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PARTE PRIMA

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Academic year: 2021

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(1)

PARTE PRIMAa

ottobrei

Da’ colli Euganei, 11 Ottobre 1797.

sacrificioii nostra patria

IL sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà

sciagure, eiii le nostre infamie.iv

concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è

so:v m’opprime mi commettavi nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a

l’ho ubbidita,

chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Ma

Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa

antica, dove,vii per sempre

mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora

Lorenzo.... infelici!________

sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli

__________ E noi,viii italianiix degl’ italiani.x

sventurati! E noi, pur troppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl’italiani.

me stesso,

Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra braccia

dai de lexi straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da’ pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de’ miei padri.

i ottobre Gt, Mn, An, Z > Ottobre L = T

ii sacrificio Gt, Mn > sagrificio An > sacrificio Z = T

iii sciagure e Ma > sciagure, e Gt, Mn > sciagure e An > sciagure, e Z = T iv le nostre infamie. Gt, Mn > la nostra infamia. An = T

v < so; Ma

vi < m’opprime, m’affidi Ma vii < antica dove, Ma viii < e noi, Ma

ix italiani Gt >Italiani Mn > italiani An = T

x degl’ italiani. Gt >degl’Italiani. Mn > degl’italiani. An = T xi delle Ma >de le Gt > delle Mn = T

a Suddivisione in due parti introdotta in L.

(2)

13 Ottobre.

Lorenzo ;i insistere

TI scongiuro, Lorenzo; non ribattere più. Ho deliberato di non allontanarmi da questi

rifuggirmiii

colli. È vero ch’io aveva promesso a mia madre di rifuggirmi in qualche altro paese; ma non mi è bastato il cuore: e mi perdonerà, spero. Merita poi questa vita di essere

l’esilio?iiiOh quantiiv

conservata con la viltà, e con l’esilio? Oh quanti de’ nostri concittadini gemeranno

case!..perchè... potremo aspettarciv fuorchè__

pentiti, lontani dalle loro case! perchè, e che potremmo aspettarci noi se non se indigenza

disprezzo, o al più, brevevi incivilitevii e disprezzo; o al più, breve e sterile compassione, solo conforto che le nazioni incivilite

infelice terra! _____ premioviii offrono al profugo straniero? Ma dove cercherò asilo? in Italia? terra prostituita premio

vittoria. ix dinanzix gli

sempre della vittoria. Potrò io vedermi dinanzi agli occhi coloro che ci hanno spogliati,

venduti, exi popoli, si servonoxii

derisi, venduti e non piangere d’ira? Devastatori de’ popoli, si servono della libertà come

papixiii serviano crociate.xiv caccereixv i Papi si servivano delle crociate. Ahi! sovente disperando di vendicarmi mi caccerei un coltello nel cuore per versare tutto il mio sangue fra le ultime strida della mia patria. | E

altri?...

questi altri? — hanno comperato la nostra schiavitù, racquistando con l’oro quello che

quegli stolidamente e vilmente hanno perduto con le armi. — Davvero ch’io somiglio un di que’ infelicixvi________

malavventurati che spacciati morti furono sepolti vivi, e che poi rinvenuti, si sono

certi di vivere,xvii

trovati nel sepolcro fra le tenebre e gli scheletri, certi [di] vivere, ma disperati del dolce lume della vita, e costretti a morire fra le bestemmie e la fame. E perchè farci vedere e

sempre...

sentire la libertà, e poi ritorcerla per sempre? e infamemente?

i <Lorenzo, Ma ii <rifuggiarmi Ma

iii l’esilio? Gt, Mn > l’esiglio? An > l’esilio Z=T iv <oh quanti Ma

v <aspettarsi Ma vi <al più breve Ma vii <civilizzate Ma

viii < infelice terra premio Ma ix <vittoria! Ma

x <d’innanzi Ma

xi venduti, e Gt, Mn, An, Z > venduti e L=T xii < popoli si servono Ma

xiii papi Gt, Mn, An, Z > Papi L=T xiv <crocciate. Ma

xv <caccierei Ma xvi <quegl’ infelici Ma

xvii certi di vivere, Ma, Gt, Mn, An, Z > certi vivere, L=T

(3)

16 Ottobre.

via, noni più:ii _____acquetata;

OR via, non se ne parli più: la burrasca pare abbonacciata; se tornerà il pericolo,

tranquillo periii

rassicurati, tenterò ogni via di scamparne. Del resto io vivo tranquillo; per quanto si

può.... voiv

può tranquillo. Non vedo persona del mondo: vo sempre vagando per la campagna; ma

penso, ev la

a dirti il vero penso, e mi rodo. Mandami qualche libro. |Che fa Lauretta? povera

fanciulla!... se. ancora ella ragione,

fanciulla! io l’ho lasciata fuori di sè. Bella e giovine ancora, ha pur inferma la ragione; infelice...infelicissimo. amata; mavi

e il cuore infelice infelicissimo. Io non l’ho amata; ma fosse compassione o riconoscenza

stato, versandomivii

per avere ella scelto me solo consolatore del suo stato, versandomi nel petto tutta la sua

martirj...

anima e i suoi errori e i suoi martirj — davvero ch’io l’avrei fatta volentieri compagna di tutta la mia vita. La sorte non ha voluto; meglio così, forse. Ella amava Eugenio, e l’è morto fra le braccia. Suo padre e i suoi fratelli hanno dovuto fuggire la loro patria, e

come!...

quella povera famiglia destituta di ogni umano soccorso è restata a vivere, chi sa come!

rivoluzione, Sai,

di pianto. Eccoti, o Libertà, un’altra vittima. Sai ch’io ti scrivo, o Lorenzo, piangendo

ragazzo?...—

come un ragazzo? degli scellerati,

viii

e le poche

pur troppo! ho avuto sempre a che fare con de’ tristi; e se alle

che incontrataix la virtù_______________ Addio

volte ho incontrato una persona dabbene ho dovuto sempre compiangerla. Addio,

addio

addio.

i < via non Ma ii < più; Ma

iii <tranquillo, per Ma iv < vò Ma

v < penso e Ma vi < amata, ma Ma vii < stato versandomi Ma viii < de’ scellerati, Ma ix < incontrato Ma

(4)

18 Ottobre.

Plutarco, e te ne ringrazio.i

MICHELE mi ha recato il Plutarco, e te ne ringrazio. Mi disse che con altra occasione

m’invierai qualche altro libro; per ora basta. Col divino Plutarco potrò consolarmi de’

dell’umanitàii

delitti e delle sciagure dell’umanità volgendo gli occhi ai pochi illustri che quasi primati

dell’umaniii

dell’uman genere sovrastano a tanti secoli e a tante genti. Temo per altro che spogliandoli della magnificenza storica e della riverenza per l’antichità, non avrò molto a lodarmi nè degli antichi, nè de’ moderni, nè di me stesso. ....umana razza!

23 Ottobre.

medico, eiv

SE m’è dato lo sperare mai pace, l’ho trovata, o Lorenzo. Il parroco, il medico, e tutti gli

oscuri mortali di questo cantuccio della terra mi conoscono sin da fanciullo e mi amano. Quantunque io viva fuggiasco, mi vengono tutti d’intorno quasi volessero mansuefare una fiera generosa e selvatica. Per ora io lascio correre. Veramente non ho avuto tanto

a un tratto:

bene dagli uomini da fidarmene così alle prime: ma quel menare la vita del tiranno che freme e trema d’essere scannato a ogni minuto mi pare un agonizzare in una morte lenta, obbrobriosa. Io siedo con essi a mezzodì sotto il platano della chiesa leggendo loro le vite di Licurgo e di Timoleone. Domenica mi s’erano affollati intorno tutti i contadini che, quantunque non comprendessero affatto, stavano ascoltandomi a bocca aperta. Credo che il desiderio di sapere la storia de’ tempi andati sia figlio del nostro amor proprio che

la vitav sono più, vorrebbe illudersi e prolungare la vita unendoci agli uomini e alle cose che non sono più, e facendole,vi

e facendole, sto per dire, di nostra proprietà. Ama la immaginazione di spaziare fra i secoli e di possedere un altro universo. Con quanta passione un vecchio lavoratore mi narrava stamattina la vita de’ parrochi della villa viventi nella sua fanciullezza, e mi descriveva i danni della tempesta di trentasett’anni addietro e i tempi dell’abbondanza e quei della fame, interrompendosi ad ogni tratto, ripigliando il racconto ed accusandosi d’infedeltà! Così mi riesce di dimenticarmi ch’io vivo. |È venuto a trovarmi il signore T*** che tu conoscesti a Padova. Mi disse che spesso gli parlavi di me, e che jer l’altro glien’hai scritto. Anche egli s’è ritirato in campagna per evitare i primi furori del volgo,

n’aveavii

quantunque a dir vero non siasi molto intricato ne’ pubblici affari. Io n’avea sentito parlare come d’uomo di culto ingegno e di somma

i < Plutarco; te ne ringrazio. Ma ii < della umanità Ma

iii dell’uman Gt, Mn >dell’umano An > dell’uman Z=T iv < medico e Ma

v < l’esistenza Ma

vi < esistono più e facendoli, Ma

vii n’avea Gt, Mn >n’aveva An >n’avea Z=T

(5)

temutei

onestà; doti temute in passato, ma adesso non possedute impunemente. Ha tratto

cortese, fisionomia liberale, e parla col cuore. V’era con lui un tale; credo, lo sposo

giovine,

promesso di sua figlia. Sarà forse un bravo e buono giovine; ma la sua faccia non dice nulla. Buona notte.

