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Fatto a Pisa, nella chiesa di S. Nicola.

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Academic year: 2021

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501, 1331 dicembre 30, ind. XIV (1330) Oblatio

Belluccia, vedova di Vanni Vaccarella e figlia del fu Mondasco Carletti, dimorante nella cappella di S. Casciano in Chinzica, si fa oblata del convento di S. Nicola. a cui lascia tutti i suoi beni.

Fatto a Pisa, nella chiesa di S. Nicola.

Notaio: Iohannes f. qd. Iacobi Ildebrandi notarii.

Regesti: ACP, n. 485.

Vecchia numerazione: 522.

Provenienza: S. Nicola.

503, 1331 gennaio 2, ind. XIV (1331) Oblatio

Dinga, vedova di Bindo Kalenda e figlia del fu Ubertino da Navacchio, dimorante a Pisa, nella cappella di S. Paolo all'Orto, si fa oblata di S. Nicola, lasciando al convento tutti i suoi beni.

Fatto a Pisa, nella chiesa di S. Nicola.

Notaio: Ildebrandus f. Iohannis notarii f. qd. Iacobi Ildebrandi notarii (dagli atti del padre).

Regesti: ACP, n. 486.

Vecchia numerazione: 513.

Provenienza: S. Nicola.

504, 1331 gennaio 4, indi. XIV (1331) Procuratio

Frate Matteo Carletti del convento di S. Nicola. e Cegna, rettore della chiesa di S. Cristoforo in Chinzica, esecutore testamentario e procuratore dei poveri della città e della diocesi di Pisa per l'arcivescovo Simone, a titolo di esecutori delle volontà testamentarie di Ghecca, vedova di Gaddo Bocci della cappella di S. Nicola, nominano procuratore il notaio Ranieri del fu Franceso da S. Nicola, coll'incarico di esigere tutto ciò che sia loro dovuto da qualunque persona come fidecommissari della donna.

Fatto a Pisa, nel palazzo arcivescovile

Notaio: Bartholomeus f. Angeli dicti Cagnassi de Calci civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 487.

Vecchia numerazione: 514.

Provenienza: S. Nicola.

505, 1331 gennaio 9, ind. XIV (1331) Testamentum

Estratto del testamento di Rustico erovario del fu Alberto della cappella di S. Maria Maddalena in cui, dopo aver lasciato alla sua serva Mantuccia corsa del fu Leonardo diversi corredi, 15 lire spettanti a Rustico per una casa posta nella cappella dei SS. Cosimo e Damiano, un pezzo di terra con vigna posto nei confini di Cugnano, nel distretto di Pisa, nel luogo detto «Viaula», comprato da Lugio e Tegno da Cugnano, un pezzo di terra con vigna posto nei confini di Nugola, nel luogo detto Campo, venduto alla defunta moglie Ciocia da Gaddino da Campo di Nugola, nonché 7 lire che Rustico doveva ricevere dal detto Gaddino, nomina suoi eredi i poveri dell'Ospedale Nuovo del S. Spirito e istituisce come suoi fidecommissari Martino erovario del fu Guglielmo, Bonagiunta notaio del fu Parello e Bonaventura erovario del fu Gerardino, tutti della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel solaio della casa del detto Rustico, posta nella cappella di S. Maria Maddalena.

Notaio: Donatus f. Martini Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 488.

(2)

Vecchia numerazione: 515.

Provenienza: S. Nicola.

506, 1331 febbraio 26, ind. XIV (1331) Promissio

Lapo della Seta della cappella di S. Pietro in Vincoli, figlio del fu Taddo della Seta, letta la carta di vendita fatta da Betto del fu Gerardo Ferrante della cappella di S. Martino in Chinzica a Garduccio del fu Scolario da Casciavola nel Valdarno nel contado pisano, di un pezzo di terra campia posta nei confini di Casciavola, nel luogo detto Trebbiano, per il prezzo di 187 lire, promette al notaio Pellegrino che agisce a nome di Betto, di fare da fideiussore e di attenersi alle clausole della vendita.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa del notaio Pellegrino del fu Nocco di Pellegrino, posta nella cappella di S. Martino in Chinzica.

Notaio: Notaio: Mactheus f. qd. Nocchii Pelegrini de cappella sancti Martini Kinthice (dagli atti di Pelegrino notario suo fratello).

Note dorsali: «Chome Lapo Della Seta entroe paghatore a Garduccio de Casciaula pro Becto di Gherardo Ferrante de petio uno terre in Casciaula in loco dicto Trebbiano».

Regesti: ACP, n. 489.

Vecchia numerazione: 516.

Provenienza: S. Nicola.

507, 1331 marzo 14, ind. XIV (1331) Datio in solutum

Lapa, moglie di Domenico di Puccio sarto del fu Gerardo della cappella di S. Nicola. e figlia del fu Gualando «de Tinto» della cappella di S. Clemente insieme alla madre Gina, vedova di Gualando e figlia del fu Lotario della cappella di S. Cristoforo in Chinzica, dà ai suddetti Domenico e Puccio 2 carati su 24 totali di un unico pezzo di terra con torre posto a Pisa, nella cappella di S. Clemente, come pagamento della dote di 120 lire a loro promessa.

Fatto a Pisa, nella torre degli eredi di Guido Sanna da Corvaia e consorti, in cui abitano i suddetti Domenico e Puccio, posta nella cappella di S. Nicola.

Notaio: Benegrande f. Leopardi notarii de Calci.

Regesti: ACP, n. 490.

Vecchia numerazione: 517.

Provenienza: S. Nicola.

508, 1332 giugno 27 e 29, ind. XIV (1331) Venditio et ratificatio

Salvo del fu Ugolino della cappella di S. Filippo dei Visconti, per sé e per Giovanni suo fratello, vende a Guerrone «Darato», pellicciaio della stessa cappella e figlio del fu Vanni, la metà di un muro, di una parete, della terra e di una colonna su cui è posto il ballatoio di una casa posta in Borgo, per il prezzo di 73 lire. Il 29 giugno Giovanni ratifica e conferma la vendita.

1) Fatto a Pisa, nella curia della gabella del vino, in casa di Iacopo di Upezzino da Vico, nella cappella di S. Pietro ad Ischia; 2) fatto nella via pubblica, davanti alla casa di Colo delle Brache, nella cappella di S. Felice.

Notaio: Iohannes f. Iacobi Upethini de [Vico] (dagli atti di Iohannes Guidonis Chiassi).

Regesti: ACP, n. 491.

Note: lacerata.

Vecchia numerazione: 530.

Provenienza: S. Nicola.

509, 1332 agosto 10, ind. XIV (1331)

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Venditio

Roberto di Pellaio Pellai dei Lanfranchi vende a Colo del fu Cione Puglia del comune di Marciana Maggiore un pezzo di terra campia posta nei confini di S. Benedetto a Settimo, nel luogo detto «Campora», per il prezzo di 75 lire. Ranieri del fu Giunta e Puccetto del fu Simone, entrambi del comune di S. Benedetto a Settimo, stanno come garanti.

Fatto nel comune S. Benedetto a Settimo, dietro alla casa del suddetto Roberto.

Notaio: Orlandinus f. qd. Novi de Marciana.

Note dorsali: «n° 69»; «A. 1332»; «n° 1»; «n. 321».

Vecchia numerazione: 531.

Provenienza: S. Antonio.

510, 1332 settembre 10, ind. XIV (1331) Donatio

Il presbitero Grazia del fu Bianco, cappellano del Duomo, dona a Puccia del fu Iacopo, vedova di Rodolfo, della cappella dei SS. Cosimo e Damiano, un pezzo di terra con vigna, frutti, casa murata e coperta d'embrici posta nei confini di Tripalle, nel luogo detto al Poggio.

Fatto a Pisa, nel Duomo.

Notaio: Iohannes clericus f. qd. Guillielmi de Pisis.

Regesti: ACP, n. 492.

Vecchia numerazione: 532.

Provenienza: S. Nicola.

511, 1332 gennaio 16, ind. XV (1332) Venditio

Pasquino del fu Vanni da Treggiaia vende a Saverigio bottaio della cappella di S. Martino in Chinzica, figlio del fu Vivaldo, cinque pezzi di terra con campo, bosco, vigna e casalino posti nel comune di Treggiaia per il prezzo di 25 lire.

Fatto a Pisa, nella cappella di S. Martino in Chinzica, nella bottega della casa degli eredi di Ciolo Rosso del fu Benincasa d'Arquata, dove abita Checca, vedova del detto Ciolo.

Notaio: Henricus f. Guidonis notarii de Ceppato.

Regesti: ACP, n. 493.

Vecchia numerazione: 523.

Note: strappata sul lato superiore sinistro.

Provenienza: S. Nicola.

512, 1332 gennaio 29, ind. XV (1332) Mutuum

Ranieri detto Nerio pellicciaio della cappella di S. Martino dei Pecci figlio del fu Bino da Forcoli, interrogato da Guerrone del fu Vanni pellicciaio della cappella di S. Filippo dei Visconti, confessa di aver ricevuto in mutuo 400 lire dal detto Guerrone e s'impegna a restituirle entro tre anni.

