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r.
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V
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s
SUCCINTA DESCRIZIONE
DELLA.
CORSIA DE’ SERVI
IN MILANO
E DEL PROGETTATO TEMPIO
DI S. CARLO RORROMEO
PRECEDUTO DALLA PIAZZA
CON QUATTRO TAVOLE DELINEATE ED
INCISE INRAME
C
X,tc(dildUPISONl
ANGELO,
AMATIMARCO
ECOSTANTINO
GIANICOLL’ASSISTENZA
I».
A.
C.A.
MILANO
COI TIPI DI LUIGI DI
GIACOMO
PIROLA MDCCCXXX1V.La presente Operetta è postasotto la salvaguardia della Legge, essendosi adempiuto a quanto essa prescrive.
Giova inoltre avvertire, che la massima parte delfrutto che si potrà ritrarre dalla
medesima Operetta fu da’ Collaboratori designata a vantaggio della fabbrica del nuovo Tempio di S. Carlo; per cui qualunque contraffazione libraria recherebbe nocumento allo scopo di siffatta spontanea, generosa disposizione.
Digitized by thè Internet Archive
in 2015
https://archive.org/details/succintadescriziOOpiso
Il
giubiloche meritamenle
si manifesta ne’Milanesi, pel rapidoavanzamento
dellanuova
Corsia de’Servi,
mi
fè nascere il destro,siccome
appassionaloamatore
delle cose patrie, di vergare alcune
pagine con
cpiesti brevi cenni, affidando la cura
ad
abili giovani Architetti d’assembrarne
quattroTavole
incise inrame, che
riu- scirpotranno
dinon
lieve interesseper
chibrama
conoscere le particolarità circostanziate di questagrande
e gloriosa intrapresa,veramente degna
della Metropolilombarda.
La
causa precipua di sì meravigliososviluppamento
dello spi- rito pubblico fra noiper
le Belle Arti, e
massimamente
per ledecorazioni di bella
maniera
di edificare,
anco
nelle casecomuni,
debbesi alle annuali esposizioni delle pregevoli opere di rinomatiartisti
, nelle Sale dell’I. R.
Accademia
, fecondate e
promosse
dallaSovrana munificenza con sommo
lustro, econ
distintipremj ed
onori;
non che
all’amore incessante della gioventù d’istruirsi nel- F arte del Disegno.Scorrendo
la serie delle opere eseguite dai nostri maggiori ne’tempi
dimezzo,
edopo
il risorgimento delle Arti e delle Scienze, si ravvisa innato ne’Milanesi il genio prepotenteper
gliinterminabili e sontuosi peristilj di pietra
,
da non temere
il con- fronto colle più cospicue cittàd’Europa. Ma
la solamole
eurit-o( IV )o
mica
delmaggior
nostrotempio
Metropolitano, del cui possedi-mento
la opulente nostra città va orgogliosa,non
ci offre forse l’idea delsommo intraprendimenlo
e pietà de’Milanesi del secoloXIV, che
servì amantenere
fra noi in vigore le Arti e gli Artisti pel corso di circacinque
secoli?Questo
colossale edifizionon
solo primeggia sopra tutti gli altri della Città,ma
esso èben anco,
fra i templi dimaniera
tedesca, ilmassimo,
il più regolare, magnifico, dignitoso e va- stoche
abbia elaborato lamano
dell’uomo
, per tributare ai-
fi
Onnipossente
Creatore laprofonda
sua venerazione.E
qual tu-multo
di pensierinon m’
accese la fantasia, per tante prodigiose realizzazioni!
E quanta
gratitudine, diceva,
non dovranno
i con-temporanei
, e
massime
i posteri, al Principe generoso
che primo
lo ideò
; ai benefici suoi successori
che ne
seguiron fiesempio
5 aidevoti larghissimi benefattori
che ne
sostennero il dispendio;ed
in ispecie allamano
augusta del più pacifico, pio e
grande
de’Monarchi, Francesco
I,che con ampie
elargizioni econ
eccita-menti
riproduce nelle Arti Belle leavventurose epoche
di Ottaviano Cesare e diTrajano
; alle solerti cure dell’umanissimo
Suo
eccelsoRappresentante
il PrincipeVice-Re
Ranieri, e alla cooperazione delprovvido Governo
nel secondarli;non che
all’amor
patrio e allo zelo instancabile delbenemerito Municipio
nostro nell’animarecon
nobili esempli e il ricco di grave censo, e fi industre cittadino!E
peruna spontanea
associazione d’ ideemi
ricorse allamente
l’effetto maravigliosoche
dallanuova
e sontuosa Corsia de’ Servi sarà per derivaredopo
la sua complessiva realizzazione.Quest’opera
insigne,degna
de’ Milanesi, era già dalunghe
stagioni riclamata dalcomodo
e dalla sicurezza pubblica.Ma
la vastità dell’ intrapresa,
fi ingente dispendio e le difficoltà
che
sipresentavano
insormontabili senon
alunghe
età, svaniscono ora col fatto, e
con una
rapidità prodigiosa da sperarne inbreve
ilsuo precipuo perfezionamento.