24 Ottobre. L’HOii finalmente

L’HO pur una volta afferrato nel collo quel ribaldo contadinello che dava il guasto al

nostr’orto tagliando

nostro orto, tagliando e rompendo tutto quello che non poteva rubare. Egli era sopra un

ancoriii

pesco, io sotto una pergola: scavezzava allegramente i rami ancora verdi perchè di frutta

ce n’erano le ugneiv gridare: misericordia!v non ve ne erano più: appena l’ebbi fra le ugne cominciò a gridare: Misericordia! Mi confessò che da più settimane facea quello sciagurato mestiere perchè il fratello dell’ortolano aveva qualche mese addietro rubato un sacco di fave a suo padre. — E tuo

signore,____ fanno tuttivi

liberato,vii

padre t’insegna a rubare? — In fede mia, signor mio, fanno tutti così. L’ho lasciato

_______ saltando a precipizio fuor d’una siepeviii ecco tutti

andare, e scavalcando una siepe io gridava: Ecco la società in miniatura; tutti

così.ix così.

26 Ottobre.

LA divina fanciulla! io l’ho veduta, Lorenzo, ________

LA ho veduta, o Lorenzo, la divina fanciulla; e te ne ringrazio. La trovai seduta miniando

il proprio ritratto. Si rizzò salutandomi come s’ella mi conoscesse, e ordinò a un servitore

di andare____ pensava,

che andasse a cercar di suo padre. Egli non si sperava, mi diss’ella, che voi sareste

Ho accostato la mia sedia alla sua.

venuto; sarà per la campagna; nè starà molto a tornare.

chex l’amicoxi Una ragazzina le corse fra le ginocchia dicendole non so che all’orecchio. È un amico di

i < dileggiate Ma ii < L’ho Ma

iii ancor Gt, Mn > ancora An=T iv < l’ugne Ma

v <gridare; misericordia! Ma

vi signore, fanno tutti Gt, Mn > signore fanno, tutti An > signor mio, fanno tutti Z=T vii L’ho liberato Gt, Mn, An, Z > L’ho lasciato andare L=T

viii siepe Gt, Mn > siepa An > siepe Z=T ix < tutti così. Ma

x < chè Ma

(6)

Lorenzo, le risposei l’altr’jeri.ii

Lorenzo, le rispose Teresa, è quello che il babbo andò a trovare l’altr’jeri. Tornò

perch’io m’era

frattanto il signore T***: m’accoglieva famigliarmente, ringraziandomi che io mi fossi

intanto prendendoiii sorellina partiva.iv

sovvenuto di lui. Teresa intanto, prendendo per mano la sua sorellina, partiva. Vedete,

figliuolev dallavistanza...vii Proferì mi diss’egli, additandomi le sue figliuole che uscivano della stanza; eccoci tutti. Proferì,

egli____ partecipe delle loro disgrazie, e della loro

parmi, queste parole come se volesse farmi sentire che gli mancava sua moglie.

felicità.________ congedarmi tornò Teresa; non

Non la nominò. Si ciarlò lunga pezza. Mentr’io stava per congedarmi, tornò Teresa: Non

disse, daviii

siamo tanto lontani, mi disse; venite qualche sera a veglia con noi. |Io tornava a casa col

O Lorenzo!

cuore in festa. — Che? lo spettacolo della bellezza basta forse ad addormentare in a’

________ certo e....

noi tristi mortali tutti i dolori? vedi per me una sorgente di vita: unica certo, e chi sa!

condannato sempre_________

fatale. Ma se io sono predestinato ad avere l’anima perpetuamente in tempesta, non è tutt’uno?

28 Ottobre.

vi sonoix m’arde,x

TACI,taci: — vi sono de’ giorni ch’io non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi

molto;xi

agita, mi divora. Forse io mi reputo molto; ma e’ mi pare impossibile che la nostra patria

vita.xii

sia così conculcata mentre ci resta ancora una vita. Che facciam noi tutti i giorni vivendo

querelandoci?...xiii

e querelandoci? insomma non parlarmene più, ti scongiuro.

i < Lorenzo, rispose Ma ii < jer l’altro. Ma

iii intanto prendendo Gt, Mn > intanto, prendendo An=T iv sorellina partiva Gt, Mn > sorellina, partiva An=T v<figlie Ma

vi dalla Gt, Mn > della An=T vii < stanza..., Ma

viii da Gt, Mn > con An=T ix < vi son Ma

x m’arde, Gt, Mn, An, Z > mi arde, L=T xi < molto, Ma

xii < vita? Ma

xiii <querelandoci!... Ma

(7)

perchè ioi quì neghittoso? eii

Narrandomi le nostre tante miserie mi rinfacci tu forse perchè io mi sto qui neghittoso? e strazjiii martirj? Oh!iv

non t’avvedi che tu mi strazi fra mille martirj? Oh! se il tiranno fosse uno solo, e i servi fossero meno stupidi, la mia mano basterebbe. Ma chi mi biasima or di viltà,

delitto,v saggio

m’accuserebbe allor di delitto; e il savio stesso compiangerebbe in me, anzichè il consiglio del forte, il furore del forsennato. Che vuoi tu imprendere fra due potenti nazioni che

incepparci, evi

nemiche giurate, feroci, eterne, si collegano soltanto per incepparci? e dove la loro forza

vale, glivii

non vale, gli uni c’ingannano con l’entusiasmo di libertà, gli altri col fanatismo di

religione;viii

religione: e noi tutti guasti dall’antico servaggio e dalla nuova licenza, gemiamo vili schiavi, traditi,ix

concitatix fame? — xiAhi,

schiavi, traditi, affamati, e non provocati mai nè dal tradimento, nè dalla fame. — Ahi,

sexii

se potessi, seppellirei la mia casa, i miei più cari e me stesso per non lasciar nulla nulla che potesse inorgoglire costoro della loro onnipotenza e della mia servitù! E’ vi furono de’

diederoxiii alle fiamme

popoli che per non obbedire a’ Romani ladroni del mondo, diedero all’incendio le loro

immense

case, le loro mogli, i loro figli e sè medesimi, sotterrando fra le gloriose ruine e le ceneri della loro patria la lor sacra indipendenza.

1 Novembre. IO sto bene....bene per ora comexiv dolori. Io passo le___

IO sto bene, bene per ora come un infermo che dorme e non sente i dolori; e mi passano

intere giornate__ signore T***xv figliuolo:xvi

gl’interi giorni in casa del signore T*** che mi ama come figliuolo: mi lascio illudere, e

la felicità di quella buona famiglia mi sembra mia._____________________________________

l’apparente felicità di quella famiglia mi sembra reale, e mi sembra anche mia.

i < perch’io Ma

ii qui neghittoso? e Ma > quì neghittoso? e Gt > qui neghittoso? e Mn > quì neghittoso? e An, Z > qui neghittoso? e L=T iii strazj Gt, Mn > strazi An=T

iv < martiri? O! Ma v < delitto; Ma

vi incepparci, e Gt, Mn, An > incepparci; e Z > incepparci? e L=T vii vale, gli Gt, Mn > vale gli An > vale, gli Z=T

viii religione; Gt, Mn, An, Z > religione: L=T ix < schiavi traditi, Ma

x < aizzati Ma

xi fame? — Gt, Mn > fame. — An=T xii Ahi, se Gt, Mn > Ahi se An > Ahi, se Z=T xiii < hanno dato Ma

xiv < Per adesso io sto bene...bene come Ma

xv signore T.*** Ma > signore T*** Gt, Mn > signor T***An, Z >signore T*** L=T xvi < suo figlio: Ma

(8)

davvero....—

Se nondimeno non vi fosse quello sposo, perchè davvero — io non odio persona del mondo, ma vi sono cert’uomini ch’io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. — Suo

buono,

suocero me n’andava tessendo jer sera un lungo elogio in forma di commendatizia: buono

esatto, paziente; nient’altro?

