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Academic year: 2022

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ISTITUTONAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Rapporto Annuale

Lombardia

Regionale 2007

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Rapporto Regionale 2007

Direttore Regionale: Francesco Barela

Redazione:

Cinzia Lo Casto Susanna Murolo Roberta Paradisi

Hanno collaborato Per l’Inail:

Roberto Cilia Marina Corvascio Simona Mantovani Roberta Menga

Maria Grazia Palatroni Biagio Principe

Patrizia Santucciu Pietro Spirito

Per la Regione Lombardia:

Eugenio Ariano Gianfranco Bertani Susanna Cantoni Giancarlo Cesana Nicoletta Cornaggia Antonio Fanuzzi Raffaele Latocca Luigi Macchi Battista Magna Agostina Panzeri Bruno Pesenti Gianni Saretto

Stampato dalla Tipografia INAIL - Milano

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Rapporto Regionale 2007

Indice

Sezione 1 – Il quadro socio-economico e il fenomeno infortunistico

1.1 Situazione socio-economica in Lombardia 9

1.1.1 Panorama socio-economico lombardo 9

1.1.2 Andamento economico 11

1.1.3 Mercato del lavoro 12

1.2 Andamento infortunistico e tecnopatico 15

1.2.1 Infortuni denunciati 15

1.2.2 Infortuni indennizzati 31

1.2.3 Gli indicatori strutturali di rischio 35 1.2.4 Gli infortuni nel lavoro atipico e tra gli stranieri 36

1.2.5 Malattie professionali 44

Sezione 2 – La funzione prevenzionale

2.1 Attività in tema di prevenzione in Lombardia 55

2.2 Interventi nei confronti dei giovani e della scuola 57 2.3 Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro in Lombardia 61 Sezione 3 – Semplificazione dei rapporti con l’utenza

3.1 Progetto sperimentale di ricerca “Donne salute lavoro” 65 3.2 Marketing dei prodotti Inail: il catalogo on-line 66 Sezione 4 – Approfondimento

4.1 Lo sviluppo delle Nanotecnologie e l’interazione con la salute

e la sicurezza dei lavoratori: l’esperienza in Lombardia 71 Sezione 5 – Contributo della Regione Lombardia – Direzione Generale Sanità

5.1 I Piani adottati da Regione Lombardia per la promozione della sicurezza

e salute negli ambienti di lavoro 77

5.2 Infortuni mortali sul luogo di lavoro in Regione Lombardia anno 2007 79 5.3 Sistemi di sorveglianza delle malattie professionali in Lombardia:

il sistema MalProf 81

5.4 Stress e lavoro: risultati di un’indagine epidemiologica svolta nell’ambito

del progetto regionale triennio 2004-2006 85

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Lavorare in sicurezza è un tema che non riguarda più solo esperti e tecnici della prevenzione, lo vediamo ogni giorno. Oggi, anche nel cinema, nella narrativa, nella fotografia, sono numerosi gli artisti che scelgono di rappresentare il lavoro dell’uomo e di ripresentare la necessità della sua sicurezza.

Se al tema del lavoro dedichiamo sempre più attenzione e tempo, non sempre questa concentrazione di interesse è accompagnata dalla volontà di superare lo sdegno per i fatti di cronaca più devastanti e di convergere tensione ed energia nella costruzione quotidiana di una realtà fatta di attenzione alla sicurezza in ogni dettaglio delle linee produttive.

Il lavoro senza rischi deve essere un obiettivo raggiungibile e un segnale di vero progresso: ma abbiamo la consapevolezza che solo con l’impegno e la responsabilità di ciascuno di noi, sarà possibile aggiungere il frammento della sicurezza a quel mosaico di valori che sostiene il nostro domani.

Il nostro compito, qui e ora, è di mettere a disposizione di ogni lavoratore tutta la nostra esperienza nel campo della prevenzione, non solo perché è un nostro compito istituzionale ma anche perché chi lavora è una persona che vive nel nostro mondo - più vicino a noi di quanto possiamo immaginare - e ne siamo responsabili. Sempre.

Francesco Barela

Direttore regionale Inail Lombardia

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Sezione 1

Il quadro socio-economico e il fenomeno infortunistico

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1.1 Situazione socio-economica in Lombardia1 1.1.1 Panorama socio-economico lombardo

La Lombardia si distingue tra le regioni d’Italia per il tessuto socio-economico particolarmente dinamico. La sua economia presenta il prodotto interno lordo più elevato tra le regioni italiane e la maggior concentrazione di attività imprenditoriali sul territorio:

primeggiano i settori dell’industria, delle costruzioni e del commercio, ma anche i settori tradizionali dell’agricoltura e dell’artigianato.

La fertilità dei terreni lombardi ha favorito lo sviluppo di un’agricoltura moderna e meccanizzata, in particolare nella zona della bassa Pianura Padana. Di rilievo anche l’allevamento zootecnico che, grazie alla sua costante modernizzazione, ha contribuito al consolidamento della posizione della Lombardia nell’economia agricola del Paese.

In questi ultimi anni l’agricoltura regionale sta portando a compimento il proprio processo di ristrutturazione, dimostrando capacità di adattamento e di innovazione rispetto alle nuove condizioni politiche del settore, particolarmente orientato allo sviluppo sostenibile.

Costante è la presenza dei settori produttivi tradizionali, ma il panorama industriale tende a privilegiare settori ad elevato contenuto tecnologico rispetto a quelli di base e di prima trasformazione: in entrambi i casi, particolare attenzione è dedicata al mercato internazionale con la cui concorrenza l’industria lombarda si confronta, contribuendo con quasi un terzo delle esportazioni italiane.

Il fenomeno della deindustrializzazione sta trasformando il sistema produttivo regionale di alcuni comparti: per esempio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e le biotecnologie, così facendo, hanno arginato il processo di depauperamento del tessuto produttivo regionale valorizzando il patrimonio di esperienze e competenze presenti.

