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Newsletter 21 del 3 dicembre 2015

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Newsletter 21 del 3 dicembre 2015

In questo numero:

La Legge di stabilità è ora all’esame della Camera

Riprendono le trattative all’ARAN per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione

80 milioni all’IIT, sull’unghia e con urgenza...

… mentre la Corte dei Conti comincia ad avere qualche perplessità sull’Istituto

CNR: nominate le ultime commissioni dei concorsi ex art. 15 ma altre defezioni arrivano

CNR: pasticci anche nel rinnovare i Consigli di Istituto

Poli di innovazione CNR in Calabria: una realtà o la prosecuzione di un sogno...??

Designato dal CdM il Presidente dell’ANPAL mentre crescono le preoccupazioni per il futuro dell’ISFOL

Premio “Vincenza Celluprica 2015”: l’ANPRI premia la migliore tesi in

“Scienze economiche, giuridiche e sociali”

VQR 2011-2014: ecco le ultime modifiche al bando

VQR 2011-2014: pubblicati anche i criteri di valutazione dei GEV

La Legge di stabilità è ora all’esame della Camera

Dopo l’approvazione da parte del Senato, il

Camera (C. 3444). In Senato, il testo del provvedimento ha subito numerose variazioni e prevede ora un solo articolo composto di 556 commi frutto del maxi-emendamento sul quale il Governo ha posto la fiducia.

I commi di principale interesse per la ricerca pubblica, anticipati nella precedente Newsletter, risultano del tutto inadeguati rispetto alle esigenze del settore, in particolare per quanto riguarda gli Enti di

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indirettamente ammesso anche dal ministro Giannini che, in un comunicato stampa del 20 novembre, si è dichiarata molto soddisfatta per il lavoro fatto dai senatori, in quanto “la legge di stabilità approvata oggi in Senato mostra grande attenzione alle esigenze del mondo della Scuola e dell’Università”.

Appunto …

Il 26 novembre scorso, la V Commissione Bilancio ha concluso l’esame preliminare dei provvedimenti di bilancio. Il 27 novembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti, che assommano a circa 5000.

In vista dell’esame degli emendamenti in V Commissione, le altre commissioni hanno formulato i propri pareri sulle parti di rispettiva competenza.

Sempre il 26 novembre, la VII Commissione Cultura ha espresso, in particolare, parere favorevole sullo Stato di previsione del MIUR per il 2016 e per il triennio 2016-2018, pur valutando che occorra “recuperare al mondo della scuola, dell’università e della ricerca le riduzioni conseguenti al parziale utilizzo del M e r c a t o e l e t t r o n i c o d e l l a P u b b l i c a Amministrazione” (decurtazione avvenuta con la Legge di stabilità 2015); inoltre, la C o m m i s s i o n e h a a p p r o v a t o a l c u n i emendamenti che vengono proposti alla Commissione Bilancio per un eventuale recepimento da parte di quest’ultima tra le modifiche che andrà a definire al testo licenziato dal Senato.

Tra di essi, segnaliamo l’emendamento 3444/

VII/1.16 (Ghizzoni e altri) con il quale si intende abolire dal 2016, per tutte le università statali, ogni restrizione alle a s s u n z i o n i d i p e r s o n a l e a t e m p o indeterminato e di ricercatori a tempo

determinato, superando l’allentamento delle restrizioni già previsto (v. comma 137 dell’attuale testo) per i soli atenei con una percentuale di spesa di personale inferiore all’80%.

Sempre il 26 novembre, l’XI Commissione Lavoro pubblico e privato ha approvato una relazione sullo Stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella quale ha preso atto che la Legge di stabilità 2016 stanzia per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti per il triennio 2016-2018 (comma 246 dell’articolo unico definito dal Senato) 300 milioni di euro annui; tale importo, ha osservato l’XI Commissione, rappresenta “un primo passo nella direzione della valorizzazione del lavoro pubblico”, che pone le basi per una “riapertura della c o n t r a t t a z i o n e n e l l e p u b b l i c h e amministrazioni sia per la parte economica sia per quella normativa”. Permane tuttavia

“una criticità significativa, soprattutto a fronte della necessità di incentivare i processi di e f f i c i e n t a m e n t o , r i o r g a n i z z a z i o n e e qualificazione della pubblica amministrazione e di garantire il successo della riforma avviata con la legge 7 agosto 2015, n. 124, recante d e l e g h e a l G o v e r n o i n m a t e r i a d i riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.

