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L'UMANESIMO DI CAL VINO

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Academic year: 2022

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(1)

Gerard Bugeja

"

I

N TUTTE le sue opere Calvino, mediante la sue vena umoristica, pone l'accento su alcuni ostacoli che impediscono all'uomo di realizzarsi. Spesso l'uomo appare "dimezzato" 1, tagliato in due, con una delle meta che cerea affanosamente l'altra; a volte si configura come un essere che rifiuta di comportarsi in modo normale, si arrampica su un albero e vi stabilisce la sua dimora permanente; 2, in al~uni casi

e

tormentato da dubbi e angosce tali che non

e

piu distinguibile da un'automa ipocrita e pietoso insieme. 3, Sembra infatti che l'attenzione dello scrittore ligure si rivolga esclusivamente a denunciare la miserie dell'uomo moderno. In Marcovaldo, pubblicato nel 19564, questo grigiore e questa miseria raggiungono livelli davvero inquietanti.

Motivo della sua alienazione

e

il distacco dall'ambiente naturale.

Marcovaldo abita in una citta dove manca il verde. Oli unici spazi sono le strisce d'aiola dei corsi cittadini; proprio in una simile striscia Marcovaldo, sbalordito, vede spuntare dei funghi. In 'Funghi in citta'S, viene posta in rilievo la noia di coloro cui

e

precluso il piacere di notare "i mutamenti della stagione"6: le foglie che ingialliscono e le piume che penetrano nelle tegole. Marcovaldo, che ha passato l'infanzia a contatto con la natura, prova una grande e struggente nostalgia; e abitare in citta costituisce per lui un vero e proprio martirio psicologico oltre che fisico.7 In citta, insomma, predomina il cemento, e le piazze alberate con g1i ippocastani, malgrado che diano la possibilita di "ascoltare il chiasso dei passeri stonati ed invisibili sui rami"s sono

1. 11 visconte dimezzato, 1952.

2. 11 barone rampante, 1957.

3. Come corda ne La nuvola di smog.

4. I. Calvino, Marcovaldo, Einaudi, Torino, 1966.

5. Ibid., p. 15.

6. Ibid., p. 16.

7. In questo sguard6 nostalgico di Marcovaldo si ravvisa probabilmente quello stesso dello scrittore cresciuto in una Liguria ancora ~tatta e vergine e non ancora "rapallizzata".

8. Ibid., p. 20.

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troppo poche. Inoltre, come si pub notare ne 'La villaggiatura in panchina'9 l'eccessivo inquinamento uditivo (saldatori autogeni con il loro raschio interminabile), visivo (il continuo accendersi del semaforo) e olfattivo (il puzzo che viene dai tombini dei rifiuti) rovina il tanto sospirato riposo del nostro personaggio. Per gli abitanti delle metropoli la belIezza delIa natura si configura come un'immagine 0

del passato (in forma di ricordo nostalgico) 0 del futuro (in forma di utopica proiezione dei desideri inconsci), cosi che Marcovaldo insegue

"inverno con la fantasia la fragranza d'un roseto".1O A volte questi desideri possono configurarsi non solo su un piano individuale ma anche collettivo; la fontana nelIa piazza alberata con "ninfe, fauni, dei fluviali che intrecciavano zampilli, caseate e giochi d'acqua"ll e opera della colIettivita che si sostituisce alIa natura attraverso 1 'imitazione. Percib Marcovaldo si accontenta di suoni e colori sostitutivi delle "conchiglie ... barbe ... froge dei cavalli"12 e che

"si velarono di manti scintillanti".13 Quando per mancanza di verde i figli di Marcovaldo si ammalano il medico suggerisce "un po d'aria buona ... per permettere loro di correre sui prati"14 specialmente a Teresa che ha "le scapole fragili come le ali d'un uccelletto implume" .15 Allora Marcovaldo decide di portarli sulIa collina e II riescono si a trovare un po di aria buona, ma anche un sanatorio in cui sono ricoverati tanti affetti dalla tubercolosi. Sembra che gli unici spazi ancora intatti servano per guarire color che si sono ammalati, ma che devono guarire in fretta per ritornare allavoro, alIa produzione il piu presto possibile, in citta magari per riammalarsi ed essere ricoverati di nuovo. Quindi certe malattie sono la conseguenza diretta del modo di produrre. In 'Dov e piu azzurro iI fiume'16 si scopre che si puo tranquillamente morire perche si e mangiato una tinea avvelenata. A Marcovaldo non tocca tale terribile morte solo perche c'e uno ad avvisarlo del pericolo.