La realtà lombarda rappresenta un contesto socio-economico fortemente impegnato e avanzato nella realizzazione della “società dell’informazione”. Una realtà in cui imprese, enti pubblici e individui stanno investendo secondo il proprio ruolo e le proprie possibilità nello sviluppo e nella diffusione di servizi innovativi basati proprio su questo principio, reso possibile grazie anche alla grande disponibilità di connessione a banda larga presente su tutto il territorio lombardo, migliore rispetto al resto d’Italia.

Importante in regione la presenza nel 2007 della Fiera di Milano che ha ospitato 68 manifestazioni e visto la partecipazione di 27.000 aziende espositrici (industria 37% - artigianato 27%- commercio 25% - restante quota import–export) e di circa 6.000.000 di visitatori. La fiera è un media fondamentale, molto selettivo con target sempre più segmentati: riveste un’importanza fondamentale per la promozione delle imprese operanti nei comparti business to business, per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese milanesi e italiane (anche per quelle imprese che altrimenti non avrebbero la forza e la struttura per effettuare efficaci strategie) e per l’aspetto commerciale (il 23% delle imprese presenti in fiera realizza oltre il 50% del fatturato annuo). A monte della partecipazione spesso è presente un investimento in innovazione, con la creazione di nuovi prodotti o servizi. Le manifestazioni più significative riguardano: tecnologia, consumer goods (casalinghi, articoli da regalo, bigiotteria e piccoli complementi d’arredo), tessile, abbigliamento, pelletteria e accessori; seguono le fiere “evento” dei settori produttivi trasversali, che con allestimenti scenografici stimolano l’interazione tra visitatori ed espositori e tra i visitatori stessi; le fiere del settore dell’arredamento e quelle definite di

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A seguito della partecipazione a manifestazioni fieristiche il 40% delle aziende introduce innovazioni tecnologiche: le fiere sono diventate momento di scambio culturale, socializzante e fiduciario, derivato dalla compresenza in uno stesso spazio di diversi attori di un determinato settore economico.

Rispetto al comparto dell’artigianato nazionale, la Lombardia riveste un ruolo di primissimo piano distinguendosi in particolar modo per la vocazione manifatturiera con una forte integrazione nei processi produttivi delle imprese.

Nel settore terziario si conferma il primato nazionale della Lombardia, che vanta strutture operanti anche a livello internazionale. In tale contesto si distinguono i servizi di natura finanziaria erogati dalle numerose imprese bancarie e assicurative, particolarmente concentrate presso le maggiori città fra le quali spicca Milano, sede della Borsa Italiana.

Negli ultimi anni si è registrata una notevole crescita nell’ambito del terziario pubblico, in particolare nei settori della sanità e dell’assistenza, nella formazione professionale e nell’istruzione, e nei servizi di pubblica utilità.

Il mercato del lavoro lombardo ha subito di conseguenza una sensibile trasformazione: è infatti cresciuta la proporzione di occupati con livelli di istruzione medio-alti.

Significativi sono i servizi altamente qualificati forniti alle imprese nel campo dell’informatica, della ricerca, della promozione e della comunicazione, come pure non trascurabili sono i riflessi nell’economia lombarda dei flussi turistici distribuiti durante tutto l’arco dell’anno grazie alle notevoli risorse culturali e ambientali.

L’attuale evoluzione del fare turismo pone l’offerta turistica lombarda di fronte alla duplice scelta sia di superare la frammentarietà del proprio sistema che di valorizzare forme turistiche alternative.

Il settore culturale è in crescita come numero di imprese e come domanda di consumi culturali: in regione si registra una spesa media pro capite in attività culturali superiore alla media nazionale.

Alla produttività e all’elevato tenore di vita si accompagnano un maggiore consumo di energia (per cui vi è una forte dipendenza esterna) e di beni durevoli.

La maggiore urbanizzazione e industrializzazzione aggrava anche le problematiche ambientali: l’occupazione di suolo per nuove abitazioni/industrie e posteggi, la realizzazione di infrastrutture tecniche per la gestione dei rifiuti e delle utenze idriche, la presenza di centri di consumo energetico.

La domanda di mobilità in Lombardia è cresciuta sensibilmente e l’assetto localizzativo delle reti di comunicazione determina una forte pressione del traffico nell’area milanese.

Gli sviluppi in atto in regione propongono una caratterizzazione del territorio in termini di ambiti che corrispondono sempre meno alle tradizionali ripartizioni amministrative: si rilevano infatti territori lenti e veloci, statici e dinamici, aperti e chiusi.

Nonostante questo aspetto geografico così diversificato, la Lombardia è la quarta regione italiana per estensione e tra quelle più dense: 404 abitanti/km2, con una densità notevolmente superiore nella zona metropolitana milanese (la popolazione residente in Lombardia al 31 dicembre 2007 ammontava a 9.643.000 unità, di cui circa 3.907.000 nella sola provincia di Milano – il 40,5% rispetto alla regione e il 6,5% rispetto alla popolazione totale in Italia di 59.620.000 abitanti). Dal 2006 la popolazione complessiva è aumentata di oltre 97.000 unità, a cui l’immigrazione di numerose famiglie di stranieri ha contribuito notevolmente, compensando così la diminuzione delle nascite.

Al termine di un periodo decennale di bilancio demografico negativo, negli anni più recenti la Lombardia sta vivendo un’epoca di relativa vivacità, confermando il tradizionale ruolo di polo d’attrazione in quanto sistema socio-economico capace di offrire valide opportunità di lavoro e un buon livello di qualità della vita.