L’XI Commissione ha, pertanto, prospettato al Governo di verificare “la possibilità di destinare una quota delle risorse che si libereranno per effetto della riorganizzazione della pubblica amministrazione, in attuazione della legge 7 agosto 2015, n. 124, e della r a z i o n a l i z z a z i o n e d e g l i a c q u i s t i a l l a valorizzazione delle professionalità dei dipendenti pubblici e alla difesa del potere d’acquisto delle loro retribuzioni”.

Riprendono le trattative all’ARAN per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione

Dopo una lunga pausa di riflessione (l’ultima riunione, inconcludente, c’era stata l’11

novembre) e dopo la manifestazione del 28 u.s. indetta dalle Federazioni del pubblico i m p i e g o , l ’ A R A N h a r i c o n v o c a t o l e Confederazioni sindacali per riprendere la discussione sul CCNQ- Definizione dei comparti e delle aree di contrattazione.

Il nuovo incontro è stato fissato per il 17 dicembre alle ore 10.00.

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80 milioni all’IIT, sull’unghia e con urgenza...

Quando il Governo vuole, i soldi per la ricerca, tanti e subito, li sa trovare. Peccato che tanti soldi, 80 milioni di euro (in soldoni l’intera dotazione ordinaria annua dell’INAF), siano stati assegnati pochi giorni fa e con decretazione d’urgenza, il decreto-legge n.

185 del 25 novembre scorso, al solo Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), nell’ambito di un più ampio pacchetto di “Misure urgenti per interventi nel territorio”.

E 80 milioni di euro sono soltanto “un primo contributo” assegnato all’IIT per l’anno 2015,

“per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca, sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate, da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso a EXPO S.p.a. ove necessario previo loro adattamento”. L’IIT dovrà, quindi, elaborare “un progetto esecutivo che è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze”.

Il disegno di legge n. 2145 di conversione in

legge del suddetto decreto-legge è stato assegnato in Senato, in sede referente, alla Commissione Bilancio.

Questo “primo contributo” elargito all’IIT è, probabilmente, la prima tranche di quel finanziamento di 145 milioni di euro che, come commentato nell’ultima Newsletter, l’IIT, la Fondazione Edmund Mach e l a Fondazione ISI (Institute for Scientific Interchange) dovrebbero ricevere per il Progetto Human Technology (presentato ufficialmente dal premier Renzi martedì 10 novembre al Piccolo Teatro di Milano) ma che il decreto-legge sembra non vincolare più ad uno specifico progetto di ricerca.

Sconcerta la considerazione che il Governo destini risorse così ingenti a un solo attore, escludendo tutti gli altri che nei settori scientifici rilevanti per il progetto possono vantare importanti esperienze e standing, drenandole di fatto dai finanziamenti destinati ad università ed enti pubblici di ricerca, proprio in un momento in cui la Ricerca presso le università e, ancor più, presso gli enti pubblici di ricerca rischia il collasso per la continua e sempre più erosiva riduzione dei finanziamenti da parte dello Stato (93 milioni di euro di tagli ai soli Enti MIUR negli ultimi 5 anni!).

È un altro passo verso lo smantellamento degli “ormai obsoleti” Enti pubblici di ricerca ?

… mentre la Corte dei Conti comincia ad avere qualche perplessità sull’Istituto

La Sezione di Controllo sugli Enti della Corte dei conti ha pubblicato la propria Relazione sull’esercizio finanziario 2014 dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT).

La Corte torna ad osservare che l’IIT, sebbene sia una Fondazione e quindi un ente di diritto p r i va t o, h a u n a “decisa configurazione

pubblicistica in ragione degli obiettivi perseguiti e di una dotazione finanziaria derivante prevalentemente dai contributi dello Stato”.

Nella relazione non viene evidenziato a quanto sia ammontato nel 2014 il contributo dello Stato ma, da quanto riportato sulla pagina “Facts and Figure” della versione sperimentale del nuovo sito dell’IIT, l’importo dovrebbe essere stato pari a circa 95 milioni di euro. A tale importo si aggiungono circa 110 milioni di introiti da partecipazione a progetti.