A Calvino preme porre in rilievo il problema dell'inquinamento, che colpisce sia chi produce sia chi consuma. I produttori si trovano coinvolti in una feroce concorrenza come e testimoniato in 'Luna e

9. Ibid., 10. Ibid., p. 27.

11. Ibid., p. 26.

12. Ibid.

13. Ibid.

14. Ibid., p. 58.

15. Ibid.

16. Ibid., p. 88.

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Gnac'17: qui due compagnie, che pro due ono 10 stesso prodotto, sono impegnate in un esercizio spietato di reciproca eliminazione; ed una di loro ana piu riesce ad avere la meglio, perche sfrutta il guasto dell'insegna luminosa dell'aUra, il che provoca la sfiducia nei creditori. Il motivo apparentemente banale, il guasto dell'insegna da parte di alcuni ragazzi birichini (come sono appunto i figli di Marcovaldo), viene poi opportunamente sfruttato da una delle ditte concorrenti. Infatti si diffonde "l'idea d'un dessesto"18 tra i creditori quando l'insegna luminosa "Cognac" si trasforma" ora in COGNAC ora CONAC ora CONC" .19 Addirittura "l'agenzia pubblicitaria si rifiuto di fare altre riparazioni se non le venivano pagati gli arretrati; la scritta spenta fece crescere l'allarme tra i creditori: la Spaak falIi" .20 Il motivo dello spreco che si fa delle risorse naturali viene ancor piu sottolineato in un altro racconto, 'I figli di Babbo Natale' .21 Lo scrittore, con forte carica ironica, denuncia i modi cui ricorrono i Consigli d'amministra- zione per "dare gioia al prossimo" ,22 che e cosi costretto a "comprare, comprare, comprare" per "regalare, regalare, regalare, come imponevano i piu sinceri sentimenti suoi e gli interessi generali dell'industria",23 E quando si rendono conto che ai bambini possono piacere i "regali distruttivi"24 sono pronti a fornirglieli a bizzeffe.

Spes so la gente e ignora d'essere strumentalizzata su tre livel1i:

economico, spirituale e culturale.2s Cosi i rapporti sociali diventano stereotipati e triti. Sono pure vittime i proprietari stessi delle ditte in concorrenza fra di loro che non si distinguono dai membri dell'orda arcaica, cui fa riferimento Freud26 e che somigliano ai lupi hobbesiani che la critica sociologica marxista ravvisa appunto nella classe padronale.27

17. Ibid., p. 92.

18. Ibid., p. 97.

19. Ibid.

20. Ibid., pp. 97-98.

21. Ibid., p. 139.

22. Ibid.

23. Ibid., p. 141.

24. Ibid., p. 147.

25. Che ai bambini si diano oggetti chiamati giocattoli, distruttivi potrebbe essere pericoloso perche ne influenza illoro sviluppo morale ed indirizza negativamente la loro aggressivita. Nel contempo Calvino valuta positivamente i "regali distruttivi"

come il martello, il tirasassi e i fiammiferi, perche mediante questi il bambino sviluppa la sue capacita creative.

