• Non ci sono risultati.

[segue]

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "[segue]"

Copied!
4
0
0

Testo completo

(1)

DOSSIER

ECONOMIA CIRCOLARE

44

INFORMATORE ZOOTECNICO n. 1-2020 24 gennaio di Laura Valli (*)

*) Crpa spa – Reggio Emilia.

I

l settore zootecnico contribuisce all’inquinamento dell’aria con emis- sioni in atmosfera che comportano impatti sulla sua qualità, in partico- lare con emissioni di ammoniaca e parti- colato fine, e sul cambiamento climatico, con emissioni di metano e protossido di azoto.

Le emissioni di ammoniaca (NH3) dal settore agricolo costituiscono il 95%

delle emissioni nazionali (Ispra, 2019) e di queste circa l’80% viene dal compar- to zootecnico. Esse sono responsabili di fenomeni di acidificazione del suolo e delle acque e sono co-responsabili nella formazione del particolato fine e ultrafine (PM10 e PM2,5).

La necessità di ridurre le emissioni di ammoniaca in atmosfera, oltre che deri-

Prevista la realizzazione di un modello per la stima delle emissioni degli allevamenti, comune a tutto il Bacino Padano. Lo sviluppo

del modello, affidato a Crpa, ha previsto l’implementazione di un applicativo denominato Bat-tool. Il software Bat-tool, liberamente

disponibile sul sito internet del Crpa, consente di quantificare la riduzione delle emissioni di ammoniaca conseguibile con l’introduzione di tecniche di mitigazione nelle diverse fasi emissive

Gli spunti del progetto Prepair

Per gestire le emissioni del settore zootecnico

importante per le regioni padane in quan- to è noto che la Pianura Padana è un “hot spot” per il superamento dei limiti di con- centrazione delle polveri sottili, che sono causa di danni alla salute.

Inoltre, mentre per altri composti acidifi- canti le riduzioni dal 1990 ad oggi sono state particolarmente significative (-94%

per ossidi di zolfo e -66% per ossidi di azoto) non altrettanto è avvenuto per le emissioni di NH3 (-19%), questo a motivo delle difficoltà intrinseche ad attuare in- terventi di elevata efficacia in un settore particolarmente parcellizzato e distribuito sul territorio come quello zootecnico.

Le emissioni di gas serra dal settore agri- vare da impegni specifici presi dall’Italia

nell’ambito di protocolli internazionali e da direttive europee, è particolarmente

Combustioni 1%

Emissioni fuggitive 1%Trasporti su strada 1%

Rifiuti 2% Bovini e bufalini 37%

Suini 8%

Avicoli 9%

Altri animali 3%

Distribuzione effluenti 19%

Fertilizzanti 17%

Animali al pascolo 2%

Agricoltura 95%

Figura 1 - Emissioni di ammoniaca anno 2017: contributo dei settori

con evidenziata la ripartizione per il settore agricolo

(2)

DOSSIER / ECONOMIA CIRCOLARE

45

INFORMATORE ZOOTECNICO n. 1-2020 24 gennaio

colo contribuiscono per circa il 7% del totale nazionale, collocandosi sostan- zialmente alla pari con quelle del settore industriale (quando non si considerino in questo le produzioni energetiche), e dietro al settore energetico che da solo assomma l’81% del totale. Dal 1990 a

oggi le emissioni agricole si sono ridotte dell’11%, in misura minore, quindi, della riduzione complessiva nazionale che è stata del 17%. La riduzione del settore agricolo è da attribuirsi in larga misura alla riduzione del patrimonio bovino, che è la categoria zootecnica che dà il maggiore

apporto alle emissioni di gas serra, piut- tosto che a misure di mitigazione intro- dotte nelle aziende.

Anche se la responsabilità del settore agricolo nel caso dei gas serra è di mol- to inferiore rispetto al caso dei composti acidificanti, tuttavia la mitigazione delle emissioni climalteranti è chiaramente ob- biettivo prioritario a scala globale.

