedure di accreditamento.

G.2. ICEC – International Cost Engineering Council

L’ICEC è una federazione di associazioni cui non sono ammessi membri individuali; i membri possono essere ordinari, con diritto di voto, o associati, con diritto di parola ma non di voto.

Il Consiglio dei Delegati (Council) elegge gli Officers (Presidente, Vicepresidenti con o senza delega specifica, etc.) che formano il Comitato Esecutivo. Le candidature sono presentate da una Commissione formata dal Presidente e da ex Presidenti e vengono accettate senza votazione se non vi sono candidature alternative.

G.3. AACE – American Association for the Advancement of Total Cost Management

AACE è governata da uno statuto del 1956, emendato più volte fino al 2002, e da un’ampia serie di regolamenti e pratiche professionali.

Fra le caratteristiche principali ricordiamo:

o i membri sono classificati in Membri Ordinari, Membri Associati, Membri Studenti; inoltre vi sono Fellows, Membri Emeriti e Membri Vitalizi che sono equiparati ai Membri Ordinari.

o Le condizioni di ammissione alla fellowship sono molto restrittive (da 10 a 15 anni di anzianità, approvazione del Consiglio), così come sono abbastanza elevate le condizioni di ammissione come Membro Ordinario.

o L’Associazione è governata da un Consiglio Direttivo, di cui fanno parte il Presidente ed i vari Delegati Esecutivi. Esiste una figura di Direttore Generale, nominato dal Consiglio e che è membro del Consiglio Stesso senza diritto di voto. Hanno altresì diritto di partecipare al Consiglio l’ex Presidente ed il Presidente Designato.

o Le candidature sono vagliate da un’apposita Commissione, mentre non sembra essere presente un organismo di garanzia esterno.

G.4. RICS – Royal Institute of Chartered Surveyors

Il RICS è governato da uno Statuto Reale (Royal Charter) ed è di fatto retto da una struttura di tipo dualista, con

(14)

o un Governing Council di 67 membri; esso è formato da 10 membri eletti dalla totalità soci, 2 membri nominati, 1 membro onorario, 10 membri in rappresentanza dei territori (esterni al Regno Unito) e 19 membri in rappresentanza delle Regioni (interne al Regno Unito); inoltre fanno parte del Council i membri esecutivi che sono 9 Officers (fra cui il Presidente e due Vicepresidenti), i membri di alcuni comitati fra cui un Policy Committee di 5 membri.

o Interessante il Policy Committee che ha funzioni di risoluzione delle dispute fra i membri, formazione, etica e condotta, promozione e pubbliche relazioni.

o Lo scopo dell’associazione è fissato in quattro punti (formazione, etica professionale, consulenza, ricerca). Attualmente è in corso, da parte del RICS, la procedura di associazione all’ICEC.

o i membri sono divisi in 7 fra classi e sottoclassi (fellows o chartered members, professional members, technical members, honorary members, attached members in 3 sottoclassi) in base ad un criterio di competenza professionale con diritti di voto differenziati (in particolare per quanto concerne le special resolutions); esiste un dettagliato codice di comportamento

G.5. PMI – Project Management Institute

o Esistono un atto costitutivo, registrato in tribunale, ed un regolamento approvato dai membri (versione 2.6, revisione luglio 2003)

o L’atto costitutivo definisce nome, sede, scopo, durata (perpetual existence, cioè tempo indeterminato)

o Regolamento

o Scopo dell’associazione dettagliato.

o Categorie associative: membri ordinari, membri pensionati con diritti di voto attivo e passivo; membri associati e studenti senza diritti di voto

o Consiglio Direttivo composto da 12 a 18 membri, di cui 3 con responsabilità esecutive (Presidente, Vicepresidente, Tesoriere-Segretario) eletti dal Consiglio stesso al suo interno; elezione per 3 anni con limite di 2 mandati, con possibilità di revoca e sostituzione da parte dei 2/3 del Consiglio stesso.

Le candidature sono vagliate da un comitato elettorale che effettua una selezione in base alla qualifica, sono infine eletti i candidati che ricevono più voti.

o Esiste un Direttore Generale, nominato dal Consiglio ma esterno ad esso e che risponde al Consiglio

o Delegazioni territoriali (chapters) o per gruppi d’interesse

o Esiste inoltre un dettagliato regolamento esecutivo del Consiglio Direttivo, che comprende un codice di comportamento, la vigilanza sul quale è peraltro affidata al Consiglio stesso.

