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Pensione a 63 anni legge 104

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Pensione a 63 anni legge 104

Autore: Noemi Secci | 02/09/2020

Anticipo pensionistico a carico dello Stato per chi assiste un familiare invalido: requisiti, come presentare la domanda.

I caregiver, cioè coloro che assistono un familiare portatore di handicap grave ai sensi della legge 104, possono ottenere la pensione a 63 anni. Non si tratta, in realtà, di una vera e propria pensione, ma di un trattamento a sostegno del reddito del caregiver, che lo “accompagna” fino al compimento dell’età per la pensione di

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vecchiaia, attualmente pari a 67 anni (il requisito resterà tale almeno sino al 31 dicembre 2022).

Questo trattamento, chiamato Ape sociale, ha, comunque, lo stesso importo della pensione teoricamente spettante all’interessato, sino al tetto massimo di 1500 euro mensili; è inoltre parzialmente compatibile con l’attività lavorativa (sino a un limite di reddito annuo pari a 8mila euro in caso di lavoro dipendente o di collaborazione e sino a 4800 euro in caso di lavoro autonomo).

Facciamo allora il punto sulla pensione a 63 anni legge 104: chi può richiederla, requisiti caregiver e familiare assistito, come e quando presentare la domanda.

A questo proposito, bisogna tener presente che non tutti i caregiver possono richiedere il trattamento a 63 anni, ma è necessario soddisfare condizioni specifiche, stabilite dalla legge [1] e diverse a seconda della categoria di lavoratori considerata.

Beneficiano di questa sorta di pensione a 63 anni, anche i disoccupati di lungo corso che hanno terminato di percepire l’indennità di disoccupazione, gli invalidi civili dal 74% e gli addetti ai lavori gravosi. Ma procediamo con ordine.

Quali beneficiari di legge 104 possono ottenere la pensione a 63 anni?

Beneficiano dell’Ape sociale a 63 anni i lavoratori che assistono, al momento della richiesta della prestazione e da almeno 6 mesi, il coniuge, la persona unita civilmente o un familiare di primo grado convivente, che risulti portatore di handicap in situazione di gravità riconosciuto, ai sensi della Legge 104.

A partire dal 2018, sono inclusi tra gli assistiti che danno luogo al beneficio dell’Ape sociale anche i familiari, parenti o affini, entro il secondo grado; in questo caso, però, è necessario che il coniuge o il partner dell’unione civile e i parenti di primo grado (cioè figli o genitori), conviventi con la persona affetta da handicap in situazione di gravità, si trovino in una delle seguenti situazioni:

abbiano compiuto i 70 anni di età;

risultino anch’essi affetti da patologie invalidanti; per patologie invalidanti si intendono le malattie a carattere permanente in base alle quali il

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lavoratore dipendente può teoricamente fruire del congedo per gravi motivi familiari; è necessario che la malattia sia documentata e che la documentazione sia inviata alla competente unità operativa, complessa o semplice;

siano deceduti o mancanti (si considera l’assenza naturale o giuridica, ad esempio il divorzio).

Per ottenere l’Ape sociale è necessaria anche la cessazione dell’attività lavorativa.

Quali requisiti per la legge 104?

La legge 104 [2] è la legge quadro in materia di disabilità. Perché una persona possa beneficiare della maggior parte delle tutele offerte da questa norma, è indispensabile il riconoscimento di un handicap.

La legge 104 è infatti finalizzata ad aiutare chi è portatore di handicap, ossia chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa.

In parole semplici, l’handicap è lo svantaggio sociale derivante da un’infermità o una menomazione.

L’handicap può essere riconosciuto non grave, in situazione di gravità o superiore ai due terzi; può essere motorio, sensoriale, psichico o intellettivo.

Per il diritto all’Ape sociale a 63 anni legge 104, l’interessato, come osservato, deve assistere un familiare al quale sia stato riconosciuto un handicap grave, ossia in situazione di gravità.

Quanti contributi per la pensione a 63 anni legge 104?

I caregiver possono ottenere l’Ape sociale con un minimo di 30 anni di contributi. Le donne hanno diritto a una riduzione del requisito contributivo pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due.

