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G&A Group news IL BENESSERE È IL NOSTRO NUOVO VERO OBIETTIVO

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G&A Group news

Riflessioni sullo sviluppo e l’evoluzione del mercato

n. 3 - 2017

IL BENESSERE È IL NOSTRO NUOVO VERO OBIETTIVO

È straordinario osservare quanto il nostro comportamento e i nostri valori siano mutati in questi ultimi decenni.

Fino agli anni 90, nella ricerca di benessere, l’obiettivo primario era lavorare sul proprio aspetto fisico, cercando di modellarlo alla ricerca di una perfezione che mirava a renderlo il più simile possibile a quello di Arnold Schwarzenegger, o ad altri modelli estetici simili.

Successivamente l’obiettivo è progressivamente mutato e si è legato al concetto di possesso: le persone quindi, anziché porre

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COME CAMBIANO LE VACANZE

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BENESSERE Cosa ne pensano gli italiani?

Marketing Area Vendite Mondo Turismo Voci dalle aziende

Parliamo con… 11

Ben-essere oggi 2

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attenzione al BEN-ESSERE, si concentravano sul BEN-AVERE, riempiendo il più possibile la propria vita di simboli o oggetti, che potessero in qualche modo rappresentarli, parlare di sé e della propria identità, purtroppo, e troppe volte, sperando che fossero sufficienti per essere percepiti come uomini di valore.

In quegli anni i modelli di marketing basati sul consumismo hanno iniziato a scricchiolare e il consumatore ha iniziato a capire che i suoi bisogni reali non sono legati al possesso di cose materiali, ma allo STARE BENE: con sé stesso, con le persone care e soprattutto all’interno di un ambiente naturale.

Ecco che, un poco alla volta, sono cambiati i paradigmi di benessere e oggi possiamo finalmente affermare che tutti abbiamo capito che la nostra vera priorità è stare bene!

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Nella mia professione di consulente, mi capita spesso di recarmi in aziende e percepire tensioni, stress ed energie negative o di notare persone demotivate al lavoro e mi chiedo come si sia arrivati a questo. Credo che la cosa più importante per qualsiasi imprenditore sia porre grande attenzione ai propri collaboratori e alla propria squadra aziendale.

Il primo passo per un progetto aziendale, è avere ben chiaro il perché un cliente dovrebbe acquistare il prodotto/servizio offerto e definire chiaramente i propri valori distintivi e di unicità. Successivamente l’imprenditore visualizza e definisce una destinazione, una sorta di viaggio di cui è (o almeno dovrebbe essere) follemente innamorato, proprio come lo sono stati i nostri padri e i nostri nonni delle proprie avventure imprenditoriali.

Il vero segreto per essere un buon imprenditore, però, è essere capace di mantenere viva nel tempo quell’energia positiva e immaginare evoluzioni e sviluppi del sogno nel futuro, sempre con grande emozione.

Questo viaggio, poi, deve essere raccontato ai propri

collaboratori: non si può pretendere che se ne innamorino anche loro, senza condividerne la visione! Spesso infatti capita che i collaboratori non la possiedano e percepiscano molte delle attività operative quotidiane in modo scollegato tra loro, perdendo nel tempo la propria motivazione. È quindi di fondamentale importanza condividere con loro il sogno per stimolarli e motivarli a lavorare, dando il meglio di sé nella quotidianità.

L’obiettivo dell’imprenditore dev’essere alimentare un’energia positiva e sana all’interno della propria organizzazione e per farlo è necessario aiutarsi con tutto: musica, attività outdoor, lavori di gruppo, pranzi e cene… Solo in questo modo sarà possibile passare da squadra operativa ad un gruppo che condivide un sogno (e ne è follemente innamorato), ma soprattutto uno stile, un’identità, un linguaggio e dei valori.

Questo è il vero benessere per l’imprenditore: entrare in ufficio nel corso della giornata e vedere i propri collaboratori ridere e sorridere, pieni di energia e positività contagiosa! A quel punto gli orari e gli straordinari al lavoro saranno solo un dettaglio, perché ciò che conterà davvero sarà la sfida comune.

Altrettanto importante è ricordare di lavorare sulla

gratificazione, e non mi riferisco soltanto a quella economica.

Anche un semplice “grazie“ ogni tanto o un “complimenti, stai proprio lavorando bene” sono molto importanti per mantenere viva la voglia di dare il meglio di sé.

Un altro grande consiglio che vorrei lasciarvi è: imparate a delegare. Solo così le persone saranno più motivate e responsabilizzate. Per farlo, però, dovete essere disposti ad accettare anche degli errori, tutti noi siamo cresciuti grazie ad essi e se vogliamo che la nostra azienda cresca dobbiamo permettere anche a lei e ai nostri collaboratori di commetterne qualcuno.

A quel punto: vietato puntare il dito e fare critiche! È necessario invece stimolare la riflessione in modo costruttivo per

comprendere come poterli prevenire o evitare in casi analoghi, anche se sono convito che non sarà nemmeno necessario, perché l’errore molto probabilmente non si ripeterà.

Così facendo si verrà a creare in modo del tutto naturale una situazione tale per cui i vostri compagni di viaggio sentiranno di lavorare CON voi, e non più PER voi. Questo significa che non sarete soli nel monitorare la vostra promessa al mercato: avrete 4 occhi e 4 orecchie a disposizione, e poi 8 e ancora 16, e avanti così.

È molto più efficace avere tante sentinelle piuttosto che essere l’unico generale che controlla la situazione, non credete anche voi?

Ben-essere oggi

DAVIDE GABRIELLI

Presidente G&A Group e responsabile strategia

Mi occupo di marketing da oltre 20 anni e lo sviluppo è la mia vera mission.

Per farlo cerco sempre di trovare il miglior equilibrio di ben-essere, perché sono convinto che per sviluppare un eccellente progetto sia necessario avere molta energia positiva. Ho sempre dato tanta importanza allo sport, anche se i km percorsi in auto sono notevolmente (purtroppo) superiori a quelli percorsi in bicicletta! Posso apparire rigido sul tema della coerenza dei progetti ma, per avere successo, è necessario applicare le scelte con precisione e rigore!

E affinché gli occhi siano ben aperti, attenti e molto connessi, devono essere profondamente e costantemente motivati e coinvolti nel progetto.

Ricordate che una delle cose più belle nella vita è condividere, in famiglia, con gli amici, al lavoro. Quando riusciamo a creare queste energie positive viviamo uno stato di benessere magico, che ci fa dimenticare la fatica e soprattutto dà colore alle nostre giornate, anche a quelle più difficili.

È troppo facile essere positivi quando chiudete un’importante contratto, molto più difficile è esserlo quando le cose vanno meno bene! Ricordate però che la positività è contagiosa e, allo stesso modo, lo sono anche la negatività e il pessimismo.

Quindi se voi continuerete a lamentarvi o a vedere tutto nero, lo faranno anche i vostri collaboratori. Inoltre non dimentichiamo che questo approccio allontana le opportunità.

Anche in questo caso la parola d’ordine è COERENZA ,in quanto se vogliamo creare un gruppo positivo, motivato e innamorato del nostro viaggio, dobbiamo essere costanti e veri motivatori, in altre parole dei veri e propri LEADER.

Vi auguro di godervi tanta energia positiva e di stare davvero bene all’interno delle vostre aziende, perché non c’è nulla di più piacevole che provare a realizzare qualcosa di grande e convincere più clienti possibili che siamo i migliori partner che possano trovare!

Team building aziendale

La formazione è uno degli strumenti più importanti per comprendere e applicare un progetto di sviluppo aziendale.

Per questo strutturiamo attività di team building outdoor legate a due pratiche sportive che ben si collegano al metodo di lavoro e che permettono ai partecipanti di immergersi operativamente nelle tre fasi di analisi, strategia e applicazione: l’orienteering e il nordic walking.

Le attività, coordinate da Pino Dellasega, accompagnatore di media montagna e international Coach di Nordic Walking, hanno lo scopo di trasmettere ai partecipanti l’importanza di ogni singola fase di un progetto di marketing: si scoprirà che fare un’analisi più approfondita permette di creare una strategia più efficace, per rispettare il tempo, ma soprattutto per non disperdere energie e risorse! Ciò che ne emergerà sarà il fatto che, con una strategia chiara e condivisa, la fase di applicazione sarà più semplice e meno faticosa.

Questa attività rappresenta un ottimo strumento di team building aziendale: rafforza lo spirito di squadra e il rapporto tra colleghi e trasmette la carica per intraprendere nuovi progetti di sviluppo. La giornata, infatti, permette alle diverse squadre aziendali di attuare un’analisi interna del proprio team al fine di comprendere le capacità dei singoli componenti e la loro predisposizione a determinati ruoli.