Fatto a Pisa, nella chiesa di S. Ambrogio.

Notaio: Iohannes f. Iacobi qd. Upethini de Vico (dagli atti di Iohannes qd. Guidonis Chiassi de Septimo).

Regesti: ACP, n. 494.

Vecchia numerazione: 524.

Provenienza: S. Nicola.

513, 1332 gennaio 31, ind. XV (1332) Locatio

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine

Cistercense, dà in locazione a Matteo di Alberto del comune di Fauglia due pezzi di terra posti

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a Fauglia, per due anni a partire dalla festa di S. Michele nel settembre prossimo venturo, per un canone annuo di un sestario di grano da consegnare al monastero in occasione della festa dell'Assunzione. Le terre facevano parte dei beni di Mattea, monaca di S. Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Bellucio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie

Note dorsali: «Locatio facta Matheo quondam Alberti de Faullia de qua facta est conventui sancti Nicolai restitutio».

Notaio: Bonaccursus qd. Henrici de Calsis civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 495.

Vecchia numerazione: 525.

Note: le pergamene di S. Bernardo sono affluite in S. Nicola perché questi beni e i seguenti

«furono restituiti al nostro convento» (Ferri).

Provenienza: S. Nicola.

514, 1332 gennaio 31, ind. XV (1332) Locatio

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine Cistercense, dà in locazione a Vannuccio di Peruccio del comune di Fauglia un pezzo di terra campia posto a Fauglia, nel luogo detto «Termostio», per due anni a partire dalla festa di S.

Michele nel mese di settembre prossimo, per un canone annuo di una quarra di grano da consegnare al monastero in occasione della festa dell'Assunzione. La terra faceva parte dei beni di Mattea, monaca di S. Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Bellucio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curiee.

Notaio: Bonaccursus qd. Henrici de Calsis civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 496.

Vecchia numerazione: 573.

Provenienza: S. Nicola.

515, 1332 febbraio 1, ind. XV (1332) Locatio

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine Cistercense, a partire dalla festa di S. Michele nel mese di settembre prossimo dà in locazione per due anni a Domenico di Fazio da Fauglia 15 pezzi di terra e la quarta parte di un pezzo di terra campia posti nei confini Fauglia, 13 pezzi di terra posti nei confini di Montalto, Tremoleto, Colle Pinzuto e Botro di Fauglia, 24 pezzi di terra agreste, domestica e boscata posti nei confini di Montalto, la terza parte di un pezzo di terra pratata posta nei confini di Fauglia, per un canone annuo di 14 staia di grano da consegnare al monastero in occasione della festa dell'Assunzione. Le terre facevano parte dei beni di Mattea, monaca di S.

Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Belluccio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie.

Notaio: Bonaccursus qd. Henrici civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 497 . Vecchia numerazione: 526.

Provenienza: S. Nicola.

516, 1332 febbraio 1, ind. XV (1332) Locatio

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine

Cistercense, dà in locazione a Gaddino di Coscio del comune di Fauglia, per 2 anni a partire

dalla festa di S. Michele nel settembre scorso, due pezzi di terra posti nei confini di Fauglia

per un canone annuo di 2 sestari di grano da consegnare al monastero in occasione della festa

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dell'Assunzione. Le terre facevano parte dei beni di Mattea, monaca di S. Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Belluccio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie.

Note dorsali: «Per dominum Ganum»; «Locatio facta Gaddino quondam Coscii per dominum Ganum de qua facta est conventui S. Nicolai restitutio».

Notaio: Bonaccursus qd. Henrici de Calsis civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 498.

Vecchia numerazione: 527.

Provenienza: S. Nicola.

517, 1332 febbraio 4, ind. XV (1332) Libellum

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine Cistercense, dà in livello a Domenico di Fazio da Fauglia un pezzo di terra parte campia e parte a vigna posto nei confini di Fauglia per un censo di 5 quarre di grano da consegnare al monastero in occasione della festa dell'Assunzione. Le terre facevano parte dei beni di Mattea, monaca di S. Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Belluccio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie.

Notaio: Bonaccursus Henrici civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 499.

Vecchia numerazione: 529.

Provenienza: S. Nicola.

518, 1332 febbraio 4, ind. XV (1332) Libellum

Gano di Manente giudice, sindaco e procuratore del monastero di S. Bernardo dell'Ordine Cistercense, dà in livello a Nuovo di Alberto del comune di Fauglia 10 parti su 24 totali di due pezzi di terra posti nei confini di Fauglia per un censo di 1 quarra e mezzo e un ottavo di grano da consegnare al monastero in occasione della festa dell'Assunzione. Le terre facevano parte dei beni di Mattea, monaca di S. Bernardo, figlia ed erede del fu Bacciameo di Belluccio della cappella di S. Maria Maddalena.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie.

Notaio: Bonaccursus qd. Henrici de Calsis civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 500.

Vecchia numerazione: 528.

Provenienza: S. Nicola.

519, 1333 aprile 1, ind. XV (1332) Venditio

Bacciameo del fu Bondie, Andrea del fu Bonanno e Gano del fu Bonanno, tutti da Lugnano di Pedemonte, vendono a Ghelino vinaio del fu Gaddo della cappella di S. Filippo in Borgo un pezzo di terra campia posta nei confini del comune di S. Martino alla Pergola, nel luogo detto Cannuccio, per il prezzo di 91 lire.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa di Ranieri Damiani giudice posta nella cappella di S.

Eufrasia.

Notaio: Bonaccursus qd. Andree de Peccioli (dagli atti di Ranieri not. suo fratello).

Note dorsali: «n° 142»; «A. 1323»; «località e n° 1»; «n. 19».

Vecchia numerazione: 534.

Provenienza: S. Antonio.

520, 1333 agosto 13, ind. XV (1332)

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Venditio

Bandino del fu Nerio di Gualfreduccio da Pistoia, della cappella di S. Barnaba, vende a Ghelino vinaio del fu Gaddo della cappella di S. Filippo dei Visconti in Borgo un pezzo di terra con casa posto nella cappella di S. Pietro in Cortevecchia, per il prezzo di 477 lire.

Puccino del fu Francesco da Pistoia, dimorante a Pisa, nella cappella di S. Eufrasia, fa da garante.

Fatto a Pisa, nel portico della casa di Giovanni di Barone, nella cappella di S. Marco in Calcesana.

Notaio: Bonacursus qd. Andree de Peccioli.

Note dorsali: «n° 231»; «A. 1333»; «nihil ad nos nuo. 4°»; «Carta terre cum domo et aliis super se Gheli […] qd. Gatti dela cappella sancti Filippi de Burgo quam emit a d. Bandino Nerii de Gualfreduccis de Pistorio de [...]».

Vecchia numerazione: 535.

Note: manca la parte iniziale.

Provenienza: S. Antonio.

653, 1333 ottobre 5, ind. I (1332) Ratificatio

I fratelli Gualando e Piero Ricucchi, figli del fu Giovanni Galvano, della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, a nome proprio e, per quanto riguardo Gualando anche come procuratore degli altri due fratelli Bartolomeo e Ricucco, espongono a Ludovico, pievano di Monte San Savino nella diocesi aretina e vicario generale di Simone arcivescovo di Pisa, come Brida, moglie del fu Ventriglio detto Tiglio del fu Ugolino Corbella degli Uppezzinghi e figlia del fu Pietro Ricucchi giudice, nominò suoi eredi i suddetti quattro fratelli e gli altri due fratelli Nerio e Cecco, per tutto ciò che lei aveva o che le competeva nella chiesa di S. Lucia dei Ricucchi, per patronato o altro modo, istituendo eredi per i restanti beni i poveri di Cristo. I due fratelli affermano inoltre che sono passati più di 23 anni da quando Brida morì e più di 20 da quando i suddetti Nerio e Cecco fecero professione nell'ordine dei Minori di S. Francesco, nel quale erano conosciuti come Ranieri Galvano e Francesco Ricucchi. Essendo Gualando, Piero, Bartolomeo e Ricucco fratelli ed eredi dei due frati, supplicano umilmente il vicario affinché colla sua autorità approvi e ratifichi i legati dei suddetti. Per la qual cosa Ludovico, ascoltata la supplica e letto il testamento, considerato che i quattro fratelli, in quanto successori del padre Giovanni sono patroni della chiesa di S. Lucia e che i nobili Ricucchi loro antenati

«plurima bona contulerunt dicte ecclesie» conferma e ratifica i lasciti.

Notaio: Henrigus dictus Ligus qd. Baldi de Sancto Cassiano Vallis Arni civ. Pis. d. archiep.

scriba publ.

Vecchia numerazione: 536.

Note dorsali: «n° 33»; «16».

Provenienza: [S. Nicola].

