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CAPITOLO 1 I PROFILI INTERPRETATIVI DELLA CITTÀ

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1 I PROFILI INTERPRETATIVI DELLA CITTÀ

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1.1 LA LETTURA DELLA CITTÀ

Se da un lato Pisa è ricca di opere artistiche, occupa una struttura geografica strategica ed ha ottimi collegamenti con il resto del mondo, dall'altro lato può essere definita la "città delle isole" per la scarsa integrazione dei settori che la caratterizzano. Le "isole" della città, individuate nella zona universitaria, Piazza dei Miracoli, la zona commerciale, la zona militare, non sono ad oggi sufficientemente collegate alle altre da indurre il turista a dirigersi verso un'"isola" che non aveva preventivato di visitare.

La lettura dei fenomeni e delle dinamiche entro cui allocare e misurare le ipotesi di trasformazione dell’area della caserma Bechi Luserna, quindi, è avvenuta nell’ottica di creare itinerari turistici in grado di integrare le diverse tipologie di turismo, anche attraverso alcune "reinterpretazioni" del "senso" della città di Pisa, che aiutano ad inquadrare le principali chiavi di lettura e le vocazioni della città.

Tali profili, di seguito brevemente descritti, consentono di cogliere la vastità dei possibili interessi e temi di sviluppo di cui si è tenuto conto prima della definizione del tipo di intervento progettuale.

Pisa come città regionale

La città ha un ruolo preminente rispetto al territorio comunale: la vicinanza alla zona portuale livornese, la strategica posizione geografica lungo importanti direttrici di comunicazione (ferroviarie, autostradali, strade statali ed aeroportuali), dunque un complesso sistema di "relazioni territoriali" che possono essere potenziate, diversificate ed organicamente integrate tra loro. Pisa potrebbe assumere un ruolo ancora più significativo come città nodale degli scambi delle più importanti arterie di comunicazione della dorsale tirrenica, nonché in relazione al vicino insediamento industriale della Valdera e della zona del cuoio.

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Pisa come città di servizi

Pisa si caratterizza come "centro di servizi", condizione avvalorata da tutti gli studi statistico-economici disponibili, tramite l’offerta dei servizi derivanti da due poli che contraddistinguono la città di Pisa da tutte le altre città toscane e italiane: il polo universitario, comprendente amche l’ospedale, e il polo scientifico-tecnologico.

Il polo universitario è costituito da tre istituzioni molto importanti: l'Università di Pisa, la Scuola normale superiore, specializzata nelle scienze teoriche, e la Scuola superiore S. Anna, specializzata in scienze sociali e sperimentali.

A fianco di queste tre strutture universitarie, vi sono diverse strutture di ricerca, che vantano fama internazionale e che costituiscono il polo scientifico-tecnologico:

• il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), con 14 istituti e 5 Centri studi;

• il Polo scientifico e tecnologico di Navacchio;

• la sezione di Pisa del centro di ricerca Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare);

• il centro di ricerca termica dell'Enel (Enel-Crt);

• il polo tecnologico di Cascina, specializzato nell'alta tecnologia;

• il polo tecnologico di Pontedera, gestito dalla società Pont-tech;

• il polo tecnologico di Peccioli;

• il polo scientifico e tecnologico di S.Croce, specializzato nel reparto conciario;

• il Consorzio Pisa ricerche;

• la Società Aurelia, che gestisce il Parco scientifico e tecnologico della Toscana.

Ciò consente di definire Pisa come città universitaria e della ricerca scientifica tra le più prestigiose al mondo. Il peso che svolge la presenza universitaria, di antico insediamento, è senza dubbio il dato più rilevante, il cui indicatore più immediato è costituito dal rapporto tra

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numero di iscritti e numero degli abitanti, dell’ordine di 0,40, ma a cui è possibile aggiungere quello degli addetti. Di tale condizione essa soffre tutti i problemi (come i prezzi medi di acquisto e di locazione degli alloggi superiori alla media delle città circostanti) ma gode anche tutti i benefici (come, ad esempio, la vivacità culturale).

