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Corso di aggiornamento per RLS

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Academic year: 2022

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(1)

www.issnova.eu duca@issnova.eu

Il rischio ergonomico nelle attività di MMC e

nel lavoro da casa

marzo-novembre 2021

Corso di

aggiornamento per RLS

GABRIELLA DUCA

(2)

P ARLEREMO DI - P ARTE I

 La dimensione sistemica dell'ergonomia, i dati e le tecniche di riferimento

 Il rischio ergonomico

(3)

3

P ARLEREMO DI - P ARTE II

 La task analysis delle attività di MMC

 Le condizioni di applicabilità

dei metodi per la valutazione

del rischio biomeccanico

(4)

P ARLEREMO DI – P ARTE II

 L’ufficio dall’azienda a casa

 Un ufficio ergonomico a casa

 Ergonomia ambientale: i rischi e le indicazioni

 Ergonomia organizzativa: i

rischi e le indicazioni

(5)

Introduzione all’

ergonomia

Parte I

(6)

L’ ERGONOMIA

 è la disciplina che studia l’interazione fra l’uomo e gli altri elementi di un sistema

 è la professione che applica teorie, principi, dati e metodi alla progettazione, al fine di ottimizzare il benessere umano e le prestazioni complessive di un sistema

 3 aspetti specifici e complementari

 ergonomia fisica

 ergonomia cognitiva

 ergonomia organizzativa Ergon

lavoro

Nomos

norma ERGONOMIA

IEA International Ergonomics

Association, 2000

(7)

7

P UNTI DI VISTA

 Semplificando si potrebbe dire che la fisiologia e la psicologia del lavoro

studiano l'adattamento dell'uomo ai suoi compiti di lavoro, mentre l'ergonomia ha come fine di modificare i compiti di lavoro e di realizzare le condizioni

ottimali per l'attività umana Scherrer et al., 1967

 L'ergonomia studia il comportamento dell'uomo in relazione al suo lavoro.

L'oggetto di questa ricerca è rappresentato dall'uomo e dal suo lavoro in relazione agli spazi dell'ambiente circostante.

 […] entrambe le discipline [Ergonomia e Human Factors] applicano le informazioni sulle caratteristiche, capacità e limitazioni dell'uomo alla

progettazione di compiti, macchine, sistemi di macchine e ambienti, in modo che le persone possano lavorare con sicurezza, comfort ed efficacia.

Chapanis, 1979

(8)

A PPLICARE L ’ ERGONOMIA ALLE ATTIVITÀ LAVORATIVE

 non riguarda soltanto l’adattamento delle attrezzature di lavoro alle caratteristiche antropometriche ed anatomiche dell’individuo

 ma si occupa dell’organizzazione «a misura d’uomo» del lavoro, del suo contenuto e dell’ambiente in cui si svolge

 adattamento delle condizioni di lavoro alle capacità, limitazioni e alle caratteristiche del lavoratore

 adattamento dell’uomo alle mansioni che è chiamato a

svolgere (addestramento, fomazione…)

(9)

9

I PRINCIPI BASE DELL ’ ERGONOMIA

 Centralità dell’uomo

 Diversità umana

 Partecipazione

 Centralità degli scopi/attività

 Approccio iterativo

 Visione sistemica

 Approccio empirico/ pragmaticità

(10)

L’ APPROCCIO SISTEMICO

Organizzazione del lavoro Ambiente di

lavoro

Spazio di lavoro personale Attrezzature

e macchine Attività

Lavor

(11)

L’ ERGNOMIA OFFRE METODI E CONOSCENZE PER OSSERVARE LE ATTIVITÀ UMANE

 Dati considerati

 Misure antropometriche

 Capacità e limitazioni fisiche

 Capacità e limitazioni cognitive

 Esperienza

 Motivazione e attitudine personale

 Procedure e regole

 Dinamiche

sociali/interpersonali

 Tecniche di analisi

 Task analysis

 Link analysis

 Layout analysis

 Modelli matematici o statistici

 Es. metodi di valutazione dei rischi biomeccanici

 Valutazioni euristiche con check-list

 Test con gli utenti

 Focus group, interviste, questionari

11

(12)

L A TASK ANALYSIS ( ANALISI DEL COMPITO )

12

N. compito Compito Descrizione del compito Fotogramma del

compito Movimenti richiesti e relativi segmenti corporei interessati

Punto di svolgimento (nell'area della

postazione)*

Spostamenti richiesti nell'area della

postazione

Attrezzature e dispositivi

impegati

Durata (secondi) Valore dalla check list OCRA

Indice di rischio NIOSH (indice di sollevamento)

Caratteristiche fisiche dell'ambiente di lavoro e degli oggetti manipolati e relative incidenze sulle condizioni

complessive di rischio ergonomico**

Compito 1

Prendere le 2 molle per il fissaggio del contrappeso superiore

L'operaio si rivolge al contenitore e flettendo il busto frontalmente o lateralmente prende nel cesto delle molle 2 pezzi, con una sola mano, li districa e ne distribuisce uno in una mano, l'altro nell'altra mano.

