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IL QUADRO INFORTUNISTICO

Nel documento Rapporto Annuale (pagine 90-104)

I dati depongono per una riduzione progressiva degli infortuni nel settore agricolo.

Continuano peraltro ad avere grande peso gli infortuni nei lavoratori anziani, fatto che di per sé comporta una maggiore gravità delle conseguenze degli eventi.

La tabelle mostrano per gli anni 2002-2008 il tributo dell’agricoltura al complesso degli infortuni mortali in Lombardia, così come rilevati dal Registro Regionale degli Infortuni Mortali9 e la distribuzione degli accadimenti nelle ASL Lombarde.

5.5.2.1. Infortuni mortali

Infortuni mortali Lombardia

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008*

Infortuni mortali 113 103 93 84 106 104 35*

di cui in agricoltura 13 11 16 16 18 10 10*

% 11,5 10,68 17,2 19,05 16,98 9,62 28,57

Fonte: Registro Regionale degli Infortuni Mortali * al 30.6.2008

ASL BG BS CO CR LC LO MN MIC MI1 MI2 MI3 PV SO VCS VA TOT.

2004 1 6 0 0 0 1 4 0 1 1 0 2 0 0 0 16

2005 2 4 1 2 0 0 2 0 3 0 1 1 0 0 0 16

2006 2 4 0 3 0 0 2 0 1 1 0 4 0 0 1 18

2007 0 2 0 1 0 1 2 0 1 0 0 3 0 0 0 10

2008* 1 3 0 2 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 1 10

9 Le diverse modalità di rilevazione delle informazioni statistiche possono comportare delle discrepanze, talora anche notevoli, tra i dati INAIL e quelli contenuti rilevati dalle ASL

5.5.2.2. Infortuni mortali: i principali agenti

2006 2007 2008*

Sili/depositi 2 3 1

Trattori/macchine agricole 7 4 3

Bovini 2 0 1

Alberi 4 0 1

Altro 3 3 4

Totale 18 10 10

A fronte dei 18 casi del 2006 in gran parte (13) dovuti alla persistenza di cause già evidenziate in passato (macchine e impianti - in particolare schiacciamenti da ribaltamento di macchine agricole -, schiacciamenti da urto con bovini, schiacciamenti nel taglio di alberi), su cui sono in corso specifici interventi mirati che avranno ulteriore potenziamento, si è passati a 10 casi nel 2007, di cui solo 4 legati a dinamiche oggetto di campagne di prevenzione. Si è peraltro assistito a una ripresa nel primo semestre 2008 con 10 casi al 30 giugno, di cui 5 legati a dinamiche oggetto di campagne di prevenzione.

5.5.2.3 Infortuni totali

E’ evidente negli anni, a fronte della relativa stazionarietà degli infortuni mortali, un importante calo complessivo del numero assoluto degli infortuni denunciati, che si accompagna a un miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle imprese agricole.

L’apparente rallentamento della riduzione nel 2005 non ha trovato conferma nel 2006 e 2007, segno che gli interventi articolati e combinati sul territorio mostrano la loro efficacia e che occorre continuare a incrementare gli interventi programmati di prevenzione.

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2002-2007 2005-2007 Bergamo 638 590 583 560 598 497 -22,10 -11,25 Brescia 1.742 1.584 1.502 1.455 1.395 1.175 -32,55 -19,24

Como 273 276 248 259 226 186 -31,87 -28,19

Cremona 876 813 792 838 758 688 -21,46 -17,90

Lecco 79 74 87 91 81 69 -12,66 -24,18

Lodi 257 221 203 181 177 127 -50,58 -29,83

Mantova 1.271 1.187 1.063 1.016 906 837 -34,15 -17,62 Milano 364 431 386 420 370 338 -7,14 -19,52 Pavia 481 513 411 426 383 327 -32,02 -23,24 Sondrio 307 275 245 240 239 204 -33,55 -15,00 Varese 221 233 204 210 201 195 -11,76 -7,14 Lombardia 6.509 6.197 5.724 5.696 5.334 4.643 -28,67 -18,49 Fonte: Banca Dati INAIL. Infortuni 2007 denunciati al 30 Aprile 2008

* al 30.6.2008

ulteriore importante riduzione del fenomeno infortunistico attraverso la generalizzazione su tutto il territorio delle misure di prevenzione.