Percorso
il magnifico stradoneche
da Loretoconduce
a Porta Orientale, fiancheggialo da interminabil serie di alti pioppi.o(
V
)oe passato il
Corso
abbellito dai pubblici Giardini (i), eda
distinte case architettatecon
bellamaniera
, si giugne allo spazioso quadrivioove
la linea divergeed assume
ladenominazione
di Corsia de Servi.Una
scena delle piùimponenti
si presenteràda
questopunto
di vista all’ attonito osservatore pelcomplesso
di svariati edifizj destinati alcomodo
pubblico, alcommercio ed
al culto.Qui ove ha incoininciamento
la Corsia de’Servi,che
poscia piùdegnamente assumerà, come
dicesi, ladenominazione
di Corsia Imperiale, sorge la Galleria Decristoforis,
marcata
coinumeri 619, 620,
decorata nell’internocon
appariscente ordineComposito,
la di cui erezioneonora
i benemeriti intraprenditori.A
codesto edi- lizio susseguirà il progettato vastoTempio
intitolato alSanto
Ar- civescovo CarloBorromeo, che
tuttoramanca
sacro al suonome
in questa città,con ampia
Piazza circondata di peristilj d’ordineCo-
rintio a
comodo pubblico,
di cui sene
porgerà qui in fine coor- dinata descrizione (2).Questa
piazza gioverà essenzialmentead
iscemare la diver-genza
sensibile della linea delCorso
di Porta Orientaleda
quellache
sussegue della Corsia de’ Servi fino alla Metropolitana.Co-
desta divergenza potrebbesiper avventura minorare con non
grave dispendio,
partendo con una
linea retta dalla fronte del braccio sinistro del peristilio della Piazza fino all’angolo dellaContrada
di S. Pietro all’
Orto
, il qual angolo resterebbe inalterato giusta
il prestabilito rettifilo
5
come
di leggieri si potrà scorgere nell’icno- grafia della Piazza eTempio
, Tav. Il,
non che
nella planimetria generale della Corsia de’ Servi,Tav.
I.(1) L’eseguimento di codeste importantissime opere pubbliche nella parte più frequen- tata della Città, debbesi, fra tant’ altre, alle paterne cure di Ferdinando Arciduca d’Au- stria,a cuiventurosamenteeraaffidatoilGovernoMilaneseversoil declinaredelloscorsosecolo.
(2) Intanto troviamo doveroso di tributare con grato animo i più grandi encomj prin- cipalmente al M.'°Rev.do Parroco de’Servi D. Giacinto Amati, che con tanto zelo iniziò e promosse il concetto di sì indispensabile e gloriosa intrapresa, riclamala non solo dall’asse- stamento del meditato rettifilo
, e dall’infelice situazione dell’attuale Chiesa parrocchiale (il
di cui fianco indecente e rusticolambisce la frequentatissima Corsia), ma ben anco dal de- coro delle funzioni ecclesiastiche e dal comodo dalla popolosa Parrocchia.
2
o( VI )o
Dopo
breve tratto di tre fronti di casenon
peranco
arre- trate fino allaContrada
di S. Pietro all’Orto
, segue
una
lunga serie di case tutte destinate aicommercio,
le di cui fronti furono piantale sulla linea delnuovo
rettifilo,ed
abbellitecon modana-
ture e piedritti di pietre e di granito
,
non come
praticavasi co-munemente ne
1propinqui tempi
addietrocon
semestri cornicij la
prima
delle quali adar
nobileimpulso
eincominciamento
a tanta intrapresa, verso la fine dell’anno1829,
fu quella de’ fratelli si- gnoriBrocca, marcata
col N.6
o 3,
che
finora primeggia per bella decorazione dorica eseguita di nostrale granito rosso e di pietra di Viggiù (1).Quest’epoca
stabilisce l’iniziamento del rettifilo dellanuova
Corsia. Sursero in séguito e quelle di fronte, N.601,
col disegno dell’Ingegnere
Ercole
Giani,5o2
, 5 o 3, dell’Ingegnere Tanzi
, 5o
6,
dell’Architetto Moraglia, e quella a destra detta del-1’
Uomo
di Pietra, e le altre a sinistra,progredendo
poscia ne’quattro anni successivi fino alla Piazza di S. Paolo.