Laura, che assiste da oltre 6 mesi la madre convivente, portatrice di handicap grave, ha 63 anni e due figli. Ha solo 28 anni di contributi, ma può accedere comunque all’Ape sociale, in quanto il requisito contributivo di 30 anni è risotto

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di un anno per ogni figlio, sino al tetto massimo pari a 2 anni di “sconto”.

A quanto ammonta la pensione a 63 anni legge 104?

L’indennità di Ape sociale ha lo stesso ammontare della rata mensile di pensione, calcolata al momento dell’accesso all’indennità.

Il trattamento non può in ogni caso superare l’importo massimo mensile di 1.500 euro lordi: questo ammontare non può essere rivalutato, né integrato al trattamento minimo., cioè aumentato a 515,58 euro, per l’anno 2020.

Se il caregiver risulta con versamenti accreditati presso diverse casse di previdenza amministrate dall’Inps, tra quelle che riconoscono il trattamento di Ape Sociale, i versamenti si considerano unitariamente ai fini del diritto all’Ape.

Luciano, che assiste da oltre 6 mesi la madre convivente, portatrice di handicap grave, ha 63 anni e 20 anni di contributi presso l’Inpdap più 10 anni di contributi, non coincidenti, presso l’Inps. Può ottenere l’Ape sociale legge 104, in qualità di caregiver, in quanto può sommare i contributi accreditati in gestioni diverse ai fini del diritto alla prestazione., arrivando a 30 anni.

Ai fini della misura dell’Indennità Ape e della futura pensione, però, ogni gestione calcola la propria rata mensile di trattamento, in rapporto ai periodi di iscrizione maturati nella gestione stessa, secondo le regole di calcolo previste dal proprio ordinamento e sulla base della retribuzione pensionabile di riferimento.

In pratica, quando si possiedono accrediti presso fondi Inps diversi si realizza una sorta di cumulo per il diritto all’Ape sociale: i contributi accreditati presso casse differenti si sommano ai fini del diritto al trattamento, quindi per arrivare ai 30 anni di contributi richiesti per la prestazione (o 28- 29 anni per le donne con figli). Ai fini della misura dell’Ape, però, ogni gestione calcola la propria quota di pensione.

Se si desidera un assegno Ape social unico, è necessario inviare domanda di ricongiunzione, ma questa può essere presa in considerazione dall’Inps solo sino alla definizione della pratica relativa all’Ape sociale.

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Ai beneficiari dell’Ape sociale non spettano gli assegni al nucleo familiare, nonostante convivano con un familiare disabile. Per approfondire: Guida all’Ape sociale.

Come chiedere la pensione a 63 anni legge 104?

L’Ape sociale può essere richiesta da coloro che maturano i requisiti prescritti sino al 31 dicembre 2020, anche se, con tutta probabilità, la data entro quale soddisfare le condizioni richieste sarà prorogata dalla legge di bilancio 2021 al 31 dicembre 2021.

Coloro che ritengano di soddisfare le condizioni entro il 31 dicembre 2020 devono innanzitutto presentare domanda di riconoscimento dei requisiti per l’Ape sociale. La domanda deve essere presentata entro il:

31 marzo 2020 per ricevere la certificazione entro il 30 giugno 2020;

15 luglio 2020 per ricevere la certificazione entro il 15 ottobre 2020;

30 novembre 2020 per ricevere la certificazione entro il 31 dicembre 2020.

Chi soddisfa già tutti i requisiti, compresa la cessazione dell’attività lavorativa, può presentare, assieme alla domanda di riconoscimento dei requisiti, direttamente la domanda di accesso all’Ape sociale.

Entrambe le domande devono essere inviate in modalità telematica, avvalendosi dei servizi web presenti nel sito internet dell’Inps, direttamente dall’interessato oppure tramite patronato o call center dell’istituto.