In Lombardia aumenta, infatti, la durata media della vita e diminuisce la mortalità: alcuni fattori di rischio sono in aumento, altri sono in leggera diminuzione: per esempio la

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patologia tumorale è molto frequente ma la connessa mortalità è in costante diminuzione, così come è in tendenziale diminuzione il numero di nuovi casi.

Popolazione per sesso e classe di età - Media 2007 – LOMBARDIA* SESSO < 15 anni 15-24 anni 25-54 anni 55 anni e oltre Totale

Maschi 677 444 2.191 1.339 4.652

Femmine 639 422 2.104 1.690 4.854

Totale 1.316 866 4.295 3.028 9.506

Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro - Valori espressi in migliaia.

1.1.2 Andamento economico

Nel corso del 2007 lo scenario macroeconomico è andato rapidamente deteriorandosi: lo slancio dispiegato dall’economia lombarda si è progressivamente esaurito e il prodotto ha rallentato all’1,7%, dal 2,3% dell’anno precedente. Gli indicatori qualitativi e la frenata della produzione industriale del primo trimestre suggeriscono che la fase di debolezza ciclica si protrarrà anche nel 2008.

A fine 2007 le imprese registrate alle Camere di Commercio della Lombardia erano 959.567 (di cui 271.016 artigiane), dato inferiore di 5.504 unità rispetto a quello della fine del 2006. Nel corso del 2007 il totale delle nuove iscrizioni al Registro delle Imprese ha raggiunto la quota di 72.631, (in aumento di 3.537 elementi rispetto all’anno precedente e con 7.432 nuove iscrizioni artigiane).

Il rallentamento congiunturale ha, però, interessato tutti i settori.

Nell’industria il valore aggiunto ha decelerato (1,0%); ciò nonostante, dopo che l’utilizzo della capacità produttiva aveva raggiunto livelli relativamente elevati, le imprese hanno ripreso ad accumulare capitale. Secondo elaborazioni sui dati Unioncamere, Confindustria Lombardia e Regione Lombardia (UCR), nel 2007 la produzione industriale è cresciuta del 2,4%, con incrementi superiori alla media nella siderurgia (3,4%), nella chimica (3,3%) e nella meccanica (3,1%); tra i comparti tradizionali, è ripresa la flessione nei settori del tessile e dell’abbigliamento (rispettivamente -0,2% e -0,4%).

Nelle costruzioni l’attività si è indebolita: il valore aggiunto del 2007 nel comparto è aumentato dello 0,9%, in forte rallentamento rispetto all’anno precedente.

La produzione nel comparto delle opere pubbliche ha registrato un’ulteriore flessione, cui hanno concorso vincoli alla disponibilità dei finanziamenti stanziati e la lunghezza dei processi amministrativi di avvio di molti lavori, tra cui alcuni importanti lavori stradali: il collegamento diretto tra Milano e Brescia (la Bre.Be.Mi), la Pedemontana e la Tangenziale est esterna di Milano.

Il rallentamento congiunturale ha interessato in maniera marginale il settore dei servizi, per cui il valore aggiunto è cresciuto del 2,3%. Nel commercio le vendite a valori correnti della grande distribuzione lombarda sono aumentate dell’1,0% in rallentamento rispetto all’anno precedente, in calo anche il settore non alimentare; bene invece il segmento alimentare a largo consumo confezionato, che ha fatto registrare degli aumenti rispetto al 2006, e le immatricolazioni di autoveicoli (10,9%, superiore alla media italiana ferma al 6,5%).

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aumentato (10,3% contro il 5,8% in Italia) con una significativa crescita pure dei viaggi per motivi di lavoro (14,1% contro il 10,8% nazionale).

Segnali di peggioramento per i servizi alle imprese, che si attestano su livelli positivi, ma in diminuzione rispetto al 2006 e inferiori alla media nazionale. Per i trasporti il numero di passeggeri degli aeroporti lombardi nell’anno è aumentato, seppure in decelerazione, del 7,5%, trainato dalla componente internazionale (9,5%), mentre l’attività nazionale ha rallentato al 3,0%. Il traffico delle merci trasportate per via aerea è cresciuto del 13,1%

nella regione, a fronte di un incremento del 4,9% nel complesso dell’Italia. Il traffico di merci su rotaia nella regione è cresciuto complessivamente del 18,1% e, limitatamente ai treni con origine o destinazione estera, del 29,7%.

Le imprese della regione operanti nel settore dei servizi pubblici locali hanno un ruolo importante nel sistema regionale, e alcune di esse sono operatori di riferimento su scala nazionale. La liberalizzazione dei servizi pubblici locali procede a rilento, pur registrando alcuni progressi rispetto al passato.

L'economia regionale risente di problemi strutturali di lunga data che si sono riflessi in un progresso modesto del prodotto per addetto.

Nel confronto europeo, la Lombardia sconta un ritardo per il livello della spesa in ricerca e sviluppo. Il contributo delle imprese private è però superiore alla media italiana.

Un'importante fonte di innovazione è costituita dal rapporto con l'Università, che ha coinvolto quasi un quarto delle imprese industriali lombarde nel triennio 2005-07, oltre il doppio del triennio precedente.

La qualità del sistema scolastico regionale, ai primi posti in Italia, stenta però a reggere il confronto coi principali paesi europei; anche l'incidenza di diplomati e di laureati è inferiore alla media della UE.

Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali hanno avuto un impatto modesto sulla dinamica delle principali grandezze finanziarie della regione e il credito bancario ha continuato a crescere a tassi sostenuti, seppure in progressivo rallentamento.

1.1.3 Mercato del lavoro

Le considerazioni che possono essere tratte sul quadro economico lombardo del 2007, rispetto a tutte le variabili congiunturali della regione (produzione, ordini, scorte, investimenti), sono positive anche se in calo rispetto all’anno precedente.

In tale contesto l’andamento del mercato del lavoro non può che essere caratterizzato da una evoluzione positiva, se pur lenta, ma costante.