Viceversa nell’agrindustria si nota a livello regionale un incremento in cifra assoluta fino al 2007, e un incremento contenuto del tasso di incidenza per mille addetti per gli anni per cui il dato è disponibile. Si tratta in ogni caso di numeri complessivamente ridotti rispetto al totale degli eventi in agricoltura.

Agrindustria Infortuni Denunciati

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Bergamo 27 39 40 35 39 24

Milano 95 115 102 108 121 99

Pavia 18 24 26 30 31 28

Sondrio 11 23 12 12 19 14

Varese 46 52 63 51 48 39

Lombardia 430 489 509 505 527 404

Tasso Incidenza 62,62 67,26 67,35 65,31 69,27 Fonte: Banca Dati INAIL

5.5.3 CONCLUSIONI

Il settore, in coerenza del resto con una tendenza nazionale, continua a essere oggetto di attenzione, che si sostanzia in un apposito piano di prevenzione.Il piano 2008-2010 come il precedente prevede obiettivi integrati di tipo conoscitivo, formativo, di intervento, di sviluppo; prevede inoltre un forte sviluppo dell’integrazione tra strutture e servizi (dipartimenti di prevenzione veterinari, polizia locale e provinciale, INAIL, assessorato regionale e strutture provinciali per l’agricoltura, ecc.)

Si citano a titolo esemplificativo alcuni specifici obiettivi:

x campagna di messa a norma dei trattori e campagna di controllo sul commercio delle macchine usate;

x attivazione di campagne di contenimento dei rischi più gravi, legati alla presenza e caratteristiche delle seguenti attrezzature/attività: alberi cardanici e prese di potenza, fienili, impianti elettrici, movimentazione del bestiame e mungitura, scale portatili, vasconi per liquami;

x Sviluppo e messa a regime di un sistema diffuso di sorveglianza sanitaria;

x implementazione e verifica dell’applicazione di norme di buona tecnica;

x produzione e diffusione di materiali divulgativi e di manualistica.

Un aspetto fortemente innovativo, di tipo premiale, riguarda l’accesso ai finanziamenti comunitari previsti per le misure del Piano di sviluppo rurale 2007-2013; per alcune di queste misure è stato inserito il prerequisito del rispetto della normativa di sicurezza quale vincolo per accedere al bando di finanziamento regionale.

5.6 Il comparto Sanità nella regione Lombardia

Il settore sanità è in Lombardia altamente rappresentato. Si tratta di un settore che occupa circa 180.00 lavoratori distribuiti principalmente nelle strutture ospedaliere, pubbliche e private, accreditate e non, nelle RSA, nelle ASL, nonché negli ambulatori e laboratori, pubblici e privati.

Tabella 1 – Numero PAT per anno distribuite per ASL della Lombardia

ASL 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

BG 1.193 1.221 1.292 1.353 1.383 1.472 1.450

BS 1.378 1.454 1.487 1.556 1.586 1.620 1.566

CO 610 662 675 705 710 757 746

CR 365 401 421 432 440 456 439

LC 303 302 314 335 340 357 359

LO 182 196 206 201 208 216 216

MN 448 476 486 503 520 518 525

MIC 1.840 1.918 2.013 2.105 2.142 2.145 2.090

MI1 781 824 859 909 936 981 960

MI2 442 480 529 542 546 569 555

MI3 949 1.009 1.061 1.101 1.162 1.196 1.182

PV 532 539 537 532 529 539 520

SO 164 175 180 194 203 210 210

VA 1.024 1.065 1.130 1.163 1.178 1.202 1.170

VC 111 114 118 117 120 126 119

TOTALE 10.322 10.836 11.308 11.748 12.003 12.364 12.107

Tabella 2 – Addetti totali comparto sanità distribuiti per ASL e per anno ASL Addetti 2000 Addetti

