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BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO

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BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE

DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO XII, 2021/3

ELIZABETH J. SHEPHERD*

RAISSA CALZA E MARGUERITE YOURCENAR,

«EN REGARDANT UN DE CES PORTRAITS»

In March-April 1952 Marguerite Yourcenar was in Rome, on the wave of the international success of Mémories d'Hadrien, published in December 1951. This Italian stay was mainly meant in order to visit and research places and images related to Hadrian and Antinous and also to contact a possible translator for the Italian version of the book. On this occasion the writer met Raissa Calza. Yourcenar found in her a valid collaborator, especially in the research of photographs of ancient statuary preserved in Roman museums. In fact Raissa was a highly competent scholar in antiquities but also a remarkable photographer. Their correspondence lasted at least until 1962 and involved also the exchange of their respective works. This essay reconstructs their friendship.

♦ Per questo lavoro devo molto a molte persone, generose soprattutto in questo momento in cui il lavoro di ricerca è reso difficile dalla diffusione della pandemia Covid-19. Ringrazio di cuore Michèle Goslar, Marc-Etienne Vlaminck (CIDMY, Bruxelles), James Capobianco (Houghton Library, Harvard), Pamela Anastasio (Academia Belgica, Roma), Sebastian Hierl, Denise Gavio (American Academy in Rome), Astrid Capoferro (Istituto Svedese a Roma), Elena Calandra, Benedetta Adembri, Mirco Modolo (MiC), Claudia Valeri (Musei Vaticani), Luca Lenzini, Eleonora Bassi, Elisabetta Nencini (Biblioteca Umanistica, Università di Siena). Un grazie particolare a Daria Lanzuolo (DAIR) che è stata davvero generosa del suo tempo e della sua amicizia; e naturalmente tutti i vecchi e nuovi amici ostiensi: in primis Maria Rosaria Barbera e Dario Daffara per avermi coinvolta in questa iniziativa, Fausto Zevi e Anna Gallina Zevi.

1) Per evitare fastidiose ripetizioni in tutto il testo indico Marguerite Yourcenar, Grace Frick (la compagna di MY, con cui condivise vita e lavoro) e Raissa Calza mediante le sole iniziali.

Tra il 1952 e il 1962 Raissa Calza e Marguerite Yourcenar1 (fig. 1) furono in amichevoli rapporti, incentrati sulla ricerca iconografica per Mémoires d’Hadrien. Per ricostruirli abbiamo

Ostie où je voudrais être encore

M. Yourcenar a R. Calza, 24 maggio 1952

J’aime à vous imaginer filant en bicyclette entre les pins parasol et les tombes

M. Yourcenar a R. Calza, 4 luglio 1952

(2)

ad oggi varie fonti: un ricordo di MY, la loro corrispondenza, i libri che si scambiarono, i diari di MY e alcuni indizi in luoghi finora inesplorati2.

2) Le date 1952-1962 sono quelle della prima e dell’ultima lettera della loro corrispondenza oggi nota, conservata nell’archivio di MY depositato nella Houghton Library, a Harvard (https://hollisarchives.lib.harvard.edu/; ultimo accesso, 4 ottobre 2021).

Non è da escludere che il panorama possa cambiare a partire dal 2037, anno in cui cadrà il vincolo posto da MY su una parte del suo archivio; e quando sarà reso noto e consultabile tutto il contenuto nella sua abitazione di Petite Plaisance (Maine, USA).

Per quanto riguarda RC, il suo archivio è conservato in parte dall’Università di Siena (Archivi 2009, n. 2736, p. 64), in parte dall’archivio storico del Parco Archeologico di Ostia antica: per la parte senese esiste una schedatura consultabile online (http://www.sba.unisi.it/baums/fondi-archivistici/archivio-raissa-calza; ultimo accesso, 4 ottobre 2021), per quella ostiense l’archivio è ancora da studiare (con l’eccezione dell’archivio fotografico della studiosa). Nell’archivio storico del Parco Archeologico di Ostia antica è comunque consultabile un primo elenco sommario delle carte Calza, redatto da M.E. Marchese nel 2004.

3) Il cognome De Chirico a Parigi veniva regolarmente trasformato in “Chirico”.

1. A SINISTRA: RITRATTO DI MARGUERITE YOURCENAR, PART., 1955 (foto R. Doisneau © Getty Images); A DESTRA: RAISSA CALZA, PART. DA UN RÉPORTAGE SULLA VISITA AGLI SCAVI DEL CARD. E. TISSERANT, VESCOVO DI OSTIA, 1952 (PAOant, AF)

MARGUERITERICORDA

In una delle conversazioni con Matthieu Galey, avvenute nel 1979 e pubblicate nel 1980 con il titolo “Les yeux ouverts”, troviamo questo dialogo:

«Galey: Le génie d’Hadrien n’est-il pas Antinoüs? Son coup de génie, involontaire, bien entendu.

Yourcenar: Peut-être fut-ce la rencontre avec quelqu’un qui représentait son idéal humain, à la fois la Grèce et l’Asie. J’ai été frappé naguère par un de ces mots qu’on nous dit presque au hasard, et dont on se souvient ensuite comme de la meilleure formule possible. Il s’agissait d’une femme archéologue, Mme Raïssa Calza, la directrice du musée d’Ostie, à l’époque. Nous regardions certaines effigies d’Antinoüs; je les collectionnais pour tâcher d’en surimposer les aspects, afin d’arriver à une ressemblance totale faite de ces différents visages, et Mme Calza (c’était la première femme de Chirico3, et elle avait été aux Ballets russes avant de l’épouser),

(3)

4) Per il ritratto v. infra e nt. 13.

5) YOURCENAR, GALEY 1980, p. 162.

6) Tra i principali: CHEVALLIER 1990, p. 97; BONALI FIQUET 1999, p. 17; SAINT 2006, p. 6; GALATERIA 2007; CARON 2008, p.

111; ROVIRA 2008, p. 394; GIUSTOZZI 2013, p. 86.

7) Gli scritti su Vaclav Nijinsky (1889-1950) sono innumerevoli, dato il suo leggendario ascendente sull’immaginario collettivo della prima metà del ʼ900. Ricordo qui solo la sua voce: NIJINSKY 2000.

8) Appendice, lettera MY 10 febbraio 1954. Per il ritratto vedi infra e nt. 13.

Mme Calza, donc, en regardant un de ces portraits4, me dit: “Nijinsky!”. Cela m’a beaucoup aidée à comprendre. La personne qui tout à coup représente les aspirations de quelqu’un, d’un grand metteur en scène, et en un sens l’empereur est un grand metteur en scène. Ce qui ne diminue pas le côté passion, mais explique le côté idole» 5 .

Si tratta del ricordo di un momento particolare in un incontro di lavoro, una sorta di flash illuminante, molte volte citato da parte di chi si è occupato dell’analisi dell’immaginario antico della scrittrice6. Per noi è un’immagine viva di RC e MY davanti ad un volto di Antinoo, mentre si fanno domande e si scambiano informazioni e impressioni. Il ritratto di RC che ne emerge è come uno scatto illuminato da un lampo al magnesio: solo la competente archeologa del Museo di Ostia aveva, oltre ad un’incontestabile dottrina, la vivacità intellettuale e un curriculum artistico tali da consentirle di spiegare il significato di una scultura per mezzo dell’evocazione del nome del celeberrimo ballerino russo7.

Questo linguaggio “di associazione” tra epoche diverse ritornerà in una lettera del 1954 in cui MY chiarisce a RC che sta parlando proprio di quel ritratto di Antinoo che “ressemble à Rimbaud”8. Vedendo insieme questi ritratti si determinò nella loro mente una serie di collegamenti: giovani uomini di aspetto avvenente (Antinoo, Nijinsky, Rimbaud) che recitano dei ruoli (Antinoo/sacerdote, Nijinsky/fauno in Après-midi d’un faune) diretti da un adulto

“metteur en scène” (Adriano, Djagilev, Verlaine) con cui avevano anche un rapporto erotico (figg. 2-3).

2. A SINISTRA: RITRATTO DI ANTINOO DA OSTIA, CAMPO DELLA MAGNA MATER (SCAVI VISCONTI), MNR INV. 341 (Foto GFN F9448, anno 1956); A DESTRA: RITRATTO DI V. NIJINSKY, PART., ANNI ’10 (https://i.imgur.com/3vPhQyy.jpg, licenza CC-by-SA; ultimo accesso, 4 ottobre 2021)

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Tornando al ricordo raccontato a Galey, la coincidenza della data dell’intervista con quella della scomparsa di RC ci sembra in qualche modo avere anch’essa un suo significato: come se MY stesse commemorando l’amica di tanti anni addietro.