G.6. IoD – Institute of Directors

Associazione inglese i cui membri sono consiglieri d’amministrazione di aziende dell’Unione Europea; esegue attività di formazione e rilascia anche una certificazione per titoli ed esami (Chartered Director).

La proposta di emendamento degli statuti (ottobre 2003), invariati da oltre un secolo, prevede:

o una struttura dualista con un Council composto da membri elettivi e da rappresentanti regionali la cui funzione primaria è quella di Guardian of the Constitution ed

o un Consiglio Direttivo, formato da membri esecutivi e no, con funzioni di gestione;

esiste una Commissione per la selezione delle candidature che è nominata dal Council;

o I membri sono divisi in fellows ordinari ed onorari, membri ordinari ed onorari ed associati in base alle qualifiche professionali; esiste un codice etico

G.7. NIQS – Nigerian Institute of Quantity Surveyors

o A parte la diversa denominazione, anche nel NIQS vi sono fellows, membri a pieno titolo e membri associati; l’elettorato passivo è limitato ai membri a pieno titolo e, per la Presidenza, ai fellows;

(15)

o il Consiglio Direttivo è la massima autorità esecutiva, esso è eletto dall’assemblea generale ed è formato da

o Presidente,

o due Vice Presidenti, o Presidente uscente, o Tesoriere,

o Segretario Generale e tre Segretari con delega specifica, o due membri senza delega specifica.

o Il Segretario esecutivo è un dipendente stipendiato, che deve essere comunque un membro a pieno titolo.

o Le funzioni di garanzia e di definizione dei principi sono attribuite al National Policy Committee formato dai membri del Consiglio Direttivo, da tutti gli ex Presidenti ed ex Segretari Generali e da un numero di membri cooptati fino ad un massimo di 10.

H. Allegati

H.1. Nota propositiva del 15 aprile Le modifiche allo statuto devono garantire:

1. Stabilità: per ottenere ciò si deve evitare la possibilità di scalate o colpi di mano, l'ideale sarebbe se il Consiglio Direttivo uscente nominasse il Consiglio che gli succede o comunque avesse un forte potere di iniziativa nella candidatura dello stesso; il rischio di una soluzione di questo tipo è che venga considerata antidemocratica, anche se di fatto è quella utilizzata dall’ICEC che è sorto o si è sviluppato in paesi che certo non possono essere tacciati di scarso senso democratico; le possibilità sono:

a. il CD uscente propone l’intero CD successore; possono essere presentate liste alternative con congruo anticipo sull’Assemblea, se non ve ne sono, il CD proposto è confermato mentre se ve ne sono si procede alla votazione in assemblea per lista e non per singola candidatura (metodo ICEC), oppure, più deterministicamente

b. il CD propone e l'Assemblea conferma (decidere come si opera in caso di mancata conferma).

2. Un’alternativa per ottenere la stabilità è quella di garantire in Consiglio un certo numero di “membri passanti”, che potrebbero essere gli ex-presidenti e gli ex- delegati ICEC, ad esempio; il rischio di questa soluzione, tuttavia, è di trasformare il CD in un “cimitero degli elefanti”.

3. Un’ulteriore alternativa potrebbe essere quella di avere un Comitato di Garanti (sorta di “corte costituzionale” associativa) o di attribuire la funzione di garante istituzionalmente ad uno dei membri del Consiglio (dovrebbe essere, in questo caso, il Delegato ICEC)

4. Ricordiamo che quando parliamo di stabilità dobbiamo identificare quali siano gli

“interessi permanenti” o di lungo periodo dell’associazione; a parere dello scrivente essi sono

a. il mantenimento del corpo delle conoscenze e della relativa certificazione con accredito ICEC nonché

b. l’esecuzione delle attività correlate alla certificazione (corso, formazione, etc.).

c. L’elenco tuttavia è indicativo e non limitativo.

5. Rinnovamento senza discontinuità: per ottenere cambiamenti di rotta graduali, si può pensare all’elezione di metà o di un terzo dei membri ad ogni scadenza; nel caso si opti per la conferma di una lista presentata, si deve evitare che i membri si riconfermino all’infinito creando così una gerontocrazia; i metodi per ottenere ciò sono, ad esempio, l’obbligo di sostituire ogni volta un numero determinato di membri oppure una limitazione al numero dei mandati, che tuttavia espone al rischio della scadenza simultanea di troppe posizioni in CD.