— esatto — paziente! e niente altro? possedesse queste doti con angelica perfezione, s’egli avrà il cuore sempre così morto, e quella faccia magistrale non animata mai nè dal sorriso

raggio

dell’allegria, nè dal dolce silenzio della pietà, sarà per me un di que’ rosaj senza fiori che

lasci______

mi fanno temere le spine. Cos’è l’uomo se tu lo abbandoni alla sola ragione fredda, calcolatrice? scellerato, e scellerato bassamente. — Del resto, Odoardo sa di musica;

a scacchi;i passeggia, e tutto coll’ oriuolo alla mano;ii

giuoca bene a scacchi; mangia, legge, dorme, passeggia, e tutto con l’oriuolo alla mano; e

sempre

non parla con enfasi se non per magnificare tuttavia la sua ricca e scelta biblioteca. Ma

quand’ egliiii cattedratica, ricca e scelta, ioiv

quando egli mi va ripetendo con quella sua voce cattedratica, ricca e scelta, io sto lì lì per dargli una solenne mentita. Se le umane frenesie che col nome di scienze e di dottrine si

genti, siv

sono scritte e stampate in tutti i secoli, e da tutte le genti, si riducessero a un migliajo di

a lagnarsi....—

volumi al più, e’ mi pare che la presunzionevi de’ mortali non avrebbe da lagnarsi — e via

io

sempre con queste dissertazioni. | Frattanto ho preso a educare la sorellina di Teresa: le lei, lavii

insegno a leggere e a scrivere. Quand’io sto con lei, la mia fisonomia si va rasserenando,

pazzie. ____

il mio cuore è più gajo che mai, ed io fo mille ragazzate. Non so perchè, tutti i fanciulli mi vogliono bene. E quella ragazzetta è pur cara! bionda e ricciuta, occhi azzurri, guance

paffutella....

pari alle rose, fresca, candida, paffutella, pare una Grazia di quattr’anni.

i < a’ scacchi; Ma

ii < passeggia coll’oriuolo alla mano; Ma iii quand’egli Gt, Mn, An, Z > quando egli L=T iv < cattedratica ricca e scelta io Ma

v < genti si Ma vi «presunzioae» in An vii < lei la Ma

(9)

Se tu la vedessi corrermi incontro, aggrapparmisi alle ginocchia, fuggirmi perch’io la siegua, negarmi un bacio e poi improvvisamente attaccarmi que’ suoi labbruzzi alla

le frutta:i innocente

bocca! Oggi io mi stava su la cima di un albero a cogliere le frutta: quella creaturina tendeva le braccia, e balbettando pregavami che per carità non cascassi. Che

Plutarco!...

bell’autunno! addio Plutarco! sta sempre chiuso sotto il mio braccio. Sono tre giorni ch’io

passo persiche ch’ioii

perdo la mattina a colmare un canestro d’uva e di pesche, ch’io copro di foglie,

poiiii cantandoiv avviandomi poi lungo il fiumicello, e giunto alla villa, desto tutta la famiglia cantando la canzonetta della vendemmia.

12 Novembre.

JERI giorno di festa abbiamo con solennità trapiantato i pini delle vicine collinette sul

questov

monte rimpetto la chiesa. Mio padre pure tentava di fecondare quello sterile monticello;

ch’egli

ma i cipressi ch’esso vi pose non hanno mai potuto allignare, e i pini sono ancor

parecchivi la vetta onde casca l’acqua di

giovinetti. Assistito io da parecchi lavoratori ho coronato la vetta, onde casca l’acqua, di cinque pioppi,vii

cinque pioppi, ombreggiando la costa orientale di un folto boschetto che sarà il primo

soleviii

salutato dal Sole quando splendidamente comparirà dalle cime de’ monti. E jeri appunto

soleix

il Sole più sereno del solito riscaldava l’aria irrigidita dalla nebbia del morente autunno.

mezzogiorno coi

Le villanelle vennero sul mezzodì co’ loro grembiuli di festa intrecciando i giuochi e le figliuola, x

danze di canzonette e di brindisi. Tale di esse era la sposa novella, tale la figliuola, e tal’altra la innamorata di alcuno de’ lavoratori; e tu sai che i nostri contadini sogliono,

i < le frutta pel pranzo: Ma

ii persiche ch’io Gt, Mn >pesche, ch’io An=T iii < in seguito Ma

iv < canticchiando Ma

v questo Gt, Mn, An, Z > quello L=T vi < parecchj Ma

vii < la sommità con cinque altissimi pini, Ma viii sole Gt, Mn, An, Z > Sole L=T

ix sole Gt, Mn, An, Z > Sole L=T x < figlia, Ma

(10)

quando

allorchè si trapianta, convertire la fatica in piacere, credendo per antica tradizione de’

giubbiloi possanoii

loro avi e bisavi, che senza il giolito de’ bicchieri gli alberi non possano mettere salda

Io frattanto__ dipingeva

radice nella terra straniera. — Frattanto io mi vagheggiava nel lontano avvenire un pari

ai

giorno di verno quando canuto mi trarrò passo passo sul mio bastoncello a confortarmi a’

sole,iii vecchi;iv salutando, mentrev chiesa, ivi

raggi del Sole, sì caro a’ vecchi: salutando, mentre usciranno dalla chiesa, i curvi villani

membra evii

già miei compagni ne’ dì che la gioventù rinvigoriva le nostre membra; e compiacendomi

prodottoviii dal padre mio.ix delle frutta che, benchè tarde, avranno prodotto gli alberi piantati dal padre mio. Conterò allora con fioca voce le nostre umili storie a’ miei e a’ tuoi nepotini, o a quei di

d’intorno l’ossa

Teresa che mi scherzeranno dattorno. E quando le ossa mie fredde dormiranno sotto quel

omai_____ susurrarx

boschetto alloramai ricco ed ombroso, forse nelle sere d’estate al patetico susurrar delle fronde si uniranno i sospiri degli antichi padri della villa, i quali al suono della campana de’ morti* pregheranno pace allo spirito dell’uomo dabbene e raccomanderanno la sua

figlj.

memoria ai lor figli. E se talvolta lo stanco mietitore verrà a ristorarsi dall’arsura di

egli

giugno, esclamerà guardando la mia fossa: Egli egli innalzò queste fresche ombre ospitali!

— O illusioni! e chi non ha patria, come può dire lascierò qua o là le mie ceneri?

O fortunati! e ciascuno era certo Della sua sepoltura; ed ancor nullo

Era, per Francia, talamo deserto.

DANTE,Parad. XV.

* Chiamata da’ contadini la campana del De Profundis perchè mentre suona soglionoxi

* Chiamata da’ contadini la campana del De profundis,perchè mentre suona, sogliono

recitarexii questo salmo per le anime de’ trapassati. L’Editore.

recitare questo salmo per le anime de’ trapassati. — L’Editore.a

i giubilo Ma > giubbilo Gt, Mn > giolito An=T ii possano Gt, Mn > possono An > possano Z=T iii sole, Gt, Mn, An, Z > Sole, L=T

iv vecchj; Ma > vecchi; Gt, Mn, An, Z > vecchi: L=T v < salutando mentre Ma

vi < chiesa i Ma

vii membra e Gt, Mn, An, Z > membra; e L=T

viii < recato Ma ix < da mio padre. Ma x < sussurar Ma

xi De Profundis perchè mentre suona sogliono Gt > De Profundis, perchè mentre suona sogliono Mn > De Profundis perchè

mentre suona sogliono An > De Profundis perchè mentre suona, sogliono Z > De profundis,perchè mentre suona, sogliono L=T

xii < recitar Ma

a in Ma il periodo è scritto in tondo, salvo «De profundis»; in Z, eccettuato «L’Editore», è scritto in corsivo.