Domanda di riconoscimento dei requisiti Ape legge 104

Per poter richiedere il riconoscimento delle condizioni di accesso all’Ape sociale, l’interessato, dopo aver effettuato l’accesso al sito Inps e selezionato la voce Prestazioni e Servizi, Ape Sociale ‑ Anticipo pensionistico, deve:

selezionare la voce “Nuova prestazione pensionistica” e la successiva voce

“Certificazioni”;

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compilare il quadro relativo ai propri dati anagrafici;

compilare il quadro “Prodotto” nel seguente modo:

Gruppo: indicare il tipo di prestazione, cioè Certificazione;

Prodotto: indicare”Verifica delle condizioni di accesso”;

Tipo: selezionare “Ape sociale”;

Tipologia: selezionare la voce, presente nel menu a tendina:

“Lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità”;

Gestione e Fondo vengono preimpostati automaticamente sulla voce “Ape” dal sistema.

Se il campo “Tipologia” è stato impostato con la voce di menu “Lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità”, il sistema visualizza i dati riepilogativi dell’intestatario e offre la possibilità di inserire eventuali annotazioni aggiuntive nel campo note; se le informazioni visualizzate sono corrette, bisogna cliccare il pulsante “Salva e prosegui”.

L’interessato deve:

indicare la data a partire dalla quale assiste il familiare con handicap grave;

indicare la data a partire dalla quale convive col familiare disabile, ricercare il disabile negli archivi Inps, attraverso il codice fiscale,

indicare il titolo in base al quale effettua la dichiarazione, cioè il grado di parentela (coniuge, parte dell’unione civile, familiare di primo grado o di secondo grado); se si tratta di familiare di secondo grado, deve anche specificare le condizioni ostative per i familiari aventi prioritariamente diritto all’assistenza;

indicare il numero di verbale di riconoscimento dell’handicap in

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situazione di gravità e la data di rilascio dello stesso (il verbale dovrà poi essere allegato),

indicare la Commissione medica che ha rilasciato il verbale,

dichiarare che nessun altro parente di primo grado ha presentato domanda di Ape Sociale per la stessa persona con handicap grave.

Il richiedente deve anche dichiarare di non essere titolare di una pensione diretta e di non ricevere prestazioni a sostegno del reddito connesse allo stato di disoccupazione involontaria o dell’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale. L’Ape sociale è infatti incompatibile con queste indennità, in quanto sono tutte prestazioni a sostegno del reddito dei disoccupati.

Domanda di Ape sociale legge 104

Una volta ottenuto il riconoscimento delle condizioni di accesso all’Ape sociale, l’interessato, dopo aver effettuato l’accesso al sito Inps e selezionato la voce Prestazioni e Servizi, Ape Sociale ‑ Anticipo pensionistico, deve:

selezionare la voce “Nuova prestazione pensionistica” e la successiva voce

“Ape sociale”;

compilare il quadro relativo alla propria anagrafica;

compilare il quadro “Prodotto” nel seguente modo:

Gruppo: selezionare “Altre prestazioni”;

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Prodotto: selezionare “Anticipo pensione”;

Tipo: selezionare “Ape sociale”;

Tipologia: selezionare la voce, presente nel menu a tendina:

“Lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità”;

Gestione e Fondo vengono preimpostati automaticamente dal programma sulla voce “Ape”.

Successivamente, il caregiver, nel quadro dedicato alle dichiarazioni:

chiede di accedere all’Ape sociale;

dichiara la data di presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’Ape sociale e il numero di protocollo;

indica le generalità del familiare che sta assistendo (da ricercare negli archivi Inps mediante codice fiscale);

indica il legame di parentela con l’assistito;

prende visione di una serie di requisiti da rispettare per aver diritto al beneficio richiesto (sottoscrivendoli tacitamente);

si impegna tacitamente a:

non svolgere attività di lavoro dipendente, autonomo o di collaborazione in Italia o all’estero al momento della decorrenza dell’indennità di Ape Sociale;

comunicare ad Inps, entro 30 giorni, l’inizio di qualsiasi attività lavorativa in corso di percezione dell’Ape, dichiarandone il reddito presunto;

comunicare entro 5 giorni il superamento della soglia di reddito

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annua prevista dalla legge o la perdita della residenza in Italia.

Note

[1] L. 232/2016. [2] L. 104/1992.

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