La Corte ha diffusamente esaminato la situazione del personale, che risulta in

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consistente crescita come risulta dalla Tabella 6 della relazione:

Questa crescita dell’organico, per la Corte, è

“ad oggi ancora coerente con lo sviluppo delle attività di ricerca”; tuttavia, la Corte evidenzia il sempre più rilevante numero di contratti a progetto (pari a quasi il 62% del numero totale di dipendenti) e il costante incremento dei dipendenti amministrativi, che hanno raggiunto nel 2014 le 204 unità (come indicato nella sottostante Tabella 2 della Relazione), delle quali solo 54 svolgono funzioni di diretto supporto delle strutture di

ricerca, mentre le rimanenti 150 unità (riportate in Tabella 6 sotto la voce

“amministrazione e gestione”) hanno compiti prettamente amministrativo/ gestionali . È perciò necessario, sottolinea la Corte, “che la c r e s c i t a d e l l e r i s o r s e u m a n e s i a costantemente monitorata con particolare riferimento alla componente amministrativa, che va tenuta nei limiti della stretta funzionalità dei dipartimenti scientifici”.

È cresciuto anche il numero di rapporti di lavoro a tempo indeterminato passati da 236 a 284 unità. Tale incremento viene ricondotto, secondo la Corte, alle disposizioni di cui al decreto-legge n. 34/2014, che ha disciplinato in modo più stringente l’apposizione di un termine ai contratti di lavoro subordinato.

Come si vede dalla Tabella 2, l’IIT adotta il modello della tenure track, sia per il livello

“ Re s e a r c h e r ” s i a p e r q u e l l o “ S e n i o r Researcher”; nel 2014 sono risultati inseriti

nei percorsi “tenure” 6 Researcher e 12 Senior Researcher. 5 Senior Researchers sono i n p o s i z i o n e t e n u r e d , c i o è a t e m p o indeterminato.

Lo staff scientifico è costituito da ricercatori provenienti da circa 50 paesi, con una età media di 34 anni. Il 29% dei ricercatori è straniero, il 16% è costituito da italiani rientrati dall’estero ed il restante 55% da italiani che provengono da altri enti/aziende nazionali.

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I l r a p p o r t o d i l a v o r o d e l p e r s o n a l e amministrativo dell’IIT, ad eccezione dei dirigenti ai quali si applica il Contratto dei Dirigenti Industriali, non è soggetto a forme di contrattazione sindacale. L’Istituto delibera autonomamente i percorsi di carriera e le retribuzioni che, nel 2014, sono state mediamente pari a 50.540 euro pro capite, in progressivo calo negli ultimi quattro anni.

In assenza di rappresentanze sindacali riconducibili ad organizzazioni nazionali, le r e l a z i o n i “ s i n d a c a l i ” p e r d i p e n d e n t i amministrativi, tecnici e ricercatori (esclusi i ricercatori senior, di qualifica dirigenziale), sono intrattenute con una rappresentanza scelta dal personale.

L’IIT ha supportato nel 2014 anche 386 dottorandi (311 nel 2013) finanziandone le borse di studio, in base a convenzioni con le università, per complessivi 7,4 milioni (6,4 nel 2013).

Per quanto attiene agli aspetti contabili, la Corte ha rilevato che l’avanzo economico nel 2014 è ammontato a circa 5 milioni di euro, con un incremento di circa 3,6 milioni rispetto

al 2013, nonostante l’incremento dei costi di produzione, passati da circa 109 milioni di euro dell’esercizio 2013 a circa 119 (+9%) per effetto soprattutto dell’incremento del personale in servizio e dei costi per servizi.

Il patrimonio netto è risultato pari a 498.521.898 euro, con un incremento di circa 5000 euro sul 2013, per effetto della crescita delle “riserve”, pari nel 2014 a 393.622.119, e del migliore avanzo economico. Il patrimonio netto comprende anche il capitale iniziale di 100 milioni di euro messo a disposizione dalla legge istitutiva.