Diventa così un’occasione importante di affiatamento e sana competizione tra colleghi, fondamentale per stimolare la costruzione di spirito di gruppo e senso di appartenenza, elementi di grande rilevanza che molto spesso sono considerati secondari nelle dinamiche aziendali.

Consigliamo a tutti di cimentarsi in un’esperienza analoga, profondamente stimolante e utile a comprendere che nell’attività imprenditoriale, così come in quella sportiva, è solo con un’accurata fase di analisi, una pianificazione strategica condivisa e un’applicazione controllata e

monitorata che l’azienda potrà raggiungere i propri obiettivi.

Scopri di più sul nostro sito:

www.ga-group.it/formazione

Formazione outdoor

Foto: Matteo Gasparin

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I benefici dei nostri amici a quattro zampe sulle nostre performance lavorative

In un mondo lavorativo flessibile, in cui tempo e spazio diventano sempre più spesso concetti del tutto relativi, si sperimentano modi innovativi e curiosi per rendere il proprio posto di lavoro accogliente e personalizzato. Sono davvero numerosi gli articoli sul web che suggeriscono piccoli segreti per vivere più serenamente l’ufficio, ma che penseresti se ti fosse possibile portare con te il tuo animale domestico?

Idea bizzarra penserai, ma è qualche anno ormai che i nostri amici a quattro zampe sono diventati veri e propri protagonisti della nostra quotidianità: i dati Eurispes 2016 dichiarano la presenza in Italia di ben 6o milioni di animali domestici.

Dalla ricerca emerge anche che il 43,3% degli Italiani possiede almeno un pet e in due case su dieci ne vivono più di due. Sono per lo più cani (60,8%) e gatti (49,3%), ma si trovano anche pesci e tartarughe (8,7% ciascuno), uccelli (5,4%), conigli (5,2%), criceti (3,1%) e animali esotici (2,1%).

Ciò che è curioso è che sempre più frequentemente sono

proprio loro i target di attività di marketing: pensiamo ad esempio a quanti prodotti per gli animali, e non, sono stati lanciati sul mercato in questi ultimi anni e ci renderemo immediatamente conto che si tratta di un vero e proprio business, che colpisce numerosi aspetti legati all’avere un pet, come l’alimentazione, il benessere, la cura estetica, la salute, il tempo libero e persino il turismo. Swiffer, ad esempio, ha strutturato alcuni spot pubblicitari dei suoi prodotti proprio su un bisogno legato anche alla presenza di un animale in casa, mentre la catena di hotel Best Western dedica una parte del proprio sito all’ospitalità turistica pet-friendly.

I dati dell’indagine Eurispes confermano in effetti un legame sempre più stretto tra gli italiani e i loro pet: ben il 68,5% è a favore della loro accoglienza nelle strutture turistiche e alberghiere e il 69,1% è concorde al loro accesso nei luoghi pubblici. Dati di mercato o no, sono indiscussi i benefici della presenza dei nostri amici a quattro zampe sulla salute e sulla psiche. Gli animali domestici infatti agiscono positivamente nell’ambiente in cui si trovano stimolando la socializzazione e la collaborazione tra le persone, diminuendo i livelli di stress e favorendo la produttività dei dipendenti. La ricerca condotta dall’Università di Medicina Veterinaria del Mississipi, in collaborazione con Purina, conferma che lavorare in contesti pet-friendly raddoppia i livelli di soddisfazione professionale e lo spirito di collaborazione. E proprio con lo scopo di favorire il benessere e la produttività dei propri

dipendenti, nel 2015 la Ferray Corporation di Tokyo ha deciso di

“assumere” 9 gatti e di lasciarli liberi di girare in ufficio.

Ad oggi, tra le aziende che consentono ai dipendenti di portare in ufficio il proprio cane o il proprio gatto non potevamo che trovare Google e Amazon, ma qualche caso sta iniziando anche in Italia, per esempio a Vimercate da Nintendo Italia, che ha istituito i cosiddetti Pet Friday, ovvero i venerdì in cui i dipendenti possono trascorrere la loro giornata lavorativa in compagnia del proprio cane, oppure a Mars Italia, che consente l’accesso in ufficio degli amici a quattro zampe una volta al mese. Meno stress, dunque, maggiore qualità delle relazioni tra colleghi e aumento della produttività. Che ne dici? Adottiamo un cucciolo da portare in ufficio domani?

L’INGEGNERE CHE CAMMINAVA A PIEDI NUDI NEL BOSCO

Giulia De Martin intervista Andrea Bianchi, un ingegnere che ha fatto del giornalismo la sua voce, della montagna la sua Musa e della camminata a piedi scalzi la sua vocazione. Tutto è nato passeggiando su una strada sterrata con sua figlia Alice, che a un certo punto si è tolta scarpe e calzini cominciando a percorre il sentiero a piedi nudi. Bianchi ci ha pensato un attimo e poi si è detto: “Perché no?”. Da quel momento si è aperto un mondo intero.

Com’è nata la tua passione per il barefooting nella natura?

In maniera molto semplice, quasi per gioco, quando un giorno ormai circa sei anni fa, durante una facile escursione in Alto Adige con la mia famiglia, la mia bambina si tolse gli scarponcini ed io, che già indossavo quelle scarpette minimali a cinque dita, volli provare ad imitarla: fu solo un quarto d'ora, ma sufficiente per farmi intuire che in quella semplice pratica c'era un universo di sensazioni da scoprire e un modo nuovo e antico allo stesso tempo di esplorare il mondo.

Quali sono i benefici di questa pratica?

I benefici sono molteplici: da quelli sul piano meccanico e posturale, con uno scarico e un sollievo generale di tutto l'apparato muscolo scheletrico e in particolare delle ginocchia, della zona lombare e della schiena, alle sollecitazioni sensoriali (riflessologia plantare), allo stimolo dell'apparato

cardiocircolatorio, fino ad arrivare a un affinamento della concentrazione e dell’attenzione. Camminare a piedi nudi nella natura aiuta a rimanere sani e connessi con le energie della Terra, consapevoli del proprio essere nel mondo. In questo senso la camminata scalza in natura può anche diventare un mezzo di conoscenza profonda di se stessi.

Hai passeggiato a piedi scalzi sulla neve e anche in altre condizioni sfavorevoli, come reagisce il corpo a situazioni di stress simile?

Quello che io ricerco in queste situazioni non è in realtà l'esperienza estrema, ma solo l'uscita temporanea dalla "zona di comfort", ovvero quello stato d'essere definito in psicologia

come la condizione in cui abbiamo, o crediamo di avere, tutto sotto controllo e percepiamo una situazione di comfort.

Camminare per qualche minuto sulla neve può comportare qualche disagio, ma se fatto con l'opportuna consapevolezza - magari dopo un passaggio in acqua calda, secondo i principi della terapia Kneipp (idroterapia) - i capillari e il sistema circolatorio periferico vengono sollecitati favorendo una maggiore ossigenazione del sangue. Il risultato è alla fine una sensazione di benessere, di calore diffuso e di grande energia.

Immagino non si possano percorrere lunghi tratti, corretto?

Dipende da diverse condizioni: il tipo di neve, le condizioni meteo e la temperatura dell'ambiente, da quanto siamo o meno vestiti, ecc. In genere comunque si percorrono brevi tratti.

Il barefooting è molto diffuso nell’area germanica e del nord Europa. Credi che esistano diversi approcci e sensibilità nei confronti del benessere e della natura?

Sicuramente nei Paesi del Centro e Nord Europa c'è un'attitudine diffusa allo sport e all'attività all'aria aperta (stile di vita outdoor), praticamente con ogni condizione meteo. Nei Paesi di lingua tedesca si trovano molti percorsi sensoriali o sentieri dedicati al barefooting, mentre negli USA c'è un approccio ancora più libero, il barefoot hiking, che è quello che io prediligo, ovvero l'escursionismo a piedi nudi in montagna o in natura sugli stessi sentieri normalmente percorsi con le calzature.

Passeggiare a piedi scalzi sulla sabbia, sul pavimento di casa o su di un sentiero sconnesso è la stessa cosa dal punto di vista fisiologico?

Ogni terreno e materiale su cui camminiamo determinano condizioni diverse da tutti i punti di vista: biomeccanico, fisiologico e anche emozionale e psicologico. Ciò che fa la differenza è che il terreno sia naturale, perché in tal caso il contatto col piede nudo consente il trasferimento dell'energia elettromagnetica dal terreno al nostro corpo, innescando effetti benefici per la nostra salute.

Che cosa consiglieresti a chi desidera approcciarsi a questa pratica/sport?

Innanzitutto di farlo con la massima gradualità: dopo una vita con le scarpe ai piedi, non possiamo pretendere di togliercele e fare tranquillamente quello che vogliamo a piedi nudi.