Gli allevamenti intensivi sono tra i prin- cipali responsabili delle emissioni di gas serra del settore agricolo, con particolare riferimento al protossido di azoto (N2O) e al metano (CH4). Le principali fonti di emis- sione del protossido di azoto sono costi- tuite dallo stoccaggio e dalla distribuzio- ne degli effluenti zootecnici sui terreni e, molto più limitatamente, dall’apporto diretto di deiezioni sul terreno da parte di animali al pascolo, mentre il metano deri- va principalmente dall’emissione enterica dei bovini dovuta alla fermentazione che avviene nel rumine durante la digestione e, in misura minore, dalla fermentazione dei letami e dei liquami durante la stabu- lazione.

Il quadro normativo

L’Unione europea, incoraggiando una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente, ha emanato una serie di normative volte a salvaguardare le princi- pali risorse: acqua, aria e suolo.

Con riferimento al comparto aria, la Natio- nal Emission Ceilings Directive (la cosid- detta direttiva NEC) fissa limiti nazionali delle emissioni di composti acidificanti, eutrofizzanti e precursori dell’ozono (fra cui ammoniaca e PM10), per migliorare la tutela dell’ambiente e della salute umana contro gli effetti nocivi di queste sostanze inquinanti.

La direttiva, già emanata nel 2001, è stata recentemente revisionata (2016/2284/

UE). La nuova Direttiva NEC stabilisce obiettivi strategici per il periodo fino al 2030, con l’intento di progredire verso l’obiettivo di miglioramento di lungo ter- mine dell’Unione, attraverso l’indicazione di percentuali di riduzione delle emissioni nazionali dal 2020 al 2029 e poi a partire dal 2030, diverse da paese a paese. Per l’Italia gli obiettivi di riduzione delle emis- sioni dei composti di interesse per il set-

Figura 2 - Emissioni di PM

10

equivalente in Emilia-Romagna. Il settore

agricoltura/allevamenti contribuisce in modo limitato all’aerosol primario, ma in modo molto più significativo all’aerosol secondario, che si forma per le reazioni cui va incontro l’ammoniaca in atmosfera

Figura 3 - Concentrazione dell’ammoniaca sull’Europa nel 2008,

misurata da satellite. In evidenza i livelli elevati del Bacino Padano

Fonte: Arpae, La qualità dell’aria in Emilia-Romagna, Report 2018

(3)

DOSSIER / ECONOMIA CIRCOLARE

46

INFORMATORE ZOOTECNICO n. 1-2020 24 gennaio tore agricolo sono:

- ammoniaca: 5% per qualsiasi anno dal 2020 al 2029 e 16% per qualsiasi anno a partire dal 2030, rispetto al 2005;

- particolato fine: 10% per qualsiasi anno dal 2020 al 2029 e 40% per qualsiasi a partire dal 2030, rispetto al 2005.

La Direttiva chiede, inoltre, che gli stati membri stabiliscano Programmi nazio- nali di controllo dell’inquinamento at- mosferico che dovranno contribuire alla efficace implementazione dei piani di qualità dell’aria stabiliti dall’Europa. L’Ita- lia sta definendo tale programma e, per il settore agricolo, i ministeri competenti hanno elaborato un documento di pros- sima emanazione, il Codice nazionale in- dicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca, che prevede misure obbligatorie e misure facoltative da implementare nelle aziende agricole.

Un’ulteriore normativa che ha ricadute importanti per il settore zootecnico è la direttiva 2010/75/UE, relativa alle emis- sioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), recepita con D.lgs. 46/2014 nel Titolo II, Parte II del D.lgs 152/2006. La direttiva, che ha abrogato la precedente direttiva IPPC (2008/1/CE), ha l’obiettivo di evitare o ridurre al minimo le emissioni inquinanti nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo, nonché i rifiuti provenienti da impianti in- dustriali e agricoli, al fine di raggiungere un elevato livello di protezione dell’am- biente e della salute.

Fra le attività interessate vi sono anche gli allevamenti intensivi, ossia gli alleva- menti suinicoli con più di 2.000 capi da ingrasso o di 750 scrofe e gli allevamenti avicoli con più di 40.000 capi, che devo- no ottenere la cosiddetta Autorizzazione integrata ambientale (Aia) da parte delle autorità competenti e utilizzando le mi- gliori tecniche disponibili (Mtd o Bat, Best available techniques).