(1) Uno de’ fratelli minori che coltiva con lode la nobil arte architettonica ha avuto gran parte nel concertare questa distinta decorazione, la quale meriterebbe pel suo compi- mento che si allogassero quattro statue sopra 1’attico del corpo di mezzo, e il millesimo con numeri romani di metallo nella fascia dell’architrave. Le due fronti laterali marcate coi numeri 602 e 6o5, sonosi eseguite sopra i disegni dell’Ingegnere Orighetti: la suc- cessiva col N. 600 fu delineata dall’Ingegnere Rota; e l’altra coi numeri 599 e 596 la diresse il fu Ingegnere municipale Perego: quella poi contrassegnata col N. 5 g3, non bene assortita nelle modanature
, fu ideata dall’Architetto Garavelli. La fronte successiva N. 5go è del sullodato Ingegnere Orighetti; finalmente quella sull’angolo della Piazzetta di S. Paolo N. 588 fu condotta a termine al principio del 1833 sotto i disegni dell’Ar- chitetto Besia. Ora i lavori delle case marcate coi NN. 974> 97$, 5>71 e 860 sono presso che ultimati. Veggasi la planimetria generale della Corsia, Tav. I, in cui sono dimostrate le case già arretrate
, e quelle daarretrarsi: riserbandoci a dare a suo tempo l’elenco com- pleto degli Architetti autori dei disegni delle nuove facciate che si eseguiranno lungo le Corsie de’Servi e del Duomo.
In sì favorevole circostanza che si vanno realizzando tante fronti di case, massime lungo
la Corsia de’ Servi, sarebbe desiderabile che alcuno degli edificatori introducesse, con so- brietà e discernimento nelle decorazioni, de’ marmi bianchi, venati ed a macchiedi vario colore, de’quali tanto abbonda la nostra provincia. In tal guisa si otterrebbe il duplice pregio della varietà e della ricchezza, senza esporsi a maggior dispendio di quanto im- portar potrebbe il granito nostrale e quello delle cave di Viggiù
, ridotti a pulimento ed a lustro.
o( VII )o
Di mano
inmano che verranno sgombrale
le caseche
pro-tendono
dalle linee del sistemato rettifilo, dal lato verso ilCampo
Santo,
avente Piazzacon
portico, e
da
quello a diritta,
ove fanno capo
leContrade
dell’Agnello e di S.Paolo
, farà di se bella
mostra
il meraviglioso postico della Metropolitana, in ispecial
modo
dal ba-samento
allamassima
elevazione di braccia milanesi i8o,once
2, presentantesipiramidalmente
colle popolose guglie de’ fianchi in tutta la sua magnificenza emaestà,
finoranon bastantemente
ap- prezzatoper l’incomoda
e impeditaconveniente
visuale (1).Questo
importantissimoscopo non
basterebbe esso solo a giu- stificare sì ingente dispendio sostenuto dalbenemerito Municipio, ed
a chiarire il vivissimo interessamento d’ogni cittadino e de' proprietarj delle case, nelsecondare
possibilmente la sollecita ese- cuzione del divisato rettifilo!Se Milano per
P addietro,come
già si disse, potea essere orgogliosa tra le colossali cittàd’Europa
di possedere vasti ema-
gnifici cortili contorniati
da
sontuosecolonne
di granito adop-
pio ordine; potrà frabreve
altresì vantarsi d’aver postoda
questo lato in piena luce,mediante un
giustopunto
di vista, preso dal principio dellanuova
Corsia, il piùgrande,
regolare e magnifico(1) La provvisoria torre non ha guari resa più stabileperle costruzioni di colto e di pietra impiegatevi, e che tanto deturpalaparte più nobile di sì sontuosa mole,meriterebbe una istantanea soppressione ed una più comoda e conveniente collocazione delle campane.
Abbiamo ammirato alcun tempofa diversi vasti progetti,per la sistemazionedella Piazza del
Duomo; tra’qualiunodirettodal Professore Amati, che ci lusinghiamo vedrà lapubblica luce per soddisfare la curiosità de’contemporanei, e per meglio far palese a’ posteri come si
grandeggiasse fra noi nello stendere piani di edifizj destinati al comodo ed al decoro pub- blico. Sela nostra ilare edoviziosa Cittàsi accagiona, massime dallo straniero
, perchènon sia
provveduta di grandi Piazze contorniate da portici a comodo pubblico, non vi si rinvenga un distinto Campo Santo, una comoda Dogana, Macellane boarie,Portici piscarj e frumen-
tarj, Teatro diurno, e simili edifizj, de’quali esistonogiàstesi e meditati grandi progetti»
per l’eseguimento de’medesimi non reputerassi colpabile qualche ulteriore momentanea di- lazione, che influir potrà a realizzarli più decorosi e degni de’Milanesi. Sepoi si vorranno bilanciare le ingenti spese sostenute dal Pubblico e dal privato nel periodo di circa mezzo secolo addietro, in cui si"può francamente asserire essersi riedificata ed abbellita percirca due terzi questa Metropoli lombarda, si accorderà che l’età nostra ha ben meritato i diritti alla riconoscenza della posterità.