Lieve flessione del busto per raccogliere le molle contenute nel cesto.Estensione del braccio sinistro nel cesto delle molle, presa con una o talvolta 2 mani, scuotimento del braccio per districare le molle. Inclinazione del capo verso il cesto se le molle sono poche e vanno cercate o sono incastrate.

Nessuno spostamento, l'operaio esegue il compito in posizione eretta statica

Guanti 2 - 4 secondi

La conformazione spaziale della postazione restituisce libertà nella scelta della posizione (frontale o laterale) per eseguire il movimento

Altezze incongrue dei piani su cui sono poggiati i componenti che non consentono posture congrue durante la movimentazione manuale dei carichi. il carico è leggero, ma richiede destrezza con le mani per sbrogliare le molle

Compito 2

Agganciare le 2 molle di fissaggio del contrappeso superiore

L'operaio si riposiziona frontalmente alla linea della catena di montaggio, aggancia la parte superiore della molla destra tenendola con la mano sinistra e la fissa, ripete simmetricamente l'operaizone con la molla sinistra

Sollevamento delle braccia per portare le mani circa all'altezza della spalla o comunque all'altezza necessaria per agganciare la molla; rotazione del polso, esercizio di una forza verso il basso per agganciare la molla. Movimenti eseguiti alternativamente con la mano destra/sinistra e la mano sinistra/destra; eventuale lieve movimento del capo per migliorare la visione

Nessuno spostamento, l'operaio esegue il compito in posizione eretta statica

Guanti 4 - 9 secondi

Il piano di calpestio dell'area della postazione, ad altezza, fissa comporta agli operatori di bassa statura di dover operare con gli arti superiori, durante il posizionameneto delle molle sul coprpo oscillante, ad un'alrtezza al di sopra delle proprie spalle. L'oggetto da manipolare è regolare, ma il suo posizionamento avviene spesso al di sopra della spalla dell'operatore, soprattutto se questi è di statura bassa

Compito 3 Avvitare il contrappeso

L'operaio compie piccoli passi per raggiungere l'avvitatore si posizione in posizione sagittale per impugnarlo.

Impugna le maniglie dell'avvitatore, si sporge col busto e il capo in avanti verso sinistra per centrare l'avvitatore sulle teste delle viti, si riporta in posizione verticale, attiva e spinge in avanti l'avvitatore.

Impugnatura delle due maniglie dell'avvitatore con le mani detra e sinistra, spinta in avanti dell'avvitatore utilizzando la forza delle braccia (braccio destro indirizza l'avvitatore, braccio sinistro spinge l'avvitatore) e servendosi dell'ausilio di tutto il peso del corpo.

L'operaio svolge pochi passi in diagolnale per spostarsi dalla posizione frontale alla linea alla osizione sagittale all'avvitatore.

Guanti e avvitatore 5 - 6 secondi Strumento vibrante, disergonomia dello strumento

per forma e impugnatura dell’avvitatore

Compito 4 Prendere il contrappeso anteriore

L'operaio compie piccoli passi per raggiungere il cesto contenitore dei contrappesi, si sporge e si flette nel cesto per afferrare il contrappeso, lo afferra, lo tira verso di sé e lo ruota dalla posizione orizzontale a quella verticale.

Flessione frontale del tronco necessaria per arrivare ad un'altezza congrua per afferrare il contrappeso (tale altezza varia da un minimo di cm 30 ad un massimo di cm 116), estensione delle braccia per raggiungere la posizione del contrappeso nel cesto (la distanza orizzontale tra la posizione delle gambe e quella del conrappeso nel carrello varia da un minimo di cm 26 ad un massimo di cm 50), impugnatura del contrappeso, sollevamento del carico fino ad estrarlo dal carrello contenitore. Portato il contrappeso fuori dal cesto (in orizzontale) l'operaio effettua una rotazione / pronazione dei polsi e delle mani per portare il contrappeso dalla posizione orizzontale (posizione in cui l'ha afferrato) alla posizione verticale utile per agganciare il contrappeso nel corpo lòavatrice. Durante lo spostamento fra la posizione frontale al cesto contenitore dei contrappesi e quella frontale rispetto al gruppo oscillante sul rullo della catena di montaggio, il carico è mantenuto con le braccia distese lungo il tronco.

L'operaio indietreggia dalla postazione frontale al gruppo oscillante, ruotare per posizionarsi di fronte al contenitore dei contrappesi

Guanti 2

Incongruo posizionamento dei contrappesi nel carrello, l’ultima fila risulta essere troppo arretrata per una giusta e congrua postura;

Presenza del gradino alle spalle dell’operatore, che potrebbe rapresentare un pericolo se l'operatore indietreggia di un altro passo. il carico può cadere e rompersi

la rottura del carico può comportare danno all'operatore o lasciare residui sulla pavimentazione che possono rappresentare pericolo di inciampo o scivolamento la posizione del carico da prendere nel cesto è variabile in altezza e profondità durante il corso del turno di lavoro

Compito 5 Posizionare il contrappeso

L'operaio compie piccoli passi per raggiungere la linea della catena portando con sé il contrappeso. Porta il contrappeso all'altezza degli attacchi, lo colloca sugli agganci.