«NOUSREGARDIONSCERTAINESEFFIGIESD’ANTINOÜS»

Ma dove e quando avvenne questo incontro? Dai diari9 e dalla corrispondenza sappiamo che deve essere avvenuto tra il 28 febbraio e il 22 aprile 1952, il periodo della prima visita di MY a Roma dopo la pubblicazione di Mémoires d’Hadrien, avvenuta per i tipi di Plon il 5 dicembre 195110. Dai diari MY/GF11 risulta una lunga visita ad Ostia antica il 31 marzo 1952, un lunedì, nella quale è verosimile che RC abbia accolto le visitatrici, come sempre faceva con i visitatori stranieri di riguardo, e successivamente, martedì 8 aprile, una visita con RC al Museo Nazionale Romano12.

Credo che sia proprio questo il luogo dell’incontro ricordato da MY: al Museo delle Terme erano infatti esposti due ritratti di Antinoo, uno proveniente dal Campo della Magna Mater ad Ostia13, l’altro da Villa Adriana14; ed è proprio a questi due ritratti che viene comunemente riferita l’associazione con Nijinsky e Rimbaud15.

9) Voyages 1996, p. 22. I diari sono inediti come tali, ma noti ai biografi. Devo a M. Goslar la possibilità di consultarne la trascrizione per le date del viaggio italiano del 1952.

10) SOREL 2016, p. 251.

11) Su Grace Frick e la sua determinante ‘partnership’ con MY: HOWARD 2018.

12) Nella sede del Museo delle Terme. L’incontro parrebbe aver preso l’intera giornata: Voyages 1996, p. 22. La presenza di RC emerge dal diario, nella trascrizione di M. Goslar (cfr. nt. 9).

13) Il ritratto è MNR inv. 341. FELLETTI MAJ 1953, n. 191, pp. 100-101; CALZA 1964, p. 154.

14) «au deuxième étage du Musée des Termes»: Appendice, lettera MY, 10 febbraio 1954. Il ritratto è MNR inv. 1192.

FELLETTI MAJ 1953, n. 200, pp. 104-105.

15) Da ultima M. GOSLAR, in Antinoüs 2007, pp. 33-35.

3. A SINISTRA: RITRATTO DI ANTINOO DA VILLA ADRIANA, « AVEC DE LONGUES BOUCLES ET UN REGARD SÉRIEUX», MNR INV. 1192. FOTO ALINARI, F30176, 1920-1930, INSERITA NELL’ALBUM ANTINOUS (Petite Plaisance Trust; da Adriano 2013); A DESTRA: É. CARJAT, RITRATTO DI A. RIMBAUD, PART., DICEMBRE 1870 (©BNF, Paris)

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Molto probabilmente è proprio nel corso di questa visita che RC e MY giocarono ad associare i volti antichi con quelli di persone note, per esperienza diretta (Nijinsky per RC, ma forse anche per MY) o dalle fotografie (Rimbaud per entrambe).

LEFOTOGRAFIEORDINATEAL DAIR

«Raïssa Calza, que Marguerite Yourcenar a consultée à l’Institut d’archéologie de Rome»:

è ignota la fonte di questa informazione, fornita da uno degli editori delle lettere 1951-1956 di MY16, che sembra riferirsi ad una visita all’Istituto Archeologico Germanico di Roma (DAIR)17.

In effetti la sua prestigiosa e fornitissima Fototeca è un luogo del tutto verosimile come scenario della consultazione (in questo caso fotografica) che evocò le fattezze di Nijinsky e di Rimbaud. Nel registro dei negativi del DAIR risulta in effetti la produzione, in data 16 aprile 1952, di sei immagini con ritratti di Antinoo richieste da «Yoursenar» [sic] (fig. 4), ma un riscontro effettuato sui registri d’ingresso al Germanico in questo periodo non riporta la sua firma18 e la visita non è segnata nel diario per il 195219.

16) YOURCENAR 2004, p. 313, nt. 1 (senza citazione della fonte dell’informazione).

17) «L’Institut d’archéologie de Rome» all’epoca era certamente l’Istituto Archeologico Germanico di Roma (DAIR), noto a generazioni di archeologi come “il Germanico”.

18) Devo questo riscontro alla cortesia di D. Lanzuolo, Fotothek DAIR.

19) Almeno nella trascrizione comunicatami da M. Goslar (cfr. nt. 9).

4. FOTOTHEK DAIR: INVENTARBUCH 1942-1953 (Bd. 34), pp. 125-126 (foto H. Behrens, ©DAIR). IN ALTO, PARTE DELL’ORDINE DI STAMPE PER MARGUERITE YOURCENAR DELL’APRILE 1952; LA GRAFIA È SICURAMENTE ATTRIBUIBILE A RAISSA CALZA

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A questo riguardo ci soccorre però una lettera del 10 febbraio 1954, nella quale MY riferisce un’osservazione di GF: «Grace me fait remarquer que l’Antinoüs de Saint-Pétersbourg, en tout cas, avait été déjà procuré par vous lors de la demande que nous avions faite d’assez nombreux clichés dans une lettre écrite à notre départ de Rome, au printemps 1952.» La richiesta di un consistente numero di riproduzioni fu fatta quindi a RC, per scritto, tra l’8 e il 16 aprile20. Sarà stata poi RC a ordinare le foto al DAIR (a nome di MY per agevolare il pagamento diretto della fornitura) e quindi a spedirle a Parigi, dove infatti MY dichiara di averle trovate al suo arrivo21.

Tuttavia, una consultazione più approfondita dei registri dei negativi, oggi possibile direttamente grazie all’eccellente database DAI Arachne22, ci consente di sciogliere ogni dubbio.

La grafia di chi trascrisse sul registro n. 34 le riproduzioni effettuate per MY è, per chi conosce RC, inconfondibile: evidentemente RC collaborò con il Germanico, certamente per quanto concerne la compilazione del registro, continuativamente tra il 9 dicembre 1948 e la fine dell’aprile 1953. La conferma è ora fornita da una relazione di RC, inserita il 17 luglio 1954 tra le carte ministeriali conservate in Archivio Centrale dello Stato: in essa Raissa dice esplicitamente di essersi occupata «per quasi tre anni della Fototeca dell’Istituto Archeologico Germanico»23.

Alla luce di questa informazione è evidente che MY ebbe in RC un’eccellente basista al Germanico e che la sua collaborazione con l’Istituto fu determinante nel procurare le desiderate riproduzioni. Alla luce di questa nuova informazione anche la frase già ricordata («Raïssa Calza, que Marguerite Yourcenar a consultée à l’Institut d’archéologie de Rome») viene ad assumere un più preciso significato.

Una lettera del 24 maggio da Parigi24 che MY non spedì subito (avendola smarrita «sous une liasse de papiers») ma allegò ad una successiva del 4 luglio (nella quale si parla del trasferimento di denaro per saldare il debito con il Germanico per le foto ordinate ad aprile), descrive alcuni problemi derivanti da questo ordine: «La seule difficulté, mais elle est sérieuse, est que la provenance de ces statues n’est pas marquée au verso, comme je l’avais demandé, seulement un numéro d’ordre du Deutsches Arch. Inst. Ce qui fait que je n’ai plus aucun moyen de distinguer avec sécurité entre la tête de Leningrad et celle de Dresde ou de Londres. J’établis ci après une liste de vos numéros d’ordre25 : pourriez-vous prendre un moment (…) pour marquer la provenance à côté de chacun d’eux et me les renvoyer?». La lista allegata è arricchita di note manoscritte, che non è possibile al momento attribuire a RC perché nell’edizione delle lettere è trascritta a stampa26. La frase «From Calza list» all’inizio dell’elenco dei ritratti di Antinoo fa ritenere che queste fossero le foto ordinate a RC, che in seguito doveva aver spedito i dati

20) La scelta delle foto da riprodurre sarà stata condotta sulla base di qualche pubblicazione sui ritratti di Antinoo, per es.

MARCONI 1923, HOLM 1933 o WEST 1941, tutti citati nella corrispondenza.

21) Appendice, lettera MY, 4 luglio 1952; YOURCENAR 2004, pp. 169-172. MY e GF lasciarono Roma il 21 aprile 1952, dirigendosi a Napoli, in Spagna e quindi a Parigi.