In base alle opzione di cui sopra, propongo lo schema seguente:

i) il Consiglio Direttivo è nominato integralmente, “per lista”, dall’Assemblea ogni 2 anni nella sua composizione base: Presidente, Vicepresidente, Delegato ICEC, Tesoriere, “n” Membri con facoltà di cooptazione.

(16)

ii) Il Presidente ha pieni poteri di rappresentanza ed esecutivi, il Delegato ICEC ha la funzione di garante degli interessi permanenti e statutari dell’AICE e pertanto ha anche le funzioni di Segretario dell’Associazione15

iii) Membri di diritto: da rivedere; la soluzione classica (ICEC) e è di avere solo l’ex Presidente, noi prevediamo come membri di Diritto, oltre all’ex-Presidente, tutti coloro che hanno più di due mandati presidenziali16, mentre non prevediamo l’appartenenza di diritto degli ex-Delegati; io penso che tale clausola dovrebbe essere modificata per cui, fatti salvi i diritti esistenti, si stabilisce che l’appartenenza di diritto è limitata all’ex-Presidente e semmai all’ex-Delegato per la durata di un mandato e che la figura del Presidente Onorario, unica, è una figura facoltativa nominata a vita dall’Assemblea su proposta del Consiglio in carica.

iv) Si può prevedere inoltre la figura del Membro Onorario del Consiglio Direttivo, anch’esso eletto a vita dall’Assemblea su proposta del Consiglio e con il limite di due membri.

v) allo scadere del mandato, il Consiglio Direttivo propone il nuovo Consiglio, che dovrà avere almeno due membri sostituiti rispetto al Consiglio uscente; è facoltà dei Soci presentare liste concorrenti notificando la proposta almeno...giorni prima dell’Assemblea; nessun nominativo potrà essere presente in più di una lista;

vi) se non vi sono liste concorrenti è confermata senza votazione quella proposta dal Consiglio uscente; se vi sono liste concorrenti si procede alla votazione ed è eletta quella che raggiunge la maggioranza assoluta dei voti (se le liste sono tre o più, doppio turno con ballottaggio fra le prime due).

vii) In definitiva il Consiglio è composto da:

i) Membri titolari (di norma sette, per statuto da cinque a dodici), con diritto di voto, elettivi a termine; fra essi Presidente, Vicepresidente, Delegato, Tesoriere.

ii) Presidente Onorario (uno) e Membri Onorari (due), eletti a vita dall’Assemblea su proposta del Consiglio

iii) Membri aggiunti, cooptati con diritto di voto limitato

viii) Un’alternativa, più valida ma di più difficile comprensione, potrebbe essere la seguente:

i) Presidente eletto dall’Assemblea per un lungo termine (6 anni). La principale funzione del Presidente è quella di garante degli “interessi permanenti”; al Presidente competono anche i pieni poteri esecutivi che può esercitare direttamente o delegare, in tutto i in parte, al Vicepresidente.

ii) Il Presidente ha potere di superare le decisioni del Consiglio che è pertanto organo consultivo e non deliberativo (su questo punto si può comunque discutere, lascerei però al Presidente un ampio potere di sintesi)

15 Si tratta di una soluzione istituzionale impropria perchè può contrapporre il Delegato al Presidente; inoltre per avere senso il Delegato dovrebbe essere eletto diversamente.

16 membri di diritto, con gli stessi diritti dei membri titolari; sono membri di diritto a vita coloro che hanno ricoperto per almeno due volte la carica di Presidente, purché abbiano conservato con continuità e conservino l'appartenenza all'AICE ed abbiano intenzione di impegnarsi nell'attività del Consiglio stesso; è inoltre membro di diritto, per la durata di un solo mandato, colui che ha ricoperto la carica di Presidente nel periodo immediatamente precedente purché conservi l'appartenenza all'AICE ed abbia intenzione di impegnarsi nell'attività del Consiglio stesso. Fra i membri di diritto che abbiano ricoperto per almeno quattro volte la carica di Presidente, colui che ha la maggiore anzianità associativa avrà il titolo di Presidente Onorario.