Il peso viene spostato verticalmente: flessione delle braccia

ruotare per riportarsi in posizione frontale al gruppo oscillante, avanzare per avvicinarsi al gruppo oscillante

Guanti 2

Il contrappeso pesa KG 9,400 Il contrappeso ha una forma tale da consentire una buona impugnatura

Compito 6 Prendere i bulloni

L'operaio si rivolge al contenitore e flettendo il busto frontalmente o lateralmente prende dai cesti dei bulloni: i 2 bulloni superiori con la mano sinistra e il bullone inferiore con la mano destra.

Rotazione e flessione frontale del tronco o flessione laterale del tronco per raccogliere i bulloni contenuti nel cesto, estensione delle due braccia (laterale o friìontale) nei cesti dei bulloni, presa con le mani. Rotazione del capo per il controllo visivo del compito

Posizione statica, esecuzione del compito "di profilo" con eventuale lieve sopstamento verso sinistra

Guanti 1 - 2 secondi

La conformazione spaziale della postazione restituisce libertà nella scelta della posizione (frontale o laterale) per eseguire il movimento

Altezze incongrue dei piani su cui sono poggiati i componenti che non consentono posture congrue durante la movimentazione manuale dei carichi

Compito 7 Posizionare i bulloni

Inserisce il bullone inferiore con la mano destra e l'avvita parzialmente, passa uno dei 2 bulloni siperiori nella mano destra, lo inserisce ed avvita parzialmente, quasi contemporaneamente o successivamente esegue la stessa azione col bullone superiore sinistro con la mano sinistra

Impugnatura dei bulloni con le dita tenendole a forma di uncino, rotazione della mano e del polso per dare una prima avvitatura ai bulloni.

Posizione statica frontale Guanti 3 - 4 secondi la testa dei bulloni richiede un'impugnatura degli stessi ad

uncino Check list

Ocra=34,2 > 22,6 - fascia viola

Indice di sollevamento (caso peggiore) = 54,70 (richiede sorveglianza sanitaria) Indice sollevamento caso medio = 1,036 (non richiede sorveglianza sanitaria) Inidice di sollevamento (caso migliore) = 0,507 (non richiede sorveglianza sanitaria)

(13)

13

A PPLICARE LERGONOMIA : ATTO VOLONTARIO OPPURE OBBLIGO ?

 Testo Unico sulla Salute e sicurezza sul lavoro D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3

agosto 2009, n. 106

(14)

D . LGS 81/2008 CAPO III - GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO SEZIONE I - MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI

 Articolo 15 - Misure generali di tutela

Comma 1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono […]:

 d) il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella

scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli

effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello

ripetitivo;

(15)

15

D LGS 81/2008 TITOLO III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro

 Comma 6. Il datore di lavoro prende le misure

necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei lavoratori durante l’uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi

dell’ergonomia.

(16)

I L RISCHIO ERGONOMICO

 Nell’ergonomia sono le condizioni di lavoro ad adattarsi agli utenti, e non viceversa

 ambiente di lavoro (luce, clima e condizioni acustiche) adeguato alle esigenze fisiche concrete

 contenuto del lavoro corrispondente alle capacità personali concrete

 Attrezzature e impianti rispondnenti alle caratteristiche fisiche e cognitive dell’utente che le utilizzerà

 Tipologia, tempi ritmi di lavoro alle capacità individuali

RISCHIO ERGONOMICO

=

NON CORRISPONDENZA DEL SISTEMA

LAVORATIVO ALLE CARATTERISTICHE DEI

LAVORATORI

(17)

17

C OME VALUTARE I RISCHI ERGONOMICI ?

(18)
(19)

Valutare e contenere i rischi di ergonomia fisica nelle attività di

Movimentazione Manuale dei Carichi

Parte II

(20)

R ISCHIO ERGONOMICO VS RISCHIO BIOMECCANICO :

I RISCHI RELATIVI ALL ’ ERGONOMIA FISICA

 Movimentazione manuale dei carichi

 Art 167 del D.lgs 81/08 integrato con D.lgs 106/09 + UNI ISO 11228

 le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare,

portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in

conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari

 ISO 11228 Ergonomics

 NIOSH Lifting Equation (UNI ISO 11228-1)

 Ocra Index (UNI ISO 11228-2)

 Liberty Mutual Pushing and Pulling Tables, anche noto come Snook & Ciriello

((UNI ISO 11228-2)

(21)

21

I METODI OSSERVAZIONALI

(22)