26. S. Freud, Totem and Taboo, trad. ing., Penguin, 1955, pp. 202 - 225.

27. K. Korsch, Kart Marx, trad., La Terza, 1972, pp. 41-45.

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Eppure nell'uomo Cl sarebbero segni di un sospirato risveglio, di un incessante anelito alIa vita, di uno struggente desidero di amore. In 'Luna e Gnac' sono sintomo di tale sforzo Isolina, Fiordaligi e la ragazza "color di luna"28: la prima che "si sentiva trasportata per il chiaro di luna"29 ed anche "il piu smorzato gracchiar di radio dai piani inferiori dello stabile le arrivava come i rintocchi d'una serenata";30 il secondo, Fiordaligi, "Giovinetto melanconico"31 che fa di tutto per mettersi in contatto con la ragazza che abita nel palazzo di fronte, una ragazza "color di luna, color di neon, color di luce nella notte" ,32 e la cui bocca "pareva aprirsi in un sorriso" .33 Perb i momenti di OSCUriUl della luce intermittente del neon recuperante dal chiarore fisso e trasparente della luna consentono a Fiordaligi di ricreare un mondo fantastico surreale, ricco di suggestioni pittoriche quali si possono cogliere nella pittura di Munch (Il Grido) 0 di Villon (Ritratto di Raymond Duchamp Vii/on). Ai due innamorati che vorrebbero esprimere illoro amore e pero vietato stabilire un rapporto \

durevole e genuino. Marcovaldo stesso diventa veramente patetico quando osserva gli astri che "andavano a confondersi coi commerci terrestri";34 e la luce stessa della luna non pub essere apprezzata a causa dell'illuminazione catodica del neon.

Comunque e difficile uscire da questo stato di degradazione sociale, economico e morale come appunto si riscontra in 'Un viaggio con le mucche' .35 Marcovaldo, che e costretto a vivere in ciial, pensa che suo figlio passi delle giornate idilliache in campagna a contatto con la natura, seduto all'ombra degli alberi mentre ascolra il gorgoglio dei ruscelli. Ma s'inganna perche suo figlio non solo non si diverte ma e addirittura costretto a sudare come un "mulo":36 il che testimonia che non c'e differenza reale fra citta e campagna se illavoro e i rapporti umani non migliorano. Finche nella societa rimane il rapporto servo- padrone, non si pub parlare di societa civile, emancipata e tanto meno di progresso. In altre parole, non e dunque la citta sola responsabile

28. Ibid., p. 93.

29. Ibid.

30. Ibid.

31. Ibid.

32. Ibid.

33. Ibid.

34. Ibid., p. 94.

35. Ibid., p. 63.

36. Ibid., p. 67.

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dell'alienazione dell'uomo. Marcovaldo contemplando l'uomo di neve, osserva che "sotto la neve non si distingue cosa e di neve e cosa

e

ricoperto. Tranne in un caso: l'uomo perche si sa che io sono io" ,37 La frase "io sono io" e carica di significato positivo; infatti riprende l"'Ich bin ich" della filosofia hegeliana:38 tramite il continuo movi- mento dialettico la persona "dimezzat8,"39 pub, forse, finalmente restaurare quella agognata unita che si raggiunge solo quando si armonizzano piu autocoscienze.40

Che gli uornini debbono corninciare a prendere suI serio il richiamo alIa "coscienza di se" - che e anche un imperativo categorico kantiano si nota nell'ultimo racconto, specie nella metafora dellupo e delleprotto: illupo rappresenta la societa ingorda ed avida di denaro e spietata nei mezzi che usa pur di raggungere i suoi diabolici fini; il leprotto, anche se vittima di tali atroci assurdita, rappresenta invece l'aspirazione permanente ad un modello alternativo umanizzante dove

"Solo le zampette lasciavano un'impronta leggera sulla neve, come foglioline di trifoglio.' '41

37. Ibid., p. 36.

38. J. Hyppolite, Genesi e Strutture delta Fenomenotogia delto Spirito, Firenze, 1972, p. 197. Bisogna aggiungere che la fiducia nell'uomo come viene espressa in Calvino

e

di chiara matrice cartesiana ("cogito ergo sum ").

39. Come, appunto, It Visconte Dimezzato, op. cit.

40. Il sottoscritto e convinto che alcuni valori etici sono attinti dal Vangelo (Matt.

cap. 5).

41. Ibid., p. 148.

DR. GERARD BUGEJA B.A. (Hons.), D.Litt. (pisa) teaches Italian at the New Lyceum (Arts), Msida.

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