22) https://arachne.uni-koeln.de/arachne/ (ultimo accesso, 4 ottobre 2021). Devo a D. Lanzuolo e a H. Behrens del DAIR la riproduzione ad alta definizione della pagina del registro, che è stata fondamentale per dirimere la questione.

23) ACS, Min. P.I., AA.BB.AA., Div. V, Ufficio conservazione monumenti (1953-1959), inv. 16/010, 2.8. Proposta di creazione di un Centro Fotografico Internazionale, firmata da Raissa Calza, s.d. (ma archiviata 1954). La pluriennale collaborazione con il DAIR si aggiunge a quella con altri archivi fotografici romani: cfr. infra e nt. 63.

24) Allegata alla lettera cit. a nota precedente.

25) Anche questa frase conferma che fu RC a gestire direttamente l’ordine delle immagini, forse scordandosi della richiesta di soggettazione o tralasciandola nella fretta di spedire le foto.

26) Sarà possibile risolvere la questione alla riapertura della Houghton Library, ora chiusa per la pandemia Covid-19.

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27) La corrispondenza in partenza, conservata nella Houghton Library, è ovviamente costituita da minute o copie degli originali spediti. Non risultano lettere originali di MY nell’archivio senese (cfr. supra, nt. 2).

28) Informazioni di D. Lanzuolo, Fotothek DAIR.

mancanti, trascritti poi (da MY o GF) sulla minuta della lista, rimasta nelle loro mani e continuamente arricchita: una annotazione infatti è del 196327.

La perfetta corrispondenza tra i numeri di negativo del DAIR, la lista del 24 maggio 1952 e il database Arachne ci permette di vedere le stesse immagini scelte da/per MY (fig. 5). La lista è suddivisa tra ritratti di Adriano (tre) e ritratti di Antinoo (nove). Mentre i ritratti di Adriano selezionati si riferiscono a foto DAIR del 1937-1938, quelli di Antinoo sono relativi a tre foto DAIR degli anni 1936-1938 e alle sei foto riprodotte appositamente per MY nel 1952. Queste ultime non riproducono foto scattate direttamente dai fotografi DAIR ma stampe di altri autori, incollate sui cartoni di consultazione a completamento del patrimonio visuale della fototeca28.

5. FOTOTHEK DAIR: LE FOTOGRAFIE ELENCATE NELLA LISTA DI MARGUERITE YOURCENAR DEL 24 MAGGIO 1952, CON L’INDICAZIONE DEL N. DI NEGATIVO (https://arachne.uni-koeln.de/fotothek/rom; ultimo accesso, 4 ottobre 2021)

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«EFFIGIESD’ANTINOÜS; JELESCOLLECTIONNAIS»

MY decise di raccogliere immagini di Adriano e di Antinoo in modo da sostanziare anche fisicamente l’immagine dei due protagonisti del suo racconto, ma all’inizio non pensò di pubblicare Mémoires d’Hadrien con un apparato iconografico. Ciò le venne prontamente rinfacciato dagli studiosi di antichità, che vissero con grande diffidenza il successo editoriale del libro, accusandola di aver messo piede in un campo non suo e rimproverandole l’assenza di illustrazioni: «Naturellement pas une image visuelle, ni d’Hadrien, ni même d’Antinoos. Qui donc disait que les dames aiment les photographies de beaux hommes?» ironizzò Charles Picard, in una vera e propria stroncatura pubblicata nella Révue Archéologique del 195431. Uno degli

29) Nello studio di MY a Petite Plaisance sono conservati 17 album (La Grèce byzantine, Art romain, Arts barbares, Art de l’Egypte, Art étrusque, Art grec I-II, Art grec et gréco-romain, Peinture antique, Documents hadrianiques, Portraits gréco- romains, Portraits romains, Antinoüs, Architecture romaine, Art romain, Mosaïque antique, Portraits hadrianiques, Architecture grecque), tutti registrati in BERNIER 2004.

30) Cfr. Adriano 2013, p. 138.

31) PICARD 1954, p. 85 (trad. it. in Adriano 2013, p. 208); tra i critici fu anche Ronald Syme: BRADLEY 2008, p. 47 con bibl.

6. MEMOIRES D’HADRIEN, EDIZIONE ILLUSTRATA, PLON, 1958. ANTIPORTA CON FOTO DAIR R37.720:

PROFILO DI ADRIANO DEL BUSTO LORICATO DEGLI UFFIZI; DEDICA DI MARGUERITE YOURCENAR A LIDIA STORONI MAZZOLANI, 1960 (Roma, Centro di documentazione Marguerite Yourcenar; da Adriano 2013)

Le stampe ottenute grazie a RC confluirono negli album progettati da MY come veri e propri sussidi visivi del proprio lavoro29; una di queste immagini, Neg. DAIR 37.720 con il profilo di Adriano del busto loricato degli Uffizi, la vediamo pubblicata nell’antiporta dell’edizione di Mémoires d’Hadrien del 195830 (fig. 6).

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32) Effettivamente pubblicate tra 1953 e 1971: TERNEUIL 2020, pp. 411-414.

33) TERNEUIL 2020, cit. con bibl. prec.

34) YOURCENAR, GALEY 1980, p. 162.

35) POIGNAULT 1995, p. 652; sul metodo da ultimo TERNEUIL 2020, cit.

36) I tre album di soggetto adrianeo (Documents hadrianiques, Antinoüs, Portraits hadrianiques) sono stati esposti nella mostra Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata, Tivoli, Villa Adriana, 28 marzo - 3 novembre 2013, a cura di E.

Calandra, B. Adembri; catalogo: Adriano 2013.

37) Edito in Antinoüs 2007; cfr. anche numerose illustrazioni in Adriano 2013.

38) Il nome con cui era noto in passato il rilievo, “Fondi Rustici”, fa riferimento alla provenienza dalle tenute di Torre di Padiglione (Aprilia, LT) in proprietà dell’Istituto dei Fondi Rustici (poi Società delle bonifiche pontine, indi A. Osio, indi Istituto Bancario Italiano, indi Cariplo; oggi in comodato al MNR). Gli scrittori di lingua non italiana sovente operano un’ipercorrezione, scrivendo l’inesistente Fundi (in latino) al posto di Fondi.

scopi del viaggio in Europa del 1952 fu evidentemente, oltre al vedere (o rivedere) le opere d’arte (sculture, rilievi) che raffiguravano i protagonisti del libro, quello di procurarsi immagini fotografiche, utili come bagaglio personale ma anche come risorsa per eventuali nuove edizioni illustrate32.

In particolare le fotografie di Antinoo servivano alla scrittrice per creare una sovrapposizione virtuale di immagini, in un procedimento mentale che è stato molto studiato33.

«Portraits d’Antinoüs: ils abondent, et vont de l’incomparable au médiocre» ma proprio perché così tanti si potevanosovrapporre e combinare fino ad arrivare a ritrovare quell’unico volto: «Je collectionnais les effigies d’Antinoüs pour tâcher d’en surimposer les aspects, afin d’arriver à une ressemblance totale faite de ces divers visages»34. Un archeologo non avrebbe approvato il metodo ma RC, così aperta all’invenzione artistica, certo comprese l’idea innovativa della fusione di più immagini in una e che la ricostruzione yourcenariana del volto di Antinoo era davvero «imagination […] fondée sur une erudition mêlée […] à une ‘magie sympathique’»35.

Se questo metodo combinatorio poteva fare a meno dell’identificazione precisa delle singole opere d’arte, la necessità di disporre di immagini per illustrare le nuove edizioni di Mémoires e per le conferenze a tema iconografico richiedeva invece un’identificazione sicura dei soggetti e dei loro luoghi di conservazione. Questo fu a lungo un problema per MY, che più volte sollecitò RC al riguardo. Dato il numero cospicuo di ritratti di Adriano e di Antinoo non poteva certo bastare il metodo informale dell’associazione a volti noti: per gestire immagini ed informazioni MY allestì quindi gli album, provvisti di elenchi di didascalie36.