M ACROFATTORI E FATTORI DI RISCHIO

 I disturbi muscolo-scheletrici sono multifattoriali

Movimenti ripetuti

• Peso maneggiato

• Estensione movimenti di mano/polso

• Estensione movimenti d mano/dita

• Estensione movimenti dita

• Estensione movimenti avambraccio

• Estensione movimenti braccio

• Posizione/ovimenti Piedi

• Estensione movimenti gambe

• Estensione movimenti busto

• Estensione movimenti Testa/collo

• Frequenza delle rieptizioni

• Postura e cambiamento rapido di postura

• Assenza/insufficienza di appoggio piede/gamba

• Assenza/insufficienza di appoggio avambraccio/mano

• Asimmetria

• Movimento prolungato

• Qualità della presa: dimensione, forma, texture

• Esercizio di pressione (forza o carico) concentrata su area ristretta

• Lavoro all’aperto

• Lavoro in ambiente freddo/caldo/umido

• Piano di calpestio e ostacoli nell'ambiente

• Condizioni di illuminazione/precisione visiva del compito

• Durata del turno di lavoro

• Durata del compito

• Durata del ciclo

• Durata delle pause

• Numero delle pause

• Flessibilità di esecuzione del compito

• Flessibilità di pause/orari

• Straordinari/scadenze serrate

• Genere

Esercizio di forza (MMC)

• Intensità della forza esercitata Mano/braccio (kg)

• Intensità della forza esercitata con Dita (Kg)

• Intensità della forza esercitata Piede/Gamba (kg)

• Assialità della direzione di esercizio della forza rispetto al piano frontale

• Altezza di esercizio della forza

• Spazio orizzontale di esercizio della forza (movimentazione carichi)

• Spazio verticale di esercizio della forza (movimentazione carichi)

• Asimmetria

• Contraccolpi /shock

• Direzione della forza (tirare/spingere)

• Postura e cambiameno rapido di postura

• Tipologia/estensione dei movimenti del del torso

• Qualità della presa: dimensione, forma, texture

• Esercizio di pressione (forza o carico) concentrata su area ristretta

• Lavoro all’aperto

• Lavoro in ambiente freddo/caldo/umido

• Piano di calpestio e ostacoli nell'ambiente

• Condizioni di illuminazione

• Durata del turno di lavoro

• Durata del compito

• Durata del ciclo

• Durata delle pause

• Numero delle pause

• Flessibilità di esecuzione del compito

• Flessibilità di pause/orari

• Straordinari/scadenze serrate

• Genere

• Corporatura

• Età

• Patologie pregresse/assunzione di medicine

• Carico di lavoro mentale

Vibrazioni

• Vibrazione tratto mano/braccio

• Vibrazioni corpo intero

• Conformazione e materiale della presa dell’attrezzo vibrante

• Frequenza e ampiezza delle vibrazioni

• Durata e frequenza dell’esposizione

• Lavoro in ambiente freddo

• Piano di calpestio e ostacoli nell'ambiente

• Durata del turno di lavoro

• Durata del compito/ciclo

• Durata/numero delle pause

• Flessibilità di esecuzione del compito

• Flessibilità di pause/orari

• Straordinari/scadenze serrate

• Genere

• Corporatura

• Età

• Patologie pregresse/assunzione di medicine

• Carico di lavoro mentale

• Clima aziendale/ fattori psicosociali

(23)

23

L A LOGICA DEI METODI OSSERVAZIONALI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOMECCANICO

 Sistemi a «punteggio» che attribuiscono un valore a una serie di fattori (limitati) considerati

 Basati su campagne di osservazione a lungo termine che hanno permesso di associare i diversi livelli di rischio con l'incidenza (o

prevalenza) dei disturbi muscoloscheletrici per la popolazioni interessata

 Dati epidemiologici limitati

 Ciascun metodo adotta un certo elenco fattori e suoi propri criteri per la ponderazione dei diversi fattori o la quantificazione delle interazioni tra i fattori

 Il «numero» risultante dalla valutazione riflette una ipotesi basata

 Sui dati epidemiolgici di riferimento

 Su come vengono osservate le attività

(24)

A FFIDABILITÀ DEI METODI OSSERVAZIONALI

 Ampia variabilità inter-soggettiva e intra-soggettiva nell’esito della valutazione

 Misura affidabile dei rischi solo se tutti i molteplici fattori che rappresentano la potenziale origine dei disturbi

muscolo-scheletrici sono individuati e ponderati

 Ciascun metodo risulta valido in presenza di condizioni

specifiche di svolgimento dei compiti, di caratteristiche

dell’ambiente fisico e di organizzazione delle attività

(25)

25

L E CONDIZIONI DI APPLICABILITÀ – S PINTA E

TRAINO /1

 Quando le Manual Material Handling Guidelines Liberty Mutual sono applicabili

 il compito di traino o spinta non è associato ad altri sforzi

 piano di calpestio regolare, non scivoloso e non inclinato

 traiettoria di spostamento dei carrelli rettilinea

 dimensione delle ruote del carrello sufficiente per superare dossi o buche o irregolarità del piano di calpestio

 ottimale efficienza/manutenzione delle ruote dei carrelli (ruote pulite, lubrificate, integre)

 funzionamento efficiente dei freni (da considerare anche

la comodità di azionamento/sblocco)

(26)