(17)

iii) Consiglio Direttivo di 12 membri formato per un terzo da membri di nomina presidenziale17 e per due terzi da membri di nomina assembleare, con mandato più breve (2 anni)

iv) Membri di diritto come sopra

H.2. Nota propositiva del 27 aprile

1. Le modifiche allo statuto devono comunque garantire la stabilità; in particolare modo devono essere garantiti gli interessi permanenti ed in primo luogo la continuità culturale dell’Associazione e la sua appartenenza all’ICEC; per ottenere ciò è necessario:

a. introdurre nello statuto una clausola molto forte che preveda l’appartenenza all’ICEC e la relativa certificazione fra gli scopi primari dell’Associazione stessa e ne preveda “lo scioglimento ex-officio qualora vengano a mancare le condizioni di appartenenza all’ICEC, fatto salvo il caso discioglimento dell’ICEC per altre cause”.

b. Garanti di ciò dovrebbero essere i fellows, che noi abbiamo tradotto in italiano come soci o membri promotori18; si tratta di un’istituzione, presente in molte associazioni, in particolar modo in quelle anglosassoni, che non abbiamo mai valutato abbastanza.

c. Per potere essere realmente garanti, tuttavia, fare ciò, fatti salvi i diritti acquisiti, i membri promotori non potranno più essere nominati dal Consiglio Direttivo19; le condizioni per diventare fellows dovrebbero essere

i. l’anzianità associativa di almeno dieci anni, ii. la richiesta,

iii. l’accettazione degli altri fellows.

d. Si potrebbe pensare all’estensione vitalizia della qualifica con pagamento di una quota UNA TANTUM (AACE fa pagare 20 annualità).

e. I fellows ogni 5 anni eleggono un Comitato Etico, costituito da tre o cinque membri cui partecipa come uditoreil Delegato ICEC; un membro del Comitato Etico deve partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo, in linea teorica come uditore muto ma in realtà penso gli possa dare diritto di parola ma non di voto.

f. Il Comitato Etico deve avere poteri di veto a garanzia di quanto sopra, si tratta pertanto di un veto per legittimità e non per merito, che potrebbe essere superato solo da una PROVOCATIO AD POPULUM, cioè dall’Assemblea che a mio avviso dovrebbe pronunciarsi a maggioranza estremamente qualificata (due terzi dei presenti e non meno dimetà degoi aventi diritto, ad esempio)

2. Avere istituito il Comitato Etico come garante rende meno drammatica l’alternanza in Consiglio Direttivo, perchè in ogni caso gli interessi permanenti dell’Associazione sarebbero garantiti. Mi sembra che, allo stato, siano proponibili solo le seguenti alternative:

g. Struttura monista: esiste un solo Consiglio Direttivo che è sia organismo volitivo, per delega dell’Assemblea, che organismo esecutivo; all’interno della struttura monista sono possibili due alternative:

i. tradizionale: i membri del Consiglio sono eletti dall’Assemblea in base a preferenze individuali, e successivamente eleggono al loro interno il Presidente, il Vicepresidente etc; si tratta di una soluzione molto democratica e poco efficace, che può essere resa ancor più democratica ed ancor meno efficace stabilendo

17Si deve decidere se questi membri potranno essere liberamente nominati e revocati oppure se avranno un mandato a termine, di 2 o 6 anni.

18 La traduzione è impropria ma, allo stato, non si può fare di meglio. La dizione corretta dovrebbe essere

“membri professi”, ma sa troppo di diritto canonico, oppure “membri anziani”, ma ormai viviamo in una società un cui tutti vogliono essere definiti giovani, anche a novantacinque anni.

19 Evidendemente per evitare un fenomeno simili alle “infornate” del Senato del Regno

(18)

che è eletto Presidente, automaticamente, colui che riceve più voti di preferenza20;

ii. a prevalenza esecutiva: l’Assemblea elegge il Consiglio, in blocco con voto di lista, in base pertanto ad una proposta che determini già gli incarichi e la strategia; il problema da risolvere è quello della presentazione delle liste, è chiaro che il Consiglio uscente deve fare un proposta mentre altre liste possono essere presentate o meno; se non vi sono liste alternative, sarebbe bene che la lista presentata dal Consiglio uscente sia approvata senza votazione, per evitare la possibilità di vuoti istituzionali. Si può valutare la possibilità, in questo caso, di attribuire al Presidente limitati poteri di revoca e sostituzione dei membri.

h. Struttura dualista: l’Assemblea elegge un Consiglio di Vigilanza o di Rappresentanza, che in questo caso è bene sia eletto in base a preferenze individuali, il Consiglio di Vigilanza elegge il Presidente che a sua volta nomina e revoca i suoi collaboratori.

i. Personalmente propendo per la soluzione monista a prevalenza esecutiva, in quanto la presenza del Comitato Etico dovrebbe comunque garantire la salbagiardia degli interessi permanenti.