È necessario dare al nostro corpo e alla nostra mente il tempo perché sviluppi una

nuova consapevolezza psicomotoria. Consiglio di cominciare dallo stare scalzi a casa, e per chi lo ha nel proprio giardino, per poi cominciare con brevi passeggiate su terreni morbidi. Nel mio libro "A piedi nudi. Il cammino silenzioso dalla A alla Z" (Ediciclo Editore, 2017) riporto dei semplici esercizi che si possono praticare ovunque e in qualsiasi momento della giornata.

Qual è la cosa più curiosa che ti è capitata camminando a piedi scalzi nella natura?

Non finisco mai di meravigliarmi delle sottili differenze di temperatura che si possono percepire stando scalzi sul terreno:

mentre si percorre un sentiero, passare scalzi da un tratto in ombra ad uno al sole può essere sorprendente e regalare una piacevole sensazione di benessere.

Ben-essere oggi

GIULIA DE MARTIN

Responsabile digital

Sono una persona socievole e positiva, per me dietro le nuvole c’è sempre il sole. Vivo a stretto contatto con il mondo del web in cui mi divido fra

blogging, social media e web marketing ma, adoro il profumo della carta, dei libri antichi ed il tratto deciso di una buona penna stilografica, nonostante le dita macchiate di inchiostro. Mi definirei quindi un’allegra contraddizione fatta di letteratura inglese e tecnologia.

ANDREA BIANCHI

è fondatore del magazine online MountainBlog, autore e socio del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Di recente, ha dato il via ad una scuola per diffondere la cultura della camminata a piedi scalzi. www.ilsilenziodeipassi.it

Rubrica

ELISA VALENTINELLI

Coordinatrice operativa

Mi affascinano le persone. Mi piace osservarle, scattare loro delle fotografie e ascoltarne i pensieri. Credo che dall’altro sia possibile imparare, sempre. La strategia sta nell’appropriarsi di questa lezione di vita, rendere chiara la propria identità per fare ogni volta un passo avanti e migliorare.

Foto: Matteo Gasparin

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Marketing

sport “soft”, magari utilizzando le e-bike, che nel 2016 hanno avuto un incremento delle vendite del 120% (ANCMA), mentre parallelamente si registra anche un forte aumento della pratica degli sport di fatica.

Il benessere psico fisico passa anche dalla soddisfazione e realizzazione personale e lavorativa. In questo senso oggi è diffuso il fenomeno del downshifting, letteralmente scalare le marce, abbandonando i ritmi frenetici lavorativi, per dedicarsi a

“vivere in lentezza”. Considerando l’employee engagement, ovvero il tasso di soddisfazione del personale nelle aziende, emerge come solo il 57% dei lavoratori risulti soddisfatto della propria posizione e dell’ambiente di lavoro. (Global Trends on Employees Engagement) Lo stipendio inadeguato (56%), seguito da orari poco flessibili (48%) e incertezza contrattuale (41%), senza dimenticare l’assenza di benefit e incentivi (37%) sono tra le principali motivazioni che portano ben 7 italiani su 10 a lamentarsi delle proprie condizioni lavorative e dell’ambiente nel quale devono trascorrere la maggior parte delle loro giornate.

La ricerca del benessere alimentare, fisico, lavorativo corrisponde

oggi al nuovo concetto di sviluppo: la società e l’individuo, non sono più alla ricerca del benessere economico a tutti i costi, ma sono gli indicatori “di felicità e benessere” che sempre più governeranno le nostre scelte e il nostro stile di vita.

ILARIA PIAZZI

Responsabile analisi

Sono curiosa, mi piace scoprire i legami, le cause dei fenomeni che mi circondano. Riflessiva, mi piace osservare il mondo da diverse prospettive e mettermi nei panni di chi ha una visione diversa dalla mia. L’analisi ci permette di scoprire nuove soluzioni a problemi che spesso si tendono a sottovalutare e rappresenta un punto di partenza importante per affrontare nuove sfide. Conoscere passato e presente ci permette di costruire un progetto di sviluppo concreto e applicabile!

Il benessere del personale

Ci sono numerose modalità per selezionare nuove risorse umane per la propria azienda, ma spesso e volentieri ciò che preferiamo valutare dei candidati sono le capacità più o meno tecniche, le competenze e l’esperienza costruita negli anni e nel loro percorso formativo. Ciò che noi di Gabrielli & Partner chiamiamo

“il saper fare”.

Quello che non siamo ancora abituati a ricercare, invece, perché spesso lo diamo per scontato o lo riteniamo di valore secondario, è il "saper essere”. Tuttavia sempre più spesso ciò che è veramente importante e necessario sul posto di lavoro, non sono tanto le conoscenze e tutte quelle abilità che è possibile acquisire con il tempo e con una formazione costante, dentro e fuori l’ambito aziendale, quanto piuttosto la capacità di saper stare nel proprio micro mondo con positività ed energia.

Circondarsi di persone che sappiano favorire un clima positivo nell’azienda è fondamentale per trascorrere le ore lavorative con serenità, mettendo tutti nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro in modo ottimale e di sfruttare con intelligenza le proprie doti e le proprie capacità.

Quando un’organizzazione cerca la diversità, creando team con personalità anche molto differenti tra loro, sia dal punto di vista

formativo e culturale sia di carattere e interessi, viene stimolata la creatività e lo sviluppo del pensiero laterale, che permettono di ottenere un processo di risoluzione dei problemi che non è solo più rapido, ma anche e soprattutto più efficace.

Capire che molto spesso la predisposizione personale verso un settore non deriva dalle conoscenze pregresse, ma dalle capacità del tutto soggettive di far fronte a situazioni più o meno complesse è la chiave per strutturare una squadra di successo: il vero valore lo fanno le persone e le singole predisposizioni e sensibilità che possiedono.

Essere un buon imprenditore significa comprendere per davvero questo concetto e saper valorizzare concretamente ogni giorno il proprio personale, che si sentirà veramente compreso, arricchito e in completo equilibrio nel proprio ruolo e nell'ambiente lavorativo, dal quale potrà trarre grandi soddisfazioni.

Il segreto per un team vincente? Saper dare valore al “saper essere” prima che al “saper fare” e ricordare ogni giorno a sé stessi e ai propri collaboratori che ognuno di loro porta un contributo prezioso e unico nel viaggio aziendale.

Elisa Valentinelli Coordinatrice operativa

BENESSERE

Cosa ne pensano gli italiani?

Sostenibilità e ben-essere parole che oggi influenzano fortemente il nostro stile di vita e le nostre abitudini. Dalle nostre consuetudini alimentari, alla nostre passioni sportive, fino ad arrivare al lavoro, oggi la ricerca continua del benessere psico-fisico è un aspetto che indirizza ed influenza molte delle nostre scelte quotidiane e dei nostri acquisti. Ma cosa significa ricerca del benessere?

Secondo una ricerca Pic Solution per Il 70,6% degli italiani il benessere è connesso alla voglia di prendersi cura del proprio corpo svolgendo più attività fisica. Un altro 66% vorrebbe migliorare il proprio regime alimentare, eliminando i grassi in eccesso o comunque seguendo una dieta equilibrata. Il raggiungimento del benessere psicofisico passa anche attraverso alcune modifiche caratteriali: il 40% degli intervistati si vorrebbe più ottimista e il 25% meno ansioso. I dati confermano i buoni propositi in tema di benessere: gli italiani oggi sono sempre più salutisti e attenti al cibo che consumano. 2 su 5 dichiarano di seguire una particolare dieta/

alimentazione che vieta o limita il consumo di determinati ingredienti come grassi e carboidrati. Basti pensare che nel 2016 gli acquisiti di cibi integrali sono aumentati dell’11%, quelli di alimenti senza glutine del 26%, i biologici del 20%.

I "superfood", che abbinano al gusto proprietà salutistiche come bacche di goji, zenzero, curcuma hanno registrato un aumento delle vendite pari al 41% in un anno. L’offerta si adegua, anche in termini di ristorazione: nell'ultimo anno sul territorio si è registrato un incremento dell'apertura di ristoranti vegani pari al 34%, mentre sono saliti a 4mila le pizzerie, i ristoranti, gli alberghi, le gelaterie e i laboratori che hanno introdotto prodotti per celiaci nel proprio menù.

La ricerca di benessere si esprime anche nel mondo dello sport:

sono 20 milioni gli italiani che praticano attività fisica

regolarmente, mentre due milioni si dedicano allo yoga, il doppio rispetto al 2011. La percentuale di italiani che dichiara di praticare sport con continuità nel proprio tempo libero nel 2016 ha raggiunto il 25% (Coni). La tendenza è diffusa in tutte le fasce d’età, in tutte le regioni d’Italia. I più sedentari si avvicinano a

Corso di marketing

Il marketing è un insieme di attività e azioni con il principale obiettivo di far accettare al mercato un prodotto o un servizio con il maggior valore aggiunto possibile.

