Centro Regionale di Radioprotezione ARPA LOMBARDIA
LA RADIOATTIVITA’ AMBIENTALE IN LOMBARDIA
Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2015
Settembre 2016
Relazione predisposta da:
Maurizio Forte, Stefania Costantino
con il contributo di:
Giuseppe Abbate, Silvia Arrigoni, Pietro Badalamenti, Annamaria Cugini, Cecilia Danesino, Giovanni Gadaleta, Daniela Lunesu, Michelino Palermo, Marco Romanelli.
si ringrazia inoltre per il contributo cartografico:
Alessandro Menin
Verificata da:
Rosella Rusconi Responsabile CRR
Approvata da:
Maurizio Bassanino
Responsabile U.O.C. Agenti Fisici e Radioprotezione
Emessa il 7 settembre 2016
LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN LOMBARDIA
Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale – anno 2015
Indice
1. La misura della radioattività: perché? ... 1
2. Le reti di monitoraggio ... 4
3. La radioattività negli alimenti ... 9
4. Il latte vaccino ... 15
5. Le acque potabili ... 19
6. La radioattività nell’ambiente ... 24
7. Ambiente: l’aria ... 27
8. Ambiente: le acque superficiali ... 33
9. Ambiente: i boschi ... 40
10. Valutazione dei risultati e stime di dose ... 44
La misura della radioattività: perché?
Nell’ambiente che ci circonda sono presenti sostanze radioattive naturali di origine primordiale (legate alla nascita dell’universo) e cosmogenica (prodotte dall’interazione della radiazione cosmica con l’atmosfera terrestre). Nel nostro ambiente quotidiano possiamo trovare anche sostanze radioattive artificiali introdotte dall’uomo a seguito di immissioni controllate (come ad esempio quelle legate all’uso di composti radioattivi a scopo sanitario) o di eventi incidentali (come l’incidente di Chernobyl del 1986 e quello di Fukushima del 2011). I controlli sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia naturali che artificiali:
• sostanze radioattive naturali: lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle matrici più significative dal punto di vista della qualità dell’ambiente e dell’esposizione della popolazione;
• sostanze radioattive artificiali: i controlli sono finalizzati alla valutazione puntuale dello stato dell’ambiente e all’individuazione di eventuali situazioni di contaminazione di origine antropica dovute ad eventi incidentali nonché alla valutazione dell’esposizione della popolazione.
Questo tipo di verifiche rientra dalla fine degli anni ottanta nel piano di monitoraggio della radioattività ambientale previsto in tutte le regioni italiane e coordinato, a livello nazionale, dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale).
Riferimenti normativi
Il Trattato Euratom (EC, 1957) dispone che tutti gli Stati membri dell’Unione eseguano il controllo permanente del grado di radioattività dell’ambiente e delle principali derrate alimentari e che i risultati di tali rilevazioni siano regolarmente comunicati alla Commissione Europea. La legislazione nazionale riprende tale obbligo nell’articolo 104 del Decreto Legislativo 230/95 (DL, 1995) “Controllo sulla radioattività ambientale”, il quale prevede l’esistenza di reti di sorveglianza nazionali dei livelli di radioattività nell’ambiente, negli alimenti e nelle bevande e demanda alle singole Regioni la gestione delle reti uniche regionali attraverso il ricorso a strutture pubbliche idoneamente attrezzate. A livello centrale la rete dei controlli è coordinata dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
La misura della radioattività ambientale
Il controllo della radioattività ambientale, sia di origine naturale che di origine antropica, è un obbligo stabilito dall’Unione Europea, recepito successivamente sia a livello nazionale che regionale. In Lombardia la Rete di Monitoraggio della Radioattività è gestita da ARPA Lombardia, ed in particolare dal Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo.
Il monitoraggio della radioattività è richiesto dalla normativa nazionale e da quella europea e riguarda soprattutto la radioattività artificiale. Anche la radioattività naturale (ad esempio la radioattività naturale nelle acque), tuttavia, è oggetto di specifici controlli.
e la Ricerca Ambientale) che gestisce la rete RESORAD (Rete di Sorveglianza per il controllo sulla Radioattività ambientale), in cui confluiscono i dati prodotti da tutte le reti regionali. In collaborazione con tutte le Agenzie regionali, su mandato del Ministero dell’Ambiente, l’ISPRA ha recentemente rivisto e formalizzato nel “Manuale della Rete Resorad” (rev. 30 giugno 2014) la struttura attuale della rete nazionale RESORAD, anche sulla base delle richieste ed indicazioni fornite dall’Unione Europea.
In Lombardia la rete di monitoraggio della radioattività, che opera costantemente dal 1988, è gestita dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Con decreto n. 13312 del 20.12.2010 della D.G. Ambiente, Energia e Reti, nel 2010 la Regione ha riconosciuto in tale rete la rete unica regionale di cui all’art. 104 del decreto legislativo 230/95. La rete gestita da ARPA Lombardia è un esempio di buona pratica della conduzione delle reti regionali di monitoraggio ed è uno dei pochi casi in cui viene implementata a livello regionale la pressoché totalità dei controlli richiesti dall’Unione Europea (Raccomandazione UE 473/2000); la rete lombarda rappresenta inoltre un’eccellenza nel monitoraggio di alcuni comparti ambientali, come l’aria, in virtù della frequenza e sensibilità dei controlli, nonché nella misura di alcuni composti radioattivi, come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio, la cui determinazione richiede l’applicazione di tecniche di misura complesse e oramai disponibili a livello nazionale in pochissimi laboratori.
A partire dal settembre 2012, con decreto del D.G. n. 533 del 2/08/2012, è stato istituito presso ARPA Lombardia il Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), individuato come struttura specialistica di riferimento per la gestione dei casi e dei problemi attinenti le radiazioni ionizzanti e la radioprotezione. A tale struttura è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale. ARPA Lombardia ha in carico la gestione delle analisi, che vengono effettuate presso le due sedi laboratoristiche del CRR di Milano e di Bergamo, e garantisce direttamente l’esecuzione del monitoraggio radiometrico comprendente sia i controlli ambientali (prelievi ed analisi) che quelli sugli alimenti. In particolare, la sorveglianza sugli alimenti è condotta in collaborazione con la Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e con il supporto delle (ex) ASL per quanto riguarda l’attività di campionamento. Nella sede di Milano è attivo anche un laboratorio di radiochimica per le misure dei radionuclidi non rilevabili mediante la spettrometria gamma come lo stronzio 90, il plutonio ecc.