L E CONDIZIONI DI APPLICABILITÀ – S PINTA E

TRAINO /2

 Quando le Manual Material Handling Guidelines Liberty Mutual sono applicabili

 adeguato coefficiente di attrito fra ruote e pavimentazione (ottimale per spostamenti in piano un coefficiente di attrito COF <0.26µ)

 attività di spinta e traino svolta in condizioni ambientali confortevoli

 temperatura né troppo alta né troppo bassa

 accettabile rumorosità ambientale

 sufficiente illuminazione

 spazio operativo sufficiente per manovrare comodamente i carrelli

 nel caso di condizioni inadeguate della pavimentazione e/o delle ruote, i riferimenti indicati consigliano di effettuare molti rilievi col dinamometro e non utilizzare per la lettura delle tabelle i valori medi, ma i valori peggiori

 in molti settori produttivi è difficile assicurare modalità di svolgimento dei compiti tali da

proteggere il 75% della popolazione femminile e il 90% di quella maschile e il riferimento ai

valori delle tabelle Liberty Mutual non può essere considerato come unico parametro per

valutare una situazione buona o cattiva ma, piuttosto, deve servire per individuare la

(27)

V ARIABILI NEI COMPITI DI SPINTA E TRAINO

27

(28)

V ARIABILI NEI COMPITI DI SPINTA E TRAINO

(29)

29

L E CONDIZIONI DI APPLICABILITÀ – S OLLEVAMENTO E ABBASSAMENTO /1

 Quando la revised NIOSH lifting equation non è applicabile

 presenza di altre attività complementari (es. camminare, trasportare carichi in orizzontale per più di 2 passi,

mantenere pesi sospesi per più di qualche secondo, spingere o trainare carrelli) sono minime

 possibilità di eventi imprevisti come entità del carico non prevedibile, rischio di scivolamento e caduta

 coefficiente di attrito fra scarpa e pavimentazione COF<0,4µ, fortemente raccomandato un COF>0.5µ

 condizioni ambientali sfavorevoli, vale a dire con valori di temperatura o umidità dell’aria distanti dal range T 19- 26°C, UR 35%-50%

 carichi movimentati con una sola mano

 carichi instabili, incoerenti

 durata delle movimentazioni > 8 ore

 movimentazione effettuata con postura assisa o inginocchiata

 movimentazione effettuata in spazi ristretti

 movimentazioni rapide (spostamenti >76 cm al secondo).

(30)

L E CONDIZIONI DI APPLICABILITÀ –

S OLLEVAMENTO E ABBASSAMENTO /2

 L’applicazione della Revised NIOSH lifting equation presume che:

 il carico è movimentato con due mani, con movimenti fluidi, in posizione frontale, con le mani alla medesima altezza

 il carico ha ingombro moderato, cioè non è più largo delle spalle dell’operatore

 il peso è distribuito equamente fra le due mani

 non ci sono altre attività fisiche significative oltre ai compiti di sollevamento

 il contatto fra scarpe e superficie del

pavimento assicura il piede fermo

(31)

V ARIABILI NEI COMPITI SOLLEVAMENTO E ABBASSAMENTO DEI CARICHI

31

(32)

V ARIABILI NEI COMPITI DI TRASPORTO DEI CARICHI

(33)

33

C ONDIZIONI DI APPLICABILITÀ E CONDIZIONI REALI NELLE ATTIVITÀ DI RACCOLTA : COME FARE ?

 Osservare quali condizioni sono diverse da quelle assunte per l’applicabilità del metodo

 Osservare quali/quanti fattori caratterizzanti il compito sono considerati dal metodo

 Valutare se le difformità possono essere migliorative o peggiorative in termini di esposizione al rischio

 Applicare più metodi alternativi/complementari fra i numerosi disponibili oltre a quelli proposti dalla UNI ISO 11228

 Fare riferimento alle buone pratiche per la progettazione

(34)

M ETODI DISPONIBILI PER LA VALUTAZIONE DEL

RISCHIO BIOMECCANICO

(35)

I L R APID E NTIRE B ODY A SSESSMENT

35

(36)

I L MAC DELLA H EALTH AND S AFETY E XECUTIVE

(37)

B UONE PRATICHE PER LA PROGETTAZIONE

37 [Fonte Progetto Fondazione Rubes Triva - ISSNOVA]

(38)
(39)

39

(40)

Valutare e contenere i rischi per i lavoratori

da casa

Parte II

(41)

41

D I COSA STIAMO PARLANDO ?

 Telelavoro, lavoro da remoto, lavoro a distanza, lavoro da casa, smart working, lavoro agile, ….