521, 1333 novembre 10, ind. I (1332) Sententia iudicis et assessoris

Il giudice e assessore del comune di Pisa sentenzia che il notaio Martino da Corvaia, sindaco del monastero di S. Michele, sia messo in possesso dei beni di Parello di Carello da Treggiaia, Gaddo di Giunta da Oratoio, Puccio di Lupo da Gello di S. Savino, Ricovero da Sant'Ermete, Bondo di Puccio e Vanni di Puccio da Casciavola, Bone di Nardo da Putignano, Bettuccio detto Caroso da San Iacopo di Zambra, Gaddino di Simone di Alamanno da S. Lorenzo a Pagnatico per una somma pari all'affitto che questi dovevano al monastero per l'anno decorso, più le spese processuali. Questo perché i suddetti, inadempienti ai patti dei propri contratti, non avevano ubbidito all'intimazione di presentarsi al tribunale dell'assessore ed erano stati condannati.

Fatto a Pisa, nel chiostro delle Sei Curie.

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Notaio: Iohannes f. qd. Guillielmi de Rilione.

Vecchia numerazione: 537.

Provenienza: ––.

522, 1333 febbraio 18, ind. I (1333) Donatio propter nuptias

Giovanni di Bartalo tavernario del fu Giovanni notaio da Ripoli, insieme al padre Bartolo, dona 100 lire come antefatto di Francesca di Ugolino vinaio del fu Buoncristiano della cappella di S. Giusto al Parlascio, consegnandole al detto Ugolino, padre di Francesca. In cambio i due ricevono 325 lire, metà in denari, metà in corredi come dote della donna.

Fatto a Pisa nella Curia dell'Arte della Lana, posta accanto alla chiesa di S. Felice.

Notaio: Iohannes f. qd. Iacobi Bartolomei de Vico.

Regesti: ACP, n. 511.

Vecchia numerazione: 533.

Provenienza: S. Nicola.

523, 1334 aprile 26, 29 e 30, ind. I (1333) Apprehensio corporalis possesionis et relatio

Bondo Buldrone della cappella di S. Martino in Chinzica, figlio ed erede per la metà dei beni del fu Bonagiunta Buldrone suo padre, per sé e come procuratore di suo fratello Piero Buldrone, figlio del detto Bonagiunta ed erede per l'altra metà, prende possesso di un pezzo di terra con casa e forno che appartengono a Puccio del fu Bonagiunta della cappella di S. Giusto in Canniccio, contro gli eredi di Bartolomeo Buldrone del fu Giovanni Buldrone, dimoranti a Pisa, nella cappella di S. Martino in Chinzica, per mutuo non soluto dal suddetto Bartolomeo.

Lo stesso giorno Bondo prende possesso della metà di due pezzi di terra pratata posta nei confini del comune di Orticaria. Il 29 aprile il nunzio del Comune fa proclamazione dell'avvenuta presa di possesso davanti alla casa che fu del detto Bartolomeo, nella cappella di S. Martino in Chinzica e davanti chiesa di S. Nicola. Il 30 aprile Bondo fa proclamazione, davanti alla suddetta casa e nella pubblica piazza di S. Nicola, di come sia entrato in possesso delle terre suddette.

Notaio: Noccho not. [...]

1) Fatto a Pisa, nel suddetto pezzo di terra con casa; 2) fatto a Pisa, nella via pubblica, davanti alla casa dei fratelli Colo e Betto del fu Lemmo Sardo, posta nella cappella di S. Martino in Chinzica; 3) fatto a Pisa, davanti alla casa dove dimorava Bartolomeo Buldrone, nella cappella di S. Martino in Chinzica.

Regesti: ACP, n. 514.

Vecchia numerazione: 545.

Note: pergamena mutila nella parte finale.

Provenienza: S. Nicola.

524, 1334 agosto 13, ind. I (1333) Donatio propter nuptias

Peruccio del fu Vanni della cappella di S. Lucia dei Ricucchi dona 100 lire a Ciocia moglie di Enrico del fu Ciato della cappella di S. Vito, che riceve per Caterina figlia di Enrico e moglie di Peruccio. In cambio Peruccio riceve 150 lire tra denari e corredi, nonché un pezzo di terra con casa, chiostro e muro posta in cappella S. Tommaso al Parlascio come dote della moglie.

Fatto a Pisa, in casa della detta Ciocia, posta nella cappella di S. Vito Notaio: Iacobus f. qd. Tomasi notarii de Via Cava Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 516.

Vecchia numerazione: 546.

Provenienza: S. Nicola.

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525, 1334 agosto 27, ind. I, dicembre 13 e gennaio 8, ind. II (1333 e 1334) Venditio et confessio solutionis

Duccio da San Frediano, erede di Ceo suo fratello e figlio del fu Puccio, per pagare la dote di Ghecca moglie del fu Ceo suddetto e figlia del fu Vanni, vende a Guerrone pellicciaio della cappella di S. Filippo dei Visconti del fu Vanni un pezzo di terra con case, muri, portico, pergolato, pozzo, vigna e frutti posto nel comune di San Frediano per il prezzo di 250 lire. Il giorno 13 Ghecca confessa di aver ricevuto da Duccio 66 lire. L'8 gennaio Ghecca confessa di aver ricevuto da Duccio altre 99 lire.

1) Fatto a Pisa, in casa del detto Guerrone, nella cappella di S. Filippo dei Visconti; 2) fatto a Pisa, nella casa del giudice Ranieri Damiani posta nella cappella di S. Eufrasia.

Note dorsali: «Carta di Guerrone delle terre comperò a Settimo»

Notaio: Gerardus f.qd. Iohannis Sassi notarii de Vico (da Iohannes f. qd. Guidonis Chiassi de Septimo)

Regesti: ACP, n. 517.

Vecchia numerazione: 547.

Provenienza: S. Nicola.

527, 1334 dicembre 28, ind. II (1333) Procuratio

Frate Guido Schiatta, priore di S. Nicola, nomina sindaco e procuratore del convento frate Bandino del fu Puccio di Albizzello di Bono della cappella di S. Filippo dei Visconti per amministrare i beni che sono giunti in proprietà del convento come eredità di Puccio, padre del detto Bandino.

Fatto a Pisa, nel capitolo del convento di S. Nicola.

Notaio: Martinus qd. Berti de Terricciola (da Ranieri not. qd. Andree de Peccioli).

Regesti: ACP, n. 519.

Vecchia numerazione: 550.

Provenienza: S. Nicola.

528, 1334 gennaio 2 e 1335 giugno 19, ind. II (1334) Testamentum

Nuccia, vedova di Ghele della cappella di S. Egidio e figlia del fu Ventura, fa testamento e, tra i vari legati, lascia al monastero di S. Maria di Valle Verde, sito vicino alla porta di S. Egidio, un pezzo di terra con casa e frutti posto nel comune di Petriolo, vicino alla chiesa di S.

Andrea. Il 19 giugno i fidecommisari designati, il presbitero Giovanni rettore della chiesa di S. Egidio, Nerio del fu Ghinuccio da Camugliano, Cea vedova di Lupo correggiaio della cappella di S. Egidio, volendo compiere le ultime volontà di Nuccia, assegnano il detto pezzo di terra a Bona, Bacciamea, Raniera e Giovanna, monache del monastero di S. Maria di Valle Verde.

1) Fatto a Pisa, nella cappella di S. Martino in Chinzica, nella bottega della casa degli eredi di Ciolo Rosso del fu Benincasa d'Arquata, dove abita ora Cecca, vedova del detto Ciolo; 2) fatto a Pisa, nella chiesa del detto monastero, cioè alle sue grate ferree.

Notaio: Henricus f. Guidonis notarii de Ceppato.

Note dorsali: «n° CXXVI 1334»

Vecchia numerazione: 539.

Provenienza: S. Marta.

529, 1334 gennaio 3, ind. II (1334) Venditio

Colo del fu Tino da Campo della cappella di S. Viviana vende a Manente del fu Bacciameo da

Cascina, della cappella di S. Luca, che compra per Cecco Alliata del fu Betto Alliata della

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cappella di S. Andrea Fuoriporta, due pezzi di terra campia, uno posto nei confini del comune di Pieve di Campoli di San Casciano nel Valdarno, nel luogo detto «Cafaggio», l'altro posto nel comune di S. Giusto in Campo, per il prezzo di 60 lire.

Fatto nel comune dei SS. Lorenzo e Pantaleone di Campo, nella via pubblica davanti alla casa del detto Colo.

Notaio: Iohannes f. Iacobi qd. Upethini de Vico Regesti: ACP, n. 520.

Vecchia numerazione: 540.

Provenienza: S. Nicola.

530, 1334 gennaio 13, ind. II (1334) Donatio propter nuptias

Nerio farsettaio del fu Bonaccorso della cappella di S. Cecilia dona 52 lire e 10 soldi di

antefatto della moglie Mantuccia consegnandole a Bonuccio del fu Leonardo della cappella di S. Eufrasia, fratello della donna. In cambio Bonuccio dona 105 lire a Nerio, metà in denari, metà in corredi, come dote della sorella.

Fatto a Pisa, nel solaio della bottega «pedalis turris» dei Duodi e Gaetani, posta «in capite Pontis Novi».