Dal Trattato Euratom (1957), Artt. 35 e 36
art 35: “Ciascuno stato Membro provvede agli impianti necessari per effettuare il controllo permanente del grado di radioattività dell’atmosfera, delle acque e del suolo… La commissione ha il diritto di accedere agli impianti di controllo e può verificarne il funzionamento e l’efficacia”
art. 36: “Le informazioni relative ai controlli contemplati dall’articolo 35 sono regolarmente comunicate dalle autorità competenti alla Commissione, per renderla edotta del grado di radioattività di cui la popolazione possa eventualmente risentire.”
Dal D.Lgs 230/95, Art. 104
1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 54, nonché le competenze in materia delle regioni, delle province autonome e dell'ANPA*, il controllo sulla radioattività ambientale è esercitato dal Ministero dell'ambiente; il controllo sugli alimenti e bevande per consumo umano ed animale è esercitato dal Ministero della sanità. I ministeri si danno reciproca informazione sull'esito dei controlli effettuati. Il complesso dei controlli è articolato in reti di sorveglianza regionale e reti di sorveglianza nazionale.
2. La gestione delle reti uniche regionali è effettuata dalle singole regioni, secondo le direttive impartite dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente. Le regioni, per l'effettuazione dei prelievi e delle misure, debbono avvalersi, anche attraverso forme consortili tra le regioni stesse, delle strutture pubbliche idoneamente attrezzate. Le direttive dei ministeri riguardano anche la standardizzazione e l'intercalibrazione dei metodi e delle tecniche di campionamento e misura.
3. Le reti nazionali si avvalgono dei rilevamenti e delle misure effettuati da istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati.
4. Per assicurare l'omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità di esecuzione dei prelievi e delle misure, relativi alle reti nazionali ai fini dell'interpretazione integrata dei dati rilevati, nonché per gli effetti dell'articolo 35 del Trattato istitutivo della CEEA, sono affidate all'ANPA* le funzioni d coordinamento tecnico. A tal fine l'ANPA*, sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente:
a) coordina le misure effettuate dagli istituti, enti o organismi di cui sopra, riguardanti la radioattività dell'atmosfera, delle acque, del suolo, delle sostanze alimentari e bevande e delle altre matrici rilevanti, seguendo le modalità di esecuzione e promuovendo criteri di normalizzazione e di intercalibrazione;
b) promuove l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e l'effettuazione delle relative misure di radioattività, quando ciò sia necessario per il completamento di un'organica rete di rilevamento su scala nazionale, eventualmente contribuendo con mezzi e risorse, anche finanziarie;
c) trasmette, in ottemperanza all'articolo 36 del Trattato istitutivo della CEEA, le informazioni relative ai rilevamenti effettuati.
5. Per quanto attiene alle reti nazionali, l'ANPA* provvede inoltre alla diffusione dei risultati delle misure effettuate.
6. La rete di allarme gestita dal Ministero dell'interno ai sensi della legge 13 maggio 1961, n. 469, concorre autonomamente al sistema di reti nazionali.
*NDR : oggi ISPRA
Le reti di monitoraggio
La struttura della rete di monitoraggio della radioattività è stata definita in sede europea con l’emanazione della Raccomandazione 2000/473/Euratom (EC, 2000) che richiama gli obblighi sanciti dal Trattato Euratom (1957). In questo documento sono elencate le matrici, alimentari ed ambientali, da sottoporre ad analisi, con quale periodicità effettuare i campionamenti, quali radionuclidi tenere in considerazione e che sensibilità analitica raggiungere (Tabella 1). La stessa Raccomandazione propone la suddivisione degli stati europei in aree macroregionali: la Lombardia appartiene all’area macroregionale Nord (Figura 2); in tale area molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state recentemente identificate da ISPRA (Manuale della Rete Resorad, rev. 30 giugno 2014) come punti rappresentativi della macroregione Nord per la rete europea, in virtù della sensibilità, completezza e continuità dei set di dati forniti.
A livello regionale le reti di monitoraggio, che derivano dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli della radioattività ambientale, sono definite in modo tale da soddisfare sia le richieste dell’Unione Europea che quelle Nazionali e sono gestite dalle Agenzie Regionali o Provinciali per la Protezione dell’Ambiente, le cui attività sono coordinate dall’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
ARPA Lombardia, come attuatore della rete unica regionale, ha definito il piano annuale di monitoraggio includendo matrici e punti di prelievo che afferiscono alla rete nazionale ed ulteriori matrici, punti di prelievo, e/o osservazioni ritenuti necessari o utili ai fini della sorveglianza ambientale locale (Tabella 2). La composizione della Rete Regionale di monitoraggio per l’anno 2015 è stata concordata con Regione Lombardia e formalizzata nel febbraio 2015.
La struttura della Rete 2015
La revisione della rete di monitoraggio effettuata nel 2014, che ha comportato una razionalizzazione dei punti di prelievo
La rete regionale, nazionale ed europea La rete Nazionale di sorveglianza discende da esigenze di monitoraggio della radioattività nell’ambiente e negli alimenti a seguito dell’adesione al Trattato Euratom e dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli evidenziata a fronte dell’incidente di Chernobyl (1986). Ad ARPA Lombardia ed in particolare al Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo, è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale, comprese le attività che confluiscono nella Rete Nazionale e successivamente nella Rete Europea istituita ai sensi del Trattato Euratom. Molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state identificate da ISPRA come punti rappresentativi della macroregione Nord Italia.
A seguito dell’entrata in vigore della Direttiva 2013/51/Euratom, che stabilisce requisiti per la tutela della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano (il cui recepimento D.Lgs.
28/2016 15 febbraio 2016) è stata avviata la pianificazione, in collaborazione con la D.G. Welfare, delle attività di monitoraggio radiometrico delle acque potabili sul territorio regionale.
Nel complesso il piano di monitoraggio regionale deve garantire il controllo dei seguenti comparti: alimenti, aria, ambiente acquatico e ambiente terrestre per i quali si rimanda alle schede di dettaglio.