Così, ciò che MY chiese a RC fu, più che un’expertise sui ritratti di Antinoo, soprattutto un aiuto nel reperire e procurare le fotografie utili a comporre questo nutrito corpus fotografico, che costituì l’album Antinoüs, oggi conservato nella casa di Petit Plaisance37. Michèle Goslar lo descrive così: «Un (…) album de 102 pages intitulé “Antinoüs” (...) Il s’agit de la réunion plus anarchique et moins artistique d’une cinquantaine de portraits d’Antinoüs et de plusieurs reproductions du site d’Antinoë en Égypte. (…une) simple regroupement de photographies, cartes postales, photocopies de planches…représentant le favori d’Hadrien. Une liste accompagne les reproductions des sculptures mais, bien vite, elle ne correspond plus aux pages de l’album. Dans cette liste, on ne trouve pas toujours les références des reproductions ou leur provenance; des appellations paraissent parfois personnelles et le lieu de conservation n’est souvent que vaguement indiqué, mais chaque détail nous apprend quelque chose sur la manière dont MY a perçu le portrait qui s’y rapporte. (…) Enfin, on peut sans doute considérer comme les préférés de l’auter, les portraits dont les reproductions sont les plus nombreuses: tout d’abord le site d’Antinoë (10), ensuite les portraits de Lepcis Magna (14), de Naples (8), d’Ecouen (6), de Florence (5), des Thermes (5), de Delphes (4), des Fundi [sic38] Rustici (4) et la gemme Marlborough (4). On y retrouve, en effet, les portraits considérés comme deux chefs-d’ouvre

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39) M. GOSLAR, “Introduzione”, in Antinoüs 2007; cfr. anche http://www.bon-a-tirer.com/volume40/mg.html (ultimo accesso, 4 ottobre 2021).

40) POULSEN 1966, p. 83.

41) TOYNBEE 1966, p. 262.

42) Per le quali si rimanda a https://www.ostiaantica.beniculturali.it/it/biblioteca/digit-ostia/raissa-calza/ (ultimo accesso, 4 ottobre 2021).

par l’auteur: le bas-relief signé d’Antonianus d’Aphrodisias trouvé aux Fundi [sic] Rustici et l’intaille de Marlborough attribuée, par MY, au même artiste»39.

Al n. 17 dell’elenco delle immagini troviamo indicata la foto dell’Antinoo “Nijinsky” del Museo delle Terme con l’annotazione manoscritta «Sent by Calza, unnumbered and no source of cliché»; ai nn. 86, 88, 90 sono indicati a penna i riferimenti ai negativi acquistati al DAIR nel 1952 (fig. 7).

7. QUATTRO RITRATTI DI ANTINOO CORONATO. ALBUM ANTINOUS (Petite Plaisance Trust; da Adriano 2013)

ANATOMIADIUNRICORDO

Torniamo ora al ricordo di MY, citato in apertura, per collocare in un più preciso contesto alcuni altri spunti.

- «une femme archéologue, Mme Raïssa Calza, la directrice du musée d’Ostie, à l’époque».

RC non fu mai formalmente la “direttrice” del Museo Ostiense (ruolo che nell’organizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, spettava al soprintendente: in quel periodo Pietro Romanelli), ma il ruolo poteva esserle facilmente attribuito da un occhio esterno, date le cure da lei dedicate alle sculture che vi erano esposte e la conseguente competenza in materia, riconosciuta internazionalmente («der Name der Verfasserin bürgt fur Sorgfalt, Kenntnisse und Kombinationsvermögen»40, «Signora Calza, well known as one of the leading living specialists in Roman iconography»41) e avvalorata dalle pubblicazioni, già numerose a quella data42.

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Il 4 giugno di quello stesso 1952 RC, fino ad allora “avventizia”, verrà finalmente immessa in ruolo con la qualifica di segretaria43; solo nel 1954 un ordine di servizio di Romanelli le affiderà esplicitamente la cura del museo e dei depositi, la gestione dei reperti, la cura del gabinetto fotografico, «il compito di accogliere e di dare ragguagli a studiosi»44, con un riconoscimento ufficiale di quelle che erano nei fatti le sue attività principali (e l’incontro a Ostia con MY, di due anni prima, lo conferma). Dal fascicolo personale di RC si può ricostruire la lunga trafila di amarezze sofferte, prima per l’allontanamento da Ostia a seguito delle leggi razziali (gennaio 1939-gennaio 1945), poi per l’avversione nei suoi confronti del soprintendente Giulio Jacopi, infine per le difficoltà nel riconoscimento del titolo di studio francese prima, poi per l’impossibilità di inserimento nella compagine ministeriale delle Belle Arti con una qualifica pari alle sue competenze effettive45.

- «(c’était la première femme de Chirico, et elle avait été aux Ballets russes avant de l’épouser) Mme Calza (…) me dit: “Nijinski!”».

La sintetica presentazione della vita di RC prima del suo arrivo in Italia ha un duplice scopo: quello di spiegare a Galey (e quindi al lettore) lo status internazionale ed artistico dell’interlocutrice, ma anche l’autorevolezza della sua associazione di Antinoo con Nijinsky:

perché l’aveva conosciuto bene, avendo fatto parte lei stessa dei Ballets Russes. Ritorniamo qui ad un identikit non del tutto rispondente al vero, dato che RC dei Ballets non ha mai fatto parte46. Nella sua vita pre-ostiense, però, aveva lavorato sui palcoscenici47, anche con il marito regista Georgij Krol’, e frequentato ambienti in cui l’incontro con Sergej Djagilev e i suoi artisti era inevitabile. Una frequentazione che aveva lasciato tracce durature, se in un pamphlet scarsamente favorevole a De Chirico, pubblicato nel 1971, colpisce vedere descritta RC nella sua casa

«nell’estrema periferia romana», con «appese al muro: fotografie di Djagilev, di Raissa che balla nell’Histoire du Soldat di Stravinskij»48.

Questa seconda foto è relativa alla première italiana dell’Histoire (Roma, Teatro degli Undici di Palazzo Odescalchi, 1923) in cui RC ebbe il ruolo di prima ballerina; fu anche il luogo dell’incontro con i fratelli Savinio-De Chirico, a seguito del quale nel 1925 RC fu Niobe nella tragedia mimica in un atto La morte di Niobe (Teatro degli Indipendenti, musica A. Savinio, scenografia G. Krol’, costumi G. De Chirico) e iniziò la sua storia con De Chirico (che per davvero collaborò con Djagilev nel 1929, per Le Bal di George Balanchine: il famoso coreografo che nel 1964 troviamo fotografato con RC nel Museo Ostiense49).

Abbiamo qui alcuni degli elementi che caratterizzeranno RC nella sua vita italiana, ovvero il costante richiamo e la progressiva mitizzazione della sua “eroica” vita precedente. Al suo arrivo a Ostia nel 1933 l’essere straniera - in un contesto rurale, sperduto e quasi totalmente maschile, quali erano gli Scavi di Ostia in quegli anni - le attribuì un fascino esotico, avvalorato dal suo italiano incerto, dalla femminilità prorompente e dai costumi disinibiti, del tutto ignoti

43)Documentazione conservata nel fascicolo personale di RC (PAOAnt, ADep, fasc. Z93). Cfr. SHEPHERD 2009, note 4, 10.

44) P. Romanelli, Disposizioni al personale, 20 febbraio 1954 (PAOAnt, AS).

45) Una nota MPI-DGAABBAA del 23 giugno1948, conservata in copia nell’archivio Calza a Siena, le riconosce il titolo di studio francese ma giustifica il mancato inserimento tra i funzionari con l’indisponibilità di posizioni libere (Università di Siena, Biblioteca Umanistica, Fondo Raissa Calza, V, cartella 1.8).

46) La carriera di ballerina e attrice di RC corrisponde al periodo della vita con il primo marito G. Krol’; una volta unitasi a De Chirico si dedicò esclusivamente allo studio dell’archeologia, all’École du Louvre.

47) Cfr. la pagina dedicata a RC da L. PICCOLO, s.v. “Raisa Samujlovna Gurevič, Krol’, De Chirico, Calza”, in Russi in Italia:

dizionario, 2013 (http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=437; ultimo accesso, 4 ottobre 2021).

48) SPAGNOLI 1971, pp. 19-20. RC stessa diceva: «Ho conosciuto Diaghilev, ma quando ero già con Giorgio» (FAGIOLI 1989, p.

12, anche per l’ambiente parigino frequentato).

49) FAGIOLI 1989, penultima pagina, in alto. La didascalia è «Raissa nel Museo di Ostia antica con Chaliapine (1964)» ma si tratta in realtà del coreografo G. Balanchine (1904-1983).

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nella microsocietà ostiense del tempo e (forse) accettati solo perché provenienti da una donna non italiana50; un passato favoloso, collegato al mondo dell’arte (danza, anche in prima persona, e pittura, di riflesso), in cui RC ebbe nei fatti un ruolo minore ma che nella piccola società ostiense la fece ben presto assurgere a quello di una protagonista. La cólta Olga Resnevič Signorelli a Roma, per esempio, o Riccardo e Cesarina Gualino a Torino, amici del padre Samuel Gurevich, ebbero certamente una più realistica percezione dell’effettivo ruolo artistico e culturale ricoperto da RC nel periodo dell’arrivo (e della moda) dei russi, prima a Parigi e poi in Italia51.