2001 Addetti

2002 Addetti

2003 Addetti

2004 Addetti 2005

BG 15.737 17.362 18.030 17.632 18.285 18.121

BS 19.584 20.492 12.942 12.852 13.728 13.130

CO 9.900 9.686 9.696 9.401 9.450 10.853

CR 6.927 8.636 8.260 8.183 7.896 7.810

LC 5.947 5.995 6.197 6.059 6.901 6.478

LO 3.607 4.011 1.881 1.611 1.685 1.652

MN 7.113 7.840 7.047 7.842 7.363 7.474

MIC 39.904 40.352 40.199 38.259 37.733 36.219

MI1 12.196 11.711 13.403 13.117 13.955 14.860

MI2 9.370 10.135 10.288 9.352 10.673 7.370

MI3 11.043 12.240 12.299 13.384 14.433 13.240

PV 14.827 13.830 9.651 9.545 9.192 11.705

SO 4.385 4.636 4.438 1.919 1.208 1.208

VA 13.886 15.111 16.392 15.144 15.271 14.431

VC 1.578 1.652 1.623 1.624 1.800 1.746

TOTALE 176.003 183.688 172.346 165.922 169.573 166.297

Tabella 3 – Numero PAT distribuite per classi di addetti e per anno

Classi Addetti 2000 2001 2002 2003 2004 2005

0. Zero 451 467 514 465 479 498

TOTALE 10.322 10.836 11.308 11.748 12.003 12.364

Nella presente relazione l’attenzione verrà posta su queste strutture che, in virtù delle loro dimensioni e complessità, rappresentano l’oggetto prevalente dell’intervento di prevenzione dei Servizi territoriali di prevenzione delle ASL.

I lavoratori sono soggetti a rischi professionali di varia natura ed entità, possibile fonte sia di infortuni che di malattie professionali. Salvo casi éclatanti ed eccezionali, si tratta per lo più di rischi non gravissimi.

La figura 4 seguente illustra l’andamento nel tempo degli infortuni nel settore sanità in termini di incidenza.

Fig. 4 Indici di incidenza degli infortuni definiti positivamente nel periodo 2000 – 2005 Settore sanità - Regione Lombardia (Fonte: data base INAIL-ISPESL-Regioni)

21

anno 2000 anno 2001 anno 2002 anno 2003 anno 2004 anno 2005

In termini assoluti il settore sanità si colloca al sesto posto nella graduatoria degli infortuni.

L’indice di incidenza di infortuni, si colloca nel 2005 leggermente al di sopra del valore medio regionale per il complesso delle attività lavorative (23,5); si tratta, pertanto di un valore che, sia pur migliorato dal 2000 è tutt’altro che trascurabile e presenta un aumento nel 2005.

I dati sugli infortuni sopra illustrati mostrano indici di frequenza assai diversi in rapporto alle dimensioni delle strutture sanitarie: maggiori in quelle medio-piccole (da 10 a 500 addetti), minori in quelle a maggior densità di personale.

Si registra, inoltre, una diminuzione del fenomeno infortunistico nel corso degli anni, soprattutto nelle strutture di maggiori dimensioni. E’ verosimile che questo risultato sia anche frutto dell’impegno profuso in questi anni dai Servizi territoriali, in attuazione degli specifici progetti regionali (progetto regionale sanità 1998-2000, protrattosi fino al 2003;

progetto regionale 2005-2007), in termini sia di iniziative di prevenzione che di controllo.

Ma i risultati ottenuti non sono omogeneamente distribuiti e comunque lontani dal consentirci di abbassare l’attenzione.

Quanto alle malattie da lavoro si ha ragione di credere che, come del resto per altri settori lavorativi, vi sia un’ampia sottonotifica dei casi. Sia il registro regionale, basato sulle segnalazioni provenienti ai Servizi PSAL, che ancor più i dati INAIL, mostrano un numero esiguo di casi, per lo più riconducibili a forme allergiche da latice, mentre le patologie dell’apparato osteoarticolare annoverano solo poche decine di casi a fronte di un numero atteso di molto superiore, secondo le stime correnti.

Il progetto regionale realizzato nel periodo 2005-2007 ha messo in luce una realtà con chiari e scuri: una diffusa e consolidata presenza di un sistema organizzativo di prevenzione che, tuttavia, non incide ancora in modo sostanziale sulla conduzione delle attività sanitarie coinvolgendo tutte le figure che, a diverso titolo, dovrebbero affrontare tali tematiche.