 Ai tempi visionario, il concetto di telelavoro esiste dagli anni '70

 Indipendentemente dall’emergenza COVID-19, la disponibilità di tecnologia ha concretizzato da tempo la possibilità di rendere indipendenti il luogo ed il tempo del lavoro

 43 % dei lavoratori USA lavorerà da remoto

 Ad oggi non esiste una definizione universale di queste modalità di lavoro, sia come concetto sia come standard di riferimento

TELELAVORO

uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) inclusi

smartphone, tablet, laptop o computer desktop per il lavoro svolto al di fuori dei

locali del datore di lavoro

(ILO)

(42)

C OSA SAPPIAMO SUL LAVORO DA REMOTO

 Ricerche sugli effetti del lavoro a distanza

 ambigui

 Varietà di tipologie di mansioni e contenuti del lavoro analizzati

 contraddittori

 Vantaggi e svantaggi diversi per genere

 Potenziali vantaggi rispetto al tradizionale lavoro d'ufficio presso in azienda sia per lavoratore sia per datore di lavoro

Eurofound and the International Labour Office (2017), Working anytime, anywhere: The

(43)

43

C HI SONO I LAVORATORI A DISTANZA OGGI ?

 Esistono differenze importanti fra diversi gruppi di lavoratori

 È molto comune tra professionisti e manager, ma è anche rilevante per il supporto d'ufficio e gli addetti alle vendite

 Il genere

 gli uomini hanno maggiori occasioni di svolgere un lavoro a distanza (anche non a casa)

 le donne tendono a utilizzare più regolarmente il lavoro da casa, principalmente per bilanciare il lavoro e le attività legate alla famiglia

 i modelli culturali di genere, di lavoro e di vita familiare specifici del paese influenzeranno probabilmente il ricorso al lavoro al di fuori delle sedi del datore di lavoro

[Indagine ILO]

(44)

C OLTIVARE I VANTAGGI , CONOSCERE I RISCHI

 Possibili benefici del lavoro da remoto

 Risparmio dei tempi di spostamento e stress/stanchezza associati

 Riduzione degli infortuni in itinere

 Ambienti di lavoro personalizzabili

 Migliore accomodamento delle esigenze dei lavoratori più anziani o con diverse abilità

 Riduzione dei giorni di assenza per malattia

 Maggiore autonomia lavorativa e flessibilità

organizzativa

(45)

45

S POSTARE L ’ UFFICIO DALL ’ AZIENDA A CASA

 L’ambiente di lavoro è fatto dall’insieme di persone,

procedure, attrezzature tecnologiche e luoghi con cui il lavoratore interagisce per svolgere le attività lavorative

Lo stesso output lavorativo può essere raggiunto con configurazioni diverse (?)

[da progettare, implementare, valutare caso per caso]

(46)

L E SFIDE PER IL LAVORO DA REMOTO

 I lavoratori da remoto e i datori di lavoro devono affrontare sfide e opportunità uniche

 Definire responsabilità lavorative, fissare obiettivi e aspettative

 Stabilire il modello di comunicazione necessario

 Definire nuovi

 Cultura

 Strategie

 Tecnologie

 Metodi di lavoro

 Cambiare i contenuti e i modelli formativi sulla sicurezza e benessere psicofisico dei lavoratori

 Applicare i principi di prevenzione della SSL e della legislazione in materia di salute e sicurezza dei lavoratori

 Impoverimento della cultura aziendale in materia di SSL, con i lavoratori che smettono di

conoscere o comprendere le ragioni di determinati comportamenti ai fini della SSL

(47)

I RISCHI ERGONOMICI NELL ’ HOME WORKING

 Rischi per il benessere fisico

 Disturbi muscoloscheletrici

 Stato di salute fisica complessivo

 Rischio di infortunio

 Rischi per il benessere psicologico

 Rischi per il benessere organizzativo

47

Tutti gli elementi dell’ambiente di lavoro

concorrono a determinare o ridurre i rischi

(48)

G LI INFORTUNI TIPICI NELL ’ HOME WORKING

 Rischio di inciampo e caduta

 Postazioni di lavoro sottodimensionate, instabili, con layout inadeguato

 Adattamento degli impianti con prese multiple,

prolunghe

(49)

49

I RISCHI PER IL BENESSERE FISICO

 Sedentarietà

 Cattive abitudini alimentari

 Disturbi respiratori, mal di testa, affaticamento precoce

 Bassa qualità dell’aria interna (IAQ)

 Disturbi visivi

 Quantità/qualità inadeguata della luce naturale

 Quantità/qualità inadeguata della luce artificiale

 Assenza di pause nel compito visivo / messa a fuoco fissa

(50)

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE FISICO – COSA

PUÒ FARE IL LAVORATORE

 L’ambiente fisico

 Organizzare la propria postazione in un ambiente con una porta da chiudere all’occorrenza

 Allestire la postazione in una stanza dotata di balcone/finestra

 Posizionare la scrivania in modo da poter guardare il cielo, o almeno spaziare con lo sguardo alla massima distanza possibile

 Assicurarsi lo spazio sufficiente per potersi spostare con la sedia, stendere le gambe, rispettare le indicazioni per il lavoro a VDT

 Se si lavora in una stanza usata anche da altri, fissare dei limiti

virtuali all’area di lavoro, destinata unicamente al lavoro

(51)

51

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE FISICO – COSA

PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Comfort ambientale

 Impostare il termostato in inverno nel range 20 °C – 23,5 °C (ottimale 22 °C)