LACORRISPONDENZA (ANNI 1952, 1954, 1958, 1962)

Il carteggio che si scambiarono MY e RC è conservato tra le carte Yourcenar nella Houghton Library dell’Università di Harvard, depositate dalla scrittrice negli anni ’80 e successivamente anche dagli eredi52. Il nucleo documentale, che non sappiamo se sia completo53, è composto dalle minute di otto lettere di MY e da una lettera di RC (cfr. Appendice), solo in parte edite54.

Lo scopo primario delle lettere di MY è pervenire ad un completamento soddisfacente del corpus visuale relativo ad Adriano ma soprattutto ad Antinoo; per due anni, in particolare, sarà ossessiva la richiesta di foto di buona qualità del rilievo di Antinoo, opera di Antonianos di Afrodisia, proveniente dai Fondi Rustici e conservato dall’Istituto Bancario Romano55. Un desiderio che RC riuscirà ad esaudire nel 1954 grazie alle foto scattate il 7 aprile dal fotografo Renato Sansaini per conto del DAIR56.

Col passare del tempo il tono della corrispondenza diventò via via più confidenziale. MY raccontava di luoghi o persone noti a RC, le chiedeva un parere su vari temi archeologici ma anche ne offriva, con una certa autorevolezza, pur mantenendo una forma di deferenza per la competenza archeologica dell’interlocutrice. Rendendosi conto che lo stillicidio di richieste poteva costituire per RC un vero e proprio tormento, si offrì più volte di ricambiarla, procurando a sua volta le immagini che mancassero a lei o agli archivi fotografici in cui essa si trovava ad operare, perché «J’aurais grand plaisir à aider ainsi les archéologues»57.

Nella lettera del 1 marzo 1954 MY comunicò a RC che «Adriano» era uscito in traduzione italiana, purtroppo molto rimaneggiata dall’editore58; nella risposta del 5 marzo, RC disse di aver visto il volume ma che «je n’en pouvais pas naturellement juger la traduction»: la padronanza dell’italiano di RC non fu mai eccellente, e in quello parlato rimase sempre evidente il forte accento russo59. Il 18 aprile 1962 MY scrisse una lunga lettera-recensione del volume su

50) RC narrò del suo primo incontro con Guido Calza nel cortile del castello di Giulio II («col cappellino rosso»: BASSI, VIVI

2012, p. 218); i “vecchi ostiensi” narravano anche di un custode che aveva avvertito il direttore Calza della presenza, in cima alla terrazza di un caseggiato ostiense, di una donna bionda nuda, stesa a prendere il sole (ricordo pers. dell’autore).

51) D’AMELIA 2012.

52) Cfr. nt. 2.

53) La schedatura del fondo, consultabile tramite https://hollisarchives.lib.harvard.edu/repositories/24/resources/1340 (ultimo accesso, 4 ottobre 2021), non indica il numero esatto di carte conservate in ogni singola cartella. Ringrazio J. Capobianco per la paziente assistenza da remoto; mi riprometto di stabilire la consistenza esatta quando l’archivio tornerà accessibile.

54) YOURCENAR 2004.

55) Appendice, lettere MY, 24 maggio 1952, 10 febbraio 1954; RC, 5 marzo 1954. Per il rilievo cfr. nt. 37.

56) Foto Neg. DAIR 54.170-171, formato 18x24. Su Sansaini: Immagini e memoria 2014, p. 151, nt. 13. Vedi Appendice, lettere MY, 1 marzo 1954. Le foto sono pubblicate in Adriano 2013, p. 59.

57) Appendice, lettera MY, 1 marzo 1954.

58) Si tratta della prima edizione in italiano dal titolo Le memorie di Adriano imperatore, traduzione di L. Storoni Mazzolani, pubblicato a Napoli da Richter nel 1953 con estesi rimaneggiamenti. Dopo l’azione legale vinta dalla Storoni il libro fu ritirato;

nel 1963 uscì presso Einaudi la traduzione corretta. Sulla vicenda Adriano 2013, pp. 132-143 (S. PIAZZA).

59) Per questo motivo il linguaggio dei testi per la pubblicazione venne spesso riveduto da Giovanni Becatti. Ringrazio F. Zevi per il suo evocativo ricordo della pronuncia russa di RC.

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Ostia scritto da RC con Ernest Nash60, sottolineando la capacità di narrazione empatica di RC e offrendole di pensare a una traduzione per il mercato americano.

Dalle lettere emerge anche Ostia antica e la vita di RC in quell’ambiente. MY ricordava con qualche nostalgia la visita alle rovine di Ostia in compagnia di RC, che immaginava «filant en bicyclette entre les pins parasol et les tombes» ma anche affaticata dal viaggio sul trenino Roma-Ostia, sempre affollato e rovente d’estate (in effetti, un’esperienza che i “vecchi ostiensi”

– me compresa – ricordano con sgomento). Troviamo qua e là accenni al fornito archivio personale di RC61 e alle sue attività professionali, cui MY si riferiva con toni sempre un po’ più gratificanti che non nella realtà, secondo quell’immaginario di cui abbiamo già detto in precedenza. In un caso l’accenno è veramente misterioso: il 1 marzo 1954 MY si preoccupava per l’affaticamento dell’amica, dovuto alla «réorganisation du service photographique de l’État», cui prometteva di fare pubblicità. Ignoro a cosa si riferisca MY: certo non al Gabinetto Fotografico Nazionale, dove RC lavorerà dal gennaio 1956 al gennaio 1957, né alla Fototeca di Architettura e Topografia dell’Italia Antica (cd. Fototeca Unione), fondata nel 1957 e comunque non definibile «de l’État»62. La mancanza della voce di RC ci impedisce di chiarire la questione.

Dal lato più personale, veniamo a sapere che a fine febbraio 1954 RC cadde, rompendosi un braccio, mentre era impegnata nella ricerca delle foto per MY e suscitando molti sensi di colpa nella scrittrice63. MY invierà a RC un piccolo cadeau (un fazzolettino), che RC contraccambierà spiritosamente con 10 lire portafortuna («Mais, comme on dit, que le cadeau d’un mouchoir porte de larmes, j’ajoute dix lires pour Vous payer le cadeau»). Nel marzo 1958 ci fu ancora un momento difficile per RC, che stava traslocando ed era anche influenzata: MY e GF le mandarono un aiuto economico64. Allo stesso tempo però MY le chiese consiglio per far montare su una basetta un piedino di terracotta romano, proveniente da Lanuvio; quattro anni dopo, nell’ultima lettera di questo carteggio, troviamo l’esito della vicenda: «Le petit pied de jeun dieu gréco-romain, monté par les soins de vôtre employée au Musée d’Ostie, est toujours l’un des plus beaux objets de cette petite maison».

LOSCAMBIODILIBRI

Nella biblioteca nella casa di Petite Plaisance sono conservate tre opere a stampa di RC.

Si tratta di Galleria Borghese. Collezione degli oggetti antichi, Roma, GFN, 1957; Ostia, Firenze, Sansoni, 1959 (con E. Nash); Museo Ostiense, Roma, Poligrafico dello Stato, 1962 (con M. Floriani Squarciapino). Non è noto se rechino la dedica dell’autrice. È presente anche Guido Calza, Ostia, Roma, Libreria dello Stato, 1949, che potrebbe essere stato utilizzato durante la visita ostiense del 195265.

Nella biblioteca di RC, oggi all’Università di Siena, sono conservate due opere di MY:

Électre, ou, la chute des masques, Paris, Plon, 1954 (con dedica autografa sul frontespizio) e Sous bénéfice d’inventaire, Paris, Gallimard, 1962 (senza dedica).

60) CALZA, NASH 1959.

61) «vos cartons» (lettera 10 febbraio 1954) si riferisce a cartoni con foto incollate, tradizionale metodo di archiviazione fotografica.

62) SHEPHERD 2009, pp. 116-117.

63) Appendice, lettere MY, 1 e 15 marzo 1954; RC, 5 marzo 1954.

64) Appendice, lettera MY, 25 marzo 1962.

65) Per i volumi della biblioteca della Petite Plaisance a Mount Desert, Maine: BERNIER 2004. I volumi donati

da RC sono: CALZA 1957 (BERNIER 2004, n. 3037); CALZA, NASH 1959 (BERNIER 2004, n. 3042); CALZA, FLORIANI SQUARCIAPINO

1962 (BERNIER 2004, n. 3038); inoltre CALZA 1949 (BERNIER 2004, n. 3039). V. anche YOURCENAR 2004, p. 151, nt. 1.