Per fare questo è necessario applicare un metodo preciso, altrimenti vi sarà il rischio di disperdere ingenti energie, risorse economiche e tempo.

L’obiettivo di questo corso è quello di supportare le piccole- medie organizzazioni nello sviluppo del marketing operativo con semplicità e molta praticità. Con un approccio molto operativo, vogliamo aiutarvi ad inserire fin da subito nelle vostre aziende strumenti e attività di marketing strategico ed operativo, per raggiungere i vostri obiettivi aziendali e migliorare i risultati.

Un percorso formativo diventa estremamente utile se quanto appreso in aula è direttamente applicabile alla propria realtà aziendale, pertanto sarà nostro compito aiutarvi a sviluppare le giuste conoscenze e strumenti.

Per informazioni e iscrizione accedi al nostro sito:

ga-group.it/formazione

Formazione

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Cambio vita…e lavoro!

Cambiare lavoro non è mai semplice. Richiede molto tempo e impegno per la ricerca, uno spazio da rubare alla propria quotidianità. Figuratevi poi cambiare lavoro e allo stesso tempo cambiare città, passando da Milano a Trento, come è capitato recentemente a me…un vero delirio!

Ma quando la motivazione è davvero forte, niente ci può fermare e la motivazione che mi spingeva a cercare di lasciare la grande città per me era fortissima. Volevo ritrovare il mio benessere fisico e mentale, che la metropoli stava lentamente ma inesorabilmente consumando.

Per questa ragione dopo un master in marketing a Milano e quasi due anni trascorsi presso The Nielsen Company, colosso

americano del mondo dei “big data” per il settore del largo consumo e dei media, ho scelto di tornare sui miei passi e cercare un nuovo lavoro nella mia città di origine, la cara vecchia Trento.

Non è stato un passaggio semplice e mi è costato tanta fatica e qualche piccolo sacrificio, ma oggi, a otto mesi dal mio ritorno, posso dire che il guadagno in termini di benessere è stato netto. O almeno per quello che intendo io come benessere.

Per me il “benessere” rappresenta un delicato e sottile equilibrio tra la qualità della vita lavorativa e quella della vita privata. Credo che quando si sta bene, significa che non c’è nessun forte sbilanciamento verso l’una o l’altra parte.

In questo modo si riesce a dedicare tempo, energia e motivazione tanto alla propria to-do list lavorativa, quanto ai propri hobby, alle proprie passioni e al tempo libero.

Questo è quello che penso di aver trovato ritornando a vivere

tra le montagne, e lavorando per lo studio Gabrielli & Partner:

un benessere quotidiano che non provavo da tempo.

Marketing

MAMMA E LAVORO

Italia e modelli di benessere europei

Il benessere dei bambini è strettamente collegato a quello della madre, che deve quindi poter vivere con serenità la propria dimensione personale, sociale e professionale. Solo che l’essere madri in Italia è ancora troppo legato a un modello sociale, culturale e politico che vede la donna come principale

responsabile del carico famigliare. Modello che, però, si trova in conflitto con le attuali economie europee che, sempre più, richiedono un doppio reddito per la sostenibilità economica della famiglia.

La donna, quindi, è fortemente richiesta nel mercato del lavoro, ma non sostenuta con opportuni sistemi di welfare che permettano di conciliare la vita privata con quella professionale, come forme di lavoro flessibili, congedi parentali proiettati ad un medio-lungo periodo, adeguati servizi di cura e di assistenza per l’infanzia.

A tal fine uno strumento molto importante è senza dubbio il congedo parentale, garantito in tutti i Paesi UE con una durata minima di 14 settimane (in Italia è di 20 settimane) e che, sempre

più, pone attenzione al ruolo del padre con il vantaggio di intervenire sulla disuguaglianza di genere riguardo al carico di lavoro domestico e di cura. Alcuni Paesi, come la Svezia e la Finlandia, hanno inserito periodi di congedo sia per la mamma che per i papà che devono essere utilizzati obbligatoriamente, pena la perdita del diritto.

Un altro servizio molto importante è sicuramente quello dell’accesso al nido, dato anche questo variabile da Stato a Stato. In Italia solo il 27% di bambini tra 0 e 3 anni frequenta il nido, mentre in Danimarca il dato si assesta intorno al 77%, seguiti da Svezia con il 64%. Nido che, però, non dovrebbe porre attenzione solo al modello familiare dual career (entrambi i genitori lavoratori), ma anche ai genitori single o disoccupati.

A Parigi, ad esempio, nel 2016 è stato inaugurato un asilo nido VIP (Vocation d’Insertion Professionnelle), che accoglie per il 30% degli iscritti figli di genitori disoccupati, che in cambio devono impegnarsi nella ricerca di un lavoro attraverso l’assistenza del centro per l’impiego.

Nella città di Aalbord, in Danimarca, è invece nato un asilo nido aperto 24 ore su 24, per aiutare tutti quei genitori che hanno necessità di aiuto in orari molto flessibili (come i medici e tutte le persone che lavorano durante la notte).

Le nostre storie

DANIELE BAZZANELLA

Consulente marketing

In me convivono da sempre due anime: una più scientifica, che mi porta ad essere preciso e attento ai

dettagli, e una più artistica e creativa. Per questo ritengo che il ruolo di analyst e di consulente per il marketing operativo sia fatto su misura per me, perché fonde insieme la precisione e il rigore dei dati, alla fase di sviluppo concreto dei progetti e delle idee. Sono una persona molto curiosa e leggo di tutto, dalle notizie del giorno ai fumetti. Sono appassionato di sport, come calcio e motociclismo, musica rock e tiramisù!

LINDA RECCHIA

Socio - responsabile Formazione Sono una moglie, una mamma, una sportiva, una viaggiatrice ed una blogger. La montagna è ormai la mia

casa, il mare la mia origine. Amo circondarmi di persone creative e intraprendenti che possano arricchirmi e smussare il mio lato più preciso e razionale. Per me sviluppo significa non fermarsi mai e rubare idee dalla quotidianità per essere sempre al passo con il mercato, senza mai dimenticare le proprie origini e i propri sogni!

Fortunatamente sempre più aziende private stanno ponendo maggiore attenzione al benessere dei propri lavoratori. Secondo i dati Istat 2015, il 37% delle aziende italiane ha dimostrato flessibilità negli orari lavorativi e il 17,5% offre servizi per asili nido, ricreativi e di sostegno.

Infine, negli ultimi anni, si sta lentamente diffondendo lo smart working, ovvero forme di lavoro più flessibili e autonome che, grazie allo sviluppo tecnologico, permettono di lavorare anche da casa.

Secondo EurofoundILO, in Italia questa modalità di lavoro riguarda solo il 7% dei dipendenti (contro una media europea del 17%), ma è sicuramente in forte crescita, perché permette di conciliare al meglio lavoro e famiglia, riduce il tempo impiegato per recarsi sul posto di lavoro (con un conseguente minor impatto ambientale dovuto alla riduzione di traffico) così come i costi per le aziende in merito alla gestione di spazi per gli uffici e alla formazione di nuovo personale a causa dell’abbandono del posto di lavoro da parte delle mamme che non riescono a conciliare lavoro e famiglia.

Non basta quindi chiedere impegno alle donne e scommettere sulle madri come forza sociale determinante per lo sviluppo del Paese, se prima non vi è un cambiamento culturale concreto nella mentalità collettiva che si trasformi in aiuti reali di welfare sociale. Cambiamento dichiarato da anni, ma realmente applicato solo in minima parte.

FONTI: Istat e Rapporto Save The Children 2017 – Le equilibriste

Per restare aggiornato sulle nostre ricerche di mercato e conoscere tutte le tendenze del marketing, seguici sulla nostra pagina Facebook: @gabriellipartner

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Area Vendite

VENDITA E BENESSERE Il piacere dell’acquisto

Come letto negli articoli precedenti, oggi il benessere non è più una tendenza, ma un vero e proprio modo di affrontare la vita e le proprie decisioni. È un qualcosa di immateriale che ormai fa parte di noi.

Legare l’argomento benessere alla vendita significa, in un mercato a volte troppo frenetico, riuscire ancora a far provare al nostro interlocutore la sensazione piacevole dell’acquisto, una sensazione legata al fatto che ciò che il cliente sta acquistando gli porterà dei benefici. Quando ciò avviene, possiamo parlare di benessere psicologico legato al piacere dell’acquisto: è molto importante ricordare che alla gente non piace farsi vendere qualcosa, ma che la gente ama comprare.