Le “disponibilità liquide”, che sono in massima parte detenute in un apposito conto infruttifero presso la Tesoreria Generale dello Stato, hanno superato, al 31 dicembre 2014, i 453 milioni, con un incremento di circa 23,4 r i s p e t t o a l 2 0 1 3 . C o n s i d e r a t a t a l e disponibilità, la Corte ritiene necessaria un’attenta programmazione degli interventi che si intende finanziare nell’ambito del compito istituzionale di Technology Transfer, con la partecipazione dell’Istituto in startup innovative.

CNR: nominate le ultime commissioni dei concorsi ex art. 15 ma altre defezioni arrivano

Iniziamo dalle buone notizie. Il 5 novembre scorso il CNR ha nominato una delle due commissioni dei concorsi ex art 15 ancora mancanti, quella per Primo Tecnologo nel settore “Organizzativo gestionale – Giuridico amministrativo” (con 48 candidati per 4 posti disponibili).

Tale commissione sostituisce, in realtà, quella nominata il 20 dicembre di due anni fa e che, dopo un anno e mezzo di lavori e una serie di proroghe, differimenti e dilazioni, il 15 luglio scorso è stata dichiarata decaduta. Appare p e r ò s t r a n o c h e , m e n t r e l a prima

commissione era composta da 5 membri effettivi e da due supplenti, la nuova commissione sia molto più snella, quasi anoressica: solo tre commissari e nessun supplente. Ancor più strano il fatto che uno dei neo-commissari sia un Dirigente di Ricerca del CNR, infrangendo così la regola che l’Ente si era dato (ma che noi dell’ANPRI abbiamo da subito duramente criticato) di nominare commissari esterni all’Ente, onde evitare

“conflitti di interesse”. Evidentemente, le difficoltà incontrate dall’Ente nel trovare esperti disposti a far parte della nuova commissione per Primo Tecnologo sono state così grandi da costringere il CNR a ridurre al lumicino il numero di commissari e a infrangere la regola che autonomamente si era dato.

Il 1° dicembre è stata invece nominata l'ultima commissione mancante, quella relativa al concorso per Dirigente di Ricerca nell’Area “Scienze biomediche”, cui hanno presentato domanda 130 Primi Ricercatori con 14 posti disponibili). Anche in questo caso,

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l ’ a s s u r d a r e g o l a d e l C N R “nessun commissario interno” è stata rispettata in quanto tutti i commissari (9 titolari e nessun s u p p l e n t e ) s o n o p r o f e s s o r i o r d i n a r i universitari.

Dopo le buone notizie, passiamo alle note dolenti. Nuove defezioni arrivano infatti, ad a p p e n a 1 m e s e d a l l a n o m i n a , d a l l a commissione per Primo Ricercatore nella m e g a A r e a ”Scienze Umani e Sociali, Patrimonio Culturale”. Commissione che dovrà valutare ben 152 candidati in una area concorsuale che, come già sottolineato nella Newsletter 18/2015, comprende le scienze dell’antichità e storico-artistiche, le scienze filologiche, linguistiche e letterarie, le scienze storiche e quelle geografiche, le scienze filosofiche, le scienze pedagogiche e psicologiche, le scienze giuridiche, le scienze economiche, le scienze statistiche e demografiche, le scienze metodologiche e politologiche, le scienze sociali, nonché le scienze e le tecnologie per la valorizzazione d e i b e n i c u l t u r a l i . U n a s p a v e n t o s a aggregazione voluta dal CNR, in particolar modo dal Presidente Nicolais, frutto del raggruppamento in una sola area concorsuale di ben nove aree concorsuali dei precedenti concorsi ex art. 15!

Evidente, quindi, la difficoltà di garantire un’equa rappresentanza nella commissione di tutti i settori disciplinari afferenti all’area concorsuale. Equa rappresentanza che, seppur ipotizzabile (ma non ne siamo convinti) nella composizione iniziale della commissione, è totalmente saltata in seguito alle dimissioni dei commissari Paolo Maria Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media, e Alberto Ferlenga, d o c e n t e d i P r o g e t t a z i o n e architettonica, e alla loro sostituzione con i primi due supplenti: Luigi Maria Solivetti, docente di Demografia e sociologia, e Fiammetta Mignella Calvosa, docente di Sociologia. Due sociologi, infatti, prendono il posto di un esperto in scienze delle comunicazioni e di un architetto!