Negli ultimi anni il mercato del lavoro lombardo si è trasformato. Sono aumentati gli occupati ed è cresciuta la proporzione degli occupati con livello di istruzione medio-alto. La Lombardia è tra le regioni con il più elevato tasso di occupazione, più elevato anche della media nazionale.

La forza lavoro nel 2007, comprese le persone in cerca di occupazione, è pari a 4.458.000 unità con un aumento dell’offerta di lavoro di circa 21.000 posti rispetto a quelli del 2006.

In forte crescita la componente maschile: 19 mila unità contro quella femminile assai minore di solo 2 mila unità rispetto al 2006.

La crescita degli occupati si è portata a 4.305.000 persone, con un aumento di 32 mila unità rispetto allo scorso anno (26 mila uomini e 6 mila donne, pari allo 0,8% di crescita), rallentando rispetto all’anno passato (a quota 1,9%).

Le persone in cerca di lavoro sono diminuite in media di 11 mila unità, 6 mila uomini e 5 mila donne: i primi grazie soprattutto alla crescita della domanda di lavoro, le seconde anche per la minor presenza sul mercato del lavoro in parte dell’anno. Sono diminuiti, quasi in eguale misura, sia i disoccupati con precedente esperienza di lavoro, sia quelli senza esperienza (rispettivamente 5 mila e 6 mila). Le donne sembrano non incontrare particolari difficoltà al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro, mentre trovano meno

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facile accedere all’occupazione nel caso di perdita del posto di lavoro o quando decidono, magari dopo una maternità, di entrare nel mercato.

Forze di lavoro - Media 2007 – LOMBARDIA* In cerca di occupazione

SESSO Occupati con

precedenti esperienze lavorative

senza precedenti esperienze lavorative

Totale TOTALE

Maschi 2.522 53 15 68 2.589

Femmine 1.784 66 19 85 1.869

Totale 4.305 119 34 153 4.458

Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro - Valori espressi in migliaia.

Il grado di partecipazione al mercato del lavoro della popolazione lombarda dai 15 ai 64 anni è cresciuto dello 0,1%: dal 69,1% del 2006 al 69,2% del 2007, (tasso di attività maschile più alto da 78,7% a 78,8%, femminile da 59,4% a 59,3%); il tasso di occupazione è salito al 66,8% (76,7% per gli uomini e 56,6% per le donne), circa otto punti percentuali in più rispetto alla media nazionale, ma lontano dal valore di riferimento fissato dall’agenda di Lisbona (70%); la riduzione in valore assoluto dei disoccupati ha consentito anche un abbassamento del tasso di disoccupazione che ha proseguito la sua lunga fase discendente e si è portato al 3,4%, più elevato per le forze di lavoro femminili 4,5%, ne hanno beneficiato sia gli uomini che le donne, i primi passando dal 2,9% al 2,6%, le seconde dal 4,9% al 4,5%.

Principali indicatori del mercato del lavoro – Media 2007 – LOMBARDIA* SESSO Tassi di attività Tassi di

occupazione

Tassi di disoccupazione

Maschi 78,8 76,7 2,6

Femmine 59,3 56,6 4,5

Totale 69,2 66,8 3,4

Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro - Valori espressi in migliaia.

Per i meno giovani e le donne la partecipazione al mercato del lavoro è più bassa rispetto a molte regioni europee. La minor crescita della componente femminile, in controtendenza rispetto al dato nazionale, può essere dipesa dalla maggiore incidenza dell’attività di cura familiare che, in Italia, resta maggiormente a carico delle donne.

La Lombardia conferma, inoltre, la propria capacità di attrarre lavoratori laureati e studenti universitari dal resto d’Italia, nonché forza lavoro straniera (vi risiede, infatti, un quarto della popolazione immigrata del Paese); tuttavia, è esigua la presenza di studenti non

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32 mila addetti - di cui 9 mila nelle costruzioni - specie nei comparti della trasformazione manifatturiera, i più colpiti dalla competizione industriale e dalla bassa crescita della produttività. Continua a ritmo serrato l’espansione degli occupati nei servizi (+61 mila addetti), sia per quanto riguarda il commercio che per le altre attività del terziario.

Occupati per settore di attività e sesso – Media 2007 – LOMBARDIA*

Sesso Totale

SETTORI

DI ATTIVITA' ECONOMICA

Maschi Femmine Numero %

% femmine su Totale

Agricoltura 57 16 73 1,7 22,1

Industria 1.161 390 1.551 36,0 25,1

di cui:

costruzioni 296 25 321 7,5 7,7

Servizi 1.304 1.378 2.681 62,3 51,4

di cui:

commercio 347 271 619 14,4 43,8

Totale 2.522 1.784 4.305 100,0 41,4

Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro - Valori espressi in migliaia.

Alcuni caratteri del mercato del lavoro in Lombardia e a Milano sono stati in questi ultimi anni certamente modificati, e non in modo marginale, dalla consistenza della presenza di stranieri immigrati. A partire dai primi anni duemila la dinamica demografica in Lombardia ha conosciuto, dopo una sostanziale stazionarietà del ventennio precedente, una forte accelerazione a cui ha contribuito soprattutto la componente migratoria.

Secondo il “Rapporto 2007 – Gli immigrati in Lombardia” dell’ISMU Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, il numero di stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria e presenti in Lombardia al 1° luglio del 2007 è valutato tra un minimo di 917mila ed un massimo di 960mila unità.

Nella regione l’80,7% degli immigrati con più di 14 anni ha un lavoro, regolare o irregolare (predominio nel settore dei servizi); il 6,0% è disoccupato; il restante è costituito da studenti e casalinghe. Una quota limitata di extracomunitari stenta a uscire dalla condizione di disoccupazione: il peso dei disoccupati è più elevato nei primi due anni di permanenza in Italia (25,3%) e decresce rapidamente negli anni successivi (5,9% tra i due e i quattro anni, e 4,5% tra i cinque e i dieci anni).