A Pisa si sono insediate e sviluppate anche altre numerose funzioni a servizio pubblico: ad esempio, quella sanitaria (in una certa misura connessa e tributaria di quella universitaria), e quella militare (esercito e aeronautica) a cui si deve, tra l'altro, la realizzazione dell'aeroporto, poi divenuto in parte civile. Sono inoltre presenti uffici giudiziari e finanziari dello Stato, uffici delle amministrazioni locali di ogni livello (uffici regionali, amministrazione provinciale, comunale) enti particolari come il Consorzio fiumi e fossi, Ente parco di Migliarino e San Rossore).

Pisa come città turistica

Al tema della cultura e del turismo si collegano il sistema dei percorsi interni, il piano di commercio utilizzato a fini turistici e per la città, un progetto diffuso di arredo urbano, la riqualificazione delle preesistenze storico, artistiche e culturali mediante percorsi mirati storico-monumentali, nell'ottica di valorizzare il ricco patrimonio di una realtà cittadina che è possibile, a tutti gli effetti, definire città dell'arte, della cultura e della scienza. Una particolare attenzione merita il nuovo Museo delle navi romane, che potrà essere collegato in maniera coordinata con alcuni dei contenuti da valorizzare all'interno del nuovo Museo del calcolo, sede naturale per ospitare la storia dell'evoluzione delle tecniche di calcolo mercantile e di contabilità nei secoli, che tra l'altro, hanno visto, nel medioevo, la Toscana come culla e come centro di irradiazione nel mondo di queste soluzioni.

Nell'ottica di considerare e promuovere l'intera città ed il suo territorio come prodotto turistico (e non solo piazza dei Miracoli e pochi altri ambiti) è importante considerare le potenzialità di ipotesi di

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"turismo culturale diffuso", peraltro già molto praticato con successo in altre zone della Toscana.

A Pisa arriva oltre un milione di visitatori l'anno, di cui meno di un terzo si trattiene in città. La maggior parte dei visitatori rimane solo per poche ore (45,9%), ed arriva nell'ambito di circuiti di visita estesi ad un comprensorio territoriale più vasto. Il 67,9% dei turisti non pernotta a Pisa neanche per una sola notte, e solo il 16,5% si trattiene oltre.

La domanda nella città di Pisa è cresciuta nell'ultimo decennio sia in termini di arrivi che di presenze, che di permanenza media. In particolare si è registrato un aumento medio annuo in termini di arrivi pari all'1,35% e un aumento della permanenza media dalle 1,8 alle 2,9 giornate, prevalentemente dovuto ad un aumento della permanenza media dei turisti italiani più che dei turisti stranieri.

Le strutture ricettive che fanno fronte a questa richiesta di alloggi sono per il 36% strutture alberghiere e per il 64% strutture complementari. In particolare, tra le strutture alberghiere prevalgono numericamente le strutture a 3 stelle (39% delle strutture alberghiere in totale), che attualmente sono 14. Ridottissimo il numero degli alberghi a quattro stelle (solo tre) e dei cinque stelle (uno). Tra le strutture complementari rivestono particolare importanza gli appartamenti (43 in termini assoluti).

Importante notare che il tasso di utilizzazione delle strutture ricettive è del 53%, pari al 58% per le strutture alberghiere e al 48% per le strutture complementari. Confrontando il tasso di utilizzazione tra le diverse strutture alberghiere, risulta che gli alberghi a quattro e a due stelle sono quelli che registrano il più alto tasso di utilizzazione (entrambi il 61%), seguiti da quelli ad una stella (57%) e infine da quelli a tre stelle (55%). Dall'analisi svolta dal Comune di Pisa, in collaborazione con l'Isnart, relativa al censimento delle strutture ricettive e dell'offerta culturale della città, emerge che questi due elementi fondamentali appaiono in contrasto tra loro.

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La quantità e la qualità di offerta culturale stride con la carenza di offerta di strutture ricettive e di servizi turistici in generale. Dal medesimo studio emerge che l'offerta alberghiera spesso risulta di qualità inferiore a quella dichiarata con le categorie ufficiali alberghiere e a prezzi piuttosto elevati. Lo studio evidenzia una mancanza di osmosi tra i due elementi determinanti per il successo e lo sviluppo della città come polo di attrazione turistica e centro di turismo culturale.