o( Vili )o
edifizio tutto di
marmo, che
abbiali tentato le discipline architetto- niche nel risorgimento dell’arti (i).Non
lascerò di qui notareche
le strade stesse lastricatecon
larghebande
di granito, e
mantenute
terseovunque
nella Città,
la
rendono
forse unicada
questo lato,ed emula
dell’anticaFe-
nicia Cesarea.Dall1indicato
punto
di vista,
donde
si scorgerà la Metropolita-na
, a
mano
destra si presenterà la divisata Piazza eTempio
di S. CarloBorromeo
(2) di architetturaveramente
nobile e magnifica, di cuiporgiamo
ai leggitori la descrizione, derivandola dalle particomponenti
ilmodello
in legno di ragguardevoledimensione,
ac~(1) Questa meravigliosa Metropolitana, che conta l’opera di presso che cinque secoli le di cui dimensioni interne essendo in lunghezza metri 148,486, nella maggior larghezza metri 88,249, e nell’altezzadal pavimentosinoallamassima sommitàinternametri 108,576, costituiscono una mole straordinaria. Cinquantadue colonne isolate, alte metri 23,5oo, che formano cinque navate coperte da grandiose vòlte in terz-acuto, e da una vasta cupola a cui è sovrapposta unagugliadell’altezza di metri 53,842; una quantità innumerabiledi sta- tue tanto nell’interno che nell’esterno, d’ intagli, di bassi-rilievi e di guglie minori all’in- giro esteriore del Tempio, superiormente tutto praticabile e pavimentato di grandi lastre di
marmo, attribuiscono a questo vasto edificio un carattere il più magnifico e sorprendente che siasi intrapreso dall’Architettura Tedesca. Veggasi l’icnografia nella Tav. I. Chi bra- masse istruirsi appieno delle particolarità di codesto insigne edilizio potrà ricorrere alle due pregevoli descrizioni (accompagnate con Tavole assai bene incise) pubblicate dall’Artaria, e dal Franchetti.
(2) Non riuscirà discaro ai leggitori trovare qui registratoun breve cenno sull’importo comparativo di questi due distinti edifizj destinati al culto cattolico.
A
quanto appare da’registri, le opere eseguite sottoilcessato Governo dal 1806 al 1813 intorno la nostra Me-
tropolitana, che consistono nel completamento della facciala, nella quale preesistevano giàle
cinque porte di maniera Romana eseguite sul disegno del Pellegrini nel XVII secolo, e le quattrominorifinestre;nell’eseguimentodella massimapartedelleguglie,degli archirampanti, degliaquedotti e delle finestregotiche nei piani superiori dallatoversoMezzogiorno,nonche da quello verso Tramontana;nell’avanzamento importante dellesostruzioni e delle vòlte per sor- reggereillastrico di marmo sopralenavate, e delle innumerevoli decorazioni di marmo allo- gate intorno ai piani elevati dell’edilizio, cioè merlature
, parapetti, fulconi, basi e baldac- chini per statue, bassi-rilievi, e mille ed ottocento statue di diverse dimensioni; oltre le grandiarmature de’ ponti della fronte e de’ fianchi, inventatee dirette dalProfessore Amati, ed altri materiali di costruzione, importarono l’ingente approssimativasommadi tremilionie cento mila circa di lire italiane. Codeste opere, abbenchè di grandissimo rimarco e spesa,
si riducono pressoché al nulla
, poste al confronto delle preesistenti immani strutture ed in-
o( IX )o
curatamente
eseguito sotto 1’immediata
direzioneed opera
dei Professore Architetto CarloAmati,
presso del quale a nostro bel-l’agio
abbiamo
potuto inprevenzione
rilevare tutti i particolari,
e notare alcune delle più importanti
dimensioni
(i).La
Piazza è attorniata per tre latida
peristilj d’ordineCo-
rintio
con
trabeazione modiglionata. Sette intercolunnj ricorronoper cadaun
lato della Piazza, con. i risvolti allungo
della Corsia didue
intercolunnj piùampj
; e tredici di essi fronteggiano il
Tempio con analoghe
decorazioni.Le colonne
isolateche
circon-dano
la Piazza,comprese
le quattromediane
delPronao, ascendono
a trentadue.I
due
porticati,che comprendono
dieciotto botteghe,hanno
ciascuno lalunghezza
di braccia milanesi /\oonce 6
;ed
aggiu-gnendovi
la larghezza della Corsia si avràuna
visualeconveniente
alla grandiosità dell’ edilìzio;
poiché
essa visuale sorpassa le100
braccia orizzontaliandando
al centro dellaRotonda.
finite elaboratissime decorazioni, il di cui dispendio
, giusta calcoli ponderati, ascende oltre l’ingente somma di trecento milioni. E ben a ragione ripetesi da ognuno la sentenza pro- ferita da quell’altissima Mente e da quelGeniocalcolatore dell’immortale Giuseppe II, al- lorché ammirò dall’alta cuspide sì stupenda Metropolitana, che non era se non un monte d"oro trasformato in pietra.
Ora apprezzata la spesa occorrente per l’esecuzione del proposto Tempio di S. Carlo, perfezionato e decorato di tutte le partiarchitettoniche e del pronao (non escludendo chele statue, i bassi-rilieviele dipinturedi storiafigurate),dessaascendea circalireaustr. 700,000.