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Quella tra MY e RC fu certo un’amicizia “minore”, nata per necessità contingenti della scrittrice ma non per questo meno sincera e divenuta più solida col passare del tempo. Lo testimoniano il passaggio dall’iniziale «chère Madame» a «chère amie», il rispetto per il suo parere sulle questioni archeologiche, la cura con cui MY assicurava l’amica che le avrebbe procurato a sua volta delle foto utili, l’attenzione ai suoi problemi finanziari. E comunque RC e il suo mondo perduto avevano colpito MY, che donandole un suo libro66 (fig. 8) scrisse questa dedica di richiamo al passato: «à Raissa Calza, pour la jouer en imagination sur le théâtre antique d’Ostie, cette chute des masques. Marguerite Yourcenar».

66) YOURCENAR 1954 (UniSi Biblioteca Umanistica, coll. BLF Rari 840.39).

8. MARGUERITE YOURCENAR, DEDICA AUTOGRAFA A RAISSA CALZA DEL VOLUME ÉLECTRE OU LA CHUTE DES MASQUES, PARIS, PLON, 1954 (Università di Siena, Biblioteca Umanistica, fondo Raissa Calza, coll. BLF Rari 840.39)

*Ministero della Cultura, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – Aerofototeca Nazionale elizabethjane.shepherd@beniculturali.it

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Appendice

Carteggio Yourcenar – Calza, 1952-1962

24 mai 1952 Chère Madame,

Mille mercis pour la lettre reçue à Séville, la facture, et les beaux images trouvées à Paris à mon arrivée. La seule difficulté, mais elle est sérieuse, est que la provenance de ces statues n’est pas marquée au verso, comme je l’avais demandé, seulement un numéro d’ordre du Deutschen [sic] Arch. Inst.1. Ce qui fait que je n’ai plus aucun moyen de distinguer avec sécurité entre la tête de Leningrad et celle de Dresde ou de Londres. J’établis ci après une liste de vos numéros d’ordre: pourriez-vous prendre un moment (et je sais que vous en avez bien peu) pour marquer la provenance à côté de chacun d’eux et me les renvoyer? Merci d’avance.

L’Espagne a été admirable: je ne m’attendais pas au vert délicieux et léger de l’Andalousie au printemps. Les ruines d’Italica m’ont rappelé (en bien plus petit, et en bien moins protégé) celles d’Ostie où je voudrais être encore. Le musée archéologique de Séville contient quelques pièces gréco-romaines admirables, certaines de découverte récente (ces dernières dix ou cinq années); les connaissez-vous? J’ai demandé qu’on m’envoyât des photographies; le musée est si récent qu’ils n’ont pas encore de photographies. Quand j’en aurais, je vous enverrais des doubles. Il y a surtout un admirable Trajan nu et héroïsé, que Reinach, paraît-il, a cité dans son Répertoire2 au moment de la découverte, mais qui mériterait une bonne place dans le meilleur musée du monde.

Mille amitiés auxquelles Grâce joint les siennes,

[Marguerite Yourcenar]

Mme Calza

Prière, quand vous en aurez le temps, d’indiquer les provenances à côté des numéros et de me renvoyer cette liste3.

1) DAIR.

2) S. Reinach, Répertoire de la statuaire grecque et romaine, Paris, 1897, 591, 3.

3) In corsivo le aggiunte manoscritte, apportate in momenti successivi.

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Je remarque aussi que celui d’Ostie (avec les claque dans la chevelure), manque ancore.

Priére d’envoyer 2 ex. de celui des Fundi Rustici, si la photographie est bien.

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, bMS Fr 372.2 (5640). YOURCENAR 2004, pp. 151-152.

Lettera spedita insieme alla successiva del 4 luglio 1952.

4 juillet 1952 Chère amie,

Vous êtes sans doute bien surprise d’être sans nouvelles de moi; comme vous le voyez, j’avais une lettre préparée pour vous depuis le 24 mai, mais je l’ai quelque temps égarée sous une liasse de papiers, et n’ai pu la retrouver qu’il y a une semaine. Pour acquitter ma dette envers l’Institut, je devrai passer en France par le Contrôle des Changes, ce qui est assez facile, mais lent. Je préfère donc vous envoyer un chèque américain; un de nos amis, Everett Austin4, directeur du Musée de Sarasota, qui se trouve en ce moment à Paris, me dit qu’en pareil cas il envoie d’habitude un simple chèque sur sa banque (ou plutôt sur celle de son Musée); auriez- vous des délais ou des ennuis si je suis la même formule, ou préférez-vous que je vous fasse envoyer un chèque-mandat enregistré par la Banque elle-même et payable sur présentation? Je ferai immédiatement ce que vous m’indiquerez.

J’espère toujours que le cliché Fundi Rustici sera faisable, si possible en deux exemplaires et avec un détail donnant l’agrandissement de la signature, que j’ai promise à un ami.

Autre demande, qui peut-être passe les bornes: pourriez-vous me faire envoyer, la prochaine fois que vous irez chez Anderson, la photo graphie qui donne le profil de l’Antinoos Farnese (Musée de Naples) à mi-jambes (celle qui donne les épaules de trois quarts et le visage de profil). J’en aurais besoin pour un projet d’illustration de l’édition allemande, et j’aimerais mieux ajouter cette dépense à mon chèque (je crois qu’il s’agit d’une somme de 250 lires) que de l’envoyer directement à Anderson, le payement étant trop petit pour justifier les formalités et les frais.

Bien entendu, j’arrondirai le chèque que je vous enverrai pour couvrir ces derniers.

Il fait à Paris une chaleur étouffante, et je me demande si en souffrez également à Rome.

J’use de circonspection chaque fois que je vous nomme à des amis près de partir en Italie, ne voulant pas compliquer votre vie de directrice d’Ostia Antica en vous envoyant trop de visiteurs.

Je vous recommande pourtant une jeune archéologue d’origine russe, mais de passeport américain et de culture française, Nina Garsoian5, qui sera à Rome pour an mois à la fin de l’été avant d’aller à Venise travailler aux manuscrits arméniens de San-Lazaro, pour le déchiffrement desquels elle a reçu une importante bourse américaine (Fulbright Fellowship).

Hadrien a finalement collectionné six traductions en langue étrangère (dont une italienne, une maison Rausch, que je ne connais pas) et deux prix littéraires qui ne m’enrichissent guère.

Mais je suis fort heureuse qu’il soit lu.

Je pense par cette chaleur à la description que vous m’avez faite du train d’Ostie encombré en été, et je m’inquiète pour vous; par contre, j’aime à vous imaginer filant en bicyclette entre les pins parasol et les tombes.

4) Arthur Everett Austin Jr. (1901-1957), già direttore del Wadsworth Atheneum, introdusse le arti contemporanee europee negli USA (Picasso, Calder, Balanchine).

5) N. Garsoian (1923-), storica, professore di cultura armena e bizantina nelle Università di Columbia e Princeton.

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Excusez-moi de vous demander encore un service (celui qui concerne la photo Anderson) et croyez-moi, je vous prie, bien sympathiquement à vous. Grâce Frick se joint à moi pour vous envoyer nos meilleurs souvenirs,

[Marguerite Yourcenar]

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, MS Fr 372.2 (5640). YOURCENAR 2004, pp. 169-172.

Paris le 10 février 1954 Chère Amie,

J’espère que vous avez reçu ma carte de Stockholm que les Lacombe6 avaient signée avec joie. M. Lacombe se souvient avec enthousiasme que vous lui avez recousu des boutons de son gilet et de son pantalon. Il se souvient aussi d’innombrables et longues causeries sur l’archéologie et la peinture. Je suis à Paris depuis le 1er janvier et vous écris pour la raison suivante:

Je dois donner le 29 mars une conférence dont le sujet n’est pas encore tout à fait déterminé, mais est probablement Le Portrait d’Antinoüs. En tout cas, je donnerai sans doute ce même sujet au cours d’une tournée en Allemagne en avril. Or, je regarde les clichés que je possède et je vois qu’il m’en manque quelques uns d’essentiels. (Ce qu’il me faudrait d’ailleurs, ce sont bien entendu de simples photographies, car la Direction des Conférences va se charger de faire faire à son goût les clichés pour les projections.) Il faudrait pourtant aller assez vite, et c’est pourquoi je m’adresse directement à vous.