3. Ricordiamo comunque che quando parliamo di stabilità dobbiamo identificare quali siano gli “interessi permanenti” o di lungo periodo dell’associazione; a parere dello scrivente essi sono

j. il mantenimento del corpo delle conoscenze e della relativa certificazione con accredito ICEC nonché

k. l’esecuzione delle attività correlate alla certificazione (corso, formazione, etc.).

l. L’elenco tuttavia è indicativo e non limitativo.

4. Membri di diritto:

m. si tratta di un altro punto da rivedere; la soluzione classica (ICEC) è di avere solo l’ex Presidente, noi prevediamo come membri di Diritto, oltre all’ex-Presidente, tutti coloro che hanno più di due mandati presidenziali21, mentre non prevediamo l’appartenenza di diritto degli ex- Delegati; io penso che tale clausola dovrebbe essere modificata per cui, fatti salvi i diritti esistenti, si stabilisce che l’appartenenza di diritto è limitata all’ex-Presidente e semmai all’ex-Delegato per la durata di un mandato e che la figura del Presidente Onorario, unica, è una figura facoltativa nominata a vita dall’Assemblea su proposta del Consiglio in carica.

n. Si può prevedere inoltre la figura del Membro Onorario del Consiglio Direttivo, anch’esso eletto a vita dall’Assemblea su proposta del Consiglio e con il limite di due membri.

H.3. Relazione della Commissione Milano, 5 luglio 2004

Spett.

Presidente & Consiglio Direttivo dell’AICE – Associazione Italiana di Ingegneria Economica

Oggetto: relazione sui lavori della Commissione Statuto La Commissione Statuto, costituita dai sigg.

di Castri, ing. Gianluca

Rotondi, avv. Mario

20Talora si opta per rinnovare i membri per un terzo o per metà ogni due anni.

21 membri di diritto, con gli stessi diritti dei membri titolari; sono membri di diritto a vita coloro che hanno ricoperto per almeno due volte la carica di Presidente, purché abbiano conservato con continuità e conservino l'appartenenza all'AICE ed abbiano intenzione di impegnarsi nell'attività del Consiglio stesso; è inoltre membro di diritto, per la durata di un solo mandato, colui che ha ricoperto la carica di Presidente nel periodo immediatamente precedente purché conservi l'appartenenza all'AICE ed abbia intenzione di impegnarsi nell'attività del Consiglio stesso. Fra i membri di diritto che abbiano ricoperto per almeno quattro volte la carica di Presidente, colui che ha la maggiore anzianità associativa avrà il titolo di Presidente Onorario.

(19)

Solustri, ing. Claudio

ha svolto i suoi lavori nei mesi di maggio e giugno 2004 e li ha terminati in data odierna, producendo un documento conclusivo denominato “Proposta della Commissione – revisione 7” che viene consegnato al Consiglio Direttivo per le deliberazioni di sua competenza.

La proposta giunge ad una soluzione condivisa per la maggior parte degli articoli, restando differenziate alcune impostazioni, per le quali vengono presentate due proposte alternative.

I più significativi punti condivisi sono:

7. l’articolazione in statuto, modificabile con delibera straordinaria, regolamento, modificabile con delibera ordinaria e procedure, emesse dagli organi esecutivi, la triplice articolazione ha lo scopo di permettere una più agile gestione dell’associazione;

8. il non inserimento di alcuna clausola relativa all’eventuale costituzione di una società di servizi, in quanto non necessaria; di fatto, in base alle normative attuali, con lo statuto così come viene presentato, è stata verificata la possibilità di tale costituzione per delibera del consiglio direttivo con approvazione dell’assemblea ordinaria; la Commissione tuttavia ha ritenuto opportuno esprimere un proprio parere circa l’inopportunità, allo stato attuale, di tale costituzione.