L’obiettivo che emerge è, dunque, quello del prolungamento delle permanenze turistiche, ed al suo raggiungimento devono concorrere interventi sia sul versante del miglioramento dell’offerta di beni storici-artistici (restauro monumenti, organizzare di eventi culturali, percorsi di visita, istituzione o potenziamento di musei) che possano suscitare nel turista il desiderio di recarsi a Pisa e, soprattutto, di soggiornarvi per un periodo di tempo, sia su quello del potenziamento quantitativo e del miglioramento qualitativo dell’offerta ricettiva, per far si che le strutture recettive siano adeguate ad accogliere questi visitatori..

Sulla base delle considerazioni di cui sopra il Ru, per incentivare la produzione di nuova offerta ricettiva qualificata, è intervenuto sia liberalizzando tale destinazione all’interno degli ambiti residenziali che ne presentano le condizioni tipo-morfologiche sia prevedendo la possibilità di nuove strutture ricettive all’interno di aree di trasformazione afferenti gli ambiti a destinazione prevalente a residenza e a servizi.

Pisa come città congressuale

Un'importante fonte di turismo in Italia è il turismo congressuale, che porta arrivi e presenze concentrati in un periodo generalmente breve e che richiede strutture ricettive adatte alle necessità dei congressisti, sia in termini di locali che di attrezzature tecniche (strutture audio-visive ad esempio).

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Sviluppare questo tipo di turismo, anche in termini di durata della permanenza media, è importante specialmente in una città come Pisa, centro di scambi scientifici e culturali, che tuttavia fino ad oggi ha scarsamente utilizzato queste risorse. Congressi e conferenze sono una quota importante del turismo professionale, non solo in termini quantitativi ma anche dal punto di vista qualitativo, poiché il turismo congressuale e d'affari risulta di medio-alto profilo sia in termini di spesa che di bisogni. La Toscana è la terza regione italiana per numero di incontri e partecipanti.

La struttura che di solito accoglie i congressisti è una struttura alberghiera (accade nell'83% dei casi in Toscana) in particolare quando i congressisti sono stranieri. La spesa dei congressisti è indirizzata prevalentemente alla quota di partecipazione al congresso, all'albergo, al trasporto e ai ristoranti. Per il resto si spende in shopping, intrattenimento, musei e gite turistiche.

Dal lato dell'offerta, si rileva la presenza di due strutture ricettive dedicate: il Centro studi "Le Benedettine" ed il Palazzo dei Congressi.

La prima delle due strutture, situata nella zona centrale del lungarno Sonnino, dispone di una sala con capienza massima di 200 persone.

La seconda struttura dispone di una sala congressi con capienza massima di 1.000 partecipanti, dieci sale meeting atte ad accogliere fino a 150 partecipanti, un'area espositiva di 1.500 mq, una sala banchetti interna ed offre la possibilità di organizzazione post-congressuale.

Esistono poi alcuni alberghi di alto livello che hanno la disponibilità di sale congressi. Si tratta in particolare di un albergo cinque stelle e due alberghi quattro stelle attrezzati per ricevere alcune centinaia di persone. Al fine di sviluppare questo tipo di turismo, è importante che il "sistema città" pisano nel suo complesso crei le condizioni di sicurezza, accessibilità alla località e qualità ambientale per l'organizzazione dei congressi a Pisa e che non siano trascurati i servizi, il loro grado di efficienza, la qualità del personale e il comfort delle strutture ricettive.

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Questo perché oggi, pur in presenza di un Palazzo dei Congressi impegnato a tempo pieno e di istituzioni culturali attive in tal senso, la potenzialità ricettiva nella città di Pisa copre una quota irrisoria delle presenze, che rivolgono la loro attenzione all’offerta ricettiva di realtà limitrofe.

Se dunque il turismo congressuale non rappresenta oggi a Pisa un flusso determinante, il potenziale insito nello sviluppo di questa risorsa turistica non può essere trascurato, sia per la presenza di numerose istituzioni pubbliche e private, associazioni ed enti di ricerca, sia in virtù di un programma funzionale di trasformazione che offre ampie possibilità di crescita attorno all'ipotesi di un Centro servizi turistici.

Tale offerta, infatti, sarebbe in grado di richiamare nell'area operatori ed esponenti del mondo dell'impresa e della finanza, creando così opportunità addizionali di valorizzazione dei flussi turistici, con presenze aggiuntive dai soggiorni più lunghi e meditati, e comunque ad alto profilo qualitativo.

Riferimenti

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