Le due fabbriche laterali alla Piazza coi loro peristiliessendo concertate in modo da trarne vantaggiosissimo annuo lucro di lire 24,000, e risultando dal computo che la spesa di co- struzione non eccederebbe la somma di lire austr. 38o,ooo, egli è evidente che 1’ impiego di questa somma capitale produrrebbe non meno dell’annuoredditodel 6per 100, polendosi ben anco alienare le due aree, con obbligo agli acquirenti di fabbricare in assoluta confor- mità del progettalo disegno. Codesta moderna, utilissima, decorosa intrapresa non ammonte- rebbe perciò che a poco più della trecentesima parte del dispendio gigantesco finora occorso per 1’erezione del nostro impareggiabile Duomo.
(1) Codesto modello, che trovavasi esposto alla pubblica vista nel Chiostro attiguo alla Chiesa de’Servi, venne poscia trasferito nella casa Parrocchiale, e fu ed è onorato dell’in- tervento di altissimi personaggi, e di ragguardevoli intelligenti nazionali e stranieri, che palesarono e vanno palesando, a conforto de’benemeritifabbricieri,promotori di sì grandiosa opera, la loro piena approvazione.
3
o( x )o
La
larghezza della Piazza,compresi
idue
portici, è di brac- cia70
5 e presa dal vivoda colonna
acolonna
è di braccia57 once
6.Sopra
i portici a fianco della Piazza s’ innalzanodue
edifizj disgiunti dalTempio,
i quali, oltre al prestarvi nobileaccompa- gnamento
, e indispensabile elevazione
per
coprire i rusticimuri
divisorj delle case limitrofe,
somministrano
riflessibilimezzi
pel loro eseguimento.La
loro elevazione dalpiano
del portico allasommità
della trabeazione è di braccia43
.Otto
colonne, aggettatequanto un
intercolunnio della linea di fronte del peristilio, distinguono ilPronao sormontato da
fron- tespizio, il cuitimpano
è decorato del basso-rilievo rappresen- tante 1’ apoteosi delSanto Arcivescovo
CarloBorromeo patrono
,
e
superiormente
nobilitatoda
statue surretteda commisurati
acroterj.In
séguito, sorge isolato
,
dopo conveniente
elevazione diuna
specie d’Attico, il
tamburo
delTempio
decoratoda
vent’ ottocolonne
impostate d’ordine Corintio, fra le quali alternate ricor-rono
finestre e nicchie contenenti varj simulacri di Santi Martiri Milanesi.Codesta
cilindricamole
vien coronatada
Corintia tra- beazionecon
superioriembrici,
detticomunemente
antefisse^
che servono
a nobilitare i tre gradi della base dellagrande
cupola,
la quale torreggia sopra il
Tempio, avente
allasommità
il lucer- nario abbellito tutt’intornoda
otto Angeli. L’altezza delTempio
dal
piano
della Piazza allasommità
del lucernario è di braccia79 once
8.Il
complesso
dei descritti fabbricati presenta un’ ideaemi- nentemente maestosa
e piramidale, e l’istantaneo effetto prodotto dalla varietà e dalla disposizione de’ corpi primarj, nobilitati
da simmetriche
decorazionicostantemente
Corintie, lo
rendono
de’più gradevoli e sorprendenti all’Osservatore.
Se
all’aspetto diun
semplicemodello
tanta sorpresa è gene- rata sull’animo dello Spettatore, qual impressione attendersinon dovrà mai ad
opera realizzata!Ascesi tre gradi dal piano della Piazza si entra nel
Pronao
o( XI )o
ottastilo, le cuiquattro
colonne mediane servono
a reggere i lacu- nari inpiano
e quelli della vòlta a tutto sesto, la quale corri-
sponde
alla larghezza de’ tre intercolunnj dimezzo
delPronao.
Due
grandi nicchie sulfondo
del Yestibulocon
entro porte secondarie, e quellagrande
dimezzo
prestano libero e facile ac- cesso alTempio
; e le altre
due
porte laterali alPronao servono
d’ingresso alle sagrestie, alle tribune, alla casa parrocchialeed
all’ abitazione de’ Sacerdoti
ed
inservienti addetti alla Chiesa,
non
che
alla casa presso il postico delTempio
(r)ed
a quelle di fianco alla Piazza, colle abitazioni de’ custodi.
Avanzato
il piede sul limitare della gran porta, si presentanosimultaneamente
all’Osservatore e lamassa
o vasoimponente
dellaRotonda, ed
il grandioso Presbiterio eCoro
, e tutte le altre parti
che hanno immediata
relazione coll’ esercizio delle funzioni ec- clesiastiche.Otto parti principali costituiscono la distribuzione euritmica della
Rotonda.