(11)

20 Novembre.

lettera,

PIÙ volte incominciai questa lettera: ma la faccenda andava assai per le lunghe; e la bella

ridi?...—

giornata, la promessa di trovarmi alla villa per tempo, e la solitudine — ridi? —

L’altr’ jeri, e ieri mi svegliavai proponendomiii scriverti, ed eccomi invece, senz’ accorgermi,iii

L’altr’jeri, e ieri mi svegliava proponendo di scriverti; e senza accorgermi,

__________ necessità e

mi trovava fuori di casa. Piove, grandina, fulmina: penso di rassegnarmi alla necessità, e

profittare addietroiv

di giovarmi di questa giornata d’inferno, scrivendoti. — Sei o sette giorni addietro s’è iti

naturav

in pellegrinaggio. Io ho veduto la Natura più bella che mai. Teresa, suo padre, Odoardo, la piccola Isabellina, ed io siamo andati a visitare la casa del Petrarca in Arquà. Arquà è

discosto come tu sai quattrovi__ casa, e noi per___

discosto, come tu sai, quattro miglia dalla mia casa; ma per più accorciare il cammino prendemmo la via dell’erta. S’apriva appena il più bel giorno d’autunno. Parea che la

nottevii seguita sole,viii

Notte seguìta dalle tenebre e dalle stelle fuggisse dal Sole, che uscia nel suo immenso splendore dalle nubi d’oriente, quasi dominatore dell’universo; e l’universo sorridea. Le nuvole dorate e dipinte a mille colori salivano su la volta del cielo che tutto sereno

su___ divinità.ix

mostrava quasi di schiudersi per diffondere sovra i mortali le cure della Divinità. Io salutava a ogni passo la famiglia de’ fiori e dell’erbe che a poco a poco alzavano il capo

tremolar

chinato dalla brina. Gli alberi susurrando soavemente, faceano tremolare contro la luce le gocce trasparenti della rugiada; mentre i venti dell’aurora rasciugavano il soverchio

umore alle piante. Avresti udito una solenne armonia spandersi confusamente fra le

selve, gli augelli, gli armenti, i fiumi, e le fatiche degli uomini; e intanto spirava l’aria

dalle dai

profumata delle esalazioni che la terra esultante di piacere mandava dalle valli e da’

Sole,x Natura.—xi

monti al Sole, ministro maggiore della Natura. — Io compiango lo sciagurato che può

guardar aver gli occhi molli dalle care__

destarsi muto, freddo e guardare tanti beneficj senza sentirsi gli occhi bagnati dalle

io ho vedutaxii

lagrime della riconoscenza. Allora ho veduto Teresa nel più bell’apparato delle sue grazie.

i < Jer l’altro e jeri mi sveglio Ma

ii proponendomi Gt, Mn > proponendo An=T

iii senz’accorgermi Gt, Mn, An, Z > senza accorgermi L=T iv addietro Gt, Mn > addietro, An > addietro Z=T v natura Gt, Mn, An, Z > Natura L=T

vi discosto come tu sai quattro Gt > discosto, come tu sai, quattro Mn > discosto come tu sai quattro An > discosto, come tu sai, quattro Z=T

vii notte Gt, Mn, An, Z > Notte L=T viii Sole, Ma > sole, Gt, Mn, An, Z > Sole, L=T ix divinità Gt, Mn, An, Z > Divinità L=T x < sole, Ma

xi < natura.— Ma

(12)

Il suo aspetto per lo più sparso di una dolce malinconia, si andava animando di una gioja schietta, viva, che le usciva dal cuore; la sua voce era soffocata; i suoi grandi occhi neri

nell’estasi si inumidivano___i poco;ii

aperti prima nell’estasi, si inumidivano poscia a poco a poco: tutte le sue potenze

pareano sensazioni

parevano invase dalla sacra beltà della campagna. In tanta piena di affetti le anime

versarle Odoardo.... Eterno

si schiudono per versarli nell’altrui petto: ed ella si volgeva a Odoardo. Eterno Iddio!

tentoneiii nelle tenebreiv

parea ch’egli andasse tentone fra le tenebre della notte, o ne’ deserti abbandonati

dal sorriso_______ natura.v braccio

dalla benedizione della Natura. Lo lasciò tutto a un tratto, e s’appoggiò al mio braccio,

dicendomi... —vi ma, Lorenzo... io tenti

dicendomi — ma, Lorenzo! per quanto mi studi di continuare, conviene pur ch’io mi

gesti,vii

taccia. Se potessi dipingerti la sua pronunzia, i suoi gesti, la melodia della sua voce, la

trascrivere almeno tutte

sua celeste fisonomia, o ricopiar non foss’altro le sue parole senza cangiarne o

incresco perfino

traslocarne sillaba, certo che tu mi sapresti grado; diversamente, rincresco persino a me

quadro, la cui famaviii

stesso. Che giova copiare imperfettamente un inimitabile quadro, la cui fama soltanto

fa più impressioneix par traduttori del divo

lascia più senso che la tua misera copia? E non ti pare ch’io somigli i poeti traduttori

Omero?___ ch’iox inacquarexi

d’Omero? Giacchè tu vedi ch’io non mi affatico, che per annacquare il sentimento che

Lorenzo, ne sono stanco;xii

m’infiamma e stemprarlo in un languido fraseggiamento. | Lorenzo, ne sono stanco; il rimanente del mio racconto, domani: il vento imperversa; tuttavolta vo’ tentare il

cammino;xiii

cammino; saluterò Teresa in tuo nome. |Per dio! e’ m’è forza di proseguire la lettera:

i < nell’estasi, si inumidivano Ma ii poco; Gt, Mn, An, Z > poco: L=T iii < a tentone Ma

iv nelle tenebre Gt, Mn > fra le tenebre An =T v natura. Gt, Mn, An, Z > Natura. L=T

vi braccio dicendomi ...— Gt, Mn, An, Z > braccio, dicendomi — L=T vii gesti, Gt, Mn > modi, An > gesti, Z=T

viii < quadro la di cui fama Ma

ix fa più impressione Gt, Mn > lascia più senso An=T x ch’io Gt, Mn > che io An > ch’io Z=T

xi inacquare Gt, Mn >annacquare An=T xii < Ne sono stanco, o Lorenzo; Ma

xiii cammino; Gt, Mn > cammino, An > cammino; Z=T

(13)

ci è un lago_____i potea salto....

su l’uscio della casa ci è un pantano d’acqua che mi contrasta il passo: potrei varcarlo d’un salto;

e poi? la pioggia non cessa: mezzogiorno è passato, e mancano poche ore alla

Sono

notte che minaccia la fine del mondo. Per oggi, giorno perduto, o Teresa. — |Non sono

infelice!

felice! mi disse Teresa; e con questa parola mi strappò il cuore. Io camminava al suo

precedeano

fianco in un profondo silenzio. Odoardo raggiunse il padre di Teresa; e ci precedevano

chiacchierandoii all’ortolano. — Sono infelice!_______

chiacchierando. La Isabellina ci tenea dietro in braccio all’ortolano. Non sono felice! —

aveaiii

io aveva concepito tutto il terribile significato di queste parole, e gemeva dentro l’anima, veggendomiiv dovea al pregiudizio e

veggendomi innanzi la vittima che doveva sacrificarsi a’ pregiudizi ed all’interesse.

forse, scherzò sul turbamento improvviso della mia fisionomia.

Teresa, avvedutasi della mia taciturnità, cambiò voce, e tentò di sorridere: Qualche cara

diss’ellav sorridendo. osai_________

memoria, mi diss’ella — ma chinò subito gli occhi — Io non m’attentai di risponderle.vi pendio,vii ci

rispondere. |Eravamo già presso ad Arquà, e scendendo per l’erboso pendio, andavano sfumando e perdendosi all’occhio i paeselli che dianzi si vedeano dispersi per le valli soggette. Ci siamo finalmente trovati a un viale cinto da un lato di pioppi che

le foglie più giallicce,viii

tremolando lasciavano cadere sul nostro capo le foglie più giallicce, e adombrato

maestosa

dall’altra parte d’altissime querce, che con la loro opacità silenziosa faceano

all’ameno______

contrapposto a quell’ameno verde de’ pioppi. Tratto tratto le due file d’alberi opposti erano congiunte da varj rami di vite selvatica, i quali incurvandosi formavano altrettanti

vento.

festoni mollemente agitati dal vento del mattino. Teresa allora soffermandosi e

oh proruppe,ix queste erbe ex guardando d’intorno: Oh quante volte, proruppe, mi sono adagiata su queste erbe e

l’estate

sotto l’ombra freschissima di queste querce! io ci veniva sovente la state passata con mia

i < v’ha un lago Ma ii < chiaccherando Ma iii avea Gt, Mn > aveva An=T

iv veggendomi Gt > veggendo Mn > veggendomi An=T v < diss’ella, Ma

vi risponderle Gt, Mn > rispondere An=T vii < pendío Ma

viii < le giallicce lor foglie, Ma ix < prorruppe, Ma

x quest’erbe e Ma > queste erbe e Gt > queste erbe, e Mn > queste erbe e An=T

13

(14)