Nell’ottica del mercato del lavoro la ripresa della popolazione in età lavorativa, si deve anche grazie alla particolare composizione degli emigranti, concentrati nelle classi di età

“centrali”. Tale fenomeno ha contribuito a superare in parte la grave carenza di offerta di lavoro presente in regione. Nei prossimi anni si dovrebbe raggiungere un punto di equilibrio per la consistenza degli stranieri di seconda generazione, la giovane età degli immigrati e i flussi migratori futuri, prevedibili non solo dai paesi extracomunitari ma anche da quelli dell’Unione europea allargata. Flussi la cui esigenza è ormai imprescindibile per soddisfare una domanda di lavoro, altrimenti inevasa, in molte professioni, sia nel sistema produttivo, sia in molti servizi sociali e alle famiglie, sia nelle attività agricole.

* Eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

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1.2 Andamento infortunistico e tecnopatico

1.2.1 Infortuni denunciati

Alla data di rilevazione ufficiale del 30 aprile 2008, risultano pervenute in Lombardia complessivamente 155.450 denunce di infortuni avvenuti nel corso dell’anno 2007; di questi: 147.323 (il 94,8% del totale) si sono verificati nell’Industria e servizi, 4.643 (3%) in Agricoltura e 3.484 (2,2%) tra i Dipendenti dello Stato.

Il dato complessivo costituisce il 17% del totale nazionale (912.615 casi), considerando che la rilevazione riguarda praticamente tutto il mondo lavorativo poiché include, oltre ai lavoratori delle tradizionali gestioni Inail (Industria e servizi e Agricoltura), anche i dipendenti pubblici, la cui assicurazione è gestita dall’Istituto con una speciale forma di gestione per conto.

Il bilancio infortunistico per il 2007 si presenta comunque statisticamente più favorevole rispetto agli anni precedenti, confermando un trend al ribasso: rispetto al 2006 sono oltre 2.500 i casi in meno (- 1,6%) e addirittura oltre 3.500 in confronto al 2005 (- 2,2%).

158.994

157.998

155.450

153.000 154.000 155.000 156.000 157.000 158.000 159.000

2005 2006 2007

Grafico 1 - Totale infortuni denunciati in Lombardia

In particolare, in Agricoltura, nel 2007 gli infortuni diminuiscono del 2,7% rispetto al 2006 e del 18,6% in confronto al 2005, in linea con la tendenza nazionale (rispettivamente -9,4%

e -14%).

A livello locale il fenomeno appare più accentuato nelle province di Brescia (1.175 casi) e Mantova (837), che insieme rappresentano il 43,3% degli infortuni in regione, pur evidenziando una flessione rispetto agli anni precedenti, come nel resto della Lombardia, con la sola eccezione della provincia di Bergamo che nel 2006 aveva registrato una impennata del numero di casi denunciati.

Interessante è la diminuzione del fenomeno infortunistico nel comparto Industria e servizi:

-1,2% rispetto al 2006 (stessa percentuale a livello nazionale) e -1,6% in confronto al 2005 (-2,2% in Italia). I 147.323 casi lombardi in tale settore costituiscono il 17,8% del complesso nazionale dei casi (826.312); a tal proposito va però precisato che se le cifre sono alte in termini assoluti, la Lombardia ha comunque una frequenza infortunistica ben al di sotto della media italiana (si veda il paragrafo 1.2.3).

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decisa riduzione dei casi dell’ultimo triennio è presente nelle province di Como, Cremona, Lodi e Mantova.

Per quanto riguarda il comparto del personale dipendente dallo Stato, se in Italia il fenomeno infortunistico è in progressiva ascesa (+1,5% rispetto al 2006 e +2% rispetto al 2005), in Lombardia, gli infortuni diminuiscono nel 2007: -2,2% rispetto al 2005 e -2,7 rispetto al 2006, anno che aveva fatto registrare una crescita del numero dei casi (+0,5%).

A livello provinciale i casi nel 2007 diminuiscono quasi ovunque o rimangono sulle stesse cifre dell’anno precedente.

Tav. 1 – Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione, gestione e anno

AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI CONTO STATO PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007 Piemonte 5.786 5.549 5.156 67.870 66.480 65.873 2.004 2.013 2.079 Valle d'Aosta 221 186 205 2.437 2.391 2.172 7 14 10 Bergamo 560 598 497 18.475 19.096 18.606 448 404 405 Brescia 1.457 1.399 1.175 23.178 23.297 22.798 485 484 486 Como 260 226 186 9.128 8.898 8.507 237 239 210 Cremona 839 758 688 7.073 6.955 6.768 125 139 136