Puis-je demander de m’envoyer les photos suivantes:

1) Antinoüs égyptien de Dresde, négatif de l’Institut n° 52.66

2) Antinoüs de Saint-Pétersbourg (buste avec une couronne de feuilles)

3) Antinoüs du Capitole, pour lequel une photographie Alinari ou Anderson suffira bien entendu, mais il faudrait la statue en pied, de face et de profil ou de trois-quarts, et le détail de la tête face.

4) Antinoüs Farnèse de Naples, seulement le détail de la tête de profil et de face 5) Antinoüs buste au Vatican dans la Sala Rotonda de face.

6) L’autre Antinoüs de la Sala Rotonda avec la pomme de pin sur la tête, en pied de face et détail de la tête de face.

7) Et particulièrement désirée une bonne photo de face de la petite tête qui est au deuxième étage du Musée des Termes. Au musée même, ils n’en ont maintenant qu’une mauvaise photographie de trois-quarts, mais ils en avaient autrefois une très bonne photo de face qu’ils ne vendent plus et que vous avez peut-être ou qu’on pourrait peut-être leur demander, mais dont je ne sais malheureusement plus le numéro. Antinoüs y ressemble à Rimbaud

8) Un détail de la tête de l’Antinoüs du Musée du Latran (de face), celui à qui Thorwaldsen a mis des marguerites de marbre dans les cheveux.

Je me demande si vous possédez aussi dans vos cartons des photos de l’Antinoüs du Musée de Strasbourg, ce buste dont on ne possède plus que le moulage, et qui a une couronne et un filet sur le front. Aussi du buste du même genre de la collection Lansdowne à Londres qui a aussi une coiffure très ornée, mais que je n’ai pas pu voir à Londres cet été, parce que la collection est dispersée. Enfin, une bonne photo en pied de l’Antinoüs d’Éleusis. Ne vous

6) Roger Lacombe (1896-1998), filosofo, addetto culturale francese a Stoccolma negli anni ’50, legato da amicizia ai Savinio.

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ennuyez pas pour ces trois-là à chercher trop longtemps, parce que je pourrai au besoin faire reproduire les photographies de West7 dans son beau livre sur l’Iconographie romaine. Mais vous avez peut-être des clichés meilleurs que lui.

Grace me fait remarquer que l’Antinoüs de Saint-Pétersbourg, en tout cas, avait été déjà procuré par vous lors de la demande que nous avions faite d’assez nombreux clichés dans une lettre écrite à notre départ de Rome, au printemps 1952. Ceci pour faciliter les recherches.

Je résiste tout le temps à l’envie de vous envoyer des Français qui visitent Ostie, mais je veux vous éviter ces promenades et ces explications en plein soleil ou en plein vent. J’espère qu’il y a du soleil à Ostie et je voudrais bien y être.

Je vous remercie d’avance et nous vous embrassons bien amicalement,

[Marguerite Yourcenar]

Je suppose qu’il faut désespérer d’obtenir la photo du bas-relief des Fundi Rustici. J’en pleure.

P.S. Naturellement pour plus de simplicité je paierai pour les photographies en dollars, s’il y a trop de formalités pour les francs cette année.

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, MS Fr 372.2 (5640). YOURCENAR 2004, pp. 313-315.

Febbraio 1954 [lettera di Raissa Calza a Marguerite Yourcenar, non reperita ma da presupporre, nella quale comunica che si è rotta un braccio mentre cercava per lei delle foto di Antinoo]

Paris, le 1er mars 1954 Chère amie,

J’étais absolument désolée d’apprendre que vous vous étiez cassé le bras gauche, et d’autant plus que cet accident vous est arrivé en cherchant des photographies pour moi. J’espère que ce désastre vous permettra au moins de prendre un peu de repos dont vous avez certainement bien besoin, surtout après la réorganisation du service photographique de l’État.

Je vous remercie de m’envoyer les photographies que vous m’indiquez. Pour ce qui est des deux têtes du Musée des Thermes, je les voudrais toutes les deux, c’est-à-dire celle d’Ostie8, et l’autre «avec de longues boucles et un regard sérieux»9, mais celle-là, je tiendrai surtout à l’avoir de face.

Pour la statue d’Éleusis, je vais suivre votre conseil et écrire à l’École française d’Athènes.

Je serai ravie que vous me fassiez faire le cliché des Fondi Rus tici; ce serait si important pour les projections d’avoir enfin un bon cliché.

Je ferai sûrement de la réclame à la nouvelle organisation10 qui me semble devoir être extraordinairement utile; et dès maintenant je peux peut-être vous aider en vous offrant des photographies qui vous manquent. Par exemple, j’irai demain aux Archives du Louvre voir s’ils ont le buste de Strasbourg (car ils ont certains clichés des musées de province) et s’ils l’ont, je

7) R. West, Römische Porträt-Plastik II, Munich, 1941.

8) Ritratto di Antinoo (“Nijinsky”), MNR inv. 341. Vedi supra, nel testo.

9) Ritratto di Antinoo (“Rimbaud”), MNR inv. 1192. Vedi supra, nel testo.

10) Non è noto di quale archivio si tratti. Vedi supra, nel testo.

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pourrai vous en envoyer un exemplaire, ainsi que des pièces du Louvre qui vous manquent. De même, je suis en rapport, avec Poulsen11, le Directeur de Ny-Carlsberg, où j’ai choisi pour moi- même un certain nombre de clichés hadrianiques et aussi étrusques, ou alexandrins, et je vous en enverrai bien volontiers des doubles, si vous n’êtes pas bien montée en ce qui concerne les collections scandinaves.

Même chose en ce qui concerne les musées archéologiques de province en Angleterre.

J’aurais grand plaisir à aider ainsi les archéologues.

Grace et moi avons découvert par hasard, dans un petit village anglais une série de têtes en céramique, antiques, abandonnées à la suite d’une vente qui avait dispersé une célèbre collection. Nous les avons ramenées et fait expertiser au Louvre: elles sont paraît-il d’un type très rare dont il n’existe qu’un exemplaire au Louvre et deux exemplaires au British Museum.

Toutes celles qu’on connaît ont été découvertes dans la région de Canosa, et sont datées du IIIe siècle avant J.-C. Elles portent encore des traces de peinture. La plus grande, qui est très grande, est évidemment une Demeter portant sur la tête d’autres déesses qui s’échafaudent dans sa chevelure; elle a de longues boucles d’oreilles en formé de génies ailés, et elle est très imposante.

Il y a aussi plusieurs têtes détachées qui ont dû appartenir à une autre pièce du même genre et qui sont d’un type gréco-oriental assez prononcé, et une petite de satyre très hellénistique, qui est charmante. Nous voilà encombrées de dieux. Je vous enverrai leurs photographies.

Pour le paiement des clichés, je pourrai vous le régler tout de suite dès que j’aurai la facture.

Adriano a paru en italien, très mal traduit, et la traductrice romaine se désespère12. Peut- être faudra-t-il que j’aille à Rome pour quelques jours pour cette affaire, ce que je souhaiterais beaucoup et qui me permettrait de vous revoir, mais pour le moment je suis retenue ici par le travail.

Grace et moi tenons à vous dire une fois de plus combien cet accident nous attriste pour vous, et vous faisons tous nos souhaits de complet rétablissement.

Je vous embrasse,

[Marguerite Yourcenar]

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, MS Fr 372.2 (4341). YOURCENAR 2004, pp. 321-323.

Nella lettera era incluso un fazzolettino, cfr. lettera seguente.

Rome, le 5 Mars 1954 Chère Amie,

Je Vous remercie infiniment pour Votre gentille lettre et pour le joli mouchoir que Vous m’avez mis dedans. Mais, comme on dit, que le cadeau d’un mouchoir porte de larmes, j’ajoute dix lires pour Vous payer le cadeau. Mon bras est encore en gypse, mais la main droite commence à fonctionner. Tout de même je dois faire recours à l’aide d’une amie pour pouvoir Vous écrire;

je me console en pensant que je suis tombée la victime de la science et…..du beau Antinous.

Je Vous remercie aussi pour tout les gentils services que Vous voulez bien me rendre en m’envoyant les photographies des divers musées. Elles me seront assurément très utiles.

Je Vous envoie les photographies que j’ai déjà réussi à avoir pour Vous, en second lieu je

11) V.H. Poulsen (1909-1970), archeologo classico danese, direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.

12) Sulla vicenda della prima edizione in italiano del 1953 vedi supra, nel testo.