La Commissione europea individua le principali tecniche in un documento, denominato Bref (Bat Reference Docu- ment), che costituisce il riferimento per stabilire le condizioni per la Aia. Il Bref per gli allevamenti intensivi è stato aggior- nato nel 2017 e le Bat Conclusions, che

contengono la descrizione delle Bat e dei relativi livelli di emissione, sono state rese esecutive con la pubblicazione sulla Gaz- zetta Ufficiale della Comunità europea del 21 febbraio 2017.

A livello nazionale il D.lgs. 152/2006 di- sciplina le emissioni in atmosfera delle attività di allevamento sia per le aziende che ricadono nelle tipologie e nei limiti di- mensionali soggetti ad Aia, che per quelle per le quali è previsto un regime sempli- ficato di autorizzazione alle emissioni in atmosfera, la cosiddetta “autorizzazione

generale”, che interessa gli allevamenti bovini da latte da 201 a 400 posti, i bovini da ingrasso da 301 a 600 posti, i suini in accrescimento da 1.001 a 2.000 posti, gli allevamenti di ovaiole da 25.001 a 40.000 posti e quelli di boiler da 30.001 a 40.000 posti. Sotto tali soglie non è prevista au- torizzazione.

Le linee guida Mipaaf

L’ “Accordo di programma per l’adozio- ne coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria

Energia 81%

Processi industriali 8%

Rifiuti 4%

Fermentazione enterica 3%

Gestione deiezioni 2%

Coltivazione riso 0%

Suoli agricoli 2%

Agricoltura 7%

Figura 4 - Emissioni di gas serra anno 2017: contributo dei settori con evidenziata la ripartizione per il settore agricolo

Spandimento degli effluenti Liquami

Divieto di distribuzione della frazione liquida con attrezzature in pressione Incorporazione del liquame applicato in superficie (almeno entro 24 ore) Materiali palabili

Incorporazione del solido distribuito in superficie (almeno entro 24 ore) Stoccaggio degli effluenti

Divieto di costruzione di nuove lagune

Formazione di crosta naturale riducendo le miscelazioni e il caricamento di liquame dall'alto

Sostituzione delle lagune con strutture coperte o con strutture aperte con pareti alte (profondità > 3m) Vincolante dal 2025

Uso dei fertilizzanti

Incorporazione dei fertilizzanti a base di urea

Figura 5 - Le misure obbligatorie di riduzione delle emissioni ammoniacali per il settore agricolo previste nel Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle

emissioni di ammoniaca in applicazione della direttiva NEC

(4)

DOSSIER / ECONOMIA CIRCOLARE

47

INFORMATORE ZOOTECNICO n. 1-2020 24 gennaio

nel Bacino Padano” siglato in dicembre 2013, poi rinnovato in giugno 2017, ha previsto che vengano attuati interventi di riduzione delle emissioni anche nel settore agricolo. A seguito di ciò il Mini- stero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha elaborato le “Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmo- sfera provenienti dalla attività agricole e zootecniche”.

Questo documento fornisce indicazioni tecniche alle amministrazioni regionali per attuare interventi sinergici e coordi- nati a livello interregionale per ridurre le emissioni in atmosfera dell’agricoltura.

Nello specifico si tratta di misure di con- tenimento delle emissioni di ammoniaca

dai ricoveri zootecnici e stoccaggi del- le deiezioni dei bovini, suini e avicoli e durante la distribuzione delle deiezioni, nonché di tecniche per la riduzione delle escrezioni azotate, quali la riduzione del tenore di proteina grezza nelle razioni ali- mentari.

Le Regioni si sono impegnate ad inte- grare i propri Piani di Qualità dell’Aria con misure di attuazione delle Linee guida.

Ad esempio, il Piano Aria Integrato Re- gionale della Regione Emilia-Romagna (Pair 2020) prevede, fra l’altro, misure di promozione di buone pratiche agricole e obblighi.