Tabella 1 - Requisiti minimi delle reti di monitoraggio della radioattività secondo la Raccomandazione 2000/473
Matrice Parametro analitico Livello Notificabile (*)
ARIA BETA GLOBALE (**) 0,005 BQ/M3
Cs-137 0,03 BQ/M3
ACQUE SUPERFICIALI BETA RESIDUO (**) 0,6 BQ/L
Cs-137 1 BQ/L
ACQUE POTABILI H-3 100 BQ/L
Sr-90 0,06 BQ/L
Cs-137 0,1 BQ/L
RADIONUCLIDI NATURALI NON SPECIFICATO
LATTE Sr-90 0,2 BQ/L
Cs-137 0,5 BQ/L
DIETA MISTA Sr-90 0,1 BQ/D.P.(***)
Cs-137 0,2 BQ/D.P.
C-14 (*) NON SPECIFICATO
(*)Livello notificabile: concentrazione minima di cui si richiede notifica
(**)Misura non obbligatoria
(***)Becquerel/giorno persona
Figura 1 - Comparti controllati dalla rete di monitoraggio regionale
Suolo
Dose gamma in aria Particolato - gas
Muschi Bacche Selvaggina Funghi
Acqua superficiale DMO
Sedimenti
Pesci d’acqua dolce Carne
Latte Latticini
Frutta Verdura Cereali ecc.
Acqua potabile Ricadute
Tabella 2 - Piano annuale di campionamento ed analisi 2015 – Regione Lombardia
Matrice
N. punti di controllo
Frequenza di
campionamento Parametri analitici Punto di prelievo
DOSE GAMMA AMBIENTALE 2 Giornaliera Dose gamma Centri urbani
ARIA - PARTICOLATO
ATMOSFERICO (PTS) 2 Giornaliera/Settimanale/Mensile Gamma emettitori
Centri urbani
ARIA – FASE GASSOSA 1 Settimanale Gamma emettitori
FALLOUT 2 Mensile Gamma emettitori
Centri urbani
1 Mensile Stronzio 90
1 Mensile Plutonio
DMO 7 Trimestrale Gamma emettitori
Corsi d’acqua superficiali
1 Semestrale Stronzio 90
1 Semestrale Plutonio
ACQUE SUPERFICIALI 3 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori
Fiumi/Laghi
3 Trimestrale/Semestrale Beta totale
ACQUE REFLUE, DEPURATE,
FANGHI 12 Semestrale Gamma emettitori Impianti di depurazione
PESCI DI LAGO 4 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori Corpi idrici superficiali FUNGHI SPONTANEI
(prodotti locali) 7 Annuale Gamma emettitori
Ambiente boschivo naturale FRUTTI DI BOSCO
(prodotti locali) 5 Annuale Gamma emettitori
UNGULATI SELVATICI
(cinghiali, caprioli, daini) 7 Annuale Gamma emettitori
LATTE VACCINO DI CENTRALE 13 Mensile Gamma emettitori
Centrali di produzione
5 Mensile Stronzio 90
CARNE BOVINA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori
Centri di produzione rilevanti o grandi centri
di smercio
CARNE SUINA 2 Trimestrale Gamma emettitori
POLLAME 2 Trimestrale Gamma emettitori
CEREALI E DERIVATI - PASTA 1 Trimestrale Gamma emettitori
CEREALI E DERIVATI - RISO 2 Trimestrale Gamma emettitori
CEREALI E DERIVATI - FARINA 1 Trimestrale Gamma emettitori
DERIVATI DEL LATTE 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori
FRUTTA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori
Grandi centri di smercio
VERDURA A FOGLIA LARGA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori
VERDURA NON A FOGLIA LARGA
2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori
MOLLUSCHI 1 Trimestrale Gamma emettitori
PASTO COMPLETO 1 Mensile Gamma emettitori
Mense aziendali
1 Mensile Stronzio 90
ACQUA POTABILE DI RETE 3 Mensile Gamma emettitori
Rete di distribuzione
1 Trimestrale Stronzio 90
1 Mensile Alfa/Beta tot
1 Mensile Trizio
Matrice
N. punti di controllo
Frequenza di
campionamento Parametri analitici Punto di prelievo
MANGIME ANIMALE 1 Trimestrale Gamma emettitori
Azienda agricola
1 Trimestrale Stronzio 90
FORAGGIO 1 Annuale Gamma emettitori
Azienda agricola
1 Annuale Stronzio 90
Figura 2 - Definizione delle aree macroregionali (cartina aggiornata al 2000)
Sono visualizzate le “aree macroregionali” individuate dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom. L’Italia è divisa in tre aree (nord- centro-sud). A ciascuna area macroregionale corrisponde un punto della “rete diradata” che deve garantire prestazioni elevate e un controllo approfondito.
La radioattività negli alimenti
Gli alimenti
Le matrici alimentari da analizzare nell’ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale, come indicato dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom, sono le seguenti:
Acqua potabile – componente dell’alimentazione umana il cui controllo è previsto anche dal D.L.vo 31/01 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano”, che prevede esplicitamente l’obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività non solo di origine artificiale. Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda “acque potabili”. Novità nel controllo delle acque sono state introdotte dal D.L.vo 28/2016, già in parte recepito nel piano dei controlli dell’anno 2016.
Latte - componente importante nell’alimentazione umana e dei bambini in modo particolare, indicatore di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. Il latte viene trattato più diffusamente in una specifica scheda (vedi: il latte vaccino).
Alimenti solidi – alimenti costituenti (o componenti) della dieta umana rappresentativi della dieta nazionale e regionale; per le derrate alimentari, la Raccomandazione 2000/473 prevede l’esecuzione di misure sui singoli ingredienti selezionati tra i più importanti del pasto medio italiano (elenco e consumi medi sono riportati in Tabella 1) assicurando, in questo modo, la rappresentatività del campionamento rispetto alla dieta tipo della popolazione lombarda. È prevista, inoltre, la misura del pasto completo che si consuma in una mensa scolastica o aziendale.