Tacque, ei volse indietro____ ci stava

madre. Tacque e si rivoltò addietro dicendo di volere aspettare la Isabellina che s’era un

pochi passi lontana; maii m’accorsi m’avea__

po’ dilungata da noi; ma io sospettai ch’ella m’avesse lasciato per nascondere le lagrime

E dov’è,_____

che le innondavano gli occhi, e che forse non poteva più rattenere. Ma, e perchè, le

a

diss’io, perchè mai non è qui vostra madre? — Da più settimane vive in Padova con sua

sorella, lontana______ l’amava; dopo la sua______

sorella; vive divisa da noi e forse per sempre! Mio padre l’amava: ma da ch’ei s’è pur ostinazioneiii di

ostinato a volermi dare un marito ch’io non posso amare, la concordia è sparita dalla

mia povera madre essersi oppostaiv______

nostra famiglia. La povera madre mia dopo d’avere contradetto invano a questo

eterna intanto...

matrimonio, s’è allontanata per non aver parte alla mia necessaria infelicità. Io intanto

disubbidirlo...ma...

sono abbandonata da tutti! ho promesso a mio padre, e non voglio disubbidirlo — ma e

disunita...v me....

mi duole ancor più, che per mia cagione la nostra famiglia sia così disunita — per me,

pazienza! — E a questa parola, le lagrime le pioveano dagli occhi. Perdonate, soggiunse,

aveavi angustiato.

io aveva bisogno di sfogare questo mio cuore angosciato. Non posso nè scrivere a mia

mai sue lettere. vuolevii

madre nè avere sue lettere mai. Mio padre fiero e assoluto nelle sue risoluzioni non vuole

sempre ch’ ella

sentirsela nominare; egli mi va tuttavia replicando, che la è la sua e la mia peggiore

Ma io amo, e mio padre pretende...—

nemica. Pur sento che non amo, non amerò mai questo sposo col quale è già decretato— immagina, o Lorenzo, in quel momento il mio stato. Io non sapeva nè confortarla, nè

ripigliò, nonviii mi tradite,

risponderle, nè consigliarla. Per carità, ripigliò, non v’affliggete, ve ne scongiuro:

i Tacque, e Gt, Mn, An, Z > Tacque e L=T ii < lontana, ma Ma

iii < la di lui ostinazione Ma

iv essersi opposta Gt, Mn > d’essersi opposta An > d’avere contradetto Z=T v < disunita;... Ma

vi avea Gt, Mn > aveva An=T vii vuole Gt > volle Mn > vuole An=T

viii ripigliò, non Gt, Mn > ripigliò non An > ripigliò, non Z=T

(15)

io mi sono fidata di voi:i compiangermi ...

io mi sono fidata di voi: il bisogno di trovare chi sia capace di compiangermi — una

simpatia...io solo...—

simpatia — non ho che voi solo. — O angelo! sì sì! potessi io piangere per sempre, e

rasciugareii tua tutta:iii

rasciugare così le tue lagrime! questa mia misera vita è tua, tutta: io te la consacro; e la consacro alla tua felicità! | Quanti guai, mio Lorenzo, in una sola famiglia! Vedi

Egli ama

ostinazione nel signore T*** che d’altronde è un ottimo galantuomo. Ama

soventeiv tien

svisceratamente sua figlia; spesso la loda e la guarda con compiacenza; e intanto le tiene

giorno disse ch’egliv_____

la mannaja sul collo. Teresa qualche giorn[o] dopo mi raccontò, com’ei dotato d’un’anima

ardente, vissevi

ardente visse sempre consumato da passioni infelici; sbilanciato nella sua domestica

magnificenza;vii

economia per troppa magnificenza; perseguitato da quegli uomini che nelle rivoluzioni

tentano___ ruina,viii figlj,ix

piantano la propria fortuna su l’altrui rovina, e tremante pe’ suoi figliuoli, crede di

assicurare la felicità della sua famiglia

provvedere allo stato di casa sua imparentandosi a un uomo di senno, ricco, e in

ragguardevole.x Forse, un fumo ...

aspettativa di una eredità ragguardevole — forse, o Lorenzo, anche per certo fumo; ed io

ch’egli darebbe figliuolaxi ad un

vorrei scommettere cento contr’uno ch’ei non lascierebbe in isposa la sua figliuola a chi

uomo cui nobiltà; chixii muorexiii

mancasse mezzo quarto di nobiltà: Chi nasce patrizio muore patrizio. Tanto più che egli considera l’opposizione di sua moglie come una lesione alla propria autorità, e

Egli è nondimeno di buonxiv

questo sentimento tirannesco lo rende ancor più inflessibile. E nondimeno è di ottimo cuore;xv sincera, exvi figlia exvii qualche

cuore; e quella sua aria sincera, e quell’accarezzare sempre la sua figliuola e alcuna volta

i < io mi vi sono affidata: Ma

ii rasciugare Gt, Mn > risparmiarti An > rasciugare Z=T iii < tua tutta, Ma

iv < spesso Ma

v disse ch’egli Gt, Mn >disse, ch’egli An> raccontò, com’egli Z > raccontò, com’ei L=T vi ardente, visse Gt, Ma, An, Z > ardente visse L=T

vii magnificenza; Gt, Mn > magnificenza: An > magnificenza; Z=T viii ruina, Gt, Mn > rovina, An=T

ix figlj, Gt, Mn > figli, An > figliuoli, Z=T x < considerabile. Ma

xi < figlia Ma

xii nobiltà: chi Ma > nobiltà; chi Gt, Mn, An, Z > nobiltà: Chi L=T xiii < more Ma

xiv Egli è nondimeno di buon Gt, Mn, An > E nondimeno è di buon Z > E nondimeno è di ottimo L=T xv < cuore, Ma

xvi sincera, e Gt > sincera e Mn > sincera, e An=T xvii < figlia, e Ma

(16)

compiangerla sommessamente, mostrano ch’ei vede gemendo la dolorosa rassegnazione

fanciulla...ma...— ei cheii

di quella povera fanciulla, ma — E per questo quand’io veggo come gli uomini

cheiii

cercano per una certa fatalità le sciagure con la lanterna, e come vegliano, sudano,

eterne,

piangono per fabbricarsele dolorosissime, eterne; io mi sparpaglierei le cervella temendo che non mi cacciasse per capo una simile tentazione. Ti lascio, o Lorenzo; Michele mi

desinare,iv

chiama a desinare: tornerò a scriverti, s’altro non posso, a momenti. dopo pranzov solevi

Il mal tempo s’è diradato, e fa il più bel dopo pranzo del mondo. Il Sole squarcia

natura,vii su la faccia di leiviii

finalmente le nubi, e consola la mesta Natura, diffondendo su la faccia di lei un suo

Io ti

raggio. Ti scrivo di rimpetto al balcone donde miro la eterna luce che si va a poco a

raggianteix tranquilla,

poco perdendo nell’estremo orizzonte tutto raggiante di fuoco. L’aria torna tranquilla; e

allagata e

la campagna, benchè allagata, e coronata soltanto d’alberi già sfrondati e cospersa di

appassite, pare di quel che fosse

piante atterrate pare più allegra che la non era prima della tempesta. Così, o Lorenzo, lo

raggio

sfortunato si scuote dalle funeste sue cure al solo barlume della speranza, e inganna la

ventura con ai

sua trista ventura, con que’ piaceri a’ quali era affatto insensibile in grembo alla cieca

m’abbandona;x odixi sera:xii al

prosperità. — Frattanto il dì m’abbandona: odo la campana della sera; eccomi dunque a

compimento della_______

dar fine una volta alla mia narrazione. Noi proseguimmo il nostro breve pellegrinaggio

i fanciulla...ma...— e Gt > fanciulla...ma...e Mn > fanciulla...ma...— E An > fanciulla, ma — E Z=T ii che Gt, Mn, An, Z > come L=T

iii che Gt, Mn, An, Z > come L=T iv < pranzo, Ma

v < dopo-pranzo Ma

vi sole Gt, Mn, An, Z > Sole L=T vii natura, Gt, Mn, An, Z > Natura, L=T viii < su la di lei faccia Ma

ix < indorato e raggiante Ma

x m’abbandona; Gt, Mn, An, Z > m’abbandona: L=T xi odi Gt, Mn, An, Z > odo L=T

xii sera: Gt, Mn, An, Z > sera; L=T

(17)

biancheggiante da lungi accoglievai fino a che ci apparve biancheggiar dalla lunga la casetta che un tempo accoglieva