Evidente quindi, già al momento della costituzione di un’area concorsuale così va r i e g a t a , m a a n c o r p i ù o ra c o n l a r i c o m p o s i z i o n e d e l l a c o m m i s s i o n e d i valutazione, che questi concorsi tutto potranno essere tranne che una corretta ed equilibrata valutazione comparativa dei titoli e dei curricula dei candidati. Ma tanto, a farne le spese, anche questa volta saranno “solo” i Ricercatori dell’Ente!

CNR: pasticci anche nel rinnovare i Consigli di Istituto

Nel lontano novembre di 4 anni fa, pochi mesi dopo l’emanazione del nuovo Statuto e nelle m o r e d e l l ’ a p p r o v a z i o n e d e l n u o v o R e g o l a m e n t o d i O r g a n i z z a z i o n e e Funzionamento che avrebbe dovuto definire compiti e composizione dei Consigli di Istituto (CdI), il CNR ne deliberò la proroga “fino all’entrata in vigore dei nuovi Regolamenti”

Lo proroga sarebbe dovuta essere di pochi mesi ma il cambio ai vertici del CNR (a febbraio del 2012 Nicolais prese il posto del

“destituito” Profumo) e la conseguente volontà dei nuovi vertici dell’Ente di modificare lo Statuto appena emanato hanno

a l l u n g a t o t e r r i b i l m e n t e i t e m p i p e r l ’ a p p r o va z i o n e d e l n u o v o R O F e , d i conseguenza, la proroga dei CdI.

Finalmente, il 1° maggio 2015 è entrato in vigore il nuovo Statuto, seguito un mese dopo dal nuovo ROF che all’art. 13, pur stabilendo che la rappresentanza elettiva dei R&T nel nuovi CdI fosse compresa tra 5 e 7 e che la rappresentanza elettiva del personale tecnico/amministrativo fosse compresa tra 1 e 2 (in funzione della rappresentanza dei R&T), demandava all’atto costitutivo del singolo Istituto il compito di fissare la composizione esatta del CdI.

E così, a partire dal luglio scorso, il CNR ha iniziato ad approvare l’atto costitutivo di alcuni Istituti, quattro per la precisione, fissandone anche, ai sensi dell’art. 13 del nuovo ROF, la composizione del CdI. Pochi giorni fa, infine, l’Ente ha emesso un Disciplinare per le elezioni dei nuovi CdI con il quale fornisce le istruzioni per le elezioni e

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definisce, in base al numero di sedi e alla consistenza del personale di ciascun Istituto, il numero di consiglieri da eleggere, modificando all’uopo formalmente l’atto costitutivo di ciascun Istituto.

Tutto sembrerebbe ben fatto ma… le sorprese non sono mancate perché il suddetto Disciplinare modifica anche la composizione dei CdI di tre degli Istituti il cui atto costitutivo era stato approvato solo a luglio scorso, in applicazione del nuovo ROF.

Ed infatti, nell’arco di pochi mesi, la rappresentanza dei R&T nell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie passa da 5+1 (5 R&T più 1 tecnico/amministrativo) a 6+1, essendo transita provvisoriamente per 7+2 a fine agosto, e quelle dell’Istituto Nazionale di Ottica e dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica passano da 5+1 a 7+2! Nella

migliore delle ipotesi, dobbiamo ritenere che il CNR abbia ripetutamente modificato, nell’arco di pochissimi mesi, i criteri per definire il numero di consiglieri da eleggere!

Ma non sono solo i numeri a creare difficoltà nel CNR, che si è mostrato maldestro anche nelle operazioni di copia/incolla. Infatti, le istruzioni per le elezioni contenute nel recente Disciplinare sono state quasi completamente copiate dalle istruzioni predisposte sotto il previgente ROF e contengono eclatanti inesattezze, quali l’ineleggibilità nel CdI dei Responsabili di commessa (“commesse”

ormai definitivamente cancellate dal nuovo ROF) e il numero di rappresentanti del personale tecnico/ amministrativo (limitato ad uno solo in caso di sostituzioni). Un copia/incolla effettuato, quindi, senza alcuna attenzione a ciò che veniva copiato, o senza alcuna conoscenza del nuovo Regolamento.