La figura che ha il dovere di riuscire a innescare ed esaltare questo piacevole stato d’animo naturalmente non può che essere il consulente commerciale.

Oggi le persone amano comprare su internet perché si fidano di loro stessi, perché amano scegliere senza essere influenzati da un interlocutore che vuole vendere qualcosa a prescindere dal loro bisogno. Preferiscono affidarsi a una fredda tastiera per provare benessere, rinunciando alla relazione con la persona, che in teoria dovrebbe avere il compito di consigliare e di guidare nella scelta più corretta.

L’evoluzione del mercato, figlia di un periodo legato al forte consumismo e ad un’attenzione a dei bisogni assolutamente sopra dimensionati, impone oggi alle imprese, e a chiunque voglia avere un rapporto commerciale con degli interlocutori evoluti e attenti ai particolari, l’adozione di un approccio di marketing relazionale, che richiede di spostare il focus dall’azione di transazione commerciale alla costruzione e gestione della relazione.

In poche parole, se come consulenti commerciali vogliamo essere la vera alterativa al mondo della vendita on line, oggi dobbiamo fare nostra la regola “PRIMA LA RELAZIONE POI LA NEGOZIAZIONE”. Con questo non voglio dire che dobbiamo tornare al venditore classico, che pianificava le proprie giornate attraverso il giro visita, in base alla zona in cui si trovava, bevendo del buon caffè e parlando di argomenti generici, allo scopo di instaurare un’ottima relazione con tutta la sua clientela. Questo appartiene ad un’epoca passata e poteva essere definito relazione “simpatica”.

Oggi dobbiamo puntare alla creazione di una relazione

“empatica” in cui ci venga riconosciuta tutta la nostra professionalità. Questo significa essere riconosciuti dal cliente come un’opportunità per il proprio business e portatori di benessere, e non come una minaccia o come coloro che fanno perdere solo del tempo.

Per far sì che il cliente comprenda che si trova di fronte a un vero professionista, a un consulente commerciale che cercherà di approfondire tutti i suoi bisogni allo scopo di trovare una soluzione del tutto personalizzata, è fondamentale sapere che oggi chiunque affronta il processo di acquisto attraverso delle fasi psicologiche che lo spingono a scegliere un fornitore piuttosto che un altro.

Capita che abbiamo la possibilità di offrire al cliente il prodotto/

servizio leader sul mercato, quello che desidera maggiormente, eppure non riusciamo a venderglielo. Questa situazione può essere dettata da molte variabili, ma spesso, analizzando attentamente le mancate vendite, si comprende che la causa è il fatto di non aver rispettato il processo psicologico d’acquisto del potenziale cliente. Questo processo si può semplificare affermando che il cliente, dal momento in cui entra in relazione con il consulente commerciale, attraversa diversi atteggiamenti e comportamenti, molte volte inconsciamente.

Questi passeranno da uno stato iniziale che definiamo

sospettoso, evolvendo poi in un atteggiamento di stato freddo, che poi crescendo si trasformerà in uno stato caldo. Quando il cliente si trova in quest’ultima fase è il momento giusto per provare a chiudere la nostra transazione con il giusto valore.

Molte volte si vedono venditori (e non a caso uso questo termine) che, presi dalla frenesia della chiusura del fatturato, accelerano questo processo senza rispettare i tempi di maturazione corretti delle fasi, sottovalutandone l’importanza.

Ma attenzione, perché, se si tenta di chiudere una qualsiasi trattativa quando il cliente si trova, per esempio, in uno stato freddo, si arriverà inevitabilmente a una conclusione legata al prezzo. Se durante una trattativa parliamo immediatamente di caratteristiche dei prodotti/servizi senza un minimo di

personalizzazione e senza tener conto della fase di relazione, perché il nostro interlocutore dovrebbe riconoscerci un valore aggiunto, se non quello della migliore quotazione?

Capite come oggi il ruolo del consulente commerciale è molto più complesso rispetto a un tempo, quando era il prodotto a farla da padrone. Oggi questa professione non può più essere basata sull’improvvisazione, ma deve fortificarsi attorno a un metodo preciso, che sappia rispettare le fasi psicologiche dell’acquisto. Le azioni da mettere in campo per creare un metodo fluido possono essere chiamate fasi della vendita, o piano funzionale di vendita: queste, se eseguite nella giusta sequenza, hanno lo scopo di arrivare alla creazione della relazione corretta con il nostro interlocutore, allontanando il più possibile le domande che ogni commerciale odia: “Ma quanto costa?” o “Ma quanto sconto mi fai?”.

Più saremo bravi a costruire una buona relazione empatica e, quindi, a creare benessere nei confronti del nostro interlocutore, più il valore percepito di ciò che stiamo proponendo crescerà e aiuterà ad alzare il valore morale del prodotto/servizio proposto.

Nello schema sottostante possiamo vedere riepilogato all’interno delle fasi psicologiche di acquisto un esempio di azioni definite come fasi della vendita. Nel prossimo magazine, entreremo più nel dettaglio di queste azioni cercando di scandirle meglio in tempi e comportamenti.

Il messaggio più importante che voglio lasciarvi è che anche la vendita è legata al benessere psicofisico delle persone, perché acquistare resta sempre un piacere, una soddisfazione

personale. Se a questo ci uniamo anche il piacere della relazione interpersonale, noi e il nostro interlocutore raggiungiamo un alto livello di transazione che mai nessun acquisto fatto attraverso lo strumento web potrà eguagliare.

Ricordate sempre che “se faccio le stesse cose che ho fatto fino ad oggi, al massimo arrivo dove sono già”.

Buone vendite a tutti!

ANDREA FORIANI

Direttore Commerciale - Consulente Commerciale

Da quasi 20 anni mi occupo di aspetti legati alla vendita, percorrendo sia la carriera di venditore che di gestore e

formatore di squadre di venditori. La mia specializzazione e principale attitudine è l’applicazione di metodi commerciali misurabili e concreti che aiutino a raggiungere gli obiettivi aziendali sia dal punto di vista economico che dal punto di vista strategico. Il mio cuore è bianconero e amo fare sport, appena posso, infatti, organizzo una partita di tennis o pallavolo con gli amici.

Corso vendite

Oggi, per diventare o essere un vero professionista della vendita, bisogna saper miscelare capacità e comportamenti manageriali e imprenditoriali, usare la tecnica e applicare un vero e proprio piano funzionale per far emergere il vero bisogno del proprio cliente. Per approfondire le tematiche legate ai processi di vendita, vi consigliamo d’iscrivervi al nostro Corso Vendite, in cui avrete modo, attraverso modalità laboratoriali, di confrontarvi con formatori che hanno fatto della vendita la loro professione di successo!

Per informazioni e iscrizione accedi al nostro sito www.ga-group.it/formazione

Formazione

Per restare aggiornato sulle strategie di vendita e le tendenze di mercato, seguici sulla nuova pagina Facebook Laboratorio Commerciale: @laboratoriocommerciale

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Area Vendite

Disconnessione e benessere

Nel maggio 2016 per la prima volta un governo europeo ha sollevato una questione legata al benessere dei lavoratori, attraverso un’iniziativa dal sapore acerbo del puro principio. Si trattava della legge del governo francese “Loi Travail”, conosciuta anche come “diritto alla disconnessione”, che prevede per i lavoratori il diritto ad essere off line fuori dagli orari d’ufficio. Legge di diritto, ma senza alcuna sanzione prevista in caso di violazione. Un invito per le aziende superiori a 50 dipendenti ad evitare di inviare email fuori dall’orario di lavoro, per contribuire a ridurre il crescente stress da lavoro correlato dei propri collaboratori.

Questa iniziativa ha fatto discutere molto il popolo del cyberspazio: è davvero possibile nel terzo millennio disconnettersi completamente? Qual è il fine reale di questa iniziativa?

Pensieri che mi affollano la mente al termine di una giornata impegnativa, mentre procedo nel traffico gardesano. Una breve pausa ad un semaforo rosso, un respiro profondo e i ricordi mi riportano al momento in cui ho capito che lo stress nasceva dentro di me, ero io a permettergli di travolgermi. E solo io potevo riportare la mia vita in equilibrio.

L’analisi del mio io è stata spietata e dettagliata, e ha portato a galla tutte le parti di me con cui ho dovuto fare i conti: l’Area Manager, la Casalinga, la Figlia, la Donna….ma all’appello ne mancava una! Non la trovavo più! La parte di me che amava il profumo del prato appena tagliato, che si perdeva a guardare il cielo stellato, che stava ore ad ascoltare le onde del lago sui sassi, che sognava ogni notte di correre a perdifiato… quella Tania non aveva spazio nella mia vita.