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Vous enverrai la photographie « Fondi Rustici » et la tête d’Antinous du Musée des Thêrmes qui provient d’Ostie.

Je pense que Vous avez raison que la tête de la statue du Latran est due à Thorwaldsen.

J’ai vu aujourd’hui dans une librairie la traduction italienne de Votre Hadrien, mais je n’en pouvais pas naturellement juger la traduction.

Je Vous embrasse Grace et Vous touts les deux. Avec mes meilleures amitiés.

Raissa Calza

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, bMS Fr 372.2 (2138).

Paris, le 15 mars 1954 Chère amie,

Merci pour les belles photographies qui sont arrivées aujourd’hui et pour les dix lires porte-bonheur. J’ai fait le calcul que les 4500 lires que je vous dois font en dollars $ 10.00, en laissant encore un peu de jeu, et je vous envoie cette somme par chèque, parce que ce serait tout de même moins long que de passer par les formalités du contrôle des changes français.

Si vous vous apercevez, contrairement à mes calculs, qu’elles ne vous couvrent pas tout à fait, il faudra m’en prévenir. Et de toute façon, peut-être entre temps aurez-vous obtenu le bon cliché des fondi rustici que nous n’avons pas.

Moi, de mon côté, je vais collectionner pour vous les clichés qui vous manquent.

J’espère que vous allez mieux, et je vous embrasse,

[Marguerite Yourcenar]

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, bMS Fr 372.2 (4341). YOURCENAR 2004, p. 338.

25 mars 1958 Chère amie,

Voici les soixante-deux mille trois cents lires, c’est-à-dire cent dollars (le change d’aujourd’hui est à 622.88 pour un dollar) qui, nous l’espérons, vous facilitera un peu les choses durant ces semaines de déménagement et de fièvre ! Si vous écrivez à vos parents aux Etats- Unis, et s’ils veulent bien songer à nous rendre cette somme (mais ne les pressez pas sur ce point; il est peut-être plus nécessaire qu’ils pensent d’abord à vous envoyer un petit présent d’argent pour votre convalescence) ils peuvent toujours adresser un chèque à mon nom ou à celui de Grace Frick a notre adresse permanente aux U.S.A., qui est, sous sa forme la plus simple, Northeast Harbor, Maine, car le nom du petit village suffit sans nom de maison ou n° de rue.

Tous nos vœux de rétablissement et nos affectueuses pensées.

Déjà un conseil à vous demander: des amis qui habitent prés de Lanuvium nous ont offert hier un petit pied d’argile romain qui a été, ou un ex-voto, ou une partie d’une statuette brisé. Il est grand comme un petit pied d’enfant. J’aimerai le faire monter à Rome, parce que ce serait difficile à faire faire dans un village américain. Connaissez vous le nom d’un bon ouvrier auquel on puisse s’adresser. Il faudrait monter je pense sur une tablette de bois, parce que la pierre serait trop lourde pour le voyage !

[Marguerite Yourcenar]

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, bMS Fr 372 (867).

(21)

18 avril 1962 Chère Amie,

Voici quelque temps déjà que je me propose de vous remercier de votre très bel OSTIE13, dont j’ai feuilleté les photographies avec admiration et lu le texte avec plus d’admiration encore;

j’ai d’ailleurs beaucoup apprécié la façon dont texte et photographie se marient et la méthode grâce à laquelle vous présentez, avec tant d’aisance, les diverses vues d’Ostie, créant ainsi peu à peu une image totale de la ville et de ses habitants. Rien n’est sacrifié au pittoresque, et pourtant c’est d’un pittoresque ou plutôt d’une vérité inégalable: comme on sent que vous connaissez et aimez les moindres pans de murs de la ville qui redevient à travers vous si vivante; j’ai parfois l’impression que vous vous êtes dans chaque occasion demandé avec un sens pratique (et aussi un sens de la vie domestique bien féminin, et que les archéologues ont rarement) dans lequel de ces immeubles vous auriez loué un appartement, et ce qu’il fallait pensé des commodités de la cuisine et des agréments du jardin. Je retrouve dans ce livre tout le plaisir que m’avait donné la visite d’Ostie en votre compagnie, et le sentiment de me trouver dans une grande ville déjà italienne, d’une beauté de structure et de matière déjà florentine (je pense surtout bien entendu aux grandes entrepôts et aux grandes maisons de marchands, avec leurs cours à arcades, leurs appartements aux étages, leurs variés escaliers et dégagements, qui ne peuvent pas ne pas faire penser avant la lettre à la Florence ou à la Pérouse du Moyen-Age, et m’en ont beaucoup appris (ce qu’en somme Pompéi ne fait pas) sur les constantes italiennes à travers le temps.

Je note que p. 107, dans l’excellente description de la nécropole de la Porte Laurentine, vous mentionne le fait qu’on y trouve un «ustrinum» dont il n’existait pas d’autre exemple archéologique connu. Cela est assurément très vrai pour l’Italie, mais j’ai vu en 1960, dans la nécropole romano-hispanique de Carmona, près de Séville, un «ustrinum» (le seul que j’ai contemplé jusqu’ici, car je ne crois pas avoir vu de mes yeux celui de la Porte Laurentine), qui n’a beaucoup frappé, et qui date à peu près de l’époque des Scipions, ce me semble, comme la majeure partie de cette nécropole. Je vous signale le fait, parce que, si un hasard heureux vous amène en Espagne, les ruines de Carmona vous intéresseraient sûrement – elles m’ont impressionné davantage que celle d’Italica, de type plus banal, et dont l’amphithéâtre rappelle beaucoup celui de Pouzzoles. Mais peut-être connaissez vous déjà toute cette Andalousie romaine ?

Votre livre est si beau et si utile, que j’aimerais le voir paraitre aux Etats-Unis. Je pourrais en parler à mon propre éditeur, Farrar et Straus, mais il publié jusqu’ici peu ou pas d’ouvrages d’art ou d’archéologie; avez-vous pense à le présenter à la Princeton University Press, qui a publié récemment, dans le même genre, le beau, mais bien moins évocateur, Eleusis de Georges Mylonas, et une Histoire d’Antioche par Glanville Bowney ?

J’aurais à vous poser une question archéologique: je m’occupe en ce moment de réviser, ou plus tôt de refaire, un ouvrage que j’eus la naïveté et l’audace d’écrire a vingt ou vingt-deux ans sur la poésie de Pindare, et que l’éditeur français, et aussi un éditeur étranger, veulent republier. Comme je ne peux évidemment laisser paraitre tel quel, c’est-à-dire plein de lacunes qui ne me sont maintenant que trop apparentes, je suis enfoncée dans un énorme travail de refonte. En réalisant mes notes anciennes sur le sujet, je trouve une coupure de 1927 annonçant la découverte à Syracuse d’une salle souterraine (une tombe, je suppose, bien que la brève notice que j’ai conservée ne le dise pas) dont les parois offrent des représentations « d’Epicure, Pindare, Hermocrate, Eschyle, et autres personnages de cette époque » (!), et où l’on aurait trouvé aussi

13) Un appunto ms. sulla minuta specifica trattarsi di CALZA, NASH 1959.

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des mosaïques et des statues. Cette information, rédigée comme vous voyez, en termes assez fantaisistes, me laisse aujourd’hui plus que perplexe, car j’ai entre 1927 et le temps présent visite assez soigneusement Syracuse, sans y voir rien de pareil. Savez-vous s’il existe à Syracuse les fresques en question, et ou, si elles existent, je pourrais m’en procurer des photographies? Je pourrais évidemment écrire moi-même au directeur du musée local, mais les informations que j’ai entre les mains sont si vagues, que je ne sais trop comment formuler ma demande ?

Nous ne viendrons pas en Italie ce printemps, notre projet étant de faire en Juin un voyage dans les régions scandinaves; s’il se réalise, je saluerai pour vous les quelques statues et sarcophages d’Ostie aux Ny Carlsberg, qui est un des plus beaux musées d’antiques que je connais, et qui me consolera un peux de ne pas revoir encore cette année le musée des Thermes ou le Vatican.

J’espère que votre santé est maintenant toute bonne, et vous adresse pour Grace Frick et moi-même mon plus sympathique souvenir,

Le petit pied de jeun dieu gréco-romain, monté par les soins de votre employée au Musée d’Ostie, est toujours l’un des plus beaux objets de cette petite maison.

[Marguerite Yourcenar]

Harvard University, Houghton Library, Yourcenar papers, bMS Fr 372.2 (4341). Cit. in SAVIGNEAU 1990, p. 287.

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