L’ atrio internocon colonne
isolate trovasi di rin- contro al grand’arco del Santuario, ossia Presbiterio, e ne’ fianchiad
angolo rettosono
allogatidue
grandi Santuarj a guisa d’ ap- sidi (2)con
finestre nell’interno, e
con colonne
isolateche
ri-corrono
sulla periferia generale,come
quelle dell’atrio: l’uno de’quali Santuarj è designato pel
Santo Arcivescovo patrono,
l’altro(1) Questa casa, nello scorso anno i832 acquistata dall’antiveggenza dei benemeriti Parroco e Fabbricieri della Chiesa de’Servi, con approvazione dell’Eccelso 1. R. Governo per l’indispensabilità de’comodi richiesti dalla natura del sacro progettato Edilìzio, e preci- puamente per concertare un Presbiterio e Coro corrispondenti alla maestà e grandezza del Tempio, apparteneva ancora al declinare dello scorso secolo all’Ordine de’Servi diMaria,
i di cui RR. PP. aveanla nella massima parte eretta non molto tempo addietro.
(2) Se giusta il saggio divisamento esternato da prima da Sua AltezzaImp.il Principe Vice-Re, per Suprema disposizione venisse designato il Santuario a diritta per accogliere il
maestoso monumento in marmo rappresentantelaBuona MadrenelVenerdì Santoj daese- guirsi dalla maestra mano del nostro Cav. Marchesi
, non ha guari ordinato dalla pietà di Francesco I. per nobilitare un Tempio della nostra Città; in tal caso l’apside a mano
destra verrà estesa fino alla linea punteggiata espressa nell’icnografia Tav.II.ad oggetto di conseguire un lucernario, al sommo della vòlta,cheeffonder possa nell’interno del Santuario una equabile e conveniente luce.
o( XII )o
pel
Beato Giovanni Angelo
Porro, del quale sivenerano
sull’al- tare leimmacolate
spoglie.Tra
le anzidette parti sonvi disposte quattro spaziose cap- pelle;
con
piedritti sostenenti curvi lacunari a tutto sesto, alfondo
delle quali vi
hanno
fìnestroni semicircolari. IlFonte
battesimale trovasi al fianco diun
ingresso secondario delPronao.
A compimento
della curvarimangono
otto intercolunnj fra le parti primarie; quattro de’ quali
, ai lati de’ Santuarj del
Beato
Gio.Angelo
e di S. Carlo,
sono
destinati a contenere i confessionali inmodo che non
viene alterata coi loro aggetti la periferia generale delTempio
;
due
a1 fianchi dell’atriocomprendono
le porteche comunicano
coll’atrio stesso e colPronao
, e gli ultimi
due
pressoal Presbiterio
racchiudono
le porteche introducono
alle sagrestie, ai pulpiti, alle cantorie e alle tribune.L’ interno della
Rotonda
è decorato da ventiduecolonne
d’ordine Corintio
, sei delle quali isolate
, e le rimanenti
,
com-
prese quelle
che
risvoltano verso il Presbiterio, restano
immerse
nella parete per circa
un
terzo del diametro.La
trabeazioneCo-
rintia ricorre coll’
andamento
dell’ ordine, e
, risvoltando nel
Pre-
sbiterio
,
compie
il suo giro intorno al Coro. Il fregioeccede
l’epistilio per
un
quarto nell’ altezza,
ed
è decorata di busti in semi-rilievo de’Santi Arcivescovi della Chiesa Milanese, tra’quali havvi, sul vivo dellecolonne,
serie di Angeli in atto di adorazione rivolti verso l’Aitar maggiore.Sorge al disopra
un
ordine a foggia d’Attico, e sovra ilpodio,
apiombo
delle Cappelleminori
,
campeggiano
quattro grandi fine- stre nobilitate d’ ordine Corintio,che servono
alla lucenon
soloed
alla ventilazione,ma ben anco,
nelle eventuali circostanze di straordinarie ricorrenze,ad
uso diampie
tribune. Il restante della decorazione,che
ricorre sulmedesimo podio,
consiste in diciassette nicchie contenenti le statue de’Santi Profeti,con
riquadrature aldisopra ornate di candelabri
, festoni e patere• poscia
una
per- petua cornicecon
modiglioni Corintiicorona
l’Attico.Da
questa ragguardevole elevazione verticale sorge la grano( XIII )o
Cupola
ornala di decrescenti lacunari ottagonicon
rosoni,
ed
allasommità
avvi 1’occhio
e lucernario superiorecon
otto equidistanti ripartimenti, dal quale lucernario discende
abbondantissima
luce nell’interno dell7 edilìzio.Il
diametro
dellaRotonda da
vivo a vivo delmuro
è di braccia
53 once
io»
Da
vivo a vivo dellecolonne
.. ,,
52
,,—
La
larghezza delTempio, compresi
gli sfondi deidue
Santuarj di S. Carlo e del B. Gio.Angelo
, è di .