In un attimo tutto è stato chiaro, e ho scelto. Di stare bene. La prima scelta sono stati pochi minuti al giorno di passeggiata nel verde; giorno dopo giorno la voglia di correre è risalita dai luoghi profondi di me in cui era immersa. Il primo chilometro. E decidere di tornare a vivere nel paese sul lago in cui sono cresciuta.

Oggi torno a casa e nonostante i chilometri in più e il traffico estivo, recupero il mio equilibrio guardando le montagne ed il lago, come ci si perde in un quadro, correndo o passeggiando nella natura, raccogliendo le verdure nell’orto e i frutti dalle piante.

Sono una consulente, il mio telefono rimane acceso; la vera disconnessione è trovare me stessa ogni giorno nella natura.

Le nostre storie

TANIA VINCENZI

Consulente commerciale

Sono una Scorpione piena di ottimismo e passione per la vendita e per tutti i suoi meccanismi. Di natura

possibilista, le sfide mi motivano. Amo correre all'aria aperta e liberare pensieri ed energia creativa. Quando mi immergo in un progetto ci credo nel profondo e ci metto l'anima. Per ricaricarmi a fondo leggo, vivo la natura e gli animali nel miglior modo che conosco, cioè prendendomene cura.

dell’Industria 4.0 con l’integrazione fra l’innovazione tecnologica della produzione, l’informatizzazione dei processi e il risparmio energetico). Troppi cambiamenti per restare fermi!

Così il modello di formazione a cui ispirarsi diventa sicuramente un modello che sappia integrare tecnologia e fattore umano.

Ad esempio, come può avvenire usando l’e-learning per preparare l’aula e prolungare il positivo, rafforzare ciò che in aula è stato condiviso. Parlo di un metodo blended dove si sappia sapientemente dosare gli ingredienti per cogliere, fra gli altri, l’obiettivo di ridurre i costi e ottimizzare i tempi.

Da un paio d’anni mi sono misurato, prima in maniera

sperimentale e poi con convinzione, a questo metodo che è solo una risposta innovativa, ma non esaustiva, all’innovazione che ci viene sollecitata dai tempi.

Individuati col cliente i suoi bisogni e definita l’area di intervento formativo, mi sono concentrato sugli che potevano rispondere a due criteri: preparare l’aula al tema e rafforzarne il ricordo. Ho inviato ad una settimana dall’aula la prima serie di pillole ed ho

costruito un percorso frontale che ne ampliasse i concetti con appropriati role playing per consolidarne la reale possibilità di orientarvi i comportamenti. Dopo una settimana dalla chiusura dell’aula i partecipanti hanno ricevuto un’altra serie di pillole allo scopo di confermare quello che avevamo condiviso.

Naturalmente l’aula è stata improntata a rendere davvero protagonisti i partecipanti, sviluppando i temi con esempi della loro realtà quotidiana (marketing collaborativo docet), allineati all’orizzonte strategico dell’azienda, ma anche alla sua etica, a i suoi valori (vedi marketing spirituale).

Così la formazione perde ogni connotato accademico ed entra nella vita quotidiana lavorativa della persona, nasce e si sviluppa dentro la sua giornata e non fuori di essa, in una condizione protetta dove ciò che si impara non corre il rischio di fare i conti con la realtà.

Questo è solo un esempio che rispetta fra l’altro il principio del 70-20-10 laddove si ritiene che il 70% della formazione avviene in azienda, il 20% avviene col coachin/mentoring e solo il 10% in aula.

L’aula del blended, portando l’azienda in aula, surroga la naturale carenza delle aziende che non sono organizzate per diventare vere e proprie e-learning organization, in

organizzazioni che auto apprendono, che fanno circolare il sapere ed il saper fare e quindi si auto formano.

Come dicevo è solo un esempio, poi c’è tutto il tema dell’utilizzo del digitale e dei suoi strumenti, ma di questo scriverò la prossima volta.

GIUSEPPE FERNICOLA

Formatore

Nei miei venticinque anni da responsabile commerciale mi sono misurato con obiettivi e risultati e nei diciassette da formatore ho messo a frutto

conoscenze ed esperienze sul campo per costruire un mio modello di formazione. Da ex calciatore semiprofessionista ho imparato che solo Maradona vinceva le partite da solo, tutti gli altri le hanno vinte in squadra. Per questo le mie aule sono molto interattive e la mia è una “formanimazione” che sollecita le energie dei singoli per costruire insieme un modello che porti a fare.

LA FORMAZIONE NELL’ERA DEL MARKETING 3.0

Solo Kotler poteva disegnare una nuova frontiera di quel Marketing di cui fu padre cambiando la visione del mercato e segnando le generazioni successive di donne e uomini che si sono occupati della materia. Solo lui poteva vedere la necessità di mettere al centro non più solo il consumatore in quanto tale, ma la persona con i suoi valori, oltre che i suoi bisogni.

E così il marketing diventa collaborativo, culturale e spirituale. E chi come noi si è formato seguendo la lezione di Kotler non può che fare tesoro dello spirito di innovazione che ha portato il maestro ad 83 anni a guardare oltre i confini che lui stesso aveva disegnato.

Perciò viene spontaneo chiedersi: quale formazione al tempo del marketing 3.0? (e mi viene da aggiungere: al tempo del Web 2.0 con le sue interazioni, condivisioni e partecipazioni e

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Mondo Turismo

COME CAMBIANO LE VACANZE

Quando sentiamo la parola “benessere”, nella maggior parte dei casi, richiamiamo alla mente l’immagine di noi distesi su un lettino di una spiaggia caraibica mentre ci stiamo godendo un fantastico massaggio rilassante. In effetti a chi non piacerebbe?

Nonostante questa visione non sia ancora appannaggio dei più, negli anni abbiamo vissuto un grande cambiamento anche nella visione della vacanza, che incarna, per l’uomo moderno, uno dei primi stati di benessere, rendendola maggiormente accessibile. In vacanza siamo più sereni, scarichiamo ogni tensione accumulata nell’arco delle giornate lavorative, dormiamo molto, mangiamo bene e in sostanza ci rilassiamo il più possibile, ognuno come meglio desidera.

Grazie alla rivoluzione tecnologica che ha investito anche il mondo del turismo, con l’avvento delle grandi agenzie online che promuovono i migliori prezzi per voli, hotel e appartamenti anche dall’altro capo del mondo, ogni luogo e soprattutto quell’adorabile sensazione di liberà che si provava solo una settimana l’anno fino allo scorso ventennio, oggi è facilmente raggiungibile e disponibile 365 giorni l’anno, in una parola possibile. Oggi si trovano offerte decisamente economiche che consentono a chiunque, di raggiungere mete lontane e vivere esperienze uniche in tutto il globo. Pensiamo a come le offerte lastminute e le compagnie aeree low cost, abbiano stravolto il modo di prenotare e organizzare i nostri viaggi. In poche ore possiamo ritrovarci a passeggiare nella Piazza Rossa o a festeggiare l’anniversario di matrimonio a Parigi per una fuga romantica di un weekend, spendendo veramente poco e avendo prenotato solo il giorno prima.

Perciò, se fino a qualche anno fa si aspettavano le vacanze estive o la pausa natalizia per godersi le ferie, oggi si può staccare la spina nell’arco di tutto l’anno, con una durata inferiore, ma più spesso. Cambiando le nostre abitudini, allungando le aspettative di vita e migliorandone la qualità, la vacanza, per molti, si allontana dall’essere solo un miraggio e entra in una dimensione più accessibile e ricorrente. Come abbiamo visto scendere la permanenza media dai 15 ai 4 giorni, proporzionalmente aumenta la frequenza dei soggiorni. Questo perché nonostante la crisi economica, la vacanza resta un bene irrinunciabile e soprattutto perché la cultura del benessere, nonché del vivere bene è ormai talmente penetrata nella quotidianità da modificare anche la concezione della vacanza

come elemento fondamentale per riequilibrare, anche in un breve periodo, corpo e mente.

Oggi, infatti, l’aumento dello stress è causa di molteplici patologie anche nei più piccoli. I ritmi frenetici, gli impegni lavorativi, sportivi e mondani, impongono un impiego di energie tale da generare la necessità di ricaricarsi con più frequenza.

Esattamente come succede con i telefonini; ricordate come il mitico Nokia 3310 aveva la capacità di restare acceso per più di una settimana? Utopia rispetto ai modernissimi e multitasking smartphone di ultima generazione. Noi siamo esattamente l’immagine di questi ultimi.

Appare palese, quindi, che quando associamo le parole vacanza e benessere non stiamo parlano più solo di un soggiorno in una spa da sogno o in un centro termale, tra piscine, saune e trattamenti di bellezza. È la vacanza stessa che racchiude in sé il significato di benessere.

