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CAPITOLO 2 Morfologia generale dello strumento

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 2

Morfologia generale dello strumento

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Per quanto il barbitos sia frequentemente citato dagli autori antichi, la sua morfologia è raramente descritta. Le notizie più precise provengono dalle numerose raffigurazioni dello strumento sulla ceramica attica a f.n. e a f.r., le quali permettono di delinearne l'evoluzione morfologica e le modalità di uso. La documentazione archeologica concernente questo tipo di strumento è prevalentemente attica, e sembra perciò logico pensare che all'Atene di età arcaica debbano essere attribuite le novità morfologiche che lo strumento presenta.

Si tratta di uno strumento nato, mediante il confluire di elementi orientali e greci, all'interno della grande famiglia delle lyrae da cui si distingue soprattutto per la lunghezza dei suoi bracci e di cui conserva la cassa, il ponticello e il sistema di fissazione delle corde.

Ciò che lo contraddistingue è la tessitura grave che ne fa uno strumento particolarmente adatto all'accompagnamento della voce umana, mentre, la sua esile, ma ingombrante struttura limita l'utilizzo alle donne, a meno che non siano sedute, proprio come testimoniano alcune rappresentazioni in cui lo strumento è adagiato sulle loro gambe (A titolo di esempio si veda la Kylix a f.r. del

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pittore di Londra, 435 a.C. Usa 28, Baltimore, Walters Art Gallery, inv.1848, n. 1430).

Cassa armonica

La cassa conserva la forma oblunga di quella della lyra, ottenuta da un carapace di testuggine, sul quale è tesa una pelle di animale che funge da tavola armonica. Esistono tre tipi di cassa armonica: la prima di forma ovale; la seconda di forma rotondeggiante (di gran lunga la forma più rappresentata nelle pitture vascolari) e infine la terza ben squadrata (la cui presenza nell'iconografia è sporadica)1.

Solitamente un bordo colorato in rosso relativamente largo contorna la cassa; questo particolare, apparentemente di nessuna rilevanza, esprime la volontà del pittore di rappresentare il ripiegamento della pelle sulla cassa2.

Bracci

Elementi questi caratteristici del barbitos, hanno la forma di una "tenaglia" e costituiscono approssimativamente i tre quarti della lunghezza dello strumento. Contrariamente a quanto avvenne nella lyra, raggiungono il massimo della curvatura alla sommità, per poi

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Tiby 1942, pp.21-22

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rientrare ed essere tenuti da due rinforzi verticali più o meno lunghi, dove viene inserito il giogo.

I montanti, spesso raffigurati con dei pezzi aggiunti sui bracci, vengono a loro volta rinforzati da contrafforti; tale espediente tecnico-pratico è dovuto a una maggiore tensione delle corde. A tal proposito, i Greci stringevano le braccia a secondo del grado di tensione che volevano ottenere dalle corde: più esse erano tese, più l'altezza del suono era elevata3.

Il ponticello

Il ponticello, ricavato da una canna, era mobile per ottenere l'aumento o la diminuzione della lunghezza delle corde, poste al di sotto della cassa, e di conseguenza una diversa accordatura dello strumento. Questa è l'unica caratteristica visibile sulla parte anteriore della cassa4.

Corde

Pindaro nell' Epinicio 125-126, come avremo modo di vedere successivamente, ricorda uno dei più lodevoli risultati raggiunti da Terpandro di Lesbo (Antissa, 712 a.C. - 645 a.C.): l'aggiunta di tre

3

Maas 1974, p.113-117

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corde al barbitos, portandolo quindi a 7 corde, mentre prima era limitato a quattro.

La loro lunghezza varia a seconda delle dimensioni dello strumento: dai 40 ai 50 cm, per quelli più piccoli, ai 90-100 per quelli più grandi.

Le corde vengono fissate sul giogo in tre diversi modi:

1. mediante attacco diretto: fissate direttamente sul giogo. Questo tipo di attacco permette limitati interventi nell'accordatura e si trova negli strumenti impiegati nel komos o in scene più marcatamente dionisiache dove è più importante badare alla potenza del suono che non al controllo dell'altezza delle singole corde5.

2. mediante kollopes: si tratta di corregge di cuoio o stoffa che, collegate alle estremità superiori delle corde, si arrotolavano sul giogo. Questo tipo è riscontrabile in strumenti usati in qualsiasi tipo di scena.

3. mediante piroli: questo tipo di fissaggio consente un'accordatura più accurata e di maggiore durata.

Esistono tre sistemi di fissazione delle corde6:

- sistema alveolare, caratteristico degli strumenti a sette corde

5

Sachs 1980, p.148

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- sistema a bottoni, anche questo corredato da sette corde - sistema semicircolare, presente in strumenti con cinque corde

La sua leggerezza e facilità di trasporto hanno contribuito al successo di questo strumento e il numero considerevole di rappresentazioni vascolari, ne fa fede. Invece di essere appoggiato sul petto come la lyra, il barbitos può essere bloccato sia contro l'anca sinistra, sia contro il petto e/o anche sulla gamba; per rendere più facile l'esecuzione inoltre, è tenuto sia in posizione orizzontale, sia inclinato verso il basso o verso l'alto.

Questo costituisce uno dei motivi per cui nelle scene di simposio ritroviamo tale strumento in una delle mani del simposiasta semisdraiato, mentre con l'altra si dedica ad altre attività tipiche del simposio7. Lo strumentista, nell'esecuzione, otteneva un battito

ritmico-melodico battendo vivamente le corde con il suo plettro; si otteneva così un effetto di percussione alla maniera del "va-et-vient" dei chitaristi durante l'accompagnamento, ma anche una melodia differenziata.

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