Il monitoraggio degli alimenti viene eseguito di concerto con le ASL (oggi ATS) che si occupano del prelievo degli alimenti secondo uno schema concordato tra ARPA e la Direzione Generale Welfare della Regione. Il piano di monitoraggio della radioattività negli alimenti prevede l’esecuzione di controlli dei principali componenti della dieta umana (per lo più prodotti Gli alimenti
Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee viene monitorata la radioattività presente nei principali alimenti distribuiti in Lombardia.
Ogni anno sono sottoposti a misura radiometrica oltre 400 campioni degli alimenti più comuni, scelti in base alle indicazioni del piano regionale di monitoraggio. Gli alimenti sono prelevati in grandi centri di distribuzione e non sono necessariamente prodotti in Lombardia in quanto viene privilegiato il criterio del “campionamento al consumo”.
Il monitoraggio degli alimenti è condotto in collaborazione con le ATS (ex ASL) e la Sanità Regionale. Si ricercano i gamma emetitori, come il cesio 137, e in alcuni casi lo stronzio 90.
non derivati) allo scopo di stimare la dose alla popolazione. Il criterio di selezione dei prodotti da sottoporre a controllo è pertanto quello del largo consumo: vengono prelevati presso grossi centri di distribuzione (tipicamente mercati generali) gli alimenti pronti per la vendita sul territorio regionale, anche se prodotti in altre regioni. La scelta del tipo di frutta e verdura da analizzare viene effettuato secondo il criterio della stagionalità.
Le analisi sono dirette principalmente alla misura dei radionuclidi gamma emettitori, compreso il cesio 137, che costituiscono la stragrande maggioranza delle sostanze radioattive esistenti. In alcuni casi specifici viene effettuata anche la misura dello stronzio 90, che oltre al cesio 137 è l’altro elemento radioattivo che è ancora possibile misurare in tracce in alcuni tipi di alimenti.
Riportiamo di seguito una breve sintesi dei risultati delle misure effettuate (principalmente riferite al cesio 137).
CONCLUSIONI
Il piano di monitoraggio degli alimenti di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2015 sono stati analizzati 427 campioni alimentari per la ricerca di gamma-emettitori (in particolare cesio 137). In 28 campioni (principalmente di latte vaccino) è stato ricercato anche l’isotopo stronzio 90. Nella maggior parte dei campioni la radioattività artificiale è risultata inferiore a quanto misurabile. Nei casi in cui sono stati rilevati i radioisotopi artificiali cesio 137 e stronzio 90, le concentrazioni misurate sono così piccole da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. Le quantità rilevate sono compatibili con gli
“strascichi” lasciati in ambiente dall’incidente di Chernobyl e dai test nucleari in atmosfera degli anni ’60.
Tabella 1 - Consumi medi giornalieri per i principali alimenti della dieta italiana (grammi)
Figura 1 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione per matrice del tipo di campioni analizzati (anno 2015)
ACQUA 36
BACCHE CARNE 18
CEREALI E DERIVATI 31 16 ERBA E FORAGGIO
1 FRUTTA E VERDURA
50 FUNGHI
49
LATTE E DERIVATI 172
MANGIME 4
PASTO MEDIO 4
PESCI E MOLLUSCHI 46
Alimento Lattanti Bambini Adulti
CEREALI 50 240 300
LATTE 700 250 220
DERIVATI DEL LATTE 10 30 40
CARNI BOVINE 20 55 65
CARNI OVINE - 2 3
CARNI SUINE - 30 60
PESCE 20 25 30
POLLAME 20 30 35
UOVA 15 25 30
VEGETALI A FOGLIA 25 100 150
ALTRI VEGETALI 25 250 340
FRUTTA 50 200 260
OLIO 10 40 50
ACQUA POTABILE 700 1000 1500
VINO - - 250
Figura 2 - Cesio 137 negli alimenti: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2015)
0 10 20 30 40 50
BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA
ACQUA BACCHE CARNE CEREALI E DERIVATI
ERBA E FORAGGIO FRUTTA E VERDURA FUNGHI LATTE E DERIVATI
MANGIME PASTO MEDIO PESCI E MOLLUSCHI
Figura 3 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2015)
BG 34
BS CR
45 LC 40 LO 12
MI 126
MN 20
PV 12
SO 49
VA 23
Tabella 2 - Riassunto delle determinazioni di cesio 137, stronzio 90 attività alfa e beta totale effettuate nel 2015 sugli alimenti e sull’acqua potabile
Sono riportate le macrocategorie e le singole matrici analizzate (prima e seconda colonna), il numero di campioni analizzati per singola matrice (terza colonna) e il numero di campioni che hanno dato risultati rispettivamente inferiori e superiori alla minima attività rivelabile (MAR) in quarta e quinta colonna. Nelle ultime due colonne sono riportati i valori medi e massimi di concentrazione dei radionuclidi, considerando i soli risultati superiori alla MAR.
I funghi commestibili e le bacche sono contabilizzate tra i prodotti spontanei (vedi cap. "i boschi")
Cesio 137
Categoria Matrice N. campioni N. camp.
< MAR
N. camp.
> MAR
Att. Media ( > MAR) Bq/kg
Att. max.
(> MAR) Bq/kg
ACQUA ACQUA POTABILE RETE 36 36 0 - -
CARNE BOVINA 15 12 3 0,39 0,63
CARNE POLLAME 8 8 0 - -
CARNE SUINA 8 7 1 - 0,17
LATTE 156 145 11 0,092 0,19
DERIVATI DEL LATTE 16 16 0 - -
CEREALI 8 8 0 - -
DERIVATI DEI CEREALI 8 8 0 - -
MANGIME MANGIME 4 2 2 0,065 0,080
ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO 1 1 0 - -
FRUTTA 17 17 0 - -
ORTAGGI 13 13 0 - -
VERDURA FOGLIA LARGA 13 10 3 0,047 0,093
PESCE ACQUA DOLCE 40 4 36 0,95 2,50
MOLLUSCHI COZZE 4 4 0 - -
PASTO PASTO COMPLETO 4 4 0 - -
Stronzio 90
Categoria Matrice N. campioni N. camp.
< MAR
N. camp.
> MAR
Att. Media ( > MAR) Bq/kg
Att. max.