Poli di innovazione CNR in Calabria: una realtà o la prosecuzione di un sogno...??

Da lungo tempo il CNR parla, discute e programma dell’opportunità di dare una definitiva, idonea e stabile collocazione alle sue strutture di ricerca che operano in Calabria sin dagli anni ‘70 (la prima fu l’allora Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica nell’Italia meridionale e insulare, istituito a seguito dell’alluvione di Firenze del novembre 1966).

Il 5 luglio 2010 sembrava si fosse arrivati ad una svolta decisiva in quanto fu firmato un protocollo di intesa tra l’allora Presidente del CNR, Luciano Maiani, e l’allora Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, p e r l a r e a l i z z a z i o n e d i i n v e s t i m e n t i infrastrutturali finalizzati alla stabile localizzazione della rete scientifica calabrese del CNR. Il finanziamento complessivo sembra che ammontasse a circa 17 milioni di euro (fondi POR). Da quanto è dato sapere, risulta

completati i progetti preliminari relativi alla costruzione dei 3 Poli di innovazione (Catanzaro, Cosenza-Rende e Reggio Calabria) e che i progetti avrebbero anche ricevuto l’approvazione dei competenti uffici regionali.

Il 10 febbraio 2011, ossia circa 7 mesi dopo la sottoscrizione del primo protocollo di intesa, fu sottoscritto anche un protocollo d’intesa integrativo tra il CNR e la Regione Calabria che prevede l’impegno da parte del CNR ad assumere in Calabria complessivamente 25 R i c e r c a t o r i , 1 T e c n o l o g o e 4 tecnici/amministrativi, per un investimento annuo complessivo di 1,4 milioni di euro, cui va aggiunto un cofinanziamento di 1 milione di euro per la fase di avvio e insediamento degli Istituti ricollocati nelle nuovi sedi.

A fine novembre 2015 sembra però di essere di nuovo al capolinea, in quanto il protocollo d’intesa del febbraio 2011, a meno di successive integrazioni o modifiche, ha validità fino al 31 dicembre 2015.

Da notizie che circolano in forma ufficiosa, sembrerebbe, tuttavia, che la Regione Calabria abbia spostato le risorse necessarie per l’attuazione dell’accordo con il CNR nel capitolo fondi PAC con scadenza marzo- giugno 2017.

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Quello che ci si chiede è se questo s p o s t a m e n t o, q u a l o ra e f f e t t i va m e n t e avvenuto, sia finalizzato a dare ancora una reale possibilità di realizzazione dei tanto agognati, ancor che sottodimensionati, Poli di innovazione in Calabria, oppure se è solo una manovra per reindirizzarli su altri e magari

“più mediatici” utilizzi da parte della Regione Calabria.

La scarsa attenzione della Regione Calabria per le strutture del CNR è sotto gli occhi di tutti. Ad oltre quaranta anni dall’insediamento del primo istituto del CNR in Calabria,

l’opportuna e stabile collocazione fisica di tutte le strutture del CNR in Calabria sembra ancora una chimera.

Mancare anche questa occasione, che rappresenterebbe per altro solo l’avvio di un percorso da completare rapidamente, sarebbe una sconfitta per tutta la Calabria e non solo per il CNR ed i suoi Ricercatori, Tecnologi, Tecnici ed Amministrativi, che da decenni si impegnano con dedizione a sostenere al meglio la crescita culturale ed economica di questa meravigliosa parte del Paese.

Designato dal CdM il Presidente dell’ANPAL mentre crescono le preoccupazioni per il futuro dell’ISFOL

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 23 novembre scorso, ha approvato l’avvio della procedura per la nomina di Maurizio Del Conte (professore della Bocconi, consigliere giuridico-economico del premier Renzi e membro del Comitato Scientifico per l’indirizzo dei metodi e delle procedure per il monitoraggio della riforma del mercato del lavoro presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali), a Presidente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL). La proposta di nomina, avanzata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, è ora all’esame delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che dovranno esprimersi entro il 16 dicembre.

Come segnalato nella Newsletter 16/2015,

l’ANPAL è stata istituita con decorrenza 1°

gennaio 2016 dal D.Lgs. 150/2015, art. 4, recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive e assorbirà risorse umane, strumentali e finanziarie dall’ISFOL”.