Notaio: Andreas f. Michaelis Geppi (dagli atti di Bacciameo not. ol. Guerri).

Regesti: ACP, n. 515, in data giugno 13.

Vecchia numerazione: 541.

Provenienza: S. Nicola.

533, 1334 marzo 14, ind. II (1334) Emancipatio

Ser Bonagiunta Scarsi del fu Simone Scarsi della cappella di S. Isidoro emancipa i figli Nicola e Michele.

Fatto a Pisa, nella Curia Nuova dei Pupilli.

Notaio: Michael f. Bandini de Vico.

Regesti: ACP, n. 523.

Vecchia numerazione: 543.

Provenienza: S. Nicola.

534, 1335 marzo 30, ind. II (1334) Procuratio

Poiché il convento di S. Nicola, tramite il professo Gregorio Masca, è diventato erede dei beni di Verde, vedova di Simone sellaio e figlia del fu ser Pagano che dimorava a Livorno, il priore, frate Guido Schiatta, nomina procuratore del convento frate Pasquale «de Sorba», priore del convento degli eremiti di S. Agostino di Genova, per vendere, col consenso del priore generale dell'ordine, i beni della detta Verde posti nella città di Genova o nel suo distretto.

Fatto a Pisa, sul ballatoio del chiostro della chiesa di S. Nicola.

Note dorsali: «Carta dela chasa da Gienova»; «Nota i nomi dei frati che in questo tempo erano nel convento di S. Nicola.».

Notaio: Ildebrandus f. Iohannis Ildebrandi civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 524.

Vecchia numerazione: 555.

Provenienza: S. Nicola.

532, 1334 marzo .., ind. II (1334)

Venditio et datio in solutum

(10)

Cecco del fu Vicino da Rinonichi tutore di Micuccio infante, figlio ed erede del fu Micuccio da Rinonichi, vende al giudice Giovanni Burdonesi, che compra per Gualando Ricucchi della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, un pezzo di terra campia posta nei confini di Rinonichi, nel luogo detto Chiasso Cavo, per il prezzo di 23 lire, che Cecco, coll'approvazione dei pubblici giudici della Curia nuova dei Pupilli, consegna a Casanuova detta Nuova, moglie del fu Micuccio e figlia di Stefanuccio del fu Giunta «de via Pisciulis» come pagamento del suo antefatto.

Fatto a Pisa, nella Curia Nuova dei Pupilli, posta nel chiostro del Palazzo Nuovo delle Sei Curie.

Notaio: Michael f. Bandini de Vico.

Note dorsali: «Terra de Gualandi de Ricucchi in comune di Rinonichi in luogo detto Chiasso Cavo».

Regesti: ACP, n. 512, 1334 aprile 1.

Vecchia numerazione: 544.

Note: Pergamena danneggiata sul lato destro. Non si legge più il giorno in cui fu rogata.

Provenienza: S. Nicola.

535, 1335 aprile 3, 4, 7, 8, ind. II (1334) Venditio et donatio

Il priore di S. Nicola, frate Guido Schiatta, vende a Francesco speziario della cappella di S.

Cecilia del fu Iacopo un pezzo di terra con casa, pergola, vigna, posto nella cappella di S.

Giusto in Canniccio, a Campo D'Olmo, e la metà di due pezzi di terra pratata posti nei confini del comune di Orticaria, per il prezzo di 100 fiorini d'oro e 10 lire. La vendita viene fatta per poter soddisfare il credito di 100 lire dovute ai fratelli Bondo e Pietro Buldrone, figli ed eredi di Bonagiunta Buldrone della cappella di S. Martino in Chinzica, da parte di frate Giovanni Buldrone vescovo «Signensis», una volta frate professo del convento. Il 4 aprile frate Guido Schiatta, alla presenza dei confratelli, incarica il notaio Ildebrando di Giovanni di Ildebrando di redigere l'atto. Il 7 aprile, alla presenza di altri frati incarica nuovamente il notaio di redigere l'atto. L'8 aprile Francesco speziario, per l'affetto che nutre verso il nipote frate Stefano da Castellina del fu Lotto, dona al convento di S. Nicola. la terra posta in S. Giusto in Canniccio e metà degli altri due pezzi di terra, con l'eccezione della casa «terrestre» con capanna e forno posta sul primo pezzo di terra.

1) e 2) Fatto a Pisa, nel ballatoio del chiostro della chiesa di S. Nicola; 3) e 4) fatto a Pisa, nel capitolo nuovo della chiesa di S. Nicola.

Notaio: Ildebrandus f. Iohannis Ildebrandi civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 525 . Vecchia numerazione: 556.

Provenienza: S. Nicola.

536, 1335 luglio 29 e agosto 9, ind. II (1334) Venditio

Nino farsettaio del fu Iacopo della cappella di S. Sisto vende a Vanni farsettaio del fu Danino della cappella di S. Nicola. metà di un pezzo di terra con casa, fichi e frutti posto in «villa» di Cornazzano e un intero pezzo di terra campia posto nei confini della «villa» di Cornazzano, nel luogo detto Moreccio per il prezzo di 100 lire. Il 9 agosto Vanni paga a Ciomeo Bonfigliolo, soprastante della gabella maggiore, la somma dovuta per la suddetta vendita.

Fatto a Pisa, nella casa degli eredi di Corsino di Franco oste, posta nella cappella di S. Simone al Parlascio.

Notaio: Ricoverus qd. Gini de Ghezano.

Regesti: ACP, n. 527.

Vecchia numerazione: 558.

Provenienza: S. Nicola.

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537, 1335 luglio 29, ind. II (1334) Locatio

Vanni del fu Danino farsettaio della cappella di S. Nicola. dà in locazione per quattro anni a Nino del fu Iacopo della cappella di S. Sisto la metà di un pezzo di terra con casa, fichi e frutti posto in «villa» di Cornazzano ed un intero pezzo di terra campia posto nei confini della

«villa» di Cornazzano, nel luogo detto Moreccio per un canone annuo di 4 staia di grano da consegnare in occasione della festa dell'Assunzione.

Fatto a Pisa, in casa degli eredi di Corsino di Franco oste, posta nella cappella di S. Simone al Parlascio.

Notaio: Petrus f. Mei Rossi de Vico (dagli atti di Ricovero not. qd. Ghini de Ghezzano).

Regesti: ACP, n. 526; «Toscani».

Vecchia numerazione: 559.

Provenienza: S. Nicola.

526, 1334 settembre 12, ind. II (sic) (1334?) Testamentum

Estratto del testamento di Ciano del fu Martino da Ripafratta, il quale, tra i vari legati, lascia alla chiesa di S. Maria di Rupecava un pezzo di terra campia posta nel comune di Ripafratta, nel luogo detto Farneta.

Fatto a Pisa, nel chiostro del carcere del Comune, posto nella cappella di S. Sisto.

Notaio: Simon qd. Sardi not. de Rinonichi civ. Pis. (da Corrado not. f. Iohannis Corradi de cappella santi Sisti).

Note dorsali: «N° 13».

Vecchia numerazione: 548.

Provenienza: S. Nicola.-Rupecava.

538, 1335 novembre 12, ind. III, 1336 settembre 28, ind. IV (1334 e 1335) Confessio solutionis et locatio

Frate Giovanni di Parazzone, procuratore del convento di S. Nicola, interrogato da Iacopo di Nicola dei Gualandi della cappella dei SS. Cosimo e Damiano, si dichiara soddisfatto da ciò che ha avuto da Domenico del fu Fazio da Fauglia, che ha pagato per Iacopo l'affito di alcuni pezzi di terra di proprietà del convento posti nei confini del comune di Fauglia, di Montalto e di Colle Pinzuto delle Colline Inferiori. Lo stesso giorno Giovanni rinnova a Iacopo la locazione dei suddetti pezzi di terra per un anno al medesimo affitto, concedendogli inoltre la metà di un altro pezzo di terra boscata posta nei confini del detto comune, nel luogo detto

«Podium Aldisughi». Il 28 settembre successivo Giovanni, interrogato da Iacopo, confessa di aver ricevuto l'affitto pattuito, consistente in 8 staia di grano e, dichiarando concluso il contratto di locazione, proibisce a Iacopo di lavorare o di far lavorare ad altri, senza il previo permesso del convento, le terre che gli erano state concesse.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella bottega terrestre che fu della famiglia Gatti, nella cappella dei SS.

Cosimo e Damiano.

Notaio: Bonaccursus f. qd. Iohannis notarii Pis. civ. de cappella sancti Cassiani Kinthice.

Regesti: ACP, n. 536.

Vecchia numerazione: 560.

Provenienza: S. Nicola.