 Impostare il termostato in estate nel range 23 °C – 26 °C (ottimale 24,5 °C)

 L’illuminazione

 Assicurare una adeguata quantità di luce diffusa naturale e artificiale alla postazione

 Controllare le fonti di luce naturale o artificiale abbaglianti

 Evitare fonti di luce artificiale diretta all’altezza dell’occhio umano

 Evitare fonti di luce naturale in posizione frontale o sul retro delle postazioni di lavoro

 Evitare forti differenze di illuminazione nelle diverse aree dell’ambiente (poca luce/troppa luce)

 Scegliere accuratamente le lampadine

 temperatura della luce bianca o bianco caldo

 Indice di resa del colore (CRI) Ra >80

(52)

S CEGLIERE LE LAMPADINE

(53)

53

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE FISICO – COSA

PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Buone abitudini

 Aprire la finestre anche per pochi minuti durante le pause

 Rimuovere eventuali macchie di umido e muffa sui muri, possibilmente agendo sulle cause

 Uscire sul balcone o affacciarsi alla finestra nella pausa caffè

 Utilizzare cuffie o playlist che cancellano il rumore di fondo

 Fare pause regolari

 Non mangiare alla scrivania

 Andare a prendere il caffè o il pranzo fuori

 Fare brevi commissioni vicino casa a piedi prima di iniziare la giornata lavorativa

 Se possibile lavorare brevemente in terrazza

 Svolgere una qualsiasi attività sportiva/fisica regolarmente

(54)

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE FISICO – COSA

PUÒ FARE IL DATORE DI LAVORO

 Fornire le istruzioni sull’allestimento della postazione

 Individuare le caratteristiche delle attrezzature più idonee per la mansione

 Monitor, tastiera e mouse

 arredi

 Adattamento degli impianti

(55)

55

R ISCHI PER IL BENESSERE PSICOLOGICO

 Senso di isolamento/solitudine

 Maggiore difficoltà nella gestione dei conflitti/incomprensioni con i colleghi

 Percezione di difficoltà nel mentoring e nelle progressioni di carriera, assenza di modelli di leadership

 Barriere sfumate fra vita personale e professionale, conflitti vita-lavoro

 Riduzione della consapevolezza del proprio ruolo e contributo all’organizzazione

 Senso di scarso supporto da parte dell’organizzazione

(56)

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE PSICOLOGICO –

COSA PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Le pause sono fondamentali per ricaricarci cognitivamente

 Occupare le pause con una attività non focalizzata (chiacchierata, passeggiata col cane)

 Non usare social network, non fare ricerche su internet o seguire notizie in TV

 Non lavorare in parti della casa destinate al riposo o a tipiche attività familiari

 Sul letto, sul divano

 Sul tavolo della cucina

 Prepararsi e vestirsi in modo curato e ordinato per la giornata lavorativa

 Personalizzare il proprio ambiente di lavoro (oggetti, colori, materiali, …)

 Disattivare le notifiche per aumentare la concentrazione su un compito

 Coltivare interessi e attività sociali al di fuori del lavoro

(57)

57

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE PSICOLOGICO –

COSA PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Concordare col datore di lavoro e i colleghi

 Il numero totale delle ore di lavoro (al giorno, a settimana ecc)

 In quali orari si deve essere disponibili per le attività in collaborazione, quante ore al giorno possono essere lavorate in flessibilità e autonomia

 Fissare, anche la sera prima, l’ora di inizio e fine delle attività di lavoro e rispettarle rigorosamente

 Concordare con i familiari fasce orarie dove, anche se si è a casa, l’attività lavorativa non deve essere interrotta

 Considerare la possibilità di avere un caffè, biblioteca pubblica, o un altro luogo con una buona connessione wifi per una fuga dalla famiglia

 Creare un elenco di attività ed essere preparati a cambiare le priorità

 Pianificare con anticipo quali compiti possono essere svolti in un luogo o

momento della giornata diversi

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R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE PSICOLOGICO –

COSA PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Impostare correttamente i canali di comunicazione, condivisione, controllo

 Trovare la giusta «intensità di comunicazione»

 Individuare canali adeguati e separati per chat e teleconferenze per la vita privata e professionale

 Chat, telefonate e teleconferenze di durata e frequenza «equilibrate»

 Rispettare la netiquette, usare sempre un linguaggio lineare e educato, quando si parla e quando si scrive

 Utilizzare al meglio il linguaggio non verbale nelle teleconferenze

 Rispettare la privacy degli altri e garantire la propria

 Concordare preventivamente l’uso di webcam

 Lo sfondo dietro di noi racconta più di quanto immaginiamo

(59)