In un comunicato congiunto, CGIL, CISL, UIL e d A N P R I h a n n o e s p r e s s o f o r t e preoccupazione per le prime anticipazioni del DPCM che dovrebbe individuare le risorse da trasferire all’ANPAL. Il quadro che ne emerge sembra, infatti, voler assegnare all’ISFOL il mero ruolo di “contenitore cui attingere in termini di competenze e di risorse, del quale non si tutelano le funzionalità, né si garantiscono adeguate prospettive di sopravvivenza”.

L’ISFOL, invece, necessita di risorse aggiuntive per svolgere “i nuovi e importanti compiti di studio, ricerca, monitoraggio e valutazione in materia di politiche pubbliche, n o n d a u l t i m o q u e l l o d i v a l u t a r e i l raggiungimento degli obiettivi dell’ANPAL” che lo stesso D.Lgs. 150/2015 attribuisce all’ISFOL.

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Premio “Vincenza Celluprica 2015”: l’ANPRI premia la migliore tesi in “Scienze economiche, giuridiche e sociali”

Il 31 dicembre 2015 scadono i termini per la p r e s e n t a z i o n e d e l l a d o m a n d a d i partecipazione al premio “Vincenza Celluprica”

che, nell’Edizione 2015, sarà assegnato alla m i g l i o r e t e s i i n “Scienze economiche, giuridiche e sociali” d i s c u s s a p r e s s o un’università italiana nel triennio 30 aprile 2012 – 30 giugno 2015.

Al premio, che è intitolato alla memoria della dott.ssa Vincenza Celluprica, Ricercatore del CNR nel settore della Filosofia antica e tra i Soci fondatori dell’ANPRI, della quale è stata Segretario Generale, Presidente e figura di p r i m i s s i m o p i a n o n e l s o s t e n e r n e e promuoverne gli ideali, possono concorrere tutti quanti abbiano conseguito la laurea magistrale avendo per relatore o correlatore della tesi un Ricercatore o un Tecnologo di un Ente pubblico di ricerca italiano.

L’ammontare del premio è di 1.500 Euro, al lordo degli oneri di legge. Per maggiori informazioni si rimanda al bando disponibile sul sito web dell’ANPRI.

VQR 2011-2014: ecco le ultime modifiche al bando

Il Bando di partecipazione alla VQR 2011- 2014 è stato recentemente modificato dal- l’ANVUR l’11 novembre scorso. Le modifiche più significative presenti nell’ultima versione del bando sono:

tra gli “altri tipi di prodotti scientifici” sono stati inseriti i “Test psicologici” e i

“Materiali audiovisivi”;

i ricercatori e i tecnologi affiliati a un Ente di ricerca vigilato dal MIUR dovranno sottoporre a valutazione un ulteriore prodotto della ricerca, in qualità di

“affiliati”, in aggiunta a quelli che devono s o t t o p o r r e a n o m e d e l l ’ E n t e d i appartenenza, così come già previsto per i professori e ricercatori universitari affiliati

ad un EPR vigilato dal MIUR;

le “articolazioni interne” del CNR che saranno oggetto di valutazione non sono più i sette Dipartimenti ma i singoli Istituti;

pertanto, “i p r o d o t t i c o n c o a u t o r i appartenenti a Istituti diversi del CNR possono essere presentati da ciascuno degli Istituti cui afferisce almeno un autore”;

i Presidenti e i Direttori degli EPR sono esonerati dal sottoporre prodotti, così come già previsto per i Rettori universitari.

Segnaliamo, infine, che sono frequentemente aggiornate le FAQ, che forniscono spesso utili chiarimenti su aspetti non sempre chiari del bando, come ad esempio l’esclusione dalla valutazione dei ricercatori degli enti di ricerca che svolgono esclusiva attività amministrativa e l’ammissibilità alla valutazione dei “prodotti con prima pubblicazione elettronica nel p e r i o d o 2 0 0 4 - 2 0 1 0 e c a r t a c e a n e l quadriennio 2011-2014” e l’ininfluenza sia del numero di autori che della presenza o meno di autori afferenti ad enti stranieri sulla valutazione del prodotto.

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