70
,,6
L’altezza dell’interno del
Tempio, partendo
dal pa-vimento
allasommità
dellaCupola,
è di . . .„ 61
,,6 ed aggiugnendovi
l’altezza dell’occhio e del lucerna-rio nell’interno,
ammonta
a,,
76
,,8
Alla
sommità
delgrand’arco, che
introduce al Santuario e Presbiterio, scorgesi effigiato il Vessillo dellaredenzione ed
ilRe-
dentore surrettoda
varj Angeli,com’
è prescritto dagli Atti della Chiesa Milanese. 11 Presbiterio èpreceduto
dalla larghezza diun
intercolunnio,
sormontato da un arcone
, o vòlta ornatada
lacu- nari ottagoni,che
serve a reggere iltamburo
dellagrande Cu-
pola5 così quelli disposti nelle strutture de’muri
sopra 1’ atrio in- terno,
e sopra i
due
Santuarj laterali,provvedono
allafermezza
e consistenza dell’edilìzio.Ascesi
cinque
gradini si entra nel Presbiterio quadrilatero.I
due
grandi archi di frontesono
surrettida colonne
impostate;
e
due
simili arcate lateralicontengono,
aconveniente
elevazione,gli sportelli delle cantorie e gli organi
5 inferiormente poi vi
sono
le porte
che comunicano
colle sagrestie, restando fra esse
uno
spaziosocampo
per le occorrenze de’grandi apparati.Tra
gli ar- chivoltisorgono
quattropennacchi con
dipinture rappresentanti gliEvangelisti
5
ed una
conliceche
gira tutt’all’ intorno surregge la calotta decoratacon
dipintura rappresentante l’Eterno Padre
con- torniateda
vivida luce e dalle angeliche gerarchie, sotto del quale è allogato l’Altar
maggiore
elevato sopra tre gradini.La massima lunghezza
del Presbiterio è di braccia20 once 6
4
o( XIV )o
La
larghezza risulta di braccia 19once 9
L’elevazione dal
pavimento
allasommità
della ca- lottaascende
a,,
32
,, io
Contermina
ilTempio
coll’ apside, ossiaCoro,
corrispondente alla magnificenzaed ampiezza
dell’ edilìzio.Sopra
gli stalli ricorre tutt’ intornouno
stilobatecon
scamilliche
surreggonocolonne
impostate d’ ordine Corintio dinon
grandidimensioni
, i di cui
intercolunnj
comprendono
; a guisa di edicole, sette nicchie deco- rate di statue rappresentanti il
Divin Redentore con
a’lati i Santi Dottori della Chiesa,
ed
alternateda
quattro finestreche
rendonsi in codesto loco indispensabiliper
la luce e la ventilazione.Nell’intervallo
che rimane
fra la trabeazione di quest’ ordineminore,
e quellache
ricorre al dissopra dellecolonne
delTempio,
sonovi allogate dodici statue rappresentanti i Santi Discepoli del Redentore.La
vòlta a tutto sesto delCoro
èpur
essa nobilitata di lacunari romboidalicon
rosoni decrescenti e alternati.Il
diametro
delCoro
risulta di...
braccia19 once 9
e la
lunghezza
corrisponde al semidiametro.Assembrando
lalunghezza
dellaRotonda
a quelladel Presbiterio e
Coro, ascendono
a„ 92
,,9
Dalle riferite
dimensioni
risultache
il soloPanteon
diRoma
supera nel
diametro
il nostroTempio
di S. Carlo3
ma
anessuno
èsecondo
fra lemoderne
Chieserotonde,
e superaperò
d’assai lo stessoPanteon
nella lunghezza.La
torre dellecampane
èconvenientemente
situata nelmezzo
del postico della Chiesa, avente
immediata comunicazione con
la sacrestia amano manca. La
decorazione allasommità
è Corintia, e la figura èmonottero
esastilo. L’elevazione della torre,che
conta circa120
braccia, la disposizione dellecampane
e la situazione stessa della torre, assicurano l’esito di
una
sonoritàmite
e dolceanco
all’orecchio de’ circostanti all’edilizio.Lasceremo
di notare altrecomodità
,
comechè
accessorie alla presente succinta descrizione,che procurano
le scaleche condu- cono
ai pulpiti, alle cantorie
, e quelle a fianco delle cappelle
o(
XV
)ominori per
le tribune e per lasommità
dellaCupola
, e le altre
che conducono
ai diversi pianide
1fabbricati a fianco della piazza, e lecomunicazioni
facilied immediate
dellaCasa
parrocchiale alle sagrestie , alle cappelle,
non che
quelleconducenti
dalla Piazza al caseggiato presso il postico delTempio
ricavate fra tanta irregolarità di confini di estranee proprietà}
ma rammen- teremo
piuttosto l’abbondanza
della luceovunque
introdotta in tutte le parti interne dell’ edifizio, e laconseguente
libera ven- tilazione: requisiti importantissiminon
rinvenibili in tutti gli edi-fizj rotondi finora realizzati,
non
solo peruso
profano,secondo
levane