(> MAR) Bq/kg
ACQUA ACQUA POTABILE RETE 4 4 0 - -
LATTE E DERIVATI LATTE 28 6 22 0,02 0,11
MANGIME MANGIME 1 0 1 - 0,28
ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO 1 0 1 - 0,23
PASTO PASTO COMPLETO 4 0 4 0,02 0,27
Attività α totale
Categoria Matrice N. campioni N. camp.
< MAR
N. camp.
> MAR
Att. Media ( > MAR) Bq/kg
Att. max.
(> MAR) Bq/kg
ACQUA ACQUA POTABILE RETE 12 0 12 0,088 0,099
Attività β totale
Categoria Matrice N. campioni N. camp.
< MAR
N. camp.
> MAR
Att. Media ( > MAR) Bq/kg
Att. max.
(> MAR) Bq/kg
ACQUA ACQUA POTABILE RETE 12 8 4 0,081 0,088
CARNE
LATTE E DERIVATI
CEREALI E DERIVATI
FRUTTA E VERDURA
PESCI E MOLLUSCHI
Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nella carne bovina
Il valore di riferimento per tutti i campioni di alimenti, indicato nel Regolamento Europeo 733/2008 modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 600 Bq/kg per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1998 quasi tutte le misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile.
0 50 100 150 200 250
1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014
Bq/kg
Attività Cesio 137
Valori <MAR
Figura 5 - Concentrazione di cesio 137 e stronzio 90 nel pasto medio nell’anno 2015
Nei campioni di pasto medio la concentrazione di cesio 137 è risultata inferiore alla minima attività rivelabile in tutti i campioni (nel grafico sono rappresentati con barre tratteggiate i valori inferiori alla minima attività rilevabile). La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile, ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio.
0 0,01 0,02 0,03 0,04
1° Trim 2° Trim 3° Trim 4° Trim
Bq/kg
Il latte vaccino
Il latte vaccino
Tra gli alimenti un’attenzione particolare è da sempre posta nel controllo del latte vaccino fresco perché è un componente importante nell’alimentazione umana (e dei bambini in modo particolare) oltre a risentire immediatamente di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. I campionamenti di latte sono pertanto effettuati nelle principali centrali di produzione (10 in totale) che si trovano nel territorio lombardo (Figura 1). Il latte vaccino fresco è una delle poche matrici alimentari (insieme ai pesci di lago ed ai funghi spontanei – vedi schede specifiche) legate al luogo di produzione, in quanto il latte fresco commercializzato in Lombardia è per lo più prodotto nelle immediate vicinanze della centrale di produzione. Sono sottoposte a controllo le concentrazioni di cesio 137 e di stronzio 90, entrambi radionuclidi artificiali immessi in ambiente sia dall’incidente di Chernobyl che a seguito dei test nucleari in atmosfera degli anni sessanta (Figure 2 – 4). Viene inoltre effettuato il monitoraggio del latte prodotto in due aziende agricole, una a Senna Comasco (nella zona storicamente più colpita dalle ricadute di Chernobyl) ed una a Crotta d’Adda (in prossimità della Centrale di Caorso).
Le concentrazioni di cesio 137 nei latti di stalla risultano sempre inferiori alla minima attività rivelabile. Dai grafici riportati si evidenzia che, a quasi 30 anni dall’incidente di Chernobyl, le concentrazioni di cesio 137 e stronzio 90 sono estremamente piccole e le differenze di contaminazione tra latti prodotti in diverse zone della Lombardia sono ormai quasi scomparse.
Anche i controlli effettuati sul latte a lunga conservazione prodotto in una delle centrali già monitorate per il latte fresco (Peschiera) hanno dato risultati confrontabili con quelli già riportati.
CONCLUSIONI
Il monitoraggio del latte vaccino fresco effettuato nel 2015 ha fornito risultati coerenti con l’andamento storico della radiocontaminazione. La maggior parte delle analisi di cesio 137 ha dato esiti inferiori alla soglia di rilevazione, specialmente per i campioni di latte della zona meridionale pianeggiante della regione. I valori di stronzio 90 misurati sono simili a quelli degli anni precedenti e più alti per Il latte vaccino
Il latte vaccino è l’alimento monitorato con la frequenza più elevata data la sua importanza nella dieta, in particolar modo quella infantile, e la sua caratteristica di marcatore ambientale. Il metabolismo dell’animale, infatti, può concentrare nel latte in modo specifico alcuni radionuclidi. Per questo motivo viene analizzato, in un numero selezionato di campioni, anche lo stronzio 90, chimicamente analogo al calcio.
Contrariamente a quanto avviene per gli alimenti, nel caso del latte fresco i campionamenti si svolgono alle centrali di produzione e, in alcuni casi, direttamente alle stalle. Il latte fresco infatti tende ad avere una catena di distribuzione prevalentemente locale.
i campioni provenienti dalla fascia prealpina e alpina. Queste tracce di radiocontaminazione sono ascrivibili alle ricadute del passato e inferiori per diversi ordini di grandezza ai valori fissati dalla Comunità Europea. Nessun danno alla salute è pertanto ipotizzabile. La stessa conclusione vale per il latte a lunga conservazione prodotto da una delle più grandi centrali lombarde.
Figura 1 - Punti di prelievo del latte vaccino in Lombardia (di stalla e di centrale)
Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate)
Il valore di riferimento indicato nel Regolamento Europeo 733/2008, modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 370 Bq/kg per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1992 la maggior parte delle misure ha fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile (vedi anche i dati in Figura 3).
0 5 10 15 20 25 30 35
1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Bq/kg
Attività Cesio 137 Valori <MAR
Figura 3 - Andamento della concentrazione di stronzio 90 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate) tra gli anni 1986 e 2015
La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile nella maggior parte dei campioni analizzati, i valori rilevati sono comunque minimi e non comportano alcun tipo di rischio.
0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14
1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Bq/kg
Figura 4 - Concentrazione di stronzio 90 nel latte delle Centrali di Vernate (MI), Varese, Casalmaggiore (CR), Albano S.
Alessandro (BG) e Chiuro (SO) per gli anni 2013 – 2015
0,000 0,010 0,020 0,030 0,040 0,050 0,060 0,070 0,080 0,090 0,100
I trim 2013 II trim 2013 III trim 2013 IV trim 2013 I trim 2014 II trim 2014 III trim 2014 IV trim 2014 I trim 2015 II trim 2015 III trim 2015 IV trim 2015
Bq/kg
Vernate Varese
Casalmaggiore Albano S.A.