539, 1335 gennaio 11 e 28, febbraio 2, ind. III (1335) Venditio

Iacopo detto Puccetto del comune di Pieve di Campoli di S. Casciano nel Valdarno, chiamato

Sciarra, figlio del fu Barone vende a Guerrone pellicciaio della cappella di S. Filippo dei

Visconti del fu Vanni, che compra per sé e per Puccio suo fratello, un pezzo di terra campia

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posta nel suddetto comune, nel luogo detto Barbaiano e un altro pezzo di terra con vigna posta nel medesimo luogo, per il prezzo di 180 lire, promettendo che entro un mese presenterà come garanti della vendita Bettuccio di Belluccio dal comune di San Martino di Bagno a Carcaiola e Dino notaio da Marciana del fu Nerio. Il 28 gennaio il detto Bettucio s'impegna a fare da garante attenendosi alle clausole della vendita; il 2 febbraio Dino fa lo stesso.

1) Fatto nel cellario del suddetto Iacopo, posto nel comune di Pieve di Campoli di S. Casciano nel Valdarno; 2) e 3) fatto in casa di Giovanni notaio del fu Guido, posta nel comune di San.

Benedetto a Settimo.

Notaio: Iohannes f. qd. Guidonis Chiassi de Septimo.

Regesti: ACP, n. 528.

Vecchia numerazione: 560.

Provenienza: S. Nicola.

540, 1335 gennaio 29, ind. III (1335) Confessio

Giovanna di Nerio Bottari cittadino pisano del fu Masino Bottari e Bartolomeo Gambacorta del fu Bonaccorso della cappella di S. Sebastiano in Chinzica, interrogati da Francesco notaio del fu Ranieri patterio, dichiarano di volersi unire in matrimonio.

Fatto a Pisa, nel portico della casa di Nerio Bottari e consorti.

Notaio: Bartolomeus qd. Gerardi Morelli notarii (dagli atti di Francesco not. qd. Rainerii Pacterii civ. Pis.); i suoi atti «commissa sunt a Francesco not. qd. Henrici notarii de Pacterio».

Note dorsali: «N° 10 1335».

Vecchia numerazione: 552.

Provenienza: –– .

531, 1334 febbraio 2, ind. III (1335) Professio castitatis et vere obedientie

Frate Andreotto, figlio del cavaliere pisano Lotto Taccoli fa professione nelle mani del priore di S. Agostino Volterra, dopo aver fatto il noviziato nel convento.

Fatto a Volterra, nella chiesa suddetta.

Notaio: Leonardus ol. ser Simonis de Vulterris.

Note dorsali: «Carta professionis fratris Andreocti».

Regesti: ACP, n. 521.

Vecchia numerazione: 542.

Provenienza: S. Nicola.

541, 1335 febbraio 6, ind. III (1335) Venditio

Cea figlia ed erede di Ghele di Bartolomeo di Riccio della cappella di S. Silvestro e di Cea del fu ser Albertino da Ripoli, vedova del detto Ghele, vende a Puccino cuoiaio del fu Balduccio di Manno della cappella di S. Silvestro 7 carati e mezzo su 24 totali di un pezzo di terra con casa solariata posto nella cappella di S. Silvestro, per il prezzo di 265 lire, 12 soldi e 6 denari.

Fatto a Pisa, sopra il secondo solaio della casa della detta Cea, posta nella cappella di S.

Silvestro.

Notaio: Nicolus f. qd. Sanguinei notarii de Orticaria civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 529.

Vecchia numerazione: 553.

Provenienza: S. Nicola.

543, 1335 marzo 22, ind. III (1335) Transactio

Moccia, vedova di Bondie broccaio della cappella di S. Vito e figlia del fu Strenna del fu

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Scorcialupo notaio da Cerreto pone fine ad ogni questione che aveva coi fratelli Bindo e Pupo, figli ed eredi del detto Bondie, sui beni dell'eredità del marito, impegnandosi sotto pena del doppio a non ostacolarli.

Fatto a Pisa, nell'orto della casa dei detti Bindo e Pupo, posta nella cappella di S. VIto

Notaio: Guido f. qd. Nocchi Macigne notarii (dagli atti di Ranieri not. qd. Andree de Peccioli) Note dorsali: «Carta dela fine che fé monna Moccia a Bindo».

Regesti: ACP, n. 530.

Vecchia numerazione: 554.

Provenienza: S. Nicola.

544, 1336 marzo 27, ind. III (1335) Venditio

Enrico del fu Giovanni «Bacicchi» della cappella di S. Biagio in Ponte vende a Vanni calzolaio del fu Dino della cappella di S. Marco in Chinzica un pezzo di terra campia posto nei confini di Camugliano, nel luogo detto all'Olmo, per il prezzo di 19 lire.

Fatto a Pisa, nella casa degli eredi di Ciolo Rosso, nella quale dimorava lo stesso Ciolo.

Notaio: Pierus f. Guidonis notarii de Ceppato (dagli atti del fratello Enrico).

Regesti: ACP, n. 531.

Vecchia numerazione: 572.

Provenienza: S. Nicola.

545, 1336 maggio [20], ind. [III] (1335) Venditio

Stefano Stefani detto Fanuccio della cappella di S. Martino in Chinzica del fu Bonagiunta Stefani vende ai fratelli Iacopo detto Puccio e a Guerrone pellicciaio, figli del fu Vanni della cappella di S. Filippo dei Visconti, un pezzo di terra, parte a campo e parte a vigna, posto nei confini del comune di San Frediano a Settimo, per il prezzo di 149 lire e 10 soldi.

Fatto a Pisa, nella bottega […] posta vicino alla Curia dei Malefici.

Notaio: Iohannes f. qd. Guidonis Chiassi de Septimo.

Regesti: ACP, n. 532.

Vecchia numerazione: 565.

Note: Rosure sul margine destro.

Provenienza: S. Nicola.

546, 1336 giugno 12, ind. III (1335) Venditio

Marco notaio del fu Guidotto della cappella di S. Marco in Chinzica, curatore di Pucciarello, figlio ed erede di Vanni del fu Giunta della cappella di S. Egidio, per pagare a Luparino speziario del fu Ghele della cappella di S. Martino in Chinzica 187 lire e 18 soldi tra denari e corredi, della somma di 310 lire della dote di Lippa del fu Vanni, sorella di Pucciarello, promessa in sposa a Luparino da Lemmo del fu Iacopo «Gure» della cappella di S. Barnaba, curatore della stessa Lippa, vende a Fanuccio del fu Bonagiunta di Stefano della cappella di S.

Martino in Chinzica, alla presenza di Guerrone pellicciaio della cappella di S. Filippo dei Visconti del fu Vanni, presente per sé e per il fratello Puccio, un pezzo di terra campia posto nei confini di Sant'Ermete d'Orticaria, nel luogo detto Carraiola «Allarbore Gacto», per il prezzo di 187 lire e 18 soldi, di cui 149 e 10 soldi spettanti agli stessi Guerrone e Puccio come risarcimento di 5 staiora e 3 panori dati loro come speciale pegno, cautela, obbligazione e sicurezza. Il detto Lemmo e Lapo notaio del fu Bartolomeo Salvato da Perignano della cappella di S. Giorgio in Ponte fanno da garanti. Lo stesso giorno i pubblici giudici della Curia Nuova dei Pupilli, ratificano la vendita e Fanuccio paga Marco.

Fatto a Pisa, nella curia dei Pupilli, posta nel chiostro delle Sei Curie, nel Palazzo Nuovo del

Comune.

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Notaio: Finus f. Leopardi qd. Rainerii de Vico Pisano.

Regesti: ACP, n. 533.

Vecchia numerazione: 566.

Provenienza: S. Nicola.

547, 1336 luglio 12, ind. III (1335) Datio in solutum

Mico tavernaio figlio ed erede di ser Leopardo tavernaio del fu Bonamico della cappella di S.

Lorenzo alla Rivolta cede sette pezzi di terra campia posti nei confini del comune di Cornazzano in Valdiserchio a Monetta, figlia di ser Bono specchiaio e vedova del detto Leopardo, come pagamento di 200 lire su 400 di dote della donna e di altre 100 lire di antefatto promesse a Teccia dal detto Leopardo.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa di Giovanni e del giudice Ildebrandino Benigno da Vico posta nella cappella di S. Sebastiano alle Fabbriche Maggiori.

Notaio: Simon f. Iohannis Conradi civ. Pis. (dagli atti del fratello [Conradus] f. Iohannis Conradi).

Regesti: ACP, n. 534.

Vecchia numerazione: 567.

Provenienza: S. Nicola.

542, 1335 febbraio 25, ind. III (1335) Testamentum

Estratto del testamento di Nardo del fu Domenico da Ripafratta, in cui lascia alla chiesa di S.

Maria di Rupecava due pezzi di terra campia posti nei confini del comune di Ripafratta, nel luogo detto Valle, e due pezzi di terra campia posti «in plano Ripafracte», nel luogo detto

«Sitiano». Nardo nomina fidecommissario ed erede per i restanti beni il nipote Nardello, figlio di Ciomeo di Martino da Ripafratta.

Fatto nel borgo di Ripafratta, nella casa del testatore.

Notaio: Matheus qd. Falconis de Ripafracta.

Note dorsali: «N° 14».

Vecchia numerazione: 557.

Provenienza: S. Nicola.-Rupecava.