Tra tali misure, finanziate per oltre 53 mi- lioni con il Programma di sviluppo rurale,

rientrano la copertura delle vasche di stoccaggio degli effluenti di allevamento, l’adeguamento delle strutture di ricovero degli animali, pratiche efficienti di distri- buzione degli effluenti e modifiche nella dieta degli animali. L’obiettivo è uscire dalla logica dell’emergenza mettendo in campo azioni strutturali per “tagliare” del 47% le polveri sottili (PM10), del 36% gli ossidi di azoto, del 27% l’ammoniaca e del 7% l’anidride solforosa.

Il progetto Prepair per il settore zootecnico

In linea con tali obiettivi si colloca il pro- getto europeo Life integrato Prepair - Po Regions Engaged to Policies of Air (Life15 Ipe IT013) http://www.lifeprepair.eu/, che intende sviluppare e coordinare azioni di breve e di lungo periodo per migliorare la qualità dell’aria nel Bacino Padano, im- plementando le misure previste dai piani regionali sulla qualità dell’aria e dall’Ac- cordo di Bacino Padano e rafforzandone la sostenibilità e la durabilità dei risultati.

Il progetto è guidato dalla Regione Emilia- Romagna e coinvolge 17 partner, fra i quali 6 Regioni e 7 Agenzie regionali per la prevenzione, l’ambiente e l’energia (Ar- pae) dei territori del Bacino Padano.

Il progetto investe diverse aree temati- che, compresa l’agricoltura. Tra le azioni in tema di agricoltura è prevista la realiz- zazione di un modello per la stima delle emissioni degli allevamenti, comune a tutto il Bacino Padano. Lo sviluppo del modello, affidato a Crpa, ha previsto l’implementazione di un primo applicati- vo, denominato Bat-tool, a supporto dei procedimenti di riesame delle Aia degli allevamenti intensivi di suini e avicoli, in corso o imminenti.

Il software Bat-tool, liberamente dispo- nibile online, http://www.crpa.it/battool, consente la quantificazione delle emis- sioni di ammoniaca dell’allevamento e della riduzione delle emissioni consegui- bile con l’introduzione di tecniche di miti- gazione nelle diverse fasi emissive.

Il modello nella versione finale, prevista nel 2020, riguarderà anche i gas serra e includerà pure i bovini, adottando un ap- proccio integrato tra le diverse compo-

nenti ambientali. l

Figura 6 - Spandimento dei liquami su prato a bande con sistema ombelicale, una delle tecniche di distribuzione a basse emissioni

Figura 7 - Schema concettuale per il calcolo delle emissioni del modello BAT-tool, basato sul flusso di massa dell'azoto

Legenda: E = emissioni; F = alimento; L = frazione liquida; S = frazione solida.

E_house E_store E_spread

N_ex-house N_ex-store

N_escreto

+ +

E_total = E_treat +

N_ex-treat

Figura 7 - Schema concettuale per il calcolo delle emissioni del modello BAT-tool, basato sul flusso di massa dell’azoto

Legenda: E = emissioni; F = alimento; L = frazione liquida; S = frazione solida.

Riferimenti

Documenti correlati

Si può proprio affermare che la resilienza parte dalla testa delle persone: le persone più intelligenti e dotati di intelligenza relazionale sono più resilienti

Michele Barbetta - Vice Presidente Federazione nazionale allevamenti avicunicoli Confagricoltura Enrico Pizzolo - Vice Presidente Federazione nazionale allevamenti

Iniziativa nell’ambito della campagna 2012/2013 promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro di concerto con: Ministero del Lavoro e

L'evento è stato organizzato, dal Laboratorio di Ergonomia e Sicurezza del Lavoro dell’Università della Tuscia in collaborazione con l’Associazione Italiana di Ingegneria

• Per anticipare i tempi di rientro nei limiti al 2013 attraverso azioni sotto il diretto controllo del livello di governo regionale, sarebbe stato necessario imporre una

 Il Protocollo di Kyoto impegnava i Paesi sottoscrittori ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra attraverso un sistema. nazionale

In the short term, the global disease situation, like the outbreaks and later recovery of African Swine Fever (ASF) in Asia or the current COVID-19 pandemic bring about a lot

• Perché le acque potabili al rubinetto hanno limiti di concentrazione di alcune sostanze (arsenico, nichel, vanadio) più restrittivi di quelli previsti per le acque imbottigliate;.