Lecco 91 81 69 5.308 5.311 5.132 103 111 84

Lodi 181 177 127 3.276 3.000 2.991 80 73 65

Mantova 1.016 905 837 8.335 7.903 7.763 159 139 146 Milano 425 371 338 51.056 51.380 51.536 1.372 1.390 1.371 Pavia 427 384 327 6.910 6.475 6.495 174 169 162 Sondrio 240 239 204 2.959 2.973 2.908 85 111 111 Varese 210 203 195 14.029 13.789 13.819 293 321 308 Lombardia 5.706 5.341 4.643 149.727 149.077 147.323 3.561 3.580 3.484 Liguria 1.022 1.005 845 28.307 28.063 27.772 974 922 943 Trentino A. Adige 3.614 3.659 3.597 26.304 26.274 26.036 291 313 338 Veneto 5.960 5.681 5.148 105.739 105.455 102.443 2.210 2.302 2.324 Friuli V. Giulia 1.110 1.082 1.033 26.252 26.411 26.339 732 719 683 Emilia Romagna 9.303 9.038 8.276 123.773 121.770 119.820 2.428 2.442 2.530 Toscana 5.293 4.893 4.690 65.762 65.396 65.218 2.130 2.167 2.316 Umbria 2.143 1.961 1.797 16.761 16.238 15.760 628 637 665 Marche 3.638 3.349 2.868 29.993 29.423 28.410 901 818 879 Lazio 2.635 2.470 2.096 52.331 52.299 53.073 2.979 3.074 2.971 Abruzzo 2.870 2.795 2.325 20.697 20.477 19.779 628 690 633 Molise 991 921 730 3.219 3.067 2.932 156 143 142 Campania 2.911 2.743 2.345 27.982 27.013 25.498 2.348 2.320 2.266 Puglia 4.219 4.034 3.683 36.916 35.560 35.531 2.117 2.048 2.117 Basilicata 1.268 1.206 1.105 5.311 5.357 5.106 302 270 286 Calabria 1.734 1.429 1.304 12.029 11.937 12.086 1.038 1.042 1.080 Sicilia 3.309 3.001 2.743 28.219 28.780 30.195 2.304 2.311 2.552 Sardegna 2.734 2.740 2.566 15.336 14.877 14.946 851 905 850 ITALIA 66.467 63.083 57.155 844.965 836.345 826.312 28.589 28.730 29.148

(17)

Come già accennato, va precisato che questa analisi considerai valori assoluti che sono, ovviamente, strettamente collegati alle dimensioni occupazionali delle varie regioni e, quindi, non hanno alcuna valenza ai fini delle frequenze e del rischio infortunistico, di cui si parlerà specificamente in un paragrafo successivo.

In merito agli infortuni mortali, dalla rilevazione del 30 aprile 2008 risultano denunciati all’Inail in Lombardia 211 infortuni avvenuti nel 2007; di questi 6 riguardano l’Agricoltura, 203 l’Industria e servizi e 2 i dipendenti dello Stato.

Rispetto all’anno precedente (233 casi denunciati) si registra un calo complessivo di 22 infortuni mortali, come risultato di una flessione sia in Agricoltura (-9 casi) che nell’Industria e servizi (-15 casi), mentre c’è da rilevare il verificarsi di 2 casi nella gestione relativa ai dipendenti dello Stato.

In tema di infortuni mortali va, però, precisato che mentre il dato 2006 è definitivo, quello del 2007 non può ritenersi ancora consolidato ed è destinato a crescere per una serie di fattori, tra cui i tempi tecnici relativi sia ai criteri statistici di rilevazione (sono considerati i decessi che avvengono entro 180 giorni dalla data dell’infortunio), sia alla trattazione dei casi mortali che possono incidere sulla tempestività della trasmissione e acquisizione del dato dalla unità operativa agli archivi centrali.

Pur essendo il dato del 2007 provvisorio, i casi mortali della Lombardia rappresentano poco più del 18% del dato nazionale, con percentuali ancora più elevate rispetto al 2005.

192

233

211

- 50 100 150 200 250

2005 2006 2007

Grafico 2 - Totale infortuni mortali in Lombardia

In ambito territoriale, dei 203 infortuni mortali attualmente registrati nel 2007 nel settore Industria e servizi quasi un terzo (66 casi) si è verificato nella provincia di Milano, seguita dai 34 casi di Brescia e dai 31 di Bergamo. Da notare la provincia di Como dove gli infortuni sono triplicati nell’ultimo triennio (da 4 nel 2005 a 12 nel 2007) e la provincia di Pavia dove si sono ridotti di un quarto (da 20 nel 2005 a 5 nel 2007).

Per quanto riguarda il comparto agricolo, dei complessivi 6 casi mortali, 2 si sono verificati nella provincia di Pavia e 1 caso solo nelle province di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova.

Da segnalare la provincia di Bergamo che non registra alcun caso contro i 3 degli anni precedenti.

(18)

Tav. 2 – Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione, gestione e anno

AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI CONTO STATO PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007

Piemonte 16 15 10 77 91 95 - 2 -

Valle d'Aosta 1 - 1 1 5 2 - - -

Bergamo 3 3 - 17 28 31 - - -

Brescia 3 2 1 30 33 34 - - -

Como - - - 4 7 12 - - -

Cremona 1 3 1 14 14 15 - - 1

Lecco - - - 7 9 4 - - -

Lodi - - 1 5 7 2 - - -

Mantova - 1 1 11 12 19 - - -

Milano 3 - - 60 76 66 - - 1

Pavia 3 6 2 20 13 5 - - -

Sondrio - - - 1 3 4 - - -

Varese - - - 10 16 11 - - -

Lombardia 13 15 6 179 218 203 - - 2

Liguria 1 - - 37 37 14 - - 1

Trentino A. Adige 3 8 8 15 24 20 1 - -

Veneto 12 5 7 89 108 108 1 4 1

Friuli V. Giulia - 2 1 24 28 24 - - -

Emilia Romagna 13 12 11 124 108 100 1 2 -

Toscana 9 13 4 75 85 63 3 1 1

Umbria 2 7 1 24 20 17 - - 1

Marche 7 2 2 34 29 31 - - -

Lazio 3 9 1 111 103 92 3 - 3

Abruzzo 8 1 2 28 40 23 - - -

Molise 2 3 3 10 7 6 - - -

Campania 10 3 6 78 72 64 - 1 -

Puglia 8 8 13 79 81 64 2 - 1

Basilicata 5 4 - 11 7 13 - - -

Calabria 8 5 5 33 33 25 1 1 2

Sicilia 16 7 13 70 78 62 2 1 2

Sardegna 4 5 4 25 31 32 1 - -

ITALIA 141 124 98 1.124 1.205 1.058 15 12 14

La flessione registrata tra gli infortuni nel complesso, e in particolare per quelli mortali, risulta ancora più significativa se si considera che l’incidenza degli infortuni in itinere2 è in continua crescita.