Grandeii

Quel grande alla cui fama è angusto il mondo, Per cui Laura ebbe in terra onor celesti.a viiii

Io mi vi sono appressato come se andassi a prostrarmi su le sepolture de’ miei padri,

simile a_____iv

e come uno di que’ sacerdoti che taciti e riverenti s’aggiravano per li boschi abitati dagl’Iddii.v La sacra casa di quel sommo italianovi

dagl’Iddii. La sacra casa di quel sommo italiano sta crollando per la irreligione di chi

da lontane terrevii

possiede un tanto tesoro. Il viaggiatore verrà invano di lontana terra a cercare con

dai

meraviglia divota la stanza armoniosa ancora dei canti celesti del Petrarca. Piangerà

ortiche eviii

invece sopra un mucchio di ruine coperto di ortiche e di erbe selvatiche fra le quali la

O

volpe solitaria avrà fatto il suo covile. Italia! placa l’ombre de’ tuoi grandi. — Oh! io mi

sovvengo, col Dopoix essere

risovvengo col gemito nell’anima, delle estreme parole di Torquato Tasso. Dopo d’essere

fra i sarcasmi______de’ cortigiani, le noje de’ saccenti,x

vissuto quaranta sette anni in mezzo a’ dilegi de’ cortigiani, le noje de’ saccenti, e

sempre___

l’orgoglio de’ principi, or carcerato ed or vagabondo, e tuttavia melanconico, infermo,

indigente, giacque scriveva, esalandoxi

indigente; giacque finalmente nel letto della morte, e scriveva, esalando l’eterno sospiro:

Io non mi voglio dolere della malignità della fortuna, per non dire della ingratitudine degli O mio uomini, la quale ha pur voluto aver la vittoria di condurmi alla sepoltura mendico. O mio

e’ mi par di conoscere chi Lorenzo...xii cuore, sempre.

Lorenzo, mi suonano queste parole sempre nel cuore!

forse un giorno morrà ripetendole. i < accolse Ma

ii < grande Ma iii < ci Ma

iv simile a Gt, Mn, An > come un di Z > come uno di L=T v < dagli Iddii. Ma

vi La sacra casa di quel sommo italiano Gt, Mn > La casa di quel sacro italiano An > La sacra casa di quel sommo italiano Z=T vii da lontane terre Gt, Mn > da lontana terra An > di lontana terra Z=T

viii <ortiche, e Ma

ix < L’Omero italiano dopo Ma

x < dileggiamenti de’ cortigiani, i sarcasmi de’ saccenti, Ma

xi scriveva, esalando Gt, Mn > scriveva esalando An > scriveva, esalando Z=T xii < O Lorenzo... Ma

(18)

canzone;i

|Frattanto io recitava sommessamente con l’anima tutta amore e armonia la canzone:

acque;ii l’altra:iii pensier iniv monte;v sonetto:vi

Chiare, fresche, dolci acque; e l’altra: Di pensier in pensier, di monte in monte; e il sonetto:

amore, nostra, sovrumani versivii

Stiamo, Amore, a veder la gloria nostra; e quanti altri di que’ sovrumani versi la mia

memoria agitata seppe allora suggerire al mio cuore. | Teresa e suo padre se n’erano iti

fattoreviii

con Odoardo il quale andava a rivedere i conti al fattore d’una tenuta ch’egli ha in que’

ch’ egli è sulle mosse per Roma,ix cugino;x dintorni. Ho poi saputo ch’e’ sta sulle mosse per Roma, stante la morte di un suo cugino;

presto,___

nè si sbrigherà così in fretta, perchè essendosi gli altri parenti impadroniti de’ beni del

andràxi___ Al loro ritorno quella buona famiglia

morto, l’affare si ridurrà a’ tribunali. |Come tornarono, quella famigliuola d’agricoltori ci

colazione,xii chexiii Addio addioxiv

allestì da colazione, dopo di che ci siamo avviati verso casa. Addio, addio. Avrei a

moltexv cose,

narrarti delle altre cose; ma, a dirti il vero, ti scrivo svogliatamente. — Appunto: mi

sempre__________

dimenticava di dirti che, ritornando, Odoardo accompagnò a passo a passo Teresa e le parlò lungamente quasi importunandola e con un’aria di volto autorevole. Da alcune

tormentasse

poche parole che mi venne fatto d’intendere, sospetto ch’egli la torturasse per sapere a ogni patto di che abbiamo parlato. Onde tu vedi ch’io devo diradar le mie visite —

finch’ei si parta.xvi

almeno finch’ei si parta. | Buona notte, Lorenzo. Serbati questa lettera: quando Odoardo si porterà seco la felicità, ed io non vedrò più Teresa, nè più scherzerà su queste ginocchia la sua ingenua sorellina, in que’ giorni di noja ne’ quali ci è caro perfino il dolore, rileggeremo queste memorie sdrajati su l’erta che guarda la solitudine d’Arquà, nell’ora che il dì va mancando. La rimembranza che Teresa fu nostra amica rasciugherà il nostro pianto. Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora forse tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore.

i < canzone; Gt, Mn, An, Z > canzone: L=T ii < acque, Ma

iii < l’altra; Ma

iv pensier in Gt, Mn > pensier, in An > pensier in Z=T v < monte, Ma

vi < sonetto; Ma

vii sovrumani versi Gt, Mn > versi An > sovrumani versi Z=T viii fattore Gt > fattor Mn > fattore An=T

ix ch’ei sta per andarsene a Roma, Ma > ch’egli è sulle mosse per Roma, Gt, Mn, An > ch’e’ sta sulle mosse per Roma, Z=T x < cugino, Ma

xi < anderà Ma xii < colezione, Ma xiii < chè Ma

xiv Addio addio Gt, Mn, An, Z > Addio, addio L=T xv molte Gt, Mn, An, Z > delle L=T

xvi < fino ch’ei parta. Ma

(19)

22 Novembre.

TRE giorni ancora, e Odoardo sarà partito.__________

TRE giorni, e Odoardo, a dir molto — non sarà qui. Il padre di Teresa lo accompagnerà

M’aveva egli proposto di far questa gita con lui,________________________

sino a’ confini. S’era lasciato intendere che m’avrebbe pregato di far seco questa breve _____ andrò....i

corsa; ma io ne l’ho ringraziato perchè voglio assolutamente partire: andrò a Padova.

signor T***ii fede. — Teneteiii

Non devo abusare dell’amicizia del signore T*** e della sua buona fede. — Tenete buona

figliuole,iv mattina.v

compagnia alle mie figliuole, mi diceva egli questa mattina. A vedere, egli mi reputa

Socrate... amata?...

Socrate — me? e con quell’angelica creatura nata per amare, e per essere amata? e così

gl’infelici, perchèvi

misera a un tempo! ed io sono sempre in perfetta armonia con gl’infelici, perchè

davvero ch’io chevii

— davvero — io trovo un non so che di cattivo nell’uomo prospero. | Non so com’ei non s’avveda di___

s’avvegga ch’io parlando della sua figlia mi confondo e balbetto; cangio viso e sto come

quell’istante

un ladro davanti al giudice. In quel punto io m’immergo in certe meditazioni, e bestemmierei il cielo veggendo in quest’uomo tante doti eccellenti, guaste tutte da’ suoi

pregiudizj amaramente. — Cosìviii

pregiudizi e da una cieca predestinazione che lo faranno piangere amaramente. — Così intanto io divoro i miei giorni, querelandomi e de’ miei propri mali e degli altrui.| Eppure me ne dispiace: — spesso rido di me, perchè propriamente questo mio cuore non può sofferire un momento, un solo momento di calma. Purchè ei sia sempre agitato, per lui non rileva se i venti gli spirano avversi o propizj. Ove gli manchi il piacere, ricorre tosto al

venne___ schioppo

dolore. Jeri è venuto Odoardo a restituirmi uno schioppetto da caccia ch’io gli aveva

prestato;

prestato, e a pigliare il buon viaggio da me; non ho potuto vederlo partire senza

collo, indifferenza, mentre

gettarmigli al collo tuttochè avessi dovuto veramente imitare la sua indifferenza.