Le dimensioni del comparto sanità nella nostra regione, una ancor discreta frequenza di infortuni, sia pur in diminuzione negli ultimi anni, la stretta correlazione tra rischi professionali e per l’utenza e qualità assistenziale fanno sì che sia necessario mantenere un forte impegno da parte delle strutture territoriali di prevenzione per la realizzazione di migliori condizioni di sicurezza. Il settore sanità è quello in cui risulta di più immediata evidenza come salute e sicurezza dei lavoratori siano imprescindibilmente connessi con la qualità delle prestazioni erogate e quindi con la salute e il benessere dei pazienti.

Il miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie e il contenimento dei rischi ospedalieri è d’altro canto obiettivo della Regione Lombardia, che ha ricevuto nuovo impulso con l’avvio del programma di attività di risk management nonché attraverso il programma di sorveglianza delle infezioni ospedaliere.

5.7 Il Laboratorio di approfondimento “Costruzioni”

Fra gli obiettivi particolarmente qualificanti del “Piano regionale 2008–2010 per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro” segnaliamo:

x riduzione del 15% del tasso complessivo di incidenza degli infortuni sul lavoro denunciati

x riduzione del 10% del numero degli infortuni gravi

x riduzione del 10% del numero assoluto degli infortuni mortali.

E’ noto che il comparto delle costruzioni, malgrado gli indubbi progressi nel corso degli ultimi dieci anni (in Lombardia riduzione del 26.5% dell’indice di incidenza per 1.000 addetti), continua a dare un “contributo” importante al fenomeno infortunistico, in particolare per gli infortuni gravi e mortali (per i mortali vedi tabella 1), nonché al fenomeno delle patologie lavoro-correlate, non meno importante anche se meno appariscente.

Tabella 1 - Registro Regionale degli Infortuni Mortali - Regione Lombardia

Anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Totale

Costruzioni 36 36 53 44 47 45 35 53 41 390

Totali 80 88 105 113 103 92 83 106 104 874

% 45 41 50 39 46 49 42 50 39 45

La Direzione Regionale Sanità ha deciso di istituire alcuni “laboratori di approfondimento”

per i comparti lavorativi d’interesse del “Piano”, tra cui il comparto delle costruzioni.

Rammentiamo che anche i “piani triennali” precedenti avevano previsto specifici progetti e azioni mirate per la riduzione dei rischi occupazionali in tale comparto; a tale proposito riportiamo in sintesi le azioni e i risultati più significativi per gli anni dal 2005 al 2007 e i principali obiettivi per il 2008 (si veda tabella 2):

x come si vede il numero dei controlli da parte delle ASL è aumentato nel corso degli ultimi anni, e nel 2008 la Lombardia darà, con 8.500 cantieri controllati, un consistente contributo (17%) alla realizzazione del Piano nazionale “edilizia”, che prevede 50.000 cantieri controllati

x in 12 ASL su 15 è stato inserito nei regolamenti locali d'igiene l'obbligo di prevedere sistemi di ancoraggio sui tetti in tutti gli edifici di nuova costruzione, dispositivi che consentono di eseguire in sicurezza lavori di manutenzione sulle coperture; rammentiamo che una quota significativa di infortuni per cadute dall’alto (si stima pari al 30%) avviene durante lavori di manutenzione degli edifici. Per il 2008 questi interventi dovranno essere promossi da tutte le ASL in modo da ottenere una maggiore adesione da parte dei comuni, dei progettisti, dei costruttori, e degli amministratori di condominio.

x La DGR n. 7/18747 del 17settembre 2004 prevedeva il coinvolgimento della Polizia locale nei controlli sui cantieri; le ASL hanno investito non poche risorse per la formazione di quasi 1.000 agenti di 263 comuni; si tratta ora, anche attraverso l’apporto della DG Protezione Civile, di verificare i risultati ottenuti in termini di controlli realmente effettuati dagli agenti; la DG Sanità intende comunque rilanciare questo progetto, attraverso nuovi interventi formativi, già messi in calendario da IREF per l’autunno 2008.