Grazie al cielo, oggi avere la possibilità di concedersi più momenti nell’arco di una stagione per evadere dalla quotidianità, consente non solo riposo, ma una maggiore conoscenza e interazione tra le persone, aumenta la socialità e il livello culturale medio. Ricordate che i nostri nonni

frequentavano lo stesso hotel per 30 anni senza mai provare niente di diverso? Avendo la possibilità di vivere esperienze diverse impariamo di più e conosciamo il mondo con i nostri occhi. Avere la possibilità di fare e soprattutto di scegliere è

un’ulteriore dimensione del benessere, che associato alle vacanze, non può che regalare meravigliosi ricordi da custodire.

E siamo solo all’inizio del cambiamento rivoluzionario delle vacanze, si organizzano già i viaggi interstellari, figuriamoci dove andranno per il weekend i nostri nipoti!

Per la progettazione

affidiamoci a professionisti

Nel confronto con l’imprenditore turistico capita frequentemente di parlare di “benessere” e di cercare, assieme a lui, di

individuare forme e metodi per trasmettere questo importante messaggio al cliente finale. Ciò nella piena consapevolezza che lo

“star bene” durante la permanenza in struttura è fondamentale e, al contempo, richiede una molteplicità di attenzioni ed accortezze.

È altresì vero che ognuno di noi è automaticamente portato ad associare il termine benessere ad un luogo specifico ed in particolare a quei centri SPA, o centri wellness appunto, che sono stati creati nelle strutture ricettive proprio per consentire agli ospiti di fruire di servizi specifici. L’esperienza ci dice però che non sempre dietro la realizzazione di questo spazio, che sia già esistente o in fase di realizzazione, esiste un vero e proprio concept. Un’idea che faccia da fil rouge, sviluppata in modo

coerente con l’identità generale ed il posizionamento della struttura.

Frequentemente si sa “cosa mettere dentro”: sauna, bagno turco, vasca idro, etc. e si cerca di mettere in pianta i singoli corpi nel miglior modo possibile. Il problema però è che l’elemento hardware da solo non basta. Non è più distintivo ne garanzia di successo. Il cliente non va nel centro benessere semplicemente per la sauna o il bagno turco ma perché vuole provare emozioni, vivere un’esperienza distintiva. Vuole l’effetto wow, che verrà poi raccontato ad amici o postato sui social.

Non ce ne vorranno i geometri, gli ingegneri e nemmeno gli architetti … ma ci risulta difficile pensare che un professionista non specializzato nel settore sia in grado di cogliere questo importante aspetto e tradurlo in un progetto esecutivo. Così come non è detto che le scelte tecniche operate saranno quelle più funzionali e corrette. Troppe volte ci siamo trovati davanti a centri benessere con un ricambio dell’aria insufficiente, con degli spazi mal congegnati, mal dimensionati, privi di elementi emozionali. Centri dove l’elemento fondante, il benessere, viene quindi a mancare. La causa di questo risultato, talvolta

impietoso, è una e semplice: l’improvvisazione. Nella convinzione di poter “risparmiare” l’imprenditore finisce con lo “spendere male”.

Per questo motivo suggeriamo agli imprenditori di affidarsi alle imprese specializzate. A quegli interlocutori preparati, purtroppo pochi ad onor del vero, che possono essere garanti di un risultato complessivo ben bilanciato.

Rubrica

MATTEO BONAZZA

Socio - consulente settore turismo Sono una persona curiosa e propositiva, sempre pronto a cogliere nuove sfide e progetti innovativi. Da circa 15 anni mi occupo della costruzione del prodotto turistico e del destination management, lavorando al fianco di imprese private e soggetti pubblici. Ascoltare ed interpretare i bisogni del cliente è la chiave per costruire prodotti mirati, nel pieno rispetto dell’identità dell’azienda, per poi strutturare strumenti di marketing ben allineati.

SARA MANTI

Consulente promo-commerciale turistico

Sono cresciuta girando l’Italia, misurandomi ogni volta con realtà e mentalità diverse. Amo stare a contatto con le persone, cogliere dai loro sguardi e dai loro gesti le personalità e i bisogni, vedere i loro sorrisi rilassati quando sono contenti. Ho fatto così dell’accoglienza e della soddisfazione dei clienti la mia missione. Per oltre 10 anni mi sono occupata di gestire il front office di numerosi alberghi. Oggi, mi occupo dello sviluppo commerciale delle strutture ricettive, cercando di rendere felici ospiti e albergatori. Imparo, invento, scopro.

Sei curioso di scoprire tutte le tendenze del mondo turismo e ricevere stimoli e consigli per la tua attività?

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Mondo Turismo

LA COLAZIONE DEI CAMPIONI

La prima colazione oggi è uno dei servizi più recensiti online, pertanto non ci possiamo accontentare di offrire soltanto una buona colazione, oggi l’ospite si aspetta una colazione da campioni. Ma come si fa? In questo breve articolo proveremo a darvi qualche suggerimento utile. Prima di tutto è fondamentale una visione strategica, per poi passare alle scelte operative. Ci poniamo innanzitutto alcune domande: che tipo di struttura siamo? Quale è la nostra identità? Chi sono i nostri ospiti? Che abitudini e aspettative hanno?

Una volta trovate le risposte, iniziamo a sviluppare un servizio di alto livello iniziando dai fondamentali (hardware) come

l’organizzazione degli spazi, la luce, i colori, i profumi, la giusta musica di sottofondo, la grandezza e l’organizzazione del buffet e infine gli orari di apertura. Successivamente si deve fare molta attenzione al software: allestimenti, colori, mise en place, tipologia di servizio, scelta delle materie prime, scenografia. Non trascuriamo nessun dettaglio. A volte proprio questi piccoli dettagli vengono tralasciati involontariamente perché, vivendo quotidianamente i nostri ambienti, diventa una questione di abitudine per il nostro occhio, mentre il nostro ospite è molto attento a tutto e spesso vede proprio quello che a noi sfugge!

Sicuramente il protagonista della sala breakfast è il buffet. Quanti mq ci servono? Centrale o murale? Ovviamente dipende dallo spazio della sala e dalla tipologia di servizio che vogliamo erogare. Il nostro consiglio è di progettare il buffet basandosi sul parametro degli 8 mq per 100 ospiti. Questo rapporto si abbassa man a mano aumentiamo il numero di ospiti. Occorre

attentamente valutare i flussi degli ospiti per non creare fastidiosi ingorghi nel passaggio, la grandezza dei recipienti e la

frequenza del rimpiazzo. Prestiamo attenzione all’ordine in cui i prodotti vengono esposti e dislochiamo le pietanze secondo un ordine logico, in base all’importanza, seguendo i flussi di percorrenza nella sala attorno al buffet e rispetto l’immagine e il costo dei singoli prodotti.

Una buona accoglienza da parte del nostro staff, curando la comunicazione verbale e non verbale, ha un impatto positivo e professionale. Ricordiamoci sempre che i nostri ospiti si sono appena svegliati!

Alcuni consigli pratici riguardo alla scelta di materie prime ed esposizione:

utilizzate le etichette per raccontare i vostri prodotti,

realizzate un Angolo Bio ben riconoscibile,

dedicate uno spazio ai prodotti tipici e km0,

offrite dolci tipici e fatti in casa,

proponete diversi tipi di pane,

prestate attenzione alle intolleranze alimentari,

poche calorie e tanto gusto per gli amanti della dieta in vacanza.

Secondo un’indagine svolta in diverse strutture alberghiere abbiamo rilevato che: aumenta il consumo delle marmellate sfuse a discapito di quelle confezionate; cala il consumo di fette biscottate;

aumenta il consumo delle torte fatte in casa e cala quello delle brioches; aumenta il consumo di succhi e yogurt biologici; i più amati sono i cereali e muesli di qualità, frutta tagliata e crepes.

Tutti questi piccoli consigli, se messi in pratica con serietà e impegno, in aggiunta all’alto standard di servizio, e ad uno staff professionale, adeguatamente formato e motivato, faranno sì che la vostra prima colazione diventi da veri campioni.

Vi lasciamo con qualche domanda, alla quale dovete trovare una risposta chiara e precisa: La nostra prima colazione genera l’effetto wow? I nostri ospiti sono positivamente sorpresi, oppure è quello che si aspettavano? Ne parlano bene? Pubblicano le foto sui social Nei commenti di feedback viene citata la prima colazione?

Buona colazione a tutti.

DENIS SIRIC

AD - Consulente settore turismo Da oltre 25 anni mi diverto lavorando nel settore alberghiero, infatti la gestione alberghiera, per me, è il senso

di una vita, nella quale ho toccato con mano tutti i settori dell’albergo: dalla manutenzione, alla cucina e ristorazione, passando per la reception, fino alla direzione di catene alberghiere. Una buona organizzazione permette di migliorare parametri gestionali, come in una barca a vela, la mia grande passione, lasciandomi il tempo (poco) per qualche piacere culinario.