Per quanto riguarda i punti non condivisi, sono emerse due differenti impostazioni che, per chiarezza di idee e con riferimento al significato originario delle parole nella filosofia aristotelica, chiameremo “aristocratica” e “democratica”.

L’impostazione aristocratica si basa sui principi di seguito riportati22:

a. Preoccupazione primaria perchè siano garantiti gli interessi permanenti ed in primo luogo la continuità culturale dell’Associazione e la sua appartenenza all’ICEC; per ottenere ciò si punta sulla stratificazione dei soci ed in particolare sui fellows, che noi abbiamo tradotto in italiano come soci o membri promotori23 che dovrebbero avere la funzione di garanti. Di fatto, nella versione finale, i privilegi dei fellows sono limitati alla costituzione del Comitato Etico che, pur essendo eletto da tutti i soci, deve comunque essere composto da fellows.

b. Comitato Etico che, oltre alle funzioni deontologiche, abbia diritto di veto sulle decisioni del Consiglio Direttivo qualora contrarie ai citati interessi permanenti.

c. Consiglio Direttivo eletto con una procedura mediata, tramite un’apposita Commissione Nomine.

D’altra parte, i principi dell’ impostazione democratica sono:

1. Preoccupazione primaria per la rappresentatività del Consiglio e la possibilità di tutti i soci di accedere agli organi di governo dell’Associazione, ritenendo che gli interessi dell’associazione, siano essi di breve o di lungo periodo, abbiano i migliori garanti nella totalità dei soci stessi.

2. Eguaglianza di tutti i soci, possibilmente eliminando le distinzioni o, se ciò non fosse possibile, eguagliandone i privilegi e limitando il numero di anni richiesti per la fellowship a due invece di dieci.

3. Comitato Etico aperto a tutti i soci e con sole funzioni deontologiche o, al massimo, con un potere di “esternazione” senza effetto immediato.

4. Consiglio Direttivo eletto a scrutinio generale ed aperto a tutti.

• Le critiche mosse all’impostazione democratica sono la mancanza di controllo e la possibilità che il Consiglio Direttivo porti l’associazioni “fuori binario”; inoltre si fa’ notare che un Consiglio eletto a scrutinio generale può trovarsi ad essere composto da membri che non hanno alcuna omogeneità né disposizione a lavorare insieme.

• Le critiche mosse all’impostazione aristocratica sono la possibilità che il Comitato Etico blocchi qualsiasi iniziativa di rinnovamento e che i membri del Consiglio

22Essa può essere esaminata in dettaglio nel documento “Relazione statuto – rev. 2” del 7 maggio 2005

23 La traduzione è impropria ma, allo stato, non si può fare di meglio. La dizione corretta dovrebbe essere

“membri professi”, ma sa troppo di diritto canonico, oppure “membri anziani”, ma ormai viviamo in una società un cui tutti vogliono essere definiti giovani, anche a novantacinque anni.

(20)

Direttivo siano sempre gli stessi, confermati all’infinito; in particolare si vuole evitare che l’associazione resti statica ed “ingessata”

Si deve notare infine che le due impostazioni, molto distanti all’inizio, hanno registrato una notevole convergenza su molti punti, accettando anche compromessi importanti.

Restano, tuttavia, alcune divergenze sulle quali è bene che si pronunci il Consiglio.

Nel testo sono pertanto riportate quattro colonne, di cui le prime due hanno carattere storico, la terza rappresenta la proposta così detta “aristocratica” e la quarta la proposta

“democratica”.

Allorché i testi degli articoli siano integralmente condivisi, essi sono di fatto riportati solo in terza colonna mentre nella quarta sono sostituiti da un tratteggio; allorché essi non siano condivisi, essi sono riportati in ambo le colonne evidenziando in giallo le parti discordanti.

La presente relazione avrebbe dovuto essere presentata come relazione della Commissione; tuttavia, la limitazione dei tempi ed il ricovero ospedaliero dell’ing. Solustri mi hanno spinto a presentarla, per il momento, come relazione personale, nella speranza di aver presentato in maniera obiettiva le due alternative e che pertanto essa possa essere condivisa dalla Commissione tutta.

ing. Gianluca di Castri

Membro del Consiglio Direttivo Delegato ICEC

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