x Nel 2007 è stato predisposto e distribuito a tutte le ASL il documento regionale che identifica i requisiti di qualità della formazione in edilizia, con l’indicazione che in tutte le province si arrivi a siglare un “protocollo d’intesa” tra le parti sociali, nella speranza che la formazione possa diventare un reale strumento di prevenzione, e non un semplice adempimento formale - sostanzialmente inefficace - al dettato normativo. E’ stato inoltre predisposto uno standard di corso per “capocantiere”, figura assolutamente centrale per la

sicurezza in edilizia; negli ultimi anni sono stati organizzati dalle ASL 40 corsi, ma è auspicabile che queste iniziative continuino in modo da coinvolgere il maggior numero di capocantiere possibile.

x Non solo il fenomeno infortunistico è preoccupante nel comparto, ma anche le condizioni di salute della popolazione lavorativa non sono delle migliori, sia a causa di rischi occupazionali (rischio chimico crescente, rumore, vibrazioni, movimentazione manuale di carichi, polveri) sia a causa di “stili di vita” non sempre ottimali (alimentazione, bevande alcoliche, pare diffondersi l’uso di stupefacenti); per queste ragioni, in collaborazione con le UOOML, le ASL hanno promosso l’attivazione della Sorveglianza sanitaria da parte delle Imprese Edili, e l’adozione delle Linee guida regionali, monitorandone l’andamento con un apposito questionario. Possiamo ritenere che, mentre da parte delle imprese di maggiori dimensioni sia ormai generalizzata, nelle piccole imprese la sorveglianza sanitaria lasci a desiderare, anche a causa di standard proposti dalle Linee guida regionali, molto onerosi e di difficile attuazione. Sarà cura del Laboratorio produrre uno strumento più “agile” e di facile attuazione.

Alle azioni già in corso dovranno aggiungersi:

x interventi mirati per l’attuazione D.Lgs.81/2008 (“Testo unico”) nel comparto delle costruzioni (in particolare un “focus” sugli appalti e sui idoneità tecnico-professionale delle Imprese: possesso di capacità organizzative, nonché disponibilità di forza lavoro, di macchine e di attrezzature, in riferimento alla realizzazione dell’opera);

x una capillare collaborazione nella programmazione dei controlli nei cantieri con le Direzioni Provinciali del lavoro;

x il monitoraggio costante del fenomeno infortunistico nel comparto;

x il controllo sulla effettiva installazione di sistemi di aggancio sui tetti di tutti gli edifici nuovi (oppure oggetto di importanti ristrutturazioni);

x uno specifico obiettivo di riduzione degli infortuni da movimentazione che in Lombardia hanno raggiunto nel 2007 una “mortalità” pari a quella provocata dagli infortuni per caduta dall’alto;

x l’utilizzo sistematico da parte di tutte le ASL del software regionale progettato per la raccolta dati on-line relativi ai controlli nei cantieri.

Tabella 2 - Stato di avanzamento Progetto Edilizia

Anno 2005 2006 2007 obiettivo 2008

Cantieri controllati 6.092 7.203 7.593 8.500

Sopralluoghi 9.720 12.285 11.575 12.700

Inserimento nei Regolamenti Locali di Igiene dell’obbligo sistemi aggancio sui tetti

12* tutte le ASL

N. edifici controllati 200

Coinvolgimento polizia Locale nei controlli sui cantieri:

_ corsi formazione / n. agenti

coinvolti 995*

_ n. Comuni che hanno

sottoscritto il protocollo con ASL 263*

Protocollo con Ordini e Collegi Professionali

su regole minime per Coordinatori della sicurezza

presentato documento in attesa di valutazioni e proposte

sigla protocollo in tutte le Province

Formazione in Edilizia: predisposto

documento regionale

_ formazione dei Capicantiere predisposto

programma standard

_ n. corsi 40* 30

Verifica presenza

Medico Competente 5.016

Migliorare coordinamento

ASL-DPL dal 1 marzo 2008 operativo

software regionale on-line per raccolta dati sui controlli

Nel documento Rapporto Annuale (pagine 90-104)

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