548, 1336 agosto 31, ind. III (1335) Venditio

Guido da Porcari vende a Guerrone pellicciaio della cappella di S. Filippo dei Visconti del fu Vanni, che compra per sé e per Puccio suo fratello, un pezzo di terra parte a campo e parte a vigna posta nel comune di San Frediano a Settimo per il prezzo di 100 lire.

Fatto a Pisa, nella bottega di Meo speziario del fu Bonaccorso, posta nella cappella di S.

Frediano.

Notaio: Iohannes f. Iacobi qd. Upethini de Vico (da Iohannes f. qd. Guidonis Chiassi de Septimo).

Note dorsali: «Guerrone pellicciaio de cappella Sancti Filippi de Vicecomitibus comprò da Guido da Porcari uno peço di terra in Sancto Frediano in Settimo di staiora quattro»

Regesti: ACP, n. 535.

Vecchia numerazione: 569.

Note dorsali: pergamena lacerata nella parte iniziale.

Provenienza: S. Nicola.

549, 1336 ottobre 18, ind. IV (1335) Oblatio

Monetta vedova di Pardo e figlia del fu Bono speziario si fa oblata di S. Nicola. e lascia tutti i

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suoi beni al convento.

Fatto a Pisa, nel capitolo di S. Nicola.

Notaio: Nicholus f. qd. Thomasi notarii de Via Cava (da Andrea not. qd. Geppi).

Regesti: ACP, n. 537.

Vecchia numerazione: 579.

Note: sono presenti muffe.

Provenienza: S. Nicola.

550, 1336 ottobre 27, ind. IV (1335) Oblatio

Ghilla vedova di Micotto del fu Bercio «Cornetani» da Livorno e figlia del fu Grasso della cappella di S. Paolo a Ripa d'Arno si fa oblata di S. Nicola. e lascia tutti i suoi beni al convento.

Fatto a Pisa, sul ballatoio del primo chiostro della chiesa di S. Nicola.

Notaio: Nicolus Clari f. qd. Bindi Clari notarii civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 538 Nota dorsale: «Toscani».

Provenienza: S. Nicola.

551, 1336 gennaio 12, ind. IV (1336) Procuratio

Frate Giovanni di Parazzone, priore di S. Nicola, nomina procuratori del convento i frati Luca Vaccarella, Michele cantore, Michele da Pontedera e Michele da San Sisto.

Fatto a Pisa, nel capitolo nuovo della chiesa di S. Nicola.

Notaio: Iohannes qd. Chiassi de Septimo (da un atto di Iohannes f. qd. Iacobi Ildebrandi notarii).

Regesti: ACP, n. 539.

Vecchia numerazione: 561.

Provenienza: S. Nicola.

552, 1336 gennaio 15 e 29 ind. IV (1336) Donatio

I fratelli Nicola della cappella di S. Barnaba e Francesco della cappella di S. Lorenzo alla Rivolta, figli del fu Bindo Rosso, donano a Giovanni Burdonesi del fu Francesco Burdonesi della cappella di S. Nicola. due parti integre su tre totali di un pezzo di terra campia posto nei confini del comune di Cesano, nel luogo detto «Braccionculi». Il 29 il notaio conferma che è stata pagata l'imposta dovuta per le suddette 5 lire a Fino Pandolfini, soprastante della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella Piazza del Podestà, davanti alla casa di Paganello da Vico, posta nella cappella di S. Ambrogio.

Notaio: Cosius f. Chelli Pis. civ.

Note dorsali: «n° 242»; «A. 1336»; «n° 2»; «n. 46».

Vecchia numerazione: 562.

Provenienza: S. Antonio.

553, 1336 febbraio 4, ind. IV (1336) Procuratio

Mea detta Meuccia, vedova di Cegna del fu Puccio da Lugnano e figlia del fu Puccio del Bagno della cappella di S. Viviana, nomina suo procuratore il fratello Bartolomeo figlio del fu Puccio suddetto, promettendo di ratificare tutto ciò che lui farà per lei come procuratore e liberandolo da ogni responsabilità personale.

Fatto nel comune di S. Martino di Bagno a Carcaiola nella via pubblica, davanti alla casa del

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detto Bartolomeo.

Notaio: Iohannes f. qd. Bectini de Oliveto.

Note dorsali: «n° 48»; «A. 1338»; «n. 127».

Vecchia numerazione: 563.

Provenienza: S. Antonio.

554, 1337 aprile 5 / settembre 5 (Nonas ), ind. IV (1336) Procuratio

[...]naschone, priore del convento di S. Iacopo d'Acquaviva, nomina procuratori del convento i frati […] e Michele da Pontedera

Fatto a [...] «positum prope [...]nes dicte ecclesie».

Notaio: […] ol. [...]de Vico.

Regesti: ACP, n. 545.

Vecchia numerazione: 578.

Note: pergamena in pessimo stato di conservazione, presenta rosure e muffe Provenienza: S. Nicola.

556, 1337 maggio 2, ind. IV (1336) Donatio propter nuptias

Matteo della cappella di S. Nicola. del fu Baccione del fu Leopardo da Calci, come antefatto della moglie Bacciamea del fu Iacopo detto Puccio di Barduccio vinaio della cappella di S.

Nicola, dona 100 lire a Giovanni, fratello di Bacciamea, ricevendo in cambio 425 lire di dote, metà in denari, metà in corredi e guarnimenti.

Fatto a Pisa, nella casa di Stefano Gaetano, «videlicet in eius studio», posta nella cappella di S. Donato.

Notaio: Nicolus Clari f. qd. Bindi Clari notarii civ. Pis. (dagli atti di Bartholomei Clari notarii qd. Simonis.

Regesti: ACP, n. 540.

Vecchia numerazione: 582.

Provenienza: S. Nicola.

555, 1337 maggio 22, 23 ind. IV (1336) Sententia iudicis Curiae Populi

Estratto del libro dei censi della Curia del Popolo di Pisa fatto e composto al tempo in cui era capitano del Popolo Armanno di Nicola «de Armannis» da Perugia. Iacopo da Bologna, dottore della legge e giudice della Curia del Popolo di Pisa, ascolta i testimoni riguardo al caso di Nicola del fu Nuccio da San Gimignano, dimorante nella cappella di S. Giorgio in Porta a Mare, oriundo di San Gimignano, i quali hanno confermato come il detto Nicola provenga da San Gimignano e lì abbia svolto «servitia realia et personalia». Il giorno successivo il giudice sentenzia che Nuccio, in quanto forestiero, debba essere esonerato dall'iscrizione nel Popolo, nella Società del Popolo, nella Società Nuova dell'Aquila Balzana e in qualsiasi altra società di Pisa o del suo distretto.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella Curia del Popolo.

Notaio: Franciscus f. qd. Vigoris notarii de Vico.

Note dorsali: «Sentenza del giudice di Pisa Iacomo da Bolognia a favore di Niccolo di Nuccio da S. Gimignano quale come forestiero viene liberato dall’essere ascritto nella nuova e vecchia compagnia del popolo di Pisa e suo giuramento»; «XLV»; «56».

Vecchia numerazione: 587.

Provenienza: S. Francesco di S. Gimignano.

557, 1337 maggio 25, ind. IV (1336)

Licentia ad primam clericalem tonsuram et ad duos minores ordines

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L'arcivescovo di Pisa [Simone Saltarelli] promuove frate Cionello di Corsino di «villa» S.

Ruffino nel comune di Cevoli in Val di Cascina alla prima tonsura clericale ai due ordini minori.

Fatto a Pisa nel palazzo arcivescovile, nella cappella dell'arcivescovo.

Notaio: Henricus dictus Ligus qd. Baldi de Sancto Cassiano civ. Pis.

Note dorsali: «Tonsura e primi due ordini minori di Ciolo di Corsino. S. Niccola».

Regesti: ACP, n. 541.

Vecchia numerazione: 583.

Note: sono presenti muffe.

Provenienza: S. Nicola.

558, 1337 settembre 3, ind. IV (1336) Venditio

Enrico del fu Iacopo Bocci della cappella di S. Nicola. vende a Nicoluccio detto Ceramella

«quondam Sanguinei» della cappella di S. Maria Maggiore un pezzo di terra campia posto nei confini della cappella di S. Vito, nel luogo detto Pratuscello, per il prezzo di 178 lire e 15 soldi. Lo stesso giorno Mone Trincalosso del fu Iacopo della cappella di S. Nicola. s'impegna a fare da garante.

Fatto a Pisa, nella via pubblica, davanti alla casa del detto Giovanni, nella cappella di S.

Nicola.

Notaio: Blasius Clavelli qd. Francisci not. de Malaventre dagli atti di Buonaccorso not. qd.

Andree de Peccioli. La vendita è rogata dal detto Bonaccorso, la fideiussione da Nicholo not.

f. qd. Vannis Benvenuti.

Regesti: ACP, n. 542.

Vecchia numerazione: 584.

Provenienza: S. Nicola.