quelli non erano gli estremi congedi. qual chiamateix

Non so mai di che nome voi altri saggi chiamate chi troppo

i < anderò... Ma

ii signor T*** Gt, Mn, An, Z > Signore T*** L=T

iii fede. — Tenete Gt > fede. Tenete Mn > fede. — Tenete An=T iv < figliuole; Ma

v mattina. Gt, Mn > mattina: An > mattina. Z=T

vi gl’infelici, perchè Gt, Mn > gl’infelici perchè An > gl’infelici, perchè Z=T vii < chè Ma

viii amaramente. — Così Gt, Mn > amaramente. Così An > amaramente. — Così Z=T ix chiamate Gt, Mn, An > chiamiate Z > chiamate L=T

(20)

cuore;i ei

presto ubbidisce al proprio cuore: perchè di certo non è un eroe; ma è forse vile per questo? Coloro che trattano da deboli gli uomini appassionati somigliano quel medico che chiamava pazzo un malato non per altro se non perch’era vinto dalla febbre. Così odo i ricchi tacciare di colpa la povertà, per la sola ragione che non è ricca. A me però sembra

reale...

tutto apparenza; nulla di reale, nulla. Gli uomini non potendo per sè stessi acquistare la

cercano____ venturaii propria e l’altrui stima, si studiano d’innalzarsi, paragonando que’ difetti che per ventura hanno, aiii

non hanno, a quelli che ha il loro vicino. Ma chi non si ubbriaca perchè naturalmente odia il

tranquillamenteiv

vino, merita egli lode di sobrio? | O tu che disputi pacatamente su le passioni: se le tue

tutto quello ch’entrav

fredde mani non trovassero freddo tutto quello che toccano; se quant’entra nel tuo cuore di ghiaccio non divenisse tosto gelato; credi tu che andresti così glorioso della tua severa filosofia? or come puoi ragionare di cose che non conosci? |Per me, lascio che i saggi

tempo nonvi lorovii

vantino una infeconda apatia. Ho letto già tempo, non so in che poeta, che la loro virtù è

ritira sèviii

una massa di ghiaccio che attrae tutto in sè stessa e irrigidisce chi le si accosta. Nè Dio sta

tranquillità, ma s’involve__

sempre nella sua maestosa tranquillità; ma si ravvolge fra gli aquiloni e passeggia con le procelle.*

27 Novembre.

partito...

ODOARDO è partito, ed io me n’andrò quando tornerà il padre di Teresa. Buon giorno.

segnatamente tratto.ix

* Questo è un verso della Bibbia; ma non ho saputo trovare per l’appunto donde fu tratto. — a

L’Editore.b

i cuore; Gt, Mn, An, Z > cuore: L=T ii < avventura Ma

iii < hanno a Ma

iv tranquillamente Gt, Mn, An, Z > pacatamente L=T

v se tutto quello ch’entra Gt, Mn > se tutto quello che entra An > se tutto quello ch’entra Z > se quant’entra L=T

vi tempo non Gt, Mn > tempo, non An=T vii loro Gt, Mn > lor An > loro Z=T viii sè Gt, Mn > se An, Z > sè L=T ix tratto. Gt, Mn, An, Z > tratto. — L=T

a l’intera frase è in corsivo nella Gt, Mn, An, Z; in tondo nella Ma e nella L. b in tondo nella Gt, Mn, An, Z; in corsivo nella L.

(21)

3 Dicembre.

casa T***

STAMATTINA io me n’andava un po’ per tempo alla villa, ed era già presso alla casa T***, quandoi tintinnioii

quando mi ha fermato un lontano tintinnio d’arpa. O! io mi sento sorridere l’anima, e

stesso la____ che Teresa

scorrere in tutto me quanta mai voluttà allora m’infondeva quel suono. Era Teresa

...— immaginarti, o celeste fanciulla, e iii

— come poss’io immaginarti, o celeste fanciulla, e chiamarti dinanzi a me in tutta la tua

bevere

bellezza, senza la disperazione nel cuore! Pur troppo! tu cominci a gustare i primi sorsi dell’amaro calice della vita, ed io con questi occhi ti vedrò infelice, nè potrò sollevarti se

piangendo!...io,

non piangendo! io; io stesso ti dovrò per pietà consigliare a pacificati con la tua sciagura. |Certo ch’io non potrei nè asserire nè negare a me stesso ch’io l’amo; ma se mai,

mai!... in veritàiv

se mai! — in verità non d’altro che di un amore incapace di un solo pensiero: Dio lo sa! —

fermava lì lì, senza batter palpebra, con gli occhi, v

|Io mi fermava, lì lì, senza batter palpebra, con gli occhi, le orecchie, e i sensi tutti intenti per divinizzarmi in quel luogo dove l’altrui vista non mi avrebbe costretto ad arrossire

a quella

de’ miei rapimenti. Ora ponti nel mio cuore, quand’io udiva cantar da Teresa quelle

strofetta volgarizzata odi;

strofette di Saffo tradotte alla meglio da me con le altre due odi, unici avanzi delle

fanciulla, immortalevi come le muse.vii

poesie di quella amorosa fanciulla, immortale quanto le Muse. Balzando d’un salto, ho

trovatoviii ov’io

trovato Teresa nel suo gabinetto su quella sedia stessa ove io la vidi il primo giorno, quand’ella dipingeva il proprio ritratto. Era neglettamente vestita di bianco; il tesoro delle sue chiome biondissime diffuse su le spalle e sul petto, i suoi divini occhi nuotanti nel piacere, il suo viso sparso di un soave languore, il suo braccio di rose, il suo piede, le

mollemente... mi certa

sue dita arpeggianti mollemente, tutto tutto era armonia: ed io sentiva una nuova delizia nel contemplarla. Bensì Teresa parea confusa, veggendosi d’improvviso un uomo che la mirava così discinta, ed io stesso cominciava dentro di me a rimproverarmi

villania; ma ella________

d’importunità e di villania: essa tuttavia proseguiva, ed io sbandiva tutt’altro desiderio,

i casa T*** quando Gt, Mn > casa T***, quando An > casa T***, quando Z=T ii < tintinnío Ma

iii < immaginarti o celeste fanciulla e Ma iv < davvero Ma

v < fermava lì lì senza batter palpebra con gli occhi, Ma > fermava lì lì, senza batter palpebra con gli occhi, Gt, Mn, An, Z > fermava, lì lì, senza batter palpebra con gli occhi, L=T

vi < fanciulla immortale Ma

vii come le muse. Gt, Mn, An > quanto le muse. Z > quanto le Muse. L=T viii trovato Gt > trovata Mn > trovato An=T

(22)

Io non so dirti, mio caro, in quale stato allora io mi tranne quello di adorarla, e di udirla. Io non so dirti, mio caro, in quale stato allora io mi fossi:i

fossi: so bene ch’io non sentiva più il peso di questa vita mortale. | S’alzò sorridendo e mi mi sono appoggiato col capo su quell’ arpa e lasciò solo. Allora io rinveniva a poco a poco: mi sono appoggiato col capo su quell’arpa e il mio viso si andava bagnando di lagrime...ii

il mio viso si andava bagnando di lagrime — oh! mi sono sentito un po’ libero.

Padova, 7 Dicembre. so; ______ ma che______

NON lo vo’ dire; pur temo assai non tu m’abbia pigliato in parola e ti sia maneggiato a

per_____

tutto potere per cacciarmi dal mio dolce romitorio. Jeri mi sopravvenne Michele a darmi

avvertirmi

avviso da parte di mia madre ch’era già allestito l’alloggio in Padova dov’io aveva

recare

detto altra volta (davvero appena me ne sovviene) di volermi ridurre al riaprirsi della università. Vero è ch’io avea fatto sacramento di venirci; e te n’ho scritto; ma aspettava

T***,iii anco_ momento

il signore T*** — non per anche tornato. Del resto, ho fatto bene a cogliere il punto

abbandonati ad animaiv

della mia vocazione, e ho abbandonato i miei colli senza dire addio ad anima vivente.

proponimenti, nonv

Diversamente, malgrado le tue prediche e i miei proponimenti, non mi sarei partito mai

chevi

più: e ti confesso ch’io mi sento un certo che d’amaro nel cuore, e che spesso mi salta la

ritornarvi: — somma:vii a Padova;viii

tentazione di ritornarvi — or via in somma, vedimi in Padova: e presto a diventar

acciocchèix ognor predicandox

sapientone, acciocchè tu non vada tuttavia predicando ch’io mi perdo in pazzie. Per altro bada di non volermiti opporre quando mi verrà voglia d’andarmene; perchè tu sai ch’io

cose...

sono nato espressamente inetto a certe cose, massime quando si tratta di vivere con quel metodo di vita ch’esigono gli studj, a spese della mia pace e del mio libero genio, o di’ pure, ch’io tel perdono, del mio capriccio. Frattanto ringrazia mia madre, e per minorarle

i < In verità, mio caro, che non so dirti in quale stato io mi fossi: Ma ii < mi sono prostrato ginocchione su l’arpa e l’ho innondata di lagrime.... Ma iii T***, Gt, Mn, An > T***, — Z > T*** — L=T

iv < a persona Ma v < proponimenti non Ma vi < chè Ma

vii somma: Gt, Mn > somma; An > somma, Z=T viii Padova; Gt, Mn, An, Z > Padova: L=T ix < acciò Ma

x < declamando Ma

(23)

cerca di profetizzare,i quìii

il dispiacere, fa di pronosticarle, così come se la cosa venisse da te, ch’io quì non troverò

mese....

lunga stanza per più d’un mese, o poco più.