Chiuro
Le acque potabili
L’acqua potabile proveniente sia dalla falda che da acque di superficie contiene normalmente sostanze radioattive naturali. La presenza di radionuclidi di origine naturale nelle acque, infatti, è un fatto usuale dovuto a fenomeni di natura geologica e prescinde nella maggior parte dei casi da ipotesi di inquinamento antropico. Il contatto dell’acqua con le rocce dell’acquifero fa sì che vengano solubilizzati i composti che le costituiscono, compresi quelli radioattivi. Poiché anche le sostanze radioattive naturali possono costituire un rischio per la salute, il problema della loro presenza nelle acque potabili non può essere trascurato. La presenza di radioattività di origine artificiale è più probabile nelle acque superficiali che possono essere più facilmente contaminate da ricadute di materiale radioattivo di quanto accada per falde profonde. l controlli sulle acque sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia artificiali che naturali.
Lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle acque utilizzate a scopo potabile e stimare la dose alla popolazione, anche alla luce della Direttiva Europea 2013/51/Euratom del 22/10/13 “che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano”, recentemente recepita nel nostro paese col D.Lgs. 28/2016 di cui sono attesi i Decreti attuativi. Questa prevede esplicitamente l’obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività quali la Dose Indicativa (DI) e la concentrazione di radon, indica inoltre i livelli di riferimento per una vasta serie di radionuclidi sia naturali che artificiali. La Direttiva inoltre individua come “criterio di screening” la misura dell’attività alfa e beta totale, fissando dei valori al di sotto dei quali non sono necessari approfondimenti ulteriori e l’acqua può essere considerata sicura dal punto di vista radiometrico. Per valori superiori devono essere effettuate indagini di approfondimento determinando le concentrazioni dei singoli radionuclidi presenti e calcolando la dose totale. Il valore di riferimento per quest’ultima è fissato in 0,1 mSv/anno. Il valore di riferimento per il radon 222 è invece di 100 Bq/l.
Le acque potabili
L’acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale e può contenere sostanze radioattive di origine artificiale. ARPA esegue da anni controlli sulle acque destinate al consumo umano al fine di escludere possibili rischi per la salute coerentemente alla normativa italiana ed europea vigente.
I controlli sono effettuati in continuo sull’acqua di rete di tre città (Milano, Bergamo e Sondrio), mentre campagne di misura più estese sono state condotte sull’intero territorio regionale.
La radioattività artificiale
ARPA Lombardia effettua da diversi decenni un monitoraggio in continuo in tre punti degli acquedotti di Milano, Bergamo e Sondrio, misurando l’attività gamma su elevati volumi di acqua adeguatamente concentrati (Tab. 1). Si è aggiunto, nel 2015, un quarto punto rete nella città di Brescia, ubicato presso i laboratori dell’acquedotto locale (A2A) e gestito in collaborazione. Nel punto rete di Milano viene inoltre misurata mensilmente l’attività alfa e beta totale. La sensibilità sperimentale, in termini di limite di rivelazione, per quanto riguarda Cs 137 è di circa mille volte inferiore alla sensibilità richiesta per legge perché lo scopo non è solo quello di verificare la salubrità dell’acqua da un punto di vista radiometrico ma di avvistare in modo precoce qualsiasi fenomeno di inquinamento antropico della falda.
Tab. 1 – Punti di controllo in continuo dell’acqua di rete Città Punto di prelievo Volumi campionati
(l/mese)
Limite rivelazione (Cs 137) (Bq/l)
Sensibilità richiesta (Cs 137) (Bq/l)*
Milano Sede ARPA 150 5∙10-4 5∙10-1
Bergamo Sede ARPA 200 8∙10-4 5∙10-1
Brescia Sede A2A 90 1∙10-3 5∙10-1
Sondrio Sede ARPA 350 5∙10-4 5∙10-1
* D.Lgs. 28/2016: Allegato III, tab. 2
La radioattività naturale
Negli scorsi anni ARPA Lombardia aveva realizzato un primo screening a livello regionale sulla radioattività naturale nelle acque potabili, che in Italia ha certamente una rilevanza per la salute maggiore della radioattività artificiale. Una prima mappatura aveva comportato prelievi nei capoluoghi di provincia lombardi, successivamente erano stati selezionati almeno altri due punti per provincia allo scopo di avere una prima copertura territoriale omogenea. Parallelamente sono stati realizzati approfondimenti specifici ove ritenuto necessario per motivi di densità demografica o per specificità note presenti negli acquiferi o nella geologia della zona (Fig. 1). Sono state investigate con maggior dettaglio la provincia di Sondrio, l’Oltrepò Pavese, la Val Brembana, le aree circostanti a Parabiago e Lodi, la città di Milano e, più recentemente, la città di Brescia. Complessivamente sono state prelevate e analizzate acque in 152 punti misurando sempre l’attività alfa e beta totale e, a seconda delle circostanze, radionuclidi naturali specifici quali radon 222, radio 226, radio 228, isotopi dell’uranio. Sono stati investigati 86 comuni lombardi su 1544 per una copertura demografica corrispondente a circa il 30% del totale (Tab.2).
Tutti i dati ottenuti sono disponibili sul sto di ARPA Lombardia: nell’area tematica “radioattività” una nuova sezione1 riguardante le acque potabili riporta, oltre ad una serie di utili informazioni e rimandi bibliografici, anche i resoconti di tutte le indagini effettuate e i risultati analitici per tutti i comuni monitorati. In sintesi si può affermare che in Lombardia non sono state finora individuate situazioni in cui il valore di parametro per la dose (0,1 mSv/anno) sia superato. Anche
nei pochi casi in cui sono stati i parametri di screening (attività alfa/beta totale), le successive indagini di approfondimento previste dalla legge e comportanti l’analisi dei singoli radionuclidi hanno permesso di dimostrare che comunque ciò non implicava un superamento del parametro di dose.