59

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE PSICOLOGICO –

COSA PUÒ FARE IL DATORE DI LAVORO

 Concordare il numero di giorni di lavoro a distanza

 Sulla base dei contenuti effettivi della mansione

 Su base settimanale o mensile

 Cercando di accogliere le preferenze e vincoli dei lavoratori

 Violenza domestica, cura di bambini molto piccoli o persone non autosufficienti

 Concordare in maniera chiara e partecipata

 gli obiettivi da raggiungere

 le modalità di verifica degli obiettivi

 le scadenze finali e intermedie per la verifica dei risultati

 la catena di comando

 Selezionare gli strumenti di collaborazione a distanza più adeguati all’organizzazione

 Formare adeguatamente i lavoratori all’uso efficiente degli strumenti forniti

 Rispettare gli orari concordati per la disconnessione

 Incoraggiare gli scambi fra gruppi informali basati su competenza o compito indipendentemente

dalla struttura organizzativa aziendale

(60)

I RISCHI PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO

 Assenza di visione complessiva delle dinamiche organizzative da parte del management

 Difficoltà a contenere le ore di lavoro e calibrare il carico di lavoro

 Sistemi di reporting e autorizzazioni onerosi da implementare a distanza

 Difficoltà nel mantenere la motivazione e il senso di appartenenza all’organizzazione

 Difficoltà ne riconoscere stati di disagio, malessere, difficoltà nei lavoratori

 Alcuni lavoratori potrebbero avere difficoltà a motivarsi e organizzarsi quando lavorano da casa, è un dato di fatto che deve essere gestito

dall’organizzazione

(61)

61

R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO –

COSA PUÒ FARE IL LAVORATORE

 Confrontarsi con i superiori, esprimere dubbi e chiedere aiuto

 Impegnarsi per utilizzare al meglio tutti gli strumenti di collaborazione messi a disposizione

 Adottare buona parte dei suggerimenti per il

benessere psicologico

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R IDURRE I RISCHI PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO –

COSA PUÒ FARE IL DATORE DI LAVORO

 Acquisire nella cultura aziendale che il lavoro a distanza funziona solo se

 La flessibilità va a vantaggio di lavoratore e organizzazione

 Il lavoratore è autonomo e responsabilizzato

 I rapporti si basano sulla fiducia reciproca fra lavoratore e datore di lavoro

 Evitare il micromanagement, condividere le pianificazioni a lungo termine e a diversi livelli organizzativi

 Abituare tutti i livelli di management a spostare le metriche su "attività svolte e loro qualità" rispetto a "ore trascorse".

 Tenere riunioni periodiche (non virtuali) per aggiornare i lavoratori su obiettivi e strategie dell’azienda, su tutti gli aspetti

 Elaborare piani per aumentare la responsabilità individuale del lavoratore

 Tener traccia dei risultati e utilizzare un approccio di osservazione e miglioramento basato su dati (inclusi i feedback dei lavoratori)

 imparare

 riportare

 non colpevolizzare

(63)

63

(64)

«O BBLIGHI » DEL LAVORATORE A DISTANZA

 rispettare la policy e le linee guida dell'azienda

 rispettare tutte le politiche e le normative

esistenti, comprese le politiche sulla salute e la sicurezza, le politiche sulla protezione dei dati e delle TLC, la proprietà intellettuale, l'uso di

strumenti aziendali e la politica sulle attrezzature

 prendersi cura della propria sicurezza, salute fisica e mentale e benessere

 praticare l'equilibrio tra lavoro e vita privata e

rimanere attivi e connessi aver cura del proprio

diritto alla disconnessione

(65)

65

«O BBLIGHI » DEL DATORE DI LAVORO

 Contattare regolarmente i lavoratori per assicurarsi che si sentano supportati, l’organizzazione deve essere accessibile e disposta ad ascoltare quando i

lavoratori hanno bisogno di supporto;

 Fornire gli strumenti più adeguati per la collaborazione on line

 Fornire ai lavoratori un controllo e una flessibilità adeguati nel loro lavoro

 Offrire informazioni e strumenti pratici a sostegno della salute mentale positiva, considerare l’ipotesi di programmi di assistenza dedicati;

 Saper riconoscere e rispondere adeguatamente ai segnali di disagio dei lavoratori e fornire ai lavoratori un punto di contatto per discutere le loro preoccupazioni

 Aumentare la consapevolezza nel lavoratori del loro dovere di prendersi cura del proprio benessere fisico e mentale nel lavoro da casa e fornire le

conoscenze necessarie

 Stabilire linee guida e policy aziendali per il lavoro da casa

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P ER CONCLUDERE

 Il lavoro da casa non è buono o cattivo in assoluto

 Non esiste una soluzione valida per tutti i ruoli e settori produttivi

 Ci sono principi generali e consigli validi per tutti ma ogni organizzazione deve stabilire le condizioni ottimali per il lavoro da casa dei suoi lavoratori

 La sicurezza ed il benessere dei lavoratori da casa richiede un approccio sistemico, integrato e multidisciplinare tipico dell’ergonomia

 Stiamo parlando cambiamenti che richiedono di pianificare la transizione a lungo termine e con un grande impatto di cambiamento culturale

 Dobbiamo procedere con la logica di un ciclo continuo di

 Implementazione

 Osservazione

 Miglioramento

(67)

P ER APPROFONDIRE

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