instituzioni dell’antichità,ma ben anco per
esercizio del culto cattolico;
quantunque
siffatti edifizj sorgessero isolati, enon
fossero circoscritti
da
angusti e irregolari limiti di estranea ra- gione,come ad
evidenza dimostra l’ubicazione preselilanea, espo- sta nellaTavola
I. della planimetria della Corsia de’ Servi e delDuomo,
colle unite icnografie della Metropolitana e delTempio
e Piazza di S. Carlo.Non
riusciràinopportuno assembrare
a queste succinteme- morie
l’ articoloche
porta il titoloNuova Rotonda
dedicataa
S.Carlo Borromeo
... dettatoda
egregiapenna ed
inserito nel riputalo foglio, VEco,
del i4Agosto
i833.Il
nuovo
rettifilo della Coi’sia de’Servi in Milano fu causa che già sorgessero in questa contradanuove
case dibuona
architettura e 1’ele- gante Galleria De-Cristoforis, e lo sarà anche perchè in breve sorga nella Capitale
Lombarda un monumento
che contenderà coi più stupendid
1Eui’opa.In causa dello stesso rettifilo ènecessità di abbattere 1’anticaChiesa di Santa Maria dei Servi
, e dovendosi costruirne
una nuova
,
1’ abate
Amati
Pai'roco di questa Chiesa, sacerdote di
somma
pietà, ed abba- stanza noto per le molteplici opere pubblicate
, sollecitò il proprio fra- tello
, Architetto e professore dell’Accademia Milanese
, perchè ne facesse
il disegno, e gli propose per
tema una Rotonda,
siccome la sola che potesse adattarsi alla capacità dell’area disponibile. Il ProfessoreAmali
(che giovanetto attese con solerte cura all’istruzione, sostituendo ora ilPiermarini
, ora il Polach
, e quindi
dopo
sette lustri dinon
interrottoo( XVI )o
insegnamento
può
vantare d’essere l’istruttore di gran parte degli Ar-chitetti sparsi
non
solo nell’Italia,ma
ben anco in lontane regioni) de- lineo il piano di oltre venticinque Chiese, molte delle quali fece ese- guire: quindi potè con lunga pratica svolgere tutti i più ardui problemi, spettanti a questo genere di architettare, e rinvenire il
modo
perchè tutte le parti d’un Tempio
si accordassero a tutti i bisogni attuali de’riti cattolici. Infatti nella sua Chiesa di Casate
, d’ordine Ionico
, sono
collocati con studio e perspicacia tutti quegli accessorj che di con- sueto discox'dano nelle Chiese. Quindi egli nell’ideare la
nuova Ro-
tonda, a sostituzioxxe della Chiesa di S. Maria de’Servi, sentì le scon- venienze di adoperare 1’ identica forma e distx'ibuzione del Panteon
Romano^
e saviamente,come
usarono gli Architetti de’secoli scorsi, massime a Venezia, feceuna Rotonda
che xxon è l'ipetizione delle al- tre,ma
tieneun
carattere proprio e conveniente alla destinazione del-1’edifìzio.
La Rotonda
è soltanto il corpo che primeggia ireimezzo
, l’in-
fermo della quale è decorato tutt’ intornio da colonne di bell’ordine Coi’intio
, soi'montato da nobile decoi'azione alla foggia d’Attico, che sostenta la gran Cupola ornata da lacunari ottagoni. Alla
Rotonda
siassociano quattro cappelle minori
, che
danno compimento
alTempio
,
presentano assoluta vai'ietà dal tipo di
Roma
antica, e si prestano alle occoi’renze inchieste dal culto
non
solo,ma
alla necessaria luce e ven- tilazione. Nella parte oppostanon
aggiunse già,come
siusò a Possagno e altrove,
una
curva alla curva generale per appicarvi un’ apside,
ma
vi associò
un
Santuario, nel quale sta l’Altare maggiore
, con
ampio
Presbiterio fiancheggiato dalle cantorie ed organi a conveniente eleva- zione: a cui sussegue vasto Coro decorato di commisurate edicole alter- nate da fìnestroni. Alle parti laterali del coi’po principale della Chiesa aggiunse due appositi Santuarii a guisa d’apsidi con interposte colonne
isolate
, appunto
come
quelle collocate all’atrio interno di mezzo, a cui sta innanzi magnificoPronao
ottastilo sormontato da frontespizio, nel
di cui timpano è espressa in basso-rilievo l’apoteosi del Santo Arcive- scovo patrono.
Questa Rotonda
poi nelle dimensioni cede solo al Pan- teon, e vince quella di Napoli, di Torino
, di Possagno e di Ghisalba}
e nella lunghezza interna, comprendendovi il Presbiterio e il Coro, su- pera d’ assai lo stesso Panteon.
Aprì poi davanti alla Chiesa
una
capace Piazza, formata ai lati da due bellissimi fabbricati con portico a peristilj, che si pone in comuni-