559, 1337 ottobre 28, ind. V (1336) Mutuum

Casetto del fu Enrico dal comune di Tripalle delle Colline Inferiori, interrogato insieme a suo figlio Domenico da Neria della cappella dei SS. Cosimo e Damiano, figlia del fu Rodolfo da Prato, confessa di aver ricevuto in mutuo dalla donna 52 lire e s'impegna a restituirle entro un anno.

Fatto a Pisa, nella via pubblica, davanti alla casa di Donato del fu Martino notaio, posta nella cappella dei SS. Cosimo e Damiano.

Notaio: Donatus f. qd. Martini de cappella sancti Cosme et Dagmiani.

Regesti: ACP, n. 543.

Vecchia numerazione: 585.

Provenienza: S. Nicola.

560, 1337 dicembre 21, ind. V (1336)

Licentia ad duos secundos minores ordines

Simone, arcivescovo di Pisa, promuove il chierico Cionello del fu Corsino da San Ruffino nel comune di Cevoli in Valdicascina ai due secondi ordini minori cioè di accolito e di esorcista.

Fatto a Pisa, nel palazzo arcivescovile, nella cappella dell'arcivescovo.

Notaio: Bartolomeus f. Angeli dicti Cagnassi.

Note dorsali: «inpertinens ab.te».

Regesti: ACP, n. 544.

Vecchia numerazione: 586.

Provenienza: S. Nicola.

561, 1337 gennaio 21, ind. V (1337)

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Procuratio

Tommaso di Iannino, priore di S. Nicola, nomina procuratore del convento frate Andrea del fu Savarigio, col compito di amministrare i beni di cui il convento è entrato in possesso tramite la persona dello stesso Andrea.

Fatto a Pisa, nella sagrestia della chiesa di S. Nicola.

Notaio: Ildebrandus f. qd. ser Iohannis Ildebrandi notarii Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 546.

Vecchia numerazione: 580.

Provenienza: S. Nicola.

562, 1337 febbraio 2, ind. V (1337) Locatio

Cola moglie di Giovanni di Guido della cappella di S. Margherita e figlia del fu Puccio di Guerrone dà in locazione a Gadduccio del fu Coretto del comune di Avane in Valdiserchio metà di un un pezzo di terra con vigna, frutti, olmi e altri alberi posta nel detto comune, nel luogo detto «Folcata» per un anno a partire dalla festa di S. Michele nel mese di settembre passato, in cambio di un affitto pari a 2 quarre di grano l'anno da consegnare in occasione della festa dell'Assunzione.

Fatto a Pisa, ai piedi della scale della casa della detta Cola, nella cappella di S. Margherita.

Notaio: Gerardus f. qd. ser Iacobi notarii de sancto Ylario.

Note dorsali: «n° 83».

Vecchia numerazione: 581.

Provenienza: [S. Nicola].

563, 1338 aprile 9, ind. V (1337) Confessio receptionis

Matteo di Guccio della cappella di S. Maria Maddalena, emancipato dal padre, interrogato da Nicola della cappella di S. Lorenzo in Chinzica, figlio di ser Riccardino da Massa, confessa di aver ricevuto in accomandigia, guardia e deposito 400 lire con la promessa di restituirle entro 3 anni.

Fatto a Pisa, «in secundo claustro domus cellarii» di Cone del fu Vanni «Mactosi», nella cappella di S. Biagio in Ponte.

Notaio: Ferrus f. qd. Sandri de Torciano (dagli atti di Perino not. filius Guerigii de Lari).

Regesti: ACP, n. 547 Vecchia numerazione: 592.

Provenienza: S. Nicola.

564, 1338 aprile 15, ind. V (1337) Mutuum

[…] del fu Cione […] da Castagneto riceve un mutuo.

Fatto a Castagneto, in casa di Casino notaio.

Notaio: Iohannes f. Benencase notarii qd. Martini de Castagneto (dagli atti del padre).

Note dorsali: «35».

Regesti: ACP, n. 548.

Vecchia numerazione: 593.

Note: pergamena rosa nella parte superiore.

Provenienza: S. Nicola.

565, 1338 maggio 2, ind. V (1337) Securitas et licentia

Colo del fu Puccio delle Brache della cappella di S. Cecilia, agente per sé e per Gaddo di

Ranieri della stessa cappella «securavit et securitatem et licentiam liberam concessit et dedit»

(19)

a Giovanni notaio da Vignale, che agisce a nome di Vanni del fu Parello della cappella di S.

Casciano in Chinzica, concedendogli il permesso di venire a Pisa e nel suo distretto e qui stare e dimorare entro un mese prossimo venturo.

Fatto a Pisa, nella bottega del detto Colo.

Notaio: Iacobus f. ol. Bonaccursi.

Vecchia numerazione: 594.

Note: Pergamena strappata nella parte finale. La sottoscrizione del notaio si conserva strappata all’interno.

Provenienza: ––

566, 1338 maggio 20 e 22, ind. V (1337)

Sententia iudicum Curiae Arbitrorum et relatio

I pubblici arbitri, accogliendo la richiesta di Terio vinaio del fu Colo della cappella di S.

Gregorio, ora dimorante nella cappella di S. Simone al Parlascio, gli assegnano 8 carati e mezzo su 24 totali di un pezzo di terra con casa coperta con embrici «et piastris» facente parte dell'eredità di Guccio del comune di S. Martino a Ulmiano nel Valdiserchio per mutuo non soluto dal detto Guccio. Il 22 maggio il nunzio del Comune fa proclamazione davanti alla casa dove l'uomo dimorò fino al tempo della sua morte, nel detto comune.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella Curia degli Arbitri, posta nel chiostro delle Sei Curie del Palazzo Nuovo del Comune, nella cappella di S. Ambrogio.

Notaio: Bonaiuncta f. Ugolini notarii de Petriolo.

Note dorsali: «n° 246»; «A. 1338»; «n° 3»; «n. 70».

Vecchia numerazione: 595.

Provenienza: S. Antonio.

567, 1338 maggio 20 e giugno 2 , ind. V (1337) Confessio mutui

Nino Arlotto del fu Cecco Arlotto della cappella di S. Isidoro, interrogato da Giovanni Buglia dei Gualandi del fu Ranieri Buglia, confessa di aver ricevuto in mutuo 15 fiorini d'oro e 20 soldi e s'impegna a restituirli entro il successivo primo giugno. Il 2 giugno la carta viene cassata per 8 fiorini della somma suddetta.

1) Fatto a Pisa, nel chiostro della casa del detto Giovanni, posta nella cappella di S. Cosimo;

2) fatto a Pisa, nella casa del detto Giovanni, posta nella cappella di S. Cosimo.

Notaio: Andreas qd. Dini de Carraria (da Cellino qd. d. Ugonis Riccii de Pisis).

Note dorsali: «Inpertinente».

Regesti: ACP, n. 549 Vecchia numerazione: 596.

Provenienza: S. Nicola.

568, 1338 luglio 7, ind. V (1337) Confessio donationis

Francesco speziario della cappella di Santa Cecilia, interrogato da frate Stefano da Castellina del fu Lotto, professo di S. Nicola, confessa di aver donato al convento, spontaneamente e di sua volontà, metà di due pezzi di terra pratata posti nei confini del comune di Orticaria ed un pezzo di terra con casa, pergola, vigna, posto nella cappella di S. Giusto in Canniccio, a Campo d'Olmo, sui cui si trova una casa terrestre con capanna e forno di proprietà di Puccio del fu Bonagiunta della cappella di S. Giusto in Canniccio.

[Fatto a Pisa]

1

Notaio: Ildebrandus f. Iohannis Ildebrandi notarii civ: Pis.

Note dorsali:«Carta del podere di S. Iusto che ci fu donato mediante fr. Stefano della Chastellina».

1 Il luogo di redazione è reso illeggibile dalla presenza di muffa.

(20)

Regesti: ACP, n. 559.

Vecchia numerazione: 597.

Note: muffe e rosure sulla parte destra . Provenienza: S. Nicola.

569, 1338 ottobre 27, ind. VI (1337) Libellum

Michele, procuratore dei monasteri di S. Michele della Verruca e di S. Ermete d'Orticaria, concede in livello a Lupo del fu Parello da Vico un pezzo di terra con vigna posta a Vico, nel luogo detto «Quarcissondra» per un canone annuo di 5 soldi da pagare in occasione della festa di S. Michele nel mese di settembre.

Fatto nel borgo di Vico, nella casa di Puccetto del fu Ricchio da Vico.

Notaio: Rainerius f. qd. magistri Uguiccionis de Calci.

Note dorsali: «appartiene alla detta badia».

Vecchia numerazione: 598.

Provenienza: ––

570, 1338 dicembre 17, ind. VI (1337) Venditio

I fratelli Bonaccorso detto Coscio, Biagio e Lupo, figli del fu Guido del comune di Bottano nel Valdozeri, vendono a Michele del fu Giovanni, corazzaio della cappella di S. Lorenzo in Pelicceria, due pezzi di terra campia, posti il primo a Bottano nel luogo detto «da Santo» e il secondo nel comune di Macadio, nel luogo detto «Cardeta», per il prezzo di 160 lire.