Una nuova campagna regionale
La Direttiva Europea (2013/51/Euratom) ed il suo recepimento (D. Lgs. 28/2016) hanno posto richieste più stringenti sia in termini di parametri da determinare che in termini di copertura demografica e territoriale: questo sia per la radioattività di originale artificiale che per quella naturale. La programmazione di una campagna di monitoraggio delle acque potabili in Lombardia è complessa data l’estensione del problema: in Lombardia esistono circa 2.000 reti acquedottistiche ed un numero totale di prese d’acqua pubbliche pari circa a 8.000, sia sotterranee che superficiali. La popolazione, quasi 10 milioni di persone, è distribuita in 1.544 comuni. Nel 2015 si è avviata, in collaborazione con la DG Welfare regionale, la programmazione di una nuova campagna regionale avente i seguenti obiettivi:
• Arrivare ad una copertura demografica di almeno il 50% della popolazione
• Realizzare una copertura territoriale omogenea
• Misurare, per ogni punto scelto, almeno l’attività alfa/beta totale e la concentrazione di radon 222, integrando eventualmente con le determinazioni aggiuntive che si rendessero necessarie.
• Considerare tutte le specificità geologiche ed idrogeologiche note effettuando eventuali campionamenti ad hoc
• Tenere in considerazione eventuali pozzi privati di industrie alimentari
Questa campagna, da avviarsi di concerto con la Direzione Welfare di Regione Lombardia, dovrà inoltre avvalersi del supporto organizzativo delle ASL (ora ATS) e della collaborazione dei gestori degli acquedotti.
Si provvederà nel corso del 2016 ad attivare gli opportuni contatti per completare la pianificazione di dettaglio e ad avviare la campagna.
CONCLUSIONI
La radioattività presente nelle acque potabili lombarde è di origine naturale, ed è dovuta prevalentemente agli isotopi dell’uranio. I livelli misurati sono tali che si ha sempre il rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, sia europea che nazionale. Una nuova Direttiva Europea (2013/51/Euratom) puntualizza i requisiti radiometrici richiesti alle acque potabili, ARPA Lombardia sta avviando pertanto una nuova campagna regionale di monitoraggio che ne applica i criteri; i dati ottenuti sino ad ora appaiano del tutto tranquillizzanti.
Fig. 1: Punti di campionamento nelle campagne realizzate negli anni dal 2005 ad oggi
Tab. 2: Campagne già realizzate (2005-oggi) - Popolazione e comuni lombardi esaminati almeno una volta per almeno un parametro
ASL Totale popolazione Popolazione esaminata Totale comuni Comuni esaminati
Popolazione esaminata
(%)
Comuni esaminati
(%)
BG 1080522 166868 244 8 15 3
BS 1135918 193359 164 2 17 1
CO 602713 125029 160 3 21 2
CR 369676 110022 115 3 30 3
LC 339510 58342 90 3 17 3
LO 253270 86401 62 9 34 15
MN 428882 73337 70 3 17 4
MI 0 1532336 1351281 7 2 88 29
MI 1 892867 202383 73 8 23 11
MI 2 540423 65008 53 5 12 9
MB 836483 119890 55 1 14 2
PV 546807 130956 190 13 24 7
SO 192284 97033 78 22 50 28
Val Cam. 102508 15539 42 1 15 2
VA 863229 99891 141 3 12 2
TOT 9724728 2895339 1544 86 30 6
Tab 3: Differenti criteri per coprire 50% popolazione regionale: n. di comuni
50% su base regionale 50% su base ATS
Da esaminare 89 186
Totali 118 222
La radioattività nell’ambiente
Le matrici
Le matrici ambientali analizzate nell’ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono:
Aria: sono analizzati sia la frazione gassosa dell’aria che il particolato atmosferico totale sospeso (PTS), sono inoltre raccolte e analizzate le ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche. Si effettua in continuo la misura della dose gamma in aria, finalizzata alla pronta individuazione di eventi incidentali anche di origine transfrontaliera (vedi scheda Ambiente: l’aria).
Acque superficiali: il monitoraggio comprende non solo le acque di fiume e di lago ma anche la vegetazione acquatica, la fauna ittica, i sedimenti ed il detrito minerale organico (DMOS). Le misure hanno lo scopo di quantificare il contenuto di radioattività dei corpi idrici, che possono essere interessati da immissione locale di reflui contaminati, e di valutare l’entità dell’eventuale contaminazione trasferibile agli altri comparti ambientali.
Vengono monitorate anche le acque reflue urbane, in ingresso agli impianti di depurazione, e le acque in uscita da questi ultimi, il cui controllo fornisce utili informazioni sull’eventuale immissione locale di reflui contaminati in corpi idrici (vedi scheda: Ambiente – le acque superficiali).
Ambiente boschivo naturale: comprendente funghi, bacche selvatiche, muschi e selvaggina. In questi ambienti, tendenzialmente indisturbati, la contaminazione delle passate ricadute si è conservata in modo più marcato.
CONCLUSIONI
Il piano di monitoraggio ambientale di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2015 sono stati analizzati 449 campioni ambientali. I risultati, riportati in dettaglio nelle schede specifiche, non mostrano rilevanti anomalie.
L’ambiente
Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee, viene monitorata la radioattività presente in ambiente tramite misure di dose gamma e del particolato atmosferico, il controllo dei gas in atmosfera e delle deposizioni al suolo, delle acque superficiali (acque, vegetazione, pesci, sedimenti), dei reflui fognari e depuratori, dei prodotti dell’ambiente boschivo e selvatico (funghi, bacche selvatiche, muschi ).
I prelievi sono estesi alla Lombardia e comportano oltre 400 analisi all’anno.