Statisticamente parlando i casi in itinere sono tenuti nettamente distinti dagli infortuni che si verificano in occasione di lavoro, in quanto l’infortunio in itinere non è strettamente collegato al tipo di attività svolta dal lavoratore. In altri termini, il rischio di subire un

2 Per infortunio in itinere si intende quello occorso al lavoratore durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, oppure durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro, se il lavoratore ha più rapporti di lavoro, e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti.

(19)

infortunio in itinere per un muratore o per un impiegato pubblico dovrebbe essere sostanzialmente lo stesso.

Nel 2007 gli infortuni in itinere complessivamente denunciati in Lombardia nei comparti Agricoltura e Industria e servizi sono 19.644, pari al 12,9% del totale regionale.

Grafico 3 - Infortuni in itinere sul totale (Agricoltura + Industria e servizi)

Anno 2007

Infortuni in itinere 12,9%

Infortuni in occasione di lavoro

87,1%

Più elevata l’incidenza dei casi mortali che è del 29,7%, oltre un quarto del dato complessivo.

Grafico 4 - Infortuni m ortali in itinere sul totale (Agricoltura + Industria e servizi)

Anno 2007

Infortuni in itinere 29,7%

Infortuni in occasione di lavoro

70,3%

Nel comparto agricolo il confronto con gli anni precedenti evidenzia una progressiva riduzione del fenomeno: dai 136 casi del 2005 ai 120 del 2006 fino ai 99 del 2007, con una riduzione del 27,2% nel triennio. A livello provinciale sono Brescia e Mantova a registrare il maggior numero di casi: rispettivamente 23 e 20. E sempre a Mantova si è verificato l’unico infortunio mortale in itinere registrato nel 2007.

Nel settore dell’Industria e servizi, in controtendenza al dato nazionale, che per questa tipologia di infortunio registra una costante crescita, in Lombardia, dopo l’aumento dei casi nel 2006 c’è stata una lieve flessione pari al -0,5%: dai 18.850 del 2005 si è passati ai 19.650 del 2006 e ai 19.545 del 2007. La provincia di Milano con 8.810 casi è in testa per numero di infortuni, totalizzando il 45% del dato regionale; seguono le province di Brescia

(20)

Tav. 3 – Infortuni in itinere avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione e anno

AGRICOLTURA

Totale infortuni Infortuni mortali Province

e regioni

2005 2006 2007 2005 2006 2007

Piemonte 50 44 58 1 1 -

Valle d'Aosta 1 4 2 - - -

Bergamo 15 14 10 - - -

Brescia 28 20 23 - - -

Como 7 10 1 - - -

Cremona 21 17 12 - - -

Lecco 2 2 2 - - -

Lodi 3 5 4 - - -

Mantova 25 21 20 - - 1

Milano 17 15 10 - - -

Pavia 4 10 6 - - -

Sondrio 5 2 6 - - -

Varese 9 4 5 - - -

Lombardia 136 120 99 - - 1

Liguria 25 19 18 1 - -

Trentino A. Adige 55 43 42 - - -

Veneto 158 102 147 1 1 3

Friuli V. G. 16 28 22 - - -

Emilia Romagna 305 302 262 2 1 2

Toscana 143 134 146 2 - -

Umbria 38 28 25 - - 1

Marche 72 58 47 - - -

Lazio 36 45 22 - 1 1

Abruzzo 34 34 34 - - -

Molise 2 5 4 - - -

Campania 32 11 12 1 - -

Puglia 122 143 106 1 1 4

Basilicata 18 11 38 2 - -

Calabria 23 18 26 - - -

Sicilia 76 110 115 1 1 5

Sardegna 47 52 34 1 1 1

ITALIA 1.389 1.311 1.259 13 7 18

(21)

Tav. 4 – Infortuni in itinere avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione e anno

INDUSTRIA E SERVIZI

Totale infortuni Infortuni mortali Province

e regioni

2005 2006 2007 2005 2006 2007

Piemonte 7.239 7.500 8.002 10 12 21

Valle d'Aosta 148 160 178 - - 1

Bergamo 2.359 2.409 2.334 6 13 11

Brescia 2.367 2.373 2.416 8 4 9

Como 1.069 1.032 836 - - 2

Cremona 724 691 709 5 7 8

Lecco 549 561 481 2 1 3

Lodi 454 411 395 2 1 1

Mantova 816 766 784 5 3 5

Milano 7.726 8.578 8.810 20 31 18

Pavia 774 725 721 3 3 1

Sondrio 263 274 279 - - -

Varese 1.749 1.830 1.780 6 6 3

Lombardia 18.850 19.650 19.545 57 69 61

Liguria 3.126 3.085 3.322 6 6 3

Trentino A. Adige 1.695 1.626 1.573 2 2 3

Veneto 11.727 11.941 11.870 31 36 31

Friuli V. G. 2.044 2.095 2.239 6 8 7

Emilia Romagna 12.059 12.065 11.876 36 26 32

Toscana 7.095 7.245 7.387 18 12 21

Umbria 1.351 1.391 1.380 7 1 3

Marche 3.439 3.429 3.445 6 3 5

Lazio 5.586 6.084 6.245 23 26 29

Abruzzo 1.822 1.964 2.035 5 6 6

Molise 161 145 213 1 4 2

Campania 1.057 1.044 1.048 8 8 12

Puglia 1.997 2.320 2.408 26 20 12

Basilicata 461 472 503 2 1 2

Calabria 598 600 703 3 5 1

Sicilia 1.640 2.233 2.633 8 10 11

Sardegna 1.510 1.473 1.631 6 8 6

ITALIA 83.605 86.522 88.236 261 263 269

(22)

L’analisi dei dati statistici in Lombardia, regione che registra il più elevato rapporto tra veicoli in circolazione e rete stradale, non può non tenere conto che una quota sempre più consistente dell’intero fenomeno infortunistico riguarda gli infortuni stradali3. Nel 2007 se ne sono verificati in Lombardia 25.514 pari al 16,8% del complesso degli infortuni e per la maggior parte si tratta di infortuni in itinere (19.644).