Padova, 11 Dicembre.

conosciuta

Ho conosciuto la moglie del patrizio M*** che abbandona i tumulti di Venezia e la casa

passare iniii

del suo indolente marito per godersi gran parte dell’anno in Padova. Peccato! la sua

diffondeiv

giovine bellezza ha già perduta quella vereconda ingenuità che sola diffonde le grazie e

cerca___v

l’amore. Dotta assai nella donnesca galanteria, si studia di piacere non per altro che per

sa!...ella volentieri,vi

conquistare; così almeno giudico. Tuttavolta, chi sa! Ella sta con me volentieri, e

quand’iovii

mormora meco sottovoce sovente, e sorride quando la lodo; tanto più ch’ella non si pasce

bei mottie tratti di spirito indizjviii

come le altre di quell’ambrosia di freddure chiamate be’ motti, e frizzi di spirito , indizj

d’un animo jerix

sempre d’animo nato maligno. Ora sappi che jer sera accostando la sua sedia alla mia,

poesia,_______

mi parlò d’alcuni miei versi, e innoltrandoci di mano in mano a ciarlare di sì fatte inezie,

libro dix

non so come, nominai certo libro di cui ella mi richiese. Promisi di recarglielo io

stesso addio: —xi

stamattina; addio — s’avvicina l’ora.

i cerca di profetizzare, Gt, Mn, An, Z > fa di pronosticarle, L=T ii a Padova Ma > quì Gt > qui Mn, An > quì Z=T

iii < a Ma

iv < diffonde davvero Ma

v cerca Gt, Mn, An, Z > si studia L=T vi < volontieri, Ma

vii quand’io Gt, Mn, An, Z > quando la L=T

viii bei motti e tratti di spirito indizj Gt, Mn, An > bei motti e frizzi di spirito, indizj Z > be’ motti, e frizzi di

spirito, indizj L=T

ix jer Gt, Mn > [j]er An > jer Z=T

x libro di Gt, Mn > libro, di An > libro di Z=T xi addio: — Gt, Mn, An, Z > addio — L=T

(24)

Ore 2.

appena mii

IL paggio m’additò un gabinetto ove innoltratomi appena, mi si fe’ incontro una donna

anni, leggiadramenteii la

di forse trentacinque anni leggiadramente vestita, e ch’io non avrei presa mai per

stessa dicendomi: laiii

cameriera se non mi si fosse appalesata ella stessa, dicendomi — La padrona è a letto

ancora; a momenti uscirà. Un campanello la fe’ correre nella stanza contigua ov’era il

camminetto,iv

talamo della Dea, ed io rimasi a scaldarmi al camminetto, considerando ora una Danae dipinta sul soffitto, ora le stampe di cui le pareti erano tutte coperte, ed ora alcuni

quàv In questavi

romanzi francesi gittati qua e là. In questa le porte si schiusero, ed io sentiva l’aere

rugiadosavii d’improvviso odorato di mille quintessenze, e vedeva madama tutta molle e rugiadosa

entrar_______ presta presta eviii freddo, eix sopra

entrarsene presta presta e quasi intirizzita di freddo, e abbandonarsi sovra una sedia

con certe__ occhiate...

d’appoggio che la cameriera le preparò presso al fuoco. Mi salutava più con le occhiate,

_____________________

che con la persona — e mi chiedea sorridendo s’io m’era dimenticato della promessa. Io

porgevax

frattanto le porgeva il libro osservando con meraviglia ch’ella non era vestita che di una

allacciataxi scendeva liberamente,___

lunga e rada camicia la quale non essendo allacciata radeva quasi il tappeto, lasciando in ignude le spalle e il petto ch’era per altro voluttuosamente difeso da una candida pelle in

cui ella stavasixii pettine, accusavanoxiii cui ella stavasi involta. I suoi capelli benchè imprigionati da un pettine, accusavano il

recente,

sonno recente; perchè alcune ciocche posavano i loro ricci or sul collo, or fin dentro il

all’occhio inespertoxiv

seno, quasi che quelle picciole liste nerissime dovessero servire agli occhi inesperti

i < appena, mi Ma

ii anni, leggiadramente Gt, Mn > anni leggiadramente An=T

iii dicendomi: la Gt, Mn, An > dicendomi: La Z > dicendomi — La L=T iv < focolare, Ma

v quà Gt > qua Mn > quà An > qua Z=T vi < In questo Ma

vii < ruggiadosa Ma

viii entrar presta presta e Gt > entrar presta e Mn > entrar presta presta e An > entrarsene presta presta e Z=T ix freddo, e Gt, Mn > freddo; e An > freddo, e Z=T

x porgeva Gt > porgea Mn > porgeva An=T xi < allaciata Ma

xii < in cui stavasi Ma xiii < pettine accusavano Ma

xiv all’occhio inesperto Gt, Mn, An, Z > agli occhi inesperti L=T

(25)

guida,i ella

di guida; ed altre calando giù dalla fronte le ingombravano le pupille; essa frattanto pettine,ii

alzava le dita per diradarle e talvolta per avvolgerle e rassettarle meglio nel pettine, mostrando in questo modo, forse sopra pensiero, un braccio bianchissimo e tondeggiante scoperto dalla camicia che nell’alzarsi della mano cascava fin’oltre il gomito. Posando sopra un piccolo trono di guanciali si volgeva con compiacenza al suo cagnuolino che le si

scuotendoiii orecchieiv

accostava e fuggiva e correva torcendo il dosso e scuotendo le orrecchie e la coda. Io mi

cameriera la qualev

posi a sedere sopra una seggiola avvicinata dalla cameriera che si era già dileguata.

scompigliandole

Quell’adulatrice bestiuola schiattiva, e mordendole e scompigliandole, quasi avesse

intenzione, con le zampine gli orli della camicia, lasciava apparire una gentile pianella di piede scoperto fin sopra la noce; un piede,

seta rosa-languida, e poco dopo un picciolo piede, o Lorenzo,

O!...

simile a quello che l’Albano dipingerebbe a una Grazia ch’esce dal bagno. O! se tu

medesimo, pressovi

avessi, com’io, veduto Teresa nell’atteggiamento medesimo, presso un focolare, anch’ella

negletta, così...—

appena balzata di letto, così discinta, così — chiamandomi a mente quel fortunato

osato respirarvii

mattino mi ricordo che non avrei osato respirar l’aria che la circondava, e tutti tutti i

adorarla: —

miei pensieri si univano riverenti e paurosi soltanto per adorarla — e certo un genio

Teresa,

benefico mi presentò la immagine di Teresa; perch’io, non so come, ebbi l’arte di

_____________or

guardare con un rattenuto sorriso il cagnuolino, e la bella, poi il cagnuolino, e di bel

dove

nuovo il tappeto ove posava il bel piede; ma il bel piede era intanto sparito. M’alzai

s’io aveva scelto un’ora importuna, pentita, perchè

chiedendole perdono ch’io fossi venuto fuor d’ora; e la lascia quasi pentita — certo; di

divenne______dispettosa, e...viii poi solo, laix gaja e cortese si fe’ un pò contegnosa — del resto non so. Quando fui solo, la mia

i guida, Gt, Mn > guida; An=T ii < pettine; Ma

iii scuotendo Gt, Mn > scotendo An > scuotendo Z=T iv orecchie Gt, Mn, An, Z > orrecchie L=T

v cameriera la quale Gt, Mn > cameriera, che An > cameriera che Z=T vi medesimo, presso Gt, Mn > medesimo presso An > medesimo, presso Z=T vii < osato di respirar Ma

viii divenne dispettosa, e... Gt, Mn > divenne sostenuta... An > si fe’ un pò contegnosa — Z=T ix < solo la Ma

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