Tabella 1 - Matrici ambientali: punti di campionamento e numero di campioni analizzati1 n. punti campionamento n. campioni PARTICOLATO SOSPESO (PTS) 2
ARIA FRAZ. GASSOSA 1
RICADUTE UMIDE E SECCHE 2
ACQUA DI FIUME 1
DMO 6
ACQUA DI LAGO 2
PESCI D'ACQUA DOLCE 3
DEPURATORI 12 79
FUNGHI 3
BACCHE 2
CINGHIALI 7
ALTRA SELVAGGINA 1
ARIA
225
ACQUE SUPERFICIALI
72
BOSCHI
73
1 Non sono stati considerati i dati di dose gamma giornaliera, precedentemente compresi nel computo dei campioni e dal 2015 conteggiati in termini di campagne di misura
Figura 1 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del tipo di campioni analizzati (anno 2015) I campioni sono suddivisi per macrocategorie
ARIA 225
BACCHE
3 DEPURATORI
79
FIUMI E LAGHI 72
FUNGHI 35 SELVAGGINA
35
Figura 2 - Cesio 137 in ambiente: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2015)
0 20 40 60 80 100 120 140
BG BS CO CR LC LO MB MI MN PV SO VA
ARIA DEPURATORI FIUMI E LAGHI FUNGHI E BACCHE SELVAGGINA
N.B. Non sono stati contabilizzati i campioni giornalieri di PTS (circa 400)
Figura 3 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2015)
CO 41 CR
7 LC 53
LO 10
MB 3
MI
133 MN
14 PV
16
SO 27
VA 24
Ambiente: l’aria
La misura dei livelli di radioattività in aria è il più precoce indicatore di incidenti nucleari, anche con origine esterna al territorio nazionale. I dati relativi a questo monitoraggio sono raccolti quotidianamente presso più punti di prelievo (Figura 1) e prontamente comunicati, in caso di anomalie, alla Sala Operativa del Centro Emergenza Nucleare di ISPRA a Roma. La misura della radioattività in aria viene effettuata da ARPA Lombardia con le diverse tecniche, complementari fra loro, qui descritte. Le elevate prestazioni dei sistemi di misura utilizzati da ARPA Lombardia hanno fatto sì che il punto di misura di Milano venisse identificato come rappresentativo della macroregione Nord Italia per la rete diradata (ad alta sensibilità) dell’Unione Europea (vedi cap. “Le reti di monitoraggio”).
La dose gamma in aria
La misura della dose gamma in aria è un rapido indicatore di incrementi di radioattività dovuti a rilasci di sostanze radioattive in aria, anche come conseguenza di eventi incidentali di origine transfrontaliera. Il principale limite della tecnica è la limitata sensibilità che consente di riconoscere solo anomalie di dimensioni rilevanti: l’incidente di Fukushima, ad esempio, non ha prodotto alcuna variazione dei valori di intensità di dose in aria mentre è stato rilevato dalla rete per la misura del particolato atmosferico (vedi nel seguito). Sul territorio nazionale sono presenti anche altre reti per il monitoraggio in continuo dell’intensità di dose gamma in aria, come la “Rete Gamma” di ISPRA, costituita da 55 centraline di monitoraggio automatico, di cui 6 in Lombardia (Figura 1), che forniscono in tempo reale una misura del rateo di dose gamma assorbita in aria.
ARPA Lombardia effettua le misure di dose gamma in aria con sistemi semiautomatici presso le sedi di Milano e Bergamo.
Il particolato sospeso (PTS)
La misura del particolato totale sospeso (PTS) viene effettuata in continuo tramite il prelievo del particolato sospeso in aria, tra cui anche quello radioattivo immesso in atmosfera in seguito ad eventuali incidenti. Il filtro su cui viene raccolto
L’aria
Il monitoraggio della radioattività dell’aria in Lombardia prevede misure di radionuclidi che si trovano sia nel particolato (es. cesio 137) che nella fase gassosa (es. iodio 131).
Sono monitorati anche radionuclidi artificiali quali lo stronzio 90 e gli isotopi 238, 239 e 240 del plutonio nelle ricadute atmosferiche umide e secche.
Viene inoltre misurata, in continuo e con sistemi semiautomatici, la dose gamma in aria.
In virtù delle elevate prestazione dei sistemi adottati questi punti di misura sono stati scelti come riferimento per il nord Italia nella “rete diradata”
europea.
il particolato viene periodicamente sostituito e analizzato in laboratorio. In Lombardia sono attive, nel 2015, due stazioni di prelievo del particolato presso le sedi ARPA di Milano e Bergamo. Questo tipo di controllo è il più rapido ed efficace indicatore di incidenti nucleari.
La stazione di Milano è attiva dal 1988 ed è stata la prima stazione a livello nazionale per il controllo ad alta sensibilità della radiocontaminazione del particolato atmosferico. I prelievi sono condotti in continuo e le determinazioni analitiche effettuate giornalmente; ciò consente l’individuazione precoce di eventi incidentali di qualsiasi origine anche di modestissima entità. L’elevata sensibilità del sistema (tra le migliori in Europa) ha giustificato l’inserimento della stazione di Milano nella rete di allarme di ISPRA per l’individuazione di incidenti nucleari.
In Figura 2 si riporta l’andamento della concentrazione media mensile di cesio 137 nel particolato atmosferico (polveri totali sospese) prelevato nella città di Milano. Il cesio 137 visibile nell’aria è ancora conseguenza principalmente dell’incidente di Chernobyl. Le concentrazioni sono diminuite costantemente nel tempo con un andamento di tipo esponenziale ed attualmente si sono attestate su valori dell’ordine del µBq/m3.
Aria – frazione gassosa
ARPA Lombardia ha aggiunto al sistema di captazione del particolato una trappola specifica, sviluppata all’inizio degli anni 2000 presso il laboratorio di Milano, in grado di catturare lo iodio 131 presente come gas e non fissato sulle particelle sospese in aria. Questo ha permesso, ad esempio, una stima molto accurata della concentrazione di radioiodio in atmosfera nel corso dell’incidente di Fukushima.
Le ricadute atmosferiche
La misura delle deposizioni al suolo – o fallout - viene effettuata tramite la raccolta in vasche delle ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche (polvere risospesa). Tale monitoraggio, condotto in 2 stazioni, si aggiunge ai precedenti per garantire un sistema completo di controllo della radioattività in aria. In particolare per il fallout le misure sono dirette all’individuazione, oltre che dei gamma emettitori come il cesio 137, anche di radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio 238, 239 e 240 (Figure 3, 4 e 5), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni ’60.
CONCLUSIONI
In Lombardia viene costantemente monitorata la radioattività artificiale nell’aria. Le misure effettuate nel 2015 hanno evidenziato valori di radioattività artificiale inferiori alla minima attività rilevabile o comunque in concentrazioni tali da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana.
Figura 1 - Punti di controllo della dose gamma, del particolato e delle ricadute.
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