Grafico 5 - Infortuni stradali sul totale (Agricoltura + Industria e servizi)

Anno 2007

Infortuni stradali

16,8%

Infortuni non stradali

83,2%

Considerando i casi mortali la percentuale degli infortuni stradali sale a quasi la metà del complesso degli infortuni, sempre con una forte incidenza di quelli in itinere (62 casi su 113).

Grafico 6 - Infortuni stradali mortali sul totale (Agricoltura + Industria e servizi)

Anno 2007

Infortuni stradali

54,1%

Infortuni non stradali

45,9%

Se in Italia gli infortuni stradali diminuiscono nel comparto agricolo, in Lombardia registrano invece un aumento rispetto al 2006: da 175 a 192 casi. Diverso l’andamento dell’ultimo triennio nell’Industria e servizi, dove il dato è in crescita a livello nazionale, mentre registra in regione un aumento dopo la flessione nel 2006: dai 24.227 casi del 2005 ai 23.752 del 2006 e ai 25.322 del 2007.

Da notare i 10.573 casi della provincia di Milano, che risulta in testa per numero di eventi nel settore, coprendo oltre il 40% del totale regionale; seguono Brescia con 3.437 infortuni e Bergamo con 3.037.

Dei 112 casi mortali (15 in meno rispetto al 2006) ben 33 sono avvenuti nella provincia di Milano, seguita a distanza da Bergamo (19 incidenti) e Brescia (18).

3 Per infortunio stradale si intende quello avvenuto sulla pubblica via e causato da circolazione stradale, indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di infortunio in itinere. In questo concetto viene compreso sia l’incidente capitato all’autotrasportatore nell’esercizio della sua attività, sia l’investimento del pedone da parte di un autoveicolo.

(23)

Tav. 5 – Infortuni stradali avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione e anno

AGRICOLTURA

Totale infortuni Infortuni mortali Province

e regioni

2005 2006 2007 2005 2006 2007

Piemonte 117 122 114 3 4 1

Valle d'Aosta 4 6 1 - - -

Bergamo 25 18 21 - - -

Brescia 47 37 38 1 - -

Como 12 14 8 - - -

Cremona 36 23 22 - - -

Lecco 2 2 3 - - -

Lodi 8 7 6 - - -

Mantova 33 24 35 - - 1

Milano 19 21 31 - - -

Pavia 6 14 13 1 2 -

Sondrio 5 6 6 - - -

Varese 13 9 9 - - -

Lombardia 206 175 192 2 2 1

Liguria 54 42 36 1 - -

Trentino A. Adige 76 75 67 1 - 3

Veneto 256 190 230 4 1 4

Friuli V. G. 29 44 42 - - -

Emilia Romagna 421 424 376 2 3 4

Toscana 226 216 221 4 - -

Umbria 63 46 46 1 1 1

Marche 106 82 77 - - -

Lazio 66 68 49 2 1 1

Abruzzo 53 59 46 4 - -

Molise 5 8 7 1 - -

Campania 49 38 24 2 - 2

Puglia 201 230 163 4 4 4

Basilicata 34 30 57 3 1 -

Calabria 62 26 38 - - 1

Sicilia 177 157 167 4 5 7

Sardegna 89 87 92 3 3 2

ITALIA 2.294 2.125 2.045 41 25 31

(24)

Tav. 6 – Infortuni stradali avvenuti nel periodo 2005-2007 e denunciati all’Inail per provincia, regione e anno

INDUSTRIA E SERVIZI

Totale infortuni Infortuni mortali Province

e regioni

2005 2006 2007 2005 2006 2007

Piemonte 9.259 9.531 10.061 42 51 48

Valle d'Aosta 183 171 203 - - 1

Bergamo 2.972 2.934 3.037 10 17 19

Brescia 3.172 3.126 3.437 15 17 18

Como 1.441 1.454 1.489 2 4 5

Cremona 960 935 973 8 9 13

Lecco 695 722 634 2 4 3

Lodi 543 500 509 5 4 2

Mantova 1.140 730 1.054 7 8 9

Milano 9.757 9.983 10.573 39 50 33

Pavia 901 772 879 11 7 2

Sondrio 346 364 364 - - 2

Varese 2.300 2.232 2.373 7 7 6

Lombardia 24.227 23.752 25.322 106 127 112

Liguria 4.098 3.940 3.972 23 20 8

Trentino A. Adige 2.190 2.035 2.169 6 12 7

Veneto 16.085 16.720 16.665 57 62 57

Friuli V. G. 2.829 2.862 2.904 12 14 14

Emilia Romagna 17.860 17.592 17.435 78 66 64

Toscana 10.955 10.958 10.943 40 49 40

Umbria 2.057 2.096 2.056 11 9 4

Marche 4.707 4.616 4.682 14 12 17

Lazio 9.329 9.848 10.152 72 64 56

Abruzzo 2.281 2.689 2.687 16 20 10

Molise 262 229 289 6 5 3

Campania 2.334 2.179 2.202 25 29 21

Puglia 3.740 3.841 3.938 46 42 35

Basilicata 548 535 584 5 4 6

Calabria 1.137 1.138 1.165 18 11 15

Sicilia 3.407 3.735 4.189 35 41 30

Sardegna 2.483 2.386 2.398 13 18 18

ITALIA 119.971 120.853 124.016 625 656 566

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