News e Tendenze

La culla del nostro benessere

Dormire bene è una delle regole base per condurre una vita qualitativamente appagante e per rigenerare il fisico eliminando le tossine immagazzinate durante le ore diurne.

Non solo, è un tassello essenziale della desiderata condizione di benessere, un concetto che è completamente slegato dall’agiatezza economica e che si fonda sulla certezza che per stare in equilibrio con il proprio IO interiore e con il mondo che ci circonda è necessario partire da sane abitudini quotidiane. Poiché è stato calcolato che ognuno di noi trascorre il 30% della vita a dormire, diventa

fondamentale trovare gli antidoti per non essere vittime di disturbi notturni.

Un sonno ristoratore comporta molteplici benefici:

l’aumento della produttività e della probabilità di generare idee innovative, nonché il rifornimento della dose di energia positiva sufficiente per affrontare al meglio la giornata. Per dormire bene bisogna badare ad alcuni accorgimenti tra cui un bilanciato regime alimentare. Non solo, un rumore fastidioso, un fascio di luce indesiderato, la scelta di un letto sbagliato oppure il clima malsano dell’ambiente riservato al riposo sono fattori che possono portare all’insonnia.

Vista l’attualità e l’importanza dell’argomento, gli operatori nel campo della ricettività si sono dotati negli ultimi anni di molteplici prodotti e di strumenti di marketing per assicurare a tutti gli ospiti “sogni d’oro”. Hanno finalmente capito che il valore dell’esperienza di vacanza dipende anche da scelte che fino a poco tempo fa erano considerate marginali, come quella della tipologia di materasso e di cuscino.

È così che in fase di pre-stay oppure durante il processo di prenotazione online, viene sottoposto al cliente un questionario in cui può esprimere le proprie preferenze e assicurarsi i benefit che gli permettano di riposare serenamente.

Negli USA è nato il concetto del pillow menu à la carte che contiene una lista di differenti materiali, essenze e conformazioni che guidano l’utente nella creazione del cuscino “a misura di benessere”. Inutile dire che se l’albergatore ha particolarmente a cuore la salute dei soggiornanti, inserirà nel menu solo componenti naturali e forme ergonomiche. Per quanto riguarda la progettazione dell’arredamento e dello spazio riservato alle camere i protagonisti del mondo dell’hotellerie si avvalgono della collaborazione di professionisti nel settore dell’interior e del luxury design perché si può tranquillamente affermare che oggigiorno dormire bene è un lusso.

VITTORIA GELMINI

Consulente promo-commerciale turistico

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” (C. Chaplin). Mi ritengo una persona determinata,

creativa e positiva. Amo il mio lavoro e non riesco a negarlo. Essere consulente per le strutture ricettive mi permette di crescere giorno dopo giorno assieme ai progetti di cui mi occupo e di allargare i miei orizzonti. In questi anni ho conosciuto persone speciali e mi sono interfacciata con diverse realtà in ambito turistico che mi hanno arricchito. Rimango in attesa delle grandi sorprese che sono certa mi riserverà il futuro.

Corso di front office alberghiero

Nel corso saranno sviluppate una serie di attività che vi consentiranno di comprendere al meglio gli argomenti trattati e di tornare presso la vostra struttura con nuove idee e nuovi strumenti da applicare. Per questo motivo si alterneranno momenti di docenza con sessioni di laboratorio: prediligiamo una formazione pratica e concreta, che possa essere uno strumento realmente utile e applicabile nelle proprie realtà.

Il nostro obiettivo non è trasmettere conoscenze, bensì aiutare ad acquisire competenze!

Scopri di più sul nostro sito:

www.ga-group.it/formazione

Formazione

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Lorenzo, i valori La Sportiva sono cultura, montagna, innovazione, natura, territorio, sicurezza e superamento dei limiti, tutti concetti profondamente legati allo “stare bene”. Quanto è importante per voi il valore di benessere?

Il benessere dell’utilizzatore dei nostri prodotti è tutto, produciamo capi d’abbigliamento e calzature per chi vive la natura e il suo tempo libero outdoor, va da sé che lo “stare bene” fisico e mentale è parte integrante degli obiettivi che ci poniamo nel lanciare un prodotto sul mercato.

Un concetto che poi si estende anche alle attività di marketing e alle proposte che sono collaterali a quelle legate all’offerta di prodotto: sponsorizziamo eventi, atleti ed associazioni sportive, non solo per un fatto di brand awarness, ma anche per

incentivare le pratiche sportive stesse e quindi il benessere delle persone che le praticano.

I numeri di mercato dimostrano un notevole aumento di interesse per gli sport outdoor. Quali sono le discipline più apprezzate e in forte sviluppo?

Assistiamo ad una crescita su diversi fronti a partire da quello storico per l’azienda, ovvero l’arrampicata sportiva, che è interessata da un vero e proprio boom di praticanti, grazie soprattutto alla nascita delle palestre indoor in zone urbane e metropolitane.

È cambiato il concetto stesso dello sport arrampicata, fino a dieci anni fa praticato solo da alpinisti e veri appassionati di montagna ed oggi approcciato da giovanissimi metropolitani che lo scelgono come alternativa più sana, divertente e tribale rispetto per esempio al fitness tradizionalmente inteso. La climbing community è diventata society, comprendendo persone con stili di vita totalmente differenti tra loro, ma accomunate da momenti di vita che coincidono, quando si trovano a condividere lo stesso muro d’arrampicata.

Allo stesso tempo è in forte crescita anche il trail running, sport che assiste ad un travaso di praticanti dalla strada, più

monotona tendenzialmente, ai percorsi outdoor, anche qui visti come più interessanti e propedeutici allo stare bene all’aria aperta. Idem per lo sci alpinismo, visto come un’alternativa sana, divertente e più allenante rispetto allo sci di discesa tradizionale. Oltretutto qui concorre anche il fatto di sentirsi più

liberi da sentieri già tracciati e da seggiovie affollate.

1 italiano su 4 sceglie la destinazione turistica in virtù della sua offerta sportiva. Quali sono le strategie che un’azienda come la vostra può mettere in atto per cavalcare questa tendenza?

È importante esserci, lì dove gli appassionati si ritrovano a condividere le loro emozioni e le loro imprese sportive: eventi, manifestazioni e località ad interesse turistico. Siamo molto attivi nell’intercettare manifestazioni che abbiano questo scopo.

Allo stesso tempo collaboriamo con opinion leader, atleti ed influencer che comunicano proprio a questa tipologia di persone. Lato prodotto, invece, l’intento è quello di intercettare sempre più persone attraverso proposte multi sport e linee dedicate ai più giovani e quindi alle famiglie. E poi prodotti versatili nati per l’allenamento: il training è un trend molto importante in questi ultimi anni e che lato marketing e prodotto stiamo spingendo molto.

Come immagina possa evolversi il panorama del turismo sportivo in Italia nel prossimi anni?

Le vacanze attive conosceranno uno sviluppo ulteriore anche

grazie a una nuova consapevolezza e quindi offerta, da parte degli operatori del turismo a vari livelli che dovranno essere in grado di proporre accanto alle attività tradizionali, anche questi nuovi trend sopra elencati.

Consigliare attività all’aria aperta e benessere sarà sempre più fondamentale per accontentare un pubblico che in vacanza ha voglia sì di relax, ma anche di uno sfogo fisico alle frustrazioni da ufficio e iper connettività a cui stiamo assistendo in questi anni.

Lorenzo Delladio AD La Sportiva SpA www.lasportiva.com

Voci dalle Aziende

La Sportiva è un’azienda trentina, leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata e di scarponi per l’alta montagna. Fondata nel 1928 dal calzolaio di Tesero Narciso Delladio e ancora oggi al 100% di proprietà della famiglia Delladio, ha sede a Ziano di Fiemme ai piedi delle Dolomiti e opera nel settore delle calzature outdoor da oltre 85 anni con l’obiettivo di fornire il miglior prodotto possibile a chi va in montagna in qualsiasi modo e ad ogni latitudine.

Il range di prodotti, comprende infatti scarponcini da trekking, scarponi d’alta quota e da spedizione Himalayane, scarpette d’arrampicata e calzature da mountain running. L’azienda è entrata anche nel settore degli scarponi da sci alpinismo e nel mercato dell’abbigliamento tecnico invernale ed estivo, grazie a prodotti innovativi realizzati con le migliori tecnologie e materiali disponibili sul mercato. La Sportiva, la cui principale sede produttiva si trova proprio a Ziano di Fiemme, in Trentino, al di fuori dai grandi distretti industriali calzaturieri italiani, è distribuita in più di 70 paesi al mondo.

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