Fatto a Pisa, nel solaio della casa detta dei Galli, posta «in capite Pontis Novi».

Notaio: Iacobus f. Ferrantis de Vectula (da Iohannes f. qd. Iacobi Ildebrandi notarii).

Regesti: ACP, n. 555.

Vecchia numerazione: 599.

Provenienza: S. Nicola.

571, 1338 gennaio 3, ind. VI (1338) Procuratio

Ranieri notaio del fu Francesco di Michele, sindaco e procuratore del convento di S. Nicola, nomina suo procuratore Betto notaio del fu Urso della cappella di S. Felice.

Fatto a Pisa, nella casa del detto Ranieri, posta nella cappella di S. Nicola.

Notaio: Iohannes Clari f. Bartolomei Clari notarii.

Regesti: ACP, n. XIX.

Vecchia numerazione: 588.

Provenienza: S. Nicola.

572, 1338 febbraio 6, ind. VI (1338) Venditio

I fratelli Dino, Enrico e Bertino, figli del fu Gualando detto Guiduccio del comune di San Salvatore di Uliveto vendono a Ghelino vinaio della cappella di S. Pietro in Cortevecchia del fu Gardo da Lugnano di Pedemonte, un pezzo di terra con casa e frutti posto nel comune di San Salvatore di Uliveto, per il prezzo di 80 lire.

Fatto a Pisa, nella casa di Ranieri Damiani giudice, posta nella cappella di S. Eufrasia.

Notaio: Martinus qd. Berci de Terricciola (dagli atti di Ranieri not. qd. Andree de Peccioli).

Note dorsali: «n° 210»; «A. 1338»; «Uliveto n° 2»; «nro 325».

Vecchia numerazione: 589.

Provenienza: S. Antonio.

573, 1338 febbraio 14, ind. VI (1338)

(21)

Extractus ex libris Vannis Parelli

Estratti dai libri di Vanni di Parello pisano, conservati in casa di ser Andrea Gambacorta, cittadino e mercante pisano, dove si riportano una serie di debiti contratti per l'acquisto di panni fiorentini comprati da più persone.

Fatto a Pisa, nel fondaco della casa di ser Andrea Gambacorta, posta nella cappella di S.

Sebastiano in Chinzica.

Notaio: ––

Note dorsali: «1337»; «n° 680».

Vecchia numerazione: 590.

Note: pergamena rosa nella parte finale.

Proevenienza: ––

574, 1338 marzo 12 e 26, ind. VI (1338) Laudamentum arbitrorum et relatio

Stefano Gaetano giudice del fu Lamberto e Betto da Schittocculi di casa Uppezzinghi, figlio del fu Bindo, esperto di diritto canonico, arbitri eletti da frate Giovanni di Parazzone, procuratore del convento di S. Nicola, e Menico del fu Cegna, procuratore del monastero di S.

Bernardo e di S. Croce di Foce d'Arno, per risolvere una vertenza relativa ai beni della defunta Teccia del fu Bacciameo di Belluccio della cappella di S. Maria Maddalena, oblata di S. Nicola, stabiliscono che i frati di S. Bernardo siano liberati dal debito di 19 lire 10 soldi che Barduccia del fu Benvenuto erovario, vedova di Bacciameo e madre di Teccia, conversa di S.

Bernardo, doveva a Giovanni, così come era stato scritto nel suo testamento; che Menico, a titolo di procuratore del detto convento, debba avere un pezzo di terra con casa solariata e metà di un pezzo di terra, entrambi posti a Pisa, nel chiasso detto Lungo della cappella di S.

Maria Maddalena, ceduti da Teccia a Barduccia per certi suoi diritti dotali. Viceversa, liberano i frati di S. Nicola. dall'obbligo di pagare annualmente 5 staia di grano al monastero di S.

Bernardo dovuti a Mattea, monaca di S. Bernardo e sorella di Teccia, e assegnano al convento le terre che Barduccia vendette a Teccia, ingiungendo al convento di S. Nicola. di proteggere le monache di S. Bernardo nell'uso delle terre suddette e in quelle che vendette a Domenico del fu Fazio da Fauglia nella capitania delle Colline Inferiori. Il 26 marzo il nunzio del Comune riferisce il contenuto della sentenza a Giovanni di Parazzone.

1) Fatto a Pisa, sopra al ballatoio del primo chiostro del monastero di S. Michele in Borgo; 2) fatto a Pisa, «in Curia fornitorum castrorum et roccharum», posta nella piazza pubblica del Popolo.

Notaio: Enricus f. ol. Bononcontri notarii de Ripa Arni Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 556.

Vecchia numerazione: 591.

Provenienza: S. Nicola.

575, 1339 marzo 30, ind. VI, 1341 gennaio 5, ind. IX (1338 e 1341) Venditio et apprehensio corporalis possessionis

I fratelli Giovanni, Betto e Francesco, figli del fu ser Nino del fu ser Andrea di Marco della cappella di S. Paolo all'Orto, insieme a Lapa loro sorella e moglie di Scolaro maestro di legname della cappella di S. Margherita, vendono a Enrico del fu Vanni di Enrico da Avane della cappella di S. Casciano in Chinzica un pezzo di terra con case solariate, con soffitta e chiostro posto a Pisa, nella cappella di S. Casciano in Chinzica, per il prezzo di 245 lire. Il 5 gennaio Enrico, a nome proprio e come procuratore di Colo, suo fratello, prende possesso del detto pezzo di terra.

1) Fatto a Pisa, sopra il solaio della casa del detto Scolaro, maestro di legname, nella cappella

di S. Margherita; 2) fatto a Pisa, nel suddetto pezzo di terra con case, posto nella cappella di

S. Casciano in Chinzica.

(22)

Notaio: 1) Andreas qd. Henrici Ragonensis Pis. civ. (da Iohannes f. qd. magistri Lonis de Pontesercli; 2) Bartolomeus f. Andree Ragonensis notarii.

Note dorsali: «n° 261»; «A. 1339»; «n° 1»; «n. 2»; «Nihil ad nos».

Vecchia numerazione: 604.

Note: pergamena rosa su entrambi i margini.

Provenienza: S. Antonio.

585, 1339 giugno 12, pont. anno IV (1338) Litterae Benedicti papae XII

Lettera di papa Benedetto XII indirizzata all'arcivescovo pisano, al priore di S. Stefano di Lucignano e al pievano di S. Pietro in Bossolo nella diocesi di Firenze, con cui si ribadisce la protezione apostolica al monastero di S. Pietro di Montevedi e si ordina ai molestatori di abbandonare le proprietà indebitamente usurpate e di non riscuotere redditi o censi spettanti al detto monastero.

Fatto ad Avignone.

Note dorsali: «n° 12»; «36»: «1339»; «Conservatoria Benedicti papae XII pro monasterio S.

Petri de Monte Viridis commissa archiepiscopo Pisano, priori S. Stefani de Lacignano et plebano plebis S. Petri in Bossole anno 1339 secundo idus Iunii». «.R. clxviiii».

Note: pergamena piegata, contiene un piccolo regesto.

Vecchia numerazione: ––

Provenienza: S. Pietro di Monteverdi.

576, 1339 settembre 9, ind. VI (1338) Locatio

Frate Michele di Marco, procuratore del convento di S. Nicola, dà in locazione a Duccio del fu Puccio del comune di San Frediano a Settimo, un pezzo di terra campia posto nei confini del comune di San Frediano a Settimo, per tre anni a partire dalla successiva festa di S.

Michele, per un censo annuo di 5 staia e 2 quarre di frumento da pagare in occasione della festa dell'Assunzione.

Fatto a Pisa, tra le porte del primo chiostro del convento di S. Nicola.

Notaio: Bartholomeus Clari f. qd. Simonis Clari notarii.

Regesti: ACP, n. 561.

Vecchia numerazione: 605.

Provenienza: S. Nicola.

577, 1339 settembre 20, ind. VI (1338) Locatio

Pasqualino vinaio del fu Lamberto della cappella di S. Martino in Chinzica dà in locazione per 3 anni a Martino di Casetto del comune di Farneta alcuni pezzi di terra posti nei confini del detto comune e di Cugnano, in cambio di un censo annuo di 4 staia e una quarra di grano da pagare in occasione della festa dell'Assunta.

Fatto nel comune di Farneta, sotto il portico della casa di Gerardo di Guido.

Notaio: Bartolomeus f. Nicoli notarii de Farneto (dagli atti di Petri Guillielmi notarii de Farneto).

Note dorsali: «n° 97»; «A.1339»; «n° 1»; «n. 173».

Vecchia numerazione: 606 . Provenienza: S. Antonio.

579, 1339 dicembre 8, 9 , 19, 23 ind. VII (1338)

Sententia conservatoris boni et pacifici status Pisani Communis et Populi et relatio

Scarlatto da Ragginopoli conservatore del pacifico stato del Comune e del Popolo di Pisa,

decide della lite vertente tra il notaio Ranieri del fu Francesco di Michele, procuratore del

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